Filatelia semiotica

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TazDevil
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Re: Filatelia semiotica

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remo ha scritto: 12 dicembre 2018, 21:34
Rivoluzionario, ribelle, anticonformista, indomito, patriota, anticlericale, questi sono alcuni degli aggettivi che mi vengono in mente se penso a Garibaldi ma accomunare la sua figura all’idea del mondo del lavoro come suggerito dal francobollo non mi sembra molto rispondente.
Possibile che l’Italia non avesse un altro personaggio conosciuto nel mondo più vicino all’idea del Lavoro?
Se è per questo anche repubblicano e massone ma si sa, Garibaldi era uno spirito libero e come tutti gli spiriti liberi possono essere "strumentalizzati" e usati come icone anche da fronti contrapposte. Come ho accennato nel post precedente, la scelta di Garibaldi si giustifica ufficialmente con la coincidenza delle celebrazioni del centenario dell'Unità d'Italia, ecco perchè suona come una forzatura in un francobollo che nella didascalia celebra una esposizione internazionale del lavoro. Naturalmente nulla è lasciato al caso quando si parla di messaggi affidati ai francobolli ed ecco perchè ho ritenuto opportuno inserirlo tra le emissioni di propaganda durante la guerra fredda.
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Ultima modifica di TazDevil il 13 dicembre 2018, 18:28, modificato 1 volta in totale.
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Re: Filatelia semiotica

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debene ha scritto: 12 dicembre 2018, 22:20
" Chi ha pensato e realizzato ogni singolo francobollo, ha realmente fatto a suo tempo le considerazioni che fai tu?"

Ciao: Ciao:

sergio
Bella domanda :-) la medesima che sorge spontanea anche leggendo l'analisi critica di una qualsiasi opera d'arte, sia essa letteraria che figurativa.
Fortunatamente per i francobolli, che sono una forma di arte minore , le affermazioni poggiano su basi più semplici. Infatti, i francobolli che ho commentato presentano tutti alcune caratteristiche "anomale" che necessitano di una giustificazione plausibile. La comparsa di un simbolo che può sembrare a prima vista fuori posto, la celebrazione di un evento o di un personaggio che casualmente cadono nel corso di momenti storici particolari, sono tutti elementi che costituiscono il punto di partenza delle analisi.
Ad ogni modo la fondatezza delle mie considerazioni risiede tutta nel seguente assioma:
"poichè la comunicazione filatelica è una forma di comunicazione istituzionale sottoposta a controlli rigidi, in un francobollo NULLA è lasciato al caso o alla libera espressione dei suoi autori". Se non si parte da questo punto fermo, tutto diventa molto più opinabile.

Fabrizio
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Re: Filatelia semiotica

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TazDevil ha scritto: 13 dicembre 2018, 17:57
remo ha scritto: 12 dicembre 2018, 21:34
Rivoluzionario, ribelle, anticonformista, indomito, patriota, anticlericale, questi sono alcuni degli aggettivi che mi vengono in mente se penso a Garibaldi ma accomunare la sua figura all’idea del mondo del lavoro come suggerito dal francobollo non mi sembra molto rispondente.
Possibile che l’Italia non avesse un altro personaggio conosciuto nel mondo più vicino all’idea del Lavoro?
Se è per questo anche repubblicano e massone ma si sa, Garibaldi era uno spirito libero e come tutti gli spiriti liberi possono essere "strumentalizzati" e usati come icone anche da fronti contrapposte. Come ho accennato nel post precedente, la scelta di Garibaldi si giustifica ufficialmente con la coincidenza delle celebrazioni del centenario dell'Unità d'Italia, ecco perchè suona come una forzatura in un francobollo che nella didascalia celebra una esposizione internazionale del lavoro. Naturalmente nulla è lasciato al caso quando si parla di messaggi affidati ai francobolli ed ecco perchè ho ritenuto opportuno inserirlo tra le emissioni di propaganda durante la guerra fredda.
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Mi sembra che sottovalutiate le simpatie ''socialiste'' di Garibaldi e l'appoggio dato alla Prima Internazionale e alle prime societa' operaie italiane. Ma io credo che sul francobollo abbia inciso soprattutto il forte richiamo a Garibaldi della forze di sinistra italiane (dalle formazioni ''garibaldine'' comuniste nella Resistenza alla scelta di Garibaldi come simbolo del Fronte Democratico Popolare PCI-PSI), richiamo di cui ovviamente i sovietici erano ben consapevoli.
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Re: Filatelia semiotica

