il valore dei nostri francobolli

Forum di discussione sulle emissioni e la storia postale del Regno Lombardo-Veneto.

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fildoc
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il valore dei nostri francobolli

Messaggio da fildoc »

In un altra sezione del forum è apparsa questa riflessione di Antonello che voglio fare mia:
La filatelia è un hobby.
Però, per giustificare certi prezzi e certe collezioni, non bastavano i collezionisti.
Ci volevano gli "investitori" o comunque soldi anche da chi non acquistava per divertirsi ma per costituirsi un tesoretto magari anche non tracciabile...
Ma questo "mercato parallelo" aveva bisogno di favole, di medaglie premio, di ori e poi di ori grandi, poi di abbracci ed applausi appaganti.
Poi anche questo non bastava più ed allora si inventano nuovi colori e le prove diventano "non emessi", eccetera, eccetera.
"Alla tua collezione di Sardegna manca il 5 centesimi verde vellutato pallido alla luce del tramonto e senza quella rara gradazione non potrai mai ottenere il gran diploma di pollo di prima categoria".
così si sono massacrati i collezionisti e si è mortificata la Filatelia.
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robymi
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Re: il valore dei nostri francobolli

Messaggio da robymi »

L'ho letta anche io nell'altro topic e la trovo molto azzeccata, d'altronde con la conoscenza della materia che Antonello ha accumulato nel tempo sarebbe difficile contestare una sua analisi.
La filatelia è un hobby (bellissimo) e per alcuni, supportati da grandissima passione, diventa un'attività portata a livelli estremi di specializzazione e di competenza.
Tuttavia, per molti altri, è una professione e questo ha fatto sì che nel tempo le ragioni del mercato quasi sempre prevalgano sulle ragioni della passione.
Abbiamo già commentato innumerevoli volte le dinamiche che hanno portato i prezzi a diventare una sorta di gioco delle tre carte, per cui non ci tornerò sopra.
Dispiace veramente vedere che ancora oggi parecchi credono alla filatelia come investimento (finanziario), ma è comprensibile considerando le molte "sirene" che popolano l'ambiente.
Roberto
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Ypsilon
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Re: il valore dei nostri francobolli

Messaggio da Ypsilon »

robymi ha scritto: 14 novembre 2023, 16:27 Dispiace veramente vedere che ancora oggi parecchi credono alla filatelia come investimento (finanziario)
Non solo i molti che ancora lo pensano e ci credono.
Pensiamo a chi in passato ha vissuto il periodo del francobollo visto come investimento facile ed ha lasciato la sua eredità di francobolli (e di idea di investimento) ai successori.
Chi vuole andare avanti, se non si aggiorna, lo vedrà ancora come investimento, sbagliando per poi strapparsi i capelli rimasti quando scoprirà il giochino.
Chi invece vuole vendere per incassare il tesoro lasciato dal nonno o lo zio, prenderà una super delusione che lo allontanerà per sempre dalla filatelia.
In entrambi i casi, avremo perso dei collezionisti e rimarrà il messaggio che "la filatelia è solo una truffa e presa in giro".
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Andrea

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cialo
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Re: il valore dei nostri francobolli

Messaggio da cialo »

I personaggi vendevano questi cartoncini a collezionisti facoltosi ma totalmente inesperti e genuinamente ignoranti, li spacciavano per investimenti sicuri e redditizi. Si presentavano come venditori ma erano semplicemente dei truffatori.

Truffatori in giacca e cravatta con alle spalle il nome di un’azienda super rassicurante, che tuttora si stampa il proprio listino vendita spacciandolo per un catalogo.

Televisione, radio, riviste e poste si prestavano (e si prestano) a questo giochetto, vendendo pubblicità attraverso i propri canali.

