Servizio di Stato

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Giampaolo
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Messaggio da Giampaolo »

Ecco che appena uno pensa di sapere qualcosa si rende invece conto di sapere poco, o quasi. :mmm:

Sto terminando di impaginare la pagina dell'album che mi sto auto-costruendo riguardante i francobolli del servizio di Stato e la pari serie sovrastampata 2 cent. A fianco mi piace inserire qualche nota descrittiva e per farlo, prendo spunto dai libri che ho acquistato. Rileggendo tra gli altri il 1°volume del Novellario edito dall'Unificato mi sono imbattuto in alcuni concetti che hanno piantato il classico granellino di sabbia negli ingranaggi del mio cervelletto... :!: :??: :!: :??: :idea: :shock:

Ora che ho appena riassemblato il tutto alla bell'e meglio tento di spiegarmi:

Intanto si parla di franchigia ed esenzione: la franchigia illimitata dal 1° gennaio 1875 veniva accordata solo al carteggio del Re e a quello del Papa; tutti gli altri uffici governativi dovevano adoperare i nuovi francobolli di Stato, mentre i parlamentari ed i sindaci dovevano usare i francobolli ordinari come ogni cittadino.

Fino a qui nulla di difficile se non fosse per queste frasi che vi riporto e che spero mi vogliate chiarire:

- ... i francobolli di Stato sono forniti per mezzo della Direzione generale delle Poste, che ne riscuoterà l'ammontare. Ovvero la loro fornitura non è gratuita, visto che dopotutto anche questi francobolli hanno un costo: in pratica si paga anche per non pagare. :oo:

Dunque...interpreto male io o gli uffici dovevano anticipare la spesa per questi francobolli, utilizzarli sulle corrispondenze, e poi venivano rimborsati dal Ministero delle Finanze o chi per esso in base al consumo che ne facevano? Ma non ha senso se il fine di tutto questo non era solo statistico o di controllo della spesa, ma principalmente per recuperare denari per l'apertura di altri uffici postali. :?:

- Sindaci ed altri esclusi dalla franchigia si sono ormai abituati a usare i normali francobolli senza protestare e il semplice contrassegno, insieme alla consegna diretta all'ufficio postale, può di nuovo bastare per spedire le corrispondenze ufficiali, ora non più in franchigia ma in esenzione di tassa. :what:

Questa proprio mi sfugge: se i sindaci e gli altri esclusi dalla franchigia continuavano ad usare i francobolli ordinari vuol dire che una tassa comunque la pagavano, perchè allora si parla di esenzione? :dub:

Cerco le ultime rotelline e intanto ringrazio chi vorrà intervenire Ciao:
Giampaolo
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somalafis
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Re: Francobolli del servizio di Stato: aiutooooo!

Messaggio da somalafis »

Giampaolo ha scritto: 2 dicembre 2017, 10:32
- ... i francobolli di Stato sono forniti per mezzo della Direzione generale delle Poste, che ne riscuoterà l'ammontare. Ovvero la loro fornitura non è gratuita, visto che dopotutto anche questi francobolli hanno un costo: in pratica si paga anche per non pagare.
.....
- Sindaci ed altri esclusi dalla franchigia si sono ormai abituati a usare i normali francobolli senza protestare e il semplice contrassegno, insieme alla consegna diretta all'ufficio postale, può di nuovo bastare per spedire le corrispondenze ufficiali, ora non più in franchigia ma in esenzione di tassa.
Cerco di risponderti io, senza essere Filanci, ne' esperto come lui.

Effettivamente il R.D. n.2091 del 1874 che fissa il regolamento per i francobolli di stato, stabilisce un complesso meccanismo in base al quale le amministrazioni che devono usare questi francobolli li possono richiedere e ottenere. Poi all'art. 25 si specifica:
Art. 25. Il pagamento dei francobolli e delle cartoline di Stato deve essere fatto alla scadenza di ciascun trimestre de1l’anno dalle Presidenze dello Camere legislative e dai Ministeri sulla esibizione dei conti presentati dalla Direzione generale delle Poste e corredati delle richieste. I mandati di pagamento debbono essere emessi a favore del cassiere centrale dell’Amministrazione delle Poste. L'ammontare di tali riscossiani deve figurare in partite distinte nel conto del detto cassiere centrale.

