La guerra civile russa

Forum di discussione sulle emissioni e la storia postale della Russia e degli Stati facenti parte della ex Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche

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Fiore
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da Fiore »

La guerra civile era già finita nell’ovest del paese, e anche nell’est la chiusura delle ostilità era vicina.
Nel Priamur il comando era, inizialmente, stato preso dai fratelli Merkulov; Spiridon Dionisovič Merkulov, che in precedenza era stato funzionario del ministero dell’Agricoltura, e Nikolai Merkulov, un commerciante. I due furono cacciati nel giugno del 1922, e il comando passò al generale Mikhail Konstantinovič Diterikhs.
14_Diterikhs.jpg


Nato da padre di origine germanico-boema nel 1874, frequentò l’accademia militare di San Pietroburgo. Partecipò prima alla guerra russo-giapponese e poi alla I guerra mondiale, dove prese parte all’offensiva Brusilov dell’agosto 1916; nello stesso anno comandò un corpo di spedizione a Salonicco a supporto dell’esercito serbo. Allo scoppio della rivoluzione di febbraio fu richiamato in Russia, dove il governo provvisorio gli offrì la carica di Ministro della Guerra, che rifiutò. In seguito alla rivoluzione d’ottobre, fuggì prima a Kiev e poi verso la Siberia, dove si unì alla Legione Cecoslovacca (unità di cui ci sarà modo di parlare tra poco). Lasciata la Legione, nel 1919 divenne il comandante militare delle armate siberiane del governo Kolčak, alla guida delle quali comandò l’ultima offensiva vittoriosa delle ramate bianche, l’offensiva del Tobolsk. L’8 giugno 1922, come detto, venne posto a capo dell’ormai “ex” governo provvisorio del Priamur. Il suo obiettivo era di riorganizzare le forze militari anti bolsceviche, e di sollevare tutta la popolazione in questa “guerra santa” contro i rossi per la restaurazione dello zar; tentò anche, invano, di convincere i giapponesi a non ritrirarsi.
Il 23 luglio fondò l’ultimo “Zemsky Sobor” del territorio russo; il termine significa “assemblea della terra” ed indicava un parlamento su base feudale, cui in origine partecipavano nobili, rappresentanti del clero e appartenenti al “terzo stato” (borghesi e mercanti). Questo sobor, che invitava tutte le popolazioni russe a pentirsi per la detronizzazione dello zar, istituì di nuovo la monarchia nominando il granduca Nicola il Giovane zar di tutte le Russie. Il patriarca Tichon (che, come peraltro il Granduca, non era presente) fu nominato presidente onorario del sobor.
Diterikhs fece emettere i suoi francobolli, soprastampando i soliti bolli russi, ma anche quelli della Siberia e quelli della Repubblica d’Estremo Oriente, con le parole “Priamur Zemskij Kraj” (provincia rurale del Priamur) disposte a circolo o, successivamente, con le iniziali delle stesse parole “P.Z.K.” sotto a tre righe orizzontali.
15_Priamur rurale.jpg


Il 25 ottobre 1922 i bolscevichi sconfissero l’ultima armata bianca forzando l’evacuazione di Vladivostok verso Cina e Corea tramite navi giapponesi.
Nel 1923 Diterikhs si trasferì ad Harbin, dove si trovavano molti rifugiati antibolscevichi, e divenne il capo del movimento orientale dell’Unione Militare russa. Nel 1937 morì a Shanghai.
Il 7 novembre 1922 furono soprastampati i francobolli dell’emissione del 1921 con la dicitura “1917-1922, 7-XI”, a commemorare la rivoluzione d’Ottobre (che, a causa del calendario differente, per i russi era appunto avvenuta il 7 novembre), e il 15 novembre la Repubblica dell’Estremo Oriente “rientrò” nei ranghi venendo assorbita dall’unione Sovietica.
16_Commemorativi.jpg


In realtà, filatelicamente parlando, la storia non è ancora finita: ancora per qualche tempo nell’estremo oriente vennero utilizzati francobolli specifici. Nel 1923 furono soprastampati i francobolli sovietici con la dicitura “D. V.” (iniziali, come abbiamo visto, dell’Estremo Oriente) e con il nuovo valore espresso in oro (la parola “zolotom” sta a significare esattamente questo).
17_REO sovietica.jpg
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Alberto Fiorentini
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Fiore
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da Fiore »

Per completare il discorso sulla Siberia e sull’est, bisogna però fare un balzo indietro, e raccontare, anche se per sommi capi, l’epopea della Legione Cecoslovacca.

Dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, la popolazione di etnia ceca e slovacca che viveva nell'Impero russo inviò una petizione allo zar Nicola II affinché le fosse permesso di formare una forza militare nazionale per combattere contro l'Austria-Ungheria.
Il sovrano manifestò il proprio assenso, e una "Compagnia ceca" fu formata nel 1914 ed annessa all'esercito russo. Dal Maggio 1915 si unirono a quest'ultima un gran numero di prigionieri e disertori dell'esercito austroungarico provenienti da Boemia, Moravia e Slovacchia. Nel febbraio 1916 la Compagnia, cresciuta nel numero, fu trasformata nel Corpo fucilieri cecoslovacco, delle dimensioni di un reggimento, e nel maggio 1916 nella Brigata fucilieri Cecoslovacchi di 7.300 unità.
Nel settembre 1917 la Brigata assunse il nome di Prima divisione di fucilieri Hussita che nell'ottobre 1917 si fuse con la Seconda divisione di fucilieri (creata nel luglio 1917) nei "Corpi Cecoslovacchi di Russia", che contavano all'incirca 38.500 uomini, di fatto il primo esercito cecoslovacco. I Corpi raggiunsero in seguito 61.000 unità.
A seguito della Rivoluzione russa del 1917, quando il governo Bolscevico firmò il Trattato di Brest-Litovsk strinse un accordo con le autorità militari cecoslovacche al fine di evacuare la Legione in Francia dove si sarebbe unita ai Corpi militari locali cecoslovacchi formatisi anche in quel Paese. Non essendo i porti russi europei sicuri, la Legione sarebbe stata trasportata a destinazione solo dopo un lungo viaggio, dopo essere transitata per la Siberia e gli Usa. 50.000 fucili Mosin-Nagant (costruiti negli Stati Uniti su modello russo) furono inviati a Vladivostok via mare per equipaggiare la Legione ed aiutarla nel tentativo di arrivare in Francia.
La lenta evacuazione tramite la ferrovia Transiberiana fu esacerbata dalla carenza di mezzi di trasporto: i bolscevichi erano intenti nel medesimo periodo nel rimpatrio dei prigionieri di guerra tedeschi, austriaci e ungheresi dalla Siberia. Inoltre Lev Trotsky, l'allora Commissario del popolo della guerra, sotto la pressione del governo tedesco, ordinò l'immediato disarmo e arresto dei soldati della Legione, venendo meno al concordato patto di passaggio.
18_Legione cecoslovacca.jpg


La situazione, già di per sé precaria, degenerò nel maggio 1918 in quella che viene chiamata la "rivolta della Legione". La circostanza scatenante è a tutt'oggi oscura ma si può senza dubbio ascrivere all'ostilità latente tra i legionari che viaggiavano verso est per unirsi alle truppe alleate e i prigionieri tedeschi e austro-ungarici (alcuni dei quali cechi e slovacchi) che compivano il percorso inverso per tornare a combattere sul fronte. Secondo la versione più diffusa un Corpo di legionari fermò un treno ungherese a Čeljabinsk e giustiziò a sangue freddo un soldato che, apparentemente, aveva tirato qualcosa contro il loro treno. Il governo bolscevico locale arrestò allora alcuni legionari cechi; per liberarli i loro comandanti furono costretti ad assaltare la stazione ferroviaria e successivamente ad occupare l'intera città. Questo incidente diede iniziò all'ostilità tra Legionari e bolscevichi. La Legione cecoslovacca, ormai privata del diritto di passaggio nel territorio russo, iniziò a combattere per aprirsi un varco. Inizialmente la Legione si trovò separata e sparsa lungo la linea ferroviaria. Si scatenarono allora un numero di aspre battaglie che avevano l'obiettivo principale di riconnettere i vari gruppi prima di tornare a marciare verso Vladivostok e da lì imbarcarsi per il fronte occidentale. Fin dal principio, essendo considerata l'unico esercito organizzato in Russia (l'Armata Rossa era ai tempi poco sviluppata e male armata), l'azione militare ebbe l'appoggio dei governi alleati che ritenevano che i cechi sarebbero potuti rivelarsi utili per riaprire le ostilità a oriente. Incominciò a farsi strada l'ipotesi di utilizzare la Legione contro i bolscevichi e di fermare quindi il suo esodo verso il fronte occidentale.
In poco tempo, la Legione prese possesso di un'ampia area intorno alla ferrovia che andava dalla sponda orientale del Volga fino alla stessa Vladivostok. Durante le operazioni conquistò una grande quantità di equipaggiamenti e materiali militari e civili e fu in grado, nel territorio amministrato, di riportare l'ordine in un paese devastato dalla guerra appena trascorsa. La sua presenza giocò un ruolo importante nella formazione di altri gruppi anti-bolscevichi e movimenti indipendentisti siberiani. Vista la posizione acquisita, gli Alleati ordinarono ai cechi di attaccare la Russia bolscevica e conquistare Ekaterinburg, operazione che fu portata a termine con successo. A fronte di questa avanzata l'Armata Rossa decise di giustiziare lo Zar e la sua famiglia, prigionieri a poca distanza dalla città, per scongiurare la loro liberazione.
Accomunati dall'obiettivo di respingere la Legione, i prigionieri di guerra delle potenze centrali presenti in Russia si unirono all'Armata Rossa mentre la stessa, grazie allo sforzo di Trotsky, arrivava a contare 3 milioni di uomini. I Corpi cecoslovacchi furono respinti dalle posizioni che avevano conquistato.
Intanto con la Prima Guerra mondiale che si stava concludendo, gli alleati iniziarono il cosiddetto intervento siberiano, con truppe da USA, Francia, Gran Bretagna e Giappone sbarcate a Vladivostok, sotto il controllo della legione, col compito di trasportare gli uomini della stessa sul fronte occidentale. La resa degli imperi centrali e il conflitto scatenatosi all'interno della Russia tra Armata Rossa e Legione ed Esercito Bianco trovò impreparate le truppe ivi giunte. Nel settembre 1918 dentro e intorno a Vladivostok erano presenti 70.000 giapponesi, 829 inglesi, 1.400 italiani, 5.002 americani e 107 uomini sotto il comando francese.
Esausti dal loro viaggio attraverso le lande siberiane, disgustati dalla brutalità che vedevano intorno a loro da ambo le parti, e desiderosi di tornare nel nuovo stato cecoslovacco sorto dopo gli accordi di Pittsburgh, nel 1920 i cechi conclusero un accordo con i bolscevichi che comprendeva la consegna dell'oro imperiale detenuto e la consegna dell’ammiraglio Kolčak che, come descritto precedentemente, era finito nelle loro mani. Finalmente, con l'aiuto della croce Rossa americana, 67.739 soldati furono evacuati da Vladivostok e tornarono in patria dove furono inseriti nell'esercito della Prima Repubblica.

