Ma il francobollo, esattamente, che cos'è?
- francesco luraschi
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Re: Il sommario del numero di settembre 2012
Espongo una riflessione personale riguardo l'affermazione di Massimiliano sull'assoggettamento alle tariffe postali del francobollo da parte di Storie di Posta. In altre parole, mi sembra di capire, la critica mossa è che la rivista lascia poco spazio alla filatelia tradizionale per dare più spazio allo studio dei documenti residui togliendo allo studio del francobollo le luci della ribalta.
E'vero: il francobollo viene poco analizzato secondo i canoni tradizionali del collezionismo filatelico, in particolare degli ASI, non perchè lo si voglia morto e sepolto ma perchè quegli studi sono basati sulla tecnica del confronti di innumerevoli pezzi per arrivare ad una teoria sui colori, le tavole, le tirature, le date ecc... Sono studi iniziati decenni fa dai "padri della filatelia" per poi continuare nel tempo sia in Italia che nel mondo con grande successo collezionistico. E chi non è attratto da questi studi e desidera avere il francobollo che tutti vanno cercando?
Storie di Posta, per scelta redazionale immagino concordata con l'editore, basa invece i propri lavori sullo studio delle testimonianze coeve cosa che, inevitabilmente, restringe il raggio d'azione.
E purtroppo la tecnica del confronto di cui sopra nel momento in cui scrivo non è supportata da testimonianze certe, o sono pochissime, quindi sembra difficile che possa entrare a breve in quella tipologia di rivista. Se poi a Vienna, Verona o Venezia saltasse fuori un documento illuminante il discorso poi sarebbe ben diverso. Ma al momento non ci siamo.
E non c'è nulla di male: altre testate accolgono i lavori di studiosi sui francobolli e anche a chi scrive è capitato di vedere un proprio articolo non pubblicato perchè ritenuto poco "spesso".
E'finito su una rivista diversa con uguale soddisfazione.
Francesco
E'vero: il francobollo viene poco analizzato secondo i canoni tradizionali del collezionismo filatelico, in particolare degli ASI, non perchè lo si voglia morto e sepolto ma perchè quegli studi sono basati sulla tecnica del confronti di innumerevoli pezzi per arrivare ad una teoria sui colori, le tavole, le tirature, le date ecc... Sono studi iniziati decenni fa dai "padri della filatelia" per poi continuare nel tempo sia in Italia che nel mondo con grande successo collezionistico. E chi non è attratto da questi studi e desidera avere il francobollo che tutti vanno cercando?
Storie di Posta, per scelta redazionale immagino concordata con l'editore, basa invece i propri lavori sullo studio delle testimonianze coeve cosa che, inevitabilmente, restringe il raggio d'azione.
E purtroppo la tecnica del confronto di cui sopra nel momento in cui scrivo non è supportata da testimonianze certe, o sono pochissime, quindi sembra difficile che possa entrare a breve in quella tipologia di rivista. Se poi a Vienna, Verona o Venezia saltasse fuori un documento illuminante il discorso poi sarebbe ben diverso. Ma al momento non ci siamo.
E non c'è nulla di male: altre testate accolgono i lavori di studiosi sui francobolli e anche a chi scrive è capitato di vedere un proprio articolo non pubblicato perchè ritenuto poco "spesso".
E'finito su una rivista diversa con uguale soddisfazione.
Francesco
I nostri articoli:
https://www.academia.edu/10877153/_News ... _1850-1866_
Cliccare su authors per leggerli tutti facendo scorrere la pagina verso il basso oppure iscriversi al sito http://www.academia.edu per scaricare il PDF.
Francesco
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Francesco
Re: Il sommario del numero di settembre 2012
Francesco ti diplomaticamente stai cercando di salvare la nave....
E te ne do atto
Ma l'articolo vuole svuotare l'oggetto francobollo mostrando una serie di incongruenze
Queste chiamiamole incongruenze sono certamente in gran parte vere, ma purtroppo sono strumentalizzare!
Sono appena tornato da una due giorni in montagna moltoma molto dura e sono morto....
Ne riparleremo quando sarò meno stanco...
ciao vado a letto!
E te ne do atto
Ma l'articolo vuole svuotare l'oggetto francobollo mostrando una serie di incongruenze
Queste chiamiamole incongruenze sono certamente in gran parte vere, ma purtroppo sono strumentalizzare!
Sono appena tornato da una due giorni in montagna moltoma molto dura e sono morto....
Ne riparleremo quando sarò meno stanco...
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+-x:
Sommiamo le idee, riduciamo gli ostacoli, moltiplichiamo le relazioni e condividiamo le conoscenze!
ciao
Fildoc
Sommiamo le idee, riduciamo gli ostacoli, moltiplichiamo le relazioni e condividiamo le conoscenze!
ciao
Fildoc
Re: Il sommario del numero di settembre 2012
Credo che nella discussione si debba assolutamente evitare di dare giudizi conclusivi e di merito.Lecito è invece esporre le le proprie opinioni anche critiche, sempre ben supportate da ragioni e motivazioni. Saremmo tutti onorati se il Sig. Filanci volesse intervenire personalmente nella discussione,
spero che il nostro caro Fabio riesca nell'impresa.
Tornando all'argomento di partenza, vorrei soffermarmi sulle origini del problema, e ricordare qualcosa riguardo la Riforma Postale di Sir Rowland Hill il quale già nel 1837 parla di necessità di una prepaid postage.
Ora la categoria prepaid postage contiene al suo interno prodotti vari e infatti proprio in quel famoso 1° Maggio
vennero posti in vendita due prodotti diversi ma facenti tutti e due parte della categoria: le prepaid stationeries, cioè le Mulready stationeries e le postage stamps, il Penny black Infatti Sir Hill aveva pensato a prodotti diversi: stamps covers, stamped envelopes, and adhesive stamps Addirittura già da quel famoso 1° Maggio si stupì vedendo quanto i postage stamps fossero più graditi delle Mulready stationeries, poichè aveva puntato molto di più sul secondo prodotto, probabilmente poco gradito al pubblico per il disegno. " I fear we shall have to substitute some other stamp for tha design of Mulready. The public has shown their disregard...."
