Gli annulli muti nel Lombardo Veneto
Moderatore: fildoc
- francesco luraschi
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Re: il 15 centesimi annullato con il muto di Venezia
Certamente può starci pure la teoria del timbro muto milanese, come scrive il del Bianco, apposto in transito per regolarizzare una spedizione altrimenti soggetta a sanzioni. Forse si potrebbe saperne di più consultando le località con cui si scambiavano i mazzi gli uffici di Lecco e Monticello.
Sicuramente però per entrambi c'era Milano.
L'attribuzione del muto a Monza da parte dei cataloghi deriva proprio dalla presenza dell'A/B sul frammento. Tuttavia il muto potrebbe essere stato tranquillamente apposto a Milano in arrivo (transito) per demonetizzare definitivamente un francobollo poco annullato.
Riguardo i muti: la dispo scrive di uffici "maggiori" i quali erano sicuramente quelli erariali ma potrebbero essere pure quelli in appalto con un notevole traffico già premiati con il datario in acciaio. Ma che ci fa Edolo tra questi?
Francesco
Sicuramente però per entrambi c'era Milano.
L'attribuzione del muto a Monza da parte dei cataloghi deriva proprio dalla presenza dell'A/B sul frammento. Tuttavia il muto potrebbe essere stato tranquillamente apposto a Milano in arrivo (transito) per demonetizzare definitivamente un francobollo poco annullato.
Riguardo i muti: la dispo scrive di uffici "maggiori" i quali erano sicuramente quelli erariali ma potrebbero essere pure quelli in appalto con un notevole traffico già premiati con il datario in acciaio. Ma che ci fa Edolo tra questi?
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Francesco
Re: il 15 centesimi annullato con il muto di Venezia
E' manifesto che la comunicazione in Lombardia fu interpretata male...
Che uffici che non avevano nulla a che fare con la sperimentazione dei muti si sentirono coinvolti.
E' cosi' che nascono questi timbri di fantasia con tanto di variazioni e di materiali.
Tuttavia dove esiste documentazione con documenti interi con annullo a lato e periodo congruo, mi sentirei di dire che sono annulli originali ed ufficiali.
Che uffici che non avevano nulla a che fare con la sperimentazione dei muti si sentirono coinvolti.
E' cosi' che nascono questi timbri di fantasia con tanto di variazioni e di materiali.
Tuttavia dove esiste documentazione con documenti interi con annullo a lato e periodo congruo, mi sentirei di dire che sono annulli originali ed ufficiali.
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Fildoc
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Fildoc
Re: il 15 centesimi annullato con il muto di Venezia
Io purtroppo non ho il volume del Del Bianco, quindi l'intervento di fildoc è per me oro colato. A questo punto mi pare che si possa affermare con discreta tranquillità che il "muto di Monza" è altamente probabile che non sia di Monza, ma di dubbia provenienza. Tra le diverse ipotesi, la più plausibile mi pare quella di Milano: trovo infatti illuminante l'indagine sulle indicazioni di provenienza manoscritte, e siccome tra le lettere in questione ce n'è anche una col 5 soldi della II emissione, si spiegherebbe anche il 15 centesimi carta a macchina citato da Mario. Ed anche l'ipotesi che il c.d. muto di Monza sia un "derivato" della matrice del muto di Milano mi pare molto concreta.
Corrado
P.S. - una domanda: per quanti secoli ancora leggeremo del muto di Monza, sui cataloghi/bibbia, senza accenno alcuno al fatto che Monza potrebbe non entrarci nulla????? Sarebbe così difficile scrivere "Attribuito a Monza, pur mancando elementi di certezza."???
Corrado
P.S. - una domanda: per quanti secoli ancora leggeremo del muto di Monza, sui cataloghi/bibbia, senza accenno alcuno al fatto che Monza potrebbe non entrarci nulla????? Sarebbe così difficile scrivere "Attribuito a Monza, pur mancando elementi di certezza."???
Re: il 15 centesimi annullato con il muto di Venezia
Bisogna andare a convicere Pino Vitale che poi induca l'Ing. Avanzo a spendere per cambiare la stampa della pagina invece di ricopiare quella degli ultimi 10 anni...
e senza nessun guadagno per loro!
