Bambini e.......carri armati

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Giuseppe Ghetti
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Bambini e.......carri armati

Messaggio da Giuseppe Ghetti »

Molti francobolli cecoslovacchi del dopoguerra sono per me dei quasi sconosciuti, sconosciuti in quanto non mi sono fermato mai molto ad osservarli, bastandomi il fatto di averli in collezione. Così, per caso, mentre facevo un po’ di ordine fra le emissioni degli anni Cinquanta, mi hanno, per la prima volta, colpito due francobolli, peraltro non particolarmente vistosi, emessi il 9 Maggio 1952 per commemorare il settimo anniversario della liberazione di Praga da parte dell’Armata Rossa. Ecco la relativa busta primo giorno (ufficiale):
Scansioni n. 169.jpg

Nell'incisione che illustra la busta, si vede un soldato sovietico con in braccio una bimba, mentre un bambino lo guarda ammirato e sventola una minuscola bandiera cecoslovacca.
Ecco i due francobolli un po' ingranditi:
Scansioni n. 171.jpg

La scena riprodotta è realistica: effettivamente i militari sovietici furono accolti con manifestazioni di gioia e di sollievo da tutta la popolazione che vedeva, con l'arrivo dell'Armata Rossa, la fine dell'incubo dell'occupazione nazista e, più in generale, della guerra.
In tutta la Cecoslovacchia ed a Praga in particolare - vediamo sullo sfondo dei francobolli il profilo di Hradčany - i carri armati (nel francobollo è riprodotto un T 34) furono circondati dai cittadini festanti, desiderosi di fraternizzare coi liberatori.

Aggiungo un fatto non molto noto: durante l'insurrezione di Praga, scoppiata nei primi giorni del Maggio 1945, prima dell'arrivo dell'Armata rossa, combatterono a fianco degli insorti cecoslovacchi contro i Nazisti, i soldati russi del generale Andrey Vlasov, comandante della "Russkaya Osvoboditel'naya Armiya (ROA)", la cosiddetta Armata russa di Liberazione, reclutata dai Tedeschi fra i prigionieri di guerra sovietici per collaborare con l'esercito nazista. Ricevuto l'ordine di sparare sugli insorti, rivolsero le armi contro gli "alleati" germanici. A Praga le tombe di questi Russi "traditori" sono ancor'oggi onorate. I militari della ROA furono poi catturati dai loro connazionali vincitori subendo una sorte spesso atroce sempre dolorosissima.

Un carro armato sovietico (questa volta della serie JS) fu trasformato, a Praga, dopo la fine della guerra in monumento ai caduti sovietici appartenenti all'arma dei carristi; lo vediamo come illustrazione della FDC emessa dalle Poste per la serie del 1952 dedicata alla giornata dell'Esercito cecoslovacco:
Scansioni n. 170.jpg

Nel disegno della busta, in alto la scritta recita: "Monumento ai carristi caduti sito a Praga", in basso leggiamo: "A fianco dell'Armata sovietica nella nuova lotta vittoriosa per la pace e il socialismo".
Perchè mi hanno colpito queste raffigurazioni?
Perchè, ancora adesso ho negli occhi le immagini come questa:
z99.JPG

E mi è venuto da pensare: ma non sarà accaduto che i due bambini che, nell'immagine che ho mostrato sopra, festeggiavano il soldato dell'Armata Rossa, si siano venuti a trovare, nel 1968, a fronteggiare con immenso e commovente coraggio i carri armati, venuti, il 21 Agosto di quell'anno, non più a portare la Libertà e la Pace, ma, prima il terrore ed il sangue, poi il buio dell'oppressione della dittatura?
Quest'anno, in Agosto, saranno passati quarant'anni da quando i carri armati schiacciarono la Primavera di Praga.
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giandri
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Re: A proposito di carri armati

Messaggio da giandri »

