spcstamps ha scritto: ↑15 novembre 2021, 22:46
Ciao,
la mia non è una "filosofia di approccio", io ti dico le cose "come stanno" ovvero a che tipo di collezione appartiene l'oggetto, la genesi, le informazioni storiche quando ne sono in possesso e serve a spiegare meglio ecc. ecc.
Più chiaramente si può dire che io sto dal lato degli "addetti ai lavori" come tu stesso hai scritto e spiego le cose come sono, tu invece stai dalla parte del collezionista e quindi con quell'occhio (giustamente) le vedi e quindi scegli cosa collezionare, ma - grazie alle informazioni che ricevi - sapendo tra cosa puoi scegliere.
Quello che dici è corretto, ma non soddisfa il mio desiderio di approfondire la natura di questo oggetto, così che io possa inserirlo nella mia collezione anziché tenerlo relegato nel limbo delle curiosità in eterna attesa di collocazione. Provo ad elencare i miei dubbi:
Quando affermi che si tratta di "varietà tipologiche" la mia interpretazione semantica mi porta a considerare questi oggetti come francobolli che presentano caratteristiche divergenti dai francobolli tipo. Quello che mi lascia perplesso è il fatto di non trovare elementi giustificativi tali da smentire quanto invece affermato dal catalogo Sassone che, non considerandoli varietà, non li ritiene degni di ricevere una numerazione di catalogo e li riporta semplicemente per "dovere di cronaca", liquidandoli come non francobolli (secondo me anche con troppa faciloneria). Ora, in base alle mie convinzioni, acquisite grazie alle informazioni che ho ricevuto anche dagli esperti addetti ai lavori come te, un quadratino stampato per diventare francobollo dovrebbe essere classificato come carta valore postale. In assenza di tale prerequisito il quadratino diventa, a seconda della sua origine e dei suoi scopi: un saggio, una prova di stampa, una giacenza di stamperia o addirittura uno scarto di stamperia. Insomma diventa tutto tranne che una varietà, senza nulla togliere al suo valore ed alla sua collezionabilità.
Altro dubbio corollario del primo è il seguente: ammesso che si tratti di varietà tipologiche, per quale motivo dovrei escludere da questa classificazione i francobolli senza gomma, dal momento che entrambi si trovano ad uno stadio preliminare all'apposizione del punzone con l'effigie? Non capisco come la semplice applicazione della gomma renda questi semilavorati dei francobolli.
Il motivo per cui le mie precedenti affermazioni diventano ancora più dubbiose risiede nel fatto che esistono effettivamente degli esemplari senza effigie passati per posta e catalogati anche dal Sassone. Questo fatto, altrettanto oggettivo, non mi consente di escludere a priori che una certa quantità di francobolli nuovi e privi di effigie sia arrivata agli uffici postali, ragion per cui si tratterebbe effettivamente di varietà tipologiche. Qualora fosse dimostrabile una corrispondenza tra esemplari passati per posta ed esemplari nuovi con gomma, allora a sbagliare sarebbe il catalogo Sassone. Infatti in questo caso, a prescindere da ogni quotazione attribuita, questi francobolli dovrebbero ricevere il medesimo numero di catalogo dei corrispondenti usati.
Spero che tu possa fornirmi un parere utile a chiarirmi tutto ciò anche perché, avendone acquistato un esemplare, sarei molto contento di poterlo ammettere con piena dignità nella mia collezione, magari aggiungendo anche gli altri valori.