De la Rue: Torino o Londra?

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giampi
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Re: De la Rue: Torino o Londra?

Messaggio da giampi »

Prendendo come analisi i francobolli di Stefano si nota, a parte in questo caso il colore più fedele a quello di catalogo fra i Lo e i To, sempre una scarsezza di tinta nei Londra che determina anche alcune falle.
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Ultima modifica di giampi il 16 maggio 2020, 18:32, modificato 1 volta in totale.
Giampiero

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maupoz
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Re: De la Rue: Torino o Londra?

Messaggio da maupoz »

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e allora ricordiamoci anche dei nostri italiani ....all'ESTERO

anno di stampa 1873 e 1874

2 lire ESTERO534.jpg


Giampiero,
sì, in generale i "Londra" sono più "delicati" nei tratti e nel colore
.....si vede che l'addetto alla stampa di Londra era in combutta con chi inchiostrava....il primo ci metteva la giusta forza...quanto bastava....il secondo metteva l'inchiostro il giusto e forse anche un pò meno ..... :mmm: si vede che era di origine scozzese :-))



sulla cornice di bordo, a destra, vicino a sesto dentello ....un'interruzione nella cornice .... ci faccio caso solo adesso ....gli sarà "scappato" il bulino nel ritoccare gli ornati? ...
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Maurizio

"Sicché dunque, disse Pinocchio sempre più sbalordito, se io sotterrassi in quel campo i miei cinque zecchini, la mattina dopo quanti zecchini ci troverei?"
"È un conto facilissimo, rispose la Volpe, un conto che puoi farlo sulla punta delle dita. Poni che ogni zecchino ti faccia un grappolo di cinquecento zecchini: moltiplica il cinquecento per cinque e la mattina dopo ti trovi in tasca duemila cinquecento zecchini lampanti e sonanti."
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Re: De la Rue: Torino o Londra?

Messaggio da Stefano T »

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Prima di partire con ipotesi varie, facciamo un po' di chiarezza.

1) Attenzione allo stato di conservazione
La carta dell'esemplare di sinistra di Pino è perfettamente conservata, al pari del colore.
Quello di destra invece ha la carta che tende al giallino, e lo scarlatto è sbiadito se confrontato con i colori intensi dei Torino.
Al pari della gomma che appare non ben conservata e scura, ma non è quella della tiratura di Torino.

Quelle striature verticali che si sono ben evidenziate a causa della gomma un po' brunita, infatti, sono tipiche di una parte dei soprastampati SAGGIO di Londra.
Vi posto il verso di due esemplari freschi di Londra:
30 cent.
30 cent. Londra saggio verso.jpg
1 cent. freschissimo
1 cent. Londra saggio verso01.jpg
ma se viro i colori, si ritrovano le stesse identiche striature del 2 Lire di Pino
1 cent. Londra saggio verso virato.jpg
2) Tipologia e stesura della gomma
Vi posto questi due 60 cent. in ottimo stato, ovviamente tutti di Londra (e sulla coppia troviamo una delle prove di annullamento a testimoniarlo).
60 cent. Londra saggio recto.jpg
Ma se giro i francobolli ecco come appaiono le gomme.
Colore, densità e stesura diverse
60 cent. Londra saggio verso.jpg
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Re: De la Rue: Torino o Londra?

Messaggio da maupoz »

Ciao: Ciao:


da due buste, entrambi classificati Torino


il primo con annullo Livorno il 28.10.1868

il secondo con annullo Milano il 29.08.1867


questo significa che almeno nelle grandi città i Torino (consegnati da OCV a dicembre 1866) erano già in distribuzione in quegli anni

..... è una domanda-affermazione :preo: :preo:

2 lire 2 buste535.jpg
:-))
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Re: De la Rue: Torino o Londra?

