Ciao Rjkard,
credo che per tutte le targhette pubblicitarie valga il concetto di contratto.
Erano una forma di pubblicità concepita per dar modo ai privati di reclamizzare la loro attività, almeno inizialmente.
Per questo devono essere state gestite con un contratto che stabiliva alcune regole d'impiego, tipo il numero di pezzi battuti, se dovevano essere in partenza o in arrivo, se dovevano essere messe nei giorni feriali o festivi ( oppure sempre ) o altre cose di questo genere.
Quelli sopra citati sono solo esempi di quello che poteva essere indicato dal contratto, dato che non ne ho mai letto uno.
Dato che comunque le targhette erano gestite a livello di Direzione Provinciale delle Poste, credo che ci fosse, entro certi limiti, una certa libertà di azione nella gestione tra una direzione ed un'altra.
Infatti se tutto fosse stato ovunque omogeneo non riscontreremmo, ad esempio, gli usi in periodi diversi della stessa targhetta.
Credo che la stessa targhetta potesse avere impieghi personalizzati a seconda di dove veniva utilizzata, in base all'importanza che il cliente dava alla pubblicità di quella località.
Un esempio che mostra inesperienza con una delle prime targhette :
Vestitevi al Duomo è la targhetta di un negozio presente a Milano, Venezia e Trieste e la targhetta è molto più frequente usata in partenza che non in arrivo ( soprattutto a Venezia e Trieste, tanto che il Venezia Centro è rarissimo ) quando per logica conveniva che fossero i residenti nelle 3 città a ricevere la targhette sulla posta in arrivo per andare nei negozi.
Con altre targhette successive i commercianti si sono fatti più furbi e hanno curato di più questo aspetto ( vedi, ad esempio, il Gran Premio Milano ).
Per quanto riguarda quelle 'governative' tipo 'pregate i vostri corrispondenti', credo che gli accordi fossero un contratto con una diversa modalità d'impiego data l'enorme frequenza del loro uso.
Cordiali saluti.
Alessandro Zeni
STAFF
Sono interessato alla bibliografia postale ed allo studio degli annulli meccanici del Regno d'Italia.
Ogni collezionista in grado di contestare in modo documentato un certificato peritale, ha una conoscenza tale per cui non ha bisogno di richiederlo.
Una collezione specializzata è tanto più importante quanto più è difficile ripeterla uguale
Se un uomo ha fiducia nei suoi mezzi, la parola impossibile non esiste.