Le Mulready furono ritirate a Luglio e si pensò ad un altro tipo di stationery. Credo quindi sia necessario cercare di trovare una grande categoria che racchiuda tutti i prodotti che hanno valore postale ed escluda gli altri, e penso questo sia stato l'intento del Sig. Filanci, cercare i classificare per evitare malintesi. Se poi vogliamo limitare tutto al semplice francobollo, credo sia ancora attuale la definizione che ne diede Sir Rowland Hill :" a bit of paper just large enough to bear stamps, and covered at the back with a glutinous wash".
La classificazione comporta sempre problemi: penso allo scandalo che provocò Linneo quando fra gli animali incluse l'Homo sapiens!.
Cinzia
spero che il nostro caro Fabio riesca nell'impresa.
Tornando all'argomento di partenza, vorrei soffermarmi sulle origini del problema, e ricordare qualcosa riguardo la Riforma Postale di Sir Rowland Hill il quale già nel 1837 parla di necessità di una prepaid postage.
Ora la categoria prepaid postage contiene al suo interno prodotti vari e infatti proprio in quel famoso 1° Maggio
vennero posti in vendita due prodotti diversi ma facenti tutti e due parte della categoria: le prepaid stationeries, cioè le Mulready stationeries e le postage stamps, il Penny black Infatti Sir Hill aveva pensato a prodotti diversi: stamps covers, stamped envelopes, and adhesive stamps Addirittura già da quel famoso 1° Maggio si stupì vedendo quanto i postage stamps fossero più graditi delle Mulready stationeries, poichè aveva puntato molto di più sul secondo prodotto, probabilmente poco gradito al pubblico per il disegno. " I fear we shall have to substitute some other stamp for tha design of Mulready. The public has shown their disregard...."
Le Mulready furono ritirate a Luglio e si pensò ad un altro tipo di stationery. Credo quindi sia necessario cercare di trovare una grande categoria che racchiuda tutti i prodotti che hanno valore postale ed escluda gli altri, e penso questo sia stato l'intento del Sig. Filanci, cercare i classificare per evitare malintesi. Se poi vogliamo limitare tutto al semplice francobollo, credo sia ancora attuale la definizione che ne diede Sir Rowland Hill :" a bit of paper just large enough to bear stamps, and covered at the back with a glutinous wash".
La classificazione comporta sempre problemi: penso allo scandalo che provocò Linneo quando fra gli animali incluse l'Homo sapiens!.
Cinzia
Giochi tutti i giorni con la luce dell'Universo....
P. Neruda
P. Neruda
Re: Il sommario del numero di settembre 2012
Grazie Cinzia del tuo contributo.
Bellissimo è sentire pareri differenti e da latre angolazioni soprattutto se supportati! Per esempio il tuo ritorno a Sir Rowland Hill, inventore dei francobolli è molto interessante. Visto che li ha inventati lui... ne saprà più di noi . Poi magari nel tempo si modificano le definizioni e anche gli utilizzi...
Filanci ha cercato di modernizzare la definzione e ha voluto anche includere il discorso degli INTERI POSTALI.
Fra l'altro non c'è l'associazione degli interi postali? Sarebbe interessante sapere il parere di Sopracordevole... o la definzione che sarà scritta nel loro catalogo (che io NON HO). Sopracordevole è un esperto in materia...
Comunque ben vengano altri pareri e commenti. Il confronto arricchisce!
ciao fabiov
Bellissimo è sentire pareri differenti e da latre angolazioni soprattutto se supportati! Per esempio il tuo ritorno a Sir Rowland Hill, inventore dei francobolli è molto interessante. Visto che li ha inventati lui... ne saprà più di noi . Poi magari nel tempo si modificano le definizioni e anche gli utilizzi...
Filanci ha cercato di modernizzare la definzione e ha voluto anche includere il discorso degli INTERI POSTALI.
Fra l'altro non c'è l'associazione degli interi postali? Sarebbe interessante sapere il parere di Sopracordevole... o la definzione che sarà scritta nel loro catalogo (che io NON HO). Sopracordevole è un esperto in materia...
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ciao fabiov
SOSTENITORE DA SEMPRE!
Leggete articoli filatelici miei e di altri amici giornalisti nel mio NUOVO sito www.storiefilateliche.it. Oltre a più di 300 articoli ci sono novità, illustrazioni, giochi logici, foto e una sezione ASFE. Vi ricordo anche che sul mio vecchio sito www.fabiovstamps.com è sempre attivo, su tutte le pagine, un motore di ricerca per ritrovare più di 500 MB di info filateliche, caricate negli ultimi 16 anni anni da me sul Forum e sul mio sito!
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Re: Il sommario del numero di settembre 2012
fabiov ha scritto:...Filanci ha cercato di modernizzare la definzione e ha voluto anche includere il discorso degli INTERI POSTALI.
Fra l'altro non c'è l'associazione degli interi postali? Sarebbe interessante sapere il parere di Sopracordevole... o la definzione che sarà scritta nel loro catalogo (che io NON HO). Sopracordevole è un esperto in materia...
Comunque ben vengano altri pareri e commenti. Il confronto arricchisce!
Come vicepresidente dell'UFI, Unione Filatelisti Interofili, mi permetto di accogliere l'invito di Fabio a fornire la ''nostra'' definizione di intero postale, inclusa tra l'altro nel catalogo Interitalia curato in gran parte da Filanci e Sopracordevole:
''L'intero postale e' una carta-valore emessa dallo Stato o da un'amministrazione postale sotto forma di oggetto di corrispondenza o di modulo con valore di anticipazione totale o parziale della tassa richiesta per usufruire di un servizio svolto dalle poste o pagare un diritto postale''.
Questa definizione e' abbastanza ''comoda'' anche se ne sono state proposte altre (ricordate nello stesso catalogo Interitalia). Permette di escludere una serie di oggetti, ancorche' di produzione ufficiale. Tra l'altro permette di tracciare un ''confine'' tra gli oggetti postali in franchigia per usi militari (cartoline e biglietti). Secondo noi infatti vanno esclusi dal nostro settore le cartoline in franchigia del 1915-16 prodotte da privati e ammesse al servizio solo sulla base del timbro di posta militare o quelle in uso nella RSI quando ogni oggetto di corrispondenza poteva viaggiare in franchigia se dotato del bollo della Posta da campo. Ho toccato questo settore perche' e' oggetto delle critiche di Enrico (byebye) al quale pero' mi permetto di ricordare (ma senza volerne fare una guerra di religione) che c'e' una differenza sensibile fra il sistema di franchigia ancorato all'uso di cartoline (e biglietti) ufficiali distribuiti in modo contingentato e sovente trattati con cautele simili alle normali carte-valori e un sistema di franchigia basato esclusivamente sui timbri militari. Tant'e' che sui tipi piu' diffusi di CP militari della prima guerra mondiale che noi consideriamo interi figura un cartiglio di diffida con il riferimento agli articoli del codice penale contro le contraffazioni.
Sul merito fondamentale del dibattito finora sono stato molto riluttante ad intervenire, un po' perche' collaboro alla rivista Arte del Francobollo, un po' perche' notoriamente sono un ''fan'' di Franco Filanci e un po' perche' l'esperienza mi insegna che ogni tentativo di stabilire ''definizioni'' in filatelia provoca un surriscaldamento del dibattito e ogni collezionista si sente quasi leso in qualche suo ''diritto''. Alla radice del problema ci sono abitudini consolidate, interessi collezionistici assai vivaci, l'individualismo tipico del collezionista, nonche' ovviamente la profonda diversita' delle molte anime e ottiche collezionistiche. E questo puntualmente si e' visto anche qui sul forum. Il fatto e' che le ''definizioni'' sono in realta' solo un problema ''collezionistico'', non un problema delle amministrazioni postali (pubbliche o private), che continuamente producono una variegata tipologia di oggetti funzionali ai propri fini, alcuni dei quali poi colpiscono la fantasia del pubblico, finendo collezionati. E ogni collezione impone una catalogazione che a sua volta richiede delle definizioni che inevitabilmente lasceranno fuori qualcosa (e qualcuno potra' risentirsene e contestarle) oppure includeranno altre cose (che altri collezionisti vedono come il fumo negli occhi). Filanci ha avuto sempre il merito nelle sue catalogazioni di dichiarare apertamente le definizioni cui si e' ispirato e si ispira. In genere sono definizioni molto ampie che evitano al massimo quelle aree grigie o ambigue in cui prosperano e proliferano le iniziative piu' discutibili o magari truffaldine. Poi ogni collezionista all'interno di questa definizione ''vasta'' puo' ritagliarsi concretamente il suo spazio con criteri 'puristici' o invece molto laschi. La definizione di francobollo proposta da Filanci mi sembra notevolmente ''latitudinaria'', come dicono gli studiosi della Chiesa, e permette di includere molte cose, ma certo ne esclude altre. Si puo' certamente tentare - secondo il proprio gusto - di restringerla o di allargarla, ma poiche' la realta' fattuale deborda sempre da ogni confine teorico, avremo sempre qualche elemento controverso su cui accapigliarci....
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Riccardo Bodo
SOSTENITORE
SOSTENITORE
Re: Il sommario del numero di settembre 2012
Ciao Riccardo,
ottimo e interessante -come sempre- il tuo contributo. Ancora una volta devo ripetere che la libertà del collezionista è quella di scegliere i confini della propria collezione... e ora mi accorgo che effettivamente ciò può influenzare non solo i bolli che includi o escludi dalla tua collezione, ma anche l'accettazione o meno di certe definizoni più o meno ampie...
Pensa che nella mia collezione ASFE (A Stamp From Everywhere) io accetto "adesive postage stamps" ma anche "stamp-like labels".
Ciò è molto "funny e peculiar", perchè così facendo escludo gli interi postali che sono oggetti certamente filatelici, ma includo i Locals (moltissimi dei quali hanno evidenza di uso postale, cioè buste viaggiate) ma poi sconfino in "francobolli" di fantasia che magari sono BOGUS Classici (Phantom Philately di Fred Melville) oppure patacche moderne come i bolli del SUD SUDAN che circolavano 1 anno prima dell'indipendenza di quello Stato!! Dopo di che sono portato ad accettare definizioni molto LARGHE se esse danno una parvenza più "ufficiale" a quello che io sto collezionando.
Però tutto questo rientra nel libero arbitrio...
Ciao ciao fabio v
ottimo e interessante -come sempre- il tuo contributo. Ancora una volta devo ripetere che la libertà del collezionista è quella di scegliere i confini della propria collezione... e ora mi accorgo che effettivamente ciò può influenzare non solo i bolli che includi o escludi dalla tua collezione, ma anche l'accettazione o meno di certe definizoni più o meno ampie...
Pensa che nella mia collezione ASFE (A Stamp From Everywhere) io accetto "adesive postage stamps" ma anche "stamp-like labels".
Ciò è molto "funny e peculiar", perchè così facendo escludo gli interi postali che sono oggetti certamente filatelici, ma includo i Locals (moltissimi dei quali hanno evidenza di uso postale, cioè buste viaggiate) ma poi sconfino in "francobolli" di fantasia che magari sono BOGUS Classici (Phantom Philately di Fred Melville) oppure patacche moderne come i bolli del SUD SUDAN che circolavano 1 anno prima dell'indipendenza di quello Stato!! Dopo di che sono portato ad accettare definizioni molto LARGHE se esse danno una parvenza più "ufficiale" a quello che io sto collezionando.
Però tutto questo rientra nel libero arbitrio...
Ciao ciao fabio v
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Re: Il sommario del numero di settembre 2012
Ho apprezzato molto l' intervento misurato e preciso di Somalafis.
Esso prende in considerazione la storia e la realtà degli enti preposti alle emissioni.
Giusto per mettere i puntini sulle i ...
Somalafis dice di raccogliere interi postali e non francobolli.....
E concordo che i bogus o gli erinnofili non siano francobolli propriamente detti.
Ma la questione non è di lana caprina credetemi....
Se non ci fosse stata la filatelia classica forse non esisterebbe neppure la storia postale (che è stato un collezionismo successivo nato da essa.)
Esso prende in considerazione la storia e la realtà degli enti preposti alle emissioni.
Giusto per mettere i puntini sulle i ...
Somalafis dice di raccogliere interi postali e non francobolli.....