Messaggio da Stefano T »

giampi ha scritto: 16 maggio 2020, 17:24 Pino grazie delle immagini dei tuoi saggi
Sempreche' sia corretto prendere i saggi come riferimenti sicuri per i francobolli entrati in circolazione, ho osservato chiare differenze di stampa fra i Londra e i Torino.
Nel caso dei saggi di Pino più' che il colore che sembra simile, ho notato chiare differenze nella stampa che appare scarsa nei Londra ed abbondante nei Torino
Riporto un confronto di particolari che si riferiscono a lettere. Notare la irregolarità nei Londra dovuto a mancamenti di colore rispetto ai TO. La cosa non mi sembra nuova ed era gia emersa in questo topic dall'analisi dei 40c.
Quelli di Pino sono due saggi entrambi di Londra.
Altrimenti quello più chiaro di colore (ma con la gomma scura e striata) sarebbe un Londra e lo scarlatto più intenso (ma con la gomma bianchissima) di Torino.
Ve l'avevo già detto in precedenza di non guardare ai singoli saggi o prove d'archivio come elemento distintivo.
Se, come concordava Enrico, avete sviluppato la sensibilità giusta nel giudicare l'insieme degli elementi del francobollo, aiutano, altrimenti rischiate di sbagliare.

Inoltre si cade male con il SAGGIO in caratteri più piccoli di Pino perchè, oltre ad essere raro (penso ne abbiano soprastampato un solo foglio) e io ne ho un solo esemplare, ha caratteristiche di stampa particolari per la scarsa inchiostrazione e il colore molto intenso e vivace.
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Re: De la Rue: Torino o Londra?

Messaggio da giampi »

Stefano T ha scritto: 16 maggio 2020, 18:40 Quelli di Pino sono due saggi entrambi di Londra.
Pino sara molto contento di questa scoperta :-))
Escludi che questo problema di ossidazione della gomma non si possa presentare sui Londra messi in circolazione?
Comunque hai visto che anche sui tuoi pezzi la differenza di stampa e' netta. l problema e' capire quanto la cosa e' ripetibile perché se si selezionano i Londra come i tuoi per quel che riguarda la leggerezza della stampa si trova che saranno il 5% dei pezzi in circolazione (parlo sopratutto degli usati). Cosa che come abbiamo detto non può' essere in quanto dovrebbe essere 50 e 50 circa.
Giampiero

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Re: De la Rue: Torino o Londra?

Messaggio da Stefano T »

andy66 ha scritto: 16 maggio 2020, 14:29 Non entro nei tecnicismi del riconoscimento tra DLR e TO in quanto non ne ho le competenze, però se posso ribadisco il fatto che per quanto riguarda gli usati le quotazioni dei cataloghi non siano credibili.
Se infatti il TO nuovo ha una quotazione da fb molto comune, ed infatti il corrispondente DLR quota 10 volte tanto, non vedo nessun motivo per cui gli usati mantengano questa differenza, anche se meno accentuata.
Ciao: Come ho scritto in precedenza, la differenza di quotazione tra un Londra e un Torino usati nello stesso periodo (cioè dal 1866) non è di certo scandalosa, soprattutto se rapportata ai prezzi odierni dei cataloghi: 350 € contro 200 €.
Non siamo neppure al doppio del valore, rapporto peraltro utilizzato da quasi tutti i cataloghi tra cui l'Unificato e il Bolaffi da decenni.

Si può anche dire che non siano corretti, ma nel momento in cui si cercano dei Londra usati anche con annullo numerale si scopre che ce ne sono davvero pochi in giro rispetto ai Torino.
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Re: De la Rue: Torino o Londra?

Messaggio da Stefano T »

Ciao:
giampi ha scritto: 16 maggio 2020, 18:56 Escludi che questo problema di ossidazione della gomma non si possa presentare sui Londra messi in circolazione?
Se il francobollo nuovo è conservato bene, la gomma sarà fresca e chiara, con le sue caratteristiche di stesura e consistenza, al pari dei colori della carta e della stampa. Ma differirirà dalle prove d'archivio e dai saggi.
giampi ha scritto: 16 maggio 2020, 18:56 Comunque hai visto che anche sui tuoi pezzi la differenza di stampa e' netta.
Il problema e' capire quanto la cosa e' ripetibile perché se si selezionano i Londra come i tuoi per quel che riguarda la leggerezza della stampa si trova che saranno il 5% dei pezzi in circolazione (parlo sopratutto degli usati).
Le tirature sono distinguibili. Se continui a prendere come riferimento la stampa dei saggi o delle prove d'archivio che è estremizzata nelle caratteristiche rischi di fare confusione. Devi usare come confronto dei francobolli di Londra, certi, nuovi o usati.
giampi ha scritto: 16 maggio 2020, 18:56Cosa che come abbiamo detto non può' essere in quanto dovrebbe essere 50 e 50 circa.
Si conoscono le tirature (che sono circa le stesse), il fatto che i Londra siano stati utilizzati per circa 3 anni in più, che basandosi sui dati di vendita fino al 1872 (circa 740.000 pezzi) si può ritenere ragionevole una progressione nei venduti fino alla cessazione della validità al 31/12/1889 di circa 1.750.000/1.800.000 esemplari.
Infine, a quanto ne so, non ci sono certezze su quale fine abbiano fatto i fogli nuovi avanzati ne' le percentuali delle due tirature.

