F&F news n. 7 del 11/10/2014

[Antonello Cerruti]

Cordiali saluti.
Antonello Cerruti

[rogerbarrett]

Premetto che sono l'ultimo arrivato ed uso moltissimo la rete per gli acquisti, a scapito delle occasioni dal vivo che qui, in Abruzzo, sono praticamente in via d'estinzione.. Come i panda!

Ciò detto, condivido, nel mio modesto pensiero di neofita, l'analisi fatta nell'articolo, però dissento dalla vena nostalgica d'Amarcord, forse giustificata dal non aver personalmente vissuto il clima della filatelia di quegli anni.
Aggiungo che mi sarebbe piaciuto approfondire l’analisi pubblicata, ovvero cercar di disaminare le cause degli acclarati effetti: resta almeno il fatto che queste cause non possono esser ricondotte alle responsabilità dei nuovi collezionisti (noi pochi e sprovveduti), ma vanno ricercate nella dinamica delle evoluzioni del commercio globale che massimizza livellandosi verso il basso, a scapito delle preziosità delle "maestrie" specializzate dei venditori che son andati scomparendo (portandosi dietro le proprie pregevoli competenze) schiacciati da una competizione al ribasso.

Le filatelie che non hanno tenuto il passo sono state vittime del mondo che "noi giovani" (generazione internet di collezionisti) stiamo ereditando: la stessa filatelia ne è storicamente corresponsabile.

Scrivo questo con un minimo di garbata inquietitudine, perché c'è da ammettere che questa notevole perdita di competenza della nuova generazione di collezionisti può ancora essere arginata attraverso la condivisione e la partecipazione nei luoghi di aggregazione e confronto, come appunto questo forum, mentre giova ricordare che la novella opportunità del mercato in rete ha permesso più libera concorrenza, causando l’inevitabile spodestamento della centralità delle filatelie storiche.

Non sono un liberista, sia ben chiaro: non credo che la competizione arricchisca: personalmente odio le gare e se fosse per me le corse sportive si correrebbero mano nella mano
Mi limito quantomeno ad osservare che con l’accesso ad un mercato globale è stata prodotta anche una maggiore libertà, una sorta di affrancazione dalle case di vendita storiche, che prima, immagino, doveva apparire impensabile.
Non intendendo santificare ne demonizzare la rete, che costituendo un mezzo non ha responsabilità (bensì gli utenti dovrebbero averne), per la quale, in accademica considerazione, sarebbe auspicabile un uso più etico.
E' opinone diffusa che a tale maggiore libertà sia mancata la necessaria presa di coscienza da parte degli utenti: tutti noi acquistiamo il caffè al supermercato (a propisito ..io colleziono espressi ), ma nessuno si chiede quale sia la compagnia che ridivide in modo equo e solidale i proventi della commercializzazione del prodotto verso i contadini produttori. Ci avete fatto caso? Questa libertà disinformata è la ir-responsabilità etico-solidale degli utenti.

Ad ogni modo, vorrei comunque spezzare una lancia in favore di taluni commerciati di vecchio stampo.
Attraverso la meravigliosa esperienza del rapporto due persone (C.V. e G.L.V.), che ho avuto fortunato modo di conoscere nella mia breve (spero duratura) vita da collezionista, ho maturato una riflessione sul mercato: se il rapporto cliente-negoziante ne vale la pena, conviene sicuramente spendere qualcosa in più per l’acquisto di materiale da un commerciante classico.
Il venditore infatti, oltre che assolvere una mera funzione commerciale, può talvolta assumere anche quella di divulgatore, che per i principianti (come me) può esser più preziosa di qualsiasi altro sconto altrimenti realizzabile in rete. Al negoziante, quindi, che -oltre a dare buoni consigli- si cura di formare dei propri clienti deve essere riconosciuto giusto valore aggiunto.

Al di là del tema specifico, in senso più generale confesso che nella mia vita ho dato precedenza ai rapporti piuttosto che ai meri vantaggi, per cui intendo svilupparli (ndr.: i rapporti) con onestà e coscienza anche in questa nuova avventura.
Ovviamente in sede di competizione arriverò ultimo, se non si correrà mano nella mano come nei miei sogni , ma spero di conservare il conforto della gagliarda consapevolezza di aver partecipato a modo mio.

[byebye]

L'analisi è condivisibile ma solo fino ad un certo punto, perché non tiene conto che il mercato, prima di Internet, non era realmente libero.
Quello che non viene detto, a mio parere, è che il collezionista è cresciuto perché ha la possibilità di trovare più facilmente quello che prima era impossibile reperire se non passando per le forche caudine di qualche convegno di esperti, ma per riconoscerlo e giudicarne l'originalità oggi ha dovuto migliorare il proprio livello culturale.
Oggi si compra stando a casa e senza il consiglio di nessuno, quindi, o giudichi e compri subito o perdi l'occasione.

Ciò significa che alcune professioni devono cambiare, altrimenti vedranno il loro ruolo sempre più ridotto (penso a quella dei periti filatelici, per esempio).
Se due collezionisti vedono la medesima inserzione col Compralo Subito, il collezionista più esperto corre il rischio, quello meno esperto vorrà chiedere un consiglio e nel frattempo... perde l'asta!

[medor]

Concordo con l'analisi di Antonello, chiosa finale compresa: la scomparsa del francobollo come oggetto di uso comune e quotidiano rende inutile la propaganda filatelica tra bambini e ragazzi in età scolare. E' un peccato, ma bisogna prenderne atto.

[Antonello Cerruti]

Sono lieto che questo numero di F&F News abbia suscitato un dibattito. Utilizzerò parte dei messaggi di cui sopra in una prossima nuova "puntata" di F&F news.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti