La guerra civile russa

Forum di discussione sulle emissioni e la storia postale della Russia e degli Stati facenti parte della ex Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche

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Fiore
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La guerra civile russa

Messaggio da Fiore »

Negli ultimi tempi mi sono "appassionato" al periodo citato, e ho scoperto un po' di cose, approfondendo lo studio di quella pletora di emissioni o pseudo tali che fiorirono in tutti i territori dell'allora Impero Russo dopo la rivoluzione del 1917.
E allora mi sono detto: perché non condividere quello che ho imparato con gli amici del forum, siano essi collezionisti ASFE, collezionisti di area russa o "semplici curiosi"? :-)) :-)) :-))
E magari a mia volta imparare da essi qualcos'altro che, nonostante l'impegno e la buona volontà, non ho trovato?
Bene, comincio a scrivere su uno dei moltissimi argomenti... e se troverò il tempo (adesso sono in ferie, quindi un po' ce n'è :-)) ), proseguirò con altri.

Ciao: Ciao: Ciao:
Alberto Fiorentini
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Fiore
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da Fiore »

1) L'Armata dell'Ovest

A seguito della guerra civile, che vedeva opposti i “rossi”, bolscevichi, ai “bianchi” (che comprendevano sia monarchici che numerose correnti antibolsceviche), anche nei paesi baltici (Lettonia, Lituania ed Estonia), dichiaratisi indipendenti dalla Russia bolscevica fin dal 1918, vi furono combattimenti e nascite di eserciti pro o contro ogni fazione.
L’esercito “bianco”, denominato “Armata dell’Ovest” qui attivo era guidato dal generale principe Pavel Rafailovič Bermondt-Avalov; nato nel 1877 a Tbilisi (nell'attuale Georgia), adottò come secondo cognome Avalov (Avalishvili), quello del padre adottivo, il principe Mikhail Avalishvili. Ricevuta una formazione musicale entrò nel 1906 nei Cosacchi dell'Ussuri dopo essere stato in precedenza direttore di banda nei Cosacchi del Transbaikal; combattè nel corso della I guerra mondiale ocntro i tedeschi, raggiungendo nel 1916 il grado di tenente colonnello.
A seguito della rivoluzione entrò nell'Armata Bianca, venendo nominato, dal generale Kornilov, capo delle forze controrivoluzionarie, capo militare dei distretti baltici col grado di maggior generale.
1_Bermondt Avalov.jpg

Il Principe Bermondt-Avalov

Qui svolse propaganda delle idee lealiste, trovando un vasto seguito tra i prigionieri di guerra russi, i tedeschi baltici e la nobiltà di Curlandia e Livonia, radunando un esercito di circa 20.000 uomini. Si alleò con il capo del movimento monarchico baltico tedesco, il generale Rüdiger von der Goltz; questa contiguità a forze tedesche gli valse il supporto della Germania, in termini di armi ed uniformi, tanto che i soldati dell’armata indossavano una commistione tra uniformi ed insegne tedesche e russe. L'Armata arrivò persino a battere una propria moneta, le cui banconote, in tagli da 1, 5, 10 e 50 marchi, stampate in lingua russa e in lingua tedesca, erano controfirmate dallo stesso Bermondt-Avalov. I suoi obbiettivi, tuttavia, erano in conflitto con quelli dei nazionalisti baltici che miravano all'indipendenza dei loro territori dall'Impero che Avalov voleva ricostruire e che inoltre erano di sentimenti repubblicani. Perso anche l'appoggio dei polacchi, il principe lasciò l'Armata bianca e ne disperse i membri. Fu uno spreco notevole, per le forze antibolsceviche: in un momento in cui l’unità di risorse ed intenti avrebbe dovuto essere lo sforzo principale, questa frammentazione facilitò le successive vittorie dell’Armata Rossa.
Pavel Bermondt-Avalov emigrò dopo la fine della guerra civile nell'Europa occidentale dove scrisse un libro di memorie. Dal 1921 visse in Germania dove fu coinvolto in alcuni movimenti di destra. Nel 1936 fu imprigionato e deportato dai nazisti a causa delle sue simpatie monarchiche. Si stabilì in seguito a Belgrado per riparare infine negli Stati Uniti dove morì nel 1974 a New York. Uno dei pochi generali del periodo ad essere giunto alla vecchiaia…

