I "centri capovolti"

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somalafis
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I "centri capovolti"

Messaggio da somalafis »

I centri capovolti sono una delle varieta' piu' fascinose della filatelia. In vari casi si tratta di rarita' di prima grandezza. In altri casi invece confesso di nutrire il sospetto che si tratti di varieta' create ad arte per ingolosire i collezionisti.
Ho fatto una breve incursione su eBay.com e di centri capovolti ce n'e' a bizzeffe. Purtroppo in una parte consistente di casi si tratta di falsi (spesso dichiarati tali) o di imitazioni e facsimile. Ho raccolto tuttavia l'immagine di qualche pezzo che ''potrebbe'' essere anche autentico.
Avete voglia di pronunciarvi in merito?
inv.jpg
inv2.jpg
inv4.jpg
inv3.jpg
inv5.jpg
inv6.jpg
inv7.jpg
inv8.jpg
inv9.jpg
inv10.jpg
--------------
Quello qui sotto, invece, sara' proposto in settembre in vendita da Cherrystone ad una base di 9500 dollari (contro un valore di catalogo di 20 mila dollari); secondo la casa d'aste ne esistono solo 100 esemplari (nuovi e usati) di cui 38 in collezioni museali
9500.jpg
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Riccardo Bodo
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acquarius1
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Re: I ''centri capovolti''

Messaggio da acquarius1 »

Ti sei dimenticato della Pittorica per la Libia :fest:
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Antonello Cerruti
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Re: I ''centri capovolti''

Messaggio da Antonello Cerruti »

Chissà quanti di questi sono - tecnicamente - realmente "centri capovolti" e quanti sono invece "cornici capovolte"?
La prima stampa è certamente diritta (non avendo un riferimento precedente) mentre la seconda, se è capovolta rispetto alla prima, determina la varietà.
Quindi se viene prima stampato il centro, è la cornice che risulta diritta - nella norma - o, raramente, capovolta.

Filatelicamente, però, sono sempre chiamati "centri capovolti" questi francobolli che mostrano un passaggio di stampa invertito rispetto ad un altro.

Cordiali saluti.
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debene
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Re: I ''centri capovolti''

Messaggio da debene »

Ciao Antonello,

per mia conoscenza

ma c'è differenza se trattasi di centro capovolto o cornice capovolta?
la varietà viene considerata con valore diverso?

mi confermi, a quanto ricordo di aver letto, che se la varietà è prodotta "artificialmente" per il falsario
è più facile rivoltare la cornice piuttosto che il centro.

Ciao:

sergio
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somalafis
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Re: I ''centri capovolti''

Messaggio da somalafis »

acquarius1 ha scritto: 18 agosto 2017, 13:00 Ti sei dimenticato della Pittorica per la Libia :fest:
No, ma non avevo sottomano un'immagine ''sicura'' ; di Italia mi mancano anche le immagini ''ragionevolmente sicure'' dei segnatasse con la cifra capovolta. Anche del classico francobollo indiano con l'effigie capovolta della regina Vittoria non avevo sottomano un'immagine ''sicura''.
Comunque la mia idea era di mostrare dei centri capovolti meno conosciuti. Ma se qualcuno ha delle immagini potrebbe mostrarcele e arricchire la piccola galleria
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Andrea61
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Re: I ''centri capovolti''

Messaggio da Andrea61 »

debene ha scritto: 18 agosto 2017, 13:33 ma c'è differenza se trattasi di centro capovolto o cornice capovolta?
la varietà viene considerata con valore diverso?
Credo che le due situazioni siano virtualmente indistinguibili nel caso in cui la stampa della cornice e del centro siano omogenee su tutto il foglio.

Esistono dei casi in filatelia classica (il pensiero corre subito alle prime emissioni di Francia) in cui ci sono interi francobolli capovolti, ma in quei casi si tratta di cliché inseriti male per cui è possibile dire cosa è oggettivamente dritto e cosa è oggettivamente capovolto.
Andrea

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Antonello Cerruti
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Re: I ''centri capovolti''

Messaggio da Antonello Cerruti »

debene ha scritto: 18 agosto 2017, 13:33 Ciao Antonello,

per mia conoscenza

ma c'è differenza se trattasi di centro capovolto o cornice capovolta?
la varietà viene considerata con valore diverso?

mi confermi, a quanto ricordo di aver letto, che se la varietà è prodotta "artificialmente" per il falsario
è più facile rivoltare la cornice piuttosto che il centro.