In sostanza era una partita di giro (visto che tutti i soggetti interessati erano a carico del bilancio dello stato, poste incluse), un po' complicata, ma giustificata dal tentativo di mettere sotto controllo il settore.

Per quanto riguarda il secondo punto, a mio parere hai esteso ai sindaci la seconda parte della frase che invece non li riguardava. Il senso, sempre secondo me, e' il seguente: nel 1876 si decide di abolire il complicato sistema dei francobolli (e cartoline) di stato. Dopo la riforma entrata in vigore nel 1875 i sindaci e gli altri soggetti esclusi dalla vecchia franchigia si sono ormai abituati ad usare i normali francobolli. Per i soggetti che invece godono dell'ESENZIONE DALLE TASSE POSTALI (MINISTERI ECC.) basta il contrassegno ovale insieme all'obbligo di consegna diretta agli uffici postali (non era cioe' consentito di gettare in buca le corrispondenze per le quali si richiedeva l'esenzione di tassa).
Riccardo Bodo
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Giampaolo
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Re: Francobolli del servizio di Stato: aiutooooo!

Messaggio da Giampaolo »

Grazie per il tuo contributo Riccardo.

Per quanto riguarda il primo punto dunque erano francobolli che si pagavano fittiziamente e il motivo sembra proprio quello di limitare la spesa di questi uffici visto che dovevano anticiparne l'importo. Decade però, a mio parere, la motivazione per cui era stato architettato il nuovo metodo, reperire fondi per aprire nuovi uffici postali abolendo il diritto alla franchigia illimitata, che avevo sempre tenuto per buona. Più probabile allora che si volesse ridurre drasticamente il numero di coloro che ne godevano usando la scusa dell'interesse pubblico. E visto che "l'esperimento" durò poco più di un anno e mezzo, il sospetto rimane.

Per quanto riguarda il secondo punto rileggendo la frase penso proprio che tu abbia ragione però è messa giù in maniera un pò equivoca: forse anche il Filanci si è avvitato nei ragionamenti, per cui posso consolarmi... :lol:

Adesso però non mi torna la differenza tra franchigia ed esenzione: due modi per dire la stessa cosa? :mmm:

Ciao:
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Re: Francobolli del servizio di Stato: aiutooooo!

Messaggio da somalafis »

Scusa, ma sono io che non ti seguo adesso: se si riduceva il numero di coloro che a qualunque titolo potevano usufruire gratuitamente della posta, si recuperavano risorse. Volendo, anche per aprire nuovi uffici.

Anche la distinzione fra franchigia ed esenzione dalle tasse postali era in fondo tendente allo stesso scopo. La ''franchigia'' e' un titolo permanente e incondizionato: il sovrano, ad esempio, ne godeva in senso attivo e passivo: sia per spedire che per ricevere posta, verso qualunque destinatario interno. In sostanza - come ha scritto Bruno Crevato Selvaggi - la franchigia e' il diritto di non pagare le tasse postali per la propria corrispondenza a prescindere dai destinatari o dai mittenti e dal contenuto.

L'esenzione invece e' una concessione legata all'ufficio ricoperto e ad altre condizioni: se ne poteva beneficiare solo se i messaggi erano diretti a determinati destinatari e se il contenuto dei messaggi rispondeva a precise norme. Come ricorda sempre Bruno Crevato Selvaggi, furono pubblicati e continuamente aggiornati minuziosi elenchi degli uffici che avevano diritto all'esenzione con l'indicazione degli uffici con cui potevano corrispondere e le condizioni, che non erano uguali per tutti (lettere e pieghi aperti; lettere chiuse e pieghi aperti; lettere e pieghi chiusi). Anche raccomandazione e assicurazione dipendevano da specifiche condizioni. L'esenzione poteva anche essere temporanea.
E persino la riduzione delle tasse postali dei sindaci era condizionata al tipo di destinatario: altri sindaci o uffici con i quali si esplicano affari di stato civile, leva o statistica.
Riccardo Bodo
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Re: Francobolli del servizio di Stato: aiutooooo!

Messaggio da Giampaolo »

somalafis ha scritto: 2 dicembre 2017, 15:33 Scusa, ma sono io che non ti seguo adesso: se si riduceva il numero di coloro che a qualunque titolo potevano usufruire gratuitamente della posta, si recuperavano risorse. Volendo, anche per aprire nuovi uffici.

