Gli annullamenti a penna

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Luca Dermidoff
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Gli annullamenti a penna

Messaggio da Luca Dermidoff »

Buonasera,

Vorrei aprire una discussione su quanto in oggetto. A tal proposito, a titolo esemplificativo,posto una lettera pontificia con un annullo a penna presente all'ultima asta Vaccari e da lui stesso firmata.

Indipendentemente dal valore d'asta della lettera, su quali basi si desume che l'annullo a penna e' autentico???
Perché e' passante? Avrei potuto farla anch'io la croce!
La tipologia d'inchiostro?
Mi fido ciecamente della firma del venditore o del perito? E se la lettera fosse senza firma o sigla?
:mmm:
Insomma sono al buio :cry:
Qualcuno mi aiuta? :pray:

Ciao Ciao:

Luca
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enrico54
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Re: La questione della veridicita' degli annulli a penna

Messaggio da enrico54 »

Per cercare di risponderti, riferendomi in particolare al periodo del Regno d'Italia, non si può prescindere dal porsi prima questa domanda: quando, in generale, fu utilizzata la penna in luogo dei timbri regolamentari?

I casi estremi sono sostanzialmente due:

1) l'ufficio postale era stato aperto ma non ancora dotato dei relativi timbri regolamentari; in questo caso o il francobollo veniva annullato con una croce a penna (o comunque con segni di penna) ed a lato veniva manoscritto il nome della località di provenienza e la data, o il nome della città e la data venivano direttamente manoscritti sul francobollo;

2) il francobollo era sfuggito all'annullamento in partenza, e veniva quindi annullato - di norma con una croce a penna - in transito o in arrivo.

All'interno di questi due estremi potevano presentarsi altre casistiche (es. francobolli annullati in transito con a lato manoscritta la località di provenienza, ecc.).

E' evidente che il caso n.1 è quello più interessante e raro: corrisponde ad una situazione provvisoria, di solito molto limitata nel tempo, e, nei pochi casi noti, di solito è riconoscibile la grafia dello stesso impiegato postale.

Il secondo è occasionale, o risponde all'esigenza dell'impiegato postale di rendere comunque inutilizzabile o riutilizzabile il francobollo.

Il tuo caso specifico: perchè si sarebbe dovuta aggiungere una croce a penna sul francobollo, con il rischio di riscontrare facilmente la differenza tra l'inchiostro usato per la croce e quello trasversale usato per rendere franca la lettera?

Naturalmente nulla toglie che possano esistere anche falsificazioni, ma sarebbe di scarso significato nel caso di questa lettera di Pontificio: il francobollo fu semplicemente reso non riutilizzabile. La cosa sarebbe già diversa se la tariffa non fosse quella corretta. Se presa da sola la lettera non è che abbia più valore perchè il francobollo è annullato con una croce a penna, ne ha per te se la tua collezione è improntata, per esempio, allo studio delle tipologie di annullamenti utilizzati nello Stato Pontificio.

Se ti può essere di conforto, io sono un grande appassionato di questa tipologia di annulli sin da quando cominciai a collezionare, e ho comprato nella stessa asta la lettera che riporto di seguito (riprodotta anche sul volume di Piero Damilano dedicato ai "ferro di cavallo", nel quale sono riportati anche altri casi di annulli similari).

Non ha i segni a penna passanti (che lo siano o non lo siano di per sè non significa niente), ma si sa invece che dell'ufficio postale di Mottola, aperto il 1° Agosto 1866, se ne conosce anche una seconda, dello stesso archivio, fotografata sul Vaccari Magazine n.24 a pag.36, così come altre immediatamente successive che presentano invece il doppio cerchio ed il numerale a punti; si può quindi presumere che quell'ufficio, per un breve periodo di tempo, si avvalse della semplice penna in assenza dei timbri.

Il discorso su questo interessantissimo argomento è ben più ampio di questa breve sintesi, ovviamente, ed anche controverso; ho avuto anni fa discussioni (pacifiche) con un amico collezionista su questo tema, ma anche costruttive.

Se ti può interessare, guarda la bella collezione di Maurizio Stella relativa agli annullamenti a penna sulla prima emissione di Lombardo Veneto (
https://www.issp.po.it/ ).

Ciao:

Enrico Flaminio
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Luca Dermidoff
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Re: La questione della veridicita' degli annulli a penna

Messaggio da Luca Dermidoff »

Ciao Enrico,

Ti ringrazio per la precisa e circostanziata risposta.
Questo argomento per me molto interessante non mi e' sembrato appassionare la platea dei forumers neanche in passato.

