"Kingdom of Naples" - La collezione di Mario Merone con commento tecnico di pasfil e note storiche di gianni tramaglino

Forum di discussione sulle emissioni e la storia postale del Regno delle Due Sicilie - Domini al di qua del faro - Napoli
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gianni tramaglino
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"Kingdom of Naples" - La collezione di Mario Merone con commento tecnico di pasfil e note storiche di gianni tramaglino

Messaggio da gianni tramaglino »

Cari amici "napoletani" e non, a Sofia dal 27 al 31 maggio 2009 si è svolta ,col patrocinio FEPA la manifestazione Bulgaria 2009 ;nella sezione "storia postale" è stata presentata la collezione Kingdom of Naples del carissimo Amico ,nonchè profondissimo e acclarato conoscitore del "settore" , ingegner Mario Merone . Il successo gli ha arriso con la medaglia d'oro e la collezione ha ottenuto 90 punti. Mario :clap: :clap: :clap: ha "donato" a me e Pietro Pasfil tutte le scansioni relative all'imponente e splendida collezione esposta.....noi a nostra volta (col permesso del proprietario) pensiamo far cosa grata mostrarla a Voi tutti....naturalmente lo faremo un pezzo alla volta.....per dare il modo ,a chi volesse intervenire .... i Maestri Mario e Antonello in primis....apportando eventuali approfondimenti e naturalmente estendiamo l'invito a tutti gli Amici che lo vorranno. Anche Pietro ci darà una "mano" coi Suoi interventi (ormai è un "esperto" indubitabile .....anche a fronte della splendida e applaudita controrelazione fatta all'ultimo nostro congresso ) ...io cercherò di sviluppare,ove possibile ,degli aspetti "storici". A tutti l'augurio di una felice visione!gianni tramaglino
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gianni tramaglino
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Re: Da Napoli a Sofia..........

Messaggio da gianni tramaglino »

Ed ecco le prime due pagine delle 128 che compongono la collezione .......
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gianni tramaglino
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Re: Da Napoli a Sofia..........

Messaggio da gianni tramaglino »

Ciao: ...per chi ama ,come me, unire alla storia dei francobolli anche gli avvenimenti della STORIA ,vorrei ricordare che in quel gennaio del 1858 ,oltre a essere un mese fondamentale per i francobolli borbonici ,tra gli altri avvenimenti,non possiamo dimenticare che muore un grande della musica,forse oggi non molto ricordato.

Luigi Lablache (Napoli, 6 dicembre 1794 – Napoli, 23 gennaio 1858) è stato un grandissimo basso italiano.
Napoletano purosangue, nonostante il nome forestiero, Luigi Lablache venne definito il "re dei bassi", passati e futuri.
Cominciò a studiare violino e contrabbasso, e iniziò a cantare come contralto nei cori di voci bianche e, finalmente giunto lo sviluppo, studiò da basso. Le prime sue rappresentazioni avvennero nel modesto Teatro San Carlino di Napoli, in cui si esibiva mirabilmente in tanti personaggi da buffo napoletano.
Ma ben presto la sua bravura e i suoi successi su quel piccolo palcoscenico gli fecero giungere a centinaia le proposte dai primari teatri d'Italia e d'Europa.

Alla Scala di Milano debutterà nel ruolo di Dandini ne La Cenerentola di Gioachino Rossini. Sarà interprete in alcune opere, tra cui: Elisa e Claudio di Saverio Mercadante, L'esule di Granata di Giacomo Meyerbeer (prima assoluta), La dama locandiera ossia L'albergo de' pitocchi di Giuseppe Mosca, La pietra del paragone di Gioachino Rossini, Arrighetto di Carlo Coccia, L'occasione fa il ladro di Rossini, Amleto di Mercadante, Il barbiere di Siviglia di Rossini nel ruolo di Don Bartolo , e molti altri.
Tra le innumerevoli rappresentazioni, nel 1824 cantò nel Requiem di Mozart ai funerali di Beethoven, al His Majesty's Theatre di Londra nel 1830 fu Geronimo ne Il matrimonio segreto di Domenico Cimarosa, a San Pietroburgo nel 1852.

