Le cambiali

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galland73
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Le cambiali

Messaggio da galland73 »

Ciao a tutti,

da qualche settimana mi sono messo a raccogliere le cambiali, quelle stampate dal poligrafico, con la stampa e il valore facciale sulla sinistra.

http://img504.imageshack.us/i/cambiale.jpg
cambiale.jpg


questa è degli anni '30 ma ce ne sono anche di più vecchie.
Ovviamente anche nel periodo Repubblica, anche in euro.
Oltre alla stampa hanno la filigrana con impresso l'anno e il simbolo del regno o della repubblica.

Qualcuno di voi le colleziona?

Nicola

Ciao:
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de miccolis checco
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Re: CAMBIALI

Messaggio da de miccolis checco »

Invio l'immagine di una cambiale (sola di cambio) del 18 giugno 1817 con la relativa girata

http://public.bay.livefilestore.com/y1p ... fronte.jpg
cambiale%20del%2018%20_6_1817%20fronte.jpg


http://public.bay.livefilestore.com/y1p ... 0retro.jpg
cambiale%20del%2018%20_6_1817%20girata%20al%20retro.jpg


ed un'altra del 14.2.1809

http://public.bay.livefilestore.com/y1p ... 2.1809.jpg
cambiale%20del%2014_2_1809.jpg


Ciao: Ciao: Checco
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valerio66vt
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Re: CAMBIALI

Messaggio da valerio66vt »

Francesco sono bellissime!!!

:clap: :clap: :clap:
Valerio
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de miccolis checco
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Re: CAMBIALI

Messaggio da de miccolis checco »

Visto che a Sabrina e Valerio sono piaciute le immagini delle due precedenti cambiali; mi permetto postarne altre tre:

cambiale del 31.1.1800 fronte
http://public.bay.livefilestore.com/y1p ... fronte.jpg
cambiale%2031_1_1800%20fronte.jpg


cambiale 31.1.1800 retro
http://public.bay.livefilestore.com/y1p ... 0retro.jpg
cambiale%2031_1_1800%20retro.jpg


cambiale del 16.1.1804
http://public.bay.livefilestore.com/y1p ... 1.1804.jpg
cambiale%2016_1_1804.jpg



cambiale del 10.11.1805 fronte
http://public.bay.livefilestore.com/y1p ... fronte.jpg
cambiale%2010_11_1805%20fronte.jpg


cambiale del 10.11.1805 retro
http://public.bay.livefilestore.com/y1p ... 0retro.jpg
cambiale%2010_11_1805%20retro.jpg


Bellissime le firme dei notai :-)) ciao Checco Ciao:
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valerio66vt
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Re: CAMBIALI

Messaggio da valerio66vt »

Spettacolari!!!!!!
Grazie per le immagini Francesco.

Ciao:

Sabrina e Valerio
Ultima modifica di valerio66vt il 7 marzo 2010, 19:39, modificato 1 volta in totale.
galland73
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Re: CAMBIALI

Messaggio da galland73 »

X Francesco:

caspita queste sono proprio vecchie....mai viste, addirittura le ultime postate non sono dello stesso formato delle altre ma sembrano contratti su fogli di carta pergamenata, ma che ci scrivevano sopra?
Le prime una vaga somiglianza con quelle "tradizionali" ce l'hanno.
Una curiosità, hanno filigrana?

Grazie

Ciao:

Nicola
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LisaSimpson
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Re: CAMBIALI

Messaggio da LisaSimpson »

Proprio belli i documenti postati da checco de miccolis :clap: :clap: :clap:
Avete notato che sono spesso firmati con "segno di croce"??
Mi piacerebbe riuscirne a decifrare lo scritto, anche per capire l'evoluzione giuridica dello strumento.
L'impegno di pagamento era raccolto da .....??? un notaio? un impiegato comunale?
cosa è quel disegnino/sigillo in calce? appunto, forse, il sigillo del notaio?
da quando si è cominciato a pagare un tributo allo stato per l'emissione della cambiale?

