IV emissione di Sardegna: resti di stamperia destinati al taccheggio
Moderatore: spcstamps
IV emissione di Sardegna: resti di stamperia destinati al taccheggio
Cari tutti ,
un dilemma ora mi è cascato addosso---e non so come risolverlo...e vi spiego perchè----
Ho trovato questi interessanti resti di stampa senza effige e senza gomma , dalle variegate tinte...alcune delle quali non proprio comuni tra i resti di stampa...
In aggiunta al pari interessanti questi resti di TACCHEGGIO ancora aderenti al foglio, o meglio probabilmente resti di prove di taccheggio o taccheggio non completato, dal momento che
nel foglio sottostante il ritaglio non v'è traccia di stampa nè tipografica , nè dell'effige....
E infine un resto di pulitura di machina , probabilmente destinato a taccheggio
Per i pochissimi che non lo sanno, il cosidetto TACCHEGGIO era una pratica , a volte spesso usata in tipografia,
che veniva adottata in quei casi in cui l'impressione a secco dell'effige o la stampa tipografica del disegno, rispettivamente
erano realizzate troppo poco impressa (l'effige) o troppo poco nitida e povera.
In questi casi, probabilmente per non dover buttare il foglio appena realizzato, si utilizzava un secondo foglio stampato ( o parte di esso secondo in quanti punti il precedente lavoro era riuscito male)
, spesso fogli precedentemente usati appena due o tre volte per pulire la macchina, sui quali nel caso di effige poco impressa si ritagliava certosinamente e con precisione l'ovale in modo da
ricavarne lo spazio per imprimere una seconda volta l'effige e completare dunque la procedura di stampa del foglio da destinarsi agli uffici postali,
nel caso invece di stampa poco nitida del disegno si effettuava l'operazione inversa....
Le ho acquistate da un commerciante della mia città, che se le è ritrovate tra i tanti raccoglitori zeppi di Antichi stati.
Acquistati per modo di dire , in realtà devo ancora pagarle, perchè , stante il grande rapporto di fiducia instaurato , e
nonessendo lui in grado di farmi un prezzo , mi ha dato quanto invece da me desiderato, dicendomi di fare io il prezzo
che per lui sarebbe andato bene comunque.
Ora , io sono molto interessato anche a questi aspetti della filatelia, che hanno a che fare con la stampa e i metodi di realizzazione
piuttosto che con il prodotto finito, MA NON SAPREI CHE PREZZO FARE, VOLENDO ESSERE ONESTO E NON RICAVARNE INGIUSTO PROFITTO...
So che molti di voi aborrono questi discorsi sui prezzi, specie Paolo e Antonello, però credo sia un caso diverso questo , a me non interessa
il valore commerciale di questi esemplari...però li devo pagare QUANTO ????
un dilemma ora mi è cascato addosso---e non so come risolverlo...e vi spiego perchè----
Ho trovato questi interessanti resti di stampa senza effige e senza gomma , dalle variegate tinte...alcune delle quali non proprio comuni tra i resti di stampa...
In aggiunta al pari interessanti questi resti di TACCHEGGIO ancora aderenti al foglio, o meglio probabilmente resti di prove di taccheggio o taccheggio non completato, dal momento che
nel foglio sottostante il ritaglio non v'è traccia di stampa nè tipografica , nè dell'effige....
E infine un resto di pulitura di machina , probabilmente destinato a taccheggio
Per i pochissimi che non lo sanno, il cosidetto TACCHEGGIO era una pratica , a volte spesso usata in tipografia,
che veniva adottata in quei casi in cui l'impressione a secco dell'effige o la stampa tipografica del disegno, rispettivamente
erano realizzate troppo poco impressa (l'effige) o troppo poco nitida e povera.
