La corrispondenza inoltrata "Fuori Cinta Daziaria"

Forum di discussione sulle emissioni e la storia postale del Regno d'Italia e del periodo di luogotenenza.

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rogerbarrett
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La corrispondenza inoltrata "Fuori Cinta Daziaria"

Messaggio da rogerbarrett »

Le ricerche di storia postale non mancano di regalare sorprese e l’oggetto che si propone ne dà un curioso esempio (cfr.: immagine 01).
Siamo nel regno d’Italia, nel periodo tariffario del R.D.L. n°695/1934 vigente tra 01.05.1934 ed 30.06.1940.
Si tratta di una lettera in franchigia (riscontrabile dal prescritto bollo ovale) del Provveditorato agli Studi, con l’obbligo di corrispondere anticipatamente il solo servizio espresso, per un istituto scolastico nel distretto capitolino, ovvero nella città di Roma.
L’annullo di partenza reca la data del 01.07.1936, per cui il costo dell’espresso di 1.25 lire, regolarmente pagato dall’ufficio mittente, era rimasto invariato per una decina di anni e sarebbe rimasto tale per almeno altri otto: in un periodo così lungo (ben 18 anni) gli espressi isolati in franchigia sono da considerarsi abbastanza comuni.
Quel che sul fronte si nota, magari con una più attenta occhiata, è l’impronta leggera del recapito fuori cinta daziaria in inchiostro violetto, che su più righe recita: “Al fattorino Spetta per fuori/ dazio / L. a km. di giorno L. ____ / L. a km. di notte o / tempo piovoso L. ____” (cfr.: immagine 02).
Solo più tardi R.D. n°759/1940 prescriveva l’ipotesi di maggiorazione del compenso per recapito fuori cinta in caso di consegna notturna o in caso di avverse condizioni meteo: prima di detta norma, si può supporre che già nel 1936 gli uffici postali prevedessero un maggior agio per i fattorini in casi di consegna particolari.
Questo anacronismo mi lascia da pensare (possibile sia sfuggita una tale norma ai testi specializzati?), tuttavia al momento escluderei l’infausta ipotesi di un’impronta postuma, ovvero falsa, per via dell’ubicazione del destinatario che, come si spiega appresso, è risultata effettivamente lontana dal centro abitato.
Si tratterebbe, quindi, di un recapito esterno alla cinta daziaria, ovvero per una destinazione posta al di fuori del perimetro urbano di Roma, entro il quale sarebbe stato sufficiente il pagamento del solo servizio espresso ed esternamente al quale sarebbe occorsa una tassazione aggiuntiva direttamente proporzionale alla maggior distanza da coprire ed, a quanto pare, anche influenzata dall’orario e dal meteo al momento della percorrenza del tragitto per la consegna.
Il RD n°316/1920 disponeva che in alcune grandi località, quali Roma, il limite del recapito in espresso senza aggravio di tassa era costituito dalla cinta daziaria.
Il R.D.L. n°196/1925 aveva stabilito un compenso per il recapito in espresso fuori cinta daziaria pari a 60 cent. ogni chilometro di distanza dal limite di consegna senza aggravio.
A destra dell’impronta per il recapito fuori cinta si legge una nota manoscritta a china nera (cfr.: immagine 03) riconducibile a "060 a km4" o "060 n km4" , ossia "0.60 lire per numero Km4", per cui 60 cent. al km x 4 km = 2.40 lire complessive.
Dove si trovava, dunque, l’ubicazione del destinatario? L'Istituto Tecnico Agrario Statale Garibaldi di Roma ancora oggi esiste nella stessa sede del 1936 presso i locali della Tenuta di S. Alessio sulla via Ardeatina.
Facendo coincidere l’incrocio tra il Tevere ed il tracciato ferroviario Tuscolana-Ostienze con il perimetro daziario di Roma si riscontra un percorso diretto tutto sulla via Ardeatina lungo 5 km, compatibile con i previsti 4 km ipotizzati dall’ufficio postale (cfr.: immagine 04).
Sia l’annullamento in accettazione ROMA FERROVIA (ESPRESSI TRANSITO) che il timbro dello smistamento ROMA FERROVIA ESPRESSI (cfr.: immagine 05) recano le ore “22”, ossia le dieci di sera.
Da quel che mi risulta il primo luglio era periodo di esami di Stato ed il destinatario è proprio il presidente di una Commissione per l’Abilitazione in tecnica agraria.
Nonostante l’evidente ufficialità della missiva in busta intestata, l’assenza di ulteriori servizi, quali la raccomandazione o l’assicurazione, lascia supporre che difficilmente questa potesse contenere le prove di esame per i candidati; tuttavia l’accertata presenza di foresteria e di alloggi del personale propri dell’istituto agrario farebbe pensare che la consegna potrebbe esser stata effettuata già in tarda serata, ossia dopo l’apposizione dell’impronta di smistamento sul retro (delle ore 22:00) e la consegna al fattorino dell’agenzia di recapito disponibile più prossima (ubicata dentro la cinta daziaria, ma anch’essa nella zona Sud di Roma) per l’immediato conferimento.