Seguendo i tuoi 2 principali estremi questa lettera che allego come la qualifico visto che oltre l'annullo a penna presenta una traccia di annullo numerale a punti??? :mmm:

Grazie anche per la bellissima collezione allegata!

Ciao Ciao:

Luca Dermidoff
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enrico54
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Re: La questione della veridicita' degli annulli a penna

Messaggio da enrico54 »

Ciao Luca, l'argomento è interessante ed appassionante, ma quando si parla di annullamenti a penna c'è chi storce il naso, forse perchè si pensa che questi diano origine a qualcosa di tendenzialmente "brutto" (o per paura di falsi).

Questione di gusti, che certamente non sto a sindacare.

Per quanto riguarda la tua lettera, è il caso di un francobollo annullato in partenza solo parzialmente (o per meglio dire quasi per niente), che un impiegato postale - con tutta probabilità in arrivo - ha reso inutilizzabile con dei segni a penna.

Tornando al concetto di prima, il tuo esempio testimonia una modalità di ottemperare ai regolamenti postali, i quali prevedevano che il francobollo fosse sempre e comunque annullato; il francobollo è perfetto, la lettera può essere sicuramente inserita in una collezione che voglia evidenziare anche questa particolare modalità operativa postale.

E' meno interessante del caso N.1 del post precedente, e certamente più comune, ma non meno degna.

Tieni inoltre conto che lo stesso Sassone, nell'ultima edizione 2015, deve aggiornare alcuni dati sugli annulli a penna (quellli che riportano nome della località e data) utilizzati principalmente nel 1864 e nel 1865 (parlo sempre di Regno), cioè quando furono molti gli uffici postali di nuova istituzione.

Faccio come esempio (ma ce ne sono altri: Milano staz., Pianella, ecc.) il caso di Capestrano (AQ); la lettera del 26 Luglio 1865 con la coppia del 10 cmi è riportata dal Sassone come unica nota, ma nel volumetto del Damilano ne è illustrata un'altra del 23 Luglio 1865 (stessa grafia).

Non intendo certo fare una critica a quel catalogo, ci mancherebbe altro che si sappia tutto e si possa essere aggiornati su qualsiasi argomento, ma solo per evidenziare che quello degli annulli a penna è un settore ricco di notizie, alcune ancora inedite, e nel quale - raramente però - si possono pescare pezzi interessanti.

Ciao:

Enrico Flaminio
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Luca Dermidoff
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Re: La questione della veridicita' degli annulli a penna

Messaggio da Luca Dermidoff »

Ciao Enrico,

In effetti la mia titubanza nell'acquistare storia postale era data dalla mia difficoltà nel valutarne l'autenticità come dimostra questa busta pontificia con un baj che mi fu dichiarato da un perito non utilizzato su quella busta ma applicato successivamente.

Da questa esperienza di una ventina di anni fa mi è' rimasta la voglia e la curiosità di approfondire questo "filone". Pochi giorni fa un collezionista mi propone il ferro di cavallo precedentemente postato e questa lettera con l'1 centesimo annullato a penna risvegliando il mio interesse sopito, ma con esso anche i relativi dubbi.

Tu cosa ne pensi se autentico ne vale la pena per qualche decina di euro?

P.S. La pubblicazione del Damilano e' ancora reperibile ed eventualmente dove?

Anticipatamente ringrazio.

Ciao Ciao:

Luca
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Re: La questione della veridicita' degli annulli a penna

Messaggio da enrico54 »

Ciao Luca, la lettera con l'1 cmo ed il segnatasse da 10 cmi è assolutamente falsa; originariamente doveva essere un doppio porto (anche se non ci sono indicazioni manoscritte di peso), ed essendo stata affrancata per soli 15 cmi è stata tassata per il doppio del porto mancante, con l'apposizione del bollo a tampone "3".

Il resto è di fantasia: l'1 cmo annullato a penna ed il segnatasse da 10 cmi non c'entrano nulla, sono solo stati aggiunti per "abbellire" la lettera. Così com'è ora non vale nulla.

Diffiderei di chi propone roba del genere, o è in malafede o non ne capisce niente.

Per quanto riguarda il libro di Damilano, dedicato ai "ferro di cavallo", lo si trova sporadicamente in qualche catalogo di vendita.