Si esibì regolarmente, fino a tutto il 1856, nelle stagioni operistiche di Parigi e di Londra; fu uno dei pochi cantanti che rimasero fedeli al Lumley e al His Majesty's Theatre, dopo l'apertura del nuovo Covent Garden di Londra, di cui entrò a far parte solo nel 1854.

Fu il primo interprete di Giorgio nei Puritani di Vincenzo Bellini e di Don Pasquale nell'opera omonima di Gaetano Donizetti, ruoli che interpretò per primo anche a Londra. Ancora primo interprete londinese del Podestà nella Linda di Chamounix, di Karl van Moor ne I masnadieri di Giuseppe Verdi e di Calibano nella Tempesta di Henry Purcell.

Famose le sue interpretazioni di Leporello (Don Giovanni di Mozart), Bartolo (Il barbiere di Siviglia) e Baldassarre (La favorita, Donizetti).

Per un certo periodo di tempo fu maestro di canto della Regina Vittoria ed ebbe modo di scrivere un suo trattato di canto Méthode de chant (Metodo di canto), che non aggiunse nulla alla sua fama. Frederick, il figlio maggiore, fu anche lui cantante. La figlia sposò il pianista Sigismund Thalberg. Morì a Napoli, dopo tanti successi, nel 1858.
Voce di bellissimo timbro, piena, vigorosa, ma di limitata estensione vocale. Come attore possedeva un'impressionante presenza scenica, aiutata dal fisico possente, e verve istrionica.
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pasfil
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Re: Da Napoli a Sofia..........

Messaggio da pasfil »

Ciao Gianni ed a tutti gli amici del forum.

E’ vero il Maestro Mario Marone (borbone0) ci ha voluto far dono dei file di quello che è stata la magnifica esposizione in Sofia, e l’amico Gianni non ha perso tempo a farsi autorizzare dal Maestro al fine di condividere con tutti Noi quelle belle immagini.

Scelta giustissima, diversamente sarebbe stato un privilegio solo per coloro che l’avevano potuta ammirare a Sofia. Adesso, grazie al forum, tutti possiamo osservarla.

Mi auguro che questa iniziativa possa far da “apripista” per quelle tantissime bellissime collezioni che per pigrizia o “gelosia” rimangono chiuse in cassaforte o in qualche classificatore chissà dove riposto oppure perché disperse per le diverse vendite di Case d’Aste.

Bravo Maestro, grazie. :clap: :clap:

Ebbene, inizio subito a dir la mia, limitandomi a far cenni (senza alcuna presunzione e come al solito rischiando una meritata lapidazione telematica) confidando nell’intervento di altri amici per eventuali approfondimenti e pacate discussioni.
(dico a Gianni: tieni sempre pronto il telo :-)) ).

Come sappiamo, con l’emissione della serie borbonica gli uffici postali vennero forniti di un apposito bollo “racchiuso in cartella” con la scritta ANNULLATO per obliterare i FB. Le officine di posta continuarono ad utilizzare i bolli in dotazione nella precedente epoca prefilatelica, “marchiando” le lettere anche con quelli nominativi. Infatti, osserviamo sulla lettera l’ovale di FOGGIA utilizzato anche in epoca prefilatelica.

Per regolamento i FB dovevano essere applicati sul lato sx della lettera e l’inchiostro dell’annullato non doveva coprire l’indicazione del valore del FB.

Le lettere inoltrate via di terra seguivano dei cammini prestabiliti (principali e traversi), subendo diversi controlli circa la regolarità della tariffa. Anche la posta in transito a Napoli (come la lettera in argomento) veniva controllata e normalmente al verso delle lettere veniva apposto un bollo in rosso (a simili gradazioni), su due righe recante appunto la dicitura “NAPOLI”, l’anno, il giorno ed il mese.

Nelle prime tirature i FB venivano colorati con pigmenti di origine minerale legati ad una pasta base che con il tempo (ma molto tempo), possono dar origini a fenomeni di ossidazione, imbrunendo il colore originario del FB.
Ciao: Ciao: Ciao:
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gianni tramaglino
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Re: Da Napoli a Sofia..........

