La filatelia è destinata a morire? Idee, suggerimenti e possibili soluzioni

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Frabruno
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La filatelia è destinata a morire? Idee, suggerimenti e possibili soluzioni

Messaggio da Frabruno »

Buonasera a tutti, in questi primi quindici giorni di forum ho letto tanto, tantissimo.
Vorrei spingervi ad una riflessione mostrandovi due immagini dell'oggetto che preferisco della mia collezione:
20181004_185919.jpg
20181004_190053.jpg
Ora...sembrerò stupido ma per me, la lettera rende unica la busta. Questa lettera ha fatto il giro del mondo per tornare al mittente, quindi al bambino che custodiva il germe della filatelia. Non so per quanto l'abbia custodita ma io, che forse esagero col romanticismo, mi sento particolarmente responsabile di questo reperto.
La riflessione riguarda quello che possiamo fare concretamente oggi affinché possano ancora nascere bambini con la passione della filatelia. Gestisco un locale rivolto ad un pubblico tendenzialmente giovane (20/30) e famiglie, con molti clienti entro in confidenza e se capita di parlare della mia passione..beh, la risposta che ricevo con più frequenza è: 'c'è ancora chi colleziona francobolli??' Oppure 'ma cosa ci trovi?' O peggio ancora scopro che ragazzi di 20 anni non hanno mai usato un francobollo e che per loro è ormai uno strumento completamente desueto. Senza new entry la filatelia muore con noi, un po eccessiva come sentenza forse, ma secondo voi, cosa possiamo fare per rivitalizzare il movimento filatelico?
Grazie per l'attenzione, Francesco
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debene
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Re: Che si fa?

Messaggio da debene »

Caro Francesco, che si fa?

Non sei stato il primo nè sarai l'ultimo a porre questo quesito,
ma le risposte non sono facili e più andiamo avanti più si
adombrano di pessisismo.

Chi ha a cuore la Filatelia non può che rammaricarsi di questa situazione.
Ed è inutile confortarsi col fatto che la Filatelia diventa sempre più antiquariato,
sempre più ad appannaggio di una platea adulta e danarosa.

Se non interessiamo i giovani, chi sarà l'adulto di domani che continuerà questa passione?

Cosa si può fare? Molto poco da parte dei singoli, ma quel poco cerchiamo di farlo.
Promozione nelle scuole e proselitismo nei circoli.
Due aspetti su cui molti hanno gettato la spugna dichiarando che non ne vale la pena.

Poi ci sono le istituzioni che potrebbero promuovere la diffusione del francobollo.
Abbiamo tutti iniziato da lì, non siamo mica nati collezionisti di Antichi Stati.
Ad esempio,mi viene in mente questo ma si potrebbe pensare anche ad altro,
lo Stato ( MISE e Poste ) potrebbero decidere di dare un valore facciale ai commemorativi
di pochi euro. Forse un costo irrisorio potrebbe permettere una maggior diffusione.

Non ti nascondo che nonostante la Filatelia abbia riempito già 50 anni della mia vita
e cerchi di pormi sempre con passione verso iniziative atte a promuoverla,
il pessimismo avanza.

Ciao:

sergio
Sergio De Benedictis
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Quando la Filatelia è culturaLink al mio sito : Esculapio Filatelico

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remo
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Re: Che si fa?

Messaggio da remo »

Ciao Francesco,
non ci si può far niente. Bisogna accettare il fatto che i bambini...le nuove generazioni hanno altri interessi e spesso non sanno neanche che esistono i francobolli perché...I perché sono tanti e più volte qui sul Forum si è affrontata la questione.
I francobolli non vengono più usati per affrancare quelle poche lettere o cartoline che ancora circolano. Basta chiedere ad un diciottenne quando è l’ultima volta che ha usato un francobollo...ti risponderà mai.
La filatelia è ormai un hobby “aged” e va accettato per quello che è.
Ci hanno provato in tanti con iniziative nelle scuole, con i figli ed i nipoti, ma tant’e’...non interessa :cry: Anche io ho fallito con il figlio e i nipoti. Forse più avanti quando saranno più grandi...vicini agli ...anta.
Ci sono passioni che non toccano minimamente i giovani, pensa a chi colleziona libri antichi, prime edizioni.
L’interesse e l’amore per il passato, per la storia di una città, della propria famiglia, secondo me può arrivare solo in età matura. Specialmente nella società odierna dov’è un cellulare con due anni di vita è vecchio e sorpassato dalla nuova tecnologia.
Spiace anche a me ma è così.
remo Ciao:

p.s. il tuo pezzo è stupendo :clap: :clap: :clap:
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Il Lonfo non vaterca nè gluisce
e molto raramente barigatta....(Fosco Maraini)
Alex74
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Re: Che si fa?

