Tariffe, affrancature e tassazioni nella posta tra il Lombardo Veneto ed il Regno di Napoli

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Tergesteo
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Re: lettera da venezia a napoli

Messaggio da Tergesteo »

Francesco,

Se questa fosse una falla (nella fattispecie più falle) occasionale,non avrebbe alcun particolare interesse.

Mentre è conosciuta sin dagli esordi degli studi sulla prima emissione del Lombardo Veneto.

E' mostrata dal De Frank nel suo libro.

E' illustrata e catalogata da Ferchenbauer con una precisa quotazione.

Ne ho viste dal vero o in foto,almeno una decina.

Ora,se la falla da te indicata fosse dovuta ad un corpo estraneo,non avrebbe dei contorni così delineati e non potrebbe essere costante.

La spiegazione più verosimile e che si tratti dell'esplosione di una bolla di fusione in fase di preparazione del cliché.

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Benjamin
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Giordano Bruno
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francesco luraschi
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Re: lettera da venezia a napoli

Messaggio da francesco luraschi »

Ciao Benjamin,

ti ringrazio. Ti faccio un'ulteriore e ultima domanda: queste falle sono quindi note anche sulla primissima tiratura, non quelle commerciali, per intendersi?


Ciao: Francesco
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Tergesteo
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Re: lettera da venezia a napoli

Messaggio da Tergesteo »

Alcuni clichés sono sicuramente nati difettosi,ma il logorio ed il materiale troppo tenero usato per fondere i clichés della prima tavola non fecero che accentuare il fenomeno.

Un esempio,il n°3o del Sassone,ovvero "13 centesimi",prima tiratura,quindi prima tavola,con a fianco una seconda tavola logora (notare la grinza naturale di carta).

img553.jpg


Chiaramente,nella seconda tavola,furono utilizzati i medesimi clichés ritenuti ancora servibili provenienti dalla prima tavola.Questi essendo in numero insufficiente a coprire le 240 posizioni richieste,fu creato il secondo tipo,di cui furono introdotti circa 24 esemplari nella prima composizione della seconda tavola,nella fase finale della seconda composizione,ce n'erano ben 80 su 240.

Altro esempio di cliché molto difettoso del primo tipo che si conosce dalle prime tirature alla seconda tavola.E'il n°3n,"angolo destro in basso completamente rotto":

img552.jpg


img552.jpg


Questo è un esempio intermedio (prima tavola logora),ma l'ho visto sia come prima tiratura che come seconda tavola (notare le grinze d'applicazione del francobollo).

Il logorio dei clichés della seconda tavola produsse un infinità di falle occasionali,poche quelle costanti e chiaramente leggibili (come quella del mio Codogno).Nel caso del secondo tipo,non si può parlare di prima tiratura,essendo stato usato per la stampa della seconda composizione intorno al novembre 1850.
Si possono reperire alcuni rarissimi esemplari del n°4 nitidi (come ci ha illustrato Fildoc).

Un esempio di secondo tipo,letteralmente "coperto" di falle di stampa,in questo caso occasionali:

img554.jpg


Ce ne sono ovunque,ma in particolare sulla dicitura CENTES e sullo scudo.E' una peculiarità della tiratura del n°4c (e di conseguenza del n°3h) di mostrare questa stampa molto inchiostrata e pastosa,nel colore rosso carminio scuro.

Invece,sempre nella seconda tavola,troviamo un altra falla costante (la terza delle tre elencate dal Sassone),ovvero l' "S rotta in alto",n°3p:

img554.jpg


In sostanza,per la mancanza di materiale ed il facile logorio dei clichés e la loro fragilità;l'I.R. stamperia di Vienna doveva gioco forza accontentarsi di clichés anche gravemente difettati (per la somma gioia dei collezionisti).

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Benjamin
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francesco luraschi
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Re: lettera da venezia a napoli

Messaggio da francesco luraschi »

Grazie Benjamin,

sempre molto esaustivo :clap: :clap: :clap:


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fildoc
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Re: lettera da venezia a napoli

Messaggio da fildoc »

Venezia per Manfredonia e rispedizione per Napoli....
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Tergesteo
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Re: lettera da venezia a napoli

Messaggio da Tergesteo »

Molto bella!

