Investire nei francobolli?

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cirneco giuseppe
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Re: Investire nei francobolli

Messaggio da cirneco giuseppe »

Buonasera, personalmente non ne vedo in giro francobolli moderni con tariffa A e B al sotto facciale, caspita, sarebbe interessante trovarli, ma in giro si trovano solo prioritari falsi a tonnellate, oppure quelli in euro, ma che in futuro non produrranno plusvalenza.
Se cerchi trovi.
Ne ho comperato due volte al 30% sotto, ma erano ancora su frammento e ho dovuto staccarli io.
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su ebay http://shop.ebay.it/merchant/gcirnec?_rdc=1

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E' saggio sognare ma da stolti illudersi.

cerco e colleziono saggi e prove dagli ASI ad oggi solo Italia
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Daniele
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Re: Investire nei francobolli

Messaggio da Daniele »

Piú che investimento sembra il mercato delle pulci
Colleziono ASFE, poste locali, bogus e phantom stamps.
Raccoglione di Lombardo Veneto
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Alex
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Re: Investire nei francobolli

Messaggio da Alex »

Ciao a tutti,
secondo il mio punto di vista la filatelia attualmente si trova in una specie di "terra di nessuno".
Per spiegare meglio questo concetto faccio presente che ormai la filatelia è uscita dalla vita quotidiana e non è ancora antiquariato, tranne pochissime cose.
Le giovani generazioni non hanno a che fare con la posta dal punto di vista del francobollo e ne consegue che il collezionismo dei francobolli è ignorato ed è considerato roba da vecchi.
Questo separa i giovani dalla storia filatelica, sia attuale che passata, e li rende disinteressati all'argomento. Pochissimi giovani vanno controcorrente.
La filatelia è un investimento ? Impossibile dirlo. In generale, considerando ogni cosa esistente in filatelia, non può esserlo, nei casi specifici lo è stata e lo potrà essere anche in futuro.
L'investimento prevede di spendere un X e ricavare un Y maggiore di X, se succede il contrario ci hai perso.
Il problema dell'investimento comporta anche ragionare su un arco temporale. Tutto si basa su domanda e offerta e nel tempo questi elementi possono avere fluttuazioni.
Un altro elemento da considerare è come potrebbero ragionare i collezionisti in futuro.
Preferiranno un pezzo unico o straordinariamente raro oppure una collezione dettagliatissima, altamente specializzata, praticamente impossibile da ripetere uguale ?
Entrambe le situazioni contengono una loro unicità o quasi.

Ai posteri l'ardua sentenza.

Ciao: Ciao: Ciao:
Cordiali saluti.

Alessandro Zeni

STAFF

Sono interessato alla bibliografia postale ed allo studio degli annulli meccanici del Regno d'Italia.

Ogni collezionista in grado di contestare in modo documentato un certificato peritale, ha una conoscenza tale per cui non ha bisogno di richiederlo.
Una collezione specializzata è tanto più importante quanto più è difficile ripeterla uguale
Se un uomo ha fiducia nei suoi mezzi, la parola impossibile non esiste.
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fildoc
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Re: Investire nei francobolli

Messaggio da fildoc »

la posta come lettera personale
la posta come comunicazione commerciale
sono sostituite rispettivamente dai telefoni cellulari e dalle mail via internet

restava un grosso spazio ancor piu' sviluppato dei pacchi , ma ora i servizi privati tipo Amazon non usano piu' nulla di collezionabile
neppure una banale label

rimangono le raccomandate...
ma gia' molte sono sostituite dalle pec...

la produzione dei francobolli rimane attiva in pratica solo per i collezionisti

ma alcuni paesi molto attenti ai cambi epocali come la Islanda li stanno gia' abbandonando definitivamente !!!

pertanto ritengo gli investimenti in filatelia sempre piu' problematici.

Poi speculare su tre centesimi per anche 1000 francobolli può rendere 30 euro...
direi che in rapporto a fatica e tempo lo si puo' al massimo considerare un attento risparmio piu' che una forma di investimento.
+-x:
Sommiamo le idee, riduciamo gli ostacoli, moltiplichiamo le relazioni e condividiamo le conoscenze!


ciao
Ciao: Ciao: Ciao:
Fildoc
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virgilio.terrachini
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Re: Investire nei francobolli

Messaggio da virgilio.terrachini »

Mettiamoci in testa che la filatelia ha tempi di rivalutazione di 50 anni.

Bisogna dare il tempo di compensare il gap tra acquisto e vendita.

Io quando ho venduto tre generazioni di collezioni sterminate (mio nonno, mio padre e la mia - non avendo eredi) quando ho cessato l'attività peritale, sicuramente ci ho guadagnato e tanto.

Ho impiegato un anno e mezzo lavorando giorno e notte per preparare il materiale da conferire alle case d'asta (per questo ora ho più tempo per scrivere sul forum :-)) )

Bisogna considerare che acquistare al facciale (o poco più) rarità che sono diventate tali nel tempo ha avuto senso venderle anche in periodi di estrema debolezza come la attuale.

Il problema è che l'acquisto di novità adesso (anche con tirature interessanti) non ti garantisce che tra 50 anni si possano rivalutare anch'esse.

Con simili tempistiche chi ci potrà guadagnare (forse !) saranno i nipoti, neanche i figli.

Ma non ci credo.... i tempi sono definitivamente cambiati.

Ciao: Ciao: Ciao:
Ex Collezionista - Ex Perito Filatelico - Studioso di Filatelia e Storia Postale di tutto il mondo - Cardiologo ambulatoriale ospedaliero parzialmente in pensione
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Ivano Abbatantuono
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Re: Investire nei francobolli

Messaggio da Ivano Abbatantuono »

virgilio.terrachini ha scritto: 12 maggio 2021, 8:45 Mettiamoci in testa che la filatelia ha tempi di rivalutazione di 50 anni.

...
Bisogna considerare che acquistare al facciale (o poco più) rarità che sono diventate tali nel tempo ha avuto senso venderle anche in periodi di estrema debolezza come la attuale.

Il problema è che l'acquisto di novità adesso (anche con tirature interessanti) non ti garantisce che tra 50 anni si possano rivalutare anch'esse.

Con simili tempistiche chi ci potrà guadagnare (forse !) saranno i nipoti, neanche i figli.

Ma non ci credo.... i tempi sono definitivamente cambiati.