Messaggio da Alex74 »

So di essere molto controtendenza, però credo che non sia così come lo si descrive.
Quando avevo 19/20 anni mi ricordo che convinsi la mia ragazza dell'epoca ad andare alla fiera del francobollo di Milano, quando siamo entrati ci venne da ridere perché il 90% delle persone andavano tra il triplo ed il quadruplo della nostra età!
Probabilmente anche loro guardandosi attorno avranno avuto la sensazione che la filatelia sarebbe morta con loro, eppure sono trascorsi quasi 30 anni immagino che quelli che all'epoca si ponevano questa domanda siano tutti (o quasi) passati a miglio vita, ed i giovanotti di allora oggi sono qua in questo forum a chiedersi se saranno loro gli ultimi filatelici.

Forse si .... ma non è così scontato come sembra.
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TazDevil
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Re: Che si fa?

Messaggio da TazDevil »

Provo a rispondere in maniera provocatoria, tanto per rimescolare le carte di un dibattito che ormai ristagna da anni con proposte innovative che sono divenute anch'esse obsolete, senza mai essere attuate.
La mancanza di un ricambio generazionale è sicuramente uno dei fattori che maggiormente influiscono negativamente sul futuro della filatelia, e il modello per invertire questa tendenza non è certo quello del fatalismo rassegnato a un destino che porta inesorabilmente all'estinzione dei filatelici.
Se si vuole tentare di risvegliare un interesse per il francobollo, occorrerebbe innanzitutto superare il dogma che attribuisce a questo oggetto la funzione primaria di affrancare la corrispondenza cartacea. La numismatica ha da tempo superato questo principio etico, creando emissioni parallele, a corso legale, che tuttavia sono evidentemente destinate ai collezionisti, in quanto impiegano tecniche e materiali pregiati, il cui costo supera di gran lunga il valore nominale della moneta.
Iniziative del genere in filatelia sarebbero bollate come eresie, vedi il timido seppur pacchiano tentativo di riprodurre francobolli su lamina d'oro, che le Poste si sono dovute affrettare nel dichiarare privi di validità postale, viste le invettive tra il ludibrio e il disappunto.
Vogliamo continuare a illuderci che la "filatelia moderna" sopravviva grazie a quel bizzarro hobby di importunare gli operatori di sportello e rallentare le code alla posta, presentando assurde buste, zeppe di francobolli in lire e euro, prive di contenuto e indirizzate a sè stessi o ad amici compiacenti?
Che male ci sarebbe nel creare emissioni con stampe e carta di pregio, grafica d'autore e soggetti interessanti e al passo coi tempi, con un prezzo di vendita all'origine superiore al valore facciale? Davvero possiamo pretendere che il Poligrafico sforni prodotti accattivanti, contando su un'economia di scala che non è più in grado di sostenere i costi di una produzione di qualità? E in tutta questa contraddizione c'è ancora chi pretenderebbe tirature limitate con distribuzione contingentata ma capillare in ogni zona remota del territorio nazionale, "equa e solidale" per evitare accaparramenti e speculazioni... insomma piccoli e rari gioielli per tutti, a soli 95 centesimi.
Il principale ingrediente della ricetta per fare proseliti è quello di rendere i francobolli collezionabili, e per fare ciò sono sempre più convinto che il rimedio sia quello di... smettere di fare francobolli pensando ai "vecchi" collezionisti e iniziare a produrre francobolli pensando ai nuovi NON collezionisti.
Magari non funzionerà ugualmente ma almeno ci avremo provato, avendo il coraggio di superare noi stessi.
:devil:
Frabruno
Messaggi: 9
Iscritto il: 27 settembre 2018, 21:23

Re: Che si fa?

Messaggio da Frabruno »

Bene...mi piace molto l'idea di Taz! Il paragone con la numismatica mi sembra azzeccato, anche se le monete restano un oggetto quotidiano mentre i francobolli molto meno.
Io avevo in mente un altro progetto:
Se io cercassi di avvicinare qualcuno alla filatelia potrei parlargliene o mostrargli la mia collezione, questo significherebbe condurlo in uno spazio privato e poi finire con l'annoiarlo, probabilmente. Perché io apprezzo la mia collezione, ma le 'bombe', le curiosità sono poche. Se io avessi invece a disposizione uno spazio pubblico itinerante, dove, a rotazione, potessimo esporre diverse collezioni di altrettanti collezionisti ci sarebbero più possibilità di colpire un nuovo potenziale appassionato. Sarebbe anche un occasione per conoscerci e confrontarci fra noi, fra l'altro.
Immaginate..chi di voi ha visitato lo 'human body exibition'? Ecco una cosa simile, chi vuole partecipa a rotazione e in diverse città. Cambiano i luoghi, le collezioni e le persone.
Francesco Bruno
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debene
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Re: Che si fa?

Messaggio da debene »

smettere di fare francobolli pensando ai "vecchi" collezionisti e iniziare a produrre francobolli pensando ai nuovi NON collezionisti.
va benissimo, basta non chiamarlo più francobollo, visto che questo oggetto è nato per rendere franca una spedizione e non per essere
collezionato.