In questi casi, probabilmente per non dover buttare il foglio appena realizzato, si utilizzava un secondo foglio stampato ( o parte di esso secondo in quanti punti il precedente lavoro era riuscito male)
, spesso fogli precedentemente usati appena due o tre volte per pulire la macchina, sui quali nel caso di effige poco impressa si ritagliava certosinamente e con precisione l'ovale in modo da
ricavarne lo spazio per imprimere una seconda volta l'effige e completare dunque la procedura di stampa del foglio da destinarsi agli uffici postali,
nel caso invece di stampa poco nitida del disegno si effettuava l'operazione inversa....
Le ho acquistate da un commerciante della mia città, che se le è ritrovate tra i tanti raccoglitori zeppi di Antichi stati.
Acquistati per modo di dire , in realtà devo ancora pagarle, perchè , stante il grande rapporto di fiducia instaurato , e
nonessendo lui in grado di farmi un prezzo , mi ha dato quanto invece da me desiderato, dicendomi di fare io il prezzo
che per lui sarebbe andato bene comunque.
Ora , io sono molto interessato anche a questi aspetti della filatelia, che hanno a che fare con la stampa e i metodi di realizzazione
piuttosto che con il prodotto finito, MA NON SAPREI CHE PREZZO FARE, VOLENDO ESSERE ONESTO E NON RICAVARNE INGIUSTO PROFITTO...
So che molti di voi aborrono questi discorsi sui prezzi, specie Paolo e Antonello, però credo sia un caso diverso questo , a me non interessa
il valore commerciale di questi esemplari...però li devo pagare QUANTO ????
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Re: IV EM. SARDEGNA : Taccheggio, prove e resti di stampa---
Ciao.
Io ne posseggo alcune con gomma. Si tratta di esemplari poco conosciuti a mio avviso, ma anche collezionati, pertanto il valore oggettivo del pezzo dev'essere fatto da una attenta mediazione tra chi vende e chi acquista.
Io non sono assolutamaente in grado di dare una valutazione economica di questi oggetti che sono, almeno per mio avviso, estremamente interessanti.
Io ne posseggo alcune con gomma. Si tratta di esemplari poco conosciuti a mio avviso, ma anche collezionati, pertanto il valore oggettivo del pezzo dev'essere fatto da una attenta mediazione tra chi vende e chi acquista.
Io non sono assolutamaente in grado di dare una valutazione economica di questi oggetti che sono, almeno per mio avviso, estremamente interessanti.
S T A F F
Paolo Cardillo - Consulente filatelico.
Perizio e catalogo tutti i francobolli dell'Area Italiana.
Lotti delle aste BidInside prenotabili per email
Visita il mio sito personale
spcstamps@hotmail.it
SOCIO USC
SOCIO USFI
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Re: IV EM. SARDEGNA : Taccheggio, prove e resti di stampa---
Complimenti per l'acquisizione.
Materiale di studio molto interessante.
In linea teorica sono reperti che dovrebbero avere solo interesse di studio e pertanto esulare da quelli che sono i valori del mercato filatelico.
Ma, si sa..., ormai oggi tutto ha un prezzo, anche le cose che erano da buttare.
Ho visto da un commerciante delle stampe destinate alla effettuazione del taccheggio (in quel caso si trattava del 5 centesimi) che mi ha proposto a qualche centinaia di euro: a mio avviso pura follia (ed infatti a distanza di due anni le ha sempre nel suo classificatore sempre in vendita).
E' ovvio che non so aiutarti: valuta comunque che questi sono oggetti più "da studio" che "da collezione".
Visto il buon rapporto di fiducia che hai con quel commerciante, cercate di fare il prezzo assieme, in modo che sia equo per entrambi.
E visto che li hai in mano, controlla con attenzione come furono stampati: se in tipografia o in litografia.
Revised by Lucky Boldrini - January 2010
Materiale di studio molto interessante.
In linea teorica sono reperti che dovrebbero avere solo interesse di studio e pertanto esulare da quelli che sono i valori del mercato filatelico.
Ma, si sa..., ormai oggi tutto ha un prezzo, anche le cose che erano da buttare.
Ho visto da un commerciante delle stampe destinate alla effettuazione del taccheggio (in quel caso si trattava del 5 centesimi) che mi ha proposto a qualche centinaia di euro: a mio avviso pura follia (ed infatti a distanza di due anni le ha sempre nel suo classificatore sempre in vendita).