In tutto questo periodo, la Legione Cecoslovacca produsse i propri francobolli.
19_Soprastampa errata.jpg


Nel 1918 fu effettuata la soprastampa, a Čeliabinsk, di francobolli russi, con la dicitura “Česhkja Počta” (“Posta Ceca”), ma furono immediatamente ritirati perché la dicitura era errata (quella corretta sarebbe stata “Česhkaja Počta”); successivamente, nel 1919 fu emessa una prima serie di 3 francobolli non dentellati (I emissione di Irkutsk) con la dicitura “Vojenska Posta” (“Posta militare”) seguito da "Ceskoslovenske Vojsko na Rusi" (“Esercito cecoslovaccho in Russia”); gli stessi francobolli furono emessi nuovamente tra il 1919 ed il 1920 con dentellatura 11 e 1/2 (II emissione di Irkutsk) e nel 1921 con dentellatura 14 (emissione di Vladivostok). Nel 1919 vide la luce anche una seconda serie, composta del solo francobollo da 1 r., con l'iscrizione "Posta Ceskoslovenske Armady Sibirske". Tale serie fu integrata nel 1920 soprastampando il bollo medesimo con l’anno "1920", e poi da altri 8 valori nel 1920, ottenuti soprastampando sempre il francobollo precedente con i valori da 2 k. a 1 r.
19_Vladivostok.jpg



Fine nona puntata
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da Fiore »

9 - bis

Ovviamente mi sono dimenticato un pezzo.... a causa del fatto che non possiedo nemmeno uno dei francobolli di cui parlerò tra un attimo, li ho trascurati. Rimedio subito.

Parallelamente alla formazione della provincia dell'Amur, il 2-3 marzo 1920 l’Armata Rossa occupò la città di Verkhneudinsk, e vi formò un “Governo Provvisorio rurale di Verkhneudinsk”, o “di Pribaikalia”. Tale governo provvisorio emise rapidamente le proprie banconote, stampate ad Irkutsk, e, ovviamente, i propri francobolli, ottenuti naturalmente per soprastampa degli esistenti russi. Pare abbiano avuto un uso postale, ma ancor più limitato di quelli dell’Amur, perché anche questa entità entrò quasi immediatamente nella medesima che assorbì la sopracitata provincia dell’Amur, ovvero la Repubblica dell'Estremo Oriente.
Nell'immagine seguente, la soprastampa utilizzata e alcuni dei francobolli soprastampati:
Pribaikalia.jpg



Fine 9 - bis
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da Fiore »

7 - Integrazioni e/o correzioni alle puntate precedenti - ter

Lo so, sto esagerando... la confusione è già notevole, poi io attacco pezzi qua e là senza ordine logico... ma, come ripeto, andando a rileggere TUTTi i documenti che ho raccolto (e sono tanti), alle volte trovo, DOPO aver scritto l'articolo, un nuovo pezzetto che ho tralasciato...

Nello specifico, parlando dell'Ucraina, ho dimenticato di accennare ad una importante realtà, dal punto di vista storico, che ha anche un collegamento filatelico; rimedio con questa ennesima postilla, che riguarda l'Armata Nera.

Machnovščina, nota anche come Armata nera, è uno dei soprannomi dell'Esercito insurrezionale rivoluzionario d'Ucraina esistito tra il 1918 e il 1921, derivante dal nome del suo comandante, Nestor Ivanovič Machno.
La formazione delle prime bande insurrezionaliste risale alla diffusione della stipula del Trattato di Brest-Litovsk del 3 marzo 1918: esso sanciva il passaggio della Gubernija dell'Ucraina al controllo degli Imperi centrali. Alcuni membri di milizie popolari cominciarono a riunirsi dalle campagne attorno alla carismatica figura di Nestor Machno, un anarchico che aveva iniziato una serie di azioni di guerriglia contro le truppe austro-tedesche, prendendo nel contempo contatti con i bolscevichi russi per ottenerne l’appoggio.
A muovere gli ideali di indipendenza del suo Paese era, per Machno e i suoi seguaci, anche l'applicazione e la massificazione di un movimento di comunismo libertario di matrice anarchica, dunque del tutto differente da quello applicato nelle città e nelle campagne sottoposte al potere bolscevico.
L'Ucraina era un paese quasi totalmente contadino, quindi il punto centrale di un qualunque modello economico era logicamente il controllo dei campi; gli ideali anarchici si diffusero quindi molto rapidamente, avendo i contadini sempre aspirato alla proprietà della terra che coltivavano da generazioni in condizioni di estremo latifondismo. I terreni sottratti ai grandi latifondisti vennero interamente consegnati ai braccianti e, per quanto possibile, si attuò l'autogestione.
I militanti anarchici di Machno difendevano e diffondevano questo modo di vedere le cose: reclamavano un totale smantellamento dell'autorità, ed erano famosi per i manifesti che affiggevano nei centri in cui penetravano. Nei quattro anni di lotte che si dipanarono nel quadro della guerra civile russa, i machnovisti combatterono contro chiunque volesse mettere le mani sul Paese: gli austro-tedeschi inizialmente, con azioni di guerriglia mirate; gli zaristi dell'Armata Bianca antibolscevica di Anton Denikin, che sconfissero a Ekaterinoslav; i bolscevichi dell'Armata Rossa, che infine ebbero la meglio su di loro e ne fecero massacro per ordine di Lev Trockij.
Nel 1920 i partigiani di Machno furono invitati a concludere un patto, da pari a pari, con i bolscevichi, ma insistettero per includere nell'accordo una clausola, relativa sostanzialmente alla possibilità di autodeterminazione delle aree in cui aveva operato l’Armata Nera, che venne giudicata inammissibile dal governo sovietico. In seguito alla sconfitta, Machno andò in esilio a Parigi, dove continuò l'attività politica in condizioni di vita molto umilianti, entrando a far parte del gruppo anarchico Delo Truda (“La Causa del Lavoro”). Rimase anarchico fino alla morte, avvenuta nel 1934 a causa di una tubercolosi che da tempo ne minava il fisico.
Nell'immagine seguente alcuni dei francobolli stampati dall'Armata Nera, con il ritratto di Machno e falce e martello; non è noto un reale uso postale di queste produzioni.