Non capisco dove si vuole andare a parare.
Ciao: Ciao: Ciao:

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Re: De la Rue: Torino o Londra?

Messaggio da cirneco giuseppe »

Mi sa che Stefano ha ragione :cof: :cof:
I foglietti Menabrea furono preparati a Londra.
Mi ha tratto in inganno le striature che spesso vedo sui Torino.
:cin:
..... pino .....Immagine
su ebay http://shop.ebay.it/merchant/gcirnec?_rdc=1

________________________________________________
NEMICO, DICHIARATO E CONVINTO, DEL GRONCHI LILLA

E' saggio sognare ma da stolti illudersi.

cerco e colleziono saggi e prove dagli ASI ad oggi solo Italia
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Re: De la Rue: Torino o Londra?

Messaggio da Stefano T »

cirneco giuseppe ha scritto: 16 maggio 2020, 20:09 Mi sa che Stefano ha ragione :cof: :cof:
I foglietti Menabrea furono preparati a Londra.
Mi ha tratto in inganno le striature che spesso vedo sui Torino.
:cin:
:-))

Bello il SAGGIO in caratteri piccoli, ha pure il bordo.
:cin:
Ciao: Ciao: Ciao:

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Re: De la Rue: Torino o Londra?

Messaggio da cirneco giuseppe »

Stefano T ha scritto: 16 maggio 2020, 20:13

Bello il SAGGIO in caratteri piccoli, ha pure il bordo.
:cin:
Non ne ho visti altri, neanche di altro valore.
..... pino .....Immagine
su ebay http://shop.ebay.it/merchant/gcirnec?_rdc=1

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Re: De la Rue: Torino o Londra?

Messaggio da giampi »

cirneco giuseppe ha scritto: 16 maggio 2020, 20:38 Si conoscono le tirature (che sono circa le stesse), il fatto che i Londra siano stati utilizzati per circa 3 anni in più, che basandosi sui dati di vendita fino al 1872 (circa 740.000 pezzi) si può ritenere ragionevole una progressione nei venduti fino alla cessazione della validità al 31/12/1889 di circa 1.750.000/1.800.000 esemplari.
Infine, a quanto ne so, non ci sono certezze su quale fine abbiano fatto i fogli nuovi avanzati ne' le percentuali delle due tirature.

Non capisco dove si vuole andare a parare.
Andare a parare forse non e' l'espressione giusta.
Quello che voglio dire che nel momento che i Londra e i Torino sono stati utilizzati largamente si dovrebbero trovare francobolli del tipo che hai mostrato e cioè scarlatto chiaro e/ stampa leggera per non dire scarsa molto facilmente. Cosa che non capita' neanche per gli usati
Mi chiedo se la maggior parte dei Londra abbiano caratteristiche dei stampa e/o colore vicini ai Torino e normalmente vengono classificati come questi ultimi visto che sopratutto per gli usati il grosso dei 2L fu annullato con numerali e sbarre che non possono essere discriminanti.Forse e' proprio l'eccesso di valori classificati come Torino e che include dei Londra erroneamente classificati, e la difficolta' di trovare esemplari tipo il tuo Londra che ha creato un valutazione maggiorata per questi ultimi.
Solo questo
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Giampiero

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Re: De la Rue: Torino o Londra?

Messaggio da maupoz »

giampi ha scritto: 16 maggio 2020, 21:31 [Forse e' proprio l'eccesso di valori classificati come Torino e che include dei Londra erroneamente classificati............ che ha creato un valutazione maggiorata per questi ultimi.
Ciao:
Giampiero,
credo che ci sia del vero in quanto scrivi...una piccola insignificante prova il T22 di cui sopra.
Credo che "scattato" l'anno 1866 e ben di più 1867 .. alcuni dei 2 lire De La Rue siano classificati come Torino lasciando ai Londra le date certe 1.12.863-31.12.1865...cosa che però non avviene con i nuovi dove abbastanza Torino sono classificati Londra....