:clap: :clap: :clap:

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Benjamin
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Giorgio Di Raimo
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Re: lettera da venezia a napoli

Messaggio da Giorgio Di Raimo »

Ciao:

BELLA :clap: :clap: :clap:

da studiare bene i vari bolli napoletani....gli arrivi e partenze da Napoli mi pare abbiano anche date molto distanti tra loro....poi al retro c'è l'ovale di Manfredonia azzurro :shock: e il Fiore di Giglio regia posta rosso , credo di Bari :shock: ...sul davanti il Corretta rosso in Ovale da interpretare unitamente alle tasse, mi pare 23 e mezzo??...domanda? ma 10 soldi non sono pochi via di Terra ? :mmm: ...bella bella :clap: :clap:
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fildoc
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Re: lettera da venezia a napoli

Messaggio da fildoc »

Allora i 10 soldi è la tariffa fino a confine; poi c'e' il transito per lo stato pontificio che indica che ha viaggiato via terra (mi pare che si sia assodato sul forum che il trasporto era forfettario tra Austria e Stato Pontificio in modo vicendevole). Confermo il Manfredonia azzurro; Sui timbri rossi non sono bravo e non ti so dire se il giglio è quello di Bari; confermo il corretta in ovale; La tassa.... il 1\2 mi ha lasciato subito perplesso!
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francesco luraschi
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Re: lettera da venezia a napoli

Messaggio da francesco luraschi »

Magari non si tratta di un 1/2 ma di un 23/2 (o 4?) dove 2 (o 4?) rappresenta la tassa per la rispedizione?


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fildoc
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Re: lettera da venezia a napoli

Messaggio da fildoc »

Se fosse un 2 sarebbe perfetto!
La tariffa da 2 grana della rispedizione :-))
ma è veramente un 2 :??:
cosa dicono i napoletanofili :??:
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Tergesteo
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Re: lettera da venezia a napoli

Messaggio da Tergesteo »

Dallo stesso archivio di due lettere precedenti,questa lettera dell'8 aprile 1851,impreziosita dall'uso d'un francobollo austriaco:

img222953.jpg


Sembra quindi che la convenzione austro pontificia non abbia avuto alcuna influenza sulle tassazioni verso Napoli.

La lettera di Massimiliano,molto posteriore all'ottobre 1852 è tassata allo stesso modo.

Mentre quella di Andrea,anch'essa pre convenzione è tassata per 19 grana.

Si vede che la tassa riguardava soltanto i borbonici,sempre calcolata sul numero di fogli,mentre sembra che già dal 1850,il pontificio assicurasse il transito in reciprocità o dietro forfait annuale.

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francesco luraschi
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Re: lettera da venezia a napoli

Messaggio da francesco luraschi »

Va considerato infatti che la convenzione tra Roma e Napoli aveva una sua storicità alle spalle per cui per anni i rapporti postali interstatali tra LV-Pontificio avvenero "franco confine" per poi lasciare al destinatario la parte rimanente del porto.

Se si guardano le lettere postate tutte sono affrancate nella corretta tariffa per l'interno e solo una è pagati in contanti ovvero con l'intermediazione postale. Sono casi tipici di affrancatura obbligatoria assoluta: se la lettera è correttamente affrancata parte, altrimenti rimane giacente in attesa del saldo.

Segno che la tariffa per i rapporti con Napoli erano ormai stati assimilati.

Sarebbe interessante trovare una lettera non spedita per affrancatura deficitaria

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francesco luraschi
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Re: lettera da venezia a napoli

Messaggio da francesco luraschi »

Diciamo che si faceva un po' di confusione sulla tariffa più conveniente: a volte un c.15 fino al confine, immagino il ducato di Parma, a volte un c.45 sufficiente fino al confine con Napoli.

Poi in arrivo tassavano a prescindere dall'affrancatura iniziale, quindi tanto valeva usare la prima possibilità.


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Re: lettera da venezia a napoli

Messaggio da Tergesteo »

Ai borbonici,dell'affrancatura austriaca,non gliene poteva fregar di meno!

Per loro era una lettera proveniente,sì dal Lombardo Veneto,alla quale applicare una specifica tassa,ma poco gliene importava di quanto avesse pagato il mittente.

Arrivava dal pontificio,punto!

La cosa strana è il rapporto austria-pontificio:è logico che prima della convenzione dell'ottobre 52 un mittente veneziano affrancasse per 30 centesimi fino al confine e poi se la vedevano loro.Però dopo la convenzione,lo stato pontificio avrebbe dovuto pretendere l'affrancatura da 45 centesimi fino al confine pontificio-napoletano.

Ed abbiamo visto,con la lettera di Massimiliano del 58,che non era così.

Invece,nella prima lettera che mostra Francesco,sembra abbiano ragionato così.Questa lettera,per via di terra attraversò almeno tre stati:molto probabilmente Parma-Modena-Stato romano per giungere a Napoli.