emissione RPAU.jpg


Finché sono nel capitolo "aggiunte ed integrazioni", pubblico anche l'immagine di un francobollo con la soprastampa di Soci (è la terza volta che ne parlo!), che sono finalmente riuscito a trovare (non il francobollo, purtroppo, solo l'immagine).
Soci.jpg


Ed anche un'immagine un po' migliore di un francobollo della RSS di Bukhara:
Stamp_Bukharan_People's_Soviet_Republic_1924_12.jpg


Fine 7 - ter
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Ultima modifica di Fiore il 6 settembre 2014, 15:21, modificato 2 volte in totale.
Alberto Fiorentini
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da robseren »

Buona giornata a tutti,
Alberto stai facendo un lavoro notevole, continua così
:clap: :clap: :clap: :clap: :clap:
Ciao: Ciao:
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sergio de villagomez
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da sergio de villagomez »

Eccezionale lavoro, Alberto, eccezionale!

Ciao: Ciao: e complimenti
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fernando
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da fernando »

Ciao.

Grazie e complimenti per il gran lavoro.

Ciao: Fernando.
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Rosalba
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da Rosalba »

:clap: :clap:
Grande Fiore!!! Interessantissimo seguire i tuoi studi :fest: :clap:

Applausi e complimenti a Gianni per la sua estrema gentilezza e disponibilità :clap: :clap: :clap:
Caro Gianni apprezzo moltissimo il tuo atteggiamento che è a totale vantaggio dellla diffusione della nostra amata filatelia :wub: . Mettere a disposizione reperti che difficilmente si vedono in giro e che pochi possono permettersi è dimostrazione di generosità e di mancanza di egoismo e gelosia, qualità non sempre presenti nei collezionisti.
Ti ringrazio pubblicamente per la possibilità che mi hai dato di scannerizzare ciò che possiedi riguardo la legione cecoslovacca e i campi di prigionia, materiale di grande valore e suggestione che prima o poi userò per degli articoli.

La spontanea fiducia nell'affidare le tue cose mi ha colpita e mi colpisce ancora, meriti applausi a scena aperta!!!! :clap: :abb: :abb: :abb:

:rosa: :-) Ciao:
...fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza...
Dante, Inf. XXVI 119-120


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Vacallo
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da Vacallo »

Bellissimo, questo tuo Topic, Alberto.
Sapevo dell'esistenza di queste emissioni, ma non avevo mai avuto l'occcasione di leggere qualcosa come ora hai scritto tu. Complimenti vivissimi. Eric
Cordiali Saluti Eric Werner (alias Vacallo)

Vincitore dei concorsi "I Top di F&F" 2007 e 2008
Vincitore del concorso "I Top di F&F" 2010, categoria Documenti Postali

Sostenitore dal 2010, come lo sono anche nel 2022
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Fiore
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da Fiore »

Grazie anche a Eric per l'interesse :-))

Rosalba... se qualcuno :fii: volesse integrare scrivendo due righe o mostrando due immagini sulla Legione Cecoslovacca... :-))

Per conto mio, ho ancora da pubblicare una puntata sulle emissioni di fantasia e di propaganda, ma prima volevo preparare una "cartina" della Russia con l'evidenziazione di tutte le aree di cui si è parlato... una specie di "quadro d'unione".... ci sto lavorando.

Ciao: Ciao: Ciao:
Alberto Fiorentini
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debene
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da debene »

Ti stiamo facendo fare gli straordinari :-)) :-)) :-))

comunque un grazie e tanti complimenti :clap: :clap: :clap:

:abb:

sergio
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Quando la Filatelia è culturaLink al mio sito : Esculapio Filatelico

Visita la mia rubrica sul Postalista :Il bastone di Asclepio

Guarda le mie vendite su Delcampe: nickname "debene".