Fra l'altro, una delle conseguenze della crisi economica è il "gran ritorno" della circolazione di cambiali; fenomeno notato da alcuni mesi da avvocati e ufficiali giudiziari.
Forse anche dagli uffici postali: proprio stamattina alla richiesta di francobolli da 10 e 5 centesimi mi è stato detto che quei pochi che hanno li devono tenere "per le cambiali" ????????????
Avevo fretta, con calma mi faccio spiegare meglio il concetto.
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Letizia Magnini
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valerio66vt
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Re: CAMBIALI

Messaggio da valerio66vt »

Ciao Letizia. Bello leggerti!

Quando si fa una cambiale l'iter è a grandi linee il seguente:

Si acquista dal tabaccaio la cambiale per un valore del 12/1000 dell'importo.
Una volta si attaccavano le marche per cambiali al retro della cambiale stessa per arrivare a pagare il giusto importo; ora c'è la macchinetta che distribuisce la marca (orribile) automatica.
Poi devi andare in posta e farti mettere sulla cambiale un francobollo da 10 centesimi e farla annullare e solo dopo potrai compilarla.

E poi speri che il tizio che ti deve i soldi la paghi..... :-)) :-)) :-)) :-))

Ciao
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LisaSimpson
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Re: CAMBIALI

Messaggio da LisaSimpson »

lorenzo66vt ha scritto:Poi devi andare in posta e farti mettere sulla cambiale un francobollo da 10 centesimi e farla annullare e solo dopo potrai compilarla.

E' proprio questo il passaggio di cui mi sfugge il senso: perchè il francobollo? per la data certa, forse? ma allora non dovrebbero bastare 10 centesimi.... approfondirò....

lorenzo66vt ha scritto:E poi speri che il tizio che ti deve i soldi la paghi..... :-)) :-)) :-)) :-))


Beh.....la cambiale ha una sua "forza" esecutiva bella tosta, pari ad una sentenza: se il tizio non paga con la mia bella cambiale vado direttamente a pignorargli il pignorabile.
Il fatto è che - oggidì - chi paga con le cambiali di solito non ha proprio nulla di pignorabile
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Re: CAMBIALI

Messaggio da valerio66vt »

I dieci centesimi è par la data certa come correttamente hai ipotizzato.

Per quanto riguarda il pagamento è un opera di fede ormai...... domani avrò in ufficio un bell'esemplare che me ne dovrà fare 7 per un totale di 9000 euro circa ma tanto al 99,99% non pagherà queste come non ha pagato le precedenti...... tanto non ha nulla di intestato!

Che gli faccio..... :desp: :desp: :desp: :evil: :twisted:

Valerio
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de miccolis checco
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Re: CAMBIALI

Messaggio da de miccolis checco »