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somalafis ha scritto: 13 dicembre 2018, 19:49 Mi sembra che sottovalutiate le simpatie ''socialiste'' di Garibaldi e l'appoggio dato alla Prima Internazionale e alle prime societa' operaie italiane. Ma io credo che sul francobollo abbia inciso soprattutto il forte richiamo a Garibaldi della forze di sinistra italiane (dalle formazioni ''garibaldine'' comuniste nella Resistenza alla scelta di Garibaldi come simbolo del Fronte Democratico Popolare PCI-PSI), richiamo di cui ovviamente i sovietici erano ben consapevoli.
Non credo che sia stato sottovalutato questo aspetto, anzi, come detto nel post di commento all'emissione, fu proprio questo il motivo per cui l'Unione Sovietica decise, con una piccola forzatura, di commemorarlo in occasione della sua partecipazione alla mostra internazionale del lavoro. Ad ogni modo hai fatto bene a puntualizzare la forte vicinanza di Garibaldi anche alle idee di Marx, suo contemporaneo, che tuttavia ebbe nei confronti dell'eroe opinioni contrastanti tra la stima e il disprezzo.
Il discorso con remo, verteva piuttosto sui molteplici significati attribuiti a Garibaldi come icona. Un'icona usata come vessillo delle brigate partigiane ma anche come mito dell'unificazione d'italia sotto la monarchia sabauda, celebrato nel ventennio fascista, nel periodo della repubblica italiana e dalla massoneria internazionale.
Insomma, tutto questo per dire che sul personaggio Garibaldi si potrebbe parlare all'infinito, tanto poliedrica fu la sua figura e "rocambolesca" la sua vita.

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Re: Filatelia semiotica

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Le argomentate osservazioni di Riccardo sono senz’altro fondate e come ricordato anche da Fabrizio la figura di Garibaldi è stata a lungo “utilizzata” dalla sinistra nel dopoguerra.
Ho provato a cercare in ogni caso un personaggio, a titolo puramente di esercizio visto che il francobollo è stato emesso e in ogni caso dubito che l’autorita’ postale sovietica avrebbe mai chiesto il mio parere :-)) , e mi sono venuti in mente altri italiani da associare al mondo del lavoro dell’epoca ma poi li ho dovuti escludere chi per un motivo chi per un altro...non sarebbero mai potuti andare su un francobollo sovietico.
Per inciso alla Garbatella a Roma (via Basilio Brollo) esiste quello che oggi chiamiamo un murales, ovvero una scritta politica, tra l’altro restaurata e protetta da una pensilina, fatta per le elezioni del 1948 “Vota Garibaldi, lista N. 1”. Come ci ricorda Riccardo proprio perché il nizzardo era il simbolo del Fronte Popolare.
Grazie ancora a Fabrizio che con i suoi post alimenta riflessioni e interventi interessanti e mai banali.
:abb: a tutti
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Re: Filatelia semiotica

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Per la serie... Un Garibaldi non si nega a nessuno :ris:

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Re: Filatelia semiotica

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Persino i fascisti di Salo' pensarono ad un certo punto di utilizzare l'icona di Garibaldi anche se alla fine questi francobolli non furono emessi
gar.jpg
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Re: Filatelia semiotica

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Ecco la scritta storica di cui parlavo.
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Re: Filatelia semiotica

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Ed ecco l'altro Garibaldi , celebrato in una serie americana del 1960 dedicata ai "Campioni di Libertà".
Vi mostro una FDC dell'epoca dove curiosamente si narrano le gesta eroiche di un certo GIUSEPPI GARIBALDI... :ris:
P.S.
quasi quasi me la compro, su ebay.com si trova a meno di 2 dollari... :-)