I miei interessi :
Tematica medica; Antichi Stati; Storia Postale di Bari; Precancel U.S.A., Affrancature Meccaniche; Letteratura Filatelica; Erinnofili;Collezione A.S.F.E.
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giannicarraro
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da giannicarraro »

buonasera Alberto,
chieda a Rosalba di Scansionare le lettere della Legione Cecoslovacca affrancate, ci sono di tutte le emissioni. A questo proposito nel suo ottimo articolo sulla Legione non ha mostrato le ultime due emissioni (quelle di colore azzurro). A presto, Gianni Carraro.
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cirneco giuseppe
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da cirneco giuseppe »

Alberto!!!!
Ho visto solo adesso questo post e letto il tuo racconto.
Ci sono pezzi bellissimi e notizie impensabili.


:clap: :clap: :clap: :clap: :clap: :clap:

Complimenti!
..... pino .....Immagine
su ebay http://shop.ebay.it/merchant/gcirnec?_rdc=1

________________________________________________
NEMICO, DICHIARATO E CONVINTO, DEL GRONCHI LILLA

E' saggio sognare ma da stolti illudersi.

cerco e colleziono saggi e prove dagli ASI ad oggi solo Italia
http://www.antichistati.it

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Fiore
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da Fiore »

Ciao: Pino, grazie ;-)
Come ho già scritto, volendo approfondire ogni singola area ci sarebbe tanto di più da dire, e tante altre cose sorprendenti da scoprire, ma non sono ancora arrivato a tanto (e probabilmente non ci arriverò mai, in fondo sono un collezionista ASFE, non un superspecialista dell'area russa :-)) ).
Proprio per questo (per rispondere anche a Gianni) in diversi frangenti non ho mostrato TUTTE le emissioni delle entità di cui ho parlato, ma spesso solo alcune, a titolo di esempio. Ma, come detto, le integrazioni da parte di altri amici a quanto ho scritto sarebbero MOLTO ben accette...

Per il momento assolvo ad un'altra "promessa": ecco di seguito una cartina dell'Impero russo (quindi della "situazione di partenza" della guerra civile) in cui ho indicato, in senso antiorario partendo dal nord, le aree di cui ho finora parlato. Ho anche segnato la posizione delle città più importanti, o delle quali comunque si è parlato.
Mappa Russia.jpg


A: Armate settentrionali e nordoccidentali
B: Armata dell’ovest
C: Bielorussia
D: Ucraina ed Ucraina Occidentale
E: Armate meridionali
F: Stati cosacchi
G: Caucaso
H: Azerbaigian
I: Turkestan
L: Siberia
M: Estremo Oriente

Una considerazione "al volo", già fatta qua e là durante la trattazione; guardate quanto era esiguo il territorio in mano ai bolscevichi, all'inizio della guerra civile: è (più o meno) quello che rimane fuori da tutti le ellissi rosse... forse meno, con le fasi iniziali del progredire della guerra.
Ora, è vero che tale territorio è anche quello più densamente popolato (la Siberia è tanto grande, però abitanti...), ma è inevitabile pensare al ruolo giocato dalle divisioni interne del fronte antibolscevico, in cui ognuno ha mirato solo al proprio obiettivo lasciando in questo modo all'Armata Rossa la possibilità di sconfiggere, uno ad uno, tutti i rivali.
la storia è fatta anche di occasioni, perse e colte.

Alla prossima puntata, sulle emissioni di fantasia e di propaganda!

Ciao: Ciao: Ciao:
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Alberto Fiorentini
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- rapaci notturni (per la moglie) e cardellini (che erano la passione di mio padre)
- un'idea nascente su geografia e bandiere tramite i francobolli...
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Renix
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da Renix »

sono senza parole! Questo topic è strabiliante!! :oo:
Alberto, sei eccezionale, il tuo lavoro meriterebbe una medaglia, triplo grande oro!
E' fin un peccato che tutta questa scienza rimanga confinata in un forum.
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parma63
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da parma63 »

Ciao Fiore

veramente belliissimo il tuo lavoro.

Ps : posso copiare le varie sezioni in modo da redarre il tutto in un unico documento Word ?

Grazie ancora

Ciao: Ciao: Ciao: Ciao:

Danilo
Bolognesi Danilo Ciao: Ciao: Ciao: Ciao: Ciao:
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Fiore
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da Fiore »

Grazie anche a voi... per me non è "confinata", è a disposizione di tutti sul più grande forum italiano di filatelia... ;-)
Per Danilo: puoi fare quello che vuoi... :-)) :-)) :-))
So però che un altro amico sta facendo la stessa cosa, raccogliendo i vari "pezzi" per compilare un unico documentone PDF da mettere a disposizione di tutti, non vorrei che faceste in tanti la medesima "fatica" :oo: :oo: :oo:
A questo proposito: prima di pubblicarli, avevo comunque scritto i singoli pezzi su documenti Word (e nonostante questo, ho visto che mi sono scappati degli errori :grr: ), quindi, senza che stiate tutti a impazzire (mi rendo conto di aver saltabeccato parecchio, rendendo le cose un po' difficili...)(anche in termini di leggibilità e comprensibilità), appena trovo un attimo provvederò io stesso a creare il compendio dei vari articoli, riordinandoli, correggendoli e integrandoli per poi mettere il risultato finale a disposizione di tutti.
E' ovvio che questo non toglie che chiunque possa fare altrettanto... :-)) :-)) :-))

Adesso vado con l'ultima (più o meno) puntata.

