Analisi di un'affrancatura del 3 aprile 1961 con la serie Gronchi

Sezione dedicata alla discussione di certificati e perizie che lasciano perplessi e/o sbagliati e dei quali si vuole approfondire parlandone tra collezionisti.
E' importante leggere il messaggio in testa alla sezione riportante le Regole
Regole del forum
In questa sezione si discute di Certificati Peritali che ci fanno sorgere dei dubbi o che si sospetti siano sbagliati. E' la più delicata delle sezioni del Forum perché si andrà a parlare dell'operato di professionisti del settore che svolgono questa professione e di questo magari debbono vivere. Per tale motivo si raccomanda di mantenere i toni della discussione assolutamente garbati ed evitare facile sarcasmo. Non dimentichiamoci che il RISPETTO deve essere alla base delle discussioni e che anche nel caso si discuta di errori palesi essi sono sempre in agguato nella vita professionale di ognuno di noi. Tutti possiamo sbagliare e lo dimostrano gli errori che sono stati fatti anche da grandi nomi della filatelia presente e passata. Non si dovrà mai mettere alla berlina un perito che ha sbagliato ma si dovrà adottare un clima di "considerazione" perché diamo per scontato che, ove l'errore si verifichi, alla base ci sia sempre la buona fede. Inoltre non bisogna dimenticare che si possono falsificare pure i certificati quindi si raccomanda ulteriore cautela nel caso il Certificato ci sia pervenuto a corredo di un pezzo acquistato. Ci auspichiamo che questo spazio possa anche essere utile ai professionisti affinché possano fare tesoro dei loro eventuali errori, o scoprire eventuali Certificati falsificati, e lasciamo a tutti loro ogni diritto di intervento sia diretto che tramite referenti. Sarebbe inoltre auspicabile che i collezionisti che apriranno i topic mettano sempre prima il pezzo e lasciare che gli iscritti del forum possano esaminarlo e discuterlo e solo successivamente mostrare il certificato. Confido nella sensibilità e serietà di tutti voi. Ogni messaggio offensivo, a esclusiva discrezione dello Staff, verrà rimosso e l'iscritto ammonito. Per qualsiasi segnalazione potete inviare una email a admin@filateliaefrancobolli.it
italo61
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Re: E lo so, mi tocca .....

Messaggio da italo61 »

La busta ha un annullo sicuramente "anticipato", ammesso che sia originale.

La serie Gronchi è stata messa in vendita Il 3 aprile 1961 per potere inviare gli aerogrammi con il volo presidenziale, ma da data di emissione e di validità postale era il 6 aprile.

Gli editori di buste primo giorno, per anticipare il lavoro, hanno acquistato il 3 aprile i francobolli e li hanno attaccati sulle buste. Quando però il 6 aprile si sono presentati alle poste, non era possibile timbrare il 205 Lire rosa, ma soltanto gli altri 2 valori.

Il risultato fu che agli editori di buste primo giorno sono rimaste tutte le buste con i gronchi rosa non timbrati. Purtroppo sono abbastanza vecchio per ricordare benissimo che di queste buste, con il 205 Lire non annullato, ne circolavano a centinaia nei convegni filatelici.

La busta oggetto del post era sicuramente una di quelle senza annullo che, con la complicità di un funzionario di un piccolo ufficio postale di provincia, è stato annullato con un annullo pre-datato.

Se l'annullo avesse avuto la data del 6 aprile la busta potrebbe anche avere un senso. Con la date del 3 aprile invece ... casca l'asino. Ma non è soltanto la data dell'annullo che non va, è la busta che dimostra che si tratta di un oggetto contraffatto, sicuramente molti anni dopo il 1961.

I gronchi rosa usati non dovrebbero essere firmati dai periti.

L'unico caso in cui il gronchi rosa è degno di essere usato, è nelle buste viaggiate col volo presidenziale dove il 205 lire rosa non è stato ricoperto dal gronchi grigio per errore.

In tutti gli altri casi un annullo sul gronchi rosa è un'assurdità in quanto non ha MAI avuto validità postale.
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pasfil
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Re: E lo so, mi tocca .....

Messaggio da pasfil »

Un saluto a tutti.

...e sì, Italo61 ricordi benissimo :evvai:
Gronchi rosa reimpiego 1.jpg
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fildoc
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Re: E lo so, mi tocca .....

Messaggio da fildoc »

Mi risulta che da alcune localita' d'Italia l'aerogramma fu spedito fino a Roma con un 90 lire della michelangiolesca (il 205 non aveva corso legale) per poi essere inoltrato ricoperto con il volo aereo...
Che opinione avete a riguardo?
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ciao
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francesco75
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Re: E lo so, mi tocca .....

