Filatelia semiotica

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valerio66vt
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Re: Filatelia semiotica

Messaggio da valerio66vt »

Mammina!!!

Pensate com'è strano il cervello umano!
Io le svastiche manco le avevo viste :oo: :oo: :oo: :oo:
e mi sono dovuto andare a riguardare l'immagine per vederle!!

Vi mostro quello che il mio cervello riteneva o per meglio dire "ritiene" il motivo principale del logo.

Valerio
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andrea.marini
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Re: Filatelia semiotica

Messaggio da andrea.marini »

E' vero che la svastica si nota, e forse è l'unica cosa notevole per un 25-30 enne. Io invece ho subito associato l'immagine come una porzione di grata di un convento di clausura.....

Ciao: Ciao: Ciao:

Andrea
Ciao: Ciao: Ciao:

Andrea

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TazDevil
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Re: Filatelia semiotica

Messaggio da TazDevil »

valerio66vt ha scritto:Mammina!!!

Pensate com'è strano il cervello umano!
Io le svastiche manco le avevo viste :oo: :oo: :oo: :oo:
e mi sono dovuto andare a riguardare l'immagine per vederle!!

Vi mostro quello che il mio cervello riteneva o per meglio dire "ritiene" il motivo principale del logo.

Valerio


eheh qui stiamo sconfinando nella psicometria delle macchie di Rorschach... le svastiche ci sono i cerchi pure e anche i quadrati o rombi... quanto alla croce... beh se scalpelli tutto il resto hai creato una bellissima "crocetta" della luogotenenza napoletana...
:ris: :ris: :ris: :ris:
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Sono appassionato di semiotica dei francobolli ed altre tematiche legate alla storia della comunicazione filatelica.

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valerio66vt
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Re: Filatelia semiotica

Messaggio da valerio66vt »

hahaaaaaahahah :uah: :uah: :uah:
Valerio
byebye
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Re: Filatelia semiotica

Messaggio da byebye »

Potenza dei simboli (e delle nostra aberrazioni culturali).

L'edificio é questo:
byebye
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Re: Filatelia semiotica

Messaggio da byebye »

La SINAGOGA DI VERONA.
Curioso trovare delle swastike in una sinagoga, ma i simboli restano e sono solo gli uomini a cambiarne i significati.

Le grate in pietra con le swastiche furono realizzate nel 1929 e sono quelle alle finestre che si vedono ai due lati del portone, sotto le lapidi che ricordano le vittime della Shoa.

:abb: Ciao:
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TazDevil
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Re: Filatelia semiotica

Messaggio da TazDevil »

AngeloR. ha scritto:Un saluto a Tutti gli Amici del Forum Ciao:

Vorrei ora analizzare con Voi questo francobollo:

Immagine

7º centenario della nascita di Marco Polo- 8 luglio 1954

Questa è una serie di 2 francobolli con soggetto unico del valore di 25 lire (bruno rossiccio) e 60 lire (verde), stampato in calcografia con validità sino al 31 dicembre 1955.

Come ben possiamo osservare da quello sopra-postato, il francobollo presenta un ritratto di Marco Polo tra il Leone di San Marco e un drago cinese; sullo sfondo, tracciato dei viaggi.

I quattri ideogrammi cinesi a destra significano: "Unire l'Europa e l'Asia come due parti di una sola gemma".
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Ellas
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Re: Filatelia semiotica

Messaggio da Ellas »