Oltre alle banconote, l’armata emise propri francobolli: i primi furono ottenuti soprastampando francobolli lettoni con un cerchio contenente una croce russa, a tre bracci, e le lettere “Z. A.” (Zapadnaja Armija: Armata dell’Ovest) su sfondo ad onde; successivamente a ricevere una soprastampa furono francobolli russi: la soprastampa consisteva nella croce russa circondata da raggi e dalle lettere “L. P.”, sopra ad un cartiglio contenente il nuovo valore facciale.
Questi francobolli sono listati dai maggiori cataloghi, alla voce “Russia” o “Lettonia”.
2_Francobollo ZA.jpg

Soprastampa "Z.A." su francobollo lettone

3_Francobollo LP.jpg

Soprastampa "L.P." su francobollo russo
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Alberto Fiorentini
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debene
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da debene »

BELLO !

BELLO ....... condividere con noi !

BELLO ...... imparare qualcosa di nuovo !

BELLO ..... far nascere negli altri nuove idee collezionistiche !

Poi in questo periodo come già detto si legge più che collezionare !

:abb:

sergio
Sergio De Benedictis
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Fiore
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da Fiore »

Fu però preparata una serie “originale”, che non fu mai messa in corso perché l’esercito fu disciolto prima che essa fosse pronta; per questo motivo (il suo mancato utilizzo per fini postali) tale serie non è altrettanto considerata dai cataloghi: chi la lista (il Michel, come non emessa), chi ne fa un accenno (lo Scott), chi la ignora (Yvert)…

Questa serie, stampata a Berlino, aveva la dicitura (in cirillico) “Russkaja Pocta”, e raffigurava l’aquila bicipite imperiale russa. Giusto per confronto, ecco lo stemma:
4_stemma.jpg

Stemma della Russia Imperiale

La serie comprende 8 valori, sia dentellati che non:
5 k bruno
10 k blu
15 k arancio
20 k violetto
30 k giallo
50 k blu
60 k verde
75 k verde
Una serie, nella versione non dentellata:
5_Serie Tipo II.jpg


La cosa “particolare” è che, pur trattandosi di una serie non emessa, essa fu probabilmente falsificata: esistono infatti 3 diverse versioni di ogni francobollo, con differenze costanti facilmente riconoscibili. Vediamo quali sono le tre diverse versioni, prescindendo dalle tonalità di colore, che sono estremamente varie e variabili anche all’interno dello stesso tipo. L’analisi è spesso complicata dall’inchiostrazione dei francobolli (anch’essa piuttosto variabile); partiamo con il valore da 5 copechi:
6_5 k.jpg


