Studio sui bolli dei portalettere e dei quartieri postali

Forum di discussione generale sugli annulli usati negli uffici postali italiani e non...
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Alex
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Re: Studio sui bolli del portalettere e del quartiere postal

Messaggio da Alex »

Ciao,
ti è possibile mettere la foto di almeno uno di loro ? Se non li vedo non so come fare ad aiutarti.
Purtroppo il timbro ed il bollo postali sono due cose per le quali non basta la descrizione scritta, anche se precisa, ma necessitano di un'immagine.
Ti ringrazio.

Ciao: Ciao:
Cordiali saluti.

Alessandro Zeni

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Sono interessato alla bibliografia postale ed allo studio degli annulli meccanici del Regno d'Italia.

Ogni collezionista in grado di contestare in modo documentato un certificato peritale, ha una conoscenza tale per cui non ha bisogno di richiederlo.
Una collezione specializzata è tanto più importante quanto più è difficile ripeterla uguale
Se un uomo ha fiducia nei suoi mezzi, la parola impossibile non esiste.
P.Sandro
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Re: Studio sui bolli del portalettere e del quartiere postal

Messaggio da P.Sandro »

Ciao Alex, ecco l'immagine:
scansione0001.jpg


Sandro
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Alex
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Re: Studio sui bolli del portalettere e del quartiere postal

Messaggio da Alex »

Ciao Sandro,
quello che mostri dovrebbe essere il timbrino che identifica il portalettere.
Interessante anche la targhetta di San Remo con le righe diritte, usata anche in periodo di regno.

Ciao: Ciao:
Cordiali saluti.

Alessandro Zeni

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cesare
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Re: Studio sui bolli del portalettere e del quartiere postal

Messaggio da cesare »

Ciao a tutti.
In periodo Repubblica ne ho visti pochi.
Devo averne un paio. Da trovare.
Stesso tipo di Verona:
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maurizio
P.Sandro
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Re: Studio sui bolli del portalettere e del quartiere postal

Messaggio da P.Sandro »

Gentilissimo Alex Grazie.

Ringrazio in anticipo per le cortese risposte.
Possibile che negli anni 80 vi erano in giro ancora i timbrini con il numero del portalettere in ovale ?
scansione0001.jpg
scansione0002.jpg
scansione0003.jpg


Ciao: Sandro
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cesare
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Re: Studio sui bolli del portalettere e del quartiere postal

Messaggio da cesare »

Visto che le buste moderne che mostri sono dirette a Roma,
userò un termine dialettale per definirle: "Sòle".
Fantasiose costruzioni, magari utilizzando un timbrino autentico.
Per fare un poco di chiarezza:
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maurizio
P.Sandro
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Re: Studio sui bolli del portalettere e del quartiere postal

Messaggio da P.Sandro »

:cof: :abb: Ciao:

Sandro
rjkard
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Re: Studio sui bolli del portalettere e del quartiere postal

Messaggio da rjkard »

Ciao a tutti, in caso di mancato annullo i portalettere erano autorizzati a obliterare il francobollo con il loro timbro personale, questo anche in repubblica, i due esempi sono degli anni 60, penso che questa prassi era in uso anche negli anni 70, oltre non saprei dire.
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cesare
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Re: Studio sui bolli del portalettere e del quartiere postal

Messaggio da cesare »

Ciao Rjkard
Sono molto curioso di leggere l'articolo del regolamento postale che autorizza l'uso di un timbro personale per annullare l'affrancatura sfuggita alla lavorazione.
Il timbro, a mio parere, è di servizio o è illecito.
Se effettivamente, come sostieni, era espressamente prevista questa modalità allora tutti i portalettere sarebbero dovuti essere stati forniti del bollo di servizio con il loro numero identificativo. Un esercito di portalettere con un timbrino da usare una volta ogni tanto.
Se c'è stata una filosofia costante nella storia del servizio postale questa è senz'altro quella della lesina. Usare, usare.......l'usato.
Timbri, moduli talloncini e quant'altro.... vetusti, riposti in in armadi e cassetti per decenni, e riutilizzati. all' occorrenza
Cosa ben diversa è invece il tratto di matita colorata che solerti postini hanno ampliamente utilizzato in questi casi.
Non me ne volere, nulla di personale.
Per questo fino a prova documentale...... da cui farei ammenda per il mio errore,
rimango dell'opinione che, tutt'alpiù siano usi non regolamentari di timbrini personali.