Mah, io non concordo con Ciao, e per un semplice motivo. Nemmeno ciò a cui fa riferimento lui, il codice della strada, è oggettivo ed universale. Se chiedo a mia madre il significato di un divieto di accesso, molto probabilmente lei non lo sa e, non riesce a vedere altro che un cerchio rosso con un rettangolo bianco, sì e no. Mia madre, pressoché ottantenne,è estranea ai codici culturali che esprimono e sottendono le regole della circolazione stradale. E' una pura convenzione dire che quel segno indica l'impossibilità di accedere in una strada. Lo è solo se c'è qualcosa che media (un vigile?) ta mia madre ed il significato.
Quel cartello diventa segno intelligibile solo se esso viene mediato dalla cultura (dominante). Ciò rimane, a tutti gli effetti, una mera costruzione sociale, confinata all'interno di una "provincia finita di significato", ad un ambito circoscritto.
Le interpretazioni dei simboli nei francobolli, allo stesso modo, non hanno un significato oggettivo, univoco; sistematizzabile in maniera tassonomica. Esse non sono altro che delle letture capaci di rendere un senso che può apparire più o meno convincente. Ma convincente rispetto a cosa? Rispetto alla nostra sensibilità nei riguardi dell'oggetto che stiamo osservando, ad un senso che riconosciamo come tale e che, solo per questo, cristallizza nell'interazione dei simboli.
E' fuorviante chiedersi se esso, il senso, sia oggettivo; sarebbe più corretto chiedersi se esso sia "plausibile".
Faccio un esempo.
Picasso, nel dipinto "Guernica"
http://www.francescomorante.it/images/309a2.jpg
309a2.jpg

storpia le figure umane a voler sottolineare l'abominio della guerra (il bombardamento di Guernica, appunto). Ci pare plausibile? Perché potremmo anche dire che, Picasso, in qel periodo aveva perso la capacità di disegnare e le teste, le figure gli venivano così così. Ci pare plausibile?

Il senso delle interpretazioni dei simboli sui fancobolli ci appaiono piùo meno plausibili solo perché, ed a patto che, le inuadriamo in un contesto comune, condiviso. Probabilmente lo stesso di chi ha materialmente eseguito i bozzetti, ovvero dovremmo sforzarci di comprendere, appunto, quel senso originario.

Scusatemi la pallosità
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Walter Greco
IV di Sardegna (soprattutto il 20c. e soprattutto se annullati nei mesi di Settembre)
Le poste federali calabresi (sito aggiornato)
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TazDevil
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Re: Filatelia semiotica

Messaggio da TazDevil »

Ciao ha scritto:La SINAGOGA DI VERONA.
Curioso trovare delle swastike in una sinagoga, ma i simboli restano e sono solo gli uomini a cambiarne i significati.

Le grate in pietra con le swastiche furono realizzate nel 1929 e sono quelle alle finestre che si vedono ai due lati del portone, sotto le lapidi che ricordano le vittime della Shoa.

:abb: Ciao:


Niente affatto strano... ripeto la semiotica è una disciplina che OBBLIGA ad approfondire il contesto... e per farlo occorre spirito di osservazione e accurate ricerche di verifica. Ecco ad esempio una tavola che illustra varie svastiche (simbolo di ogni luogo e di ogni tempo). Quella giudaica è l'ultima in basso a destra. Da qui dovrebbe iniziare l'indagine semiotica di quell'architettura... ma sinceramente andremmo un tantino fuori tema.
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Re: Filatelia semiotica

Messaggio da TazDevil »

Per Ciao

Se sei interessato ad approfondire l'argomento della sinagoga ti do una traccia fresca fresca che ho trovato su wikipedia a proposito di "svastica"... "Una svastica appare altresì sui ruderi della sinagoga di Cafarnao accanto ad una stella di David"
Buon divertimento e... a questo punto facci sapere dove ti hanno condotto le ricerche.
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byebye
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Re: Filatelia semiotica

Messaggio da byebye »

Quello della swastika era solo un esempio, per far capire come l'interpretazione dei messaggi criptici non possa essere mai oggettiva, ma risenta non solo del livello culturale della persona, ma anche della situazione del momento.
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TazDevil
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Re: Filatelia semiotica

Messaggio da TazDevil »