Ciao:

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sergio de villagomez
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Re: La questione della veridicita' degli annulli a penna

Messaggio da sergio de villagomez »

Buon sabato a tutti.

Rispolvero questo topic perché ho questo piego del dicembre 1864 annullato a penna
image424.jpg
Ho controllato il tutto in controluce, non c'è alcun segno o di manomissione o di altro: la presenza, poi, del testo con la data e del timbro d'arrivo credo possano far propendere il tutto come originale e dell'epoca. Immagino che l'annullo a penna sia stato fatto in arrivo a Senigallia dopo che la missiva non è stata annullata in quel di Genova.

Che ne dite?

Ciao: Ciao:
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Oh! Qui io fisserò il mio sempiterno riposo, e scoterò, da questa carne stanca del mondo, il giogo delle avverse stelle (W. Shakespeare - Giulietta e Romeo)
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gipos
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Re: La questione della veridicita' degli annulli a penna

Messaggio da gipos »

Ciao: a tutti, contribuisco con una lettera assicurata da Roma a Civitavecchia annullata in partenza con righe a penna rossa, all'arrivo a Civitavecchia venne impresso l'annullo muto a rombi, inoltre la a finale di assicurata colpisce il primo fb da 3 baj, la lettera completa di testo ed annulli d'arrivo.
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enrico54
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Re: La questione della veridicita' degli annulli a penna

Messaggio da enrico54 »

sergio de villagomez ha scritto: 25 febbraio 2017, 11:40 Buon sabato a tutti.

Rispolvero questo topic perché ho questo piego del dicembre 1864 annullato a pennaimage424.jpgHo controllato il tutto in controluce, non c'è alcun segno o di manomissione o di altro: la presenza, poi, del testo con la data e del timbro d'arrivo credo possano far propendere il tutto come originale e dell'epoca. Immagino che l'annullo a penna sia stato fatto in arrivo a Senigallia dopo che la missiva non è stata annullata in quel di Genova.

Che ne dite?

Ciao: Ciao:
Ciao Sergio, è appunto uno di quei casi in cui il francobollo veniva annullato probabilmente in arrivo; da ritenersi annullo occasionale, e per me sicuramente originale.

Ciao:

Enrico Flaminio
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francesco75
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Re: La questione della veridicita' degli annulli a penna

Messaggio da francesco75 »

Buongiorno,
argomento per me molto interessante.
Contribuisco anch'io con questa mia lettera.
Siamo nel Regno di Napoli, in periodo filatelico. La missiva venne inoltrata nell'agosto 1858 dalla cancelleria calabrese di Morano, attuale Morano Calabro (CS), verso Napoli, capitale del Regno. Le cancellerie, non avendo in dotazione l'ANNULLATO in cartella, non potevano obliterare i francobolli. Avevano però in dotazione gli annullamenti nominativi ad indicare la località di provenienza. In tal caso l'ipotesi è che il francobollo sia stato preannullato a penna dal mittente per evitarne il riutilizzo.
Un saluto
Francesco
Ciao:
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Guido Morolli
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Re: La questione della veridicita' degli annulli a penna

Messaggio da Guido Morolli »

Per delle località si conoscono molte più buste con francobollo annullato a penna piuttosto che con dei
timbri...una di queste è VERUCCHIO appartenente alla Direzione postale di Rimini....di cinque buste che ho censito in periodo Governo Provvisorio, quattro sono annullate a penna e solo una con la griglia.
Mostro due buste con annullo a penna, una firmata da Grioni... per queste due buste, a mio parere, si può parlare di genuinità del documento.
verucchio 04 11 59.jpg
verucchio 10 01 60 per rimini.jpg
Ciao:
Guido
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enrico54
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Re: La questione della veridicita' degli annulli a penna

Messaggio da enrico54 »

Un caso significativo di utilizzo di diciture a penna in luogo dei bolli regolamentari è quello di Falcone in Sicilia, come si evince dalla mia lettera presentata di seguito.

Nino Aquila scrisse a tal proposito un interessante articolo nel 1980, dal titolo "La collettoria rurale di Falcone, in provincia di Messina"; l'ufficio postale di 3^ classe di Falcone fu istituito il 1° Agosto 1869 e ad esso fu assegnato il numerale 2374.

In realtà prima di questa data funzionò come ufficio rurale collettore (pur non essendo note disposizioni ufficiali in merito), e, dalla corrispondenza esaminata in date precedenti al 1869, si è riscontrato che utilizzò dapprima il bollo lineare di collettoria, e solo successivamente, fino quasi alla vigilia dell'istituzione dell'ufficio postale, le diciture a penna "Falcone" o "Da Falcone".