E' ovvio che non so aiutarti: valuta comunque che questi sono oggetti più "da studio" che "da collezione".
Visto il buon rapporto di fiducia che hai con quel commerciante, cercate di fare il prezzo assieme, in modo che sia equo per entrambi.
E visto che li hai in mano, controlla con attenzione come furono stampati: se in tipografia o in litografia.
Revised by Lucky Boldrini - January 2010
Andrea Bizio Gradenigo
Iscritto dal 7 luglio 2004
http://www.giandri.altervista.org/
La filatelia è divertimento, studio, approfondimento e cultura, non è un libretto di banca.
Colleziona per il piacere che ti dà il collezionare.
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Colleziona per il piacere che ti dà il collezionare.
Re: taccheggio
A proposito di taccheggio, ho letto qualcosa a proposito delle primissime tirature delle grandi teste di Hermes greche.
Qualcuno ne sa di più?
Qualcuno ne sa di più?
Amedeo
Re: taccheggio
Vedi il "Manuale e catalogo dei francobolli di Sardegna" di Cesare Rattone - La IV emissione - a) il riquadro stampato - pagg 163 e seguito.
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Marino
Sostenitore dal 2010
Beato colui che pianta alberi alla cui ombra non potrà mai sedersi
Colleziono "Numeri 1" dal 1840 al 1860
Colleziono anche prime emissioni di ASI e Cavallini di Sardegna 1819-1820
Marino
Sostenitore dal 2010
Beato colui che pianta alberi alla cui ombra non potrà mai sedersi
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- Antonello Cerruti
- Messaggi: 6544
- Iscritto il: 16 luglio 2007, 12:45
Re: taccheggio
Ho conosciuto un collezionista che cercava sempre i francobolli di Sardegna; ma li voleva solo con difetti (anche gravi) sull'effigie.
Indovinate che fine hanno fatto tutti quegli esemplari difettosi?
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Indovinate che fine hanno fatto tutti quegli esemplari difettosi?
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Re: taccheggio
per chi si chiede di cosa si parla...
"Il sistema tipografico, per consentire buone stampe, richiede un particolare accorgimento, specie se la superficie da stampare non sia assai ridotta e più se la composizione è formata da un insieme di unità, che è assai difficile livellare nel modo assoluto, intendo parlare del taccheggio. Lo stampatore, eseguendo la prova di stampa, si accorge che quelle sia pur minime differenze di livello hanno causato, in certi punti, una stampa troppo impressa e in certi altri una stampa troppo indecisa e allora procede alle seguenti operazioni: prende un foglio di prova; nei punti in cui la stampa è riuscita troppo impressa, con un paio di forbici, asporta sul foglio di prova il pezzo troppo stampato, provocando quindi un buco della dimensione e della forma della detta parte; nei punti in cui invece la stampa è riuscita troppo poco impressa, da un altro identico foglio di prova, sempre con le forbici, taglia, seguendo con assoluta esattezza i contorni della parte non sufficientemente impressa, un pezzo, che poi applica ed attacca con la colla, sul primo foglio di prova, nel punto esatto da cui ha ricavato, dall’altro foglio, il pezzo che ha ritagliato; operazione di precisione, ma non difficile, perché chi opera ha la guida del disegno impresso sul primo foglio di prova.
Ne risulta così un foglio, nel quale ci sono dei vuoti dove la stampa era troppo impressa e degli spessori dove la stampa era troppo debole. Questo foglio così taccheggiato viene piazzato sulla macchina, nella parte destinata a ricevere i fogli bianchi da stampare, che poggeranno così su un letto di spessori diversi, in modo che il foglio che dovrà ricevere, dopo le prove, la stampa, premerà di più sulla composizione tipografica nei punti in cui prima riceveva troppo debole impronta e premerà meno nei punti dove riceveva impronta troppo decisa.