La vedo difficile...
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- francesco luraschi
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Re: il 15 centesimi annullato con il muto di Venezia
Rispondo a Massimiliano il quale mi "accusa" di un'antipatia nei confronti di del Bianco. Uso le virgolette in quanto ho notato benevolenza nella sua affermazione e con serenità do un mio parere.
All'autore vanno sicuramente i complimenti per la mole del lavoro svolto che deve essere costato tempo. A questo punto poi ci sono da fare alcune osservazioni: i volumi risultano utili in quanto forniscono una mole non indifferente di materiale da vedere e su cui riflettere. Tra l'altro il II e il III portano dati coevi sulla composizione dei vari distretti e notizie di postalità locale sempre utili.
Il volume I, quello generico, risente del metodo dell'osservazione e confronto usato poi per elaborare le varie teorie, alcune probabilmente esatte altre invece molto improbabili. La cosa che non sfugge è che i corrieri privati vengono sempre ritenuti responsabili della anomalie che l'autore riscontra sulle lettere e che altrimenti non riesce a spiegare: dai falsi alle marche da bollo, dai francobolli in kreuzer ai diversi colori dei timbri e/o annulli.
Vengono tra l'altro utilizzati termini impropri quali "plico" al posto di "mazzo" così come definizioni errate. A pag.17 l'autore dà un errata definizione del termine "messaggerie": "...venivano organizzate sfruttando anche mezzi erariali dai mastri di posta in proprio ed i cui proventi venivano divisi tra mastri e amministrazione".
E'chiaro quindi che il testo va preso con le dovute cautele e incrociato con altri testi sul periodo. La cosa che rammarica è che quando l'autore ha scritto i tre volumi l'archivio di Venezia era agibile e avrebbe quindi potuto dare maggiore spessore storico alla sua opera come hanno fatto altri ricercatori seppur impegnati in periodo diversi dal LV.
Francesco
All'autore vanno sicuramente i complimenti per la mole del lavoro svolto che deve essere costato tempo. A questo punto poi ci sono da fare alcune osservazioni: i volumi risultano utili in quanto forniscono una mole non indifferente di materiale da vedere e su cui riflettere. Tra l'altro il II e il III portano dati coevi sulla composizione dei vari distretti e notizie di postalità locale sempre utili.
Il volume I, quello generico, risente del metodo dell'osservazione e confronto usato poi per elaborare le varie teorie, alcune probabilmente esatte altre invece molto improbabili. La cosa che non sfugge è che i corrieri privati vengono sempre ritenuti responsabili della anomalie che l'autore riscontra sulle lettere e che altrimenti non riesce a spiegare: dai falsi alle marche da bollo, dai francobolli in kreuzer ai diversi colori dei timbri e/o annulli.
Vengono tra l'altro utilizzati termini impropri quali "plico" al posto di "mazzo" così come definizioni errate. A pag.17 l'autore dà un errata definizione del termine "messaggerie": "...venivano organizzate sfruttando anche mezzi erariali dai mastri di posta in proprio ed i cui proventi venivano divisi tra mastri e amministrazione".
E'chiaro quindi che il testo va preso con le dovute cautele e incrociato con altri testi sul periodo. La cosa che rammarica è che quando l'autore ha scritto i tre volumi l'archivio di Venezia era agibile e avrebbe quindi potuto dare maggiore spessore storico alla sua opera come hanno fatto altri ricercatori seppur impegnati in periodo diversi dal LV.
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Francesco
Re: il 15 centesimi annullato con il muto di Venezia
Su eBay hanno appena messo in vendita questo vecchio volume sugli annullamenti del LV, scritto e pubblicato nel 1923 da tal Napoleone Bellini (magari è famosissimo, ma io non l'avevo mai sentito prima ).
L'inserzione mostra anche 3 pagine interne e, guarda caso, c'è quella col muto di Varese II tipo:
Non può sfuggire che la riproduzione è copiata dal francobollo annullato con entrambi i muti che ho mostrato sopra (l'ON posto in diagonale nella stessa posizione non lascia dubbi) che evidentemente era noto già 90 anni fa.