Ciao:

sergio
Non c'è differenza nell'interesse collezionistico e commerciale.
A parte l'eventuale conoscenza dell'ordine delle diverse fasi di stampa, possiamo individuare quale - tra centro e cornice - venne stampato prima dall'esame, ove possibile, della sovrapposizione dei colori.
Circa la tua ultima frase, forse fai riferimento a Jean De Sperati che, per ricavare i francobolli della IV di Sardegna con le testine capovolte, scoloriva le cornici e le ristampava.
Questo perchè non aveva a disposizione un calco perfetto del profilo di V.E. II e :vampiro: perchè immaginava/sapeva che tutti avrebbero controllato l'originalità dell'effigie a secco piuttosto che quella della stampa tipografica (o litografica?) della cornice.

Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
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Re: I ''centri capovolti''

Messaggio da debene »

Ciao: Antonello,
grazie delle informazioni.
Il riferimento a De Sperati è sicuramente corretto ma ricordo vagamente
un articolo sul Nuovo Corriere Filatelico che parlava di una falsificazione
di un primissimo francobollo spagnolo.

Quando rientro ritrovo l'articolo e riporto la scansione.

:abb:

sergio
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Re: I ''centri capovolti''

Messaggio da Antonello Cerruti »

Probabilmente, anche il francobollo spagnolo di cui hai letto è una creazione De Sperati.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
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somalafis
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Re: I ''centri capovolti''

Messaggio da somalafis »

Questi sono dei centri capovolti di Libia offerti su Delcampe ed eBay:
cap3.jpg
cap3b.JPG
cap3c.JPG
cap3d.JPG
E questo sono centri capovolti di altri paesi di cui ho recuperato le immagini su Delcampe
cap.jpg
cap1.jpg
cap4.jpg
cap5.jpg
cap6.jpg
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Riccardo Bodo
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Re: I ''centri capovolti''

Messaggio da acquarius1 »

hai trovato dei pezzi splendidi della Libia!
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ANTONELLO
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Re: I ''centri capovolti''

Messaggio da ANTONELLO »

Esistono dei casi in filatelia classica (il pensiero corre subito alle prime emissioni di Francia) in cui ci sono interi francobolli capovolti, ma in quei casi si tratta di cliché inseriti male per cui è possibile dire cosa è oggettivamente dritto e cosa è oggettivamente capovolto.
Come questo, che penso sia il più famoso e raro francobollo con la cornice capovolta.
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Ciao: Ciao: Ciao:
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debene
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Re: I ''centri capovolti''

Messaggio da debene »

Grazie anche a te Andrea. Non avevo visto il tuo intervento.
Ciao
Sergio
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Antonello Cerruti
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Re: I ''centri capovolti''

Messaggio da Antonello Cerruti »

Già proposto altrove ma qui è molto attinente.

CAPOVOLTO E’ BELLO.