Ciao Sandro
riguardo la busta con la natalità e i castelli correggo il giudizio.
Lo pseudo bollo portalettere tipo Regno, unico annullatore, se impresso a timbratura appare nuovo di zecca. I caratteri numerici non presentano alcuna usura.
Maurizio
maurizio
rjkard
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Re: Studio sui bolli del portalettere e del quartiere postal

Messaggio da rjkard »

Ciao Maurizio, forse la parola che ho usato ovvero "Autorizzati" è sicuramente inappropriata in virtù dell'art. 916 da te postato, e te ne chiedo scusa, infatti da quello che si evince ogni portalettere possedeva un proprio timbro che doveva essere usato solo nelle clausole da A ad E sempre dell'articolo in questione, ma tu lo vedi un portalettere che restituisce una missiva o cartolina che sia quando riscontra una mancata obliterazione ?
Io credo (ma rimane sempre un mio parere per carità) che questo articolo sia sempre stato interpretato con molta elasticità dagli stessi portalettere i quali, non vedendo un annullo su una missiva, una volta consegnatali la posta giornaliera, nell'organizzare il proprio giro di lavoro imprimevano loro stessi il proprio timbro per non rendere più servibile il francobollo, questo in barba al regolamento che però si dimostrava la cosa più logica per evitare una perdita di tempo sia da parte sua che eventualmente anche del destinatario il quale magari avrebbe potuto ricevere il giorno dopo la sua corrispondenza in virtù della restituzione della stessa da parte del portalettere, dubito molto che un eventuale ispettore o controllore oppure verificatore abbia avuto qualcosa in contrario da ridire, spesso la logica sopperisce in quei regolamenti con parametri un pò troppo restrittivi, poi sicuramente vi saranno state maestranze postali rigidissime nell'applicazione dei suddetti, ma a mio modo di interpretare saranno stati sicuramente una minoranza.

cesare ha scritto:Se effettivamente, come sostieni, era espressamente prevista questa modalità allora tutti i portalettere sarebbero dovuti essere stati forniti del bollo di servizio con il loro numero identificativo. Un esercito di portalettere con un timbrino da usare una volta ogni tanto.


Beh, io credo proprio di si, anche in virtù dell'immagine postata, che poi l'usassero spesso o poche volte o mai questo è un'altro discorso.



Fonte Storie di Posta.
img876.jpg

img877.jpg
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ancaria
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Re: Studio sui bolli del portalettere e del quartiere postal

Messaggio da ancaria »

Ciao Riccardo
nella tua ultima busta postata, i postini saranno anche stati solerti e ligi nell'applicare il proprio bollino, però non si può dire altrettanto dell'ufficio postale da cui dipendevano: infatti non vedo traccia del bollo postale di arrivo. Cosa questa che , trattandosi di una corrispondenza rispedita al mittente, avrebbe potuto essere causa di una sanzione da parte del Verificatore.

Per quanto riguarda l'uso del timbrino come annullatore, sebbene a termini di regolamento non fosse ammesso, nella realtà lo si riscontra in qualche sporadico caso.
Si deve infatti precisare che un simile annullo da parte del portalettere stava a significare che quella cartolina o busta era passata indenne sia all'ufficio di partenza che a quello di arrivo.
Se la cartolina fosse viaggiata attualmente la cosa non mi stupirebbe affatto ma, trattandosi di un periodo in cui la Posta era considerata ancora una cosa SERIA, una svista da ambedue gli uffici postali è da considerarsi sicuramente una casualità.
Ciao: Ciao: Ciao: Agostino

P.s.: andrei molto cauto con questo genere di annulli su francobolli - ultimamente se ne vedono sin troppi in giro (nuovi archivi ......... o "Manidifata" :mmm: :mmm: :mmm: )
rjkard
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Re: Studio sui bolli del portalettere e del quartiere postal