Allora porta pazienza...non sono ancora riuscito a capire a chi era in carico il costo finale di questi benedetti francobolli di Stato.
Se gli uffici li pagavano e morta lì, sono d'accordissimo con te che non vi era più franchigia e si risparmiavano denari da reinvestire.

Se invece tramite una partita di giro venivano poi rimborsati non capisco che risparmio ne poteva scaturire, se non quello legato alla maggior attenzione dei funzionari nello spedire. Ma la franchigia, di fatto, continuava ad esistere.

Per quanto riguarda la differenza tra franchigia ed esenzione sei stato chiarissimo, grazie. :cin:
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Re: Francobolli del servizio di Stato: aiutooooo!

Messaggio da somalafis »

Giampaolo ha scritto: 2 dicembre 2017, 15:59 ...Se gli uffici li pagavano e morta lì, sono d'accordissimo con te che non vi era più franchigia e si risparmiavano denari da reinvestire.
...
Tuttavia, anche in questo caso il costo finale del trasporto e delle consegna sarebbe stato a carico del bilancio statale perche' le spese registrate nei bilanci di ogni singola amministrazione avrebbero dovuto essere finanziate. Ci si troverebbe sempre di fronte ad una partita di giro tra le amministrazioni pubbliche. Insomma alla fin fine la posta ''ufficiale'' continuava a viaggiare a spese pubbliche, come d'altra parte e' naturale ed ovvio. Anche oggi che non vige piu' nessuna esenzione o franchigia (visto che ''Poste Italiane'' e' una s.p.a. privata e deve essere pagata) il costo della posta ufficiale continua ad essere a carico dell'erario, anche se visivamente questo non e' percepibile.

Nella fattispecie dei ''francobolli di stato'' del 1875 ti ho riportato integralmente il disposto normativo: volendo (ma a me non sembra), in teoria potrebbe anche essere letto come semplice copertura delle spese di produzione dei valori di servizio e non come sommatoria dei valori facciali.... Comunque la norma urta contro quello che talvolta si trova scritto e cioe' che i francobolli di servizio venivano somministrati gratuitamente agli uffici utilizzatori.

L'obiettivo delle riforma del 1874-75 - secondo quel che capisco io - non era pero' quello di abolire ogni forma di gratuita' della posta ufficiale ma quello di delimitare le categorie che ne avevano diritto e di rendere piu' stringenti le norme d'uso. Per esempio, la posta ufficiale diretta da uffici pubblici ad altri uffici pubblici non poteva essere indirizzata nominativamente. Cioe' all'arrivo, vari impiegati di quell'ufficio potevano aprirla ed eventualmente constatarne l'irregolarita' perche' il messaggio non era di interesse pubblico. In precedenza vigeva un sistema caotico e in sostanza ''feudale'' con privilegi legati alla carica detenuta. L'esperimento fatto in Italia nel 1875-76 aveva quindi sia fini statistici, sia quello di rendere piu' consapevoli gli uffici verso l'uso della posta ufficiale gratuita.

Un'esperienza apparentemente analoga verra' compiuta con i cosiddetti francobolli per gli enti parastatali negli anni venti del nuovo secolo. Trattandosi pero' di enti non a totale carico del bilancio statale, in quel caso venivano forniti i francobolli corrispondenti allo stanziamento che figurava per quella voce nel bilancio del ministero cui l'ente faceva riferimento.

D'altra parte, se ti prendi la briga di consultare un qualunque catalogo mondiale, vedrai che in praticamente tutti gli stati sono esistiti francobolli di servizio o interi postali di servizio per la corrispondenza d'ufficio. E' chiaro che quegli strumenti si traducevano, alla fine, nel trasferimento dei costi postali della corrispondenza ufficiale sulla fiscalita' generale del singolo paese. Anche queste emissioni probabilmente avevano lo scopo di frenare l'abuso delle esenzioni dalle tasse postali.
Riccardo Bodo
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Re: Francobolli del servizio di Stato: aiutooooo!

Messaggio da Giampaolo »

Ti ringrazio per la pazienza e il tempo dedicatomi Riccardo, ora sicuramente ho le idee molto più chiare. Ciao:

Rev LB Aug 2019
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