Ciao: Ciao: Ciao:
A quanto giustamente sottolinea Virgilio, aggiungo e preciso che non tutto quello che si è comprato avrà valore, anche cent'anni o più dopo, e tantomeno in un'ottica "lineare" e prevedibile.
Un esempio (ma ne potrei fare dozzine): prendiamo due pezzi di oltre 150 anni fa della serie D.L.R., un 2 lire TO e un 40 cent.
Se all'epoca avessi comprato un foglio del 40 cent. (corrispondente al guadagno di una settimana di lavoro, a seconda dello stipendio preso all'epoca :-)) ) e fossi riuscito (sottolineo se) a conservarli ** e in perfetto stato (cosa già di per sé mooolto aleatoria e improbabile!), oggi mi troverei tra le mani una seconda liquidazione di fine lavoro.
Se avessi comprato un foglio del 2 lire TO (corrispondente a un paio di stipendi del tempo) oggi mi troverei tra le mani lo stipendietto medio di un mese, altro che guadagno!
Voglio quindi dire che anche il fattore "lungo termine" è estremamente vago e può oscillare in una forbice così ampia che andrà tra la fregatura clamorosa o l'affare del secolo a seconda della "fortuna" di un singolo pezzo.
Rammento inoltre che se volessi fare investimenti a lunghissimo termine, probabilmente - su titoli trentennali - avrei un guadagno più sicuro e fors'anche maggiore comprando titoli di stato (che, invece, in un'ottica di breve termine attualmente danno guadagno dello zero virgola....).
In tutto il discorso rischiamo di dimenticarci un'altra cosa importante: il prezzo di acquisto.
Se riesco a comprare a prezzi molto convenienti non è la stessa cosa che se compro a prezzo pieno...
Ciao: Ciao: Ciao:
Colleziono (soprattutto) Regno d'Italia, nuovo usato e storia postale.
su ebay mi trovi qui : http://www.ebay.it/sch/abba_ivan/m.html ... pg=&_from=
per contatti, scrivimi su : ivantea@alice.it
spiaggiabianca
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Re: Investire nei francobolli

Messaggio da spiaggiabianca »

spiaggiabianca ha scritto: 10 maggio 2021, 18:05
Ivano Abbatantuono ha scritto: 10 maggio 2021, 9:50
spiaggiabianca ha scritto: 5 maggio 2021, 23:57 ... ma poi investo qualcosa in francobolli, si avete capito bene, i valori moderni con le lettere A e B.
Se oggi acquisto un francobollo per esempio con la lettera B che costa € 1,10, sicuramente un domani, quando le tariffe saranno aumentate varie volte, quel francobollo acquistato oggi, potrà rendere forse più di un libretto postale. Ovviamente si dovrebbe puntare soprattutto sulle bassissime tirature che oggi non mancano, e che un domani potrebbero rendere un qualcosa in più.
Mi aspetto varie voci che dicono: l'uso del francobollo sta sparendo, nessun giovane colleziona francobolli, eccc.. no non sono d'accordo, la filatelia è un fatto mondiale e non morirà mai, oltretutto, come già detto da qualcuno, aspettiamo i paesi emergenti che avranno voglia di spendere.
Ciao:
Salvatore
Nessuno, tantomeno il sottoscritto, può pontificare sulle previsioni (molto incerte) del futuro della filatelia e ancor più degli... investimenti.
Mi limito quindi a qualche considerazione di buon senso (spero), certamente opinabile, evidenziando che:
- i bolli A e B, così come qualunque altra serie ordinaria, vengono prodotti in quantità industriale e tale che non avranno mai interesse né come "pezzi rari" né per eventuali collezioni parallele, come invece potrebbe essere per i commemorativi (magari in tiratura limitata, o di interesse anche tematico, ecc.);
- se fai una ricerca, troverai che i bolli moderni nuovi vengono offerti in quantità industriale a sotto-facciale (spesso con percentuali di riduzione significative); finché ci saranno queste "svendite" (e al momento non se ne vede l'eventuale fine), l'operazione è in ogni caso destinata a restare in perdita;
- è vero che i costi del servizio postale dovrebbero aumentare nel tempo, ma è anche vero che "pago oggi quello che rivenderò domani", quindi bisognerebbe scorporare anche l'inflazione;
- la filatelia in sé, quantomeno nel breve e medio periodo, non andrà a morire, ma diventa sempre più un campo riservato ad una "élite" sempre più ristretta (di sicuro essendo scomparse le masse di nuovi collezionisti, eventualmente interessati anche a pezzi comuni), specializzata e/o antiquariale.
Ergo, se proprio si vuole tentare l'azzardo dell'investimento, bisognerebbe magari puntare su: 1) pezzi rari, possibilmente in condizioni eccellenti; 2) filatelia specializzata e antiquariale / storia postale; 3) materiale dei paesi emergenti o prossimi tali (e qui la scommessa si fa più rischiosa).
Posso ovviamente sbagliare, ma l'insieme delle riflessioni che precedono spero sia d'aiuto.
Ciao: Ciao: Ciao:
Buonasera, personalmente non ne vedo in giro francobolli moderni con tariffa A e B al sotto facciale, caspita, sarebbe interessante trovarli, ma in giro si trovano solo prioritari falsi a tonnellate, oppure quelli in euro, ma che in futuro non produrranno plusvalenza.
Salvatore
Buonasera a tutti, insieme cerchiamo di mettere ordine ai ragionamenti.
Stiamo discutendo sull'argomento investire nei francobolli. Quindi, i sotto facciali già usati e senza colla non rientrano nel ragionamento investimento infatti, servono solo per affrancare e so che si trovano ad un ottimo prezzo. Però ho forti dubbi quando si scrive: se fai una ricerca, troverai che i bolli moderni nuovi vengono offerti in quantità industriale a sotto-facciale (spesso con percentuali di riduzione significative); non ho bisogno di fare alcuna ricerca, lo so bene che i francobolli commemorativi alcuni del 2020 e specialmente queste ultime emissioni del 2021 a tirature bassissime contraddistinti dalle lettere A e B non si trovano al sotto facciale, è vero che non frequento grossisti, ma non sono ingenuo, anzi se indicate dove acquistare questi ultimi francobolli con sotto facciale significativo, ve ne sono grato.
Ciao:
Salvatore
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Ivano Abbatantuono
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Re: Investire nei francobolli

Messaggio da Ivano Abbatantuono »

