Money.it: "Guadagnare con i francobolli rari e di valore: ecco come"
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Money.it: "Guadagnare con i francobolli rari e di valore: ecco come"
https://www.money.it/Guadagnare-con-i-f ... -come-fare
Non saprei da dove cominciare a strapparmi i capelli...
N.
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Re: Guadagnare con i francobolli rari e di valore!
Articolo interessante. Ma quanti 3 Lire di Toscana, jenny inverted o altri ci sono in giro? Il giornalista ha perso un'occasione di starsene zitto!
Cordiali Saluti Eric Werner (alias Vacallo)
Vincitore dei concorsi "I Top di F&F" 2007 e 2008
Vincitore del concorso "I Top di F&F" 2010, categoria Documenti Postali
Sostenitore dal 2010, come lo sono anche nel 2022
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Re: Guadagnare con i francobolli rari e di valore!
Adesso vedremo se veramente c'è qualcuno che crede nella filatelia.... vedremo chi butta 75000 euro nel tre lire di toscana. Io penso nessuno: a questo livello non è più solo un "passatempo".... una "passione".... deve esserci anche la componente investimento e quei 75000 non torneranno mai più indietro.
Pessimista?
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Re: Guadagnare con i francobolli rari e di valore!
Io invece credo che - avendo da investire 75.000€ in pezzi importantissimi (come il 3L di Toscana) e di alta qualità, il denaro tornerebbe ...piersant ha scritto: ↑4 ottobre 2019, 16:32 Adesso vedremo se veramente c'è qualcuno che crede nella filatelia.... vedremo chi butta 75000 euro nel tre lire di toscana. Io penso nessuno: a questo livello non è più solo un "passatempo".... una "passione".... deve esserci anche la componente investimento e quei 75000 non torneranno mai più indietro.
Pessimista?
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Andrea Grimaldi
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Re: Guadagnare con i francobolli rari e di valore!
Le tue tabelle dicono ( se non sbaglio) che un investimento in "francobolli" in 10 anni raddoppia il capitale ( a parte la seconda tabella che lo decuplica)...... quando mai? IO ho cataloghi di 10....20 anni e i prezzi sono sempre quelli..... anzi, diminuiscono
Re: Guadagnare con i francobolli rari e di valore!
Parliamo di cose diverse.piersant ha scritto: ↑4 ottobre 2019, 17:02 Le tue tabelle dicono ( se non sbaglio) che un investimento in "francobolli" in 10 anni raddoppia il capitale ( a parte la seconda tabella che lo decuplica)...... quando mai? IO ho cataloghi di 10....20 anni e i prezzi sono sempre quelli..... anzi, diminuiscono
A parte le tabelle, il post cita francobolli “rari e di valore”; l’articolo parla di Jenny rovesciati e similia; io ho indicato a titolo d’esempio il 3L di Toscana.
I francobolli che vanno nelle aste importanti e che hanno basi di partenza di decine di migliaia di € hanno valori che non fanno necessariamente riferimento ai cataloghi, che servono ai collezionisti, un po’ meno agli investitori ...
Cordiali saluti
Andrea Grimaldi
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- Ivano Abbatantuono
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- Iscritto il: 11 febbraio 2015, 18:41
Re: Guadagnare con i francobolli rari e di valore!
Ritengo anch'io, come ho scritto altre volte, che dobbiamo fare un distinguo fondamentale tra i pezzi rari e ricercati e la filatelia comune.
Quest'ultima registra un declino progressivo, mentre i pezzi pregiati possono persino ritenersi una buona fonte di investimento finanziario, sempre che pagati relativamente poco, soprattutto se trattasi di pezzi antichi e storia postale rara. Il caso del 3 lire è emblematico dei pezzi di valore, ma pagarlo 75.000 euro più commissioni non so se permetterà mai il recupero della somma pagata, io anche se li avessi non lo comprerei.
Che poi questa sia una prassi mercantilistica discutibile e poco piacevole è un altro paio di maniche, mi limito a registrare l'andamento dei prezzi nudo e crudo e la validità o meno dell'investimento.
P.S.: lasciamo perdere il valore portato dai cataloghi: sui pezzi comuni è gonfiato del 90%, mentre per i pezzi pregiati di cui sopra a volte le quotazioni vengono raggiunte o avvicinate per davvero dal mercato reale!