Non occupandomi di Regno, restano ancora incerti alcuni punti che vorrei discutere con i forumers, tra cui:
1. la consegna o meno dell’oggetto nella sera del 01 luglio 1936, operando quindi il recapito dopo le 22;
2. l’inspiegabile predisposizione del timbro di recapito fuori cinta daziaria, che anzitempo nel 1936 contemplava l’aggravio della tariffa in caso di recapito notturno o con maltempo avvenuto poi nel 1940.
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eugenioterzo
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Re: Fuori cinta daziaria: pregi e perplessità

Messaggio da eugenioterzo »

Bellissima e interessante ricostruzione.
:clap: :clap: :clap: :clap:
Eugenio
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rogerbarrett
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Re: Fuori cinta daziaria: pregi e perplessità

Messaggio da rogerbarrett »

Off topic mode: ON! :-)
eugenioterzo ha scritto:Bellissima e interessante ricostruzione.
:clap: :clap: :clap: :clap:
Eugenio
Ringrazio :-) , ma questo applauso è merito del forum, perchè per ogni ricerca
è stato utile domandare agli studiosi del settore che pazientemente rispondono agli appelli.
Tu stesso, Eugenio :-) :abb: , ne sai qualcosa tra S.Martino in Gattara & Zoncevedo ... :abb:
Esiste, dunque, un popolo di persone laboriose che procedono alla ricerca ed alla diffusione
delle informazioni: il merito e questo plauso vada a loro.

Off topic mode: OFF! :-)
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chilandro
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Re: Fuori cinta daziaria: pregi e perplessità

Messaggio da chilandro »

Ciao: Ciao:
Il mio è davvero un intervento off topic :-))
ma ho voluto comunque portare la mia testimonianza.
Infatti, se ora guardo fuori dalla finestra, vedo i campi dell'Itas Garibaldi (che oggi ospitano anche un maneggio).
Se guardate la cartina postata la mia casa si trova a Roma 70, proprio sul confine di quello che, qui nel quartiere, per brevità chiamiamo l'agrario... ma il motivo per il quale scrivo è che da quando è partita quella lettera forse è cambiata anche la cinta daziaria, che allora aveva per confine le mura aureliane. Tornando alla cartina, solo pochi metri da dove google segnala l'itas, più avanti all'incrocio con vigna murata, si trova il vecchio edificio del dazio! Naturalmente sono decenni che non viene utilizzato per la pesa delle merci in arrivo... è stato rimodernato comunque per il giubileo del 2000, con lo scopo di farne un bagno pubblico per i pellegrini (l'ardeatina è infatti la strada che porta al Divino Amore, santuario molto caro ai romani).
sergio

ps - ovviamente complimenti per questo topic! :clap: :clap:
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andy66
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Re: Fuori cinta daziaria: pregi e perplessità

Messaggio da andy66 »

Bravo Roger! :clap: :clap: Questa è vera storia postale! A prescindere dal valore del documento, che comunque non ritengo comune proprio per la consegna 'fuori cinta', l'aver ricostruito la storia di questa lettera ci fa capire qual'è la vera essenza del collezionismo filatelico moderno, che non è un semplice 'accumulo di oggetti' postali.