La differenza che appare più evidente, tra il primo e gli altri due, è la presenza (o assenza, nel caso del primo) di una cornice attorno al valore “5”. Più difficile la ricerca delle altre differenze, soprattutto tra il secondo ed il terzo; vediamone comunque alcune lampanti, con la nota preliminare che quelle che citerò sono differenze costanti, ovvero tali su TUTTI i valori della serie:
- I trattini verticali sui due lati dell’aquila: sono 10 nel primo francobollo, 9 (anche se il conto è complicato dall’eccessiva inchiostrazione) sul secondo, 11 a destra e 12 a sinistra nel terzo. Nel primo, spesso il 4° e l’8° trattino sono leggermente più “grandi” degli altri.
- La “K” della parola “Kop”: ha stanghette diritte nel primo, e nella parola “KOP” di destra la stanghetta obliqua superiore è più lunga di quella inferiore; negli altri due, le stanghette inferiori, sia a destra che a sinistra, sono leggermente ricurve, quella superiore è sempre più o meno lunga come quella inferiore.
- Le “perline” sotto alla parola “KOP”: sono 7 nel primo, 6 negli altri due.
- La cornice sopra alla parola “KOP”: è visibile e tratteggiata nel primo, non visibile negli altri due.
- La linea di cornice sopra il valore facciale: è diritta nel primo, ondulata negli altri due.
- Il disegno sullo scudo centrale: nel primo, con un po’ di fantasia, è riconoscibile San Giorgio che, sul suo cavallo impennato, trafigge il drago (anche se nello stemma della Russia imperiale il cavallo era rivolto verso sinistra, mentre qui lo si vede impennato verso destra); non si vede nulla nel secondo, nel terzo si vedono dei trattini senza significato.
- Il collare attorno allo scudo centrale: è visibile ma un po’ confuso nel primo, poco visibile in questo esemplare nel secondo, si staglia nettamente nel terzo.
- La corona centrale è più grande nel primo, un po’ più piccola nel secondo, decisamente più piccola nel terzo.
- La prima “foglia” dal basso nel fregio in alto a sinistra della scritta “Russkaja Pocta”: è ben distinguibile nel primo esemplare, poco nel secondo, sembra un pettine nel terzo.
- Una differenza che non salta all’occhio è invece la dimensione della vignetta: è 18,5x23,5 mm nel primo, 18,5x23 e qualcosa nel secondo, 19x24 e qualcosa nel terzo (dall’immagine si vede chiaramente quanto meno che l’altezza della terza vignetta è decisamente superiore a quella della seconda).
Naturalmente sono chiaramente visibili anche le differenze tra le cifre “5”, oltre che altri piccoli dettagli qua e là.
Giusto per vedere anche le differenze tra il secondo ed il terzo (e per “controllare” che le differenze sopra esposte ci siano effettivamente anche negli altri valori), vediamo la “tripletta” da 60 k:
7_60 k.jpg


Stesse differenze citate sopra, solo che in questo caso il primo francobollo è più “confuso”, mentre il secondo è un po’ più nitido. Sono qui più visibili alcune differenze tra il terzo ed il secondo. Ovviamente le cifre del “60” (più arrotondate nel secondo, più “schiacciate” nel terzo), ma anche, relativamente alle differenze già citate:
- Il disegno sullo scudo centrale: nel primo è ancora riconoscibile San Giorgio che, sul suo cavallo impennato, trafigge il drago; nel secondo si vede un disegno di cui si distingue chiaramente solo un trattino verticale a destra, nel terzo si vedono gli stessi trattini senza significato visti prima
- Il collare attorno allo scudo centrale: nel primo è reso indistinguibile dall’inchiostratura, nel secondo appaiono nitidamente le separazioni tra i vari elementi, nel terzo è ancora visibile come un unico ovale bianco.
- La prima “foglia” dal basso nel fregio in alto a sinistra della scritta “Russkaja Pocta”: è ancora ben distinguibile nel primo esemplare, un po’ meno nel secondo anche se non è il “pettine” ancora una volta distinguibile nel terzo.
Aggiungiamo qualcos’altro, che qui si distingue meglio rispetto al “terzetto” visto prima:
- La foglia di quercia in primo piano a sinistra: nel primo esemplare si nota (anche se è più evidente nell’immagine del 5 k) la prima nervatura, corrispondente alla prima “curva” della foglia; lo stesso nel secondo, mentre nel terzo la prima nervatura non c’è mai.
Differenze ce ne sono altre (le ali dell’aquila, i fregi,…) ma quelle citate bastano a riconoscere tre serie completamente differenti. C’è inoltre da dire che sia per il primo che per il secondo tipo esistono esemplari dentellati (passo 11) e non dentellati, mentre del terzo tipo ho trovato finora solo esemplari non dentellati.
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Ultima modifica di Fiore il 12 agosto 2014, 13:37, modificato 2 volte in totale.
Alberto Fiorentini
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Fiore
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da Fiore »

Delle tre, quale sarà la serie “originale”? Non è dato saperlo… almeno a me! L’unico indizio (oltre che magari da qualche studioso russo specializzato)(so che esiste una serie di volumetti scritti da un tal Dott. Ceresa che trattano delle varie emissioni del periodo e relativi falsi, ma al momento ne ho trovato uno solo... il volume 13 su Siberia e Far East) può arrivare da un’altra serie. Negli anni successivi (1921?) i francobolli non emessi dell’Armata Ovest furono soprastampati con la dicitura “Edinstvo i Svoboda” (Libertà e Unità): gli esemplari che ho potuto vedere sono tutti del secondo tipo.