Selezionando il solo materiale degli anni più recenti e di A e B di sicuro non si trova moltissimo e ancor meno al sotto-facciale (e, giustamente, non parliamo dei recuperati o cmq di tutto ciò che non sia **), ma qualcosa si trova, magari non tutti i giorni o tutte le settimane. In tal senso ho appena fatto qualche ricerca sulla Baia selezionando "sotto facciale" e qualcosa c'è, sia nei "compra subito" (che non è detto che si vendano a quel prezzo) sia nelle aste (dove comunque bisogna aspettarne la fine per vedere il prezzo effettivo).
Fermo restando che finché si riesce a trovare offerte a buon prezzo è quello il valore da tenere a riferimento, bisogna considerare che per i francobolli più recenti si crea il paradosso che non si vendono bene dopo molti anni, ma al contrario solo se si vendono subito. Se guardi le annate (sempre in euro) di 10 e più anni fa, troverai infatti tantissimo materiale (ivi incluso anche qualche primo degli A e B emessi) a sottofacciale, e quello attuale tra qualche anno mi sembra destinato a fare una fine simile.
Il punto è che questi pezzi, sebbene le tirature negli ultimi anni siano calate in media a poche centinaia di migliaia, sono comunque disponibili - in posta o altrove - al facciale e tali a mio avviso resteranno, poiché il relativo uso postale è diventato marginale ed i collezionisti si contano in poche decine di migliaia, quindi "surplus rarità" = 0.
Se ho ben capito, il tuo ragionamento sugli A e B è fondato sul progressivo aumento del valore di vendita per aumento dei prezzi di affrancatura. Ma a tale ragionamento si oppone che se chi compra lo facesse per affrancare potrebbe trovare centinaia di alternative al sottofacciale, se lo facesse per collezionismo la questione riguarderebbe pochi eroi superstiti a fronte di tirature comunque "sovrabbondanti".
In ogni caso in bocca al lupo, in questo campo folle del collezionismo certezze in un senso o nell'altro ce ne sono poche!
Ciao: Ciao: Ciao:
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Re: Investire nei francobolli

Messaggio da spiaggiabianca »

Ivano Abbatantuono ha scritto: 14 maggio 2021, 11:25 Selezionando il solo materiale degli anni più recenti e di A e B di sicuro non si trova moltissimo e ancor meno al sotto-facciale (e, giustamente, non parliamo dei recuperati o cmq di tutto ciò che non sia **), ma qualcosa si trova, magari non tutti i giorni o tutte le settimane. In tal senso ho appena fatto qualche ricerca sulla Baia selezionando "sotto facciale" e qualcosa c'è, sia nei "compra subito" (che non è detto che si vendano a quel prezzo) sia nelle aste (dove comunque bisogna aspettarne la fine per vedere il prezzo effettivo).
Fermo restando che finché si riesce a trovare offerte a buon prezzo è quello il valore da tenere a riferimento, bisogna considerare che per i francobolli più recenti si crea il paradosso che non si vendono bene dopo molti anni, ma al contrario solo se si vendono subito. Se guardi le annate (sempre in euro) di 10 e più anni fa, troverai infatti tantissimo materiale (ivi incluso anche qualche primo degli A e B emessi) a sottofacciale, e quello attuale tra qualche anno mi sembra destinato a fare una fine simile.
Il punto è che questi pezzi, sebbene le tirature negli ultimi anni siano calate in media a poche centinaia di migliaia, sono comunque disponibili - in posta o altrove - al facciale e tali a mio avviso resteranno, poiché il relativo uso postale è diventato marginale ed i collezionisti si contano in poche decine di migliaia, quindi "surplus rarità" = 0.
Se ho ben capito, il tuo ragionamento sugli A e B è fondato sul progressivo aumento del valore di vendita per aumento dei prezzi di affrancatura. Ma a tale ragionamento si oppone che se chi compra lo facesse per affrancare potrebbe trovare centinaia di alternative al sottofacciale, se lo facesse per collezionismo la questione riguarderebbe pochi eroi superstiti a fronte di tirature comunque "sovrabbondanti".
In ogni caso in bocca al lupo, in questo campo folle del collezionismo certezze in un senso o nell'altro ce ne sono poche!
Ciao: Ciao: Ciao:
Ivano giustissimo il tuo ragionamento, io non voglio acquistare oggi per rivendere domani, sono e resto un collezionista soprattutto in quartine e singoli angoli di foglio, e continuando a spendere tanti denari, con A e B e basse tirature, almeno, ho la prospettiva o speranza, che un domani i miei figli possano recuperare i soldi spesi dal papà, che sommati sono tanti, ma tanti proprio, considerato che ho cominciato negli anni 60, e visto che i francobolli valgono pochissimo, allora ho pensato di acquistare questi ultimi, sperando anche in una rivalutazione e con mercato più allargato a livello mondiale. Avevo sospeso la collezione nel 2012, ma ora la sto riprendendo per questo motivo.
Ciao:
Salvatore
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Ivano Abbatantuono
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Re: Investire nei francobolli

Messaggio da Ivano Abbatantuono »