E concordo che i bogus o gli erinnofili non siano francobolli propriamente detti.
Ma la questione non è di lana caprina credetemi....
Se non ci fosse stata la filatelia classica forse non esisterebbe neppure la storia postale (che è stato un collezionismo successivo nato da essa.)
+-x:
Sommiamo le idee, riduciamo gli ostacoli, moltiplichiamo le relazioni e condividiamo le conoscenze!
ciao
Fildoc
Sommiamo le idee, riduciamo gli ostacoli, moltiplichiamo le relazioni e condividiamo le conoscenze!
ciao
Fildoc
Re: Il sommario del numero di settembre 2012
Non per essere polemico, ma per dare anche solidità alle mie affermazioni.
Era il 1864 quando una nota rivista francese
Le magasin pittoresque dedico' una serie di puntate sui francobolli europei.
E' dell'anno dopo, la richiesta dello stato di Baden alle altre amministrazioni postali di avere le serie di francobolli emessi, per istituire un museo postale.
Ho apprezzato molto i commenti pacati e costruttivi di Francesco, Rosalba, Cinzia, Fabio e Riccardo,
ma questo è quanto è scritto sulla rivista:
Chi non lo scrive non è serio ????????
Ma stiamo scherzando?
e poi continua:
"quei signori" io lo trovo un po' sgarbato come modo di esprimersi.....
e non credo che urti solo a me!
Ma non è finita l'articolo poi continua:
Snob?
Fasulli?
Siamo passati anche agli epiteti?????
Io di questo articolo posso apprezzare il contenuto storico-culturale, ma non certo le conclusioni arroganti....
Era il 1864 quando una nota rivista francese
Le magasin pittoresque dedico' una serie di puntate sui francobolli europei.
E' dell'anno dopo, la richiesta dello stato di Baden alle altre amministrazioni postali di avere le serie di francobolli emessi, per istituire un museo postale.
Ho apprezzato molto i commenti pacati e costruttivi di Francesco, Rosalba, Cinzia, Fabio e Riccardo,
ma questo è quanto è scritto sulla rivista:
Chi non lo scrive non è serio ????????
Ma stiamo scherzando?
e poi continua:
"quei signori" io lo trovo un po' sgarbato come modo di esprimersi.....
e non credo che urti solo a me!
Ma non è finita l'articolo poi continua:
Snob?
Fasulli?
Siamo passati anche agli epiteti?????
Io di questo articolo posso apprezzare il contenuto storico-culturale, ma non certo le conclusioni arroganti....
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ciao
Fildoc
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ciao
Fildoc
Re: Il sommario del numero di settembre 2012
Ciao fildoc,
anche io trovo forti certe considerazioni, ma io non mi sento offeso. Quella è la sua opinione e certamente non sta scrivendo a te ma ad una platea di lettori che possono o non concordare con lui.
Pensa cosa ho letto io su quelli come me che collezionano locals, da parte delle persone che io chiamo "filatelisti ORTODOSSI"...
di tutto...
E ribadisco: la FIP non ammette i Locals alle mostre a concorso. Pensa che il penny black di fatto era un LOCAL!
Ciononstante mica mi sento offeso... certo, tento di spiegare e sostanziare le mie ragioni. In altre occasioni sapendo che comunque "gli ortodossi" non cambieranno mai opnione, lascio perdere... non possiedo il verbo, nè voglio far cambiare idea per forza.
Comunque come ho scritto qualche post fa, raccogliamo utti i commenti, ne facciamo un articolo da pubblicare.. e così la platea dei lettori sentirà un'altra campana!
O no?
Bye fabiov
anche io trovo forti certe considerazioni, ma io non mi sento offeso. Quella è la sua opinione e certamente non sta scrivendo a te ma ad una platea di lettori che possono o non concordare con lui.
Pensa cosa ho letto io su quelli come me che collezionano locals, da parte delle persone che io chiamo "filatelisti ORTODOSSI"...
di tutto...
E ribadisco: la FIP non ammette i Locals alle mostre a concorso. Pensa che il penny black di fatto era un LOCAL!
Ciononstante mica mi sento offeso... certo, tento di spiegare e sostanziare le mie ragioni. In altre occasioni sapendo che comunque "gli ortodossi" non cambieranno mai opnione, lascio perdere... non possiedo il verbo, nè voglio far cambiare idea per forza.
Comunque come ho scritto qualche post fa, raccogliamo utti i commenti, ne facciamo un articolo da pubblicare.. e così la platea dei lettori sentirà un'altra campana!
O no?
Bye fabiov
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Re: Il sommario del numero di settembre 2012
Tralascio il discorso tecnico, ma mi trovo profondamente d'accordo con fildoc quando parla del modo di Filanci di rivolgersi al pubblico. Un atteggiamento, a dirla tutta, che si trova spesso nei suoi scritti.
Luca
Luca
Luca L.
Emilio Diena: «prima i libri poi i francobolli e dopo le lettere».
Presidente dell'Associazione Italiana di Storia Postale https://www.aisp1966.it/, Consigliere FSFI con delega a manifestazioni e giurie, Consigliere USFI.
Emilio Diena: «prima i libri poi i francobolli e dopo le lettere».
Presidente dell'Associazione Italiana di Storia Postale https://www.aisp1966.it/, Consigliere FSFI con delega a manifestazioni e giurie, Consigliere USFI.
Re: Il sommario del numero di settembre 2012
Ciao prefil,
avevo già notato questo attegiamento in altri scritti anche di tempo fa. Evidentemente è una cosa che viene da lontano. Se riesco prendo informazioni da lui o da altri collezionisti. E' una ricerca interessante!!
Ciao fabiov
avevo già notato questo attegiamento in altri scritti anche di tempo fa. Evidentemente è una cosa che viene da lontano. Se riesco prendo informazioni da lui o da altri collezionisti. E' una ricerca interessante!!
Ciao fabiov
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Re: Il sommario del numero di settembre 2012
Il dibattito è sicuramente interessantissimo e stimolante. Penso che
non sempre si possa rimanere nell'ambito delle semplici opinioni. Mi
spiego meglio. . Esistono riviste specializzate e forum, ormai , che
riguardano ogni ambito lavorativo, ma non credo che i toni possano
essere gli stessi. Se pubblico un lavoro frutto di studio e di ricerca su
una rivista specializzata non sto esprimendo un'opinione.