PS: vedo che stai sempre più esulando dai tuoi espressi RSI :f_rido: :f_rido:

Ciao:
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rogerbarrett
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Re: Fuori cinta daziaria: pregi e perplessità

Messaggio da rogerbarrett »

@chilandro: non speravo ci fosse qualcuno così vicino a quella zona :-)) !
Sì, che il tracciato della cinta daziaria si sia ampliato coll'accrescimento delle città è un'ipotsi più che fondata, ma non conosco altre fonti dove reperire carte geografiche più prossime al 1936 che lo rappresentino. Purtroppo l'irreperibilità della cartografia specializzata (...e te lo dice un geometra, per cui anche topografo) è talvolta un problema cui è piuttosto difficile ovviare.
Se con la tua esperienza in quei luoghi tu potessi verificare, anche solo da fonti verbali, che c'è stato un effettivo mutamento, allora faresti davvero un gran servizio a raccogliere e condividere quest'informazione: io, non sapendo dove altrimenti dove cercare, mi son fermato ad apprezzare lo scostamento tollerabile da 5km a 4km.
Se c'è stato un effettivo avanzamento, com'è possibile, forse nel 1936 erano davvero solo 4km.

Resta il primo dubbio sulla foggia dell'impronta fori cinta... :mmm: :dub:

Per il secondo dubbio proposto, quello della eventuale consegna notturna, una via percorribile potrebbe essere quella di provare a chiedere proprio all'I.T.A.S. se il 02 luglio 1936 si erano tenuti esami di abilitazione in tecnica agraria al fine di verificare se la busta poteva dover esser consegnata con urgenza.

@andy66: se trovassi una curiosa lettera (...che sò?) persiana :-) proverei ad acquistarla a poco pur di divertirmi a provarne a ricostruire la storia. Questo è proprio quanto è successo in questo caso... per cui ti assicuro che non mi schioderò :OOO: dalla Repubblica Sociale proprio ora che comincio a comprenderne qualcosa.
Le priorità resta le solite: in primis la ricerca, secondariamente il confronto e la divulgazione, ed in ultimo... non nascondo che il pregio dell'oggetto, qualora sia confermata la ricostruzione e vengano sanati i dubbi residui, spero possa anche servire a finanziare questo tipo di ricerche...
Come avrò finito di cercare, cederò sicuramente l'oggetto ad un appassionato.
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fabrizio544
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Re: Fuori cinta daziaria: pregi e perplessità

Messaggio da fabrizio544 »

Caro Martino

Innanzitutto ti faccio i più sinceri complimenti per il "prezioso ritrovamento".

Comunque fermo restando le sacre leggi ti allego un PDF dove potrai trovare un espresso del 1937 con supplemento per espresso fuori cinta: l impronta del timbro per la riscossione presenta già la distinzione tra consegna notturna e diurna manca in effetti quella per il tempo piovoso (e perché no per neve??).
Quindi si presume che tale tipo di tassazione fosse già in uso prima del 1940.

