Affrancature e tariffe con il Baj. 50

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Gianco
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Affrancature e tariffe con il Baj. 50

Messaggio da Gianco »

In un'asta Ferrario di tre anni fa compariva una lettera di 56 bajocchi per Sydney, partita da Roma il 14 Febbraio 1860 e diretta aall'arcivescovo Polding.
Destinazione -si rimarcava nell'inserzione- molto rara per il 50 Baj.
Si scopre ora (o meglio io scopro ora) che con la stessa tariffa e lo stesso destinatario esistono almeno altre 8 missive; almeno, perchè è possibile che ne emergano altre.
E' noto che le lettere più comuni per l'estero siano i primi porti per la Francia e l'affrancatura col 50 baj meno rara la 60 Bajocchi (cioè il triplo porto).
L'errore è tuttavia credere che -aumentando la distanza- aumenti la rarità dei documenti, come dimostra la 56 Baj per Sydney.
I rapporti dei pontifici con l'estero erano fitti, copiosi e di lettere ne partivano a bizzeffe; il resto lo fa il caso (quanto cioè sia stato conservato e quanto sia andato parzialmente o totalmente distrutto).
Giorgio Di Raimo
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Re: Le rarità del Pontificio

Messaggio da Giorgio Di Raimo »

Si giusto tutto però bisogna vedere se si parla di 50 n.10 o del ben più raro n.12 e di quell’archivio ne esistono pochissime rispedite con affrancatura inglese insieme al Pontificio n.12 e sono citate nel Sassone sono solo 2-3 Ciao: Ciao:
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Gianco
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Re: Le rarità del Pontificio

Messaggio da Gianco »

Certo, parliamo del 50 prima tiratura. Il 50 stampa difettosa è veramente raro ed è un altro discorso. La lettera dell'asta Ferrario presenta un 50 I tiratura, come le altre di cui facevo cenno. Volevo dire che la distanza non è tutto. Per esempio non si vedono in giro (io non ho visto) lettere col 50 Baj per la Spagna (io ho visto una lettera ed un frontespizio); eppure la Spagna è vicina.
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spcstamps
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Re: Le rarità del Pontificio

Messaggio da spcstamps »

La frequenza della corrispondenza inoltrata non dipendeva dalla distanza bensì dai rapporti commerciali (o privati, ma all'epoca era raro che fossero di questa natura) che c'erano tra due ditte dei paesi interessati.

Un esempio è l'archivio VITO VITI diretto negli Stati Uniti al quale per un lunghissimo periodo vennero inviate corrispondenze (le lettere più note sono quelle con la Lira di Modena, ma ve ne sono molte altre anche in periodo successivo).

A me comunque una lettera per l'Australia o per la Nuova Zelanda onestamente mi affascina comunque, anche se - come dici tu - ne sono usciti pacchi alti dieci metri.... (ad averli sti pacchi!).

:topope: :topope: :topope:

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Giorgio Di Raimo
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Re: Le rarità del Pontificio

Messaggio da Giorgio Di Raimo »

...nel caso del Pontificio, per le destinazioni estere, la componente clericale è predominante su quella commerciale ed è il fattore fondamentale che rende questo Antico Stato l’unico fattubile per coprire molto bene pressoché tutto il mondo allora conosciuto, dal punto di vista della destinazione estera postale....alcune destinazioni estere da pontificio si possono mettere in Collezione con una certa disponibilità anche non elevata, diciamo 1000 euro , cosa che per altri Asi è impossibile anche ad avere ad avere una disponibilità decuplicata....ciò finché non ci saranno una dozzina scarsa di avidi collezionisti, perché in questo caso molte destinazioni da Pontificio diverranno rarissime...per ora, pare impossibile, ma questi oggetti costano meno del una quartina fel Granchio rosaceo🤔🤔
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Gianco
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Re: Le rarità del Pontificio

Messaggio da Gianco »