Dopo i fatti della primavera 1968, si cominciarono a vedere sulle nostre strade le targhe cecoslovacche.
Ricordo macchine che ogni tanto arrivavano a Venezia (niente in paragone a quello che accadde dopo lo sgretolamento del blocco sovietico nei paesi dell'est, quando a Venezia arrivavano in un solo fine settimana anche 500 autobus sgangherati di turisti che si sobbarcavano un viaggio notturno per visitare la città e rientrare la notte successiva nel loro paese. Pensate, trovavano gli autobus all'uscita delle fabbriche e dopo quell'incredibile tour de force al ritorno gli autobus li riportavano nella fabbrica dove dovevano tornare al lavoro).
Ma torniamo a quel 1968.
Nel luglio, nei miei giri europei che facevo all'epoca passando da un Ostello della Gioventù all'altro, conobbi un ragazzo, quasi mio coetaneo, di Praga.
Mi raccontava con gli occhi lucidi l'emozone che aveva provato nel poter varcare la frontiera e visitare alcuni paesi europei.
Tra di noi ci parlavamo in tedesco, l'unica lingua che avevamo in comune.
Ad agosto non potei non fare a meno di pensare a lui.
Mantenni i contatti epistolari con lui, seppure senza toccare argomenti che non fossero di studio o di generici convenevoli.
Più tardi mi inviò anche la foto del suo matrimonio che conservo ancora nella busta che mi aveva spedito (con un bel francobollo cecoslovacco purtroppo non annullato).
Gli scrissi per congratularmi per le nozze, ma non ricevetti più risposta e così anche una mia successiva lettera restò senza risposta.
Forse aveva semplicemente cambiato di casa, anche se le mie lettere non sono mai tornate al mittente.
Lo ricorderò sempre, con la sua emozione quasi fanciullesca a girare con gli occhi sgranati per Monaco di Baviera come fosse sulla luna.
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Andrea Bizio Gradenigo
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giandri
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Re: A proposito di carri armati

Messaggio da giandri »

Ho recuperato quella busta.

Alan.JPG

Effettivamente contiene la foto del matrimonio del mio amico, con un biglietto (anzi, una cartolina illustrata di Praga sotto la neve con il municipio della città vecchia e la chiesa di Tyn) con il quale mi ringrazia per i miei auguri per il suo matrimonio (evidentemente mi aveva mandato le partecipazioni) e mi augura buon Batale e felice anno nuovo "Ti mandiamo anche una delle nostre foto del matrimonio".
Sono state le sue ultime notizie: era il 14 dicembre 1975.
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Andrea Bizio Gradenigo
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eurialo&niso

Re: A proposito di carri armati

Messaggio da eurialo&niso »

:clap: :clap: :clap:

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Giuseppe Ghetti
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Re: Bambini e.......carri armati

Messaggio da Giuseppe Ghetti »

Avendo ritrovato questo mio vecchio intervento, salvato dal nostro Lucky Boldrini, aggiungo una “coda”, non filatelica, ma che a suo tempo mi colpì e, devo dire, mi divertì anche. Riguarda il monumento ai carristi sovietici raffigurato sulla fdc che è la terza delle immagini che ho proposto. Il monumento era stato inaugurato solennemente poco dopo la fine del secondo conflitto mondiale in Europa, il 29 Luglio ’45. L’anno dopo un annullo commemorativo dell’anniversario della creazione dell’Armata Rossa sovietica, lo riprodusse:
ds.jpg

Non so quanto i Praghesi amassero quel “bestione” piantato, col suo piedistallo in muratura, in piazza Štefánik, nel pacifico quartiere di Smichov, piazza che dovette perdere l’antico nome per ricevere quello complesso e bellicoso di “Piazza dei carristi sovietici”; comunque lo zelante Governo Gottwald, dopo la presa del potere da parte dei Comunisti nel Febbraio 1948, volle dichiararlo “Monumento della cultura nazionale”, per cui ne venne curata la manutenzione che consisteva soprattutto nella rimozione della ruggine, nella periodica ritinteggiatura in verde-oliva, nell’altrettanto periodico maquillage alla stella rossa ed al numero distintivo “23” che identificava, secondo la vulgata, il primo carro sovietico entrato a Praga, insorta contro i Nazisti nei primi giorni del Maggio 1945. A questo proposito va detto che ai Praghesi fu rifilato un tank fasullo, perché il primo carro sovietico ad entrare nella capitale boema, secondo testimonianze attendibili, non fu un carro Stalin, ma un più modesto T 34. Essendo questo sparito nella lotta di casa in casa, probabilmente distrutto, si trovò un sostituto e, giacchè ci si era, fu scelto il modello più pesante, direi mastodontico dell’arsenale dell’URSS. E fu arte.
Dopo l’Agosto 1968, quando i tank sovietici divennero il concreto simbolo dell’invasione e della repressione della Primavera cecoslovacca, quel monumento diventò ai cittadini decisamente antipatico, ma andava sopportato assieme a tutti i bocconi amari fatti inghiottire al popolo cecoslovacco durante la cosiddetta “normalizzazione” voluta da Leonid Breznev.
Ma giunse, in quel Novembre 1989, la Rivoluzione di Velluto, e il regime collassò quasi in poche ore.
Il monumento però era sempre lì, con l’enorme cannone (120 mm) puntato su Praga. Il nuovo corso democratico e pluralista aveva ben altro da pensare che al tank, ci si limitò a cambiare nome alla piazza, che divenne piazza Kinsky. Tuttavia erano in molti a sostenere che il mostro d’acciaio dovesse essere rimosso, contro il parere dei pochi che lo consideravano una memoria importante nella storia del Paese. Mentre dunque si discuteva, qualcuno prese un’iniziativa. Si chiamava (e si chiama) David Černý, studente allora della scuola d’arte. Ecco il risultato della sua iniziativa, portata a compimento, con l’aiuto di alcuni amici, in una nottata, a fine Aprile 1991:
pink-tank1.jpg

