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  Il discorso pronunciato in francese sabato 25 aprile 1903 dal Ministro francese della Pubblica Istruzione e delle Belle Arti Joseph Chaumié durante la cerimonia della posa della prima pietra per la ricostruzione del campanile e della Loggetta di San Marco.
(Traduzione dal francese)
   
Joseph Chaumié (1849-1919).
Altezza Reale, Signori.
Allorché noi abbiamo appreso in Francia che il campanile di S. Marco era crollato abbiamo provato una profonda emozione. Egli è perché Venezia non è solamente uno dei più puri soggiorni dell'Italia ma perché fa parte del patrimonio artistico di tutto il mondo.
Questo sentimento di dolore è tosto scomparso per la forza della grande voce, di cui parlava magnificamente ad ogni ora il nome di Venezia, che acquisiva e interpretava il voto universale per l'innalzamento della torre.
La vostra immortale città non può lasciar scomparire questi testimoni della sua storia gloriosa. La nobile nazione italiana, così prospera e così vivente non saprebbe tollerare sul suo suolo la rovina d'un simile ricordo.
Allorché il Governo del Re mi ha fatto così grande onore di invitarmi a questa cerimonia, ho aggradito l'invito ed è con una gioia profonda che sono qui venuto. Vi ringrazio del delicato pensiero d'aver voluto associare la Francia, la mia bene amata patria, a questa festa alla quale date la maestà del simbolo delle forze vive del vostro paese.
E pertanto che s'alzi di nuovo dal suolo antico di Venezia il vostro campanile, che di nuovo s'elevi nell'aria, nell'azzurro, e la sua cuspide, ammirata dai viaggiatori, dominante i palazzi e le cupole, la laguna ed il mare nuovamente avrà la cima dorata dalla prima luce rossa del mattino e s'imporporerà dell'ultimo fuoco del tramonto. Che esso sia avviluppato dal volo dei piccioni famigliari, che abbia a durare lungamente, sempre imperituro come la grandezza della vostra Nazione, indistruttibile come l'amicizia che deve unire la Francia e l'Italia.
   
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