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Pacchi postali: analisi semiotica del “cavallino” in sei fotogrammi

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Il valore da 1000 lire per pacchi postali, emesso nel 1954 è il francobollo più pregiato della Repubblica Italiana, quindi è un oggetto che desta interesse nei collezionisti soprattutto per il suo valore commerciale piuttosto che per il suo “fascino estetico”. Tuttavia, con l’aiuto dell’analisi semiotica, è possibile rivelare in questo francobollo una complessità strutturale ricca di contenuti che esprimono il concetto, tutt'altro che banale, di unità nella molteplicità e lo fanno in maniera dinamica, osservando una sequenza progressiva di separazione dell’Uno (rappresentato dal francobollo integro), in due parti distinte ma tra loro legate da un vincolo di corrispondenza o reciprocità.
La questione dell’unità scomponibile in due parti non è un esercizio meramente speculativo ma rappresenta un problema pratico in quanto la comunicazione visiva deve evidenziare che si tratta di un unico francobollo del valore nominale di 1000 lire, piuttosto che di due francobolli, ciascuno del valore nominale di 1000 lire.
Oltre a questa necessità, i contenuti della comunicazione devono esplicitare numerose informazioni, funzionali all'utilizzo del servizio e precisamente: il valore nominale (1000 Lire), la destinazione d’uso (affrancatura dei pacchi postali), le modalità di utilizzo (collocamento delle due parti nell'apposita modulistica di servizio) e l’Autorità Postale emittente (Poste Italiane). Si tratta di un sovraccarico di informazioni concentrate in una superficie che, sempre per favorire la fruibilità del francobollo, risulta di dimensioni estremamente ridotte.
Cerchiamo dunque di comprendere come sono stati sviluppati questi temi, risolvendo le problematiche sia da un punto di vista comunicativo che da un punto di vista grafico.
Iniziamo con l’analisi del "piano plastico”, che ci evidenzia dieci riquadri disposti secondo un criterio di simmetria speculare, uniti da un riquadro centrale contenente una serie di linee parallele, anch'esse distanziate in maniera tale da creare una simmetria speculare (Figura 1). In particolare, facendo sempre riferimento alla Figura 1, si evidenziano le seguenti coppie, ciascuna costituita da riquadri aventi la medesima forma e la medesima superficie: (Asx – Adx); (Bsx – Bdx); (Csx – Cdx); (Dsx – Ddx); (Esx – Edx). Questi riquadri delimitano altrettanti campi, all'interno dei quali saranno posizionati gli elementi comunicativi che presentano un grado di correlazione o di corrispondenza tra l'una e l'altra sezione.
Il riquadro centrale F, scomponibile in due parti simmetriche (F1 e F2) non veicola contenuti attinenti al servizio ma rappresenta una sorta di “guida” o meglio di indice, che fornisce informazioni per il posizionamento ottimale della dentellatura verticale.
Da un punto di vista interpretativo, la simmetria speculare esprime perfettamente il concetto di unità nella duplicità in quanto ciò che è riflesso rappresenta un doppio del medesimo soggetto che si riflette.
Il concetto di unicità è rafforzato dai contenuti posizionati nei riquadri Dsx e Ddx (Figura 2), che contengono rispettivamente le parole “PACCHI” e “POSTALI”, che acquistano un significato di senso compiuto solo se lette in maniera contigua, per comporre la frase “PACCHI POSTALI”, che ne esplicita la destinazione d’uso. Infatti, osservando l’immagine riprodotta nella Figura 2, appare chiara la rappresentazione plastica di un oggetto unico, perfettamente simmetrico, sopra il quale campeggia la scritta di senso compiuto “PACCHI POSTALI”.