Messaggio da rjkard »

Ciao Agostino, è sempre un piacere risponderti, per ciò che concerne la busta postata fà parte di un articolo di Storie di Posta del settembre-ottobre 2001 N° 12, proprietà collezione Beniamino Caldioli, in cui si evidenzia che molto probabilmente tutti i portalettere erano in possesso del proprio timbrino, in virtù dei numerosi (ben 15) tentativi di rintracciare il mittente, nell'articolo l'assenza di un annullo di arrivo fà presumere la fretta di consegnarlo oppure ad una città di mare, anche perchè non vi è traccia nemmeno di timbri di transito, per ciò che concerne una eventuale sanzione da parte del verificatore, magari forse sarà stata anche fatta, io ti riporto solo quello che l'articolo cita, di più non sò.
Per quanto riguarda il timbro unico annullatore del portalettere, nella mia esperienza ho solo riscontrato i due pezzi che ho mostrato, reperiti negli anni 80 (86 o 87 non ricordo precisamente) altri non ne ho mai visti, tieni presente che collezionando cartoline (di cui ti ricordo che il timbro di arrivo è sempre stato un optional, nonostante alcune normative) le mie eventuali pescate sono sempre ed esclusivamente ( al 99%) avvenute nei mercatini d'antiquariato. Può darsi che con l'avvento di Internet le "Manidifata" abbiano toccato anche questo settore di nicchia, io è un anno e mezzo che possiedo il computer e quindi non ho ancora molta esperienze di vendite online, anche se mi sono già fatto una idea ben precisa, tu mi dici che ultimamente se ne vedono troppi, in questo caso bisogna dare ragione a Maurizio e attenersi solo ai regolamenti, quindi non metterli in collezione diventa più prudente, è un vero peccato che per colpa di alcuni idioti che credono di ricavare pochi spiccioli non si possa avvallorare una ipotesi plausibile che permetterebbe di inserire gli eventuali pezzi in collezione.
Ciao: Ciao: Ciao:
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ancaria
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Re: Studio sui bolli del portalettere e del quartiere postal

Messaggio da ancaria »

rjkard ha scritto: ....... tu mi dici che ultimamente se ne vedono troppi, in questo caso bisogna dare ragione a Maurizio e attenersi solo ai regolamenti, quindi non metterli in collezione diventa più prudente, è un vero peccato che per colpa di alcuni idioti che credono di ricavare pochi spiccioli non si possa avvallorare una ipotesi plausibile che permetterebbe di inserire gli eventuali pezzi in collezione.
Ciao: Ciao: Ciao:

Ciao Riccardo
....ho solo detto di stare molto attenti nell'acquisto ........... non di non mettere eventuali documenti "ponderati" in collezione. Ci mancherebbe altro!!!!!!!!
Gli IDIOTI in filatelia colpiscono ogni settore ........ basta solo stare in campana, comunque piccole "buggerate" sono sempre da mettere in preventivo.
Ciao: Ciao: Ciao: Agostino

P.s. specifico che il mio era un discorso generale quindi non relativo alle tue 2 cartoline (quei due annulli comunque mi sembrano abbastanza simili ai bolli usati dai Censori piuttosto che a quelli usati dai postini - non escludo però un eventuale riciclo)
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cesare
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Re: Studio sui bolli del portalettere e del quartiere postal

Messaggio da cesare »

Buona giornata
ad Alex, Rjkard, Roscianum, Sandro,Ancaria
che portate il vostro contributo
e naturalmente anche a tutti coloro che ci stanno leggendo.

Al di là di qualche mio spunto polemico, che comunque finchè rimane nei limiti del rispetto delle altrui convinzioni, può essere utile a tener vivo il dibattito, la trattazione si va delineando alquanto interessante, ma che temo, spaziando in un arco temporale troppo vasto, finisca per essere dispersiva e poco specifica.

Proporrei di iniziare...dall'inizio.
Ovvero da quelle che sono, al momento, le date documentate, a noi note, delle prime impronte dei bolli dei portalettere.