Quotidianamente leggo sulle riviste del mio settore asserzioni e tesi che
si esprimono in modo perentorio e deciso, cosa che invece non è tollerata
sui forum o sui quotidiani " economici". I ruoli sono diversi e la comunicazione
che ne è anche il veicolo, si conforma.
Certo poi molto dipende dalla personalità e dalle attitudini di ciascuno.
Molte persone sul nostro Forum dedicano tempo studio e ricerca a
tutti noi ma sicuramente la trasmissione del sapere deve per forza
passare da stili comunicativi meno rigidi e più sfumati...
Cinzia
non sempre si possa rimanere nell'ambito delle semplici opinioni. Mi
spiego meglio. . Esistono riviste specializzate e forum, ormai , che
riguardano ogni ambito lavorativo, ma non credo che i toni possano
essere gli stessi. Se pubblico un lavoro frutto di studio e di ricerca su
una rivista specializzata non sto esprimendo un'opinione.
Quotidianamente leggo sulle riviste del mio settore asserzioni e tesi che
si esprimono in modo perentorio e deciso, cosa che invece non è tollerata
sui forum o sui quotidiani " economici". I ruoli sono diversi e la comunicazione
che ne è anche il veicolo, si conforma.
Certo poi molto dipende dalla personalità e dalle attitudini di ciascuno.
Molte persone sul nostro Forum dedicano tempo studio e ricerca a
tutti noi ma sicuramente la trasmissione del sapere deve per forza
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Cinzia
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P. Neruda
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- cirneco giuseppe
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Re: Il sommario del numero di settembre 2012
Ma francobollo e filatelia sono la stessa cosa?
Non mi sembra.
La filatelia comprende tutto ciò che riguarda il francobollo, dal suo progetto al suo uso.
Magari sarà divisa in settori più o meno certi che a volte si sovrappongono sui bordi.
Ma il fulcro di tutto il discorso è il francobollo come entità a se stante.
E i paletti ci debbono essere, paletti ben precisi, certi ed inconfutabili, riconoscibili e riconosciuti.
Altrimenti sarà confusione e ci ritroveremo a considerare francobollo il Mussolini rosa (Fabio ) che fu solo tollerato per motivi socio-politici per un giorno (mi sembra fosse solo un giorno) e non decretato.
Idem per le tante etichette dei CLN che servivano solo a procurare fondi ma non a far viaggiare una lettera.
Certo si può collezionare di tutto e tutto è collezionabile, ma tutto deve avere un nome ben preciso e non ambiguo o soggetto a personali interpretazioni.
Non mi sembra.
La filatelia comprende tutto ciò che riguarda il francobollo, dal suo progetto al suo uso.
Magari sarà divisa in settori più o meno certi che a volte si sovrappongono sui bordi.
Ma il fulcro di tutto il discorso è il francobollo come entità a se stante.
E i paletti ci debbono essere, paletti ben precisi, certi ed inconfutabili, riconoscibili e riconosciuti.
Altrimenti sarà confusione e ci ritroveremo a considerare francobollo il Mussolini rosa (Fabio ) che fu solo tollerato per motivi socio-politici per un giorno (mi sembra fosse solo un giorno) e non decretato.
Idem per le tante etichette dei CLN che servivano solo a procurare fondi ma non a far viaggiare una lettera.
Certo si può collezionare di tutto e tutto è collezionabile, ma tutto deve avere un nome ben preciso e non ambiguo o soggetto a personali interpretazioni.
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NEMICO, DICHIARATO E CONVINTO, DEL GRONCHI LILLA
E' saggio sognare ma da stolti illudersi.
cerco e colleziono saggi e prove dagli ASI ad oggi solo Italia
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NEMICO, DICHIARATO E CONVINTO, DEL GRONCHI LILLA
E' saggio sognare ma da stolti illudersi.
cerco e colleziono saggi e prove dagli ASI ad oggi solo Italia
http://www.antichistati.it
Re: Il sommario del numero di settembre 2012
Ciao Pino,
hai ragione che sarebbe meglio avere delle definzioni precise... ed è proprio lo scopo della nuova rubrica di Filanci. Però cosa si fa? Si prende come oro colato quello che dice lui o va meglio la definzione iniziale di francobollo di Rowland Hill o magari quella presa da un buon dizionario? BOH!!! E chi decide quale scegliere? Gli Editori dei cataloghi? La stampa filatelica? I vincitori di medaglie d'oro? Un referendum fra i collezionisti? BOH!!! O nel proprio piccolo ciascuno di noi? Forse quest'ultima è la scelta giusta, una volta che comunque ciascuno ha perlomeno sentito anche le altre campane.
Comunque sia io continuerò a mettere in collezione il Mussolini rosa come Local di Livorno perchè le buste che viaggiarono ci sono (anche se il decreto ci fu, ma successivo all'emissione e probabilmente per fare un favore ad un parente... e anche se probabilmente il 90% delle buste sono filateliche) e non metto in collezione il Gronchi Rosa che appare su tutti i cataloghi ma che è in circolazione con una quotazione spaventosa perchè qualcuno aveva fatto incetta dei fogli con i confini sbagliati.
Ma sono scelte personali. Se uno vuole fare una collezione di soli Gronchi rosa, beh, beato lui che se lo può permettere... ed è liberissimo di farlo e non mi sogno nemmeno di fargli cambiare idea. Posso solo illustrargli come è bello collezionare i Locals che in buona parte hanno delle storie "dietro" molto interessanti e molte di più di tanti bolli belli, costosi e che hanno 10.000 crismi in più di "ufficialità". Estremizzando posso dire che ci sono dei veri e propri francobolli "farlocchi" che hanno un valore storico e documentale molto maggiore di francobolli ufficiali della stessa epoca (senza volere sminuire questi ultimi) . E ti potrei fare molti esempi in proposito...
e comunque ringrazio tutti quei quadratini di carta che anche se ci fanno discutere, ci danno tanti bei momenti di svago e magari ci obbligano anche a fare ricerche storico-geografiche e talora anche storico-socio-politiche.