Anzitutto spero che questo scambio di idee non resti confinato tra me e Salvatore, ma possa coinvolgere anche tanti altri forumisti e magari, prima o poi, anche quelli di maggiore esperienza sul campo, e qui intendo soprattutto commerciale. A meno che non vogliano tenere per sé (e lo capirei... :-)) ) i maggiori "segreti del mestiere"!
D'altra parte condivido appieno il pensiero dei tanti che sottolineano che il collezionismo deve essere soprattutto passione e studio, in quanto tale da far passare in secondo piano l'aspetto economico, e tuttavia io credo che, a chi più a chi meno, l'aspetto economico - anche in seconda o terza battuta - interessi tutti, a meno che non siamo pazzi incoscienti e pieni di denaro da sperperare!
Inoltre, se anche è vero che per i veri appassionati l'importante sia "perderci il meno possibile", sono abbastanza convinto che ci siano dei margini e/o delle nicchie, seppur risicati e richiedenti grandissima esperienza, da percorrere sul piano del vero e proprio "investimento", pur se di RISCHIO ABBASTANZA ELEVATO e AMPIE FORBICI sugli eventuali guadagni stimati.
Pertanto, proverò a confrontarmi (per ora con Salvatore, in attesa di maggiore partecipazione :-)) ) azzardando alcune ipotesi di POSSIBILE investimento (tutte da approfondire, ma che qui dovremo trattare necessariamente in modo sintetico), tralasciando al momento quello sugli A e B (e sul materiale moderno in generale) su cui ho già espresso le mie perplessità.
FILATELIA DEI PAESI EMERGENTI O "TRAINANTI"[/b]
Per Paesi che impropriamente chiamo "trainanti" intendo quelli che, per varie ragioni, sono di fatto più richiesti con un certo indice di stabilità, che hanno consistenti numeri di collezionisti interessati e/o quantomeno sono meno soggetti a fluttuazioni della richiesta, complice - in senso positivo - anche un mercato più serio, ampio, stabile e "facoltoso".
Sono già stati ricordati i Paesi dell'area UK e delle relative colonie ed ex colonie, aggiungerei gli USA (che da sempre dispongono di una solida "base" collezionistica) e in parte residuale la Francia, anch'essa con un grosso passato coloniale. Anche l'Italia, con il suo blasone ed un passato politico e per un certo periodo imperiale assai variegato e turbolento, non sarebbe da disegnare, e tuttavia nel Belpaese il mercato interno soffre di problemi tutti suoi....
Per Paesi emergenti intendiamo quelli in sensibile ripresa economica, dalla quale si spera possa risalire - di riflesso all'ampliamento progressivo della ricchezza nazionale - anche un certo interesse collezionistico, con relativo mercato.
Al riguardo suggerirei molta attenzione. Ferma restando l'aleatorietà dell'intensità e della durata dei relativi trend "in salita", chi volesse cimentarsi in questi mercati dovrebbe pensare anzitutto a... arrivare tra i primi. Ad esempio, un conto era investire in francobolli cinesi del periodo Mao fino a 10 anni fa (meglio ancora se 20 o 30, quando quei francobolli te li tiravano dietro), un conto sarebbe comprarli adesso, che è invece prevedibile si siano toccate le quotazioni massime e, semmai, si avvicini il rischio e la perdita dovuta alla "gonfiatura" speculativa.
Sempre sul pratico, se dovessi rischiare comprando oggi dovrei puntare su Paesi ancora abbastanza poveri ma in trend di crescita (Brasile? Sudafrica? Messico? fate vobis), mentre il materiale relativo a Russia, Cina o altri Paesi già da tanti anni in crescita dovrei venderlo, piuttosto che comprarlo!
Volendo investire in acquisti oggi non disdegnerei l'India, che è sia un Paese emergente, sia uno dell'area (come ex colonia UK) dei "trainanti".
PEZZI (VERAMENTE) RARI E RICHIESTI
Un'avvertenza: la sola rarità, se vista disgiuntamente alla richiesta, non significa gran che. In altro thread portai l'esempio del 50 cent. Imperiale sovrastampato Fezzan che allo stato di nuovo esiste per una decina di esemplari e che difficilmente oggi potrebbe spuntare più di poche migliaia di euro, essendo i collezionisti delle ex colonie occupate una nicchia piccolissima. Se la stessa rarità l'avesse un pezzo di Regno d'Italia o di UK o di USA, gli interessati si sbranerebbero per comprarlo a colpi di 100mila euro!!!
Quindi, scegliere pezzi rari si, ma anche che abbiano una discreta platea di collezionisti interessati, altrimenti la vendita di un domani sarà come minimo rischiosissima, dovendosi sperare che entrino in competizione almeno due amatori del settore (sempre che quel pezzo non lo abbiano già :-)) ).
Altro fattore importante la qualità (che va intesa in senso sempre relativo, perché ci sono pezzi rari che esistono prevalentemente in condizioni mediocri e dunque bisogna... accontentarsi). Chi è disposto a spendere e vuole la collezione delle collezioni quasi sempre disdegnerà tutto ciò che non sia - sempre in senso relativo all'emissione - più che perfetto. Io diversi linguellati di Regno della fascia (anche di prezzo) "non comune" (50 cent. floreale, Garibaldi, Manzoni) che difficilmente potrei vendere a più del 7-8% di catalogo (mannaggi'a mort.... :-)) ).
FASCE ANTIQUARIALI E PERIODI / AVVENIMENTI STORICI
La mia convinzione (se ci sarà tempo e modo poi mi dilungherò a spiegarne le complesse ragioni) è che la filatelia diventi - e sempre più diventerà - un fenomeno di tipo antiquariale e storico.
Pensando all'Italia, quanto alle epoche più antiche: periodo ASI - Regno, essenzialmente periodo iniziale e c.d. classico - storia postale antica
Restando all'Italia, secondo i periodi con maggior "fascino" storico: prima e seconda guerra mondiale - primi voli e transvolate (nelle quali il nostro Paese era un must a livello mondiale) - altre "nicchie" per specialisti.
A QUANTO COMPRI E A QUANTO VENDI
Sembra scontato, ma è uno dei fattori più importanti.
Al quanto (compri e vendi) aggiungerei il "quando" (nel senso che un certo periodo storico può essere più vantaggioso per vendere e un altro per comprare, come ad esempio detto sopra a proposito dei Paesi emergenti) e il "come" (nel senso del canale di vendita). Dovessi vendere un Trinacria nuovo u un 5 lire Umberto su busta cercherei di conferirli ad un astaro di fama (e clientela) blasonata e internazionale, di certo non lo metterei su Ebay o in vendita presso l'astaro più vicino da raggiungere, con tutto il rispetto :-))
Al momento di fermo qui
Ciao: Ciao: Ciao:
Colleziono (soprattutto) Regno d'Italia, nuovo usato e storia postale.
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Re: Investire nei francobolli

Messaggio da spiaggiabianca »