Quest'ultima registra un declino progressivo, mentre i pezzi pregiati possono persino ritenersi una buona fonte di investimento finanziario, sempre che pagati relativamente poco, soprattutto se trattasi di pezzi antichi e storia postale rara. Il caso del 3 lire è emblematico dei pezzi di valore, ma pagarlo 75.000 euro più commissioni non so se permetterà mai il recupero della somma pagata, io anche se li avessi non lo comprerei.
Che poi questa sia una prassi mercantilistica discutibile e poco piacevole è un altro paio di maniche, mi limito a registrare l'andamento dei prezzi nudo e crudo e la validità o meno dell'investimento.
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Colleziono (soprattutto) Regno d'Italia, nuovo usato e storia postale.
su ebay mi trovi qui : http://www.ebay.it/sch/abba_ivan/m.html ... pg=&_from=
per contatti, scrivimi su : ivantea@alice.it
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Re: Guadagnare con i francobolli rari e di valore!
Fra poco vedremo...... !
Re: Guadagnare con i francobolli rari e di valore!
L'Asta Casati si è chiusa. nessuno ha speso più di 70000 euro per il 3 lire toscana e così sono andati anche i pezzi di maggior valore. Comprati invece i pezzi di basso medio valore . Non ho fatto le somme ma mi sembra sia stato aggiudicato non molto, sia in numero che in valore. La filatelia, come previsto, va male e ci sono più francobolli in vendita che collezionisti.
Re: Guadagnare con i francobolli rari e di valore!
La filatelia "va male" per chi non sa cosa sta vendendo (o comprando) e per chi sa bene cosa vende (o compra) ma vuole lucrare oltremisura.
Se si compra (e si vende) "cum grano salis" la filatelia va benissimo!
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S T A F F
Paolo Cardillo - Consulente filatelico.
Perizio e catalogo tutti i francobolli dell'Area Italiana.
Lotti delle aste BidInside prenotabili per email
Visita il mio sito personale
spcstamps@hotmail.it
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- Ivano Abbatantuono
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- Iscritto il: 11 febbraio 2015, 18:41
Re: Guadagnare con i francobolli rari e di valore!
E' anche il mio pensiero, e sono lieto che corrisponda a quello di chi è pienamente addentro al settore.
Direi anche di non trarre conclusioni da un'unica asta e/o da pochi pezzi attenzionati. D'altra parte, il prezzo di quel 3 lire è sembrato alto un po' a tutti, considerato che con le commissioni superava i 90mila euro!
Un consiglio alla casa d'aste: riproporlo in futuro, magari partendo da una soglia più ragionevole, massimo 50mila euro: se ci sono gli interessati, il prezzo potrà anche salire (però non di molto, credo).
Direi anche di non trarre conclusioni da un'unica asta e/o da pochi pezzi attenzionati. D'altra parte, il prezzo di quel 3 lire è sembrato alto un po' a tutti, considerato che con le commissioni superava i 90mila euro!
Un consiglio alla casa d'aste: riproporlo in futuro, magari partendo da una soglia più ragionevole, massimo 50mila euro: se ci sono gli interessati, il prezzo potrà anche salire (però non di molto, credo).
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- virgilio.terrachini
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- Iscritto il: 9 ottobre 2014, 14:18
- Località: Genova e Porto San Giorgio (FM)
Re: Guadagnare con i francobolli rari e di valore!
qualche altro grafico riferito alle grandi rarità ....
la situazione drammatica è principalmente italiana evidentemente
la situazione drammatica è principalmente italiana evidentemente
Re: Guadagnare con i francobolli rari e di valore!
Ai "poveri collezionisti" non sevono grafici di grandi rarità, sono solo "specchietti per le allodole".
Basta guardare l'andamento dei francobolli di medio valore e si scoprirà che i prezzi sono in discesa da almeno 20 anni!
La colpa? Le offerte sul mercato sono maggiori dei collezionisti in grado da assorbirle.
Troppi capelli bianchi (sempre meno) e mancanza di nuove leve di "veri" collezionisti, molti sono solo "raccoglitori" pronti ad abbandonare la filatelia per altri lidi.