Per comprendere meglio l’evoluzione dinamica della separazione dell’unità in due entità distinte ma correlate, immaginiamo di separare fisicamente il francobollo con le dita con quattro piccoli strappi, seguendo la dentellatura verticale. Per rendere più realistica la dimostrazione, procuratevi un cavallino ruota nuovo e perfettamente centrato e seguite le istruzioni di seguito esposte… ;-) :
La Figura 3 corrisponde al primo stadio di separazione in quanto nel riquadro Asx compare il messaggio “1^ Parte “, mentre nel corrispettivo riquadro Adx compare il messaggio “2^ Parte”. La separazione inizia con la comparsa di due informazioni che ci indicano che l’oggetto è suddiviso in due parti. Tuttavia, la simmetria speculare e la dicitura “PACCHI POSTALI” contribuiscono a mantenere ancora il senso di unicità. Nella nostra separazione ideale, questa fase corrisponde ad un primo piccolo strappo sulla dentellatura verticale (Coloro che stanno applicando la dimostrazione pratica inizino a separare il francobollo fino ad un quarto della dentellatura). :lol:
La Figura 4 rappresenta il secondo stadio di separazione in quanto nei riquadri Bsx e Bdx compaiono rispettivamente le scritte “sul bollettino” e “sulla ricevuta”, che ci indicano il posizionamento delle due parti nell’apposita modulistica. Tuttavia, l’immagine complessiva ci mostra ancora una certa unicità, derivante dal mantenimento della simmetria speculare. Nella nostra separazione ideale avremmo strappato metà della dentellatura verticale (Coloro che stanno applicando la dimostrazione pratica continuino a separare il francobollo fino ad arrivare a metà dentellatura). :-))
La Figura 5 rappresenta il terzo stadio di separazione, fortemente evidenziato dall'inserimento di due informazioni che veicolano il medesimo significato (100 Lire) nei riquadri Cdx e Edx. La rottura della simmetria speculare e la diversa composizione tipografica delle due scritte, ci mostrano in maniera evidente che ormai si tratta di due oggetti distinti. Ma come si giustifica la scelta di interrompere la specularità proprio con questo messaggio? La risposta più plausibile è che il disegnatore abbia voluto creare una distinzione visiva tra due espressioni identiche (1000 Lire) che se collocate simmetricamente avrebbero creato un effetto visivo di ricongiunzione anziché di separazione, richiamando la composizione tipografica di certe banconote. (Coloro che stanno applicando la dimostrazione pratica continuino a separare il francobollo fino ad arrivare tre quarti della dentellatura).:ris:
La Figura 6 rappresenta il quarto ed ultimo stadio di separazione. In questa fase la suddivisione è definitiva in quanto l’introduzione di due figurazioni diverse che esprimono diversamente significati diversi, crea di fatto due oggetti distinti. L’immagine del cavallino riprodotta nel riquadro Esx è una citazione dei famosi “cavallini di sardegna” ed è una rappresentazione allegorica della Posta. La seconda immagine è invece il simbolo che rappresenta l’Italia. Traducendo letteralmente le due immagini si deduce la parola “Poste Italiane”, che completa le numerose informazioni di servizio veicolate da questo francobollo. (Coloro che stanno applicando la dimostrazione pratica separino definitivamente il francobollo e provino a rivendere su ebay le due metà, per recuperare una minima parte della spesa sostenuta).:uah:
L’analisi semiotica ci evidenzia la profondità espressiva di questo piccolo francobollo, rappresentata dalla ricchezza di contenuti infornativi e concettuali esposti in una maniera che, a mio avviso, appare decisamente geniale.
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Re: Filatelia semiotica