però vedi che prima ho messo il 2 lire di Milano di agosto 1867 che è classificato come Torino (e così mi pare sia) questo vorrebbe dire che nelle grandi città , a quella data, erano già in dotazione i nuovi valori da 2 lire stampati a Torino a dicembre del 1866 ...quindi dopo pochissimi mesi considerando i tempi di distribuzione a compartimenti e uffici .....il che non aiuta certo

dicevo sempre ai miei giovani ex colleghi che solo alcuni decenni fa non esistevano,in uso lavorativo comune, nè computer nè cellulari e già il fax era una grande novità ..cosa che oggi fa sorridere.....questo per dire che una grande quantità di conoscenze (documenti,nuove scoperte, possibilità di fare confronti ecc...) è relativamente recente e dovrebbe andare ad arricchire un mondo (un mercato) che in molti aspetti mi pare abbastanza chiuso alle novità e autorefenziale....(fatto un "appunto" qualche decennio fa ....difficile modificarlo!)


Pino,
ho anche un 15 cent con SAGGIO 8 millimetri

... :mmm: :mmm: ....appena riapre dovrò (ri)portarli dal dentista :-)) :-)) ...almeno la sovrastampa ...sarà buona? :-)) :-))


SAGGI 8 mm.jpg
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Re: De la Rue: Torino o Londra?

Messaggio da Stefano T »

Ciao: Giampiero
giampi ha scritto: 16 maggio 2020, 21:31 Quello che voglio dire che nel momento che i Londra e i Torino sono stati utilizzati largamente si dovrebbero trovare francobolli del tipo che hai mostrato e cioè scarlatto chiaro e/ stampa leggera per non dire scarsa molto facilmente. Cosa che non capita' neanche per gli usati
L'unico francobollo da 2 Lire che ho postato è uno nuovo caratteristico per il colore molto chiaro (che forse verrà messo anche a catalogo) e la stampa leggera.
Gli altri erano tutti saggi che, come ho scritto più volte, si allontanano più o meno decisamente in molti aspetti dai francobolli che vennero poi venduti, e che, ribadisco ancora una volta, non devono essere presi come riferimento assoluto nell'identificare la tiratura di Londra.
giampi ha scritto: 16 maggio 2020, 21:31 Mi chiedo se la maggior parte dei Londra abbiano caratteristiche dei stampa e/o colore vicini ai Torino e normalmente vengono classificati come questi ultimi visto che sopratutto per gli usati il grosso dei 2L fu annullato con numerali e sbarre che non possono essere discriminanti.
Un perito capace e un collezionista con esperienza riusciranno a definire la tiratura avendo il pezzo in mano.
giampi ha scritto: 16 maggio 2020, 21:31Forse e' proprio l'eccesso di valori classificati come Torino e che include dei Londra erroneamente classificati, e la difficolta' di trovare esemplari tipo il tuo Londra che ha creato un valutazione maggiorata per questi ultimi.
Controllando le immagini delle vendite su ebay ho stilato un elenco senza velleità statistiche, e mi sembra che anche voi, controllando i vostri esemplari in collezione, siate arrivati più o meno allo stesso risultato in termini di rarità di esemplari di Londra usati.

Quindi, partendo da questo elemento, ve ne propongo uno che forse non avete considerato.

Il valore da 2 Lire tra il 1863 e fino al 1879 - anno di introduzione della serie di Umberto I anche lui con il suo bel 2 Lire vermiglio - a che cosa doveva servire ad affrancare?
Oltre a lettere commerciali "pesantine" o assicurate interne o estere - che con grossa probabilità in buona parte ancora giacciono negli archivi delle Assicurazioni e Banche, sottraendole quindi al mercato collezionistico - il resto degli inoltri secondo me è semplicemente finito all'estero.
In particolare in America Latina (Argentina, Uruguay, Brasile, Cile ed Ecuador in primis) grazie ai servizi offerti dai piroscafi postali inglesi e francesi e a causa della tariffa da Lire 1 a 1,40 per ogni porto a seconda del paese di destinazione e della convenzione (quindi l'uso dei 2 Lire avveniva dai 2 porti in su).

E, infatti, guarda caso, la maggior parte delle buste con i 2 Lire di cui abbiamo le immagini, oltre a Banche e Assicurazioni, erano dirette proprio in quesi paesi.
Ciao: Ciao: Ciao:

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Re: De la Rue: Torino o Londra?