Questa è la prima data che ho trovato tra le mie raccolte:

I timbri mostrano di già delle usure,
il chè fa, ragionevolmente, pensare fossero già in uso da tempo.

Avete delle date d'uso precedenti?

Maurizio
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maurizio
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fildoc
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Re: Studio sui bolli del portalettere e del quartiere postal

Messaggio da fildoc »

L'uso dei timbri di distribuzione è gia' documentato negli antichi stati...
Per il Lombardo Veneto ho alcune centinaia di esempi....
Non mi sorprende pertanto sia l'uso di essi per annullare cio' che era sfuggito agli uffici, sia che i timbrini nei primi del 1900 fossero gia' logori.

Concordo nelle perplessita' che questo uso sia stato reale nel 1970! :mmm:
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ciao
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Fildoc
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Re: Studio sui bolli del portalettere e del quartiere postal

Messaggio da ancaria »

fildoc ha scritto:L'uso dei timbri di distribuzione è gia' documentato negli antichi stati...

vorrei aggiungere ...... probabilmente anche quello dei timbrini per portalettere: ecco un esempio nel Lombardo-Veneto

http://img522.imageshack.us/img522/5065 ... ettere.jpg
portalettere.jpg

http://img37.imageshack.us/img37/1976/portalettere1.jpg
portalettere1.jpg


Se invece vogliamo restringere la ricerca solo al periodo Regno d'Italia la mia prima data d'uso - sia per bollo di distribuzione che per bollo del portalettere - è del gennaio 1866. Non essendo un collezionista del periodo immagino però che presto saranno portate testimonianze antecedenti.
http://img266.imageshack.us/img266/4255 ... ttere2.jpg
portalettere2.jpg

http://img337.imageshack.us/img337/1685 ... tere2a.jpg
portalettere2a.jpg


Infine allego un uso in periodo Regno di un bollo di Distribuzione tipico del Lombardo-Veneto
Ciao: Ciao: Ciao: Agostino

http://img230.imageshack.us/img230/9615 ... zione1.jpg
distribuzione1.jpg

http://img13.imageshack.us/img13/8718/d ... ione1a.jpg
distribuzione1a.jpg
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Re: Studio sui bolli del portalettere e del quartiere postal

Messaggio da fildoc »

Per arichire l'iconografia mostro l'immagine di una letterina del 1860 indirizzata a Milano dove appaiono contemporaneamente molti timbri : quello ddi confine di Desenzano, quello di arrivo ferroviario in rosso a Milano, quello riquadrato del primo giro di distribuzione e ben due ovalini di postino. Come vedete di una tipologia che poi è perdurata per molto tempo.
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cesare
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Re: Studio sui bolli del portalettere e del quartiere postal

Messaggio da cesare »

Allego un riscontro dell'uso del timbrino del portalettere LV,
sempre in MILANO, ma in periodo Regno
in data 27 febbraio 1869.

Interessante sarebbe riuscire a determinare, per approssimazione, il periodo
della sua sostituzione con quello nuovo di tipologia... unitaria (?).

Nei registi dello Josz che ho potuto visionare, a suo tempo, ricordo una miriade di
impronte di bolli con il numero di servizio del portalettere del tipo ovale schiacciato
con i due riccioli che quasi si toccano in alto.


Insomma del tipo che troviamo in periodo Regno sulla maggiorparte delle città che
disponevano di questi bolli. Direi simile a quello di Napoli a tergo della lettera di Agostino.

Lo Josz lavorò per l'amm Postale, mi pare di ricordare, solo dal 1875.
Il documento di Agostino è di molto precedente: del 1866.
Quantunque lo Josz, non ne possa essere l'ideatore, certamente
lo specifico incarico di una intensa produzione,
lascia intendere che questo fosse il bollo che riscosse le "simpatie"
delle Autorità postali preposte.
Maurizio
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fildoc
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Re: Studio sui bolli del portalettere e del quartiere postal

Messaggio da fildoc »

Credo che l'ovalino sia una consuetudine del regno, infatti la busta che ho mostrato è del 1860, mentre nel 1859 con Milano ancora asburgica non c'era......
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torinesearoma
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Re: Studio sui bolli del portalettere e del quartiere postal

Messaggio da torinesearoma »

Il tema è molto interessante.
Solo oggi ho potuto esaminare le lettere che ho in casa per dare un contributo.
In questo primo intervento, oltre a precisare che non ho esempi del bollino "ovale con riccioli" del portalettere antecedenti al 1866 postato da Agostino, vorrei tornare sui bolli dei Quartieri Postali, cercando anche di riassumere quanto è emerso fino ad ora.