Ciao:

sergio
Sergio De Benedictis
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debene
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Re: Che si fa?

Messaggio da debene »

Che male ci sarebbe nel creare emissioni con stampe e carta di pregio, grafica d'autore e soggetti interessanti e al passo coi tempi, con un prezzo di vendita all'origine superiore al valore facciale?
qualcosa del genere c'è già, tipo i foglietti erinnofili o altro che stampa il poligrafico.
Non ho mai capito però chi li colleziona!

Ciao:

sergio
Sergio De Benedictis
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TazDevil
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Re: Che si fa?

Messaggio da TazDevil »

va benissimo, basta non chiamarlo più francobollo, visto che questo oggetto è nato per rendere franca una spedizione e non per essere
collezionato.

Le monete da 5 e 10 euro hanno corso legale all'interno del Paese che le emette, quindi in teoria potrei spenderle al bar sotto casa ma in pratica non lo faccio perchè il loro costo è superiore al valore nominale spendibile. Non sono sicuro che trasportare questi concetti in filatelia sia sufficiente per avvicinare nuovi potenziali collezionisti, ma certamente sarebbe un rimedio allo squallore delle emissioni moderne, che nella stragrande maggioranza dei casi sono oggettivamente brutte, insignificanti e noiose, indipendentemente dal fatto che possano essere appiccicate a una busta e spedite, cosa peraltro vera solo in teoria.
Ho detto che avrei parlato in modo provocatorio perchè sono fermamente convinto che la filatelia, un tempo alimentata dal servizio della posta, sia un collezionismo consegnato al passato per cessazione del trasporto di corrispondenza cartacea. La speranza di avvicinare qualcuno a questo hobby deve passare per il rinnovamento culturale di noi collezionisti tradizionali... un cambiamento che presuppone apertura mentale nell'accettare compromessi e rivedere le nostre stesse convinzioni. Questo non significa sposare il nuovo a tutti i costi ma nemmeno contrastarlo sulla base di convenzioni radicate nel tempo che, in quanto tali, ci sembrano sacrosante e universalmente giuste.
Un compromesso? Creare ad esempio un servizio di "Luxury Post", i cui costi del recapito assicurato e garantito sono caricati sul valore facciale del francobollo... ad esempio: francobolli da 30, 40, 100 euro per recapitare una valentina o una busta augurale splendidamente affrancata con emissioni in oro, platino, ologrammi, filigrane pregiate e grafica d'autore, fatti apposta per essere spediti, conservati ed ammirati.
Ripeto si parla solo di provocazioni e non di idee, che non sarei all'altezza di fornire e che lascio ai creativi del marketing.
:devil:
Ultima modifica di TazDevil il 12 ottobre 2018, 12:29, modificato 1 volta in totale.
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Ivano Abbatantuono
Messaggi: 376
Iscritto il: 11 febbraio 2015, 18:41

Re: Che si fa?

Messaggio da Ivano Abbatantuono »