Messaggio da maupoz »

attalos ha scritto: 13 maggio 2020, 4:06
In un passaggio si dice che si passavano al perforatore lotti di 5 fogli (qualcuno ipotizza anche 7)
Amedeo Ciao:

bell'estratto, molto interessante, tratta delle varianti riscontrabili nella dentellatura dei francobolli dovute alla rottura degli aghi dei perforatori (ma anche a quelle della piastra metallica che riceveva gli aghi )

perforatore.jpg
per quanto me lo consente il mio inglese (leggasi ...traduttore automatico ...sob! ..quello che traduce "die" con "morire"!!...doppio "sob") capisco che a causa della crescente domanda, per accellerare i tempi di consegna, negli anni indicati, si passò a perforare da 5 a 7 fogli per volta (causando però il probabile dell'aumento del numero delle rotture degli agli dei perforatori)

A significant increase in incidents occurred between 1867 and 1872 (19 a year on average) with another surge in the years 1875-79 (24 a year on average).
As to the reasons for the deterioration in performance, the only hard evidence is the more extensive use of the machinery; the increase in batch size from five sheets to seven to cope with increasing demand; and the increasing age of the equipment.



dovrò anche "recuperare gli articoli di Franco Filanci su "storie di Posta n. 5" ... almeno sono in italiano :-))


approfitto per "due righe", molto sintetiche ma mi sembrano comunque interessanti (tratte da Wikiwand)

Storia dei perforatori
Primi esperimenti
Con l'adozione dei francobolli come metodo per affrancare la posta in seguito alla riforma postale promossa dall'inglese Rowland Hill presto si riscontrò la difficoltà di una separazione agevole dei francobolli stessi.
I primi francobolli erano normalmente stampati su fogli da cinquanta esemplari privi di dentellatura e gli impiegati addetti all'affrancatura dovevano separarli manualmente attraverso l'uso di forbici o taglierine[1].
Al fine di agevolare tale separazione erano talvolta stampate delle linee apposite ma più spesso era lasciato un minimo margine bianco al fine di utilizzare in fase di stampa il minor quantitativo possibile di carta.

I primi francobolli dentellati furono emessi il 28 gennaio 1854[1] dalla stessa Gran Bretagna ideatrice dei francobolli e grazie alle ricerche dell'irlandese Henry Archer[2] che già nel 1847 aveva brevettato un perforatore detto “a rulletta” che in realtà non perforava ma incideva la carta tramite delle lame.
Le ricerche di Archer, portarono a concludere che poteva ottenersi un risultato apprezzabile solo sottraendo carta al foglio; abbandonata la “rulletta” inventò un perforatore chiamato poi “lineare” e formato da punzoni circolari che battevano contro una lastra metallica.
Tale perforatore era in grado di dentellare 240 francobolli alla volta[2].

I primi perforatori lineari furono posizionati nel 1853 presso l'Ufficio del Bollo di Somerset House a Londra ed erano azionati a mano.
Dentellavano 5 fogli alla volta utilizzando 16 punzoni ogni 2 cm del lato di un francobollo[3]. Questo tipo di perforazione presentava però il difetto di separare i fogli ancora prima del loro utilizzo e fu solo nel 1854 che fu messo a punto un perforatore azionato a vapore con 14 punzoni ogni 2 cm del lato di un francobollo che garantiva una corretta perforazione.

Il perforatore Susse
Mentre Archer vendeva i suoi brevetti alla Corona Britannica, in Francia nella Piazza della Borsa di Parigi la cartoleria “Susse” metteva a punto un sistema differente che consisteva in una placca metallica perforata con buchi disposti nella stessa forma di un francobollo e sulla quale agisce una tranciatrice a punzoni in numero uguale a quello dei buchi praticati nella placca.
Questo metodo, brevettato l'8 gennaio del 1861[3], era del tutto differente da quello inglese e per distinguerlo si prese ad indicare il risultato finale: con il metodo di Archer era possibile ottenere la “dentellatura a pettine” mentre con il metodo Susse si otteneva la “dentellatura a blocco”.