(1) Chi lo usava: a mio avviso, data anche la foggia della parte che reca il numero del portalettere, identica a quella dei timbrini loro assegnati, si trattava sempre di bolli dei portalettere, rifatti includendo il numero di quartiere postale. L'uso del resto è in linea a quello prescritto dall'art. 916 delle "Istruzioni" mostrato da Maurizio, che prescrive la bollatura di "ciascuna corrispondenza" (non di quelle restituite!) al retro, o sul davanti nel caso di cartoline.
E' ovvio che una simile disposizione implicava un notevole perditempo e quindi divenne nel tempo quasi "facoltativa".
Ma come mai nel bollo del portalettere fu incluso il numero di QP? Secondo Maurizio "aveva lo scopo di comunicare al destinatario il numero identificativo del proprio quartiere postale e di abituare gli utenti ad utilizzarlo". La spiegazione è plausibile, ma ce ne potrebbe essere un'altra. Se il numero di portalettere superava i 999 (o rischiava di superarlo), suddividerli per QP consentiva di non dover passare ad una numerazione a 4 cifre per identificarli.
E' anche possibile che entrambe queste motivazioni abbiano giocato un ruolo.

(2) Dove è stato usato: le città nelle quali l'uso è stato documentato sono Firenze, Palermo, Milano, Roma, e Siracusa. Inoltre io ho un esempio di Bologna (non in collezione ahimé, ma in fotocopia).
Bologna QP.jpg

In base ad una prima analisi, i quartieri postali esistevano nel 1922 nelle seguenti città: Bologna - Firenze - Genova - Milano - Napoli - Palermo - Roma - Torino - Venezia. Nel 1923 si aggiungono Trieste e Brescia. Probabilmente altre città come Siracusa si aggiunsero successivamente.
Mancano quindi all'appello diverse città. Probabilmente le locali direzioni postali decisero di non rimpiazzare i bolli esistenti dei portalettere, mantenendo quelli con il solo numerino (forse perché erano meno di 999, o per motivi economici o perché si decise di avviare una sperimentazione in alcune città ...); oppure i nuovi bolli, meno maneggevoli, non furono graditi ai portalettere e presto si ritornò al vecchio.
La cosa può essere verificata esaminando corrispondenza diretta a tali città negli anni '20: se vi sono bolli del portalettere del tipo "ovale con riccioli" o comunque di tipo tradizionale col solo numeretto, direi assai probabile che si sia trattato proprio di un'adozione a macchia di leopardo. Ad esempio ho visto diverse lettere per Napoli negli anni '20 con bollini col solo numero del portalettere.
Molti hanno evidenziato che a Firenze i bolli del QP non recavano il numero del portalettere ma una lettera (io ho visto solo A e B). Fino ad ora non sono emerse possibili spiegazioni.

(3) Periodo d'uso: Questi quelli da me rilevati da una primissima analisi
Bologna 1924
Firenze 1923 - 1925
Milano 1922 - 1924
Palermo 1924 - 1932
Roma 1923 - 1932
Siracusa 1938
Ovviamente ogni aggiornamento è benvenuto.

Maurizio ha anche sottolineato altri aspetti interessanti sul tema dei quartieri postali: l'effettivo uso da parte degli utenti di tale numerazione negli indirizzi, la modalità di suddivisione delle città in quartieri postali. Mi riprometto di tornare sull'argomento (il post è già abbastanza lungo).
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Ultima modifica di torinesearoma il 17 maggio 2010, 8:27, modificato 2 volte in totale.
Paolo
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