È evidente che con quanta maggior cura e precisione questa operazione di taccheggio viene eseguita, tanto maggiore sarà l’uniformità, la nitidezza e la perfezione della stampa ottenuta."
(Cesare Rattone, Manuale e catalogo dei francobolli di Sardegna, 1951)
"Il sistema tipografico, per consentire buone stampe, richiede un particolare accorgimento, specie se la superficie da stampare non sia assai ridotta e più se la composizione è formata da un insieme di unità, che è assai difficile livellare nel modo assoluto, intendo parlare del taccheggio. Lo stampatore, eseguendo la prova di stampa, si accorge che quelle sia pur minime differenze di livello hanno causato, in certi punti, una stampa troppo impressa e in certi altri una stampa troppo indecisa e allora procede alle seguenti operazioni: prende un foglio di prova; nei punti in cui la stampa è riuscita troppo impressa, con un paio di forbici, asporta sul foglio di prova il pezzo troppo stampato, provocando quindi un buco della dimensione e della forma della detta parte; nei punti in cui invece la stampa è riuscita troppo poco impressa, da un altro identico foglio di prova, sempre con le forbici, taglia, seguendo con assoluta esattezza i contorni della parte non sufficientemente impressa, un pezzo, che poi applica ed attacca con la colla, sul primo foglio di prova, nel punto esatto da cui ha ricavato, dall’altro foglio, il pezzo che ha ritagliato; operazione di precisione, ma non difficile, perché chi opera ha la guida del disegno impresso sul primo foglio di prova.
Ne risulta così un foglio, nel quale ci sono dei vuoti dove la stampa era troppo impressa e degli spessori dove la stampa era troppo debole. Questo foglio così taccheggiato viene piazzato sulla macchina, nella parte destinata a ricevere i fogli bianchi da stampare, che poggeranno così su un letto di spessori diversi, in modo che il foglio che dovrà ricevere, dopo le prove, la stampa, premerà di più sulla composizione tipografica nei punti in cui prima riceveva troppo debole impronta e premerà meno nei punti dove riceveva impronta troppo decisa.
È evidente che con quanta maggior cura e precisione questa operazione di taccheggio viene eseguita, tanto maggiore sarà l’uniformità, la nitidezza e la perfezione della stampa ottenuta."
(Cesare Rattone, Manuale e catalogo dei francobolli di Sardegna, 1951)
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Nicolò Lo Iacono
iscritto a F&F dal febbraio 2004
Colleziono Italia
Interessato al periodo Amgot in Sicilia
Simpatizzo per la IV emissione di Sardegna
iscritto a F&F dal febbraio 2004
Colleziono Italia
Interessato al periodo Amgot in Sicilia
Simpatizzo per la IV emissione di Sardegna
Re: taccheggio
grazie Nicolò
per aver fatto capire ..... di cosa si stesse parlando.....
adesso mi è anche più chiaro quanto nel post richiamato più sopra
(prima .... credevo fossero .... postumi di incidente stradale!!! ..... in carrozza .... naturalmente!!!)
N.B. ..... vale per la stampa tipografica......
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Maurizio
"Sicché dunque, disse Pinocchio sempre più sbalordito, se io sotterrassi in quel campo i miei cinque zecchini, la mattina dopo quanti zecchini ci troverei?"
"È un conto facilissimo, rispose la Volpe, un conto che puoi farlo sulla punta delle dita. Poni che ogni zecchino ti faccia un grappolo di cinquecento zecchini: moltiplica il cinquecento per cinque e la mattina dopo ti trovi in tasca duemila cinquecento zecchini lampanti e sonanti."
"Oh che bella cosa!" gridò Pinocchio, ballando dall'allegrezza.
"Sicché dunque, disse Pinocchio sempre più sbalordito, se io sotterrassi in quel campo i miei cinque zecchini, la mattina dopo quanti zecchini ci troverei?"
"È un conto facilissimo, rispose la Volpe, un conto che puoi farlo sulla punta delle dita. Poni che ogni zecchino ti faccia un grappolo di cinquecento zecchini: moltiplica il cinquecento per cinque e la mattina dopo ti trovi in tasca duemila cinquecento zecchini lampanti e sonanti."