Il perforatore di Matraire
Il perforatore Susse fu sperimentato anche da Francesco Matraire, primo produttore dei francobolli del Regno d'Italia: un foglio dell'emissione da 20 centesimi di lira del 1861 dentellato da Susse fu rinvenuto nel suo archivio[3].
Matraire per produrre i primi francobolli dentellati del Regno d'Italia preferì però costruire un perforatore molto simile a quello utilizzato da Archer e che dunque consentiva una perforazione a pettine utilizzata nel 1862 per dentellare la produzione effettuata da febbraio ad agosto.
Tale perforazione caratterizza questa produzione di francobolli rendendoli riconoscibili da falsi o da analoghi prodotti in Inghilterra per conto dell'Amministrazione Postale del Regno d'Italia. Il perforatore di Matraire era in grado di effettuare 10 battute per foglio e di norma gli ultimi 5 esemplari risultavano non dentellati in basso.

Il perforatore Staderini
Nel 1925 la ditta Staderini di Roma venne incaricata di produrre una serie di francobolli per commemorare l'Anno Santo. Al fine di dentellare i francobolli la ditta realizzò un perforatore speciale già menzionato dal filatelista Enzo Diena[4]. Tale perforatore agiva in due tempi perforando prima il lato verticale e poi quello orizzontale. Per tale motivo succedeva che venisse saltata una battuta di perforazione realizzando francobolli con due lati contrapposti perforati e gli altri due no.

Note
1. Enciclopedia dei Francobolli, p. 151, Caratteristiche del Francobollo – Dentellatura
2. Storie di Posta n° 5, p. 50, Denti di Carta di Franco Filanci
3. Storie di Posta n° 5, p. 51, La novità dei dentelli di Franco Filanci
4. Enzo Diena, Una rara varietà di dentellatura, Il Collezionista n° 39, 28 ottobre 1967 pag. 13



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Re: De la Rue: Torino o Londra?

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Buonasera,
il primo Londra?
:mmm: Ciao:
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Ciao: Francesco

Potrebbe, ma servono immagini più grandi e anche del verso.
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maupoz
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Re: De la Rue: Torino o Londra?

Messaggio da maupoz »

Ciao: Ciao:

in attesa delle nuove immagini da parte di Francesco :-))

mi permetto di proporre due o tre (mie) considerazioni su questo valore del 2 centesimi, non previsto nell'emissione iniziale del dicembre 1863 ritenendo,erroneamente, che potesse essere comodamente sostituito da due valori da 1 centesimo.

Il punzone originale di questo valore venne realizzato a Londra, presso la tipografia De La Rue, nel dicembre 1864 e nello stesso mese vennero anche realizzati i rami di stampa.

I francobolli vennero stampati (a Londra) nel primo trimestre del 1865 per 9.202.200 esemplari, al netto degli scarti (1.189.200) e di 4 fogli per “registrazione” (1.600), il totale degli stampati è di 10.400.000.

Al 31.12.1865 risultavano venduti 4.910.236 (53%) per cui ne restavano 4.291.964 ai quali, nel corso del 1866 andarono sicuramente a sommarsi i 3.753.600 prodotti a Torino nel primo trimestre di quell'anno
(a questi andrebbe sommata una quota, non conosciuta, di francobolli “recuperati” come buoni, per un totale di 1.000.000, su tutti i valori stampati nel corso dell’anno, facendo un calcolo meramente percentuale, al 2 centesimi, si può ipotizzare di aggiungerne 400/500.000))

Nel corso del 1866 i valori da 2 centesimi in vendita, tra i “Londra” e i “Torino”, erano circa 8.000.000 e di questi ne risultano venduti,nel 1866, poco più di 6.000.000.

Da questo si può ipotizzare che la maggior parte dei 2 centesimi di produzione londinese, che in teoria avevano la precedenza nella vendita, si sia esaurita entro la fine del 1866.

Occorre precisare che a Torino nell’ultimo trimestre del 1866 vennero stampati altri 4.900.000 francobolli da 2 centesimi, ma ritengo che non sia stato possibile metterli in vendita nel corso dell’anno per via dei tempi burocratici necessari per arrivare alla distribuzione.

