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  I discorsi pronunciati giovedì 25 aprile 1912 durante la cerimonia dell'inaugurazione del campanile e della Loggetta di San Marco.
   
Filippo Grimani (1850-1921).
Il Sindaco di Venezia Filippo Grimani.
Altezza Reale,
Ogni parola è misera o vana dinanzi a tanta solennità di avvenimento, a una grandiosità di spettacolo. Io voglio dire solamente che nell'anno medesimo in cui l'Italia rifulge nel ricordo per le virtù eroiche de' suoi figli, alla schiera superba dei nostri monumenti viene restituita, per volontà di popolo e per sapienza di tecnici, questa Torre poderosa, che ritornerà a parlare con l'antica voce squillante e vibrante di Dio e della Patria.
Fra i due avvenimenti in apparenza così diversi, esiste un'intiera armonia morale; l'uno e l'altro affermano in vario modo la magnifica rinascita della stirpe nostra.
Io penso con emozione ai meravigliosi progressi di cui la nuova Torre sarà esimio nei secoli ed esprimo non l'augurio, ma la certezza che le glorie italiane ch'essa contemplerà dal suo fastigio dorato saranno degna prosecuzione delle glorie veneziane, che la Torre antica accompagnò e vigilò per dieci secoli.
Eccellenza! Chiedo a Voi che rappresentate la Maestà del Governo e la nobiltà della coltura nazionale, di voler inaugurare il risorto campanile di San Marco nel nome augusto del Re, in cui noi personifichiamo le grandi cose che l'Italia ha operato; le speranze maggiori che la francheggiano nel suo cammino.
   
Luigi Credaro (1860-1939).
Il Ministro della Pubblica Istruzione Luigi Credaro.
Com'era, dove era!
Con queste parole, che parvero insieme un imperativo e un augurio, il popolo di Venezia volle che risorgesse il suo campanile.
L'Italia, in pochi mesi, in un risveglio possente di energia nazionale, a Torino espose le meraviglie della sua elevazione economica, a Firenze rivelò una pagina nuova della storia dell'arte, a Roma rievocò le forme migliori della grande civiltà delle sue regioni e inaugurò il più superbo monumento di arte e di patriottismo, nel grande bacino del Mediterraneo, memore di sua antica origine, iniziò una missione storica di civiltà e di coltura.
L'Italia, signor sindaco, oggi plaude all'energia dei veneziani che vollero riedificata la sacra torre di San Marco, che fu già vigile scelta della loro grandezza e sarà nuovo testimone della rinnovata vita della Nazione.
Tra pochi istanti da questa torre, che dalle onde della laguna e del mare vide svolgersi la sua epica storia, squillerà la voce delle memorie e delle glorie della Patria.
Coll'anima di Venezia esulta l'anima dell'italica gente. E la voce varcherà i monti e passerà i mari e giungerà ai nostri fratelli che su mari e lidi già nostri rinnovano le prove dell'antico valore.
In nome di Sua Maestà il Re, inauguro il risorto campanile di San Marco.
   
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