D'accordo con Paolo sul fatto che averne di lettere pontificie per l'Australia sarebbe comunque una gran cosa. Però il punto è che lettere "molto rare" del Pontificio escono come funghi, per cui devo dare ragione ad un amico che -quasi sconsolato- afferma che: -i pontifici quanto scrivevano!- :cry:
Ma forse queste lettere, più di quelle commerciali, venivano ben conservate e -pian piano- riemergono.
Ha ragione Giorgio quando dice che nel Pontificio prevalgono le lettere non commerciali (cioè tra personaggi ed istituzioni religiose). In effetti questo archivio di cui parla il Borromeo, fatto di almeno 50 lettere, sembra essere un archivio Propaganda Fide (cioè un blocco di lettere spedito da questa congregazione in 10 paesi esteri).
Ma c'è un altro punto, cui forse allude Giorgio nel suo intervento. Il numero basso, molto basso di collezionisti pontifici di livello medio/alto, che si occupino con passione e dovizia di mezzi alla storia postale.
Per questo le lettere pontificie passano di mano a prezzi "potabili", rispetto alle lettere di Sicilia, Lombardo/veneto e forse Sardegna.
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Gianco
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Re: Le rarità del Pontificio

Messaggio da Gianco »

si occupino della storia postale, volevo dire.
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spcstamps
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Re: Le rarità del Pontificio

Messaggio da spcstamps »

Il Pontificio è più potabile perchè di "grandi collezionisti" non ve ne sono a sufficienza.

Se ce ne fossero abbastanza come per - esempio - per la Sicilia, allora i prezzi lieviterebbero parecchio (devo ricordare che lettere che passano di mano con cifre a quattro zeri con il 50 grana di Sicilia ce ne sono parecchie?

Come in tutte le cose, e nel settore filatelico antiquariale ancora di più, la legge della domanda e dell'offerta la fa da padrona, più della rarità effettiva di un oggetto.

La quartina del granchio, come citava Giorgio D.R., passa di mano a prezzi simili ad una lettera di media rarità dello Stato Pontificio; però si vende sempre, non perchè sia rara, ma perchè è sempre richiesta.

Quindi le variabili nella valutazione di un lotto da collezione sono tante, e vanno considerate tutte se si vuole effettivamente essere certi di fare un acquisto conveniente; tuttavia il collezionista - rispetto all'addetto ai lavori - deve fare i conti con un'altra variabile.... quella passionale. Se un oggetto davvero piace al VERO collezionista, il rapporto qualità prezzo diventa meno importante, e l'oggetto può acquisire - per quel collezionista - un valore economico ben al di là di quello commerciale.



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Gianco
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Re: Le rarità del Pontificio

Messaggio da Gianco »

D'accordo con Paolo! Del resto anche le quotazioni del Sassone, pur molto gonfiate, fatte le proporzioni, fanno riferimento più alla richiesta che alla rarità. Ecco perchè un 3 Lire di Sardegna su lettera vale 3 volte un 50 baj stampa difettosa, che è più raro. Contano i collezionisti (oltre a qualche giochino commerciale).
Allo stesso modo non si capisce perchè i 3 Lire di Toscana (sciolti) siano tanto quotati e pagati, se non perchè sono richiesti. Eppure non sono rari e quelli di modesta qualità dovrebbero costare molto meno.
Sul Gronchi rosa viene addirittura da sorridere.
Ma il collezionista deve acquistare quello in cui crede, quello che gli piace.
Sarà più contento.
Sperando, magari, che un oggetto veramente raro sia un giorno valutato con criteri più oggettivi.
Speranza temo vana, ma la speranza è l'ultima a morire :-)
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Re: Le rarità del Pontificio

Messaggio da Luca Dermidoff »

Ciao Giorgio,

Argomento molto interessante, complimenti!

Sarebbe ancora meglio se si postasse un po’ di corrispondenza pontificia diretta all’estero di pregio, sia riferita a destinatari religiosi che commerciali.
Mi riferisco a collezionisti e soprattutto ai commercianti.
Io purtroppo con 5baj e Scudo non ne ho..... :sec:

Ciao: Luca
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Re: Le rarità del Pontificio

Messaggio da Luca Dermidoff »

Ho scritto 5 baj, ma volevo ovviamente dire 50 baj...