Messaggio da gianni tramaglino »

Cari Amici,sulla prima data d'uso dei francobolli napoletani...ne parlammo a suo tempo...e una riguardata a quel topic con quell'intricato 1 - 2 gennaio... sarebbe opportuna !felice sia il ri-leggere!gianni

viewtopic.php?f=33&t=12145&p=173126&hilit=2+gennaio+1858#p173126
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gianni tramaglino
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Re: Da Napoli a Sofia..........

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....ed eccoci arrivata alla terza pagina.....cordialmente !gianni tramaglino
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gianni tramaglino
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Re: Da Napoli a Sofia..........

Messaggio da gianni tramaglino »

Cari Amici napoletani,abbiamo ammirato questa splendida lettera partente da Spezzano Albanese ,lettera "dibattuta" tra insigni Studiosi,ma che reca all'interno ,senza nessun dubbio, la data del 30 dicembre 1857. Studiando la "storia" di questo piccolo paese veniamo a conoscere che nel 1858 nacque un suo illustre esponente: Ambrogio Arabia

Fu un celebrato uomo di legge e presiedette per diversi anni l'Ordine degli Avvocati cosentini.Fervente cattolico, nel 1913 venne eletto Sindaco della città di Cosenza e amministrò la città fino al 1917. Durante tale periodo istituì il piano regolatore, concluse i lavori di bonifica interna con l'arginatura dei fiumi Crati e Busento, curò la costruzione dei ponti di San Francesco di Paola e di San Domenico, fece erigere il monumento a Bernardino Telesio. Non aderì mai al partito fascista. Morì a Spezzano Albanese nel 1934.
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Re: Da Napoli a Sofia..........

Messaggio da gianni tramaglino »

...ma quel gennaio 1858.....unito a Verdi e a Napoli .....ci fa scoprire la misteriosa mutazione di un'opera che...trasformata...diventerà celeberrima....per i melomani ,penso,sia appassionante....per i filatelici...spero interessante!gianrimario

Gustavo III o Un ballo in maschera?

Sotto forti pressioni del teatro San Carlo di Napoli che reclama da
Verdi una nuova fatica teatrale, il Maestro decide di cimentarsi con
un' opera che già da tempo interessava anche altri musicisti. Il
libretto di Antonio Somma, che dapprima chiede di rimanere anonimo,
prende ispirazione da quello di Eugène Scribe per l' opera di Daniel
Auber, narra la vicenda di un regicidio avvenuto in Svezia alla metà
del XVIII secolo. L' opera va in scena per la prima volta all' Opéra di
Parigi nel 1833 ed è ancora rappresentata nel 1857, quando Verdi
decide di elaborarne il libretto. La censura borbonica dà inizio alla
travagliata storia della composizione dell' opera; si chiede a Verdi di
modificare molte, forse troppe cose (il Re deve diventare duca, il
tempo in cui è ambientata la vicenda deve essere anticipato a quello
in cui si credeva ancora nella magia, i cospiratori devono agire per
motivazioni squisitamente personali). Dopo che il Maestro giunge a
Napoli nel gennaio del 1858, Napoleone III subisce un attentato e la
censura diventa ancora più pesante nelle sue pretese. Verdi non è
disposto a stravolgere completamente la sua opera, come invece gli
viene richiesto dal San Carlo, non rispetta i termini contrattuali, il
Teatro gli fa causa e Verdi risponde all' affronto con una querela per
danni. La schermaglia legale si chiude con un ritiro delle accuse da
parte del Teatro e con un impegno da parte del compositore di
approntare un altro lavoro entro l' autunno. Nasce così Una vendetta in
domino
. Ricordi la vuole per La Scala di Milano, ma Verdi la concede
al Teatro Apollo di Roma. Nemmeno qui però il libretto può rimanere
come originariamente concepito: la scena si sposta da Stoccolma a
Boston e Re Gustavo diventa il Conte di Warwick, governatore del
Massachussets. Per dirla alla Shakespeare... molto rumore per nulla.
L' opera va finalmente in scena col titolo di Un ballo in maschera la
sera del 17 febbraio 1859.
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gianni tramaglino
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Re: Da Napoli a Sofia..........