Ho notato che serve un po’ di storia sulla cambiale.
Questo l’ho reperito su internet:
Alla fine del sec. XII e nel XIII la cambiale era un semplice documento notarile, nel quale chi l'emetteva dichiarava di aver ricevuto una somma di denaro per “cambiarla” in altra moneta, da restituire in altro luogo tramite un proprio rappresentante. Come altri documenti del Medioevo, i documenti cambiari erano soltanto dei titoli esecutivi: obbligato al pagamento era il solo emittente, creditore colui che aveva versato la valuta. Da entrambe le parti potevano essere autorizzati dei missi (rappresentanti). Un secondo documento (lettera di avviso) serviva d'identificazione per il rappresentante dell'emittente. Dalla fusione di questi due documenti sarebbe nata la “tratta”. Il suo uso era ormai frequente e nel sec. XIV si fissarono alcuni suoi requisiti caratterizzanti: 1) indicazione della clausola riguardante la somma e il suo pagamento; 2) menzione della somma ricevuta in valuta monetaria; 3) dichiarazione del traente di aver ricevuto una determinata somma e di obbligarsi a restituirla in altra moneta e in luogo diverso. Fu necessario allora distinguere la cambiale dal mutuo in modo che il creditore non fosse obbligato a dimostrare di aver veramente numerato il denaro versato: e la dottrina giuridica quindi impose tale obbligo al debitore. Fino a questo momento la cambiale non si poteva girare: colui che esigeva la cambiale non figurava fra i soggetti del contratto ed era solo un rappresentante; il pagamento della cambiale avveniva spesso “in fiera”. Cominciava però a diffondersi l'uso dell'avallo e del protesto. Già note erano pure le clausole “all'ordine” e “al portatore”. Il portatore era però sempre considerato un rappresentante. Tuttavia si fece strada l'interpretazione che il portatore potesse esigere in nome e per conto proprio e che il suo diritto rimanesse impregiudicato anche se fosse intercorsa una revoca da parte del portatore precedente. Per quanto riguarda la clausola “all'ordine”, la cambiale veniva prendendo una fisionomia quasi identica a quella odierna, ma era limitata a una sola girata. Fu l'ordinanza di Luigi XIV sul commercio a consacrare la possibilità di girare più volte la cambiale e a mutare radicalmente la funzione della cambiale , che diventava così uno strumento per la circolazione dei crediti: il giratario non era più un semplice rappresentante ma poteva esigere in nome e per conto proprio. Nell'economia francese del sec. XVIII la cambiale divenne un facile strumento di mobilizzazione dei crediti commerciali: rimase immutata la “distanza del luogo”, ma venne evolvendosi il concetto di “permuta del denaro”, ammettendosi, per esempio, che la valuta fosse sostituibile da merci. L'Inghilterra aveva inizialmente recepito quanto era stato elaborato in Francia, ma si era presto diversificata sviluppando la tutela del terzo possessore e il superamento della connessione della cambiale con il contratto di cambio. Furono alcuni giurisperiti del sec. XVIII, in particolar modo Eineccio, ad affermare la “letteralità della cambiale ” osservando che la sua validità è costituita dalla redazione del documento e la sua disciplina dalle clausole in esso contenute. Un altro passo fu compiuto dall'Einert insistendo sull'astrattezza della cambiale , sull'autonomia dei possessori successivi e sulla sua origine come atto unilaterale e non come contratto. . Questo concetto venne lentamente recepito nel sec. XIX anche dai giuristi tedeschi e italiani: nel 1848 l'ordinanza di cambio tedesca precisava una serie di diritti in tema di cambiale ; il Codice di Commercio italiano del 1862 esponeva il primo ordinamento in materia cambiaria e il R. D. 14 dicembre 1933, n. 1669 riordinava tutta la materia secondo la Convenzione di Ginevra del 1930. Ormai la cambiale si staccava dal concetto di cambio e s'individuava come atto unilaterale con le sue precise caratteristiche.

Le tre cambiali o lettere di cambio da me postate del 1800,1804 e 1805 sono ancora dei semplici atti notarili con tanto di firme dei notai roganti fatti su carte da bollo dell’epoca e portanti tutti i requisiti necessari al riconoscimento della cambiale.

La cambiale del 1809 è come le precedenti con firma del notaio ma fatta su foglio apposito per cambiali con tassa e bollo a secco napoleonico Nap.e Sic. (Napoli e Sicilia)

Quella del 1817 senza firma del notaio fatta su foglio apposito per cambiali con tassa e bollo a secco del Regno delle due Sicilie e con girata.
Ciao Ciao: Checco
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Re: CAMBIALI

Messaggio da valerio66vt »

Veramente interessante Francesco!

Ciao:

Valerio
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LisaSimpson
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Re: CAMBIALI

Messaggio da LisaSimpson »

de miccolis checco ha scritto:Ho notato che serve un po’ di storia sulla cambiale.
Le tre cambiali o lettere di cambio da me postate del 1800,1804 e 1805 sono ancora dei semplici atti notarili con tanto di firme dei notai roganti fatti su carte da bollo dell’epoca e portanti tutti i requisiti necessari al riconoscimento della cambiale.