Detto questo, non credo che questo fenomeno vergognoso sia stato alla base del declino della filatelia, semplicemente perché collezionisti facoltosi e inesperti non sono mai stati numerosi.
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fildoc
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Re: il valore dei nostri francobolli

Messaggio da fildoc »

la realta' di fondo è che i francobolli non sono piu' usati e per comunicare usiamo internet o il cellulare
piu' o meno come facciamo noi adesso !!!!!
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cialo
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Re: il valore dei nostri francobolli

Messaggio da cialo »

fildoc ha scritto: 14 novembre 2023, 22:26 la realta' di fondo è che i francobolli non sono piu' usati e per comunicare usiamo internet o il cellulare
piu' o meno come facciamo noi adesso !!!!!
Esatto
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Andrea61
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Re: il valore dei nostri francobolli

Messaggio da Andrea61 »

In qualunque disciplina c'è una tendenza naturale all'approfondimento e alla specializzazione. Questa è una conseguenza naturale del bisogno di ognuno, e quindi anche del collezionista filatelico, di "portare l'asticella più in alto", di realizzare qualcosa che non s'era fatto prima, di saperne di più di quanto i suoi predecessori sapevano. Non è in questo che risiede la crisi della Filatelia.

La crisi della Filatelia ha due facce.

La prima e fondamentale faccia è il fatto che il francobollo ha terminato la sua funzione storica. La sua produzione sopravvive per pura inerzia ma è diventato una vestigia del passato ed un oggetto ormai sconosciuto ai più e non nella pratica d'uso se non di una piccola minoranza di utenti del sistema postale. Questo fa sì, inevitabilmente, che viene a mancare il ricambio naturale dei collezionisti, col loro crollo nei numeri e conseguente enorme ridimensionamento del mercato.

La seconda faccia, sempre esistita ma il cui effetto diviene pesante con la prima, è che la Filatelia, che pure è una disciplina in cui convergono varie sapienze sia storiche che scientifiche che di altra natura è enormemente condizionata da fattori economici e da operatori economici non sempre all'altezza. In questo ha anche molto contribuito il fatto che la Filatelia non ha mai goduto di un certo "crisma di ufficialità": sempre vista come hobby ma mai come attività "seria" come potrebbe derivare, ad esempio, da un riconoscimento accademico che non è mai avvenuto, contrariamente a quanto accaduto alla Numismatica.

Certo: le speculazioni, gli investimenti fasulli, l'approfittarsi di collezionisti poco competenti son cose che fanno danni e disaffezionano, ma in un mercato fiorente sono abbastanza inevitabili. Dispiace un po', magari, quando queste speculazioni e promesse di investimenti sono portate da certi operatori ma evidentemente la ricerca del guadagno immediato e la mancanza di programmazione a lungo termine sono mali diffusi.

Bisogna anche dire che il mondo si trasforma velocemente e cose che noi pensiamo immutabili sono in realtà effimere. Chi arrivando a Torino nel 1990 (come il sottoscritto) avrebbe pensato che da lì a un quarto di secolo la FIAT sarebbe sparita dalla città (e non solo)?
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Tergesteo
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Re: il valore dei nostri francobolli

Messaggio da Tergesteo »

Concordo con Andrea, aggiungendo qualche considerazione di più ampio spettro:

I prezzi dei francobolli non possono che calare perché il numero di collezionisti è in continua diminuzione. Un francobollo non vale nulla di per sé, è solo l'offerta e la domanda a determinare il prezzo. Un pezzo unico che non interessa a nessuno non vale niente! La filatelia come grande fenomeno culturale di massa non esiste più! Non sparirà ma sarà sempre più un hobby di nicchia.

A questo si aggiunge l'impoverimento di buona parte della popolazione. Chi è cresciuto negli anni d'oro spesso aveva dei buoni margini di spesa voluttuaria o poteva investire per far fruttare i propri risparmi. Ora non è più così! La classe media è sempre più in difficoltà ed il numero di poveri in aumento (per non parlare di chi sta sotto la soglia di povertà). I ricchi che vogliano dedicarsi alla filatelia saranno sempre di meno per i motivi storici e culturali di cui sopra.

In Italia non è mai esistito un riferimento accademico credibile nello studio della filatelia a parte i lodevoli studi di alcuni grandi.
Tutto è sempre stato in mano ai commercianti, cominciando con i cataloghi che non solo fissano prezzi di comodo ma determinano classifiche mirate ad assecondare o creare un mercato.

Ma il commercio ha le sue dinamiche in ogni campo, non sempre trasparenti, completamente avulse dalla cultura e dallo studio. Specchi per le allodole ce ne sono ovunque!

Comunque sia i prezzi dei francobolli sarà il mercato a deciderli! Con la rete le informazioni girano a grandissima velocità e certe illusioni non si possono più creare!
Non è più questione di cataloghi, specializzazioni, commercianti buoni o cattivi (questi in ogni circostanza ci sono sempre) ma di mercato!