8_Soprastampato.jpg


Fine prima puntata

Ciao: Ciao: Ciao:
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da Fiore »

Ciao: Sergio,
scusa se non ho interagito subito, ero occupato a fare "copia/incolla" di quello che ho scritto stamattina... :-)) :-)) :-))
Anch'io d'estate leggo di più, ma "scrivo" anche di più.... :-)) :-)) :-))

Ciao: Ciao: Ciao:
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debene
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da debene »

Ciao: Alberto,
beh anch'io non ho smesso di scrivere i miei articoli sul Postalista anche ad Agosto.

Credo che scrivere, anche in privato, sia molto utile anche per chi colleziona.

Io poi che faccio tematica mi hanno sempre insegnato che stendere una collezione significa scrivere una storia.

Buon lavoro !

:abb:

sergio
Sergio De Benedictis
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fernando
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da fernando »

Ciao.

Molto interessante, leggerò con attenzione il tutto compreso le puntate a venire, ho tanto da imparare, grazie.

Ciao: Fernando.
eugenio74
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da eugenio74 »

Grazie, bel lavoro!!

Ciao:
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Erik
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da Erik »

:evvai:
Ottimo lavoro Alberto, un tema molto interessante, grazie per condividerlo :-)
:clap: :clap: :clap:

Ciao:
S T A F F

Enrico Carsetti
---

Sul (vecchio) Forum dal 6 dicembre 2003

Amo tutto ciò che è filatelia e (soprattutto) storia postale, ma ora sto collezionando:
- Cuba 1899-1917, storia postale
- Italia 1943-44, storia postale delle Marche in RSI
- Argentina 1897, cartoline postali Libertad cabeza chica con vedute


"Chi condivide con gli altri le proprie passioni viene trasportato in una vita incantata di felicità interiore che gli egoisti non conosceranno mai" (R. Bach)
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Fiore
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da Fiore »

Grazie a tutti dell'interesse dimostrato... :-)) :-)) :-))
Quasi quasi scrivo subito la seconda puntata... ;-)

Ciao: Ciao: Ciao:
Alberto Fiorentini
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da rinoc »

La attendiamo con piacere.
Complimenti e grazie per condividere con noi pagine di storia filatelica.
Rino
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Vacallo
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da Vacallo »

Bellissimo argomento, Alberto.
Sono impaziente di leggere il seguito.
Cordiali Saluti Eric Werner (alias Vacallo)

Vincitore dei concorsi "I Top di F&F" 2007 e 2008
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Fiore
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da Fiore »

2 - La Bielorussia

Nel marasma seguente la rivoluzione, e con la I guerra mondiale ancora in corso, il 25 marzo 1918 la Bielorussia dichiarò unilateralmente la propria indipendenza, con il nome di Repubblica Popolare di Bielorussia (Belaruskaja Narodnaja Respublika, BNR). Tale dichiarazione di indipendenza (insieme a quella della Lituania) fu supportata dalla Germania, visto che allora vi si trovava il confine delle aree ex russe occupate dai tedeschi nel corso del conflitto. L’Intesa ed i governi neutrali non riconobbero invece la neonata repubblica, considerandola solo uno stato fantoccio dei tedeschi. Alla sconfitta degli Imperi Centrali (e quindi della Germania), la Bielorussia si trovò sola, senza più l'appoggio degli sconfitti teutonici, a fronteggiare l’Armata Rossa, e breve fu la sua vita: il 5 gennaio del 1919 fu sconfitta ed accorpata alla nascente URSS.
Nel frattempo, il governo bielorusso aveva comunque trovato il modo di emettere una serie di tre francobolli:
1_Bielorussia.jpg