Saluti
Fabrizio

https://drive.google.com/file/d/0B6VMLp ... cslist_api

PS
Le mie attenzioni voleranno celermente su altri lidi che non siano quelli sardi.........
Saluti
Fabrizio

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rogerbarrett
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Re: Fuori cinta daziaria: pregi e perplessità

Messaggio da rogerbarrett »

Ringrazio fabrizio544, con il quale mi scuso se prendo l'occasione per puntalizzare.
L'espresso che mi suggerisci (ed io metto in allegato) è del 1939, per cui è effettivamente in uso anzitempo, ossia è precedente all'introduzione della norma del 1940.
Fin qui: tutto bene :pea: . Si presenterebbe come una testimonianza dell'uso dell'impronta in anticipo sulla stessa norma.
Prima di cantar vittoria ho provato a verificare dove si trovasse via Foligno.. ed indovina un pò?
Sebbene rimanga anch'essa nella zona Sud di Roma, da quel che vedo è dentro il perimetro della cinta daziaria :what: :what: :not: :not: :mmm: :mmm: :desp: :desp:

Possibile errore? Possibile restrizione della cinta daziaria? Impronta postuma?

Che ne pensate?
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aurelio
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Re: Fuori cinta daziaria: pregi e perplessità

Messaggio da aurelio »

Ciao: Ciao:

scusatemi se mi intrometto nella discussione, ma non ne ho potuto fare a meno in quanto la zona di cui si parla la conosco bene anch'io (sia la zona di Tor Carbone - Vigna Murata) che via Foligno, non lontana da casa mia.
Ebbene, molto semplicemente penso che nell'ottica postale si intenda come cinta daziaria di Roma quella tradizionale delle mura Aureliane.
Tenete conto poi che nel 1930 la cinta daziaria fu abolita (r. decr. legge 20 marzo 1930, n. 141, integrato poi dal r. decr. 30 aprile 1930, n. 432, che abolì le cinte daziarie), quindi prima dell'epoca delle due lettere mostrate.

PS: topic molto interessante ed intrigante, complimenti :clap: :clap:

Ciao: Ciao: :cool:
Aurelio
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rogerbarrett
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Re: Fuori cinta daziaria: pregi e perplessità

Messaggio da rogerbarrett »

aurelio ha scritto: ...penso che nell'ottica postale si intenda come cinta daziaria di Roma quella tradizionale delle mura Aureliane.
Ho cercato riscontri, ma mappe del genere sono davvero difficili da trovare. O mi fido della tradizione verbale, o mi fido dell'unica mappa trovata e linkata nel post originale.
aurelio ha scritto: Tenete conto poi che nel 1930 la cinta daziaria fu abolita (r. decr. legge 20 marzo 1930, n. 141, integrato poi dal r. decr. 30 aprile 1930, n. 432, che abolì le cinte daziarie), quindi prima dell'epoca delle due lettere mostrate.
La norma citata sembra far riferimento alla tassazione dei materiali e non inficia l'agio sulla corrispondenza sulla maggior distanza dal recapito espresso al pagamento dell'ordinario costo del servizio: qualora avesse abrogato legalmente il confine, questo restava come perimetro urbano di riferimento per detta tassazione.
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aurelio
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Re: Fuori cinta daziaria: pregi e perplessità

Messaggio da aurelio »

Ciao: Ciao:

nel mio mestiere ho imparato ad essere pragmatico, quindi insisto nel dire che per "Cinta daziaria" si deve intendere "Cinta muraria Aureliana, che per secoli è stata interpretata anche come la delimitazione fiscale di Roma per ovvi motivi (fino al 1903 Roma era ancora contenuta completamente nelle mura, e per entrarci si doveva necessariamente passare attraverso le porte di accesso).
Quindi, esaminiamo gli indizi... :holmes:

indizi a favore:
ci sono due lettere, una del '36 ed un'altra del '39, che applicano tassazioni per destinazioni fuori la cinta daziaria (ed in particolare quella diretta a via Foligno) e che sarebbero giustificate solo nel caso che la cita daziaria corrispondesse alle Mura, la cinta daziaria di Roma è, almeno sino alla fine dell''800, delimitata dalle stesse mura della città e c'è una legge del 1920 (disciplina fiscale, non postale) che, prima della spedizione delle nostre due lettere, abolisce le cinte daziarie (pur concedendo ai comuni di riscuotete ancora tassazioni su alcuni prodotti, quali bevande etc. come fai notare nel tuo precedente post) .

indizi contro:
d'altra parte c'è una mappa (che è sicuramente precedente al PRG del 1909 ma successiva a quello del 1883: potresti indicare con precisione a quale determinazione fiscale o urbanistica sia collegata?) che indica "cinta daziaria in approvazione" e che evidenzia solo un progetto ("in approvazione") e pertanto non una certezza.