Ciao: Ciao: Ciao:
Alberto Fiorentini
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Fiore
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da Fiore »

Decima puntata - Emissioni di fantasia e propaganda

La trattazione della guerra civile e delle sue emissioni è terminata, almeno sul piano “storico-geografico”. Rimane però da parlare di alcune altre emissioni del periodo, alcune successive al termine del conflitto ed altre ad esso contemporanee, non riferibili ad un territorio in particolare, oppure identificabili più come emissioni propagandistiche che destinate ad un uso postale.
In realtà ne sono già state mostrate diverse, ottenute con soprastampe più o meno fantasiose apposte su francobolli russi o altri; in questo caso, però, la trattazione sarà relativa a francobolli con disegno originale, e non soprastampati, quindi un po’ più… impegnativi da realizzare.

La prima serie è composta, secondo una pagina di Wikipedia russa dedicata alle emissioni filateliche di fantasia, da tre valori: 50 k: uomo che spezza una catena, 70 k: trombettiere, 80 k: paesaggio; dovrebbe inoltre esistere una versione soprastampata con stella a sei punte e nuovo valore. La pagina stessa mostra però solo l’immagine del primo, e sempre il valore da 50 k è fugacemente illustrato dal catalogo Michel come emissione di fantasia (il Michel si spinge anche a individuare il nordovest come zona di origine). In effetti, dei tre, solo questo valore è rintracciabile, anche solo in immagine, e lo stesso G. Chapier, nel suo già citato “Les timbres de fantaisie”, accenna solo al valore da 50 k; resta dunque il dubbio sulla reale esistenza degli altri valori.
Detto questo, l’analisi: il francobollo da 50 k riporta la dicitura "V Pamat Osvobozhdenija Rossij" ("in commemorazione della liberazione della Russia"), ma quando, e da chi, è stato stampato? Lo stesso sito russo che parla di altri due valori fornisce informazioni contrastanti: prima afferma che la serie sia stata stampata a Berlino nel 1919, senza dettagliare su richiesta di chi, poi (concentrandosi guarda caso sul valore da 50 k) avanza una similitudine con il francobollo russo accomunato al governo provvisorio di Kerenskij, in cui una spada taglia una catena, e ipotizza che la stampa sia avvenuta nel 1917 dopo la rivoluzione di febbraio.
Tanto per confondere ulteriormente le idee, il sopra menzionato Chapier scrive invece che questo francobollo non ha mai visto la Russia, essendo stato prodotto in Italia…
01_liberazione Russia.jpg


Una seconda serie di fantasia, piuttosto comune, è composta di 7 valori (250 R rosso, 500 R blu, 750 R arancio, 1000 R verde, 2500 R violetto, 5000 R bruno e 10000 R verde), sia dentellati che non, con disegni in stile “art nouveau” dal soggetto abbastanza “cupo”; anche la sua origine è oltremodo controversa. Questi francobolli vengono alle volte indicati come bolli di beneficienza per la "Carestia di Odessa" del 1922, ma altre volte si fa riferimento ad essi come emissioni di beneficienza per la guerra del 1922 o anche come serie non emessa di Kerenskij del 1919-20. Secondo il solito Chapier, questi francobolli non vennero mai emessi in Russia, trattandosi, come per il francobollo visto sopra, di un "bogus" prodotto in Italia; secondo la solita pagina di Wikipedia russa la produzione risalirebbe al 1919, ad opera di un tal Marco Fontana, e i francobolli sarebbero apparsi sul mercato a Venezia.
L’unica considerazione che si può aggiungere è che i valori facciali sono molto elevati, più simili a quelli degli anni 1921-22 che a quelli del 1919, quando l’inflazione non aveva ancora iniziato a galoppare; questo rende abbastanza poco credibile l’ipotesi avanzata dalla pagina web russa, almeno per quanto riguarda l’anno di emissione. Poiché invece pare esserci concordanza sull’origine italica della serie, credo sia saggio dare per assodato questo dato.
02_Carestia di Odessa.jpg
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Ultima modifica di Fiore il 9 settembre 2014, 13:14, modificato 2 volte in totale.
Alberto Fiorentini
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Fiore
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da Fiore »

Infine, una serie che pare proprio non aver avuto fini postali: la cosiddetta “serie dei Generali”.
Questa serie è già difficile da inquadrare in partenza, fin dalla determinazione dei valori che la compongono: 6 o 7? L’immagine chiarisce subito quale sia il dubbio: sei dei sette francobolli mostrati sono omogenei per dimensione e soggetto raffigurato; gli stessi sei non hanno un valore facciale (tranne due, in cui però è stato soprastampato), mentre il settimo sì.
03_generali.jpg


Ciononostante, il settimo valore viene abbinato ai primi sei, come facente parte della stessa serie. Chapier (sempre lui), ha un atteggiamento un po’ ambiguo, riguardo a questa serie, visto che in un punto del suo libro cita una “emissione di propaganda dell’armata bianca”, senza valore facciale, in cui uno dei sette valori che la compongono, di colore verde oliva, rappresenta un attacco; due pagine dopo lista un “francobollo di propaganda dell’armata Denikin” venduto a Vienna nel 1919, verde e dal facciale di 10 Rubli, raffigurante un pope alla testa di un esercito.
In effetti l’impostazione della serie ricorda parecchio i valori emessi nel 1913 dalla Russia imperiale in onore della dinastia Romanov, in cui, come vediamo nell’immagine seguente, alcuni degli alti valori (1, 2 e 3 rubli) raffiguravano edifici e non personaggi, ed erano di dimensione maggiore rispetto agli altri; quindi è plausibile anche la differenza di soggetto e dimensione.
04_Romanov.jpg