Ellas ha scritto:Mah, io non concordo con Ciao, e per un semplice motivo. Nemmeno ciò a cui fa riferimento lui, il codice della strada, è oggettivo ed universale. Se chiedo a mia madre il significato di un divieto di accesso, molto probabilmente lei non lo sa e, non riesce a vedere altro che un cerchio rosso con un rettangolo bianco, sì e no. Mia madre, pressoché ottantenne,è estranea ai codici culturali che esprimono e sottendono le regole della circolazione stradale. E' una pura convenzione dire che quel segno indica l'impossibilità di accedere in una strada. Lo è solo se c'è qualcosa che media (un vigile?) ta mia madre ed il significato.
Quel cartello diventa segno intelligibile solo se esso viene mediato dalla cultura (dominante). Ciò rimane, a tutti gli effetti, una mera costruzione sociale, confinata all'interno di una "provincia finita di significato", ad un ambito circoscritto.
Le interpretazioni dei simboli nei francobolli, allo stesso modo, non hanno un significato oggettivo, univoco; sistematizzabile in maniera tassonomica. Esse non sono altro che delle letture capaci di rendere un senso che può apparire più o meno convincente. Ma convincente rispetto a cosa? Rispetto alla nostra sensibilità nei riguardi dell'oggetto che stiamo osservando, ad un senso che riconosciamo come tale e che, solo per questo, cristallizza nell'interazione dei simboli.
E' fuorviante chiedersi se esso, il senso, sia oggettivo; sarebbe più corretto chiedersi se esso sia "plausibile".
Faccio un esempo.
Picasso, nel dipinto "Guernica" Immagine storpia le figure umane a voler sottolineare l'abominio della guerra (il bombardamento di Guernica, appunto). Ci pare plausibile? Perché potremmo anche dire che, Picasso, in qel periodo aveva perso la capacità di disegnare e le teste, le figure gli venivano così così. Ci pare plausibile?

Il senso delle interpretazioni dei simboli sui fancobolli ci appaiono piùo meno plausibili solo perché, ed a patto che, le inuadriamo in un contesto comune, condiviso. Probabilmente lo stesso di chi ha materialmente eseguito i bozzetti, ovvero dovremmo sforzarci di comprendere, appunto, quel senso originario.

Scusatemi la pallosità

Prendo spunto dal tuo post, che tocca moltissimi argomenti interessanti, per cercare di fare chiarezza... almeno per quanto concerne il mio metodo.
1) Fare filatelia semiotica dovrebbe essere una disciplina "riduttiva" della semiotica applicata all'arte figurativa. Dico riduttiva perchè i simboli, la composizione, il colore, e l'immagine grafica sono stati creati da un artista figurativo al quale sono imposti precisi vincoli tipografici, un tema ed a volte una traccia di sviluppo, il tutto sottoposto a successivo giudizio e selezione da parte di una commissione (artistica e di censura). Questo semplifica molto l'interpretazione rispetto all'analisi di un'opera d'arte come Guernica ad esempio, dove un Picasso innovatore sovvertì le regole semiotiche figurative del suo tempo per crearne delle nuove (che a loro volta furono apprese, interiorizzate e comunicate da altri artisti divenendo semiotica di una corrente artistica come il "cubismo"). In particolare, la regola sovvertita dal suo genio fu quella di creare una rappresentazione grafica sequenziale dove la scena assume connotazioni spazio-temporali diverse (come in una sequenza di fotografie scattate in momenti temporali diversi) e la composizione generale viene creata sulla base di diversi "punti di vista" prospettici. Nella filatelia semiotica (fortunatamente) tali sovversioni sono solitamente censurate dalla commissione filatelica in quanto poco comunicative o troppo complesse. Ecco perchè fino a prova contraria è possibile parlare di analogie semplificate con la semiotica delle arti figurative (disciplina obbligatoria utilizzata da ogni critico d'arte nelle sue interpretazioni di opere pittoriche che, analogamente a quanto avviene nella critica letteraria, non sono e non potrebbero essere soggettive).
2) Fare filatelia semiotica significa, a mio avviso, riconoscere i canoni comunicativi fissati dai soggetti filatelici, rilevarne la loro origine storica e seguirne la loro evoluzione nel tempo. Un esempio tratto da un mio precedente post: l'associazione territorio-chiesa per rappresentare un determinato luogo (paese, città, regione) è una regola che assume una valenza tutta filatelica in quanto ripetutamente utilizzata in differenti emissioni. Altro esempio, la consuetudine di attribuire una colorazione azzurra alle emissioni di valore più alto nei commemorativi degli anni 50... Tutte regole queste che contribuiscono a definire il quadro semiotico della comunicazione filatelica tutto da scoprire e sistematizzare all'interno di un discorso logico che tenga sul piano teorico.
3) poichè non ho trovato altra letteratura filatelica in merito (ma è probabile che in qualche università giaccia ignorata qualche tesi di laurea in discipline sociologiche oin scienze della comunicazione) sto via via cercando di ricostruire un filo logico plausibile fino a prova contraria (appunto), che tenga sul piano delle regole della comunicazione (comunicazione istituzionale, propaganda, e comunicazione di massa nel caso dei francobolli emessi dal 1840 al 1960).
Ciò premesso con questo post ho inteso comunicare lo stato dell'arte dei miei studi, cercando un contributo attivo tra tutti voi (cosa che ha già prodotto lo straordinario risultato del post "Marco Polo" esempio sovversivo di fusione culturale dedicata ai pochi conoscitori della scrittura cinese).
Buona notte a tutti ... ora vado a nanna (ho 38 di febbre e non vorrei che si scoprisse troppo che sto delirando) :ris:
Ultima modifica di TazDevil il 16 gennaio 2012, 2:19, modificato 1 volta in totale.
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TazDevil
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Re: Filatelia semiotica