La cambiale del 1809 è come le precedenti con firma del notaio ma fatta su foglio apposito per cambiali con tassa e bollo a secco napoleonico Nap.e Sic. (Napoli e Sicilia)

Quella del 1817 senza firma del notaio fatta su foglio apposito per cambiali con tassa e bollo a secco del Regno delle due Sicilie e con girata.
Ciao Ciao: Checco


Credo che una "vera" cambiale, per come la intendiamo oggi, sia solo quella del 1817; la tassa e il bollo statale "bypassano" il notaio. Non occorre più il pubblico ufficiale per il riconoscimento del debito con forza esecutiva.
Non voglio fare la saputella, ma il concetto di cambiale che "incorpora" il diritto di credito è uno di quelli su cui si scontrano gli studenti al primo anno di giurisprudenza.
Ribadisco, proprio belli i documenti di Checco..... :clap: :clap: :clap:
Ciao: Ciao:
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Giovanni Piccione
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Re: CAMBIALI

Messaggio da Giovanni Piccione »

Intervengo solo per dare il mio contributo personale di conoscenza sul perchè le cambiali stiano tornando in voga.
La cosa mi tocca da vicino perchè collaboro con una ditta che sta proprio valutando questa soluzione.
La ditta per la quale lavoro vende beni al consumatore finale.
Fino ad ora si è lavorato con le finanziarie.
Per non fare gravare sull'acquirente i notevoli costi del finanziamento, circa il 15% di interessi più assicurazione e spese di istruttoria, ha adottato un cosiddetto tasso agevolato, dove il cliente paga circa l'8% di interessi più le spese e la ditta il 7%.
Ultimamente le finanziarie hanno tirato bruscamente il freno, alcune si sono anche ritirate dal mercato italiano, per via dell'alto livello di sofferenza. Ho visto pratiche non accettate perchè il cliente non era censito, cioè non aveva mai richiesto finanziamenti. Pratiche non accettate perchè all'indirizzo dell'acquirente (condominio o complesso residenziale) risultavano troppi residenti non pagatori.
Perchè non avevano il numero telefonico di rete fissa, ed altre amenità.
Queste difficoltà, unite al fatto che comunque si danno dei soldi alla finanziaria ed in considerazione del fatto che il volume degli insoluti della produzione effettuata dalla mia ditta è di circa lo 0.3%, stanno facendo valutare l'ipotesi di un ritorno alle cambiali che risulterebbe essere più pratico ed anche economico. L'azienda applicherebbe un tasso di interessi accettabili e con quelli coprirebbe le eventuali sofferenze.
L'unico handicap è che, mentre con la finanziaria l'importo viene liquidato una settimana dopo l'approvazione della pratica, con la cambiale l'azienda deve anticipare dei soldi perchè deve pagare la merce ai fornitori, pagare le provvigioni e tutti i costi d'esercizio, ed i soldi rientrano rateizzati mensilmente, quindi bisogna avere un capitale da investire.
Questa almeno è la mia esperienza.
Ciao:
"SE IO DO UNA MONETA A TE E TU DAI UNA MONETA A ME, ALLA FINE AVREMO UNA MONETA CIASCUNO; MA SE IO DO UN'IDEA A TE E TU DAI UN'IDEA A ME, ALLA FINE AVREMO CIASCUNO DUE IDEE" Proverbio cinese
” Le idee migliori non vengono dalla ragione, ma da una lucida, visionaria follia."(Erasmo da Rotterdam)
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Re: CAMBIALI

Messaggio da sintesi2006 »

Ciao
Giovanni basterebbe cedere il credito a società di factoring che acquistano il credito prosoluto o 'cambiarle' a san marino :fest:
marcadabollo

Re: CAMBIALI

Messaggio da marcadabollo »

Avete toccato un argomento che mi ha sempre appassionato molto (e che ovviamente colleziono!).

Innazitutto un cenno sui 10 centesimi di francobollo: un tempo l'integrazione del bollo del foglietto per cambiali (la cambiale è l'atto d'impegno a pagare, il suo supporto è meglio definito come foglietto per cambiali) con le marche comportava una visita all'ufficio del registro o a quello del bollo, unici autorizzati a bollare le marche aggiuntive. La cosa ovviamente creava non pochi inconvenienti agli utenti delle località ove non erano presenti tali uffici, così fu consentita la bollatura da parte delle poste, che per un po' non pretesero alcun pagamento. Con l'aumentare del numero degli utenti che utilizzavano la bollatura postale, le poste introdussero una tassa per tale servizio, regolarmente citato nei tariffari: ho cambiali bollate con francobolli da 50 lire, 100 lire, 150 lire a testimonianza dell'incremento della tariffa. Non ho nulla di recente, ma Valerio ci dice che la tariffa ora è di 10 centesimi.