Mi appello ora a voi, signori della giuria, pel giudizio finale! :abb:

Ciao: Ciao: :cool:
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rogerbarrett
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Re: Fuori cinta daziaria: pregi e perplessità

Messaggio da rogerbarrett »

Ovunque cada questo limite gratuito di consegna, poco o nulla incide sui due dubbi proposti, che ricordo:

Se il primo, tutto sommato, suona come una mera curiosità (esistono elementi per stabilire se sia stata o meno effettuata la consegna dell’oggetto nella sera del 01 luglio 1936, operando quindi il recapito dopo le 22?), il secondo è un grattacapo: l’inspiegabile predisposizione del timbro di recapito fuori cinta daziaria, che anzitempo già nel 1936 contemplava l’aggravio della tariffa in caso di recapito notturno o con maltempo avvenuto poi nel 1940, non dà qualche perplessità?

Prima di appellarmi anch'io ai signori della giuria pel giudizio finale :pea: :-) , indosso una canzamaglia scenica :OOO: e scimmiotto l'Amleto :-))
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fabrizio544
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Re: Fuori cinta daziaria: pregi e perplessità

Messaggio da fabrizio544 »

Buongiorno

In merito ai tuoi dubbi,caro Martino, posso supporre che:
1 se il documento si rivelerà del tutto originale come sempre più penso che sia, l'espresso è stato sicuramente consegnato nella serata. Accettato alle 22 e allo stesso tempo inviato a destino mediante agenzia recapito. Ecco l'apposizione del timbro Per il supplemento. Quindi per me l'elemento che mi conferma la consegna la stessa sera è la presenza del supplemento stesso.

2 l'uso di tale impronta potrebbe essere dovuta al fatto che le direzioni postali o le stesse agenzie recapito avessero predisposto varie forgie di timbri e che la norma del 1940 fosse intervenuta per uniformare tale servizio. Non dimentichiamo che lo stato interveniva a normare il servizio postale ma che lo stesso si avvaleva di società private che nel rispetto delle regole forse è dico forse potevano prendersi qualche libertà almeno nella forma di un timbro di servizio
D'altra parte, Come già accennato in altra sede, non credo che tutti gli uffici postali, soprattutto quelli di piccole cittadine, fossero dotati di tale timbro anche dopo il 1940.

Saluti
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Re: Fuori cinta daziaria: pregi e perplessità

Messaggio da somalafis »

La domanda posta da ''rogerbarret'' e' molto interessante e quindi ho fatto anch'io qualche ricerca, ma i risultati sono miseri. Ho riguardato la collezione Manzati nella versione presentata al concorso AICPM: oltre alla lettera datata 1939 e gia' segnalata da fabrizio544 (che nella collezione, chissa' perche', viene datata 1940), contiene altre due lettere entrambe distribuite a Roma, una del 1940 e l'altra del 1942. Su internet ho visto un altro esemplare, sempre distribuito a Roma e datato 1941, nonche' un esemplare del 1947...
Mi colpisce il fatto che l'uso di questa tipologia di timbro sembri concentrarsi a Roma. Le fogge sono quasi sempre assai simili:
1936 (esemplare di rogerbarret)
1936.jpg
1939 (Manzati)
1939.jpg
1940 (Manzati)
1940b.jpg
1941 (eBay)
1941.jpg
1942 (Manzati)
1942.jpg
1947 (eBay)
1947.JPG
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Riccardo Bodo
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Re: Fuori cinta daziaria: pregi e perplessità

Messaggio da fabrizio544 »

Viste le impronte presentate da Riccardo, che come sempre si ringrazia per la straordinaria capacità di documentazione, mi pare chiaro che il maggior limite a eliminare i nostri dubbi sia la carenza di documenti almeno disponibili sul web.