Tale emissione è ignorata dai massimi cataloghi mondiali, se non sporadicamente citata come emissione di fantasia; come tale (emissione di fantasia) è descritta da G. Chapier nel suo “Les Timbres de fantaisie”. Questo perché effettivamente non ebbe mai un uso postale, stante, oltre al brevissimo periodo in cui tali bolli avrebbero avuto corso, anche il mancato riconoscimento della Repubblica da parte di quasi tutto il resto del mondo, che fece sì che i suoi francobolli non avessero alcuna validità al di fuori dei suoi confini.
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da Fiore »

Nel 1920 ci fu un nuovo tentativo di indipendenza da parte della Bielorussia, da parte del generale Stanisław Bułak-Bałachowicz: nato il 10 febbraio 1883 a Meyszty, nella attuale Bielorussia, entrò nell’esercito russo allo scoppio della I guerra mondiale, con il grado di sottotenente, viste le origini nobili. Si provò rapidamente degno dei gradi, al comando di unità di cavalleria, combattendo anche dietro le linee nemiche in Polonia e Lettonia.
2_Bulak Balachowitz.jpg

Il Generale Bułak-Bałachowicz

Gravemente ferito nel corso di una azione, avvenuta dopo il trattato di Brest-Litovsk, di cui non era a conoscenza, si riprese e si unì inizialmente all’Armata Rossa. Richiamato a San Pietroburgo, nel timore di essere arrestato, passò dalla parte dei “bianchi”, unendosi alla Armata Nord del generale Judenic. Con la sua abilità ottenne diversi successi, e presto fu promosso a Colonnello, diventando l’amministratore militare di Pskov, che aveva conquistato. A quel punto entrò in contatto con ufficiali polacchi e estoni che volevano ricostituire l’esercito polacco, e questo fu visto da Judenic come un tradimento; pur avendolo da poco promosso a generale, ne ordinò l’arresto. Bułak-Bałachowicz sfuggì l’arresto e continuò a combattere contro i bolscevichi, fino a quando l’armata del Nord di Judenic, sconfitta, non si dissolse. A questo punto, nel febbraio del 1920, Bułak-Bałachowicz offrì il suo reparto alla Polonia, impegnata contro la Russia. L’armata era formata principalmente da volontari bielorussi, e fu ribattezzato “Gruppo Operativo Bułak-Bałachowicz”. Ottenne diverse vittorie anche sotto la bandiera polacca, fino alla conquista di Pinsk. Si trovava ancora lì quando nell’ottobre del 1920 fu firmato l’armistizio tra Polonia e Russia, e la sua unità fu invitata a lasciare la Polonia. Lui invece scelse di arruolare altri uomini e dirigersi verso la Bielorussia. Il 10 novembre arrivò a Mozyr, ed entro pochi giorni vi proclamò l’indipendenza della Bielorussia, formò un governo provvisorio e iniziò la formazione di un esercito nazionale bielorusso. La sollevazione non ebbe però seguito nella popolazione, stremata da anni di guerre, e Bułak-Bałachowicz dovette ritirarsi in Polonia. Nella conferenza di pace di Riga la Russia ne chiese la consegna per alto tradimento, ma la Polonia rifiutò con l’argomento che il generale era cittadino polacco dal 1918.
Bułak-Bałachowicz finì i suoi giorni nel 1940, quando, dopo l’occupazione della Polonia da parte della Germania all’inizio della II guerra mondiale, continuò a lottare per la propria patria, prima sul campo e poi da partigiano; sorpreso con altri cospiratori, fu arrestato ed ucciso dalla Gestapo.

In tutto questo rientra una serie di francobolli, di collocazione temporale non immediata: quella con l’iscrizione “Gruppo Speciale” (Asobnij Atrad). La scritta è in bielorusso, e l’altra iscrizione presente sui francobolli è “B.N.R.”, un chiaro riferimento alla Repubblica Popolare Bielorussa, ma la produzione di questa serie è databile al 1920, quando la Repubblica bielorussa era già stata soppressa. Ed è improbabile che siano stati prodotti nei pochi giorni in cui ci fu il tentativo di sommossa a Mozyr. E allora? Pare che i francobolli in esame siano stati prodotti a Riga nei primi mesi del 1920, dopo una richiesta (con tanto di approvazione) formulata al ministero lettone; avrebbero potuto essere utilizzati dal “Gruppo Speciale” di Bułak-Bałachowicz, che veniva collegato alla defunta (ma con governo in esilio ancora operativo) Repubblica Popolare di Bielorussia.
La serie è composta di cinque valori: 5, 10, 15, 50 copechi e 1 rublo.
2_Serie completa.jpg