Vengo alle cambiali di Checco: il bollo, ovale su una e tondo sull'altra, con l'indicazione "200", rappresenta il valore massimo dell'importo della cambiale (200 ducati), la tassa è invece indicata nel bollo a secco. In entrambi i casi dovrebbe essere di 10 grana: l'esemplare con bollo ovale della mia collezione ha però il bollo a secco mal impresso e non riesco a leggere bene il valore e chiedo a Checco di confermare. 200 ducati erano lo scaglione minimo, poi salivano di 200 in 200 fino a mille e di mille in mille fino a 20000. Questo scaglionamento venne poi sostituito da un altro che manteneva il passo di 10 grana ogni 200 ducati fino a 2000, tassando a 150 grana gli importi superiori a 2000. Ancora qualche cenno sulle due cambiali di formato "tradizionale": il formato è un terzo di quello di un foglio di carta bollata, tagliato in orizzontale, formato "inventato" dai francesi e, non a caso, quella col bollo ovale è appunto del periodo francese e porta in filigrana la dicitura "Legge del 9 Mag. 1807", che è la legge con cui venne riformata nel Regno delle Due Sicilie la tassa di bollo, assimilandola al modello francese, cioè introducendo due diversi criteri di tassazione: la tassa di dimensione e quella proporzionale. La prima era quella classica, basata sulle dimensioni del foglio di carta e su cui era basata la tassazione istituita dai Borboni nel 1801 (su questo ritornerò) e che vedeva tre soli importi di bollo (2, 4 e 6 grana), la seconda invece era proporzionale alla somma dell'atto (quindi non solo le promesse di pagare, ovvero le cambiali). E questo spiega le tre cambiali "notarili": innanzitutto quella del 1800 è su un foglio di carta semplice, perchè la tassa di bollo a Putignano sarebbe arrivata solo l'anno successivo, le altre due sono sulla normale carta bollata da due grana perchè all'epoca la legge fiscale non aveva ancora previsto una diversa tassazione per gli atti contenenti riferimenti a somme di denaro.
Il grande fascino della carta bollata e dei foglietti per cambiali delle Due Sicile è nel gran numero di bollature multiple che si possono riscontrare: i francesi introdussero la valuta decimale, che i Borboni si affrettarono ad abolire dopo la restaurazione, quindi i bolli in centesimi si trovano con i secondi bolli in valuta napoletana; il cambio di tariffa per le cambiali vide la ribollatura di tutti i foglietti per gli scaglioni aboliti, ribollati per uno di quelli di nuova istituzione; l'atto finale fu la cancellazione dei bolli borbonici con una croce e l'apposizione di un bollo con lo scudo di Savoia. Insomma un settore di grande interesse collezionistico: il limitato arco temporale (1801-1861) e la discreta reperibilità di una parte di tali documenti sono un invito a collezionare questo materiale, che però sottende una trappola. Infatti appena si comincia a cercare, si scopre che il 95% del materiale reperibile è sempre dei medesimi tipi e certi altri invece si vedono assai di rado. Oltretutto, ormai la maggior parte degli archivi da cui poteva emergere altro materiale, hanno già subito lo spoglio, con il conferimento del materiale di interesse agli Archivi di Stato locali, e con l'invio al macero di quanto non valutato di interesse storico dalla Commissione che effettua lo spoglio (uno dei componenti della Commissione che ha curato lo smaltimento dell'archivio del Tribunale di Trani mi ha confermato che di carta bollata borbonica ne è finita al macero a tonnellate).
Torno sull'introduzione della carta bollata nel regno delle Due Sicilie. La carta bollata è un'invenzione degli spagnoli, che la introdussero nel 1637 in Spagna e via via in tutti i loro domini. Così nel 1639 compare in Sicilia e nel 1640 a Napoli: ma in questo dominio nel 1641 viene precipitosamente abolita perchè la falsificazione del bollo (impresso xilograficamente) è così diffusa da vanificare le sperate entrate. Solo dopo la caduta della Repubblica Partenopea del '99, davanti alle voragini della finanza pubblica, i Borbone la reintrodussero nel 1801 nei "Domini di qua del faro", ultimo degli stati preunitari ad adottarla, lasciando comunque esente la Sicilia.
Temo di avervi annoiati, grazie a chi ha avuto la pazienza di leggere fin qui.
Michele
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Re: CAMBIALI