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Ciao: ed eccoci arrivati alla quarta pagina della splendida collezione presentata a Sofia dall'Amico mario Merone!!!!!!! Felice sia il bel-vedere e sereno il continuare!gianni tramaglino
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Re: Da Napoli a Sofia..........

Messaggio da pasfil »

gianni tramaglino ha scritto: Ciao: ed eccoci arrivati alla quarta pagina della splendida collezione presentata a Sofia dall'Amico mario Merone!!!!!!! Felice sia il bel-vedere e sereno il continuare!gianni tramaglino


Ciao Gianni ed a tutti,
entrambe le lettere sono affrancate con FB da due gr. 2, della prima tavola.
Il francobollo da 2 grana, potendo assolvere in uso isolato l’affrancatura prevista per la lettera “semplice” per l’intero territorio continentale del Regno ed in affrancatura multipla per quelle lettere di maggiore volume e peso e le cosiddette “assicurate” (tariffa doppia prevista per lettere ordinarie), ebbe un notevole utilizzo e le tirature furono notevolmente maggiori rispetto gli altri della serie.
Il FB sulla lettera da Arpino a Napoli corrisponde alla posizione nr. 10 della prima fila orizzontale del gruppo di 100 del foglio di sinistra.
Ciao: Ciao: Ciao:
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gianni tramaglino
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Re: Da Napoli a Sofia..........

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Un grazie calorosissimo :clap: :clap: :clap: a Pietro per il sempre interessantissimo contributo"filatelico"
Una delle lettere presentate è del febbraio 1858 ,ricordando che abbiamo scritto dell'attentato a Napoleone III ...oggi citerò uno degli attentatori...napoletano di nascita!

Antonio Gomez (Napoli, 1829 – Napoli, ? ...) è noto per essere stato complice di Felice Orsini nell'attentato a Napoleone III del 1858.
Napoletano d'origine, emigrò in Francia, ove si arruolò nella Legione straniera francese prestando servizio in Algeria dal 1853 al giugno del 1855. Il 7 dicembre 1855 fu condannato a Marsiglia a sei mesi di carcere per abuso di confidenza con gli ufficiali, scontata la pena emigrò in Inghilterra a Birmingham.

In Inghilterra aderì al movimento mazziniano e il 14 gennaio 1858, a Parigi, partecipò con Carlo Di Rudio e Giovanni Andrea Pieri all’attentato a Napoleone III di Francia ordito da Felice Orsini. Difatti Antonio Gomez, posizionato difronte all'Opera, fu il primo a lanciare la bomba contro il corteo imperiale immediatamente seguito nel gesto da Carlo Di Rudio e Felice Orsini. Fu arrestato poco dopo al restaurant Broggi ove si era rifugiato.

Il 26 febbraio 1858 fu condannato dalla corte d'Assise di Parigi per circostanze attenuanti ai lavori forzati a vita. Scontò molti anni nel carcere della Caienna e liberato, a seguito della grazia imperiale, si ritirò a Napoli ove morì, in estrema miseria, in età avanzata.
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Re: Da Napoli a Sofia..........

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Ciao: ed eccoci arrivati alla quinta pagina della superba collezione presentata a Sofia dall'Amico Mario !!!!!!! Felice sia il bel-vedere e sereno il continuare!gianni tramaglino
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Re: Da Napoli a Sofia..........

Messaggio da gianni tramaglino »

....ma ritornando al febbraio 1858...scartabellando e studiacchiando...vengo a scoprire che in quel mese la capitale viene visitata da......
..... Turgenev parti’ da Roma per recarsi a Napoli. Era accompagnato dal principe Cerkasskij e insieme visitarono anche Pompei e Capri. Il soggiorno fu piacevolissimo, ma lo scrittore pensava che il periodo migliore per visitare la citta’ partenopea fosse l’estate perche’ in quella stagione il paesaggio si rivestiva di colori scintillanti.
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Re: Da Napoli a Sofia..........

Messaggio da pasfil »

gianni tramaglino ha scritto: Ciao: ed eccoci arrivati alla quinta pagina della superba collezione presentata a Sofia dall'Amico Mario !!!!!!! Felice sia il bel-vedere e sereno il continuare!gianni tramaglino



Buonasera Gianni ed a tutti gli amici. Stasera ho fatto un pò più tardi del solito.
Anche oggi accompagno l’ormai inseparabile amico Gianni nel lungo cammino napoletano.