Purtroppo.
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Marino
Sostenitore dal 2010
Beato colui che pianta alberi alla cui ombra non potrà mai sedersi
Colleziono "Numeri 1" dal 1840 al 1860
Colleziono anche prime emissioni di ASI e Cavallini di Sardegna 1819-1820
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Re: Guadagnare con i francobolli rari e di valore!
Anche l'altro 3 lire proposto da Casati a € 20000 (usato) è rimasto invenduto come pure quello proposto da Ferrario a € 25000 (usato anche questo) è rimasto invenduto. Quanti sono i collezionisti che si potrebbero permettere un simile investimento? Con quelle cifre non si parla più di collezionista ma di investitori i quali molto probabilmente quelle cifre preferirebbero usarle per altri tipi di investimenti di tipo collezionistico.
colleziono o almeno provo ASI sciolti e su busta, regno e luogotenenza
giuseppecasamassima1@gmail.com
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Re: Guadagnare con i francobolli rari e di valore!
Io parlerei di collezionisti investitori.... un collezionista che vorrebbe anche, un domani, rivendere almeno alla pari senza rimetterci. Ma se anche su questi pezzi devono pagare il 22 % ( non credo ) di provvigioni nessuno rientrerà mai in possesso dei propri soldi. Questo senza tener conto della progressiva estinzione dei collezionisti e dell'immissione sul mercato di collezioni, anche importanti, di collezionisti deceduti che fanno aumentare l'offerta....
Re: Guadagnare con i francobolli rari e di valore!
Secondo me, l'unico modo per guadagnare con francobolli è acquistarli con linguella o senza gomma, e venderli senza linguella
Re: Guadagnare con i francobolli rari e di valore!
Si...vorrei imparare a farlo.....soprattutto per accorgermi se ne compro uno....
Re: Guadagnare con i francobolli rari e di valore!
I problemi della Filatelia sono, in parte, i problemi della società italiana; in parte problemi specifici del settore.
La Filatelia (mi riferisco soprattutto a quella d'alto livello, che è rappresentata al massimo grado dalla storia postale degli Antichi Stati) è una forma di collezionismo antiquariale, un interesse colto per benestanti.
Ora, è noto che i benestanti in Italia vanno diminuendo, a causa della più lunga crisi economica dei tempi moderni (cui s'aggiunge quella tutta italiana d'un paese indebitato e corrotto); cioè, i ricchi diventano più ricchi, ma il numero dei benestanti diminuisce; inoltre i denari sono quasi esclusivamente nelle mani degli anziani.
Questo crea un problema per l'oggi, che temo si acuirà nel futuro. Troppa l'offerta (man mano che i vecchi collezionisti dismettono -oppure passano a miglior sorte, lasciando il cerino agli eredi) e poca la domanda. Risultato: i pezzi o non si vendono (il mercato italiano non è in grado d'assorbirli) o si svendono.
Per questo motivo io temo di dover concludere che la Filatelia, anche d'alto profilo, non solo non sia un buon investimento, ma nemmeno un valido bene rifugio. E', sì, un bene rifugio, ma poco efficace, perchè il mecato è "sottile", quasi evanescente e va svaporando. Senza contare che nei decenni passati i pezzi venivano strapagati e molte rarità non erano tali, man mano che si aprono i cassetti ed escono montagne di lettere.
Poi c'è lo spread: se io acquisto in un'asta un pezzo ad 820 €, lo pago 1.000 (commissioni 22%). Per riprendere i miei 1.000 € dovrò venderlo a 1.283 in una prossima asta (1.283-22%); ma chi lo acquista dovrà pagarlo 1.565 (1283+22%). Perchè qualcuno dovrebbe pagare 1.565 ciò che io ho pagato 1.000? Magari fra 10 anni accadrà, ma io avrò perso 10 anni di valuta.
Il punto è che uno "spread" del 44% è intollerabile, almeno per il collezionista, ma è imposto dal sistema Italia.
Per cui il collezionista ne esce solo se vende ad un privato, oppure se si affida ad aste estere.
E proprio l'estero e soprattutto Stati Uniti o Asia possono essere una via d'uscita, possibile solo per la Filatelia d'alto livello.