Ciao: Luca
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spcstamps
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Re: Le rarità del Pontificio

Messaggio da spcstamps »

Io quelle poche che avevo, con il 50 baj o con lo scudo, le ho vendute tutte.

Non mi rimangono in studio più di una settimana, le rare volte che mi capita di averle....

:-)) :-)) :-))

Ciao: Ciao: Ciao:
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Gianco
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Re: Le rarità del Pontificio

Messaggio da Gianco »

Cominciamo da queste.
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Giorgio Di Raimo
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Re: Le rarità del Pontificio

Messaggio da Giorgio Di Raimo »

spcstamps ha scritto: 15 luglio 2018, 0:31 Io quelle poche che avevo, con il 50 baj o con lo scudo, le ho vendute tutte.

Non mi rimangono in studio più di una settimana, le rare volte che mi capita di averle....

:-)) :-)) :-))

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Idem con patate :-)) :-) Ciao:
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Antonello Cerruti
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Re: Le rarità del Pontificio

Messaggio da Antonello Cerruti »

Anni fa pubblicai un ricordo di un grande commerciante di francobolli napoletano.
In esso, scrissi di un piccolo ma famoso archivio di lettere del Pontificio.
Lo ripropongo, sperando che per qualcuno sia una piacevole novità.

Cordiali saluti.
Antonello Cerruti


UN GALANTUOMO

In tanti anni di frequentazione del mondo filatelico italiano, ho avuto la disavventura di incontrare qualche mascalzone ma anche il piacere di conoscere un grandissimo numero di persone davvero corrette.
Fra queste, inoltre, anche qualche autentico galantuomo, degno del massimo apprezzamento.
Era all’incirca il 1985 quando il mio grande amico Giorgio Manca mi avvisò che, da Napoli, lo aveva chiamato il notissimo commerciante filatelico Carlo Ravel per annunciargli di aver deciso, a causa dell’età avanzata, di ritirarsi e chiedergli di trovare un acquirente per i resti del suo stock.
“Ti può interessare?”. Mi chiese Giorgio con la sua abituale cortesia.
“Andiamo a vedere di cosa si tratta”, risposi io.
Insieme ad un grande operatore milanese con cui avrei diviso la spesa, andammo a Napoli.
Ravel, che io non conoscevo se non di fama, ci ricevette nella sua abitazione e mi fece immediatamente un’enorme impressione: cortese ma essenziale, modesto ma consapevole che il suo fosse un nome celebre in filatelia, competentissimo, senza alcuna spocchia.
Sul tavolo della sua abitazione erano ordinati pochi classificatori ma ricchi di materiale selezionato.
Ricordo, ad esempio, un 30 centesimi di Re Umberto su una piccola letterina, una serie Zeppelin di Stati Uniti su tre aerogrammi, una collezione di Colonie Inglesi, delle buone serie del Regno d’Italia, ecc.
Teneva fra le mani un piccolo raccoglitore per buste.
Ce le mostrò per ultimo, scusandosi con un sorriso: “Queste non sono divertenti, non so se possono interessarvi … sono tutte uguali.”
Aprii il porta buste e …. mi sentii poco bene.
Era vero, erano trentadue lettere tutte dirette allo stesso destinatario e con la stessa affrancatura: il 50 bajocchi di Pontificio.
Pochissime col francobollo isolato, le altre con altri valori; la qualità era prevalentemente ottima.
Passammo qualche minuto ad esaminarle, mentre scherzavamo sulla … monotonia di un simile archivietto.
Ci raccontò di averle da molti anni, da quando cioè le aveva acquistate direttamente dagli eredi del nobile destinatario: il Duca ….
Consumato un secondo caffè, si arrivò alla richiesta economica del venditore: ottanta milioni.
A.Z. (l’operatore milanese) ed io ci confrontammo sulla congruità della cifra; eravamo tentati dall’acquisto ma frenati dai tempi necessariamente lunghi che sarebbero occorsi per rientrare da un simile esborso, trattandosi anche di materiale in parte molto ripetuto.
Trentadue lettere praticamente tutte uguali richiedono di essere immesse sul mercato in maniera centellinata e quindi la vendita sarebbe risultata necessariamente lenta.
Ravel ci vide abbastanza incerti e decise di essere ancora più “signore”.
“Capisco i vostri dubbi. Poiché avete fatto solo complimenti al mio materiale senza trovare i soliti difetti che inventano i filatelici per abbassare i prezzi, allora io vi voglio aiutare a decidere: la mia richiesta rimane la stessa ma aggiungo anche queste tre lettere”.
Con molta grazia, appoggiò sul tavolo tre aerogrammi viaggiati a Lima ed affrancati col Gronchi rosa!.
Col solo Gronchi rosa, non di quelli ricoperti...
Praticamente, ad un lotto del valore di ottanta milioni, ne aggiungeva altri trenta … per aiutarci a decidere.
Brindammo alla conclusione della transazione con un dito di nocino fatto in casa.
Non ho più rivisto Carlo Ravel ma ne conservo questo bellissimo ricordo, ben più importante della soddisfazione di quell’ottimo acquisto.
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Antonello Cerruti
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Re: Le rarità del Pontificio