“Per favore, mi fa vedere il lotto 2888 ?”
Era la fine dell’autunno del 1975 e, fuori dal salone della visione dei lotti dell’asta, la grigia giornata di Zurigo era così differente da quelle piene di sole di Roma.
Ma il bel catalogo ricevuto mi aveva trascinato sino alla città svizzera a visionare il tanto materiale italiano offerto in quella grande asta.
Era descritto in maniera approssimativa, quasi ad evidenziare il distaccato e scarso interesse che quell’asta, da sempre, riservava ai francobolli italiani anche se, invece, gli acquirenti provenienti dalla penisola erano sempre numerosi e pronti all’acquisto.
Poiché – volutamente – il personale addetto alla visione dei lotti faceva finta di non comprendere le richieste rivolte in italiano, in maniera altrettanto poco cortese anche quelli di noi che masticavano un po’ di tedesco interloquivano con loro in inglese.
L’unica attenzione che ci dedicavano era quella di controllare ostentatamente che “i soliti italiani” non facessero sparire qualche francobollo…., pur sapendo che quella decina di nostri operatori presenti erano i più bei nomi della filatelia italiana dell’epoca e che due o tre di essi potevano comprarsi l’intera asta in contanti.
“Ecco il lotto 2888”. “Grazie”.
Comincio dal primo dei quattro grossi volumi contenenti “importante collezione di francobolli del Regno d’Italia, con varietà.”
Mancavano le grandi rarità ma tanti begli esemplari componevano quella collezione che, come altri lotti offerti nella stessa vendita, avevamo saputo provenire dall’eredità di un grande collezionista svizzero assai attento a riempire tutte le “caselle”, compresa una moltitudine di varietà più o meno importanti.
Le altre sue collezioni di Svizzera, Francia, Germania, ecc. erano state attentamente dettagliate e decine di pezzi di pregio erano stati fotografati e facevano bella mostra di sé nel voluminoso catalogo che aveva attirato tanti compratori sin lì.
La collezione del Regno d’Italia, invece, era stata lasciata intatta e messa in vendita in un unico lotto, con una base di mille franchi.
La cifra era bassa già per la sola collezione formata dei francobolli tipo ma qui c’erano anche delle buone varietà e quindi – almeno tra gli italiani – tutti avrebbero guardato quella collezione.
Dal cartellino che accompagnava il lotto e sul quale – con svizzera precisione – venivano registrati i nomi di quanti visionavano il lotto, mi accorsi di essere stato il primo a richiederne la visione.
Sfogliato il primo volume, passo al secondo.
Ecco il foglio dedicato al 50 centesimi tipo Parmeggiani ed alle sue varietà, quello dedicato al 25 centesimi verde con l’effigie di Vittorio Emanuele III, quello con i francobolli della II emissioni Pro Milizia ma qui non ci sono le varietà più rare, poi ai piccoli valori da 7 centesimi e ½ e da 50 centesimi con l’effigie del re anche con le particolarità di dentellatura.
Poi passo alla pagina dei bei francobolli dedicati ad Emanuele Filiberto.
Controllo che la serie sia completa: conto i valori.
Bene, sono quindici, si sono tutti…
Perché quindici, se i valori sono tredici?
Ah, c’è anche quello da 1,25 lire con la dentellatura lineare. Boh, niente di speciale ma sempre qualche cosa vale, anche se non è stato ancora “riconosciuto” come francobollo-tipo.
Ma ce n’è comunque ancora uno di troppo.
Eccolo qui: del 30 centesimi con la dentellatura comune ne hanno messo anche uno sottosopra.
Lo raddrizzo e …. scattano tutti gli allarmi possibili.
Che succede?
Il rumore è solo nella mia mente che sta segnalando quello che gli occhi ancora si rifiutano di ammettere.
Ho capovolto il francobollo e l’ho rimesso ordinatamente nella taschina. Ma, ora che Emanuele Filiberto mi osserva severo e diritto, sono le diciture che risultano capovolte rispetto a quelle del francobollo vicino.
Lo rigiro ancora, cercando di controllare l’emozione ma….nulla da fare; non riesco a tenere calmo né il mio cuore né quel benedetto Emanuele Filiberto che ora è “a testa all’ingiù”.
Giro velocemente in avanti due fogli e poi, molto lentamente quasi stessi “spizzando” le carte di una mano di poker e sforzandomi di respirare con calma, torno al foglio sotto indagine.
Il “Filiberto capovolto” è sempre lì che mi aspetta immobile.
E’ davvero lui, il più celebre francobollo sbagliato d’Italia.
Lo esamino: ha anche la gomma integra. Nuovi, se ne conoscono pochissimi e tutti senza gomma o con linguella.
Lo rimetto giù, sull’album, vicino al francobollo “normale” che occupa la casella precedente.
…Sono proprio diversi: il primo tutto ordinato, così regolare, così simile a tutti gli altri.
Il secondo, invece, è un ribelle, irregolare, meraviglioso “centro capovolto”.
Ora i problemi sono tre: cercare di “mimetizzare” il francobollo in modo che gli altri non lo notino, controllare che nessuno lo faccia sparire prima dell’asta ed evitare che in sala il lotto mi sfugga.
Al secondo, che non dipende da me, posso ovviare richiedendo qualche altra volta il lotto e verificando che quello che ritengo oramai il “mio” francobollo sia sempre al suo posto.
Per il terzo problema, basterà tenere la paletta alta sino all’aggiudicazione.
Rimane il primo: devo rendere difficile da notare il francobollo in quella benedetta pagina dei francobolli dedicati all’emissione di Emanuele Filiberto.
In fondo, l’ho scoperto per primo (non se ne sono accorti neppure quelli che lo hanno descritto e messo in vendita) e non voglio condividere con altri quella meraviglia.
Non sarebbe corretto nascondere il francobollo; vorrei solo non facilitare nessun altro.
Chiudo l’album e rifletto.
Ecco, forse ho trovato.