Messaggio da TazDevil »

Ciao ha scritto:Quello della swastika era solo un esempio, per far capire come l'interpretazione dei messaggi criptici non possa essere mai oggettiva, ma risenta non solo del livello culturale della persona, ma anche della situazione del momento.

Non puoi arrivare a queste conclusioni trascurando il fatto che rappresentazione di un messaggio, comprensione e interpretazione sono momenti diversi di un medesimo processo (flusso) comunicativo. La rappresentazione è infatti ciò che la fonte vuole far comprendere, la comprensione ciò che ogni singolo soggetto destinatario della rappresentazione percepisce e l'interpretazione è l'oggettivazione del rapporto tra rappresentazione e percezione (la "comprensibilità" ad esempio), basato su canoni di decifrazione noti a priori e replicabili da chiunque li conosca. Sulla base di questi principi, nessun critico degno di tale appellativo potrà mai dire "quel quadro è brutto perchè non mi piace" ma dovrà motivarlo ricorrendo a parametri valutativi(interpretativi) logici, riscontrabili, condivisibili o confutabili, da altri critici mediante analoghi costrutti logici. Se parliamo di allegorie poi ci troviamo nell'ambito di una particolare figura retorica dove un soggetto rappresenta un messaggio celandolo intenzoinalmente all'interno di una rappresentazione che ha significati figurativi diversi, avendo cura che tutti possano comprendere ciò che egli vuole realmente sottintendere, ovvero in maniera tale che il messaggio celato sia oggettivamente interpretabile.
Concludo affermando che... l'interpretazione degli endecasillabi di terzine a rime concatenate in lingua volgare di Dante, rimane tale a prescindere dal fatto che la "Divina Commedia" sia compresa o meno dal 25/30enne dei giorni nostri. Spero di aver chiarito questi concetti fondamentali.
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byebye
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Re: Filatelia semiotica

Messaggio da byebye »

Per averli chiariti, li hai chiariti, ma non è detto che siano giusti... :-))
Quante volte, leggendo le critiche sia di opere d'arte grafiche che letterarie sorge il dubbio che l'autore nemmeno se le sognasse certe interpretazioni?

Il problema è che nel campo della soggettività ogni cosa ha un suo valore, anche la più sciocca, perché tutti i punti di vista dovrebbero avere pari dignità.
In questo campo non deve valere il principio democratico della maggioranza, perché altrimenti miliardi di mosche avrebbero ragione nelle loro scelte gastronomiche e sappiamo che così é, ma solo per le mosche...