Ma resta il fatto che i pezzi acquistati dalle case d'asta italiane o dai commercianti italiani si sono strapagati in passato, ma ancora si pagano troppo, a mio parere.
E le lettere non finiscono mai, ne escono ogni giorno!
Conclusioni: la Filatelia deve piacere, ma occorre sapere che è, come tutte le passioni, un'attività in perdita.
Si mette in piedi una collezione, ci si gioca, ma la perdita economica è da mettere in preventivo.
Se si acquista con pazienza e competenza, sarà lieve.
Altrimenti sarà pesante.
Un saluto agli appassionati, specie a quelli di Storia postale degli Antichi Stati.
Chi vuole una rendita deve acquistare titoli di stato a lungo termine
La Filatelia (mi riferisco soprattutto a quella d'alto livello, che è rappresentata al massimo grado dalla storia postale degli Antichi Stati) è una forma di collezionismo antiquariale, un interesse colto per benestanti.
Ora, è noto che i benestanti in Italia vanno diminuendo, a causa della più lunga crisi economica dei tempi moderni (cui s'aggiunge quella tutta italiana d'un paese indebitato e corrotto); cioè, i ricchi diventano più ricchi, ma il numero dei benestanti diminuisce; inoltre i denari sono quasi esclusivamente nelle mani degli anziani.
Questo crea un problema per l'oggi, che temo si acuirà nel futuro. Troppa l'offerta (man mano che i vecchi collezionisti dismettono -oppure passano a miglior sorte, lasciando il cerino agli eredi) e poca la domanda. Risultato: i pezzi o non si vendono (il mercato italiano non è in grado d'assorbirli) o si svendono.
Per questo motivo io temo di dover concludere che la Filatelia, anche d'alto profilo, non solo non sia un buon investimento, ma nemmeno un valido bene rifugio. E', sì, un bene rifugio, ma poco efficace, perchè il mecato è "sottile", quasi evanescente e va svaporando. Senza contare che nei decenni passati i pezzi venivano strapagati e molte rarità non erano tali, man mano che si aprono i cassetti ed escono montagne di lettere.
Poi c'è lo spread: se io acquisto in un'asta un pezzo ad 820 €, lo pago 1.000 (commissioni 22%). Per riprendere i miei 1.000 € dovrò venderlo a 1.283 in una prossima asta (1.283-22%); ma chi lo acquista dovrà pagarlo 1.565 (1283+22%). Perchè qualcuno dovrebbe pagare 1.565 ciò che io ho pagato 1.000? Magari fra 10 anni accadrà, ma io avrò perso 10 anni di valuta.
Il punto è che uno "spread" del 44% è intollerabile, almeno per il collezionista, ma è imposto dal sistema Italia.
Per cui il collezionista ne esce solo se vende ad un privato, oppure se si affida ad aste estere.
E proprio l'estero e soprattutto Stati Uniti o Asia possono essere una via d'uscita, possibile solo per la Filatelia d'alto livello.
Ma resta il fatto che i pezzi acquistati dalle case d'asta italiane o dai commercianti italiani si sono strapagati in passato, ma ancora si pagano troppo, a mio parere.
E le lettere non finiscono mai, ne escono ogni giorno!
Conclusioni: la Filatelia deve piacere, ma occorre sapere che è, come tutte le passioni, un'attività in perdita.
Si mette in piedi una collezione, ci si gioca, ma la perdita economica è da mettere in preventivo.
Se si acquista con pazienza e competenza, sarà lieve.
Altrimenti sarà pesante.
Un saluto agli appassionati, specie a quelli di Storia postale degli Antichi Stati.
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Re: Guadagnare con i francobolli rari e di valore!
Sono perfettamente d'accordo. Come prima cosa sarebbe opportuno che gli editori dei cataloghi riportassero i prezzi alla realtà . Lo so che i prezzi dei cataloghi non li guarda quasi più nessuno e che un collezionista compra un catalogo ogni 10 anni..... ma è un problema di serietà ed onestà.
- Ivano Abbatantuono
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- Iscritto il: 11 febbraio 2015, 18:41
Re: Guadagnare con i francobolli rari e di valore!
Mah.....
Inizierei dalla fine: i titoli di Stato rendono poco più che zero, e parlo di quelli a lungo termine, perché i BOT semestrali e annuali sono ormai a rendimento negativo.