Per prima cosa, è interessante vedere cosa raffigurino i sette francobolli; tra i sei generali raffigurati, se ne riconoscono quattro di cui si è parlato nei capitoli precedenti: Kornilov (il francobollo bruno), Kolčak (in due esemplari, rosso e arancio), Alekseev (verde) e Denikin (violetto); il quinto generale, sul francobollo blu soprastampato, è Vladimir Zenonovič Maj-Majevskij.
05_Mai-Mayevsky.jpg


Nato nel 1867 da una famiglia di nobiltà minore, entrò nell’esercito arrivando al grado di generale durante la I guerra mondiale, nel corso della quale ottenne anche alcune onorificenze. Allo scoppio della rivoluzione si arruolò come soldato semplice nell’Esercito dei Volontari nel sud, dove fece comunque rapidamente carriera; comandò l’armata meridionale in alcune brillanti operazioni, ottenendo diverse vittorie contro l’Armata Rossa, ma poi la sua dedizione all’alcolismo ne minò le capacità, fino a portarlo a subire sconfitte a Tula ed Orel. A causa di ciò, per “decadenza morale”, nel novembre del 1919 il generale Denikin lo trasferì alla riserva, sostituendolo con il Barone Vrangel’. Morì il 30 novembre del 1920, durante l’evacuazione di quanto rimaneva dell’esercito dalla Russia, non è chiaro se colpito da una fucilata o se d’infarto.
Il settimo valore sembrerebbe raffigurare un episodio della guerra civile, invece, ad una attenta analisi, la scena raffigurata è presa dalla guerra russo-giapponese, come dimostrano le uniformi dei militari caduti; più esattamente raffigura Padre Stefano (Stepan Shčerbakovskij), un sacerdote dell’11° Reggimento Fucilieri siberiano. La storia narra che il reggimento coprì la ritirata del Distaccamento orientale dell'esercito russo, che fu sconfitto nella battaglia di Tyurenčene il 18 aprile (1° maggio) 1904. Il Reggimento riuscì a contenere i giapponesi, ma fu circondato e decimato; durante gli scontri furono uccisi il comandante del reggimento e metà degli ufficiali. A quel punto padre Stefano benedisse i soldati cantando "Cristo è risorto" e li guidò all'attacco, portando la bandiera reggimentale e riuscendo a trarre il reggimento in salvo. Tuttavia, ricevette due ferite. Per la sua impresa, padre Stefano ricevette l'Ordine di San Giorgio, diventando il quinto ecclesiastico nella storia a divenire Cavaliere russo di San Giorgio.

Adesso è interessante cercare di capire quando questa serie fu realmente stampata e perché.
I generali ritratti farebbero ritenere che la serie sia stata effettivamente prodotta nel 1919, come indicato su di essi; la scelta stessa dei generali fa pensare che i francobolli siano stati prodotti dall’esercito del sud, o che abbiano con esso un forte collegamento. Infatti:
• l'ammiraglio Kolčak nel 1919 era il supremo sovrano di Russia,
• il generale Alekseev è stato fondatore e primo comandante dei bianchi nel sud della Russia, prima del 1919,
• il generale Kornilov fu il primo comandante dell'Esercito Volontario, prima del 1919,
• il generale Denikin nel 1919 era comandante in capo dell'Esercito Volontario,
• il generale Maj-Majevskij nel 1919 era il comandante militare dell'Esercito Volontario.
Non appare ad esempio il generale Vrangel’, entrato in carica come comandante delle armate del sud successivamente al 1919, e non appaiono nemmeno i generali che combattevano sui fronti settentrionali ed occidentali; inoltre, anche gli slogan riportati sui francobolli sarebbero riconducibili all’Esercito Volontario del sud.
Quindi è possibile affermare, con ragionevole certezza, che i bolli furono stampati nel 1919 per l’esercito del sud.
Essi sarebbero stati infatti ordinati dal governo Denikin, che li avrebbe però utilizzati a scopi propagandistici, e non per fini postali; fin dall’inizio del secolo, o meglio, dalla fine del secolo precedente, avevano iniziato ad essere prodotte, non solo in Russia, etichette propagandistiche e/o per raccolte fondi di vario genere (attività che si era persino intensificata dallo scoppio delle prima guerra mondiale), e quindi l’iniziativa sarebbe stata tutt’altro che una novità (nell'immagine un francobollo di beneficienza del 1914 raffigurante il generale Brusilov).
Ladies committee for help wounded with clothing_Brusilov.JPG


I “bianchi” del sud avrebbero però deciso, una volta visti gli esemplari, di non approvarne la produzione a causa dei i numerosissimi errori d’ortografia presenti nelle varie diciture, sia negli slogan che nei nomi dei generali. Proprio questi sbagli fanno supporre che la serie non sia stata realizzata in Russia, ma all’estero, dove probabilmente la conoscenza del cirillico non era sufficiente. Tanto per cambiare, infatti, la serie sarebbe stata stampata in Italia (stavolta, però, come detto, non su iniziativa privata); il successivo rifiuto del prodotto da parte del committente avrebbe fatto sì che gli esemplari già stampati fossero comunque diffusi sul mercato, ma solo in anni successivi, apparentemente tra il 1921 ed il 1922, quando ormai chi li aveva ordinati non avrebbe più trovato nulla da ridire.
In conclusione, nonostante il valore facciale stampato su tre dei sette valori (anche se in due è stato nascosto con una soprastampa, che lascia comunque visibile la parola “kop” al di sotto del “1919”), la serie avrebbe avuto un’origine ufficiale ma uno scopo propagandistico e non filatelico.