Stavolta ci ha proposto due meraviglie.

Una bellissima lettera da Monte Sant’Angelo (FG) a Napoli e l’altra da Terlizzi (BA) a Trani, entrambe affrancate con FB da gr. 2 della III tavola. Due importanti lettere di vera storia postale napoletana. Ci sarebbe tanto da scrivere su esse ma mi limiterò a farne soliti cenni, probabilmente per molti banali.
La prima. Monte Sant’Angelo, cancelleria comunale appoggiava le lettere all’ufficio postale di Manfredonia. Pregiato è il suo ovale. La lettera in arrivo a Napoli venne tassata di gr. 1, perché di fogli 1 (uno) e 1/2, scontando così la tassa mancante in partenza senza l’aggravio di soprattasse. Bel particolare la presenza dei due bolli rossi di tassazione AGDP ed il circolare “TASSA PER INSOFFICIENTE FRANCATURA”, contemporaneamente usati. Il primo ha origini prefilateliche, il secondo nel periodo successivo.

La seconda. Terlizzi, anche cancelleria comunale appoggiava a Molfetta. Se ne ingrandirete l’immagine, scorgerete che il FB presenta una sottile linea nel margine inferiore. Essa non è altro che la linea di riquadro della composizione, esistente nella III tavola, quindi il FB fa parte dell’ultima fila orizzontale del gruppo.

Non vi anticipo altro, ma quello che vi farà vedere Gianni avrà davvero del magnifico.

Ciao: Ciao: Ciao:
pasfil
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gianni tramaglino
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Re: Da Napoli a Sofia..........

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Ciao: ed eccoci,come preannunciato dall'Amico Pietro Pasfil ,arrivati alla sesta pagina della bellissima collezione presentata a Sofia dal caro Amico Mario !!!!!!! Felice sia il bel-vedere e sereno il continuare!gianni tramaglino
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gianni tramaglino
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Re: Da Napoli a Sofia..........

Messaggio da gianni tramaglino »

...e quel 12 febbraio 1858......apprendiamo da Paolo Rumiz.....

..... è una giornataccia di neve, e gli abitanti di Eboli, in bilico tra le asperrime montagne dell'Irpinia e del Cilento, vedono un'eccentrica carovana traversare in direzione di Sala Consilina. Muli stracarichi, tre cavalli, montanari lucani intabarrati, e un carretto con un forestiero silenzioso, chiuso in un mantello alla Sherlock Holmes. Il suo nome è Robert Mallet, un irlandese, che si dirige verso le valli remote della Basilicata dove circa due mesi prima - il 16 dicembre - una scossa ha seminato morte e distruzione.

Le strade sono bloccate dalla neve, le notizie arrivano a singhiozzo nel regno delle Due Sicilie . Ma l'ingegner Mallet ha saputo quanto basta per mettere in piedi la sua missione e farsela finanziare dalla Royal Society di Londra. Il suo scopo è di misurare il terremoto, la direzione delle scosse, trovare il loro punto d'origine. Una missione così speciale, che per darle un senso ha dovuto inventarsi una parola nuova: "sismologia".

Secondo qualche funzionario borbonico egli non è che una spia mandata da Londra per ficcare il naso nel Regno. Per questo ha dovuto aspettare giorni a Napoli, per avere un visto sui documenti di viaggio. Ma ora è fatta, la missione può cominciare. In due settimane l'irlandese compirà un tour di 500 chilometri in condizioni tremende e raccoglierà montagne di dati, gettando le basi della prima vera ricerca sismologica moderna. Due francesi, Alphonse Bernoud e Claude Grillet, scatteranno le prime, storiche foto di un terremoto. Il primo di sua iniziativa, il secondo su incarico di Mallet.

Ci sono valichi che conservano l'incanto del tempo antico. Appartati eppure centrali nel segnalare una mutazione del paesaggio. Minimi come dislivello ma grandiosi nell'evocare un mondo. È il caso dei Monti della Maddalena - dimenticati e battuti da pochissime strade - che separano la Campania bionda di messi del Vallo di Diano dalla verdissima Val d'Agri in Basilicata. Mallett vi passò d'inverno per scoprire una distruzione che "nemmeno cento bombardamenti" avrebbero potuto provocare.
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Re: Da Napoli a Sofia..........