Corrado
L'inserzione mostra anche 3 pagine interne e, guarda caso, c'è quella col muto di Varese II tipo:
Non può sfuggire che la riproduzione è copiata dal francobollo annullato con entrambi i muti che ho mostrato sopra (l'ON posto in diagonale nella stessa posizione non lascia dubbi) che evidentemente era noto già 90 anni fa.
Corrado
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- francesco luraschi
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Re: il 15 centesimi annullato con il muto di Venezia
A questo punto servirebbe sapere se c'è qualche firma al verso del francobollo, meglio se ED ovviamente.
Francesco
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Re: il 15 centesimi annullato con il muto di Venezia
E come la mettiamo con questo?
Muto di Guidizolo, esemplare unico, R5 del Sassone. La striscia fu ri-annullata con un anello probabilmente appartenente all'impiegato dell'ufficio. Questi volle strafare annullando i due esemplari della striscia, solamente sfiorati dall'annullo ufficiale SD.
Non ha nessun carattere ufficiale, è frutto di un iniziativa privata estemporanea.
Ha un senso?
Può essere valutato come una delle maggiori rarità del settore?
Benjamin
Muto di Guidizolo, esemplare unico, R5 del Sassone. La striscia fu ri-annullata con un anello probabilmente appartenente all'impiegato dell'ufficio. Questi volle strafare annullando i due esemplari della striscia, solamente sfiorati dall'annullo ufficiale SD.
Non ha nessun carattere ufficiale, è frutto di un iniziativa privata estemporanea.
Ha un senso?
Può essere valutato come una delle maggiori rarità del settore?
Benjamin
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Israele, annulli turchi, Levante, mandato britannico, interim e dal 1948 a oggi
"Non temete nuotare contro il torrente, è d'un anima sordida pensare come il volgo, perché il volgo è in maggioranza."
Giordano Bruno
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- francesco luraschi
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Re: il 15 centesimi annullato con il muto di Venezia
E' sicuramente una rarità in fatto di numero di pezzi noti e, questo secondo me, come "peso" in una collezione di Lombardo-Veneto.
Grande o piccola, più o meno interessante, è un discorso soggettivo. Per me rimane "grande".
Francesco
Grande o piccola, più o meno interessante, è un discorso soggettivo. Per me rimane "grande".
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Re: il 15 centesimi annullato con il muto di Venezia
Rispondo a Francesco che il catalogo d'asta afferma che il francobollo con entrambi i muti di Varese è certificato En.Diena.
A proposito della rarità dei "pezzi unici" o quasi, dato per scontato che ognuno è padrone delle proprie opinioni, e che tutte le opinioni vanno rispettate, per me una rarità nel campo degli annulli non può che essere un annullo, cioè un oggetto nato per demonetizzare dei francobolli e utilizzato ufficialmente da almeno un ufficio postale. Se non è un annullo, ma una qualunque cosa stampigliata sul francobollo da chissà chi, chissà perchè (magari in aggiunta al normale annullo, come nei casi di Guidizolo e Camposampiero) e per giunta una volta e mai più, la considero al massimo una curiosità. Se costa poco, tipo "simpatico datario", la prendo, perchè le anomalie comunque mi piacciono, altrimenti ne faccio tranquillamente a meno.
Corrado
A proposito della rarità dei "pezzi unici" o quasi, dato per scontato che ognuno è padrone delle proprie opinioni, e che tutte le opinioni vanno rispettate, per me una rarità nel campo degli annulli non può che essere un annullo, cioè un oggetto nato per demonetizzare dei francobolli e utilizzato ufficialmente da almeno un ufficio postale. Se non è un annullo, ma una qualunque cosa stampigliata sul francobollo da chissà chi, chissà perchè (magari in aggiunta al normale annullo, come nei casi di Guidizolo e Camposampiero) e per giunta una volta e mai più, la considero al massimo una curiosità. Se costa poco, tipo "simpatico datario", la prendo, perchè le anomalie comunque mi piacciono, altrimenti ne faccio tranquillamente a meno.
Corrado
Ultima modifica di arkorr il 27 agosto 2013, 21:41, modificato 1 volta in totale.