Metto una mia scheda che ho predisposto per questo valore da 2 centesimi

.... nel 1862 venne presa la decisione per la quale questo valore ....non serviva.....poi ne vennero stampati più di un miliardo ....l'ho scritto in lettere così si capisce meglio :-)) .... e si tratta solo" di quelli ""buoni".... :-)) :-))



...solita...avvertenza ....non è detto che non ci siano errori, nel caso se segnalate ...corrigeremo... :-))


SCHEDA DLR 7 VALORI solo 2 centesimi_page-0001.jpg
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Maurizio

"Sicché dunque, disse Pinocchio sempre più sbalordito, se io sotterrassi in quel campo i miei cinque zecchini, la mattina dopo quanti zecchini ci troverei?"
"È un conto facilissimo, rispose la Volpe, un conto che puoi farlo sulla punta delle dita. Poni che ogni zecchino ti faccia un grappolo di cinquecento zecchini: moltiplica il cinquecento per cinque e la mattina dopo ti trovi in tasca duemila cinquecento zecchini lampanti e sonanti."
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gianluman
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2 Centesimi tiratura di Londra.

Messaggio da gianluman »

Ciao a tutti,
Pur in modo limitato il mio materiale in collezione mi permette di poter mettere a confronto le due tirature.
Ho confrontato gomma e nitidezza di stampa concentrandomi su alcuni passi del disegno, ho notato una costante differenza nella foglia verticale sotto evidenziata con uno spessore minore nelle tirature di Londra in modo costante se non primario.

Dando i numeri ai 5 esemplari sotto riportati i numeri 4-5 sono senza dubbio dei londinesi ed a mio modesto parere anche il 2°.
Aggiungo delle affrancature del periodo DLR Londra 1865 confrontate con le successive di Torino dal 66 in poi, potete notare anche qui la differenza costante della foglia in termini di spessore.

(cliccare sulle immagini per ingrandire)
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maupoz
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Re: 2 Centesimi tiratura di Londra.

Messaggio da maupoz »

Ciao:

sì... se c'è un particolare da verificare è in quella "zona"

mi pare che anche Antonello abbia già segnalato la distanza tra le punte delle due foglie , tu ora lo spessore di quella inferiore


prendo spunto da quanto scrivi "Aggiungo delle affrancature del periodo DLR Londra 1865 confrontate con le successive di Torino dal 66 in poi"


trattando i valori con annullo leggibile si ritiene che i 2 centesimi De La Rue siano "sicuri" fino al dicembre 1865 visto che da gennaio 1866 iniziarono le prime forniture dell'officina di Torino.... data molto cautelativa,quella del dicembre 1865 perchè non considera tempi di distribuzione ai vari uffici postali del Regno...

ma credo che con De La Rue sicuri si possa ipotizzare di andare fino alla fine anno 1866...con quali tavole vennero stampati i francobolli torinesi del 1866?




Ragionamento

(un pò "palloso" ma tant'è ... a chi interessa...continui la lettura :-)) )

al 31.12.1866, erano stati stampati poco più di 22.000.000 di francobolli da 2 centesimi (10.400.000 a Londra nel 1865 e 11.900.000 a Torino nel corso del 1866).

Ma il "grosso" dei francobolli di Torino venne stampato nei mesi di novembre e dicembre;per questi potrebbero aver realizzato una o due nuove tavole da stampa.

al 1 gennaio 1867 erano registrate nell’inventario dell’officina carte valori di Torino 2 tavole finite (valore attribuito 1.000 lire cad.) e 1 senza la lastra in ghisa di contenimento del guscio in rame ( valore di 5 lire)

potrebbe trattarsi sempre delle 2 tavole complete realizzate a Londra (nel dicembre 1864) o di nuove tavole realizzate a Torino

Nel corso del 1867 vennero stampati a Torino, in totale (buoni e scarti) da giugno a novembre, 26.800.000 (arrotondato) francobolli da 2 centesimi.

Ecco che nell’inventario del 31.12.1867 sono registrate (solo) 2 tavole da stampa del 2 centesimi con i numeri 5-94 e 6-96 (cioè la quinta e la sesta tavola di questo valore)


Questo insieme di dati consente alcune riflessioni:

- Le due tavole di Londra servirono a stampare i 10.400.000 francobolli del 1865 e anche quelli del 1866,almeno quelli dei due primi mesi?

- Se con nuove tavole,a Torino, si stamparono francobolli a novembre-dicembre 1866 non penso che la loro distribuzione potesse avvenire prima della fine dell'anno stesso (annulli fino al 31.12.1866)


Solo a titolo riassuntivo, credo molto probabile questa sequenza delle prime tavole da stampa del 2 centesimi:
Realizzate a Londra a dicembre 1864 1-67 - 2-68
Realizzate a Torino nel 1867 3-73 - 4-?? - 5-94 - 6-96


Ciao: Ciao:
Maurizio

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