Io credo che la situazione non sia molto positiva, certamente è molto incerta, ma non propenderei per tesi catastrofistiche.
La passione del collezionismo è insita nell'uomo e continuerà a restarlo. Si collezionano dalle farfalle ai tappi di bottiglia, dalle macchine da scrivere alle Ferrari, passando per i francobolli e le monete. Se tutto fosse legato all'uso comune e corrente, allora non dovrebbero esistere i collezionisti di prefilateliche, visto che nessuno dei presenti ne ha mai spedita o ricevuta una. O, nella numismatica, i precursori delle monete, così come più in generale i collezionisti di antiquariato o a maggior ragione di antichità classiche.
Inoltre, rispetto ad altre tipologie di collezioni "minori" e più passeggere, come quelle dei tappi di bottiglia o di tessere telefoniche, la filatelia ha un blasone, un interesse economico rilevantissimo (chi vorrebbe lasciar morire nella spazzatura valori a volte considerevoli?), interessi scientifici ecc. che altre categorie non si sognano nemmeno. Ed i francobolli hanno pure il pregio dell'occupare poco spazio, del poter essere studiati e catalogati all'infinito, insomma un appeal a 360 gradi che poche altre tipologie possono vantare.
D'altra parte anche la monetazione si sta riducendo a vista d'occhio, con carte e tessere magnetiche a farla da padrone, per non parlare dei bitcoin o delle transazioni telematiche.... eppure pare che la numismatica stia crescendo a vista d'occhio!
E che dire delle vendite, specie all'asta, dove i pezzi più rari e specializzati, gli Antichi Stati e tutto quanto si riferisce al periodo antico / classico mantiene quotazioni di tutto rispetto o addirittura vede una ripresa d'interesse?
Ricordo di aver trattato questo tema con un commerciale della Bolaffi circa un decennio addietro, quando avevo rinverdito la mia passione filatelica mollata dagli anni giovanili. Ebbene, alla mia preoccupazione relativa all'abbandono dei servizi postali tradizionali, gli si fece una lucina nell'occhio e mi replicò entusiasta: "vorrà dire che i francobolli diventeranno antiquariato!".
Però credo sia indubitabile che il progressivo e inarrestabile abbandono dei tradizionali servizi postali e dei francobolli farà mancare alle generazioni future quel quid in più che abbiamo avuto noi, che nel maneggiare francobolli e storia postale abbiamo trovato il pregio di rivivere e toccare con mano, sia pure indirettamente, i bei tempi passati della gioventù....
Morale della favola:
1) credo che nei prossimi anni i collezionisti di filatelia diminuiranno ancora; soprattutto, diventeranno sempre meno numerosi i nuovi e giovani collezionisti, già oggi abbastanza rari;
2) per conseguenza, i francobolli comuni, quelli che servono a chi inizia le collezioni e sono peraltro già presenti sul mercato in quantità industriali, si deprezzeranno ancora di più;
3) per converso, forse aumenteranno maggiormente i valori dei "pezzi buoni", e ciò per alcuni ordini di ragione concomitanti quali: la ulteriore "maturazione" dei vecchi collezionisti (qualunque collezionista "strutturato" che prosegua la sua passione pian piano andrà a cercare i pezzi via via più rari); la progressiva riduzione dell'offerta dei "valori buoni" anche per processi naturali di deterioramento (o altre calamità distruttive.....); l'aumento della platea dei c.d. nuovi ricchi (vedasi Cina, Russia, ecc.), parte dei quali sta diventando collezionista, facendo crescere la richiesta;
4) la filatelia tenderà sempre più a specializzarsi e a divenire fenomeno affine all'antiquariato, privilegiando tendenzialmente il collezionismo dei periodi antichi e classici o di altri periodi storici (vedasi ad esempio le trasvolate di epoca fascista) specificamente caratterizzati.
Questi, a grandi linee, gli sviluppi che immagino
Colleziono (soprattutto) Regno d'Italia, nuovo usato e storia postale.
su ebay mi trovi qui : http://www.ebay.it/sch/abba_ivan/m.html ... pg=&_from=
per contatti, scrivimi su : ivantea@alice.it
Account Disattivato
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Re: Che si fa?

Messaggio da Account Disattivato »

Quando sento parlare di filatelia giovanile nel 2018 mi prudono sempre le mani.

Partiamo... dall'inizio: secondo me nel 1933 non c'era alcun bambino interessato a quella coppia di Balbo.
Quella del bambino è una vecchia scusa che ancora oggi - ingenuamente - viene sfornata nei mercatini delle pulci per giustificare abnormi richieste per un gramo albumino con quattro francobolli in croce.
Niente bambino.
Né nel 2018, né negli anni Trenta.
I bambini non giocavano certo con i Balbo.

Secondo punto: la filatelia giovanile oggi.
Il proselitismo nelle scuole, o la fiducia nel presunto proselitismo nelle scuole, è utopia pura.
Premesso che sono un'ex studente da neanche troppi anni, che sono abbastanza vecchio da sapere cos'è un francobollo, avendone attaccati parecchi durante la villeggiatura, ed avendo sempre avuto un occhio attento per il contenuto della mia cassetta postale... nessuno è mai venuto, neanche per mezz'ora, in una delle scuole dei tre gradi che ho frequentato a parlarci di quanto fosse bello collezionare francobolli.

E il motivo è presto detto: nessuno ha voglia di farlo. Nessun insegnante ha voglia di farsi da parte, di fare da spalla in un progetto che servirà... a cosa? La scuola inizia a metà Settembre per finire a metà Giugno, siamo tra i paesi con la minor durata del periodo scolastico in Europa. Ogni anno, tra scioperi, assemblee, autogestioni, feste patronali, nazionali e religiose, freddi polari eccetera... si fa sempre fatica ad ammucchiare i canonici 200 giorni di insegnamento prescritti dai Provveditorati... ci si arriva sempre con l'acqua alla gola.
Vogliamo parlare dei programmi? Ogni professore, il primo giorno di scuola annuncia "quest'anno studieremo A+B+C+D". E alla fine, per i motivi di cui sopra, va ancora bene se a fine anno si è studiato A+B.

In tutto questo marasma, la filatelia non ha spazio. Non può averne.
Poi per che cosa?
Perchè dal circolo locale (esistono ancora??) arrivi un Nonno Geppetto qualsiasi, con sopra due dita di muschio, con la stessa capacità comunicativa di un drago col mal di denti, che viene a dire che dei pezzetti di carta colorati sono interessanti... perché è così e basta?