Ma anche qui devono essere stati prodotti dei falsi, poiché si riconoscono ben 4 disegni diversi.
Vediamo un francobollo per ognuno dei 4 tipi:
3_comparativo.jpg


La prima domanda che può venire è: “come mai ci sono tre versioni del 10 k ed una del 15 k, e non 4 diverse versioni dello stesso francobollo?”. La risposta è abbastanza semplice: perché di alcune versioni non esiste una serie completa, ma solo un valore; questo, ovviamente, per quanto posso dire io… nel senso che, per quanto io abbia cercato, del primo tipo ho trovato solo il 15 k (sia dentellato che non) e dell’ultimo tipo solo il 10 k (anche qui, sia dentellato che non). Del secondo e terzo tipo esistono invece tutti e 5 i valori, anch’essi sia dentellati che non.
Andiamo ad esaminare le differenze; trattandosi di un disegno abbastanza “complesso”, sono decisamente evidenti, basta guardare la vignetta e saltano subito all’occhio le differenze nello sfondo, nei tratteggi dei vestiti, nei visi, nelle foglie… non sto nemmeno ad elencare quali siano, questi diversi particolari, tanto sono palesi. Vi assicuro che tali differenze non sono dovute a differenze d’inchiostratura: così come le vedete si ripresentano identiche su tutti i valori della serie. Ho arbitrariamente ordinato i tipi secondo “qualità” del disegno decrescente: il primo è quello con il disegno più dettagliato e ben fatto, via via fino al quarto che è quello che la qualità peggiore e la grafica più approssimativa.
Mi soffermo su un paio delle citate (ma non descritte) differenze: nel primo tipo (quello di cui esiste solo il 15 k), è evidente, oltre ai particolari del disegno, anche la differenza dei caratteri utilizzati sia per la scritta in alto che per quella in basso, mentre per le altre tre versioni sembra che il carattere sia il medesimo; la vignetta è quasi in tutti della stessa dimensione (26x33) tranne che nel terzo tipo in cui è leggermente più grande (poco più di 26 per quasi 34). Infine, la dentellatura degli esemplari dentellati: tutti 11 e ¾ tranne il secondo tipo in cui è 10 e ¾ .
Anche in questo caso, però, sapere quale sia la serie “originale” non è facile… Il catalogo russo Soloviev lista questi francobolli, elencando i 5 valori e inserendo come sesto (al numero 3A) il 15 k "primo tipo", come se fosse una variante della serie. Poiché indica per l'intera serie una dentellatura di 11 e 1/2, probabilmente la serie "originale" potrebbe essere quella del terzo tipo... :dub:

Fine seconda puntata
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Ultima modifica di Fiore il 12 agosto 2014, 20:19, modificato 1 volta in totale.
Alberto Fiorentini
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Fiore
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da Fiore »

Ovviamente, se qualcuno avesse, rispetto a quanto scrivo, informazioni supplementari, o addirittura contrarie... è benvenuto!
Da domani penserò alla prossima puntata... :mmm: :mmm: :mmm:
:-))

Ciao: Ciao: Ciao:
Alberto Fiorentini
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scarabeo
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da scarabeo »

Grazie mille Alberto per l'interessantissimo argomento! :clap:
Non mancherò di salvarmi il tutto sperando che le puntate siano tante, tante, tante... e complimenti ancora :abb:

Giovanni Ciao:
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da remo »

Complimenti ad Alberto per il bello ed interessante lavoro :clap:
remo Ciao:
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fernando
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da fernando »

Ciao.

Grazie per quello che stai facendo, lo ritengo talmente interessante che oltre a leggerlo me lo stò copiando su carta da farci un appunto alla fine da stampare per averlo a portata di mano in qualsiasi momento.