Ciao: Ciao:

Benjamin
Lombardo Veneto (filatelia, annulli e storia postale), Toscana filatelia e storia postale dell'antica provincia di Arezzo, colori della IVa di Sardegna, ed a livello filatelico tutti gli ASI
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"Non temete nuotare contro il torrente, è d'un anima sordida pensare come il volgo, perché il volgo è in maggioranza."

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Antonello Cerruti
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Re: il valore dei nostri francobolli

Messaggio da Antonello Cerruti »

Vorrei aggiungere una considerazione personale.

Il numero dei collezionisti non è in diminuzione ma è in profonda trasformazione la platea degli appassionati.

Ho cominciato ad occuparmi professionalmente di filatelia dagli anni '60.
Il mercato era in mano a tanti grandi (e piccoli) commercianti che rappresentavano la "banca" dei collezionisti: acquistavano quando c'era abbondanza di offerta e vendevano su richiesta di chi voleva completare le proprie collezioni.

Oggi sono scomparsi i "collezionisti con mancolista" e nei convegni o nelle riunioni dei circoli girano solo soggetti (molto esperti nel proprio settore) desiderosi di "pescare" tra le offerte, cercando qualche errata sottovalutazione di venditori assai più ignoranti di loro.

Oggi i collezionisti sono (in numero molto superiore a quello che si crede) nascosti dietro un monitor ed una tastiera: professionisti, insegnanti, artigiani che - approfittando di pause del loro lavoro - smanettando il computer o lo smartphone, visitano le offerte o i cataloghi presenti in rete.

Purtroppo questo ha incrementato a dismisura l'appetito di tanti birbaccioni che vendono materiale di qualità scadente, o peggio, artefatta. Questo determina da un lato l'abbassamento dei prezzi e dall'altro la pretesa dei compratori di pretendere l'appiattimento del prezzo dei francobolli buoni a quello dei mediocri.

Questo sito rappresenta una delle pochissime occasioni di divulgazione della cultura filatelica e delle conoscenze indispensabili per vivere in un mondo non privo di insidie.

Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
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Ypsilon
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Re: il valore dei nostri francobolli

Messaggio da Ypsilon »

Antonello Cerruti ha scritto: 15 novembre 2023, 9:21 Il numero dei collezionisti non è in diminuzione ma è in profonda trasformazione la platea degli appassionati.
Effettivamente c'è un bel cambiamento, l'ho visto io rientrando nel forum a distanza di più di 10 anni, gli argomenti, tranne in casi rari, sono molto specialistici, il che mi fatto appunto pensare ad un cambiamento (o ad una ristretta "nicchia" di appassionati, per lo più specializzati all'interno del forum).
Ma dici che il numero non è in diminuzione? Da cosa lo deduci? Non è un'insinuazione, se hai affermato questo è perché sicuramente hai dati su cui basarti. Io dal mio piccolo però noto un calo di collezionisti.
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Andrea

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Antonello Cerruti
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Re: il valore dei nostri francobolli

Messaggio da Antonello Cerruti »

Credo che, fortunatamente, i collezionisti si stiano specializzando.
Sono spariti i raccoglioni (accaparratori di fogli, ecc.), oppure quelli che "faccio tutto il mondo" ma anche quelli che si limitano a riempire le taschine del proprio album.
Oggi, i collezionisti studiano e raccolgono informazioni, annulli ed esemplari di un determinato territorio o addirittura di un singolo francobollo.
La specializzazione prevale sulla collezione generale, col risultato che molto materiale moderno resta poco ricercato.
La scomparsa dei negozi su strada ed anche degli investitori/speculatori ha reso meno visibili le transazioni.
Ma le aste importanti raccolgono ancora molto interesse ed i buoni francobolli non rimangono mai invenduti; a patto che le basi non siano la miope trasposizione delle quotazioni dei fantasiosi cataloghi.

Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
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Ilpela82
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Re: il valore dei nostri francobolli

Messaggio da Ilpela82 »

Di collezionisti come dice Antonio c’è ne sono molti, ed il suo esempio di persone dietro un pc in pausa pranzo che guardano offerte e’ calzante.
Posso dirvi la mia esperienza, ho 41 anni e collezioni da quando ne avevo 6 con mio nonno che mi ha insegnato molto, per poi lasciarmi in mano la sua collezione.
Il problema di fondo è la distorsione che soffre ora la filatelia fra i più giovani come me.
Si crede che la filatelia sia ebay e Catawiki.
Primo problema, questi siti sono pieni di materiale scadente, venduti a prezzi vantaggiosi per la quale si pensa di fare l’affare.
Non è così e la cosa peggiore è il non saper distinguere la qualità.
Si pensa che la filatelia siano le aste di Facebook, dove ho visto passare di tutto, al 10% di catalogo!

Si innesca un meccanismo strano, si pretende un prezzo di catalogo intorno al 10% e si pensa che si sia fatto L’affare a prescindere.

La qualità? Nn viene misurata…
Dentellature, colle, centratura… e chi ne ha più ne metta… non vengono controllate, nn vengono prese in considerazione.
Si fanno accumuli di immondizie pensando di aver creato un tesoretto.

In pochi hanno libri, perfino cataloghi per studiare e capire… “ci sono i Bolli.it” cosa ci faccio con un libro mi spieghi?

Ma io una riflessione ora la lascio a voi.
Chi ti insegna a capire la qualità?
Dove si impara? Dove si apprende?

Emiliano
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Ypsilon
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Re: il valore dei nostri francobolli

Messaggio da Ypsilon »

Certo Antonello, capisco molto bene quel che scrivi ed il dato delle aste è sicuramente un ottimo riscontro. Come lo sarà certamente la tua esperienza nel settore.

Ti racconto invece quel che vedo nel mio piccolo, la realtà del nostro circolo e del nostro piccolo comune per quelle che sono le voci che mi giungono.
I collezionisti anziani purtroppo, piano piano, ci stanno abbandonando e gli eredi difficilmente (per non dire di no) portano avanti la collezione. I pochi che si rivolgono a noi pensano di avere un tesoro e la maggior parte delle volte il materiale di un certo interesse è veramente poco se non nullo. Puoi immaginare le facce ed i commenti.
In pochi sono specializzati su tematiche o periodo ante Repubblica ed in molti continuano a completare le caselle vuote degli album.
Pensa che un ex dipendente poste, che ha raccolto francobolli del periodo moderno, ora in difficoltà con la salute, vuole vendere. Quando gli è stato detto che non ha nulla in mano, ha continuato ad insistere che ha un tesoro e cerca ancora chi sia disposto a comprare un tesoro inesistente.
A vedere questa realtà, certo non ti viene da pensare positivo.

Poi abbiamo un altro fattore, che credo continui ancora a fare danni.
Negozianti fisici sono sempre meno, è vero, ma abbiamo "negozianti" online ovunque. Le poste non si capisce da che parte stiano, e negli ultimi anno abbiamo trovato un Maccari o un'Italia riparte, per non parlare del recente Centenario aeronautica emessi in quantità limitate, difficilmente trovabili anche negli spazi filatelia delle grandi città e online si trovano a prezzi alti se non fuori di testa. Materiale per lo più accaparrato da negozianti? Per quale motivo non dare priorità ai collezionisti? Per non parlare del codice a barre di Mafalda e Tex e qua stendo un velo pietoso.
E' vero, si parla di roba moderna, ma che ad ora ti fa pensare di avere in mano un oggetto che possa avere il suo "valore" in futuro, quando sappiamo tutti noi che così non è, ma vai a farlo capire a chi ci crede ancora.

Tutto questo contribuisce ancora a dare la "speranza" a chi ci crede, che ci sia ancora del tesoro in giro, facendo inesorabilmente solo danni.

Pensa che qualcuno, ma forse ingenuamente pure io, si chiede perché, i francobolli degli ultimi 20 anni (non 5) non si possano dare via al facciale, invece di svenderli sottofacciale, quando hanno sempre il loro potere di assolvere al loro scopo primario e quando un qualsiasi negoziante (almeno che sappia io) li vende almeno al 20% sopra facciale.
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Andrea

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rodedo
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Re: il valore dei nostri francobolli

Messaggio da rodedo »

Ilpela82 ha scritto: 15 novembre 2023, 12:42 In pochi hanno libri, perfino cataloghi per studiare e capire… “ci sono i Bolli.it” cosa ci faccio con un libro mi spieghi?