Messaggio da Roscianum »

:clap: :clap: :clap: grande sinergia "napoletana" tra il buon Gianni ed il neomaestro Pietro che noto con mia approvazione che ha preso a buon cuore il ruolo di "controrelatore" con ottimi risultati.
Un grazie ancora ai ns due eroi ed attendo con ansia le prossime puntate della "raccolta d'appendice".
Naturalmente :clap: più grande per il "costruttore" della raccolta l'Ing. Mario Merone
Ciao: Ciao: Ciao: Vs devoto lettore Roscianum
Colleziono bolli ed annullamenti fino al 1900 della provincia di Cosenza

"Collezionare francobolli è il primo passo verso l'alienazione mentale"
Honore de Balzac
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pasfil
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Re: Da Napoli a Sofia..........

Messaggio da pasfil »

gianni tramaglino ha scritto:Ciao: ed eccoci,come preannunciato dall'Amico Pietro Pasfil ,arrivati alla sesta pagina della bellissima collezione presentata a Sofia dal caro Amico Mario !!!!!!! Felice sia il bel-vedere e sereno il continuare!gianni tramaglino


Buona serata a tutti, ed un caro saluto agli amici Gianni e Nilo.
La storia postale "napoletana" è molto interessante, come le altre, per la varietà dei bolli e diversi utilizzi, nonostante per un periodo di tempo i FB venivano annullati col bollo in cartella da tutti gli uffici postali.
Con queste due belle lettere siamo in Territorio di Nilo, che dovrà consolarsi a guardarle, come è accaduto a me per la precedente di Monte Sant'Angelo.
Ormai io e Gianni stiamo accumulando una quantità di scansioni ed immagini di lettere che probabilmente non riusciremo mai ad avere in collezione, ma non per questo ci fa venire meno l'interesse di apprezzarle.
Premetto di non aver avuto abbastanza tempo di documentarmi a fondo sull'uso del bollo CASTROVILLARI-MORANO.
Dico la mia ipotesi (senza presunzione e con il vero piacere di essere corretto).
Il bollo "CASTROVILLARI-MORANO" su due righe ha origini prefilateliche. Ne viene attribuito l'utilizzo come bollo di cancelleria comunale. Comunque CASTROVILLARI-MORANO nel corso del tempo cambiò denominazione nell'attuale MORANO CALABRO.
Per le lettere in partenza da Morano il FB veniva annullato dall'officina di posta di Castrovillari a cui appoggiava.
Nel 1860 vennero istituiti alcuni uffici postali secondari, tra cui MORANO che ebbe in dotazione un bollo lienare a stampatello dritto e su una riga.
Per questa ragione, ritengo molto interessante conoscere la data scritta dal mittente nel testo delle lettere.
Sarebbe bello se Maestro Mario Merone, al quale rinnovo i migliori auguri per il meritato ORO ricevuto, ce ne darà notizia.
Ciao: Ciao: Ciao:
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Ultima modifica di pasfil il 16 maggio 2010, 13:15, modificato 1 volta in totale.
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Re: Da Napoli a Sofia..........

Messaggio da gianni tramaglino »

Ciao: ....ma quel gennaio 1858 è da ricordare anche per la nascita ...non a Napoli...ma nella vicinissima Sorrento di un attore,oggi quasi dimenticato.....ma che ho il piacere di riportare alle nostre modestissime cronache storico-filateliche ....tratto da uno scritto di Giuliana Muscio