Queste risultano tutte della stessa mano; Nino Aquila pensò, e mi sembra l'ipotesi più logica ed attendibile, che la dicitura fosse stata apposta dall'agente collettore di Falcone, piuttosto che da un impiegato dell'ufficio postale di Palermo, perchè sarebbe stato alquanto improbabile, vista l'importanza dell'ufficio, che lettere con date e di periodi diversi fossero finite tutte nelle mani di uno stesso impiegato.

I francobolli risultano annullati con i punti "21" di Palermo.

Ciao:

Enrico Flaminio
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Dedde
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ARCEVIA MARCHE, 11.3.1865 affrancata con 5+15 Cent. annullata "Affrancata" a penna

Messaggio da Dedde »

Malauguratamente Il Sassone non menziona questo annullo. Prima di prenderla ho fatto allora una ricerca per torvare altri esempi di annulli a penna ( mi par di capire si dica anche grafico ) nel perido Regno d'Italia. Malauguratamente ha fruttato poco ma penso bene: ho trovato un esemplare da Buriasco con stessa configurazione, quindi doppio cerchio su lettera ed annullo a tratti di penna sulla affancatura, nella perizia Bottacchi sembrerebbe parlare di una rara configurazione.

Non avendo idee chiare riguardo gli annulli a penna mi chiedo della mia visto che riporta la scritta "affrancata" cosa che trovo curiosa visto che mi sarei aspettato un Annullato al massimo o dei tratti di penna.

Nel complesso mi sembra comunque gradevole e pulita.

Attendo Vostre

Demetrio
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cipolla
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Re: ARCEVIA MARCHE, 11.3.1865 affrancata con 5+15 Cent. annullata "Affrancata" a penna

Messaggio da cipolla »

Dedde ha scritto: 8 febbraio 2022, 17:37 Malauguratamente Il Sassone non menziona questo annullo. Prima di prenderla ho fatto allora una ricerca per torvare altri esempi di annulli a penna ( mi par di capire si dica anche grafico ) nel perido Regno d'Italia. Malauguratamente ha fruttato poco ma penso bene: ho trovato un esemplare da Buriasco con stessa configurazione, quindi doppio cerchio su lettera ed annullo a tratti di penna sulla affancatura, nella perizia Bottacchi sembrerebbe parlare di una rara configurazione.

Non avendo idee chiare riguardo gli annulli a penna mi chiedo della mia visto che riporta la scritta "affrancata" cosa che trovo curiosa visto che mi sarei aspettato un Annullato al massimo o dei tratti di penna.

Nel complesso mi sembra comunque gradevole e pulita.

Attendo Vostre

Demetrio
Il documento mi sembra in ordine, le firme sono di En. Diena e Sottoriva.
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Re: ARCEVIA MARCHE, 11.3.1865 affrancata con 5+15 Cent. annullata "Affrancata" a penna

Messaggio da Dedde »

[/quote]
Il documento mi sembra in ordine, le firme sono di En. Diena e Sottoriva.
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Gentile Bruno,

Mi fa piacere leggere che le sembra in ordine! Grazie anche per il commento alle firme. La ho presa anche per il cromatismo che trovo molto gradevole ( colori affrancatura / tonalità della carta ) Sa per caso se online c'e del materiale su annulli a penna? Ho provato ma nulla forse cerco male. E' la prima del Regno che vedo con un annullo scritto a penna invece di classici tratti paralleli o la X per definire la affrancatura fuori uso come trovato in un esempio del sardegna di una discussione di qualche giorno fa.

Buon proseguimento!

Demetrio

P.s.

Ho provato a leggere il testo, sicuramente uno scambio epistolare tra due amici.. i toni sembrano un po tesi però...almeno mi sembra...chi scrive mi pare giustificare il proprio comportamento per poi presentare un affare... la devo ancora leggere tutta!
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Re: ARCEVIA MARCHE, 11.3.1865 affrancata con 5+15 Cent. annullata "Affrancata" a penna

Messaggio da cipolla »

Dedde ha scritto: 9 febbraio 2022, 8:38

Gentile Bruno,

Mi fa piacere leggere che le sembra in ordine! Grazie anche per il commento alle firme. La ho presa anche per il cromatismo che trovo molto gradevole ( colori affrancatura / tonalità della carta ) Sa per caso se online c'e del materiale su annulli a penna? Ho provato ma nulla forse cerco male. E' la prima del Regno che vedo con un annullo scritto a penna invece di classici tratti paralleli o la X per definire la affrancatura fuori uso come trovato in un esempio del sardegna di una discussione di qualche giorno fa.