Ma io una riflessione ora la lascio a voi.
Chi ti insegna a capire la qualità?
Dove si impara? Dove si apprende?
Io non mescolerei i cataloghi ed i "libri". Per imparare serve un buon libro che insegna / spiega e, soprattutto, tanta esperienza pratica. Il catalogo, invece, lo si può sostituire benissimo con "ibolli.it".
Inoltre anche on-line ci sono molte risorse utili per imparare, a cominciare da questo Forum, ma non solo.
-
Rosario
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Ilpela82
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Re: il valore dei nostri francobolli

Messaggio da Ilpela82 »

A mio avviso un C.E.I. ed un sassone specializzato per regno e repubblica.
Possono darti una formazione studiandoli che i bolli.it non ti darà mai.
Se si prendono i cataloghi solo per leggere al 2024 il valore e cercare di capire quanto è il 10%… non si va da nessuna parte a mio avviso.
A questi sempre a mio avviso vanno affiancati testi di studio specifici in base a cosa si colleziona.
Io non colleziono asi e faccio poca poca storia postale…
Immagino collezionisti asi a cercare tonalità su i bolli.it

😂
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cesare75
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Re: il valore dei nostri francobolli

Messaggio da cesare75 »

Mi chiedo perché, e lo chiedo anche a voi, quasi tutti quelli che si ritrovano la collezione lasciata da parenti credano di avere per le mani un tesoro...
Nello specifico il francobollo, e tutto quello che ci gira intorno, è sparito dalla circolazione sia per utilizzo che per passione tra i giovani; quindi cosa fa scattare l'equazione francobollo=tesoretto?
Per logica (mia almeno), più è assente una organizzazione del materiale ed un lascito di informazioni a corredo, più è facile che non ci sia valore in quello che si ritrovano.
Da giovane collezionavo quello che trovavo in giro...
Ora mi appassionano gli Antichi stati, in particolar modo Sardegna (colori, prove e saggi ecc ecc).
Ma ho ancora molto molto molto da imparare!!! :leggo: :leggo:
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Morgan68
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Re: il valore dei nostri francobolli

Messaggio da Morgan68 »

Antonello Cerruti ha scritto: 15 novembre 2023, 11:55 Credo che, fortunatamente, i collezionisti si stiano specializzando.
Sono spariti i raccoglioni (accaparratori di fogli, ecc.), oppure quelli che "faccio tutto il mondo" ma anche quelli che si limitano a riempire le taschine del proprio album.
Oggi, i collezionisti studiano e raccolgono informazioni, annulli ed esemplari di un determinato territorio o addirittura di un singolo francobollo.
La specializzazione prevale sulla collezione generale, col risultato che molto materiale moderno resta poco ricercato.
La scomparsa dei negozi su strada ed anche degli investitori/speculatori ha reso meno visibili le transazioni.
Ma le aste importanti raccolgono ancora molto interesse ed i buoni francobolli non rimangono mai invenduti; a patto che le basi non siano la miope trasposizione delle quotazioni dei fantasiosi cataloghi.

Cordiali saluti.
Antonello Cerruti

Buongiorno a tutti,

sono assolutamente d'accordo e mi permetto di aggiungere cio' che ho notato io e cioe' che, dall 'inizio del covid ad oggi, il mercato e' cambiato drasticamente.
Sara' stato per il fatto di dover stare per forza a casa e forse qualcuno (anche il sottoscritto lo ammetto) si annoiava un poco, ma nelle aste si e' visto un sensibile aumento di interesse e risposta (forse oserei dire soprattutto in quelle estere). Vorrei poi dire che c'e' stato anche un po' di voglia di mettere qualche soldo in ''poste'' differenti dal solito conto in banca ad interessi negativi, in fondi altalenanti, in box auto non sempre riempibili, etc. Se c'e' la passione ed un minimo di specializzazione un po' di investimento personale non va per forza visto come un povero alloccone che vuole fare l'affare facile. Visti i chiari di luna attuali ci potrebbe anche stare di investire 100 oggi e riprenderne un po' di meno o un po' di piu' tra qualche anno. Mio nonno ci ha sfamato la famiglia alla fine della seconda guerra mondiale con un baratto del tipo francobollo x pagnotta (si incontravano dalle parti della stazione Termini); so che pezzi ha venduto all'epoca guardando le tracce delle linguelle nei vecchi raccoglitori a fogli di carta con i rettangoli ed i numeri fatti a mano con il righello (chapeau a mio nonno).
Io resto convinto che un certo periodo storico avra' sempre una sorta di zoccolo duro di interesse.
Poi la passione e' anche provare a trasmetterla ad altri.
Se cosi' non fosse ed avendo comunque garantito sempre la pagnotta in famiglia, un giorno qualcuno decidera' di vendere (o svendere) tutto e ciccia... ma, ripeto, io resto ottimista.
Ciao: Ciao:
Enrico
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Aleroma
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Re: il valore dei nostri francobolli