Ivano Abbatantuono ha scritto: 14 maggio 2021, 13:04 Anzitutto spero che questo scambio di idee non resti confinato tra me e Salvatore, ma possa coinvolgere anche tanti altri forumisti e magari, prima o poi, anche quelli di maggiore esperienza sul campo, e qui intendo soprattutto commerciale. A meno che non vogliano tenere per sé (e lo capirei... :-)) ) i maggiori "segreti del mestiere"!
D'altra parte condivido appieno il pensiero dei tanti che sottolineano che il collezionismo deve essere soprattutto passione e studio, in quanto tale da far passare in secondo piano l'aspetto economico, e tuttavia io credo che, a chi più a chi meno, l'aspetto economico - anche in seconda o terza battuta - interessi tutti, a meno che non siamo pazzi incoscienti e pieni di denaro da sperperare!
Inoltre, se anche è vero che per i veri appassionati l'importante sia "perderci il meno possibile", sono abbastanza convinto che ci siano dei margini e/o delle nicchie, seppur risicati e richiedenti grandissima esperienza, da percorrere sul piano del vero e proprio "investimento", pur se di RISCHIO ABBASTANZA ELEVATO e AMPIE FORBICI sugli eventuali guadagni stimati.
Pertanto, proverò a confrontarmi (per ora con Salvatore, in attesa di maggiore partecipazione :-)) ) azzardando alcune ipotesi di POSSIBILE investimento (tutte da approfondire, ma che qui dovremo trattare necessariamente in modo sintetico), tralasciando al momento quello sugli A e B (e sul materiale moderno in generale) su cui ho già espresso le mie perplessità.
FILATELIA DEI PAESI EMERGENTI O "TRAINANTI"[/b]
Per Paesi che impropriamente chiamo "trainanti" intendo quelli che, per varie ragioni, sono di fatto più richiesti con un certo indice di stabilità, che hanno consistenti numeri di collezionisti interessati e/o quantomeno sono meno soggetti a fluttuazioni della richiesta, complice - in senso positivo - anche un mercato più serio, ampio, stabile e "facoltoso".
Sono già stati ricordati i Paesi dell'area UK e delle relative colonie ed ex colonie, aggiungerei gli USA (che da sempre dispongono di una solida "base" collezionistica) e in parte residuale la Francia, anch'essa con un grosso passato coloniale. Anche l'Italia, con il suo blasone ed un passato politico e per un certo periodo imperiale assai variegato e turbolento, non sarebbe da disegnare, e tuttavia nel Belpaese il mercato interno soffre di problemi tutti suoi....
Per Paesi emergenti intendiamo quelli in sensibile ripresa economica, dalla quale si spera possa risalire - di riflesso all'ampliamento progressivo della ricchezza nazionale - anche un certo interesse collezionistico, con relativo mercato.
Al riguardo suggerirei molta attenzione. Ferma restando l'aleatorietà dell'intensità e della durata dei relativi trend "in salita", chi volesse cimentarsi in questi mercati dovrebbe pensare anzitutto a... arrivare tra i primi. Ad esempio, un conto era investire in francobolli cinesi del periodo Mao fino a 10 anni fa (meglio ancora se 20 o 30, quando quei francobolli te li tiravano dietro), un conto sarebbe comprarli adesso, che è invece prevedibile si siano toccate le quotazioni massime e, semmai, si avvicini il rischio e la perdita dovuta alla "gonfiatura" speculativa.
Sempre sul pratico, se dovessi rischiare comprando oggi dovrei puntare su Paesi ancora abbastanza poveri ma in trend di crescita (Brasile? Sudafrica? Messico? fate vobis), mentre il materiale relativo a Russia, Cina o altri Paesi già da tanti anni in crescita dovrei venderlo, piuttosto che comprarlo!
Volendo investire in acquisti oggi non disdegnerei l'India, che è sia un Paese emergente, sia uno dell'area (come ex colonia UK) dei "trainanti".
PEZZI (VERAMENTE) RARI E RICHIESTI
Un'avvertenza: la sola rarità, se vista disgiuntamente alla richiesta, non significa gran che. In altro thread portai l'esempio del 50 cent. Imperiale sovrastampato Fezzan che allo stato di nuovo esiste per una decina di esemplari e che difficilmente oggi potrebbe spuntare più di poche migliaia di euro, essendo i collezionisti delle ex colonie occupate una nicchia piccolissima. Se la stessa rarità l'avesse un pezzo di Regno d'Italia o di UK o di USA, gli interessati si sbranerebbero per comprarlo a colpi di 100mila euro!!!
Quindi, scegliere pezzi rari si, ma anche che abbiano una discreta platea di collezionisti interessati, altrimenti la vendita di un domani sarà come minimo rischiosissima, dovendosi sperare che entrino in competizione almeno due amatori del settore (sempre che quel pezzo non lo abbiano già :-)) ).
Altro fattore importante la qualità (che va intesa in senso sempre relativo, perché ci sono pezzi rari che esistono prevalentemente in condizioni mediocri e dunque bisogna... accontentarsi). Chi è disposto a spendere e vuole la collezione delle collezioni quasi sempre disdegnerà tutto ciò che non sia - sempre in senso relativo all'emissione - più che perfetto. Io diversi linguellati di Regno della fascia (anche di prezzo) "non comune" (50 cent. floreale, Garibaldi, Manzoni) che difficilmente potrei vendere a più del 7-8% di catalogo (mannaggi'a mort.... :-)) ).
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La mia convinzione (se ci sarà tempo e modo poi mi dilungherò a spiegarne le complesse ragioni) è che la filatelia diventi - e sempre più diventerà - un fenomeno di tipo antiquariale e storico.
Pensando all'Italia, quanto alle epoche più antiche: periodo ASI - Regno, essenzialmente periodo iniziale e c.d. classico - storia postale antica
Restando all'Italia, secondo i periodi con maggior "fascino" storico: prima e seconda guerra mondiale - primi voli e transvolate (nelle quali il nostro Paese era un must a livello mondiale) - altre "nicchie" per specialisti.
A QUANTO COMPRI E A QUANTO VENDI
Sembra scontato, ma è uno dei fattori più importanti.
Al quanto (compri e vendi) aggiungerei il "quando" (nel senso che un certo periodo storico può essere più vantaggioso per vendere e un altro per comprare, come ad esempio detto sopra a proposito dei Paesi emergenti) e il "come" (nel senso del canale di vendita). Dovessi vendere un Trinacria nuovo u un 5 lire Umberto su busta cercherei di conferirli ad un astaro di fama (e clientela) blasonata e internazionale, di certo non lo metterei su Ebay o in vendita presso l'astaro più vicino da raggiungere, con tutto il rispetto :-))
Al momento di fermo qui
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Ivano buonasera
come avrai notato anche tu, sono pochi quelli che partecipano alla discussione, molti se ne stanno alla larga come se il problema economico fosse un tabù, ma non è così, si acquista qualche pezzo importante, ma sempre con la speranza che all'occorrenza possa essere piazzato o per motivi di necessità o per acquistarne uno più importane, sperando quindi in una sua rivalutazione economica. Il problema è tutto lì, vogliamo divertirci a collezionare, ma poi giustamente vogliamo perderci poco.
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cirneco giuseppe
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Re: Investire nei francobolli

Messaggio da cirneco giuseppe »

spiaggiabianca ha scritto: 17 maggio 2021, 18:57
Ivano buonasera
come avrai notato anche tu, sono pochi quelli che partecipano alla discussione, molti se ne stanno alla larga come se il problema economico fosse un tabù, ma non è così, si acquista qualche pezzo importante, ma sempre con la speranza che all'occorrenza possa essere piazzato o per motivi di necessità o per acquistarne uno più importane, sperando quindi in una sua rivalutazione economica. Il problema è tutto lì, vogliamo divertirci a collezionare, ma poi giustamente vogliamo perderci poco.
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Se si parte dal punto di vista che collezionare francobolli è un investimento o può essere un investimento è certo che i seguaci saranno non pochi ma pochissimi.
Le uniche persone che potrebbero guadagnare dai francobolli sono i periti che, ormai, fanno i certificati anche per materiale comunissimo ed i venditori non commercianti.
E forse qualche commerciante.
Per il resto dubito e molto molto assai che noi, collezionisti, ci si possa arricchire. A meno che non si acquistino oggetti con 4 o 5 zeri al prezzo delle patate.
Cosa che ancora non ho visto e di cui non ho particolari notizie.
Certo, qualcuno ce l'ha fatta, ma è la classica variante che conferma la regola.
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Ivano Abbatantuono
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Re: Investire nei francobolli