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Non pensavo proprio si potesse tirar fuori una analisi di questo tipo
da una serie molto tecnica e graficamente molto piatta.

Splendida disamina; una rivisitazione dell'oggetto filatelico che
speriamo tu continui a proporci.

:clap: :clap: :clap:

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Re: Filatelia semiotica

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debene ha scritto: 9 gennaio 2019, 22:43 Non pensavo proprio si potesse tirar fuori una analisi di questo tipo
da una serie molto tecnica e graficamente molto piatta.

Splendida disamina; una rivisitazione dell'oggetto filatelico che
speriamo tu continui a proporci.

:clap: :clap: :clap:

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sergio
Spero che tu abbia eseguito la dimostrazione pratica della separazione, che procura un certo effetto da brividi! :lol:
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Re: Filatelia semiotica

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“Et pluribus unum” come dice lo Zio Sam
:clap: :clap: :clap:
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Re: Filatelia semiotica

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remo ha scritto: 10 gennaio 2019, 7:04 “Et pluribus unum” come dice lo Zio Sam
:clap: :clap: :clap:
remo Ciao:
Mi permetto di contraddirti perchè il motto "e pluribus unum" esprime un concetto associativo (dai molti si genera l'uno) mentre in questo caso si tratta di un processo dissociativo (dall'uno si generano i molti).
Ti mostro una rappresentazione visiva del concetto "e pluribus unum", dove due francobolli distinti, anche per valore facciale, recano immagini figurative il cui senso si compie solo se aggregati in un UNICO blocco foglietto.
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Re: Filatelia semiotica

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Re: Filatelia semiotica

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remo ha scritto: 10 gennaio 2019, 11:56 :abb: :abb:
remo Ciao:
... dal momento che mi hai dato l'occasione di posare gli occhi su quel blocco foglietto, vorrei darti un'altra dimostrazione della potenza espressiva del linguaggio dei francobolli.
Osserva come la parola insieme, che nel linguaggio naturale ha una semantica aggregativa, viene relazionata ad una manifestazione grafica delle singole diversità (pluribus), rappresentate dalle lettere dell'alfabeto che possiedono ciascuna colori e caratteri tipografici diversi.
Combinando dunque la semantica delle parole con la loro rappresentazione grafica (estetica o plastica per usare i termini corretti) si ottiene immediatamente il concetto dei molti (diversi) che si aggregano per comporre la parola INSIEME.
In questo caso noterai anche che la parola insieme non ha la medesima potenza associativa della parola unum usata nel motto americano e questo ti dimostra il fatto che l'Unione Europea è un'aggregazione di entità distinte che condividono alcune regole comuni ma non sono una UNICA Nazione come gli USA.
Questa è un'altra conferma di come un pezzettino di carta, ormai apprezzato da pochissimi estimatori, sia portatore di informazioni interessanti, non solo dal punto di vista puramente estetico ma anche dal punto di vista storico e sociopolitico.
E tutto ciò si deduce da una semplice parola disegnata in uno spazio di pochi centimetri!

ah... dimenticavo... secondo me l'Italia potrebbe essere rappresentata molto bene dalla lettera S perché noi siamo i soliti "divergenti" , ovvero quelli più diversi dagli altri diversi :lol:
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Re: Pacchi postali

Messaggio da somalafis »

TazDevil ha scritto: 9 gennaio 2019, 22:25 …. esprimono il concetto, tutt'altro che banale, di unità nella molteplicità e lo fanno in maniera dinamica, osservando una sequenza progressiva di separazione dell’Uno (rappresentato dal francobollo integro), in due parti distinte ma tra loro legate da un vincolo di corrispondenza o reciprocità….
Tutto vero ma il merito allora spetta a coloro che oltre cento anni fa inventarono i francobolli per pacchi a due sezioni, un vero primato della filatelia dell'area italiana. Accantoniamo la questione irrisolta del perche' venne prevista una dentellatura tra le due sezioni del francobollo visto che i moduli per pacchi non recavano nessuna perforazione e quindi le due sezioni venivano, dopo l'applicazione, separate con le forbici: la dentellatura in mezzo non incide infatti sulla struttura estetica complessiva. Ma coloro che nel Regno idearono questi bizzarri francobolli affrontarono appunto le questioni di unita' nella molteplicita' sottolineate dal nostro analista semiotico
re.jpg
reg2.jpg
luog.jpg
Anche in quel periodo i disegnatori riuscirono ad inserire in modo equilibrato una serie di simboli dinastici e politici e di informazioni di servizio, senza inibire ma anzi esaltando l'aspetto unitario: scritte diversificate ma simili, presenza dell'aquila sabauda e dello stemma regio, nodi di Savoia, stella d'Italia; simboli analoghi ma differenti e con l'aggiunta del fascio nella successiva versione; layout semplificato in periodo luogotenenziale.
Quando venne creata la serie dei pacchi postali repubblicani non era ancora stato approvato (avvenne nel 1948) lo stemma repubblicano con la ruota dentata e si fece largo quindi allo ''stellone'' d'Italia; ma un'aria di parentela con la versione ''luogotenenziale'' e' innegabile, con l'immarcescibile corno di posta in sostituzione dei simboli dinastici
pacco.jpg
Fosse gia' stato disponibile lo stemma repubblicano, magari ci sarebbero stati esiti piu' ''piatti'' come nelle marche per i pacchi in concessione
conc.jpg
Il vero ''colpo d'ala'' e' stato rappresentato dalla scelta - inaspettata per una carta valore di ''servizio'' anche se di alto nominale - di un'iconografia che rimanda a citazioni che sanno di storia postale e di filatelia colta (appunto il genietto a cavallo che figurava sulla carta postale bollata riservata agli stati di terraferma del Regno di Sardegna).
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Re: Pacchi postali