Inserisco il francobollo nella taschina come se avesse la cornice capovolta; l’occhio nota subito una figura capovolta (il centro) ma una piccola scritta capovolta può sfuggire….
Termino la visione del lotto e passo ai successivi ma, oramai, gli altri non mi interessano quasi più.
Tanto per dare un’idea del valore di Quella Varietà, esso equivale – in soldoni - ad un centinaio dei miei introiti mensili….
L’intero lotto, rivenduto in Italia, può valere anche cinquanta volte il prezzo base.
Sorrido disinvoltamente agli amici che esaminano gli altri lotti e scambio con loro qualcuno dei soliti convenevoli, in attesa che passino le molte ore che ancora mancano alla battuta del lotto, prevista nella tarda serata.
Sono ore – per me - di grande tensione. Un paio di volte, nel tardo pomeriggio, chiedo di ricontrollare quel lotto e noto che si allunga l’elenco di quanti lo hanno visionato.
Il francobollo, però, è sempre lì, fermo nella posizione in cui l’ho lasciato: nessuno lo ha toccato.
Mi sembra quasi che uno ieratico Emanuele Filiberto mi faccia l’occhiolino, quasi a confermarmi che aspetta solo me…
Lui è tranquillo; io lo sono sempre meno.
Dopo la cena, si torna in sala per la sessione dedicata ai francobolli italiani. Ognuno batte i lotti che vuole ed i prezzi rimangono in linea con le previsioni.
Si arriva ai lotti voluminosi e, lentamente, vengono chiamati ed aggiudicati i lotti 2885… 2886 …. 2887 …2888.
Ci siamo.
Alzo la mia paletta e noto che ho un solo concorrente. Un operatore romagnolo specializzato nelle varietà.
Proprio lui… non cederà presto il maledetto….
Dopo i primi scatti ravvicinati, 1000…1050, 1100, 1150, 1200, il banditore comincia ad ampliare gli scatti e si arriva subito a 3000, 3500, 4000, 4500…
Mica si stanca l’ignobile…
7000, 7500…8000…8500…ancora? che un fulmine ti colga… 9000…9500…10000.
Uno, due e tre.
Finalmente il lotto è mio: quel porco è battuto.
Senza di lui, lo avrei preso alla base, risparmiando ben 9000 franchi.
E’comunque un affare meraviglioso; la pescata che uno sogna per anni.
Controllo che il mio Filiberto sia sempre al suo posto, gli mando un bacio, pago e ritiro subito il lotto: meglio che passi la notte in camera mia piuttosto che, tutto solo, nel caveau dell’asta.
Salendo in camera, incontro il maledetto romagnolo e mi faccio svelare il suo interesse per quel lotto.
Aveva notato nel lotto un francobollo che gli mancava e che cercava da tanto tempo; ma non era certo il Filiberto.
Una breve trattativa e recupero la metà del costo dell’intero lotto cedendogli solo quell’inutile – per me – varietà del cavolo.
Sempre più felice e soddisfatto, mi preparo ora ad una nottata di lavoro.
Devo ridurre l’ingombro dei quattro volumi, più quello degli altri acquisti, in dimensioni tali da essere occultati dentro una delle mie valigie per passare senza problemi la dogana di Fiumicino, al mio rientro a Roma.
Dopo qualche ora, il tutto è condensato in un bustone grande solo la metà di una scatola di scarpe ma ancora troppo grande per passare inosservato ad un’ispezione.
Boh, mi inventerò qualche cosa; intanto il mio Filiberto è all’interno del portafoglio, vicino al cuore.
Ogni tanto, controllo che sia sempre capovolto….
La mattina dopo, preparo le due valigie: in una, tutta biancheria sporca usata in una settimana di permanenza fuori casa.
Nella seconda, gli indumenti ancora puliti, il beauty, i cataloghi ed il bustone dei francobolli.
Breve volo ed arrivo a Roma.
Mentre attendo il bagaglio, continuo a pensare ad una soluzione sul come oltrepassare quel varco doganale che mi separa dalla gioia completa.
In genere, sui bagagli provenienti dalla Svizzera, cercano cioccolato, orologi e sigarette, ma non si sa mai; il mio desiderio è evitare – più che altro – le lungaggini di una dichiarazione noiosa e complicata ed il dover fare un elenco dei francobolli, spiegando come, dove e perché li ho acquistati, ecc.
L’attesa dei bagagli, a Roma, come sempre, non è mai breve.
Ciononostante l’idea giusta non arriva.
Ecco, finalmente, il nastro si mette in moto ed i bagagli cominciano ad affiorare, uno appresso all’altro.
Ecco le mie valigie. Una, però, quella con la biancheria sporca, arriva con la serratura aperta e richiusa con il nastro adesivo della società che gestisce la distribuzione del bagaglio.
E qui si accende la lampadina.
Raccolgo le mie due valigie, mi avvicino al varco di chi deve dichiarare qualche cosa e chiamo un finanziere.
E’ molto meravigliato che qualcuno abbia qualche cosa da dichiarare ma, cortesissimo, mi ascolta.
“Mi scusi, queste sono le mie valigie. Una mi arriva semi chiusa. Non vorrei che qualcuno ci avesse messo qualche cosa di strano e magari mi aspetta fuori per riprendersela….Possiamo aprirla insieme e controllare?”
“Cosa dovrebbe contenere?” mi chiede.
“Solo biancheria sporca”.
La apro e quello, con evidente scarso entusiasmo, fruga per controllarne il contenuto.
“Non c’è altro”, proclama con comprensibile disgusto.
“Ne ho un’altra ma quella non sembra manomessa” proseguo io “Vuole controllare anche quella?”.
“Veramente non avrei voluto aprire neppure questa…”
Quello ne ha oramai abbastanza, mi saluta e mi congeda, allontanandosi.
Lo ringrazio con calore, rimetto le valigie sul carrello e mi allontano molto sollevato.
Dopo pochi minuti sono sul taxi.
Oggi il catalogo dice che ci sono due “capovolti” con piena gomma.
Il mio lo cedetti ad un grande collezionista e, da allora, non l’ho più rivisto.
Sono però sicuro, che se lo dovessi incontrare nuovamente, lo riconoscerei subito ed anche Emanuele Filiberto si ricorderebbe di me e mi saluterebbe ancora, magari rifacendomi l’occhiolino, come quasi quaranta anni fa.