Messaggio da Antonello Cerruti »

Anche quest'altro ricordo l'ho già pubblicato ma qui lo ripropongo perchè ho finalmente ritrovato alcune immagini che ben lo corredano.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
Gianco
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Re: Le rarità del Pontificio

Messaggio da Gianco »

Racconti di estremo interesse, Antonello!
Domanda: le 32 lettere erano tutte da Roma per Napoli? Erano tutte (o quasi) 52 Bajocchi?
Quanti 50 isolati erano? Vi erano porti maggiori o non era Napoli la destinazione?
I 50 isolati (anche quelli di prima tiratura) sono considerati rari.
Sarebbe molto proficuo avere queste notizie.
Il Mentaschi, nel '92, censì sul Vaccari magazine, le lettere col 50 Bajocchi e con lo Scudo. Lo studio, molto datato, andrebbe aggiornato.
Il numero di 118 lettere col 50 I tiratura è assolutamente sottodimensionato (saranno 2 volte tante, forse tre volte tante). Confrontare ed incrociare lo studio Mentaschi, con l'archivio Propaganda Fide di cui parla il Borromeo, col fondo napoletano di cui si parla nel bel racconto di Antonello, più una rassegna delle aste dell'ultimo decennio Bolaffi, Vaccari, Ferrario, Filsam e via dicendo, sarebbe ciò che rende utile e meritorio un Forum filatelico come il presente. :leggo:
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Antonello Cerruti
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Re: Le rarità del Pontificio

Messaggio da Antonello Cerruti »

Isolati potevano essere un paio.
Gli altri con complemento di affrancatura, in genere 2 bajocchi.
Non ricordo la destinazione ma erano tutte dirette al Duca .....
Non dovrebbe essere difficile trovare le immagini di qualcuna di esse.
In parte finirono in aste dell'AP di Milano.

Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
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Re: Le rarità del Pontificio

Messaggio da Gianco »

Grazie, Antonello!
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francesco75
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Re: Le rarità del Pontificio

Messaggio da francesco75 »

Antonello Cerruti ha scritto: 16 luglio 2018, 8:33 Anni fa pubblicai un ricordo di un grande commerciante di francobolli napoletano.
In esso, scrissi di un piccolo ma famoso archivio di lettere del Pontificio.
Lo ripropongo, sperando che per qualcuno sia una piacevole novità.

Cordiali saluti.
Antonello Cerruti


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Ricordo, ad esempio, un 30 centesimi di Re Umberto su una piccola letterina, una serie Zeppelin di Stati Uniti su tre aerogrammi, una collezione di Colonie Inglesi, delle buone serie del Regno d’Italia, ecc.
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Ce le mostrò per ultimo, scusandosi con un sorriso: “Queste non sono divertenti, non so se possono interessarvi … sono tutte uguali.”
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Era vero, erano trentadue lettere tutte dirette allo stesso destinatario e con la stessa affrancatura: il 50 bajocchi di Pontificio.
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Bellissimo racconto, come al solito.
Cordiali saluti.
Francesco
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