"Oh che bella cosa!" gridò Pinocchio, ballando dall'allegrezza.
Re: taccheggio
ora è tutto chiaro
L'Odontometro n* 12 - 2013 articolo sul taccheggio
Sulla rivista L'ODONTOMETRO n° 12 dell'Aprile -Giugno 2013 è stato pubblicato un articolo sul taccheggio.
Se qualcuno ha la rivista, potrebbe fornirmi una scansione di quell'articolo?
Grazie!
Amedeo
Se qualcuno ha la rivista, potrebbe fornirmi una scansione di quell'articolo?
Grazie!
Amedeo
Amedeo
- Matraire1855
- Messaggi: 1586
- Iscritto il: 13 aprile 2010, 13:34
- Località: Castellanza
Re: L'Odontometro n* 12 - 2013 articolo sul taccheggio
eccone una copia.
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Cerchi un volume di filatelia? Prova a cercarlo qui:
https://www.comprovendolibri.it/?uid=vignatidanilo
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- Matraire1855
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- Iscritto il: 13 aprile 2010, 13:34
- Località: Castellanza
Re: L'Odontometro n* 12 - 2013 articolo sul taccheggio
Ecco altri due pezzi recentemente passati in asta e che mancavano all'autore dell'articolo.
Molto interessante il pezzo con il 10 c. che mostra proprio di cosa si tratta il taccheggio (sovrapposizione di due stampe per creare uno spessore maggiore)
Molto interessante il pezzo con il 10 c. che mostra proprio di cosa si tratta il taccheggio (sovrapposizione di due stampe per creare uno spessore maggiore)
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Re: L'Odontometro n* 12 - 2013 articolo sul taccheggio
Ti sono davvero grato per l'articolo e per le immagini aggiuntive. Ricordo che proprio tu, in una discussione dello scorso anno, avevi segnalato l'articolo. Mi interessava comparare l'uso del taccheggio "nostrano" con quello adottato per le prime emissioni francesi e greche.
Chiedo scusa all'editore de "L'Odontometro", qualora ci legga, per la mia richiesta "piratesca": avevo visitato il sito dell'associazione e della rivista per comprare il fascicolo anche se mi interessava un solo articolo; ma - salvo una mia svista - non ho trovato informazioni sulla possibilità di acquisto degli arretrati.
Amedeo
Chiedo scusa all'editore de "L'Odontometro", qualora ci legga, per la mia richiesta "piratesca": avevo visitato il sito dell'associazione e della rivista per comprare il fascicolo anche se mi interessava un solo articolo; ma - salvo una mia svista - non ho trovato informazioni sulla possibilità di acquisto degli arretrati.
Amedeo
Amedeo
- Matraire1855
- Messaggi: 1586
- Iscritto il: 13 aprile 2010, 13:34
- Località: Castellanza
Re: L'Odontometro n* 12 - 2013 articolo sul taccheggio
girerò la tua segnalazione all'Editore...
Cerchi un volume di filatelia? Prova a cercarlo qui:
https://www.comprovendolibri.it/?uid=vignatidanilo
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Re: L'Odontometro n* 12 - 2013 articolo sul taccheggio
bell'articolo.... ..e grazie a chi c'è l'ha fatto vedere....
ps lo salvo anche...
pps visto che ci siamo grazie anche ad Amedeo che ha aperto il topic...
ps lo salvo anche...
pps visto che ci siamo grazie anche ad Amedeo che ha aperto il topic...
- Antonello Cerruti
- Messaggi: 6544
- Iscritto il: 16 luglio 2007, 12:45
Re: L'Odontometro n* 12 - 2013 articolo sul taccheggio
Ho visto francobolli difettosi il lunedì, ritagliati il martedì, firmati il mercoledì come "esemplari per il taccheggio".
E la firma non era di un pinco pallino qualsiasi bensì di Enzo Diena che mi confessò che - ovviamente -non era possibile stabilire chi e quando avesse asportato la parte di francobollo mancante.