Messaggio da francesco75 »

fildoc ha scritto: 3 settembre 2020, 8:59 Mi risulta che da alcune localita' d'Italia l'aerogramma fu spedito fino a Roma con un 90 lire della michelangiolesca (il 205 non aveva corso legale) per poi essere inoltrato ricoperto con il volo aereo...
Che opinione avete a riguardo?
Ciao a tutti,
Occorreva aggiungere 90 lire in caso di lettere raccomandate, da assolvere non necessariamente con una Michelangiolesca.
Saluti.
Francesco C.
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cirneco giuseppe
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Re: E lo so, mi tocca .....

Messaggio da cirneco giuseppe »

Le disposizioni ministeriali dicevano che gli aerogrammi dovevano essere inviati a Roma Ferrovia in sacchi chiusi.
Per gli uffici periferici l'orario e la data di invio doveva essere entro le ore 20 del giorno 4 aprile, mentre per Roma entro le ore 20 del giorno 5 aprile.
Quindi, tutte quelle buste viaggiate per conto proprio fino a Roma mi lasciano un po' perplesso.
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francesco75
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Re: E lo so, mi tocca .....

Messaggio da francesco75 »

cirneco giuseppe ha scritto: 3 settembre 2020, 14:55 Le disposizioni ministeriali dicevano che gli aerogrammi dovevano essere inviati a Roma Ferrovia in sacchi chiusi.
Per gli uffici periferici l'orario e la data di invio doveva essere entro le ore 20 del giorno 4 aprile, mentre per Roma entro le ore 20 del giorno 5 aprile.
Quindi, tutte quelle buste viaggiate per conto proprio fino a Roma mi lasciano un po' perplesso.
Il telegramma circolare del Ministero che impartiva le istruzioni fa riferimento anche ad eventuali raccomandate "debitamente affrancate anche con altri francobolli".
Saluti.
Francesco C.
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cirneco giuseppe
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Re: E lo so, mi tocca .....

Messaggio da cirneco giuseppe »

Il telegramma circolare del Ministero che impartiva le istruzioni fa riferimento anche ad eventuali raccomandate "debitamente affrancate anche con altri francobolli".
Saluti.
Francesco C.
Certo, perchè per alcune tariffe occorreva integrare l'affrancatura.
Ma sempre in sacchi chiusi e non viaggiando autonomamente.
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fildoc
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Re: E lo so, mi tocca .....

Messaggio da fildoc »

quindi con il 90 lire non annullato?
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ciao
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cirneco giuseppe
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Re: E lo so, mi tocca .....

Messaggio da cirneco giuseppe »

Premetto di non essere un postalista e quindi per le tariffe me le guardo di volta in volta sull'Unificato di storia postale.
Nel 1961 la sopratassa per la raccomandata era di 90 lire, quindi il francobollo da 90 lire accompagnava il francobollo gronchi per avere un aerogramma raccomandato.
Ma se volevi l'invio con l'aereo presidenziale, e quindi l'annullo commemorativo, dovevi scriverlo sulla busta. Ed a questo punto si innescava il trasporto in sacco chiuso dell'aerogramma senza annulli.
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GiorgioMastella
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Re: E lo so, mi tocca .....

Messaggio da GiorgioMastella »

Puntualizzando un po' il discorso delle tariffe, riprendendo anche un lungo post in cui Antonello doveva certificare un Gronchi viaggiato, che si trova qui:
viewtopic.php?f=24&t=5077&hilit=per%C3%B9

c'era tariffa lettera primo porto per l'estero (70 lire)
e la via aerea per il Perù per lettere e cartoline (tariffa LC, 135 lire)
Con questo si andava a 205 lire, ed ecco spiegato il facciale del francobollo.

Siccome i produttori (professionali ed amatoriali) di FDC e di buste volate preferivano raccomandare i loro pezzi, per evitare che andassero perduti in giacenza, si aggiungevano 90 lire per la raccomandata. Ecco il 205 + 90 di cui sopra.

Ma c'è un ma.
Di solito le buste FDC, o le corrispondenze filateliche viaggiavano sempre aperte, e spesso anche vuote, e la tariffa, anche in mancanza di indicazioni, era quella delle stampe.
Quindi le FDC con il 205 lire erano stampe raccomandata via aerea, affrancate in eccesso di 10 lire perché il totale era 195:
15 lire stampe estero,
90 lire soprattassa aerea per il Perù A.O. (altri oggetti, non lettere e cartoline)
90 lire raccomandata estero.

Che il 90 lire, quando c'era, andasse annullato in partenza o a Roma, questo non lo so.
Ho visto svariati esempi di FDC raccomandate con annullo targhetta di Roma che copre anche il 90 lire.

Ciao a tutti
g.
La testa mi dice di limitarmi alla Storia Postale della Repubblica, poi il cuore fa quel che vuole.
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Giorgio Mastella
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Re: E lo so, mi tocca .....