Fine decima ed ultima puntata
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da Fiore »

Ah-ha! Speravate, eh, che quella di prima fosse veramente stata l'ultima puntata...? :-)) :-)) :-))
E invece no!
In realtà sì, ma ho qualche aggiornamento (su una cosa accaduta un secolo fa sembra strano, ma è così...), qualche integrazione e qualche correzione, quindi...

7 - Integrazioni e/o correzioni alle puntate precedenti - quater

1) Comincio da un'immagine che non avevo, e che ho invece trovato (sempre solo l'immagine, mannaggia, il francobollo in collezione continua a latitare): quella di un francobollo "siberiano" dell'emissione di Celiabinsk, dalla quale si può notare come la soprastampa sia effettivamente differente da quelle della "normale" emissione di Omsk.
Cheliabinsk3.jpg


2) Poi, una correzione. Rileggendo (come ho detto a più riprese, vorrei riunire il tutto in un unico documento) il pezzo relativo alla Repubblica del Kuban, mi sono reso conto che è un po' confuso, e fa anche un minimo di confusione tra Repubblica "cosacca" del Kuban e Repubblica Sovietica. Vi riscrivo dunque tale parte:

La Repubblica Popolare del Kuban (capitale: Ekaterinodar), come la Repubblica del Don, era uno Stato dalla forte impronta cosacca ed anticomunista che lottò ferocemente contro i bolscevichi della Repubblica del Terek nel corso della guerra civile russa. Dopo la rivoluzione d’ottobre, la popolazione del Kuban si trovò divisa; la popolazione non cosacca appoggiò I bolscevichi e fu proclamata la Repubblica Sovietica del Kuban. Nonostante ciò, il 16 febbraio 1918 la Rada (consiglio) del Kuban proclamò l’indipendenza della repubblica Popolare del Kuban dalla Russia bolscevica.
Già a metà del 1918 cominciarono ad esserci frizioni all’interno del governo, tra coloro che sostenevano l’idea di un Kuban indipendente e coloro che invece miravano a ricreare un impero russo unitario.
Lo stesso generale Denikin cominciò a maturare insoddisfazione nei confronti della Rada. La scintilla finale venne quando la Rada, dopo aver proposto una unione federale all’Ucraina, alla caduta di questa rivolse la medesima proposta alla Georgia; alcuni cosacchi lasciarono il movimento, altri addirittura disertarono per l’Armata Rossa.
Il 4 dicembre del 1918 fu proclamata una seconda costituzione, e la Repubblica (che comprendeva l’Oblast’ del Kuban, l’Oblast’ di Stavropol, il Terek, il Daghestan e il governatorato del Mar Nero) fu rinominata “Krai del Kuban”. Nell’aprile del 1919 un delegato fu inviato alla conferenza di pace di Parigi, ed richiese aiuto internazionale per difendere la Repubblica dal bolscevismo, annunciando nel contempo la rottura con Denikin. Questo lasciò insoddisfatti un po’ tutti, ciononostante la repubblica fu riconosciuta de jure dalla Repubblica Ucraina, dall’Impero tedesco, da quello Ottomano, dalla Repubblica di Georgia e dalla Repubblica delle Montagne del Caucaso Settentrionale.
Denikin, a seguito di questo voltafaccia, ordinò, con l’aiuto dell’atamano Alexander Filimonov, l’arresto dei membri della Rada, incluso il primo ministro P. Kurganskij che fu impiccato per tradimento; la maggior parte dei cosacchi si unì a Denikin. Nel dicembre del 1919, dopo la sconfitta di Denikin, fu chiaro che i bolscevichi avrebbero riconquistato la repubblica, cosa che avvenne il 17 marzo 1920. L’ultimo Atamano ed i suoi uomini si unirono al generale Vrangel’ e si ritirarono infine dalla Crimea alla Turchia.

3) Infine, una integrazione; effettivamente, parlando della Legione Cecoslovacca c'era la possibilità di dilungarsi un po' di più, lo faccio ora.
Quindi, per prima cosa mostro un'immagine delle emissioni con il "leone rampante". Tanto per cominciare di tale francobollo esistono due versioni; nell'immagine sono il primo ed il secondo da sinistra della fila superiore, si notano abbastanza immediatamente le differenze tra i due, nei caratteri di stampa del "1919", nel leone, nei fregi... spesso vengono differenziati per la dimensione dell'impugnatura della sciabola visibile sul lato sinistro, per cui le due versioni vengono alle volte chiamate "sciabola grande" e "sciabola piccola". A seguire, l'esemplare con soprastampa "1920" e poi l'intera serie in cui alla soprastampa precedente furono aggiunti diversi valori facciali.
Serie con leone rampante.jpg


Sono inoltre da segnalare alcuni valori, stampati nel settembre del 1919 a Čeliabinsk, considerati come saggi, o prove, e mai emessi; furono preparati solo i due valori da 50 k e da 1 R, non dentellati, in 5 differenti disegni (uno dei quali già utilizzato nella prima serie) e 5 colori; l'intera serie nell'immagine seguente.
czech2.JPG


Fine puntata 7 - quater
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