Poiché è sempre stata abbondante la disponibilità di resti di stamperia, con o senza effigie falsa, il reperimento della "materia prima" non è mai stato un problema.
E' materia che necessita grande prudenza anche perchè è logico ritenere che i frammenti di francobollo realmente serviti per il taccheggio siano andati distrutti (o siano rimasti molto danneggiati) nell'espletare la loro funzione.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
E la firma non era di un pinco pallino qualsiasi bensì di Enzo Diena che mi confessò che - ovviamente -non era possibile stabilire chi e quando avesse asportato la parte di francobollo mancante.
Poiché è sempre stata abbondante la disponibilità di resti di stamperia, con o senza effigie falsa, il reperimento della "materia prima" non è mai stato un problema.
E' materia che necessita grande prudenza anche perchè è logico ritenere che i frammenti di francobollo realmente serviti per il taccheggio siano andati distrutti (o siano rimasti molto danneggiati) nell'espletare la loro funzione.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
- Matraire1855
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- Iscritto il: 13 aprile 2010, 13:34
- Località: Castellanza
Re: L'Odontometro n* 12 - 2013 articolo sul taccheggio
In effetti già un'altra volta Antonello aveva fatto la medesima precisazione. Non che rappresenti una certezza di originalità il fatto di presentare taccheggi con impronte di colore nero o differente da quello del francobollo base, ma dei dubbi chiamiamoli positivi ci possono essere.
Per carità, stiamo vedendo comunque materiale spurio proveniente, forse, dalle rimanenze Matraire (quello vero, non quello che usa questo nick).
Per dovere di cronaca i taccheggi di quell'articolo sono corredati da certificati da considerare oramai d'epoca.
Per carità, stiamo vedendo comunque materiale spurio proveniente, forse, dalle rimanenze Matraire (quello vero, non quello che usa questo nick).
Per dovere di cronaca i taccheggi di quell'articolo sono corredati da certificati da considerare oramai d'epoca.
Cerchi un volume di filatelia? Prova a cercarlo qui:
https://www.comprovendolibri.it/?uid=vignatidanilo
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- Antonello Cerruti
- Messaggi: 6544
- Iscritto il: 16 luglio 2007, 12:45
Re: L'Odontometro n* 12 - 2013 articolo sul taccheggio
Un'ultima considerazione che si può leggere in positivo o in negativo.
Normalmente, non troverete mai un taccheggio ottenuto da un francobollo di un colore raro.
O scarti di stamperia (colori pallidi o stampe poverissime) oppure colori comunissimi.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Normalmente, non troverete mai un taccheggio ottenuto da un francobollo di un colore raro.
O scarti di stamperia (colori pallidi o stampe poverissime) oppure colori comunissimi.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Re: L'Odontometro n* 12 - 2013 articolo sul taccheggio
attalos ha scritto:......... Mi interessava comparare l'uso del taccheggio "nostrano" con quello adottato per le prime emissioni francesi e greche.
.........
Amedeo
Anche in Francia e Grecia imperversano i "ritagli"?
Luigi Guido
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Re: taccheggio
Ragazzi, attenti a come interpretate quanto sin ora riportato sul taccheggio ed il materiale in circolazione, sono solo bufale......
Anche se riportato sul Rattone e/o cataloghi non fatene una dottrina.
Per comprendere bene il meccanismo sarebbe utile fare uno stage in una tipografia, ormai, artigianale e con macchinari tipografici in cui si potrà comprendere quanto incide lo spessore del taccheggio!!!
I ritagli dei francobolli non sono altro che leggende metro...filateliche
Anche se riportato sul Rattone e/o cataloghi non fatene una dottrina.
Per comprendere bene il meccanismo sarebbe utile fare uno stage in una tipografia, ormai, artigianale e con macchinari tipografici in cui si potrà comprendere quanto incide lo spessore del taccheggio!!!
I ritagli dei francobolli non sono altro che leggende metro...filateliche
Luigi Guido
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