Ciò chiarito, posso cmq condividere che la filatelia come mezzo d'investimento sia quantomeno a rischio e che il potenziale investitore abbia qualche chanche di non rimetterci o guadagnarci qualcosina soltanto se parliamo di oggetti antiquariali e rari, come appunto la storia postale ASI o al massimo il Regno del periodo "classico".
E quelle poche chanches richiederanno non solo un po' di fortuna (queste nostre "previsioni" sono sempre piuttosto aleatorie..), ma soprattutto che si sia speso bene (il meno possibile, diciamo) e che si venda bene e senza fretta. Tornando all'esempio del pezzo da 820 comprato a 1.000 e da vendere a 1.500 solo per "rientrare" col sistema delle aste, la musica sarebbe diversa se quel pezzo lo avessi comprato a un buon prezzo, supponiamo a 650 (più commissioni andiamo sugli 800) e lo dovessi rivendere con calma, magari direttamente a un privato, a 1.000.
Rispettando i canoni di oculatezza, "investimento a lungo termine" e giusti canali di acquisto e vendita, credo che il rischio sia accettabile. Ma solo rispettando tutti i canoni predetti.
Il collezionismo tradizionale (e soprattutto italiano) cala inesorabilmente, ma la visuale può essere assai meno pessimistica se guardiamo ad un futuro diverso collezionismo (quale, per l'appunto, quello antiquariale) e alla globalizzazione, posto che negli USA e in altri paesi emergenti il trend è piuttosto differente da quello nostrano. E l'Italia, magari fortunosamente, continua a godere di un discreto appeal - anche culturale - nel resto del mondo, quindi almeno nel medio periodo non mi preoccuperei troppo della crisi del mercato nazionale. Quanto al lungo periodo, lasciamolo agli astrologi.
Dopo di che l'unico indiscutibile "faro" resta quello di collezionare per passione, senza buttar via soldi in malo modo ma anche senza farsi illusioni di facili guadagni.
Inizierei dalla fine: i titoli di Stato rendono poco più che zero, e parlo di quelli a lungo termine, perché i BOT semestrali e annuali sono ormai a rendimento negativo.
Ciò chiarito, posso cmq condividere che la filatelia come mezzo d'investimento sia quantomeno a rischio e che il potenziale investitore abbia qualche chanche di non rimetterci o guadagnarci qualcosina soltanto se parliamo di oggetti antiquariali e rari, come appunto la storia postale ASI o al massimo il Regno del periodo "classico".
E quelle poche chanches richiederanno non solo un po' di fortuna (queste nostre "previsioni" sono sempre piuttosto aleatorie..), ma soprattutto che si sia speso bene (il meno possibile, diciamo) e che si venda bene e senza fretta. Tornando all'esempio del pezzo da 820 comprato a 1.000 e da vendere a 1.500 solo per "rientrare" col sistema delle aste, la musica sarebbe diversa se quel pezzo lo avessi comprato a un buon prezzo, supponiamo a 650 (più commissioni andiamo sugli 800) e lo dovessi rivendere con calma, magari direttamente a un privato, a 1.000.
Rispettando i canoni di oculatezza, "investimento a lungo termine" e giusti canali di acquisto e vendita, credo che il rischio sia accettabile. Ma solo rispettando tutti i canoni predetti.
Il collezionismo tradizionale (e soprattutto italiano) cala inesorabilmente, ma la visuale può essere assai meno pessimistica se guardiamo ad un futuro diverso collezionismo (quale, per l'appunto, quello antiquariale) e alla globalizzazione, posto che negli USA e in altri paesi emergenti il trend è piuttosto differente da quello nostrano. E l'Italia, magari fortunosamente, continua a godere di un discreto appeal - anche culturale - nel resto del mondo, quindi almeno nel medio periodo non mi preoccuperei troppo della crisi del mercato nazionale. Quanto al lungo periodo, lasciamolo agli astrologi.
Dopo di che l'unico indiscutibile "faro" resta quello di collezionare per passione, senza buttar via soldi in malo modo ma anche senza farsi illusioni di facili guadagni.
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per contatti, scrivimi su : ivantea@alice.it
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