Ora sino al ritrovamento di documenti di altre zone d'Italia sembrerebbe che quella fosse la tipologia che andava per la maggiore appunto nella zona di Roma.
Rimane il dubbio di Martino circa l'utilizzo di quella da lui mostrata prima del 1940 ma a parziale rassicurazione anche quella mostrata nella collezione Manzati del 1939 ne ricalca la forma.

Se un indizio non è una prova ora gli indizi sono almeno due.

Saluti
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Re: Fuori cinta daziaria: pregi e perplessità

Messaggio da somalafis »

Atrenzione, pero'. In alcuni degli esempi che ho mostrato (Manzati 1942 e 1940 ed eBay 1941 e 47) si fa riferimento al solo superamento del limite di consegna gratuita. E questa e' una norma esistente praticamente dall'avvio del servizio espresso. La novita' introdotta nel 1940 (e che invece, stando alle altre due buste del 1936 e 1939, sembra essere stata attivata precedentemente) e' relativa all'aggravio per la consegna notturna o con ''tempo piovoso''...
Riccardo Bodo
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Re: Fuori cinta daziaria: pregi e perplessità

Messaggio da rogerbarrett »

Riassumo l'evoluzione dei ragionamenti proposti.

Esistono, dunque, due oggetti con quell'impronta usati a Roma: uno nel 1936 (quello all'origine dell'argomento) ed un altro nel 1939 presente nella collezione Manzati.
Sono considerazioni che abbiamo già avuto il piacere di fare assieme qualche intervento prima; io avevo aggiunto che nel secondo caso ci poteva non esser la sicurezza che il destinatario fosse fuori della cinta daziaria, ma il gentile aurelio sostiene che fossero più correttamente le omonime mura a segnalarla (N.B.: se si dà fiducia alla testi di aurelio anche il secondo espresso avrebbe una destinazione correttamente fuori cinta).

Non essendo certa la posizione della cinta romana (l'unica mappa reperita o le mura aureliane?), non essendo disponibili in rete altra corrispondenza per ulteriori verifiche... al momento non resta che arrendersi all'evidente incongruità temporale della foggia del'impronta sulla norma, che potremmo giustificare (senza alcuna prova) che questo maggior aggio per la consegna notturna o sotto la pioggia potesse esser una consuetudine già in uso a quei tempi, solo successivamente regolata in modo ufficiale.


---------------------
Faccio un'ultima considerazione in merito alla difficoltà di reperimento di espressi fuori cinta.
Da un anno e mezzo che li studio ne ho visti (e non tutti dal vivo): 6 del Regno, 1 di RSI e 2 in Repubblica.
Di questi 9 al momento ne possiedo solo 3: non è materiale esattamente facile da reperite e, quindi, da confrontare.
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Re: Fuori cinta daziaria: pregi e perplessità

Messaggio da fabrizio544 »

È da notare come nei primi due in ordine temporale si parli di fuori dazio.
Nei seguenti e quindi direi dal 1940 in poi come la dicitura sia diventata " dal limite del recapito gratuito" e, quindi, giustamente non si parla più di cinta daziaria (abolita dalla norma).

Ora io credo, senza scomodare fior fior di storici, che per cinta ( ricordo la dicitura "cinta da mura" ) ci si possa riferire alle mura, come suggerito da Aurelio, e non tanto alla cinta daziaria che nel tempo probabilmente non corrispose più a quella "muraria" ( ma che credo possa essersi estesa per ovvi motivi storici di evoluzioni sociali economiche e anche demografiche delle citta ).

Martino ci ha detto che ne possiede altri due oltre a quello già mostrato. Quindi ora aspettiamo di vedere quelli per poter proseguire nella nostra indagine. Un grazie anticipato.