Nel campo umano, ciascuno ha l'incommensurabile dono della libertà di pensiero e di espressione, ma questo significa che ciascuno è libero di interpretare come vuole ciò che vede e percepisce, spesso senza neanche sapere di essere lui stesso condizionato dal sistema o da vizi di percezione (pensa solo ad un daltonico...).

Ti faccio un esempio: noi occidentali pensiamo all'evoluzione temporale rappresentando i fenomeni da sinistra a destra, così su un asse orizzontale mettiamo dei valori di tempo crescenti da sinistra a destra. Nel mondo arabo o ebraico la rappresentazione avviene da destra a sinistra, semplicemente perché la loro scrittura procede in senso inverso alla nostra e sono abituati a leggere da destra a sinistra.
Pensa solo nella pubblicità l'enorme impatto di guardare i cartelli in senso opposto rispetto al nostro... a destra un vestito candido che, una volta lavato, diviene sporchissimo a sinistra! :uah:

:-) Ciao:
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Ellas
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Re: Filatelia semiotica

Messaggio da Ellas »

Ciao ha scritto:Il problema è che nel campo della soggettività ogni cosa ha un suo valore, anche la più sciocca, perché tutti i punti di vista dovrebbero avere pari dignità.


No, Ciao. Ancora una volta nella trappola del soggettivo vs oggettivo. Non credo sia questa la questione. Uno può fare quello che vuole, dare una interpretazione come più gli aggrada, ma essa non sarà mai scissa da un contesto sociale che produce una visione del mondo.
A partire dal linguaggio, alla moda, ai nostri modi di essere, di interagire, noi tutti siamo circondati ed immersi in una serie di costrizioni sociali che ci plasmano.
Scoprire (intravvedere?) all'interno di un bozzetto una simbologia da guerra fredda, è "vera" se, e solo se, essa è plausibile. E' una costruzione autopoietica, se si vuole. Perché è vero che i bozzettisti erano (sono?) soggetti a vincoli rigidissimi, strettoie tecniche ed ideologiche, ma non è che vivessero sulla luna. Includere o meno un simbolo, uno stile grafico particolare, non è forse il frutto di un contesto sociale che ripropone se stesso e che torna a galla inesorabilmente?
Quei francobolli sono il frutto di un determinato periodo storico e di ciò c'è traccia più o meno visibile in ogni francobollo. Anche prescindendo dal bozzettista. Quand'anche il disegnatore fosse solo l'esecutore materiale del disegno, sottoposto agli ordini di tizio o di caio decisore, ciò non sposterebbe il discorso in quanto esso non è calato dall'alto ma viene dalla stessa sorgente che deriva dall'esterno, dalle interazioni sociali e dal modo di vedere il mondo in un determinato momento. Questo, mi pare, sia il punto.
L'interpretazione semiotica può (ha il pregio) di rendere evidente tutto ciò.
Walter Greco
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Re: Filatelia semiotica

Messaggio da byebye »

A mio parere l'interpretazione semiotica è alternativa per definizione e non tiene conto delle descrizioni ufficiali, come nel caso dell'esempio della Democratica di prima.

O si ammette che il disegnatore, pur obbedendo formalmente ad un ordine del "decisore", decide in autonomia di inserire comunque messaggi non evidenti immediatamente, ma presenti, che vogliono comunicare qualcosa di personale, oppure cade il discorso.

Se il messaggio subliminale è invece già deciso dal "decisore" ufficiale, allora siamo in presenza di filatelia propagandistica, dove la semiotica è piegata alla psicologia delle masse.

A mio personalissimo e opinabile parere, la semiotica è la ricerca di gradi di libertà dove la libertà di interpretazione non c'é... é un bellissimo esercizio intellettuale fine a sé stesso. ;-)

:abb: Ciao:
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Re: Filatelia semiotica

Messaggio da Cinzia62& »

Molto interessante questo topic.