Buon proseguimento!

Demetrio

P.s.

Ho provato a leggere il testo, sicuramente uno scambio epistolare tra due amici.. i toni sembrano un po tesi però...almeno mi sembra...chi scrive mi pare giustificare il proprio comportamento per poi presentare un affare... la devo ancora leggere tutta!
Buongiorno Demetrio,

sul forum siamo soliti tutti scrivere con il Tu, quindi niente formalismi.

Per quanto mi riguarda non ricordo molti documenti con valori DLR annullati a penna. Attendi comunque pareri di altri collezionisti. Peccato per i bolli poco leggibili.
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Dedde
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Re: ARCEVIA MARCHE, 11.3.1865 affrancata con 5+15 Cent. annullata "Affrancata" a penna

Messaggio da Dedde »

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Buongiorno Demetrio,

sul forum siamo soliti tutti scrivere con il Tu, quindi niente formalismi.

Per quanto mi riguarda non ricordo molti documenti con valori DLR annullati a penna. Attendi comunque pareri di altri collezionisti. Peccato per i bolli poco leggibili.
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Ok Bruno! Attenderò ! Non vedo l'ora che arrivi :f_si: :f_si: :f_si:

Demetrio
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Re: ARCEVIA MARCHE, 11.3.1865 affrancata con 5+15 Cent. annullata "Affrancata" a penna

Messaggio da enrico54 »

Buongiorno Demetrio, intervengo nella discussione perchè questo è un argomento che mi ha sempre appassionato, anche se da molti collezionisti è snobbato (naturalmente parlo di annullamenti a penna sui francobolli dell'emissione De La Rue, quelli del periodo degli Antichi Stati sono un'altra cosa, mentre quelli del '900 poco interessanti, almeno per me.

Prima di tutto ti allego le foto dell'articolo che Albino Bazzi scrisse sul Notiziario ASIF N.6 dell'Ottobre 1966, dal titolo: "Annullamenti a penna su Sardegna e sulla emissione De La Rue", breve ma centrato sul'argomento: leggi l'ultima pagina, l'autore classifica bene e sinteticamente le principali tipologie di annulli a penna.

Naturalmente da allora è passato moltissimo tempo, e ci sono stati innumerevoli ritrovamenti; ho parecchie foto nel mio archivio e posseggo anche alcune lettere di questo tipo, per cui se ti interessano le posso postare o inviartele via mail.

Venendo alla tua lettera, che conoscevo, è piacevole e pulita; difficile dire se la scritta a penna sia stata apposta a Piticchio dal mittente per dimostrare l'avvenuta affrancatura o dall'ufficiale postale di Arcevia nel momento in cui si sia accorto di aver impresso debolmente il bollo a doppio cerchio sui francobolli (si vede solo un pò di nero in alto a sinistra del 15 cmi).

Ti chiedo scusa delle foto poco chiare, fatte velocemente.

Ciao:

Enrico Flaminio
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Antonello Cerruti
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Re: ARCEVIA MARCHE, 11.3.1865 affrancata con 5+15 Cent. annullata "Affrancata" a penna

Messaggio da Antonello Cerruti »

Presumibilmente, la lettera - spedita di Piticchio (frazione distante 7 km da Arcevia) - già affrancata venne affidata al locale pedone postale che, non disponendo ovviamente di alcun bollo postale, obliterò a penna i francobolli apponendo la dicitura manoscritta "Affrancata".
Il bollo postale vero e proprio - doppio cerchio - venne impresso ad Arcevia (ufficio di 2a classe).
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
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Re: ARCEVIA MARCHE, 11.3.1865 affrancata con 5+15 Cent. annullata "Affrancata" a penna

Messaggio da enrico54 »

Questa è una delle ipotesi possibili, perchè naturalmente il pedone postale avrebbe potuto portare la lettera così com'era all'ufficio postale di Arcevia che avrebbe provveduto ad annullare i francobolli con il proprio timbro.

Il limite di questa tipologia di annullamento, cioè senza indicazione alcuna della località di partenza nè di data, sta proprio nell'impossibilità di stabilire con certezza chi abbia fatto che cosa e in quale sequenza.

Cordiali saluti.

Enrico Flaminio
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