La tassa napoletana per un foglio e mezzo (19 grana) rispecchia l'indifferenza borbonica al servizio reso in transito.
La seconda lettera è affrancata fino a Piacenza e tassata per due fogli.Credo abbia seguito l'iter della prima.

Credo che il primo mittente fosse disinformato e che il secondo sapesse meglio come gestire la situazione.

Nelle lettere precedenti,quella dalla tassazione non chiara è quella da Venezia affrancata per 30 centesimi e tassata 30 grana.Qualche tempo fa l'avevo analizzata superficialmente.Qualcosa non torna.Esclusa la via di mare,rimangono poche spiegazioni:particolare numero di fogli,qualche servizio aggiuntivo,mero errore...

Da approfondire...

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Re: lettera da venezia a napoli

Messaggio da Tergesteo »

Facendo mente locale,azzardo una spiegazione per la tassata 30 grana.

Se il 30 fosse semplicemente un 10 disegnato con una grazia anomala sull'1?

Altrimenti,non riesco a trovare spiegazioni razionali.

Tornando alla lettera di Massimiliano da Venezia a Manfredonia,azzarderei la seguente spiegazione:

-Tassa in arrivo a Napoli di 23 grana quale lettera di due fogli dal Lombardo Veneto.

-Tassa di 4 grana per il porto interno al Regno di Napoli,quale lettera di due fogli.

Cioè,anzichè scrivere 27,scrissero 23/4.Può essere che la tassazione sia stata scritta in due momenti diversi,anche se dalla stessa mano.

Poi la lettera ebbe i suoi trascorsi in fermo posta,rispedizione,compiuta giacenza,ecc...

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Re: lettera da venezia a napoli

Messaggio da fildoc »

Se invece di 1\2 è un 4 tutto tornerebbe abbastanza bene :-))
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Re: lettera da venezia a napoli

Messaggio da Tergesteo »

23 1/2 non avrebbe alcun senso...

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Re: lettera da venezia a napoli

Messaggio da fildoc »

Lo so che non ha nessun senso!
Ma la prima cosa che ti vien da leggere è un mezzo!
Comunque dal vivo la penna che cancella Manfredonia scrive anche Napoli ed è diversa da quella della tassazione che è tutta fatta con lo stesso inchiostro.
Per cui la tua supposizione è certamente la migliore!
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Re: lettera da venezia a napoli

Messaggio da francesco luraschi »

Sicuramente a Napoli non importava l'affrancatura in partenza, addirittura a volte confondevano l'Austria con il LV. Inoltre la tassazione volumetrica piuttosto che gravimetrica era fonte di equivoci e magari piccole truffe.

Nell'unico caso in cui l'impiegato asburgico è stato chiamato in causa per comporre la tariffa non ha avuto dubbi e ha chiesto 6 carantani che sono la tariffa da Venezia per l'interno politico e non postale.


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Re: lettera da venezia a napoli

Messaggio da Tergesteo »

La mia interpretazione della lettera di Massimiliano:

-Parte da Venezia il 30/01/1858,affrancata,correttamente per 10 soldi,corrispondenti al primo porto di seconda distanza,fine al confine pontificio.

-Viena presa in carico dallo stato romano (bollo "transito per lo stato pontificio").

-Arriva a Napoli il 5(?) febbraio,nel sacco contenente la posta proveniente dal pontificio per il Regno di Napoli (bollo d'arrivo in rosso al retro).

-Viene lavorata e tassata (erroneamente) per 23 grana quale lettera da due fogli proveniente dal Lombardo Veneto.In seguito ai dubbi di un impiegato o alle rimostranze di un dirigente,la tassa viene modificata a 27 grana integrando i 4 grana mancanti per il porto interno di questa lettera ritenuta da due fogli,espressi 23/4 (magari per farlo capire meglio in un ufficio piccolo come Manfredonia).Di cui il bollo "Corretta".Viene aggiunto il bollo AGDP a testimonianza della giusta tassazione con presa in carico da parte dell'amministrazione postale borbonica.

-Parte da Napoli il 3 marzo (questo è un pò strano...),come da bollo rosso al retro.

-Probabile bollo di transito in rosso (illeggibile),sempre al retro.

-Arriva a Manfredonia (bollo azzurro al retro).

-Rimane in giacenza come da fermo posta richiesto.

-O a giacenza compiuta o per sollecitazione del destinatario,viene rinviata a Napoli (è qui che cancellano Manfredonia e scrivono Napoli).Bollo d'arrivo a Napoli di settembre.

Forse in quest'occasione il Chevalier de Bertouch ricevette finalmente la sua lettera...

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