- Stefano Tonello
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Re: il 15 centesimi annullato con il muto di Venezia
Carissimo Benjamin
La tua domanda o provocazione sotto intende anche la risposta evidentemente ... Mi trovo perfettamente concorde e anzi aggiungo che a mio parere oltre a non dover essere annoverato tra le rarità potrebbe essere considerato come un difetto
Scusate l'imprudenza ...
Ciao a tutti
La tua domanda o provocazione sotto intende anche la risposta evidentemente ... Mi trovo perfettamente concorde e anzi aggiungo che a mio parere oltre a non dover essere annoverato tra le rarità potrebbe essere considerato come un difetto
Scusate l'imprudenza ...
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Stefano Tonello
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Re: il 15 centesimi annullato con il muto di Venezia
Non dubito che i (pseudo) muti di Varese o Guidizolo siano autentici, quindi certificabili (a modo loro).
Quel che trovo singolare e che si pensi di metterli sullo stesso piano dei muti ufficiali (Bergamo, Lecco, Milano, Venezia, Verona, ecc...).
Come un francobollo, per essere ritenuto tale deve avere validità postale, magari un decreto ministeriale ed un "pédigrée" riconosciuto, per non essere tassato come "erinnofilo", "bogus" o "emissione di fantasia", un annullo deve avere le stesse credenziali.
Siamo sicuri che l'annullo a "V" sia stato apposto a Guidizolo e non in arrivo o transito?
Si tratta dell'iniziativa privata di un impiegato zelante.
E' certamente interessante ma ha una dignità pari agli annulli ufficiali di cui si conoscono pochi esemplari?
Il fatto che i pseudo muti di Guidizolo e Varese siano quasi unici, depone a loro sfavore.
Meglio un 5-10 esempalri di una cosa vera e riconosciuta che un esemplare unico campato in aria.
Almeno Guidizolo era un piccolo centro, ma Varese no!
Se ci fosse stata una minima copertura ufficiale all'utilizzo di una chiave quale annullo, sarebbero sopravvissuti più esemplari.
Benjamin
Quel che trovo singolare e che si pensi di metterli sullo stesso piano dei muti ufficiali (Bergamo, Lecco, Milano, Venezia, Verona, ecc...).
Come un francobollo, per essere ritenuto tale deve avere validità postale, magari un decreto ministeriale ed un "pédigrée" riconosciuto, per non essere tassato come "erinnofilo", "bogus" o "emissione di fantasia", un annullo deve avere le stesse credenziali.
Siamo sicuri che l'annullo a "V" sia stato apposto a Guidizolo e non in arrivo o transito?
Si tratta dell'iniziativa privata di un impiegato zelante.
E' certamente interessante ma ha una dignità pari agli annulli ufficiali di cui si conoscono pochi esemplari?
Il fatto che i pseudo muti di Guidizolo e Varese siano quasi unici, depone a loro sfavore.
Meglio un 5-10 esempalri di una cosa vera e riconosciuta che un esemplare unico campato in aria.
Almeno Guidizolo era un piccolo centro, ma Varese no!
Se ci fosse stata una minima copertura ufficiale all'utilizzo di una chiave quale annullo, sarebbero sopravvissuti più esemplari.
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- Località: Osimo (AN)
Re: il 15 centesimi annullato con il muto di Venezia
Caro Benjamin,
concordo con le tue considerazioni.
Ma voglio provocarti: non possiamo estenderle agli annulli R senza l'anno (perché anche loro sono malfunzionamenti di un annullo con l'anno)?
concordo con le tue considerazioni.
Ma voglio provocarti: non possiamo estenderle agli annulli R senza l'anno (perché anche loro sono malfunzionamenti di un annullo con l'anno)?
Andrea
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FILATELIA POLARE (BAT, AAT, TAAF, ROSS, FALKLAND ISLAND DEPENDENCIES, SOUTH GEORGIA & SOUTH SANDWICH ISLANDS - BASI ANTARTICHE E SPEDIZIONI POLARI
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(S. Agostino)
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- stiraeammira
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- Iscritto il: 5 giugno 2013, 20:39
Re: il 15 centesimi annullato con il muto di Venezia
Solo una veloce annotazione: fantastica e appassionante discussione, continuate così e grazie a tutti per i vostri preziosi contributi....sembra di stare in aula magna!