Cesare Gravina: da Sorrento a Hollywood

Cesare Gravina (Sorrento, 23.1.1858 – Napoli?, 1954) si trasferisce negli Stati Uniti nel 1914 per esibirsi come musicista nel mondo dello spettacolo degli emigrati. Alcune biografie lo definiscono “segretario personale di Caruso” (del quale era grande amico) , informazione presa sul serio dai cineasti americani se egli esordisce accanto a Mary Pickford proprio con una Madame Butterfly (Sidney Olcott, 1915). Con l’attrice americana, Gravina interpreta anche Less Than the Dust (John Emerson, 1916) del quale Stroheim – il regista che meglio lo utilizzò – è assistente alla regia, e Poor Little Peppina (Olcott, 1916), ambientato in parte in Italia, a fianco di Antonio Maiori, il grande interprete di Shakespeare in italiano a New York.
La fortuna cinematografica di Gravina è legata principalmente a Erich von Stroheim, del quale è uno degli attori favoriti: è Ventucci, l’uomo che uccide il conte-Stroheim in Foolish Wives (Femmine folli; 1922), il burattinaio in Merry-Go-Round (Donne viennesi; 1923), Zerkow in Greed (Rapacità; 1924) e il padre della povera Mitzi in The Wedding March (Sinfonia nuziale; 1928). Se è vero, come scrive Richard Koszarski, che il regista lo aveva scelto perché “pensava che questo tipo di attore avrebbe avuto meno manierismi teatrali da dimenticare e sarebbe stato un veicolo più malleabile per le sue idee”, ciò accade non perché Gravina avesse recitato nel cinema comico muto italiano, , quanto piuttosto per il suo lavoro sui vivaci palcoscenici degli emigrati italiani, che mescolavano tragico e comico, le tradizioni della commedia dell’arte con quelle dello spettacolo partenopeo, la musica con il teatro classico. Dotato sia della versatilità dell’interprete italiano che dell’inclinazione alla recitazione naturalista legata allo spettacolo meridionale, Gravina porta nel cinema americano muto una variante verista che ben si associa al realismo di Stroheim, usando i gesti e il linguaggio del suo corpo – basso e segaligno – con l’espressività tipica del meridionale e sfruttando i propri tratti sgraziati ma mobili per passare dal truce al patetico in un istante.
Gravina ha interpretato una sessantina di pellicole, tutte nel periodo del muto, lavorando a fianco di personaggi quali Jackie Coogan in Circus Days (Il piccolo saltimbanco; Edward Cline, 1923) e Daddy (Papà; E. Mason Hopper, 1923), Lon Chaney in The Hunchback of Notre Dame (Nostra Signora di Parigi; Wallace Worsley, 1923) e The Phantom of the Opera (Il fantasma dell’opera; Rupert Julian, 1925), Pola Negri in The Charmer (Olcott, 1925) e Flower of Night (Paul Bern, 1925), Gloria Swanson in The Humming Bird (Sidney Olcott, 1924), affollato di interpreti italiani nella banda apache parigina, Conrad Veidt in The Man Who Laughs (L’uomo che ride; Paul Leni, 1927), dove interpreta Ursus, l’uomo che si prende cura del ragazzo deforme, Dolores Del Rio in The Trail of ‘98 (La sete dell’oro; Clarence Brown, 1928) e Greta Garbo e Lars Hanson in The Divine Woman (Victor Sjöström, 1928). In questi film di prestigio egli ha un ruolo importante dal punto di vista narrativo, costruito a misura delle sue doti di performer e proposto in piani ravvicinati, ma la durata complessiva della sua presenza in scena rimane limitata, anche se non si riduce mai a funzione di contorno. (Come altri interpreti italiani dello muto americano, da Frank Puglia a Henry Armetta, da Fred Malatesta ad Albert Conti, è difficile definirne il ruolo, che eccede quello del caratterista ma non è a pieno un comprimario.)
Tra le interpretazioni di Gravina troviamo impresari teatrali o personaggi collegati al mondo del circo e dello spettacolo, ma anche aristocratici, ladruncoli e persino vecchietti del west. Data la sua associazione con la musica, spesso i suoi ruoli filmici sono legati all’ambiente musicale, poiché, come scriveva Richard de Cordova, Hollywood collega i personaggi del film ai dati biografici dell’interprete, quando intende creare delle “picture personalities” e riconoscere cioè ciò che il pubblico può già sapere di quell’attore.