Messaggio da Ivano Abbatantuono »

Caro Pino, ho sottolineato in premessa che, quand'anche le "aree" (peraltro assai vaghe) di possibile investimento fossero tali, occorrere andarci coi piedi di piombo, spendere il meno possibile e in ogni caso considerare un alto livello di rischi.
Inoltre, scusate la franchezza, concordo almeno in parte con Salvatore che vi possa essere un pelino di ipocrisia in molti di coloro che dicono debba guardarsi "solo" alla passione senza considerare le tasche, ma forse mi sbaglio...
Ciao: Ciao: Ciao:
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Andrea61
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Re: Investire nei francobolli

Messaggio da Andrea61 »

spiaggiabianca ha scritto: 17 maggio 2021, 18:57 come avrai notato anche tu, sono pochi quelli che partecipano alla discussione, molti se ne stanno alla larga come se il problema economico fosse un tabù, ...
Più che questo, credo sia una discussione che non porta da alcuna parte.

A mio modo di vedere la cosa è abbastanza semplice: quello della filatelia è un mercato completamente legato ed estremamente sensibile alla legge della domanda e dell'offerta. Il grosso problema è che mentre l'offerta è costante (se non in aumento a causa delle dispersioni delle collezioni non proseguite da eredi di filatelisti che vengono a mancare) la domanda è in calo e la situazione è tale da far supporre che sarà in calo per un tempo indefinito e probabilmente per sempre. In una situazione del genere parlare di "investimento" è del tutto velleitario.

Le uniche possibilità per pensare di ottenere un vantaggio economico dal collezionismo filatelico sono a mio avviso due.

(1) Acquistare materiale molto raro o estremamente raro. Ci sono oggetti filatelici d'elite che per loro natura (e valore economico) hanno una domanda così numericamente piccola in partenza che probabilmente non calerà in modo significo in futuro. Anche senza arrivare all'One Penny Magenta (vedremo fra un paio di settimane se sarà stato un buon investimento), se avete la forza economica di acquistare blocchi nuovi del Penny Black, prime emissioni di Mauritius, multipli della Colomba di Basilea su busta, Cotton Reel su busta, prima emissione delle Hawaii, teste di bue della Moldavia, Tre Lire di Toscana e simili con buona probabilità il vostro acquisto dopo 10-20 anni risulterà in un buon investimento.

(2) Indovinare (fra tanta rumenta) il materiale che domani potrà avere valore. Qui le indicazioni sono meno certe e più sfumate anche perché l' "intenzione programmatica" può prendere diversi aspetti. Una possibilità è che in una certa regione del mondo avvengano cambiamenti politico/socio/economici che rendano per qualche strana congiuntura appetibile del materiale che prima non lo era. E' quello che è successo in Cina. Ma è quello che non sta succedendo in India dove a dispetto del venire in essere di una consistente classe sociale agiata le quotazioni filateliche sembra non abbiano avuto una rivalutazione apprezzabile. Quando iniziai a collezionare più seriamente mi raccontavano che c'era chi aveva fatto qualche soldino scommettendo sulla prima emissione di Israele nel '48: a posteriori quella mi sembra una scommessa "facile". Se oggi i Palestinesi si costituissero Stato (non accadrà, temo neppure domani) avrebbe senso investire sulla prima emissione di Palestina? (la mia risposta: temo di no). D'altra parte tali cambiamenti sono occasionali e diradati del tempo e portano più spesso a risultati negativi che positivi. Quanto vale la prima emissione d'Irlanda? Avrebbe avuto senso investirci, nel 1922? Quanto valgono le prime emissioni deglu stati africani indipendenti (non lo so, ma suppongo molto meno delle emissioni coloniali, in generale).

Un'altra possibilità è quella di azzeccare una nuova moda collezionistica. Se andate a guardare la collezione Tapling vedrete tutti francobolli sciolti; credo che anche la Ferrary (in tutta la sua magnificenza) contenesse relativamente poche buste. Agli inizi le buste non si collezionavano o si collezionavano poco (e chissà che gioielli sono stati distrutti per recuperare francobolli dagli ottimi margini). Fino a tutti gli anni '70 (credo) il collezionismo filatelico è stato quasi esclusivamente tradizionale. Se a quei tempi qualcuno avesse previsto lo sviluppo del collezionismo storico-postale avrebbe potuto fare un ottimo investimento con un capitale tutto sommato modesto. Cosa collezioneranno i filatelisti del 2060? Se sapete rispondere a questa domanda avrete la possibilità di fare un buon investimento. Temo che ogni risposta sia un po' aleatoria.
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cirneco giuseppe
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Re: Investire nei francobolli

Messaggio da cirneco giuseppe »

Ivano Abbatantuono ha scritto: 18 maggio 2021, 8:47 Caro Pino, ho sottolineato in premessa che, quand'anche le "aree" (peraltro assai vaghe) di possibile investimento fossero tali, occorrere andarci coi piedi di piombo, spendere il meno possibile e in ogni caso considerare un alto livello di rischi.
Inoltre, scusate la franchezza, concordo almeno in parte con Salvatore che vi possa essere un pelino di ipocrisia in molti di coloro che dicono debba guardarsi "solo" alla passione senza considerare le tasche, ma forse mi sbaglio...
Ciao: Ciao: Ciao:
Se dovessi pensare "anche" alle tasche, avrei smesso di collezionare già nel 1999 :-))
E come me tanti altri, altrimenti non si riuscirebbe a comprendere quelle persone che si ostinano ad acquistare le nuove emissioni.
Che poi qualcun altro si illude o è indotto ad illudersi o viene convinto ad illudersi .... ma saranno collezionisti anche quelli? :coffee: :coffee: :ricerca: :coffee: :coffee:
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Ivano Abbatantuono
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Re: Investire nei francobolli

Messaggio da Ivano Abbatantuono »

