Grazie per l'accoglienza affettuosa
Per evitare che questi post finiscano per essere una comunicazione a senso unico, mi piacerebbe coinvolgere in maniera più attiva quanti tra voi siano interessati ad approfondire questo campo, condividendo i principi su cui si basa l’analisi semiotica di un francobollo. Infatti sono certo che lo spirito di osservazione, la capacità analitica e il bagaglio di conoscenze che ogni collezionista filatelico possiede, saranno di grande aiuto per cogliere aspetti nuovi o particolari che a me sfuggono a causa delle mie carenze in materia filatelica.
Fortunatamente tra le emissioni della Repubblica esiste un francobollo che da solo può spiegare in maniera chiara i principi di base della comunicazione filatelica, perché li utilizza quasi tutti e lo fa in maniera ordinata, senza correlarli troppo tra loro. Il francobollo in questione è uno di quelli un po’ bruttini, il cui valore venale è inferiore a quello delle taschine che lo contengono: Il 25 lire commemorativo del centenario della morte di S. Domenico Savio, emesso nel 1957.
Come potete vedere nella figura postata, ho smontato il francobollo per ricomporlo sulla base dei tre diversi tipi di comunicazione: Gruppo A = Comunicazione scritta; Gruppo B = Comunicazione pittorica; Gruppo C =Comunicazione simbolica.
Analizziamo le tipologie di comunicazione scritta iniziando dal sottotipo A.1, che posiamo chiamare convenzionalmente “comunicazione di servizio” in quanto contiene le informazioni necessarie all’utilizzo del francobollo. Per sua natura, questo tipo di comunicazione di solito non fornisce indicazioni sul soggetto e sul suo significato ma partecipa alla composizione grafica globale tramite lo stile dei caratteri ed il colore.
Il sottotipo A.1 è l’unico elemento comunicativo obbligatorio che deve trovarsi, anche se in forme diverse, su tutti i francobolli. NOTA: anche se non evidenziato nell’immagine che ho postato, esiste un altro sottotipo di comunicazione di servizio, rappresentato dalle scritte in ditta ovvero quelle poste ai piedi del francobollo e solitamente al di fuori della cornice. Sebbene le scritte in ditta non entrino a far parte del linguaggio espressivo, qualora presenti possono fornire informazioni utili alle ricerche (es. anno di emissione, disegnatore/incisore) che altrimenti devono essere reperite presso altre fonti (cataloghi, riviste o bollettini filatelici).
Il sottotipo A.2, che posiamo chiamare “comunicazione didascalica” fornisce informazioni sul soggetto e/o sul motivo dell’emissione (in questo caso due date che richiamano la celebrazione di un centenario ed il soggetto commemorato).
IL sottotipo A.3 che possiamo chiamare “comunicazione soggettiva”, contiene informazioni intimamente correlate al soggetto, come frasi o motti a questo riconducibili (a volte è rappresentata solo da una firma autografa). Questo tipo di comunicazione è spesso usato per rafforzare il significato della comunicazione pittorica e/o simbolica.
La comunicazione del tipo B che possiamo chiamare “comunicazione pittorica, si riferisce esclusivamente alla scena rappresentata attraverso il disegno (anche fotografia nel fb più moderni) ed è soggetta alle complesse regole semiotiche della pittura figurativa classica.
Il tipo C che possiamo chiamare “comunicazione simbolica” contiene forme rappresentative grafiche che rimandano a concetti astratti convenzionalmente riconoscibili e può trovarsi sia all’interno del disegno, come elemento complementare alla rappresentazione pittorica, sia all’esterno in forma stilizzata (segno). Esistono diversi esempi di comunicazione mista nei quali i simboli costituiscono la componete principale o unica del disegno stesso. In questo caso i simboli sono soggetti anche alle regole semiotiche della pittura, quali ad esempio la disposizione spaziale.
Se avete voglia di prendere dimestichezza con questi elementi di base, potete applicarli osservando francobolli del regno o del primo periodo della repubblica anche senza interpretarli, distinguendo semplicemente i vari tipi di comunicazione utilizzati. Se avete dubbi postateli qui.
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