F&F news n. 61 dell'11/03/2015

Notizie dal mondo filatelico. Realizzazione e sponsorizzazione di Antonello Cerruti.
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Antonello Cerruti
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F&F news n. 61 dell'11/03/2015

Messaggio da Antonello Cerruti »

Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
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Matraire1855
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Re: F&F news n. 61 dell'11-03-2015

Messaggio da Matraire1855 »

Stimo tantissimo questa casa editrice torinese e commerciante filatelico, conosco personalmente il Direttore Responsabile della rivista che stimo anch'essa.
Non ho letto l'editoriale a cui fai riferimento, caro Antonello, cosa che farò non appena Poste Italiane si premurerà di inviarmi la mia copia d'abbonato.
Tuttavia devo dire che rileggendo e consultando spesso la mia raccolta completa del Collezionista dal 1947 ad oggi alla ricerca di articoli tecnici che avevo memorizzato, ogni volta che ricevo l'ultima copia non riesco a capire dove vuole andare l'insieme della rivista.
Per il mio gusto, preciso per il mio gusto, è diventata irriconoscibile e incomprensibile la linea editoriale.
Sarò un nostalgico della filatelia classica, qualcuno mi ha giudicato uno scrittore filatelico ottocentesco, fuori moda.
Interessante il tuo quesito, spero che tanti forumisti vorranno esprimere il loro parere con calma e serenità
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Antonello Cerruti
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Re: F&F news n. 61 dell'11-03-2015

Messaggio da Antonello Cerruti »

Ciao Matraire1855.
Per mia mentalità, nutro sempre molti sospetti verso le riviste che hanno una linea editoriale troppo rigida, altrimenti si rischia poi di sapere già dove andranno a parare.
Inoltre, ora la rivista ospita una molteplicità di firme che spaziano da noti collezionisti a dipendenti della ditta, da commercianti e professionisti sino a illustri giornalisti specializzati.
In definitiva, anche con la nuova direzione, la rivista ha perso quella sua caratteristica di organo di informazione dell'attività commerciale della Bolaffi per assumere l'aspetto di un contenitore molto diversificato.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
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Antonello Cerruti
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Re: F&F news n. 61 dell'11-03-2015

Messaggio da Antonello Cerruti »

Ecco copia della lettera che ho inviato alla direttrice della rivista.

Carissima Domitilla, ho letto ieri il tuo articolo “Occhio al perito”.
Mi è piaciuto molto perché, pur osservando la materia “dal di fuori” sei riuscita a penetrare abbastanza i problemi che, peraltro, so bene puoi solamente “sfiorare” o, meglio, trattare col fioretto invece che, come sicuramente preferiresti, con la sciabola.
Ho riletto più volte la frase riportata sotto

riguardante i “firmanti diversi dagli intestatari” e mi sono andato a riguardare una marea di certificati.
Ebbene, solo lo studio Raybaudi e lo studio Diena corrispondono a tale requisito.
Poiché ritengo che le tue parole non siano state occasionali, ti confermo che ritengo che quella frase sia stato un duro e diretto attacco a Raffaele Diena e Serena Vignati, esplicitamente accusati di “nascondersi” dietro nomi più prestigiosi o, quanto meno, di voler utilizzare una griffe ben conosciuta e con un gran nome.
Non credo che questo sia da censurare; tanti rampolli – in tutti i campi – proseguono l’attività di famiglia, sfruttando una tradizione di prestigio che appartiene loro solo in minima parte.
Tornando all’articolo, ritengo che una frase di Sebastiano Cilio indichi la strada maestra cui dovrebbero attenersi gli studi peritali e che sia l’unica in grado di offrire una certa tranquillità ai collezionisti, laddove scrive: “… A meno che non sia un “superspecialista” e voglia fare il perito esclusivamente nel suo ambito”.
Questa è proprio la chiave di volta del lavoro peritale che, ai tempi nostri, non può più avvalersi dei “tuttologi” di grandissimo prestigio e sterminata competenza di una volta.
L’Italia vanta grandi conoscenze filateliche che, per essere veramente tali, devono sapersi confinare all’interno di ambiti definiti e più o meno ristretti.
Coordinare queste diverse abilità ed utilizzarle quando una lettera o un francobollo lo richiede, è la ragione costitutiva dello Studio Peritale Romano che si avvale oggi di oltre quindici diversi collezionisti e professionisti, in grado di esprimere opinioni approfondite e motivate perché – giustamente – i collezionisti non si accontentano più di una parolina scritta su un bigliettino redatto in fretta.
L’oracolo lanciato fuori da una grotta ingigantisce il mistero che avvolge l’indovino ma appartiene al passato.
Se davvero vogliamo che il collezionista cresca nella sua statura filatelica, per il suo bene ma anche per tutti i vantaggi che questo può portare all’intero movimento italiano, dobbiamo – tutti insieme – fare uno sforzo, “scendere qualche gradino” e dedicare tempo e pazienza per spiegare, insegnare, confrontarci con quanti ci chiedono aiuto.

Sperando di non averti rubato troppo tempo e ringraziandoti per il tuo prezioso lavoro, ti invio un cordialissimo saluto.
Antonello
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medor
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Re: F&F news n. 61 dell'11-03-2015

Messaggio da medor »

Antonello Cerruti ha scritto:Questa è proprio la chiave di volta del lavoro peritale che, ai tempi nostri, non può più avvalersi dei “tuttologi” di grandissimo prestigio e sterminata competenza di una volta.
L’Italia vanta grandi conoscenze filateliche che, per essere veramente tali, devono sapersi confinare all’interno di ambiti definiti e più o meno ristretti.


Cosa che altrove, ad esempio in Germania, avviene già da tempo. Il perito deve indicare obbligatoriamente il settore filatelico ove è in grado di esercitare la propria competenza, menzionando addirittura il numero di catalogo dei singoli francobolli che egli è autorizzato a periziare.
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