Ecco che quindi, non sono e non sono mai stato convinto di questo modo di fare proselitismo: tre/quattro incontri di mezz'ora a dire che i francobolli sono belli, ma per carità!
Sono invece convintissimo che la cosa potrebbe funzionare in caso di insegnante-filatelista, che decida -sua sponte- di sviscerare il programma scolastico passando anche e soprattutto attraverso i francobolli.
Ipotesi: un insegnante di inglese che insegna l'inglese facendo leggere ai ragazzi le diciture sui bolli.
La cosa poi può prendere infinite ramificazioni, tante quante ne permette la Filatelia, e sconfinare per esempio nella c.d. civilization inglese.
Quindi un progetto filatelia non accostato e distinto dalle lezioni regolari, ma intimamente commisto ad esse.
Ma questo può avvenire solo per iniziativa del singolo insegnante, non dall'alto.

E poi, i punti cardine:
- il materiale ("...date del materiale ai vostri bambini e dite loro: questo è il materiale del..." ah no scusate :OOO:)... di materiale se ne trova a 1 Euro alla tonnellata;
- non diciamo ai ragazzi cosa devono o non devono fare: fate loro "ravanare" nel materiale di cui sopra, facendo in modo che dapprima lo organizzino secondo la loro logica del caos, per poi suggerire criteri più logici (ordine cronologico, tematico...);
- "prima i libri, poi i francobolli..." lasciamolo ai Maestri, che pure non sono nati tali;
- emissioni più o meno "nobili" o astrusi ragionamenti sulla qualità: non meritano nemmeno attenzione;
- investimento: idem con patate.


Se si sarà seminato bene, il Tempo farà tutto il resto.

Nicola.
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marco6691
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Re: Che si fa?

Messaggio da marco6691 »

Bellissima la busta, tornando al quesito credo che un passo lo dovrebbero fare anche le Poste, vanno bene le spedizioni in abbonamento postale e le tp label, ma riuscire a rifornire i tabaccai con francobolli commemorativi non sarebbe possibile? In estate non solo non si trovano francobolli commemorativi per spedire le cartoline, ma non si trovano nemmeno gli ordinari, sarebbe una delle rare occasioni che i più giovani potrebbero avere per usare i francobolli. Altro punto che mi da da pensare sono le tariffe, e non parlo solo dell'aumento eccessivo, io affranco una quarantina di missive al mese, quasi tutte per l'estero, dove trovo i commemorativi in tariffa? Eventuali francobolli ordinari da 0,05€ per l'integrazione? Mah? Non si potrebbe tornare ai vecchi sistemi? Ad esempio: Italia ed Europa ad 1,15€, Zona 2 a 2.30( che si otterrebbe con due bolli) Zona 3 a 3.45€(pensate a quante belle combinazioni), una volta si chiamavano porti :ris: , insomma il francobollo entrerà nell'antiquariato quando nessuno lo userà più per spedire, ma al quel punto meglio puntare su qualcos'altro.
Scambiando con l'estero trovo che in moltissimi paesi la filatelia, sebbene in crisi, non sia messa male come da noi, per le feste e le vacanze vedo ancora la sana abitudine di scambiarsi gli auguri via posta.
In Italia siamo avanti con la tecnologia un po' meno con la cultura.
Spero sempre che qualche milione di cinesi inizi a collezionare francobolli della Repubblica, Regno e Asi, magari anche ex Colonie. :-)) :uah:
Marco :-) Ciao:

Colleziono ASI, per il momento LV usato, REGNO, REPUBBLICA, COLONIE,
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TazDevil
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Re: Che si fa?

Messaggio da TazDevil »

Sono invece convintissimo che la cosa potrebbe funzionare in caso di insegnante-filatelista, che decida -sua sponte- di sviscerare il programma scolastico passando anche e soprattutto attraverso i francobolli.
Ipotesi: un insegnante di inglese che insegna l'inglese facendo leggere ai ragazzi le diciture sui bolli.
Iniziative del genere possono aiutare ma sono lasciate alla discrezionalità del singolo. Trovare poi al giorno d’oggi un insegnante filatelista mi sembra molto meno probabile di un ambo al lotto, che poi costui decida anche di utilizzare i francobolli "sua sponte" per rendere interessante una lezione d’inglese… beh lo avvicina, in termini di probabilità, ad un terno secco. :ris:
Scherzi a parte, la scarsa efficacia di quanto affermi risiede a mio avviso nella discrezionalità del singolo insegnante. Inoltre non mi risulta che l’uso dei francobolli come supporto didattico abbia mai avuto una diffusione significativa nemmeno ai tempi in cui questi pezzettini di carta erano uno dei pochi medium che veicolavano soggetti figurativi accattivanti. Ai giorni nostri poi, tutto questo sarebbe a mio avviso addirittura controproducente, perché assocerebbe una materia di studio, che di per sé non è accattivante, ad un supporto didattico, il francobollo, men che meno accattivante per un pargolo del terzo millennio, con il rischio concreto di sommare noia alla noia.
Meglio pensare, come hai esposto nella prima parte del post, che i pargoli, così come i giovanissimi non rientreranno mai nel target di ipotetiche iniziative promozionali della filatelia.
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TazDevil
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Re: Che si fa?