Notare la firma dell'artista, alla base del piedistallo.
Da questo momento il tank 23 divenne il tank rosa, pink tank, colore e nomi quanto mai inadatti ad una seria macchina da guerra. L’ambasciata di Mosca fece fuoco e fiamme, il governo dell’ancora per poco unita Cecoslovacchia si trovò in grave imbarazzo: il carro fu ridipinto rapidamente in verde oliva ed il giovane Černý fu sbattuto in gattabuia. Sarebbe stato meglio non averlo fatto poiché, dopo l’arresto, una quindicina di deputati recentemente eletti nelle prime libere elezioni dopo quarantatrè anni, facendosi scudo dell’immunità parlamentare, ridipinsero di rosa l’”opera d’arte”. Le autorità si rassegnarono e trasferirono l’ingombrante monumento in luogo più appropriato, al museo militare Lešany, dove tuttora, mostrando un rosa un po’ sbiadito, si ritrova in compagnia di altra venerabile ferraglia:
n.JPG

Lo studente di cui sopra, che nel frattempo aveva terminato gli studi, aveva però una specie di ossessione per la piazza e per il vecchio monumento e collocò di sua iniziativa questo oggetto nel luogo dove si trovava il tank rimosso:
David_Cerny_-_ruzovy_tank_2008_3.JPG

Il colore era il suo preferito, la striscia bianca rimandava alle croci bianche, segni di identificazione ottica per i velivoli, che erano tracciate sui mezzi del Patto di Varsavia nel corso dell’invasione del 1968. Il significato non mi pare chiarissimo, ma un carro che sprofonda nel suolo dovrebbe costituire un messaggio pacifista e di condanna delle azioni di forza.
La municipalità di Praga non gradì questa privata iniziativa e l’opera trovò poi collocazione a Lázně Bordane, cittadina nei pressi della quale furono concentrate le ultime truppe sovietiche di occupazione prima della loro definitiva partenza verso casa (inizio del 1990).
La storia però ebbe ancora un seguito. La piazza, oramai orbata del suo monumento guerresco ricevette, in riparazione, il 17 Ottobrer 2002 una bella fontana che aveva anche un bel nome: "Propadliště času", più o meno “Il passare del tempo”, quasi a dire che il trascorrere di questo elemento volatile fa dimenticare gli spetti sgradevoli del passato. Qualcuno però non aveva dimenticato il tank 23. Nel 2004 a Praga si tenne l'evento artistico e benefico a carattere internazionale "Parata delle mucche".
Chi volesse sapere qualcosa su questa curiosa manifestazione, può guardare qui: http://www.cowparade.com/aboutus.php . Molto in breve, durante il suo svolgimento, che ha luogo a turno in grandi città, vengono collocati, in luoghi pubblici o visibili dal pubblico, simulacri di mucche, variamente dipinti od ornati. Ecco la mucca di piazza Kinsky (in vetroresina):
800px-Cow_parade_prague_tank_23.jpg

I ricordi, anche quelli non proprio belli, sono evidentemente duri a morire.
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giandri
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Re: Bambini e.......carri armati

Messaggio da giandri »

Sergente...
semplicemente stupendo :clap: :clap: :clap:
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Andrea Bizio Gradenigo
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Giuseppe Ghetti
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Re: Bambini e.......carri armati

Messaggio da Giuseppe Ghetti »

Incredibilmente ritrovo, dopo anni, questo argomento e ne approfitto per riportarlo a galla.
Il carro armato rosa infatti è tornato a Praga. Questa la notizia dell'ANSA dello scorso Giugno:

ANSA) - PRAGA, 20 GIU - Un carro armato dell'ex Armata Rossa sovietica, dipinto in rosa nel 1991, campeggia da oggi sulla Moldava a Praga per commemorare la fine dell'occupazione sovietica della ex Cecoslovacchia.
Il carro armato n. 23 e' stato esposto nell'ambito della Settimana della liberta': nel 1991, l'artista ceco David Cerny dipinse il tank di rosa per protestare contro la presenza dei soldati russi nel Paese. Successivamente il carro armato fini' in un deposito fuori Praga.