La grafica e l'immagine sono linguaggio e quindi veicoli di significati.
I simboli hanno un ruolo importante e fondamentale nel passaggio
dal segno grafico alla comunicazione e interpretazione di un concetto.
I simboli sono un concentrato di valori, intessono reti di significati in
un preciso contesto e tanto più sono incisivi tanto più diventano universali.
Si è parlato del codice della strada. Si può anche non riconoscere il significato
di un simbolo, ma se non lo si fa e si è sulla strada, ciò può diventare molto
pericoloso.
I simboli per loro natura tendono a richiamare per tutti un medesimo significato.
Una bandiera di Stato è un simbolo universale . Un popolo si riconosce sotto una bandiera.
Il problema può sorgere quando però il simbolo proprio per questa sua valenza universale,
diventa esso stesso generatore di significato.Per quel simbolo si può combattere, morire,
divenare degli eroi, sacrificare la propria vita....a prescindere da qualsiasi considerazione etica o morale.
Così per esempio il simbolo del partito può essere considerato un concentrato di valori che sottintendono
una teoria nella quale credere totalmente senza criticità

Come è stato già approfondito fra i francobolli della Repubblica quelli della serie " Democratica"
hanno senza dubbio un alto valore simbolico.
Penso sia interessante ricordare la genesi di quella serie. All'inizio del 1945 le Poste bandirono un concorso il cui bando recita" una emissione di carte valori postali per adeguare alle nuove tariffe per ispirare i tipi alle mutate condizioni del Paese"
Siamo in un periodo di transizione e vogliamo lasciarci alle spalle una "storia" tragica.
Il bando fa riferimento esplicito ai "principi di libertà e democrazia che si sono affermati
nel Paese in conseguenza delle mutate condizioni politiche." Quasi che i francobolli con
i loro simboli grafici dovessero trasmettere al Paese il senso del passaggio dal Regno alla Repubblica.
I bozzetti scelti fra sessantotto elaborati hanno una forte valenza simbolica e vogliono
rappresentare la "speranza". Viene persino coinvolta l'opinione pubblica poichè il ventidue aprile
sei giorni dopo la chiusura del concorso il Circolo Filatelico Italiano di Roma ospita un'apposita mostra
per esporre al pubblico i bozzetti come" Atto di riguardo che l'Amministrazione postale, pur sovrana nelle sue deliberazioni,
ha inteso compiere in omaggio al più alto e squisito spirito democratico".
Sicuramente è interessante la chiave di lettura proposta da Tazdevil , rispetto ai partiti e alla loro ideologia.
Ritengo però che essendo all'inizio del 1945 i simboli proposti vadano letti più come
una sorta di affermazione del pensiero repubblicano in contrasto con
quello monarchico

Ciao: Ciao: Ciao:

Cinzia
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AngeloR.
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Re: Filatelia semiotica

Messaggio da AngeloR. »

A mio parere la Serie "Democratica" (notare la S maiuscola inserita volutamente) è l'emblema, con le sue vignette, dei francobolli che vogliono trasmetterci un messaggio.
In quanto si configura in un periodo storico e sociale di grandissima rilevanza e questa è la vera chiave di tutto.
Distinti Saluti Ciao:
Angelo



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TazDevil
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Re: Filatelia semiotica

Messaggio da TazDevil »

AngeloR. ha scritto:A mio parere la Serie "Democratica" (notare la S maiuscola inserita volutamente) è l'emblema, con le sue vignette, dei francobolli che vogliono trasmetterci un messaggio.
In quanto si configura in un periodo storico e sociale di grandissima rilevanza e questa è la vera chiave di tutto.