Andrea
- francesco luraschi
- Messaggi: 2733
- Iscritto il: 14 luglio 2007, 18:08
- Località: Como
Re: il 15 centesimi annullato con il muto di Venezia
Un dato storico:
Edolo abitanti 1500, Guidizzolo 2200, Varese... 11000!
Francesco
Edolo abitanti 1500, Guidizzolo 2200, Varese... 11000!
Francesco
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Re: il 15 centesimi annullato con il muto di Venezia
ma....
Gli abitanti ci dicono poco
Milano, Verona e Venezia superavano i 50.000 abitanti ok....
Mantova quasi 30.000
Bergamo ne aveva 35.000 e aveva la losanga (peraltro poi usata sui giornali)
Brescia che di abitanti ne aveva altrettanti non ha avuto il muto
Lecco che era li vicino a Varese di abitanti ne aveva solo 5.000 e aveva il suo muto mentre Como con 20.000 non lo ha avuto!
Se poi pensiamo che Padova (senza muto) ne aveva piu' di 50.000 e con l'universita' aveva un traffico postale enorme per l'epoca....
Ma qui siamo in Veneto e sembra vi sia stata una strategia diversa.
Gli abitanti ci dicono poco
Milano, Verona e Venezia superavano i 50.000 abitanti ok....
Mantova quasi 30.000
Bergamo ne aveva 35.000 e aveva la losanga (peraltro poi usata sui giornali)
Brescia che di abitanti ne aveva altrettanti non ha avuto il muto
Lecco che era li vicino a Varese di abitanti ne aveva solo 5.000 e aveva il suo muto mentre Como con 20.000 non lo ha avuto!
Se poi pensiamo che Padova (senza muto) ne aveva piu' di 50.000 e con l'universita' aveva un traffico postale enorme per l'epoca....
Ma qui siamo in Veneto e sembra vi sia stata una strategia diversa.
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- francesco luraschi
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Re: il 15 centesimi annullato con il muto di Venezia
Era una considerazione la mia in base a un intervento di Benjamin. Ovviamente l'equazione +abitanti=+traffico postale non regge.
Forse è più indicativo, ai fini del traffico postale, l'assegnazione del tipario d'acciaio al posto di quello in ottone.
Una sorta di premio.
Stasera guardo ma per me Varese era tra quelli del primo gruppo.
Como "muto" non è noto ma probabilmente c'era un problema a livello locale. Dovrei ricontrollare tutte le date...
Francesco
Forse è più indicativo, ai fini del traffico postale, l'assegnazione del tipario d'acciaio al posto di quello in ottone.
Una sorta di premio.
Stasera guardo ma per me Varese era tra quelli del primo gruppo.
Como "muto" non è noto ma probabilmente c'era un problema a livello locale. Dovrei ricontrollare tutte le date...
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- mestrestamps
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Re: il 15 centesimi annullato con il muto di Venezia
Dopo aver letto le ultime opinioni, faccio alcune considerazioni a voce alta e dico anch’io la mia.
Io non credo che, perché esiste una sola impronta conosciuta di un tipario, questo debba per forza essere il risultato di un impiegato postale zelante o l’artifizio di un artigiano della zona, quindi una curiosità e nient’altro, ottenuta in modo fortuito.
Che dire di questo muto di Mantova, che riporta sul certificato che l’accompagna redatto dal dott. Diena
“…non mi sono note altre impronte su lettera…”.
Forse qualcuno si è divertito a realizzare l’impronta magari con un piccolo batticarne da macellaio?
O questa? Il certificato Diena riporta esattamente quello di cui sopra.
Anche qui qualcuno si è divertito, magari con un cuscinetto a sfera (ammesso che all’epoca esistessero?)
O prendiamo ad esempio il tipario SI di Ampezzo, conosciuto solo su una lettera del 31.3.1851 come annullatore di 15 cent. Vuol dire che dal 1 giugno 1850 fino ad allora venne adoperato il timbro LO e quel giorno l’addetto postale trovò in fondo al cassetto il tipario SI e con quello annullò solo UNA lettera?
Come vedete le casistiche “strane” sono in aumento, soprattutto per quanto riguarda i muti.
Io non lascerei niente al caso, almeno fino a che non dovesse saltare fuori il documento che regolamentava forme e usi di questi tipari.