Messaggio da TazDevil »

Partiamo... dall'inizio: secondo me nel 1933 non c'era alcun bambino interessato a quella coppia di Balbo.
Quella del bambino è una vecchia scusa che ancora oggi - ingenuamente - viene sfornata nei mercatini delle pulci per giustificare abnormi richieste per un gramo albumino con quattro francobolli in croce.
Beh stando al testo della lettera sembrerebbe che il bambino sia esistito, a meno che non si tratti di uno scritto postumo, magari creato da un ambulante del mercato delle pulci. I balbo all'epoca valevano la cifra del facciale e quindi cosa ci sarebbe stato di male nel regalarli al bambino? Con il senno di poi naturalmente non posso che rallegrarmi del fatto che i francobolli non siano stati staccati dalla busta e rispediti al pargolo in trepidante attesa! :-)
Ricordo di aver trattato questo tema con un commerciale della Bolaffi circa un decennio addietro, quando avevo rinverdito la mia passione filatelica mollata dagli anni giovanili. Ebbene, alla mia preoccupazione relativa all'abbandono dei servizi postali tradizionali, gli si fece una lucina nell'occhio e mi replicò entusiasta: "vorrà dire che i francobolli diventeranno antiquariato!".
Mi trovo molto più vicino alle considerazioni di Ivano perché illustrano un futuro che in parte appartiene già al presente, tuttavia anche in questo caso non sono convinto che l’ingresso della filatelia nel variegato universo dell’antiquariato, sia esente da stravolgimenti epocali di ciò che noi oggi intendiamo come collezionismo filatelico, soprattutto per quanto riguarda le quotazioni dei così detti “pezzi buoni”. Posso citare la mia personale e quindi soggettiva esperienza, in quanto sono un collezionista di oggetti di antiquariato e di francobolli del periodo antico che spesso, per evidenti motivi di budget, si trova a dover scegliere tra l’acquisto dell’uno o dell’altro oggetto del desiderio. Vi riporto un esempio pratico:
Nella prima immagine ho postato una miniatura risalente al XVI secolo, con supporto in argento che ritrae un nobiluomo. Pezzo ovviamente unico perché si tratta di una pittura, oggetto molto prezioso nel suo genere perché nel 1500 un ritratto miniato su argento (che all'epoca valeva quasi come l'oro) era alla portata di una ristrettissima elite nobiliare, oggetto molto interessante in quanto manufatto artistico carico di storia. Valore: circa 1500 euro.
Nella seconda immagine un 50 grana del Regno di Napoli, oggetto abbastanza raro e sicuramente appartenente ad un periodo storico interessante, ma dal punto di vista antiquario, si tratta di un multiplo di epoca piuttosto recente. Valore: circa 3000 euro per esemplari nuovi di buona qualità.
Ora mettiamoci nei panni di un appassionato di antiquariato che disponga di un budget di 3000 euro per acquistare un oggetto interessante ed appagante… cosa pensate che scelga?
Con questo voglio solo evidenziare che il settore dell’alto antiquariato presenta una vastissima gamma di opzioni e non è detto che il francobollo possa reggere la concorrenza, almeno ai prezzi attuali. Non so quindi se ai commercianti brilleranno gli occhi, se e quando l’ingresso della filatelia nel mercato antiquario sarà definitivamente compiuto.
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Re: Che si fa?

Messaggio da Account Disattivato »

TazDevil ha scritto: 12 ottobre 2018, 21:30 I balbo all'epoca valevano la cifra del facciale e quindi cosa ci sarebbe stato di male nel regalarli al bambino?
75 Lire dell'epoca equivalgono, con la sola rivalutazione, ad 83 Euro odierni. E non aggiungo il potere di acquisto relativo, per cui il valore diverrebbe sensibilmente superiore.
I Balbo appena nati erano già di pregio.
Nessun padre di famiglia (o meglio, coloro che potevano permetterseli) avrebbe messo in mano questo significativo valore a un bambino.
I quali -bambini- avevano già i loro divertissement, minuziosamente pianificati "dall'alto".

Quindi, nessun bambino.
Solo un filatelista che pietisce, favoletta tanto attuale allora quanto oggi.


Nicola.
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TazDevil
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Re: Che si fa?

Messaggio da TazDevil »

Considerazione plausibile la tua, forse il mittente usa il bambino in trepidante attesa per assicurarsi la restituzione della busta.
Ciao:
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Andrea61
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Re: Che si fa?

Messaggio da Andrea61 »

Frabruno ha scritto: 11 ottobre 2018, 1:49 ... ma secondo voi, cosa possiamo fare per rivitalizzare il movimento filatelico?
Nulla.