Ciao fabio v
hai ragione che sarebbe meglio avere delle definzioni precise... ed è proprio lo scopo della nuova rubrica di Filanci. Però cosa si fa? Si prende come oro colato quello che dice lui o va meglio la definzione iniziale di francobollo di Rowland Hill o magari quella presa da un buon dizionario? BOH!!! E chi decide quale scegliere? Gli Editori dei cataloghi? La stampa filatelica? I vincitori di medaglie d'oro? Un referendum fra i collezionisti? BOH!!! O nel proprio piccolo ciascuno di noi? Forse quest'ultima è la scelta giusta, una volta che comunque ciascuno ha perlomeno sentito anche le altre campane.
Comunque sia io continuerò a mettere in collezione il Mussolini rosa come Local di Livorno perchè le buste che viaggiarono ci sono (anche se il decreto ci fu, ma successivo all'emissione e probabilmente per fare un favore ad un parente... e anche se probabilmente il 90% delle buste sono filateliche) e non metto in collezione il Gronchi Rosa che appare su tutti i cataloghi ma che è in circolazione con una quotazione spaventosa perchè qualcuno aveva fatto incetta dei fogli con i confini sbagliati.
Ma sono scelte personali. Se uno vuole fare una collezione di soli Gronchi rosa, beh, beato lui che se lo può permettere... ed è liberissimo di farlo e non mi sogno nemmeno di fargli cambiare idea. Posso solo illustrargli come è bello collezionare i Locals che in buona parte hanno delle storie "dietro" molto interessanti e molte di più di tanti bolli belli, costosi e che hanno 10.000 crismi in più di "ufficialità". Estremizzando posso dire che ci sono dei veri e propri francobolli "farlocchi" che hanno un valore storico e documentale molto maggiore di francobolli ufficiali della stessa epoca (senza volere sminuire questi ultimi) . E ti potrei fare molti esempi in proposito...
e comunque ringrazio tutti quei quadratini di carta che anche se ci fanno discutere, ci danno tanti bei momenti di svago e magari ci obbligano anche a fare ricerche storico-geografiche e talora anche storico-socio-politiche.
Ciao fabio v
Ultima modifica di fabiov il 21 settembre 2012, 11:36, modificato 1 volta in totale.
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Leggete articoli filatelici miei e di altri amici giornalisti nel mio NUOVO sito www.storiefilateliche.it. Oltre a più di 300 articoli ci sono novità, illustrazioni, giochi logici, foto e una sezione ASFE. Vi ricordo anche che sul mio vecchio sito www.fabiovstamps.com è sempre attivo, su tutte le pagine, un motore di ricerca per ritrovare più di 500 MB di info filateliche, caricate negli ultimi 16 anni anni da me sul Forum e sul mio sito!
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- francesco luraschi
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Re: Il sommario del numero di settembre 2012
Sicuramente L'Arte ha raggiunto un obiettivo difficilmente uguagliabile: quasi 700 visite dal 9/9, giorno in cui decisi di pubblicare uno stralcio dell'articolo di Franco Filanci. Non poche, anche perchè mai immaginavo che quella scan avrebbe scatenato una tale mole di risposte e riflessioni.
Conosco poco l'autore: qualche parola durante i convegni, più che altro legati alla pubblicazione di articoli su Storie di Posta. Me lo descrivono comunque come un tipo "tosto": di sicuro gli piace primeggiare, conosce la materia , ha pubblicato innumerevoli articoli e libri e non manca di vena polemica. Un primo della classe, insomma.
Mi viene da chiedere se l'autorizzazione alla pubblicazione in questo forum dell'articolo non nasconda pure qualche strategia di marketing.
Fondalmentalmente non mi trovo troppo distante dalle sue posizioni pur dovendo riconoscere che "al facciale, in un ufficio, almeno per un giorno" non copre tutta la casistica di emissioni dalla nascita del Regno d'Italia. Si può comunque pensare di raccogliere le riflessioni per poi farle rientrare nella Posta dei Lettori: non dimentichiamo che un articolo e/o una risposta su carta stampata ha ben altro peso che un intervento online.
L'autore, forse per la sua professione nella vita, pone l'accento su due temi: il primo sul francobollo come veicolo di propaganda e/o pubblicità. Il secondo come contrassegno di pagamento dei diritti postali, casitica che lo porta ad includere oggetti che noi collezionisti per facilità mentale tendiamo a suddividere in comparti stagni.
Se ognuno di noi prova a ragionare allontanandosi dal semplice concetto di filatelia, prefilatelia, interofilia e quant'altro forse il ragionamento di Filanci risulta più chiaro. E' fuori discussione che il francobollo ha funzionato da volano per tutto il compartimento postale: in seguito ad esso sono nati i collezionisti, le riviste, i libri e solo più recentemente i cultori di marcofilia, interofilia ecc... E come non menzionare tutto l'indotto costituito da venditori di oggetti per il collezionismo che, non dimentichiamolo, ha avuto anche il merito di preservare il materiale dalla distruzione e di valorizzarlo?
Ben altro destino avrebbe avuto la conoscenza della storia postale senza francobollo! E senza i francobolli che vedevamo o ci regalavano quando eravamo piccoli probabilmente ora non saremmo su questo forum.
Il francobollo per la posta intesa come azienda rimane una pietra miliare ma il mondo cambia e allora bisogna adeguarsi: in principio le autorità postali emettevano francobolli a prescindere dal collezionismo, poi gli strizzarono l'occhio (le lunghe serie dai facciali improbabili), quindi andarono a braccetto (vedi periodo 60-90 caratterizzato dalle alte tirature per allargare la "base"in un periodo di economia prospera) per poi piano piano avventurarsi su una nuova strada (in periodo di internet la posta ha cominciato a perdere la sua specificità di risposta scritta) senza però che il collezionismo (e i collezionisti) continuassero a seguirne le tracce, anzi,. Ecco un esempio:
viewtopic.php?f=36&t=15932&start=20
E non è escluso che proprio questi nuovi "francobolli" saranno quelli che in futuro decreteranno la morte di quelli tradizionali.