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Re: il 15 centesimi annullato con il muto di Venezia
Il secondo di Mantova con annullo a lato del gennaio 51 è ineccepibile!
L'altro bisognerebbe vedere tutta la lettera.....
ma se è vero che è del giugno 50
mi lascia assai perplesso e l'ipotesi del batticarne non sarebbe da scartare
L'altro bisognerebbe vedere tutta la lettera.....
ma se è vero che è del giugno 50
mi lascia assai perplesso e l'ipotesi del batticarne non sarebbe da scartare
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Re: il 15 centesimi annullato con il muto di Venezia
Ho rintracciato l'elenco degli uffici forniti di tipario in acciaio nel periodo 1839-1840 (!!!) che quindi costituiscono un'elite in termne di traffico/fatturato. Tutte le direzioni non fanno parte dell'elenco ma ebbero tipari in acciaio.
Casalmaggiore-Chiari-Codogno -Crema-Desenzano-Lecco-Lonato-Monza-Morbegno-Salò-Sesto Calende-Sondrio-Varese.
Ben pochi di questi "eletti" vennero sicuramente muniti di un tipario "muto", magari qualcuno è sconosciuto( il muto di Lecco ha la faccia della fornitura centralizzata, qualcun altro un po'meno).
Ecco quanto scrive la dispo del marzo 1850, ho aggiunto in maiuscolo una parte che ora mi sembra significativa:
"Presso i maggiori uffici, ove occorre nell'ultimo momento di timbrare con sollecitudine molte lettere, si potrà forse verificare il bisogno di provvedere di un apposito timbro per i bolli di affrancazione applicando il timbro dell'impostazione separatamente sulle lettere come finora. IN TAL PROPOSITO SAREBBE DA RASSEGNARSI RAPPORTO ALLA SCRIVENTE" .
A me personalmente sembra strano, ma molto strano!!!, che uffici tipo Edolo, Varenna e Viadana vennero forniti da Vienna di un tipario che sarebbe costato almeno 15-20 lire. Però non posso escluderlo con certezza.
Più probabile una produzione locale, che però non vuole dire "privata",magari da parte di commessi benestanti o in vena di emulazione.
Con il corredo di timbri in uso presso gli uffici quale opzione avrebbero avuto anche uffici maggiori tipo Mantova per annullare francobolli sfuggiti al timbro in partenza? Il corredo standard di tipari negli uffici di nuova apertura è noto. E nessuno si adattava a operazioni di regolarizzazione di spedizioni difettose, almeno nell'estate del 1850.
Guidizzolo viene dai cataloghi messo tra i muti ma questo annullo è una cosa diversa perché il periodo dei muti è caratterizzato da un sincronismo e parallelo tra datario e annullatore.
Finchè non si trova un doc si vaga nel campo delle ipotesi.
Francesco
Casalmaggiore-Chiari-Codogno -Crema-Desenzano-Lecco-Lonato-Monza-Morbegno-Salò-Sesto Calende-Sondrio-Varese.
Ben pochi di questi "eletti" vennero sicuramente muniti di un tipario "muto", magari qualcuno è sconosciuto( il muto di Lecco ha la faccia della fornitura centralizzata, qualcun altro un po'meno).
Ecco quanto scrive la dispo del marzo 1850, ho aggiunto in maiuscolo una parte che ora mi sembra significativa:
"Presso i maggiori uffici, ove occorre nell'ultimo momento di timbrare con sollecitudine molte lettere, si potrà forse verificare il bisogno di provvedere di un apposito timbro per i bolli di affrancazione applicando il timbro dell'impostazione separatamente sulle lettere come finora. IN TAL PROPOSITO SAREBBE DA RASSEGNARSI RAPPORTO ALLA SCRIVENTE" .
A me personalmente sembra strano, ma molto strano!!!, che uffici tipo Edolo, Varenna e Viadana vennero forniti da Vienna di un tipario che sarebbe costato almeno 15-20 lire. Però non posso escluderlo con certezza.
Più probabile una produzione locale, che però non vuole dire "privata",magari da parte di commessi benestanti o in vena di emulazione.
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Finchè non si trova un doc si vaga nel campo delle ipotesi.
Francesco
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