E non per nostra incapacità, ma perché sono tentativi velleitari ed inutili, destinati a fallire.
  • Quasi nessuno spedisce più posta. Il telefono ha sostituito la lettera come mezzo di comunicazione ormai da 4 decenni almeno, la possibilità di inviare messaggi in tempo reale via web ha reso le cartoline illustrate obsolete.
  • Nelle rare occasioni che si hanno per spedire posta è possibile farlo senza procurarsi anticipatamente o usare i francobolli.
  • Il grosso della posta che normalmente si riceve non è affrancata con francobolli.
  • Per l'amministrazione postale la gestione stessa dei francobolli è diventata più un peso che altro, il progresso ne ha eliminato l'uso esattamente come il progresso a metà del XIX secolo ne aveva favorito l'uso. Le amministrazioni postali non torneranno indietro ad un regime poco pratico ed antieconomico solo perché uno sparuto gruppetto di "affezionati di anticaglie" glielo chiede.
I fatti elencati sopra mi sembrano incontrovertibili e tanto prima i filatelisti li faranno propri--e ne trarranno le debite conseguenze abbandonando pie illusioni--tanto meglio sarà per quello che resterà della filatelia.

La filatelia sopravviverà, ma sarà un settore collezionistico antiquario molto di nicchia dove il numero degli operatori commerciali fatalmente si ridurrà di molto e il valore materiale dei pezzi, salvo poche eccezioni, scenderà di molto.

Una cosa che è assolutamente necessario capire è che l'interesse verso qualcosa, interesse che può sfociare in passione, non è qualcosa che si può imporre dall'alto. L'interesse nasce da un'esposizione, un uso, una dimestichezza quotidiana. Pensare di indurre un interesse a ragazzi che non conosco i francobolli è come pensare di indurre loro un interesse nelle penne d'oca, nelle macchine da scrivere o nei regoli calcolatori. Magari qualcuno che ci trova un interesse si troverà pure, ma saranno più rari di mosche bianche.

E' impensabile--nelle condizioni attuali--pensare a programmi di introduzione della filatelia nelle scuole esattamente come sarebbe ridicolarmente impensabile introdurre programmi scolastici all'uso e lo studio delle penne d'oca, delle macchine da scrivere e dei regoli calcolatori.

"Ma la filatelia è cultura!" dirà qualcuno. Bisogna vedere che si intende: il collezionismo filatelico nei suoi differenti canoni certo va ad insistere su un campionario di varie culture: una cultura storica, una cultura geografia e tutte i possibili collegamenti che un approccio tematico alla filatelia può offrire. Ma il francobollo in sè, oggi, non incarna più quel veicolo privilegiato di cultura generale--per un ragazzo--che poteva incarnare 60 o 100 anni fa. Oggi un qualunque adolescente è bombardato da immagini e notizie provenienti da tutti i paesi del mondo molto più facilmente ed immediatamente reperibili di qualunque francobollo. Senza contare il fatto che oggi molti ragazzi tra i 14 e i 18 anni hanno già viaggiato ben più di quanto un uomo cent'anni fa--e anche molto meno--potesse sperare di viaggiare in tutta la sua vita: ciò comporta che gli oggetti esotici, tra cui i francobolli, hanno perso quasi totalmente il loro fascino evocativo (a metà Ottocento i sovrani d'Europa spendevano fortune per arredare una stanza delle loro regge nello stile cinese. Oggi basta andare al ristorante cinese sotto casa....).
Andrea

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Sono interessato alla Storia Postale e ai Classici di tutto il mondo.
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Luciano61
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Re: Che si fa?

Messaggio da Luciano61 »

Mah!
Sarà come dite voi...ma ho le mie idee.

Finché la meravigliosa busta con lettera contenuta che ha aperto il post ce la guardiamo tra noi collezionisti, questa godrà di indiscussa ammirazione.
Lo studio di una filigrana, la tinta di un francobollo antico, la tariffa da qui a lì e le integrazioni perché c'era di mezzo uno stato ormai dimenticato dai più, renderanno sicuramente interessante l'argomento ai collezionisti rodati.

Pretendete di suscitare interesse nel grande pubblico, od anche solo quello degli adolescenti?
Con questi argomenti?

Scusate, ma il cinema come ha superato le crisi?
Proponendo opere di Eisenstein?
O quelle di Tarkovskij?
Magari con Wim Wenders?

Per me le ha superate con Guerre Stellari, Indiana Jones, Titanic e così via.
Poi, a ruota, il sottobosco medio dei più ha avuto modo di conoscere ed apprezzare anche opere d'arte cinematografica.

Il problema è che si pretende di insegnare dall'alto.
Secondo me con una certa supponenza ed un distacco comportamentale tipico del:

"io so tutto e tu sei un ignorante, ma è il tuo giorno fortunato, per cui potrai bere alla fonte della mia sapienza: ma non abusarne!"

Per me è tutto l'approccio sbagliato.
La filatelia, almeno quella che deve attrarre neofiti e - non sia mai - un pubblico vasto, dovrebbe cercare di svestirsi di una eccessiva importanza.
Mi giudicherete "rustico" ma sinceramente certi atteggiamenti da dei dell'Olimpo, tipici dei filatelisti, per me non fanno altro che allontanare.
Altro che attrarre!!