Non solo di grandissima rilevanza ma anche di estrema precarietà... da un lato un paese in ginocchio impoverito nello spirito e nel fisico, dall'altro varie tensioni sociali e ideologie politiche per troppo tempo forzatamente sopite dal precedente regime dittatoriale. Se poi rivediamo le vicende del referendum con il quale nacque la nostra repubblica non possiamo certo affermare che questa fu acclamata con tripudio di popolo, vista l'esigua distanza di preferenze con cui prevalse sulla monarchia (con forti dubbi di brogli mai del tutto fugati)... Se poi aggiungiamo le pressioni esterne dei vincitori che avevano appena iniziato a litigare di nuovo... che tempi! Consapevoli di queste criticità, i partiti, che rispecchiavano le medesime tensioni sociali del loro tempo, decisero una tregua che oggi indichiamo come fase "costituente", dove le profonde divergenze ideologiche vennero attenuate in funzione di una causa comune, la nascita di una repubblica democratica appunto. Dico attenuate e non messe da parte ed è proprio in questo scenario di tregua instabile che ho ritenuto interessante sottolineare le sorprendenti analogie con la simbologia socialista del primo '900. E' innegabile che quei simboli (incudine, martello, libro, fiaccola, quercia, pala ecc..) furono ripresi dalle allegorie rappresentate nelle tessere di partito, nei manifesti e nelle cartoline di propaganda, così come è innegabile che tali simboli furono utilizzati esclusivamente in tre emissioni (democratica, costituzione e ERP) per poi scomparire del tutto.
Ovviamente la mia lettura è da intendersi "letterale" alla luce dei significati ad essi attribuiti dalla propaganda socialista, creatrice di quei simboli... i motivi e le finalità di tali fatti (propaganda subliminale? complotto socialista? messaggio introdotto dal bozzettista?) sono lasciati alla libera interpretazione di ciascuno di noi fermo restando che escluderei con fermezza la casualità.
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Re: Filatelia semiotica

Messaggio da maupoz »

TazDevil ha scritto:............... ho ritenuto interessante sottolineare le sorprendenti analogie con la simbologia socialista del primo '900. E' innegabile che quei simboli (incudine, martello, libro, fiaccola, quercia, pala ecc..) furono ripresi dalle allegorie rappresentate nelle tessere di partito, nei manifesti e nelle cartoline di propaganda, così come è innegabile che tali simboli furono utilizzati esclusivamente in tre emissioni (democratica, costituzione e ERP) per poi scomparire del tutto.
Ovviamente la mia lettura è da intendersi "letterale" alla luce dei significati ad essi attribuiti dalla propaganda socialista, creatrice di quei simboli... i motivi e le finalità di tali fatti (propaganda subliminale? complotto socialista? messaggio introdotto dal bozzettista?) sono lasciati alla libera interpretazione di ciascuno di noi fermo restando che escluderei con fermezza la casualità.



Ciao: Ciao:

Argomento troppo al di sopra delle mie capacità ..... dialettiche.

I simboli ..... forse restano tali .... basta cambiare l'ottica .....

il libro

la pala

l'incudine


il libro ............rappresenta sia la sacra scrittura sia lo strumento principale dell’alfabetizzazione.
Le ......... sono nate per istruire i lavoratori alla Dottrina Sociale della Chiesa e per formare in essi una matura coscienza cristiana.


La vanga .....rappresenta il simbolo del mondo contadino e delle sue attività. E’ presente nella vanga una staffa, il punto per far pressione sul terreno più duro.


L'incudine .... rappresenta il mondo dell’artigianato e dell’industria in altre parole rappresenta gli operai. Agricoltura, artigianato, industria e libero impiego.


Sono simboli racchiusi in un esagono che vuole richiamare la pluralità delle associazioni e delle professioni.


.... manca un simbolo .... per completare il tutto .... ed è la Croce.


E' il simbolo delle A.C.L.I. - Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani .... origini settembre-ottobre 1944


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Il libro, la pala, l'incudine .........


Nel vessillo originale erano presenti la Croce, il Libro, la Spiga , la Vanga e l’Incudine.


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Maurizio

"Sicché dunque, disse Pinocchio sempre più sbalordito, se io sotterrassi in quel campo i miei cinque zecchini, la mattina dopo quanti zecchini ci troverei?"
"È un conto facilissimo, rispose la Volpe, un conto che puoi farlo sulla punta delle dita. Poni che ogni zecchino ti faccia un grappolo di cinquecento zecchini: moltiplica il cinquecento per cinque e la mattina dopo ti trovi in tasca duemila cinquecento zecchini lampanti e sonanti."
"Oh che bella cosa!" gridò Pinocchio, ballando dall'allegrezza.
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