Messaggio da GiorgioMastella »

Parlando con un amico, che di storia postale sa qualcosa, mi ha lanciato un sassolino: lo condivido qui. Ditemi voi.
L'ufficio di Antella, se all'epoca fosse stato sede di telegrafo, avrebbe potuto anche essere aperto.
Non aperto per tutti, però: aperto solo per accettare corrispondenza raccomandata espresso.

Se quella busta farlocca avesse avuto anche l'etichetta espresso, avremmo avuto una possibile spiegazione:
qualcuno avrebbe potuto acquistare i francobolli in un capoluogo di provincia,
avrebbe potuto creare la lettera,
e poi sarebbe potuto andare ad Antella (posto che avesse il telegrafo) per far partire la raccomandata espresso, dove avrebbero potuto accettarla.

Ma la busta farlocca non è espresso, quindi il problema non si pone.

Qualcuno sa se ad Antella c'era il telegrafo?
Mi confermate, chi lo sa, che gli uffici telegrafici erano aperti solo per accettare raccomandate espresso (TUTTI E DUE i servizi accessori contemporaneamente, non raccomandate O espressi, tanto meno corrispondenza ordinaria) ?

Un saluto
Giorgio
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cirneco giuseppe
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Re: E lo so, mi tocca .....

Messaggio da cirneco giuseppe »

L'ufficio di Antella, se all'epoca fosse stato sede di telegrafo, avrebbe potuto anche essere aperto.
Sinceramente non so se Antella fosse ufficio telegrafico.
Ma dubito che questi fossero in funzione nei giorni festivi.
In tutti i casi, anche se fossero aperti per i telegrammi, ci voleva il personale per lavorare le raccomandate. Ed una volta accettate cosa ne facevi?
Per smistarle ci voleva il personale adatto.
Dubito!
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GiorgioMastella
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Re: E lo so, mi tocca .....

Messaggio da GiorgioMastella »

Appunto Pino, proprio quello il dubbio:
mi è stato detto che se c'era il telegrafo, l'ufficio era aperto nei festivi (o comunque "a disposizione", un po' come le farmacie di turno): nell'ambito di questa disponibilità c'era l'accettazione di raccomandate espressi.
Accettazione e basta, magari per chi aveva bisogno di spedire entro una data specifica. Poi: smistamento e distribuzione avrebbero avuto luogo dopo i giorni festivi.
Ma non ho nessun "pezzo di carta" che me lo conferma, e comunque non cambierebbe la situazione della lettera che hai postato all'inizio, che espresso non è, e su cui hai quindi comunque ragione a dubitare dell'annullo di Antella. Forse, però, cambia il motivo: non perché l'ufficio fosse chiuso, ma perché quel tipo di corrispondenza non poteva essere accettata in giorno festivo.
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Giorgio Mastella
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somalafis
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Re: E lo so, mi tocca .....

Messaggio da somalafis »

Purtroppo gli elenchi dettagliati degli uffici postali resi disponibili dall'Istituto di Studi Storici Postali di Prato si fermano al 1943. In quell'anno Antella era una ricevitoria di seconda classe con servizio postale e TELEGRAFICO; le ricevitorie di seconda classe erano allora aperte anche in giorno festivo ma solo la mattina tra le ore 9 e le ore 12. Non so dire nulla per il periodo della Repubblica.

In realta', grazie alla mia eta', dovrei avere qualche ricordo personale sugli orari degli uffici postali del 1961, ma vivevo in una grande citta' come Roma e in effetti c'erano uffici aperti anche nei giorni festivi ma non so assolutamente come funzionassero le cose in provincia...

Rev LB Oct 2021
Riccardo Bodo
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filippo ferrario
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Re: so di essere un rompi .... parte terza

Messaggio da filippo ferrario »

giampi ha scritto: 1 settembre 2020, 15:22
ulisse ha scritto: 1 settembre 2020, 14:24 Ciao: Ciao:

Vedo che l'indirizzo indicato è per Archilli Enrico.
Non so se esiste ancora, ma una volta a firenze c'era un commerciante "Archilli", sarà lui che si è fatto questo "oggetto"?

:cof: :cof:
E' scomparso dieci anni fa' ma la sua attività' di commerciante filatelico credo che venga portata avanti dal figlio. E' stato anche un campione di atletica
Il nome è Enrico Archilli (famoso centometrista dell'epoca), aveva casa ad Antella, sono stato al suo funerale proprio lì e non si riusciva ad entrare in chiesa da quanta gente c'era!
La fece fare, credo direttamente lui (riconosco la calligrafia) all'epoca, infatti era un noto collezionista, nonchè papà di Nicola Archilli, socio di Giancarlo Masselli all'Auction Phila.

Rev LB May 2023
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