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somalafis ha scritto: 10 gennaio 2019, 16:14 Tutto vero ma il merito allora spetta a coloro che oltre cento anni fa inventarono i francobolli per pacchi a due sezioni, un vero primato della filatelia dell'area italiana.
:clap: :clap:
Hai perfettamente descritto la storia di questi valori postali che ci rimanda ai padri del 1000 lire che ho portato come esempio. il motivo per cui mi sono soffermato sull'analisi di questo valore risiede nel fatto che, a differenza dei tipi precedenti, questo manifesta in maniera più netta l'interruzione della simmetria speculare. Dobbiamo infatti considerare che, nella realizzazione della serie del 1946, a cui appartiene il cavallino, fu necessario risolvere un problema tecnico dovuto alla vertiginosa inflazione della Lira italiana nel dopoguerra. Questo fatto comportò una nuova progettazione dei riquadri e della loro disposizione spaziale, dovuta alla necessità di accogliere valori nominali di tre e quattro cifre, che ovviamente richiedevano uno spazio maggiore rispetto alle precedenti serie. Da un punto di vista analitico la differenza con le precedenti emissioni consiste proprio nella sequenza con la quale si sviluppa il filo logico della comunicazione. In pratica il 1000 lire e i suoi fratellini con il corno di posta, veicolano informazioni riconducibili a quelle dei loro padri (tenuto conto delle dovute distinzioni storiche e politiche), ma lo fanno con una sequenza diversa, che si manifesta nel punto di "rottura" della simmetria speculare, che non a caso avviene nella disposizione spaziale del riquadro destinato al valore nominale di quattro cifre.
Ti ringrazio inoltre per le tue precisazioni sulla parte iconica e simbolica che si sofferma sull'allegoria dei cavallini di Sardegna e sul simbolo dell'Italia. Per quanto riguarda l'elemento simbolico della stella, questa viene presentata nel vecchio stile sabaudo, in quanto come da te riportato, all'epoca non esisteva ancora lo stemma repubblicano. Il motivo per cui tale simbolo fu accettato nel 1946 e mantenuto anche dopo l'ufficializzazione dello stemma repubblicano, risiede proprio nel fatto che il nostro "stellone" ha radici millenarie e pertanto non fu considerato una prerogativa monarchica. Da questo punto di vista il valore da 1000 lire, che fu emesso nel 1954, assume una maggiore valenza, in quanto evidenza della continuità filologica di questo simbolo, che prescinde da ogni pregiudizio ideologico.
Il vero ''colpo d'ala'' e' stato rappresentato dalla scelta - inaspettata per una carta valore di ''servizio'' anche se di alto nominale - di un'iconografia che rimanda a citazioni che sanno di storia postale e di filatelia colta (appunto il genietto a cavallo che figurava sulla carta postale bollata riservata agli stati di terraferma del Regno di Sardegna).
Per quanto riguarda l'immagine del cavallino che tu hai giustamente definito "un colpo d'ala", ti chiederei cortesemente, se ne hai la possibilità, di fornire ulteriore documentazione sul suo significato, perché, osservando l'immagine in assenza di informazioni, la figura che cavalca a me appare come un putto o fanciullo mentre nella poca documentazione che ho reperito questo viene descritto come un non meglio precisato "genietto".
La differenza non è da poco perché il putto che suona un corno di posta potrebbe rimandare al concetto di innocenza/purezza/affidabilità di questo servizio e in tal caso sarebbe da considerare come attributo complementare a quello della velocità, rappresentato dal cavallo al galoppo. Nel caso del genietto invece... ti confesso che la mia fantasia non riesce a fornire una interpretazione coerente... sarebbe una sorta di "spirito della posta"?
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Re: Filatelia semiotica