Messaggio da de miccolis checco »

Interessantissima l'illustrazione fornitaci da marcadabollo e confermo che su ambedue le cambiali la tassa del bollo a secco è di 10 grana. ( la prima ha un bollo a secco con l'aquila napoleonica e in filigrana "Leg. del 9 Mag. 1807" ; la seconda ha un bollo a secco sempre da g.10 ma con lo scudo del regno e in filigrana "Leg. del 9 Mag1807"

http://akfl0q.bay.livefilestore.com/y1p ... ne0038.jpg
scansione0038.jpg


http://akfl0q.bay.livefilestore.com/y1p ... e0039b.bmp
scansione0039b.jpg


Ciao: Checco
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Re: CAMBIALI

Messaggio da fradem »

Innanzitutto un saluto al mio caro cugino Checco, una delle persone che mi ha aiutato quando ho cominciato ad appassionarmi di filatelia e successivamente di fiscali.
Una delle mie passioni sono proprio le cambiali. Purtroppo la quasi totalità sono della repubblica, una parte del regno, tutte o quasi del '900.
Se qualcuno si chiede cosa vuol dire BPL, sta per "Buono Per Lire", ho controllato su quelle in euro e questa sigla è sparita.
Oltre ai differenti tipi di bollo abbiamo anche differenti filigrane con indicato l'anno di produzione, come anche vi sono stati differenti produttori delle carte per cambiali. Solo questo vi può dare l'idea di come possa essere complesso ed affascinante questo settore.
Tempo fa avevo cominciato a classificare le cambiali dei primi anni della repubblica, devo ridare un'occhiata al file ed eventualmente lo posterò.
Purtroppo ho pochissimo tempo e devo salutarvi, ciao Francesco
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Re: CAMBIALI

Messaggio da de miccolis checco »

Ricambio di cuore i saluti del cugino Francesco :-) . Per Marcadabollo posto questa cambiale del 5 marzo 1842 anch'essa con l'indicazione del valore massimo di 200 ducati e col bollo a secco per 10 grana. Nella filigrana poi non c'è più la dizione della legge ma porta al centro un cerchio con tre gigli e le lettere P R ; la filigrana della bordatura poi è completamente inquadrata ed ornata differentemente dalla prima che è circoscritta con una semplice linea retta sopra e sotto, ma con piccole curvature ai lati; e dalla seconda simile alla prima ma con due linee rette sopra e sotto.

http://akfl0q.bay.livefilestore.com/y1p ... ML/cam.jpg
cam.jpg


http://public.bay.livefilestore.com/y1p ... ne0042.jpg
scansione0042.jpg


Ciao Ciao: Checco
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Re: CAMBIALI

Messaggio da fradem »

Tempo fa avevo ordinato le cambiali del 1° tipo della repubblica, caratteristica di queste è la filigrana dove vi è solo la scritta "REPUBBLICA ITALIANA" senza stemma, poi in basso a sinistra l'anno di produzione ed in basso a destra la sigla del produttore (PMF e CMF), vanno dal 1947 al 27 dicembre 1957.
cambrep1.jpg


Nel 1948 alcuni valori vennero stampati su carta filigranata del regno.

Il 2° tipo di cambiali della repubblica si distingue dal primo per la filigrana dove oltre alla scritta è presente anche lo stemma della repubblica ed il produttore da questo momento in poi diventa unicamente l'IPS, questo a partire dal 27 dicembre 1957.

Nel file che allego vi sono i dati raccolti dalle cambiali della repubblica del 1° tipo che ho e dalle notizie riportate sul testo di Fortunato Marchetto "Dalla lettera di cambio alla cambiale in Italia 1154-1958". Le valutazioni che indico sono quelle presenti sul testo citato.

Conto appena possibile di integrare il file con i dati di quelle del 2° tipo.
catalogazione cambiali F&F.xls


Ciao, Francesco
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