Ciao: Fernando.
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Fiore
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da Fiore »

3 - Il Turkestan
Tra le tante Repubbliche che nacquero all’indomani della Rivoluzione russa, ve ne furono alcune che sopravvissero fino alla II Guerra Mondiale (come le repubbliche baltiche: Lituania, Lettonia ed Estonia) ed altre che divennero presto Repubbliche Sovietiche (Armenia, Georgia, Ucraina, Azerbaigian… la stessa Bielorussia di cui abbiamo parlato); pressoché tutte risorsero alla dissoluzione dell’URSS, diventando nazioni indipendenti. Una delle regioni che invece non ebbe questa evoluzione, almneno non in maniera unitaria, fu il Turkestan.
Il Turkestan è una regione dell'Asia centrale, generalmente abitata da popoli turchi. Questa regione viene citata in molte saghe turche e persiane come parte integrante del Turan o Bassopiano Turanico. Turchi Oghuz (noti anche come Turkmeni), Uzbeki, Kazaki, Cazari, e Uiguri sono solo alcuni degli abitanti turchi della regione, i quali, con il passare dei secoli, si sono spostati, attraverso le distese eurasiatiche, verso occidente, formando Stati turchi, come Turchia, Azerbaigian e Tatarstan. Tagiki e Russi sono minoranze non-turche della regione.
Nel corso della guerra civile emerse la Repubblica socialista sovietica autonoma del Turkestan (inizialmente Repubblica federativa socialista del Turkestan), nata come Repubblica autonoma dell'Unione Sovietica, fondata originariamente nella valle del Syr Darya, nel Turkestan russo in seguito alla rivoluzione d'ottobre dai soldati ed altri lavoratori russi ivi presenti, e solo in minor parte da autoctoni musulmani. La sua capitale era Tashkent, e comprendeva parte degli attuali territori del Kirghizistan, Kazakistan, Uzbekistan, Tagikistan, e Turkmenistan.
Isolata da Mosca per due anni, fu costantemente in guerra con gli Stati confinanti. Dopo aver conquistato nel sangue l'Autonomia di Kokand dei Jadid (14.000 morti, febbraio 1918), nel luglio 1918 conquistò il territorio del Turkmenistan giungendo fino alle rive del mar Caspio, e lo tenne fino a luglio del 1919, quando esso con l'aiuto inglese si rese indipendente come Repubblica Transcaspiana. Nel febbraio 1920 il Turkestan ne riprese possesso dopo il ritiro britannico e l'abdicazione del Khan del Khanato di Khiva (che in seguito divenne RSS Corasmia) consentendo il passaggio attraverso quel territorio. Anche l'Emirato di Bukhara ed il suo emiro Mohammed Alim Khan, non ebbe buona sorte, e fu sconfitto dal generale bolscevico Mikhail Frunze il 2 settembre e convertito in RSS Bukhara.
Poi col loro aiuto soffocò la rivolta dei Basmachi e l'Autonomia di Alash. Ma solo nel 1931 le ultime roccaforti musulmane nel Pamir verranno eliminate.
Nel 1924 è stato suddiviso in RSS Turkmena (ora Turkmenistan), RSS Uzbeka (ora Uzbekistan) con la RSS Tagika (ora Tagikistan ), Kara-Kirghiz Oblast autonomo (ora Kirghizistan), e Karakalpak Oblast autonomo (ora Karakalpakstan).
Vediamo quali emissioni filateliche, più o meno “ufficiali”, si sono susseguite nell’area.
La prima che viene in mente è di carattere eminentemente speculativo:
1_Turkestan.jpg


La serie, di 6 valori (1, 2, 5, 15, 25 e 50 copechi) sia dentellati che non, ha la dicitura “Turkestan” (in cirillico), ma quella remota regione pare non averla mai vista… sembra infatti che sia stata prodotta, oltretutto anni dopo la fine della guerra civile (nel 1924) da un noto commerciante filatelico di Parigi, un tal M. Caramanos. A quale scopo? Propagandistico, speculativo... ai posteri l'ardua sentenza.
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