Messaggio da somalafis »

Non so se ci fosse una descrizione iconografica ''ufficiale'' nelle norme e nelle ''patenti'' che istituirono la carta postale bollata (ma direi di no visto che erano corredate da apposite illustrazioni).
cav2.jpg
Le descrizioni sono quindi dovute di solito a collezionisti e studiosi. Ad esempio, Alberto Diene nel 1954 quando fu emesso il ''cavallino'' per pacchi, parlo' di ''un genietto a cavallo con il corno di posta, ripreso da quello che figura nella carta postale bollata degli stati sardi del 1819 e del 1820''.
Di certo sappiamo che il disegno e l'incisione furono di mano di Amedeo Lavy, incisore della Zecca di Torino e autore di monete famose (come i ''marenghi'' da 20 franchi di epoca napoleonica). Il cavallo in corsa verso sinistra reca sul dorso un bimbo, coperto solo da un mantello svolazzante, che suona un corno postale; l'immagine nella versione a stampa in turchino e' contornata da una cornice di forma circolare (15 centesimi), ovale ( 25 centesimi) od ottagonale (50 centesimi), non riprodotta nel francobollo per pacchi. Nella versione della carta bollata incisa a secco si fara' invece ricorso ad una cornice a perline. L'insieme e' di grande semplicita' e il richiamo all'utilizzo postale (anche se in realta' la carta bollata dava il diritto di NON servirsi delle regie poste) e' trasparente. Il gusto dell'illustrazione e' quello classicheggiante dello ''stile impero'' ed e' favorito esteticamente dall'assenza di richiami burocratici, con un risultato complessivo di grande gradevolezza di cui beneficera' poi anche il francobollo per pacchi.
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Riccardo Bodo
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TazDevil
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Re: Filatelia semiotica

Messaggio da TazDevil »

somalafis ha scritto: 11 gennaio 2019, 16:10 Ad esempio, Alberto Diene nel 1954 quando fu emesso il ''cavallino'' per pacchi, parlo' di ''un genietto a cavallo con il corno di posta, ripreso da quello che figura nella carta postale bollata degli stati sardi del 1819 e del 1820''.
A volte cercando lontano non si guarda sotto i piedi.. bastava consultare un dizionario. Ad esempio il Garzanti alla voce "genietto" fornisce il seguente significato: "raffigurazione artistica di un fanciullo; amorino, puttino".
Meno male che non ho trovato elementi che mi ponessero in contraddizione con Alberto Diena, perché sarebbe stato imbarazzante in questa sede.
Quindi, appurato che genietto è sinonimo di putto e che entrambi sono la rappresentazione artistica di un di fanciullo, la figura allegorica assume il senso che avevo postulato, dove il putto/fanciullo/genietto che suona il corno di posta rappresenta il postino innocente che rimanda al concetto di onestà e affidabilità, mentre il cavallo in corsa rimanda a quello di celerità, tutte proprietà che deve avere il servizio postale.
Alla prossima...
Ciao:
Mi chiamo Fabrizio e colleziono: Antichi Stati, Regno e Repubblica fino al 2000.
Sono appassionato di semiotica dei francobolli ed altre tematiche legate alla storia della comunicazione filatelica.

TAZ :devil:
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