Quoto quanto dice Andrea, che porta esempi precisi e calzanti, che poi tradotto in soldoni (mai metafora fu più appropriata...) vuol dire: qualche probabilità di azzeccare guadagni sui pezzi antichi rarissimi (non a caso, nei suoi esempi ha elencato pezzi al contempo rari, antichi e prevalentemente di area UK), grande rischio ad immaginare il futuro di tutto il resto, ed in particolare dei cc.dd. paesi emergenti.
A Pino preciso che non ho nessuna voglia di illudermi e tanto meno di illudere, ho solo portato qualche esempio ragionato (riempiendolo di avvertenze e condizionali d'obbligo) in merito alla domandona: il collezionismo filatelico è solo un gioco a rimetterci o è possibile "spendere meglio"? E quest'ultima domanda se la pongono tutti, anche quelli che guardano con un po' di snobbismo a questo thread e/o che, più o meno consapevolmente, sanno ed accettano che andranno in perdita, ma giustamente si preoccupano di perderci il meno possibile.
Con questo mi taccio perché ho scritto fin troppo, ma forse ha detto bene Salvatore: si tratta di un tabù? :-)) :-)) :-))
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Luciano61
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Re: Investire nei francobolli

Messaggio da Luciano61 »

Ivano Abbatantuono ha scritto: 18 maggio 2021, 11:15 Con questo mi taccio perché ho scritto fin troppo, ma forse ha detto bene Salvatore: si tratta di un tabù? :-)) :-)) :-))
Non frenarti, scrivi, scrivi :-)

Non credo nessun tabù, ma come hanno già scritto, penso sia un argomento...auto estinguente.

Però la conversazione è fluida e senza picchi, per cui proseguiamo.
fildoc ha scritto: 18 aprile 2021, 14:08 Repubblica italiana: domanda modesta /offerta alta = investimento fallimentare
Cina (periodo rivoluzione culturale): domanda discreta/ offerta modesta = investimento interessante per chi ha collezionato quando la domanda era vicina allo zero!
Grandissime rarita': domanda modesta/ offerta pressochè zero = in attesa dell'interessamento di un compratore particolare (ambito temporale decennale) investimento rischioso ma se si ha tempo possibile

penserei alla storia postale dell'Africa, storia postale indonesiana, emissioni durante le guerre del Viet-nam, Iran, Iraq e Gaza...
Francamente non vedo nuovi possibili collezionisti disposti a comprare una Italia Repubblica completa, o più o meno.
Vedo più probabile qualche collezionista che bene o male abbia già parecchio, e se gli offrono qualcosa di interessante...perché no??

Personalmente nemmeno guardo le offerte di Repubblica, ma è la risultante di quanto ho sopra scritto.
Invece se vedo Oriente e Medio Oriente :mrgreen: :mrgreen: e prontissimo a curiosare in una bella nazione africana, a condizione che non sia...un festival di CTO.
Ma io sono io (come Bill) e non faccio testo nel panorama del mercato.

Però è anche vero che tante Repubblica in vendita potrebbero comunque interessare a tanti collezionisti (salvo contrarie considerazioni che ho espresso) mentre a chi interessa Kuwait, Giordania, Niger o magari Tibet?
Ma a trovarne una credo sia una impresa: e forse un pochino meno difficile trovare...due interessati in Italia :-))

Per cui, 100 collezioni Repubblica in vendita e penso meno di 100 collezionisti interessati, ritenete sia una condizione di mercato preferibile che una singola collezione tipo Kuwait o Tibet in vendita e due potenziali interessati?
Vedete voi.
Poi magari le collezioni Repubblica in vendita sono 200 ed i potenziali interessati 500...mah!?
eugenioterzo ha scritto: 5 maggio 2021, 20:31 La filatelia poteva essere oltre ad un hobby anche un investimento, era sufficiente trattare l'argomento con onestà, cosa che non è mai successa, per più di un secolo si è speculato sulla pelle dei collezionisti, giocando con prezzi assurdi e tiratura farlocche, senza parlare dei cataloghi, che ancora oggi hanno prezzi senza senso, devi vendere con lo sconto del 90%.
Questo a portato ad un assotigliamento del numeri di collezionisti.
Oggi si potrebbe ancora invertire questa tendenza negativa, bisogna dimostrare onestà nel trattare gli oggetti, sopratutto la storia postale o le raccolte tematiche, come ripeto se cominciamo a valorizzare realmente gli oggetti che valgono, ecco che si può ricominciare, bisogna spetterla di fare i furbi, quando qualcuno posta le sue cose bisogna avere l'onesta intelletuale di dare un giusto giudizio, solo così si rimette fiducia nel sistema, senza questa metodologia si va tutti a sbattere.
Ne è un esempio le centinaia di offerte che si vedono oggi nelle aste, di pezzi che per decenni credevamo delle rarità, mentre nelle casseforti dei grossi speculatori giacevano in quantità enormi, e oggi vengono messe sul mercato a prezzi che una volta ce li sognavamo.
Sì, assolutamente d'accordo.
Ma ciò non toglie che il vero problema non sono i collezionisti...uscenti (inevitabilmente il "tempo" comanda su tutto) ma i rimpiazzi.
Che non esistono semplicemente perché non hanno nessun interesse per l'argomento, a prescindere dai costi.

Se escludiamo una nicchia di appassionati, la filatelia è un argomento che non interessa - ma nemmeno minimamente - nessuno.
eugenioterzo ha scritto: 5 maggio 2021, 20:31 ...molti personaggi che hanno accumulato enormi quantità dei cosidetti rari sperando nella speculazione, avranno due scelte per farli diventare appetibili, ho bruciarne una grossa quantita o mangiarseli.
Non ho eredi.
Le mie collezioni, tutte indistintamente, predisporrò siano donate.
Biblioteche (se almeno loro avranno interesse...a quintali di album che, presumibilmente, non sfoglierà mai più nessuno) od enti/associazioni no profit, che le porranno in vendita con intenti di beneficenza.
Punto.

Ma conosco almeno due grandi collezionisti (grandi? Cosa vuol dire? Niente, i miei due riferimenti hanno circa 700 album ed altrettanti classificatori ognuno. Quindi...circa 1.500 "pezzi". Vedete voi se il termine "grandi" vi "calza") che hanno speso, ed anche tanto, in oltre un cinquantennio.
E l'idea di vedere arricchire un bancarellaro proprio non gli aggrada.