Secondo un’altra implicita regola del casting hollywoodiano del muto, interpreti appartenenti a un’etnia scomoda (come all’epoca gli italiani) raramente “raddoppiano” la propria etnicità nel personaggio; Gravina sfugge in parte a questa norma cautelativa, interpretando oltre a cinesi, indiani e continentali, un buon numero di italiani. Interessante la figura dell’emigrato Tony Sartori di The Man in Blue (Edward Laemmle, 1925), che si muove in una Little Italy insolitamente verosimile nella rappresentazione della comunità italo-americana, con una precoce presentazione di boss mafioso ma anche di giornalista progressista che ne denuncia le malefatte. Gravina interpreta il fiorista di strada, padre di una graziosa napoletana (Madge Bellamy, concupita dal boss e innamorata di un poliziotto irlandese) ma viene messo in ridicolo dalla scimmietta dell’inevitabile suonatore d’organetto: i pregiudizi antitaliani emergono come sintomi nel silenzio che circonda la presenza italiana a Hollywood, prima del neorealismo.
Molte recensioni del New York Times di quegli anni dedicano a Gravina uno spazio insolitamente cospicuo rispetto al suo ruolo nel film; un ritaglio stampa legge: “interpreta nel cinema vecchietti patetici, sconfitti dalla vita, ma falliti di spirito allegro … In Merry-Go-Round ha dato allo schermo uno dei suoi momenti più felici. Lo ricordate di certo nel ruolo del vecchio clown che, mentre sta morendo, continua a sorridere ai bambini, e a fare i suoi scherzetti perché non lo vedano soffrire [il film è Circus Days].”
Un ammiccare ora minaccioso ora ironico, l’espressività del volto e una gestualità efficace lo propongono come interprete ideale per il cinema muto; egli ha un ruolo di primo piano nel cinema verista di Stroheim – la vittima o in casi più rari il carnefice, nel confronto col quale si mette a fuoco il lavoro interpretativo del protagonista, a volte di Stroheim stesso, come nella scena dell’assassinio di Femmine folli. In altri film i suoi personaggi toccano le corde del patetico, tra padri che difendono l’onore delle figlie e anziani che proteggono bambini – uno stereotipo sentimentale in linea con l’immagine “buona” degli italiani nel muto americano, evidente nei film con Jackie Coogan, verso il quale si propone in una versione meno sentimentale di Charlot.
Interessante che egli appaia in due dei film più accurati nell’ambientazione italiana o italo-americana, quali Poor Little Peppina, in cui è uno dei mafiosi che rapiscono la piccola americana Mary Pickford “italianizzandola” non solo nel nome Peppina, ma anche nei gesti (con un “che vuoi?” fatto con la mano a cucchiaio e con una tarantella campestre); altrettanto verosimile è la Little Italy di The Man in Blue, quasi che Gravina avesse fatto funzione di consulente scenografico-culturale in questi film. A maggior ragione piace quindi sottolineare come entrambe le pellicole diano una rappresentazione negativa dei mafiosi, rivelando il precoce desiderio della comunità dello spettacolo immigrato di dissociarsi dalla mafia.
Poco si sa di Cesare Gravina dopo l’avvento del sonoro: pare sia rientrato in patria, smettendo la carriera cinematografica anche perché ormai settantenne. Un mistero storiografico che la scarsa consistenza della storiografia sugli attori italiani emigrati non aiuta a dissipare.
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Roscianum
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Re: Da Napoli a Sofia..........

Messaggio da Roscianum »

Comunque CASTROVILLARI-MORANO nel corso del tempo cambiò denominazione nell'attuale MORANO CALABRO.
pasfil
Ciao: Pietro e Gianni solo una precisazione la vecchia denominazione dell'attuale Morano Calabro fu solo MORANO.Il lineare Castrovillari-Morano è un vezzo unico della storia postale del Regno di Napoli poichè la cancelleria comunale di Morano con poche altre fu autorizzata, o tale consuetudine tollerata, a timbrare la corrispondenza con un proprio lineare ed a differenza delle altre aggiunse anche il nome dell'Officina postale da cui dipendeva appunto Castrovillari.Questo fino all'apertura dell'ufficio postale che avvenne nei primi mesi del 1860 e l'avvento del lineare Morano.
Per le date aspettiamo Mario, a corredo vi posto due lettere partite da Morano, la prima del Luglio 1858 con il lineare Castrovillari-Morano, la seconda del 15 Giugno 1860 con il lineare Morano.
Ciao: Ciao:
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