Messaggio da Aleroma »

Che il numero di collezionisti non sia diminuito mi sembra strano ma mi fido di chi ne sa più di me o è meglio informato a riguardo; ma diminuirà sicuramente nel breve periodo. Ho 32 anni e non conosco NESSUNO della mia età o più giovane che collezioni francobolli. Frequento il circolo della mia città, Brescia, e il secondo più giovane dopo di me ha il doppio dei miei anni. Certo Brescia non è la principale piazza filatelica italiana ma neanche un paesino di periferia. Gli utenti, collezionisti o meno che siano, vero che sono mutati da anni in ricercatori digitali, ma anche di questi conosco forse 2 giovani in tutta Italia. "Noi" giovani, tolte rarissimi casi, non siamo più interessati alla filatelia; passato lo zoccolo duro dei "vecchi senatori" resteremo veramente pochi,a contenderci per pochi spicci le massime rarità.
Chiaramente è una mia visione
Alessandro
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Colleziono Regno Lombardo Veneto, in particolare prima emissione (tinte, difetti di clichè, tipi di carta ecc) e Regno d'Italia usato
ricercatoredifunghi
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Re: il valore dei nostri francobolli

Messaggio da ricercatoredifunghi »

Come vecchio collezionista da 60 anni,a mio parere è già da diversi anni che è calato il numero dei collezionisti attivi(tralasciando il grave ricambio generazionale quasi assente!)Il materiale comune o medio diventa sempre più abbondante e con prezzi calanti alla faccia dei Cataloghi ufficiali,solo i pezzi rari o molto rari penso possano resistere nelle quotazioni finchè ci sarà la relativa elitaria richiesta.Poi magari resisteranno delle piccole nicchie di specializzazioni.La Filatelia diventerà da fenomeno di massa più o meno consapevole a fenomeno antiquariale specialistico. :-))
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Ypsilon
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Re: il valore dei nostri francobolli

Messaggio da Ypsilon »

cesare75 ha scritto: 15 novembre 2023, 13:47 Mi chiedo perché, e lo chiedo anche a voi, quasi tutti quelli che si ritrovano la collezione lasciata da parenti credano di avere per le mani un tesoro...
Nello specifico il francobollo, e tutto quello che ci gira intorno, è sparito dalla circolazione sia per utilizzo che per passione tra i giovani; quindi cosa fa scattare l'equazione francobollo=tesoretto?
Per logica (mia almeno), più è assente una organizzazione del materiale ed un lascito di informazioni a corredo, più è facile che non ci sia valore in quello che si ritrovano.
Ti rispondo con il mio punto di vista.
In passato (credo io), un po' per il periodo favorevole, un po' per il mitico rosa che chiunque dopo una certa età ha sentito almeno nominare, la maggior parte delle persone ha associato al francobollo il simbolo del "valore". Se si pensa che quando mi capita di dire che colleziono francobolli, qualcuno mi guarda come fossi un milionario, come si fa a pensare che la massa abbia un pensiero diverso?
Anche mio padre che è del 49, quando iniziai a guardare i francobolli per collezionarli mi rammentò di questo "famoso Gronchi rosa" non sapendo minimamente di cosa stava parlando, ma era un francobollo famoso e costoso.
Quindi ecco qua che chiunque ha dei francobolli per casa, specie se lasciati da un parente che collezionava, pensa (spera) di avare un tesoro.

E' l'idea che viene insinuata nelle menti delle persone, che poi porta a luoghi comuni.
Per citarne uno (non filatelico) che sento spesso: in Italia si vota chi va al governo. E ho detto tutto.
Ciao: Ciao:

Andrea

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