Banalmente, tra tutti i realmente esperti filatelisti che partecipano nel Forum (e che hanno tutta la mia sincera ammirazione per la loro esperienza e capacità) quanti danno risposte a domande banali dei neofiti?
Uno?
Due?

La maggioranza degli esperti?
No, la maggioranza no.
Lasciano i neofiti a quelli come me, e tanti come me che di filatelia ne sanno fino a lì ma non fino a là.
E' la truppa, la fanteria, che si spertica a dare suggerimenti forse banali, ma utili a chi ne sa ancora di meno.
La filatelia nobile non si sporca le mani...con queste sciocchezze...è impegnata con alti pensieri.

Ripeto, volete con questi comportamenti attrarre novizi?

La filatelia, per diventare o tornare ad essere un hobby di rilievo non ha bisogno di dinosauri...
n.freschi3 ha scritto: 12 ottobre 2018, 15:06 ...con la stessa capacità comunicativa di un drago col mal di denti, che viene a dire che dei pezzetti di carta colorati sono interessanti... perché è così e basta?
Che sicuramente sanno tutto di filatelia, ma non sanno nulla dell'unica cosa che attualmente potrebbe servire: del marketing.

Vogliamo giocare con le utopie?
Diciamo ad un esperto di marketing o pubblicitario di trovare modo di promuovere la filatelia.
Che so, una Armando Testa (Esselunga ed altre migliaia di aziende hanno goduto dei servigi di questa azienda) od altri tra le decine di validissimi pubblicitari.
Scommettiamo che senza parlare di filigrane e dettagli tecnici porteranno beneficio alla filatelia?

Tutti noi pensiamo alla filatelia associandola a questo o quel francobollo importante.
Ma dobbiamo proporre un hobby, cercare proseliti e nuovi appassionati con ciò che piace a noi?
Oppure dovremmo iniziare a pensare cosa possa piacere ad un adolescente?

Se comprendiamo questo, dovremo necessariamente rammentare ciò che oggi ci fa inorridire: con cosa abbiamo iniziato a collezionare?
Francobolli...asiatici?
Diciamo mediorientali?
Oppure sovietici, con astronavi che viaggiavano nel cosmo?
Facciamola facile, va!

Abbiamo tutti cominciato con schifezze colorate.
I soliti dei Trucial States, est Europa e chi più ne ha più ne metta.
Abbiamo sbagliato?
Forse.
Ma forse no.
Perché quelle porcherie - che oggi tutti guardiamo trattenendo a stento la nausea - sono quelle che ci hanno instillato la passione.
Poi da lì ci siamo evoluti.

Allora che fare?
Continuare a guardare dall'alto al basso chi si avvicina alla filatelia, e farlo scappare, oppure essere un pochino più alla mano?

Con il mio Club abbiamo fatto alcune manifestazioni.
Si è provato a parlare di argomenti un pochino troppo tecnicistici, e ci siamo ritrovati tra noi parrucconi.
Allora abbiamo inventato giochini comunque attinenti alla filatelia, e qualche adolescente si è presentato, e sorridente.
Abbiamo provato a regalare qualche francobollo, che regolarmente è stato snobbato, fuorché quelli del calcio e delle auto da corsa...

Guarda caso, di che nazioni erano i francobolli dei calciatori e delle auto da corsa?

Allora, nella successiva occasione, ho esposto alcune buste di "sapore" astronautico: cosmogrammi e buste che le astronavi le hanno viste in televisione, ma almeno avevano degli annulli particolari e dei decori tipicamente da FDC, belli e colorati.
Poi ho aggiunto buste di missioni scientifiche e così via.

Un drappello di adolescenti, tutti felici con le loro mamme sorridenti, ad ascoltare...

Secondo me dobbiamo partire un pochino dal basso.
Non con la Democratica che su Unificato vale XXXX e sul Sassone XXXXXX.
Non con l'annullo dell'ufficio postale aperto dal 15 Maggio al 28 Giugno.
Iniziare a sedurre con il colore, con le avventure e con temi che possano piacere a chi di filatelia non sa nulla.

Aggià, ma come fare?
Che per noi espertoni quella filatelia è solo spazzatura?
Dopo lunghe riflessioni ho deciso quali siano i francobolli che mi piacciono: tutti!
Ed adoro i francobolli che non valgono un piffero, perché mi rilassano più di quelli costosi!
Immagine

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remo
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Re: Che si fa?

Messaggio da remo »

Luciano fuori dai denti...
:clap: :clap: :clap:

remo Ciao:
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Il Lonfo non vaterca nè gluisce
e molto raramente barigatta....(Fosco Maraini)
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Caelinus
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Re: Che si fa?

Messaggio da Caelinus »

Mi accodo.
:clap: :clap: :clap:
Pasquale(Lino) Gagliardi

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