Riguardo la storia postale: nasce in Germania nella seconda metà del XIX secolo e i "padri" di questa disciplina furono i postali stessi che indagarono sulla genesi dell'azienda. Se per "Storia Postale" si intende lo studio delle tariffe, dei segni sulle lettere, dei bolli e annulli è palese come anche questa volta il francobollo abbia funzionato da promotore avvicinando il "grande pubblico" e rendendola meno accademica.
Tuttavia non si può non ricordare quegli studiosi che hanno scritto libri senza neppure citare una sola volta la parola "francobollo", "annullo", "timbro": Federigo Melis per la parte medioevale e Bruno Caizzi per i secoli XVIII e XIX.
E ce ne sono altri contemporanei in gradi di raccontare scientificamente la storia della posta in Italia dal 1850 usando i suddetti termini solo in casi sporadici.
E'solo questione di mettere a fuoco il protagonista.
Francesco
Conosco poco l'autore: qualche parola durante i convegni, più che altro legati alla pubblicazione di articoli su Storie di Posta. Me lo descrivono comunque come un tipo "tosto": di sicuro gli piace primeggiare, conosce la materia , ha pubblicato innumerevoli articoli e libri e non manca di vena polemica. Un primo della classe, insomma.
Mi viene da chiedere se l'autorizzazione alla pubblicazione in questo forum dell'articolo non nasconda pure qualche strategia di marketing.
Fondalmentalmente non mi trovo troppo distante dalle sue posizioni pur dovendo riconoscere che "al facciale, in un ufficio, almeno per un giorno" non copre tutta la casistica di emissioni dalla nascita del Regno d'Italia. Si può comunque pensare di raccogliere le riflessioni per poi farle rientrare nella Posta dei Lettori: non dimentichiamo che un articolo e/o una risposta su carta stampata ha ben altro peso che un intervento online.
L'autore, forse per la sua professione nella vita, pone l'accento su due temi: il primo sul francobollo come veicolo di propaganda e/o pubblicità. Il secondo come contrassegno di pagamento dei diritti postali, casitica che lo porta ad includere oggetti che noi collezionisti per facilità mentale tendiamo a suddividere in comparti stagni.
Se ognuno di noi prova a ragionare allontanandosi dal semplice concetto di filatelia, prefilatelia, interofilia e quant'altro forse il ragionamento di Filanci risulta più chiaro. E' fuori discussione che il francobollo ha funzionato da volano per tutto il compartimento postale: in seguito ad esso sono nati i collezionisti, le riviste, i libri e solo più recentemente i cultori di marcofilia, interofilia ecc... E come non menzionare tutto l'indotto costituito da venditori di oggetti per il collezionismo che, non dimentichiamolo, ha avuto anche il merito di preservare il materiale dalla distruzione e di valorizzarlo?
Ben altro destino avrebbe avuto la conoscenza della storia postale senza francobollo! E senza i francobolli che vedevamo o ci regalavano quando eravamo piccoli probabilmente ora non saremmo su questo forum.
Il francobollo per la posta intesa come azienda rimane una pietra miliare ma il mondo cambia e allora bisogna adeguarsi: in principio le autorità postali emettevano francobolli a prescindere dal collezionismo, poi gli strizzarono l'occhio (le lunghe serie dai facciali improbabili), quindi andarono a braccetto (vedi periodo 60-90 caratterizzato dalle alte tirature per allargare la "base"in un periodo di economia prospera) per poi piano piano avventurarsi su una nuova strada (in periodo di internet la posta ha cominciato a perdere la sua specificità di risposta scritta) senza però che il collezionismo (e i collezionisti) continuassero a seguirne le tracce, anzi,. Ecco un esempio:
viewtopic.php?f=36&t=15932&start=20
E non è escluso che proprio questi nuovi "francobolli" saranno quelli che in futuro decreteranno la morte di quelli tradizionali.
Riguardo la storia postale: nasce in Germania nella seconda metà del XIX secolo e i "padri" di questa disciplina furono i postali stessi che indagarono sulla genesi dell'azienda. Se per "Storia Postale" si intende lo studio delle tariffe, dei segni sulle lettere, dei bolli e annulli è palese come anche questa volta il francobollo abbia funzionato da promotore avvicinando il "grande pubblico" e rendendola meno accademica.
Tuttavia non si può non ricordare quegli studiosi che hanno scritto libri senza neppure citare una sola volta la parola "francobollo", "annullo", "timbro": Federigo Melis per la parte medioevale e Bruno Caizzi per i secoli XVIII e XIX.
E ce ne sono altri contemporanei in gradi di raccontare scientificamente la storia della posta in Italia dal 1850 usando i suddetti termini solo in casi sporadici.
E'solo questione di mettere a fuoco il protagonista.
Francesco
I nostri articoli:
https://www.academia.edu/10877153/_News ... _1850-1866_
Cliccare su authors per leggerli tutti facendo scorrere la pagina verso il basso oppure iscriversi al sito http://www.academia.edu per scaricare il PDF.
Francesco
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Francesco
Re: Il sommario del numero di settembre 2012
Ciao Francesco,
interessantissimo quello che hai scritto. ...e sono contento che tu abbia iniziato questo topic..
il confronto di idee è sempre stimolante...
nel frattempo mi è venuto in mente:
non sta scritto da nessuna parte che si debbano chiamare francobolli SOLO i dentelli emessi da uno Stato.Cioè quelli che siamo soliti chiamare emissioni ufficiali. Concordo con Filanci che si può (e per lui si DEVE) chiamare francobollo anche quello stampato da privati se serve per un utilizzo di trasporto della posta. E' chiaro che il privato non può battere moneta e quindi il suo francobollo NON sarà una carta valore... ma per la sola DEFINIZIONE di FRANCOBOLLO legata al prepagamento di un servizio di trasporto della posta.. i suoi quadratini sono FRANCOBOLLI a tutti gli effetti e sono di sicuro francobolli quelli dei corrieri privati tedeschi di metà e fine 1800, le poste Egiziane Vicereali di fine 1800 etc...