In questo raccontino, fatti, nomi, periodi e circostanze non rispettano completamente la realtà che invece, come sempre, supera la fantasia.
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Re: I ''centri capovolti''

Messaggio da debene »

E' stata proprio una delle giornate positive! Quante coincidenze!
Ciao
Sergio
Sergio De Benedictis
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Re: I ''centri capovolti''

Messaggio da giampi »

debene ha scritto: 19 agosto 2017, 12:32 E' stata proprio una delle giornate positive! Quante coincidenze!
Ciao
Sergio
:evvai: Ma a Roma si usano espressioni più colorite :-))
Giampiero

Colleziono ASI, Regno, Colonie, Occupazioni, prevalentemente usati, la mia passione e' comprenderne l'autenticità'. Mi interessa poter classificare i colori dei francobolli (es. Pontificio, Sardegna) con metodi più' oggettivi.
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Re: I ''centri capovolti''

Messaggio da francesco75 »

A proposito di Emanuele Filiberto. Questa è un lotto dell'asta di maggio Iltalphil con prezzo di base di 50.000 euro così descritto:
"1928 - 30c. Filiberto, centro capovolto (228a), su cartolina da Bologna a Treviso 29.09.1928. UNICO. Questo pezzo smise di essere in circolazione dal 1986, anno in cui venne battuto in un'asta Italphil (dettagliato cert. Colla) (En.D)".
Cordiali saluti.
Francesco
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Re: I ''centri capovolti''

Messaggio da somalafis »

Ci sono elementi ''invertiti'' persino nei suggelli gommati che tutte le poste del mondo usavano per richiudere plichi e buste malconci o lacerati (quelli che l'Yvert chiamava curiosamente timbres de retour). In questo blocco di suggelli del Peru', il terzo esemplare ha lo stemma dello stato capovolto!
inv.jpg

E qui sotto altre immagini di centri capovolti prese dal web (con beneficio di inventario sull'autenticita')
c1.jpg
c2.jpg
c3.jpg
c4.jpg
c5.jpg
c6.jpg
Infine queste due immagini del famoso centro capovolto indiano dovrebbero mostrare esemplari autentici (sono prese da vecchie riviste e giornali)
india.jpg
indiab.jpg
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Riccardo Bodo
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Re: I ''centri capovolti''

Messaggio da somalafis »

Quello mostrato qui sotto (da una vecchia asta Feldman) dovrebbe essere l'unico esemplare con centro capovolto conosciuto per questa emissione del Sudan
inv sudan unico.jpg
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Riccardo Bodo
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Re: I ''centri capovolti''

Messaggio da somalafis »

Questo centro capovolto sara' prossimamente offerto in asta Grosvenor
cc.jpg
fa parte di una grandissima collezione di Tonga che sara' dispersa in asta.
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Riccardo Bodo
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