Saluti
Fabrizio
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Re: Fuori cinta daziaria: pregi e perplessità

Messaggio da somalafis »

fabrizio544 ha scritto:...Ora io credo, senza scomodare fior fior di storici, che per cinta ( ricordo la dicitura "cinta da mura" ) ci si possa riferire alle mura, come suggerito da Aurelio, e non tanto alla cinta daziaria che nel tempo probabilmente non corrispose più a quella "muraria" ( ma che credo possa essersi estesa per ovvi motivi storici di evoluzioni sociali economiche e anche demografiche delle citta ).
Un altro espresso distribuito a Verona ''fuori cinta'' nel 1950 (ma senza riferimenti a maltempo e ore notturne) e' appena stato inserito nel Forum da ''pierpa63'':
verona 50.jpg
Caro Fabrizio, senza offesa, ma la tua affezione per le cinte murarie (peraltro abbattute in molte citta') non mi sembra giustificata. Semplicemente le Poste, dovendo stabilire un confine per la consegna ''gratuita'' degli espressi avevano conservato la vecchia dizione ereditata dai tempi dei dazi comunali (ma comunque anche all'epoca del dazio comunale esistevano definizioni postali alternative per i comuni che non avevano la cinta daziaria o presentavano abitati sparsi). Dopo l'abolizione dei dazi comunali, nei provvedimenti tariffari era effettivamente scomparso il riferimento alla ''cinta daziaria'' . Ecco - ad esempio - come la questione espressi era trattata nel decreto luogotenenziale del 22-3-45 che aumentava le tariffe postali
IMG_20151005_0002.jpg
Nonostante questo, la comoda e sintetica dicitura ''fuori cinta'' era evidentemente sopravvissuta nel gergo postale e nei timbri accessori.

Con riferimento ad un precedente dibattito, la cinta daziaria di Roma (e di conserva l'area di consegna ''gratuita'' degli espressi) era stata ampliata negli anni, allontanandosi dalle vecchie mura: anche se non ho trovato un documento specifico, una rapida scorsa a google books fa emergere numerosi riferimenti. Un testo sulla storia dell'Agro Romano afferma che all'allargamento della cinta daziaria (fuori delle mura) si giunse nel 1887. Un altro testo sulla storia dell'ACEA (l'azienda elettrica municipale) ricorda, in relazione a delibere del 1927, che entro la cinta daziaria di Roma erano state assorbite ''intere borgate''. Un testo sulla storia di Porta San Pancrazio rileva che in seguito all'allargamento della cinta daziaria (citando l'anno 1917) era cambiata la destinazione dei locali uffici del dazio. Una sessione della commissione archeologica comunale del 1910 discute la proposta di abbattere le baracche che una volta ospitavano gli uffici del dazio a Porta S. Paolo, a Porta S. Sebastiano e a Porta Maggiore abbandonati in seguito all'allargamento della cinta daziaria...e cosi' via.
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Riccardo Bodo
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Re: Fuori cinta daziaria: pregi e perplessità

Messaggio da rogerbarrett »

fabrizio544 ha scritto: rogerbarrett ci ha detto che ne possiede altri due oltre a quello già mostrato. Quindi ora aspettiamo di vedere quelli per poter proseguire nella nostra indagine. Un grazie anticipato.

Saluti
Fabrizio
Non ho capito bene dove possa portare questa collezione di impronte di fuori cinta, visto che si tratta di oggetti tanto fuori zona quanto fuori periodo... :?: :dub: , ma se fabrizio544 ne chiede le scansioni... eccole qua :-) .
La prima di RSI dà un'indicazione di un Art. 224 delle Istruzioni del Servizio Telegrafico (qualcuno possiede questo testo? consultandolo magari salta fuori qualcos'altro), mentre la seconda è della stessa corrispondenza di quelle gentilmente già postate da somalafis .
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