1-tank1[1].jpg


Come si vede dall'immagine, per non rovinare le strade coi cingoli del mostro d'acciaio, lo si è trasportato con un pontone sulla Moldava. I Sovietici, nel 1968 non ebbero simile pensiero per le divisioni corazzate che stroncarono il timido tentativo di liberalizzazione di Alexander Dubček.
(O forse, vista l'anzianità della macchina da guerra, non ci si è fidati della tenuta del motore.).
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Cinzia62&
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Re: Bambini e.......carri armati

Messaggio da Cinzia62& »

Eh adesso Giuseppe chi mi ferma più?? :-) ...La mitica Primavera di Praga...
Voglio semplicemente ricordare due fatti: lo so che con i francobolli non c'entrano niente
ma chiedo la vostra indulgenza :OOO: e spero mi perdonerete... :-)

Un libro e uno scrittore cecoslovacchi: Nenoisitelna leckost lyti L'insopportabile leggerezza dell'Essere
( meglio la traduzione insopportabile di insostenibile) Milan Kundera che ambienta il suo
splendido racconto proprio nella Praga del 1968: città vivissima, dalla straordinaria vita culturale,
dall'ironia, bagaglio della saggezza ebraica, dalla colta "intellighentia", che tra il 20 e il 21 Agosto 1968
i carri armati Sovietici spensero per "riportare l'ordine". Kundera perse il posto di docente e fu costretto
a rifugiarsi in Francia. Gli fu tolta anche la cittadinanza cecoslovacca. Il suo libro non vide mai
la pubblicazione in Cecoslovacchia, se non in un'edizione e traduzione recente clandestina.,
poichè l'autore non ha concesso i diritti per la pubblicazione in lingua ceca
Questo è il prezzo della libertà di pensiero, perchè la ricerca della libertà ha sempre un prezzo.
Ma come dice la sua filosofia, dobbiamo cogliere l'attimo nella vita, non dobbiamo risparmiarci,
non possiamo perderci nulla, perchè ciò che appare leggero, mostra con il tempo tutto il suo
insopportabile peso.

Guccini scrisse una canzone sulla Primavera di Praga e su
Jan Palach, un giovane studente di filosofia, che si recò in Piazza Venceslao e si diede fuoco
in nome della libertà perduta, un gesto contro tutte le tirannie.

http://www.youtube.com/watch?v=VlijwiINTVQ

Perdonatemi se sono OT

Ciao Ciao: Ciao:

Cinzia
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Giuseppe Ghetti
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Re: Bambini e.......carri armati

Messaggio da Giuseppe Ghetti »

Oltre a Jan Palach, anche un altro giovane si arse vivo in piazza San Venceslao, si tratta di Jan Zajíc. I due erano i primi di una lunga lista di ragazzi che si erano impegnati a ripetere il martirio ogni mese. Fortunatamente la catena fu interrotta.
Questo il piccolo monumento sul luogo preciso delle due morti:
Praga 2008 110.JPG

Quest'altro monumento, che pure reca i nomi dei due martiri, è invece collocato ai piedi dell'edificio del Museo Nazionale, vicino alla fontana, lato Piazza san Venceslao:
P5148897.JPG

Mai parole sarebbero adeguate come queste: caduti per la libertà.
Ciao: Ciao:
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Cinzia62&
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Re: Bambini e.......carri armati

Messaggio da Cinzia62& »

Leggo sulle lapidi che erano due ragazzi di 19 e di 21 anni......

Their spirits watched my ecstasy
With wide looks of starry unconcern.
Their spirits looked upon my torture;
They drank it as it were the water of life;
With reddened cheeks, brightened eyes,
The rising flame of my soul made their spirits gilt,
Like the wings of a butterfly drifting suddenly into sunlight.
:rosa:

Sppon River Anthology

Un caro saluto

Cinzia

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