Poi ognuno di noi nel mettere i propri paletti alla propria collezione, escluderà i corrieri le poste vicereali egiziane e quant'altro non gli piaccia. Sua scelta. Ma quei dentelli restaranno comunque DEI FRANCOBOLLi e non delle semplici etichette.
ciao fabiov
interessantissimo quello che hai scritto. ...e sono contento che tu abbia iniziato questo topic..
il confronto di idee è sempre stimolante...
nel frattempo mi è venuto in mente:
non sta scritto da nessuna parte che si debbano chiamare francobolli SOLO i dentelli emessi da uno Stato.Cioè quelli che siamo soliti chiamare emissioni ufficiali. Concordo con Filanci che si può (e per lui si DEVE) chiamare francobollo anche quello stampato da privati se serve per un utilizzo di trasporto della posta. E' chiaro che il privato non può battere moneta e quindi il suo francobollo NON sarà una carta valore... ma per la sola DEFINIZIONE di FRANCOBOLLO legata al prepagamento di un servizio di trasporto della posta.. i suoi quadratini sono FRANCOBOLLI a tutti gli effetti e sono di sicuro francobolli quelli dei corrieri privati tedeschi di metà e fine 1800, le poste Egiziane Vicereali di fine 1800 etc...
Poi ognuno di noi nel mettere i propri paletti alla propria collezione, escluderà i corrieri le poste vicereali egiziane e quant'altro non gli piaccia. Sua scelta. Ma quei dentelli restaranno comunque DEI FRANCOBOLLi e non delle semplici etichette.
ciao fabiov
Ultima modifica di fabiov il 6 ottobre 2012, 18:05, modificato 1 volta in totale.
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- cirneco giuseppe
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Re: Il sommario del numero di settembre 2012
Fabio, sei sicuro che quelle emissioni private non siano state autorizzate?
..... pino .....
su ebay http://shop.ebay.it/merchant/gcirnec?_rdc=1
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Re: Il sommario del numero di settembre 2012
beh se il servizio postale era sostitutivo di quello statale o quello statale era insistente.. è chiaro che i servizi di trasporto della posta in Prussia e in Egitto fossero autorizzati... ma ciò non cambia il discorso che anche i privati potevano avere FRANCOBOLLI... che era il senso del mio post... e cioè che non c'è scritto da nessun parte che i francobolli SONO SOLO QUELLI EMESSI DALLO STATO. Il che automanticamente dovrebbe signficare che non tutti i francobolli sono carta valore.
Naturalmente mi posso sbagliare...sto facendo dei ragionamenti a voce alta.
Ciao fabiov
Naturalmente mi posso sbagliare...sto facendo dei ragionamenti a voce alta.
Ciao fabiov
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Re: Il sommario del numero di settembre 2012
fabiov ha scritto:beh se il servizio postale era sostitutivo di quello statale o quello statale era insistente.. è chiaro che i servizi di trasporto della posta in Prussia e in Egitto fossero autorizzati... ma ciò non cambia il discorso che anche i privati potevano avere FRANCOBOLLI... che era il senso del mio post... e cioè che non c'è scritto da nessun parte che i francobolli SONO SOLO QUELLI EMESSI DALLO STATO. Il che automanticamente dovrebbe signficare che non tutti i francobolli sono carta valore.
Naturalmente mi posso sbagliare...sto facendo dei ragionamenti a voce alta.
Ciao fabiov
a me sembrano ragionamenti molto sensati...
...io non ho mai fatto ricerche approfondite sull'argomento, non per scarso interesse ma per mancanza di tempo , e questa discussione mi sembra molto ma molto intrigante...
francobollo bollo o pezzetto di carta che rende libero da tasse, per chi riceve, un oggetto viaggiato per posta.......questo il significato della parola seguendone l'etimologia........ SE, e dico se perchè io non lo so, in nessun documento ufficiale, e che quindi si deve accettare come assioma o assunto e perciò come base di partenza, appare scritto che il francobollo è emesso solo dallo Stato attraverso il monopolio postale, allora i francobolli sono tutti quei pezzettini di carta o bolli, che hanno fatto recapitare oggetti attraverso il sistema postale, da chiunque emessi.
Se davvero il termine francobollo non ha una specie di copyright nè da parte dello Stato nè da parte delle Poste penso che una discussione seria per cercare una definizione il più possibile condivisa sia lodevole.
Difficilmente si potrà trovare un accordo totale ma di certo ragionarci su con grande apertura mentale e conoscenze certe (parlare a vanvera come potrei fare io non aiuta) porterà benefici a tutto il reparto filatelico.
filatelia ...sempre seguendo l'etimologia della parola, deriva dall'unione delle parole greche filos amante e atelia franchigia quindi: amore per l'assenza di tasse
...fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza...
Dante, Inf. XXVI 119-120
S T A F F
ma per seguir virtute e canoscenza...
Dante, Inf. XXVI 119-120
S T A F F
Re: Il sommario del numero di settembre 2012
ricevuto via mail dal Direttore, signor Deambrosi, con preghiera di postare, la qual cosa faccio con grande piacere
Mi permetto entrare nella discussione tra gli amici del forum e Franco Filanci, non per prendere la difesa dell’uno o dell’altro e neppure per dire la mia, ma solo per un piccolo suggerimento che rivolgo in primis a Giovanni Piccione e naturalmente a tutti voi. Conosco abbastanza Filanci, e i suoi molteplici impegni, per escludere un suo intervento continuativo sul forum ma sono certo che, non volendosi sottrarre alle domande e a richieste di approfondimenti e discussioni, sarebbe disponibile a un dibattito pubblico, magari in una prossimo vostro incontro associativo. Credo sia sufficiente chiederglielo. Un saluto a voi tutti.
Paolo Deambrosi
...beh a me sembra splendido...
Mi permetto entrare nella discussione tra gli amici del forum e Franco Filanci, non per prendere la difesa dell’uno o dell’altro e neppure per dire la mia, ma solo per un piccolo suggerimento che rivolgo in primis a Giovanni Piccione e naturalmente a tutti voi. Conosco abbastanza Filanci, e i suoi molteplici impegni, per escludere un suo intervento continuativo sul forum ma sono certo che, non volendosi sottrarre alle domande e a richieste di approfondimenti e discussioni, sarebbe disponibile a un dibattito pubblico, magari in una prossimo vostro incontro associativo. Credo sia sufficiente chiederglielo. Un saluto a voi tutti.
Paolo Deambrosi
...beh a me sembra splendido...
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