Quindi?
Quindi hanno già deciso: Fahrenheit 451 :cry: :cry:

Se le portano dietro...
Fahrenheit 451.png
P.S.:
ho già cercato di convincerli di fare diversamente.
Senza successo.
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Ivano Abbatantuono
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Re: Investire nei francobolli

Messaggio da Ivano Abbatantuono »

Lucià, m'hai provocato e (nun te magno, ma...) ti rispondo, divagando sul tema :ris: :ris: :ris:
A proposito di speculatori, ho un paio di aneddoti (magari i più esperti potranno smentire o aggiungere) e qualche considerazione sugli "accumulatori".
Una decina di anni fa mi ero chiesto come mai, tra i primi pezzi di Repubblica stelle, quotati pochi cent. (ma in realtà a valore reale = 0), spiccasse con quotazione un po' più alta - sempre in senso relativo, ehhh - il Prampolini (n. 860 Sassone).
Un amico commerciante mi disse che un parente del nobiluomo ivi ritratto, non si sa se per autocompiacimento o speculazione, si fosse scapicollato a raccattare quanti più pezzi possibili del citato francobollo - tirato in (tenetevi forte) 10 milioni di esemplari - persino dando mandato ad un commerciante toscano di raggranellarne la maggior possibile quantità.
Non ho mai saputo se trattasse di storia vera, di sicuro non mi pare che quel francobollo abbia mai decollato verso le mete ambite, se tra di esse v'era quella di gonfiarne il valore. Non tanto perché la quotazione, rispetto ai pezzi del periodo, non sia cresciuta (in effetti lo è), quanto perché non conosco collezionisti di Repubblica a caccia di Prampolini che siano disposti a pagare il valore di catalogo, dato che ne possono trovare in quantità in una qualunque collezione (pressoché invendibile) del periodo :ris:
Seconda storiella, stavolta meno leggendaria perché passa indirettamente per le mani mie.
Sempre una decina di anni addietro, un amico commerciante mi confessò che stava raccattando in quantità i libretti della giornata del francobollo da 3.700 lire, non tanto per beccare (chissà mai, la pescata...) qualcuno dei più rari dentellati 14 o qualche altra varietà di minor pregio, quanto per farne incetta (si trattava di una tiratura di 300 mila esemplari, se non erro) e ottenerne una "rivalutazione" sul mercato.
A tal fine si era anche sbracato contattando quelli di un noto catalogo italiano (non ne farò il nome neanche sotto tortura) per offrirgliene qualche migliaio di pezzi - anche per dimostrar loro di essersene assicurato un parziale monopolio - a fronte di un "aggiornamento" delle quotazioni.
Non ho idea di come sia finita, ma sarei curioso di sapere da qualcuno se le quotazioni siano cresciute, altrimenti quella specie di "investimento" da migliaia di euro sarà andato a farsi benedire.
Di sicuro - e sempre a riprova dell'impossibilità di fare previsioni in questo pazzo mondo - le quotazioni, ed ancor più il mercato reale, risentono molto poco delle tirature e delle "rarità", anche in rapporto alla richiesta. Altrimenti non mi spiegherei come mai i due alti valori della serie crociera italiana (pur essendo grossomodo destinati allo stesso pubblico di collezionisti di Regno) costino 10 e più volte meno di un L. 7,70 Balbo con medesima tiratura.... e certamente moooolto meno di un Gronchi lilla (ma per carità, questo è destinato ad altra platea di interessati) che ha avuto 4 volte quella tiratura. Ciao: Ciao: Ciao:
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Luciano61
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Re: Investire nei francobolli

Messaggio da Luciano61 »

Quella del Prampolini la sapevo anch'io, ma con una variante: l'incetta è stata fatta da un operatore professionale.

Nessun "amor famigliare", ma ricerca del business.
Direi andato male...

Ci hanno speculato tutti in filatelia.
Ma ancor oggi, prova tu a scrivere un Thread su un francobollo da 1 Euro di valore di catalogo.
Mi dirai se fa 12 visualizzazioni e tre risposte.

Poi prova a scrivere su un francobollo qualunque che costi come una BMW.
Vedrai centinaia di visualizzazioni.
Decine di post in risposta, se area italiana.
Diverse risposte, se area europea.
Poche risposte, se Est Europa.
Nessuna se Asia.

Lo dico da anni: i cuori per molti si infiammano solo per ciò che vale parecchio.
Anche se solo a catalogo...
Fai vedere una fantastica ed introvabile variante, genuina (fatto raro) di un francobollo che...comunque non vale una cippa?
Nonostante la rarità?
Vedrai che conterai le risposte sulle dita di una mano...

E, secondo me, molti collezionisti sono figli della speculazione del passato: in quel contesto sono nati.
E proseguiranno per quella strada.

Anche se, ovviamente, non tutti.

Ciao: Ciao:
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maledettotopastro
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Re: Investire nei francobolli

Messaggio da maledettotopastro »

Ciao a tutti.
Immagino come un neofita, leggendo tutti i nostri De Profundis per la filatelia, possa venir immediatamente colto dal desiderio di mollare già in partenza l'idea di cimentarsi con francobolli e pinzette!
In un altro vecchio intervento avevo scritto che, secondo me, la filatelia non potrà avere due destini separati a seconda che si tratti di rarità o "paccottiglia": se morirà, morirà tutta, magari con solo uno scarto di pochi anni tra la fine della filatelia popolare e quella d'élite.
Ma il dubbio è proprio sul destino della filatelia: sicuri che stia davvero per morire?
Io oggi ho 54 anni. Ho iniziato a collez... ehm, raccogliere a 9/10 anni per poi smettere (all'epoca non sapevo che sarebbe stata solo una sosta) a 13 anni, attratto da altro. E credo che nemmeno negli anni '80 un quindicenne si sarebbe fatto facilmente attrarre dalla filatelia. Quando ho ricominciato avevo 23 anni, nel 1990. E ricordo ancora quello che si leggeva nelle varie riviste di filatelia: "I francobolli non interessano più i giovani, che ormai non vedono neanche più francobolli circolare".
Questo una trentina d'anni fa!!! Nel frattempo la filatelia non è morta, mi pare. E per quanto mi riguarda, il fatto che ormai già nei primi anni 90 si vedessero pochi francobolli (rispetto ad un decennio prima), era vero. I francobolli li vedevo solo nelle cartoline turistiche, tra l'altro poche.
Non so che previsioni fare per la filatelia, a breve o lungo termine, ma tutto quel che si dice oggi l'ho già sentito in passato.
Tornando alla domanda di base (conviene investire in filatelia?).... credo che non convenga; se si spendono bene i soldi, forse in futuro si potrà ricavare la metà di quanto speso. Ma nel mentre mi sarò "divertito" tanto, dando un senso ad alcune ore della settimana che altrimenti avrei trascorso grattandomi la pancia :-)) :-))
Esagero ovviamente.
Ciao a tutti Ciao: Ciao:
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