I falsi per posta
Re: REGNO DI NAPOLI - 10 GRANA , FALSO PRIMO TIPO
Gentile Mario, ne approfitto della tua disponibilità affinchè io possa capire qualcosina in più sugl’intricati (per me meandri, quindi impresa ardua) aspetti delle tariffe che riguardano Napoli con riferimento alle tariffe postali per le Province Napoletane, proprio basandomi sulla tua bellissima lettera.
Ho letto che per lettere di due fogli da Napoli a Livorno, se inviate con vapori di commercio o con piroscafi francesi, era prevista una affrancatura di Grana 27 (come la tua bella lettera).
In arrivo a Livorno, indipendentemente dalla compagnia di trasporto, sino al 31.12.1859 venivano tassate per 6 Crazie per ogni porto; dall’1 gennaio 1860 venivano tassate per centesimi 30 ogni 10 grammi.
Però, ho letto pure che in Toscana dall’ 1 gennaio 1860 iniziò ad essere applicato il nuovo sistema della Lira italiana (già introdotto l’1.11.1859 e poi prorogato alla menzionata data) che ne assimilò la legislazione postale toscana a quella delle altre Province del Regno, con la seguente progressione di tassazione per le lettere in arrivo, quindi a Livorno: Cent. 10 = fino a 10 grammi; cent. 20 = da 10 a 20 grammi; cent. 30 = da 20 a 30 grammi.
Nonostante qualche discordanza delle informazioni da me cennate (ne evito di indicarne la fonte) ritengo che la tua lettera abbia ancora un’altra particolarità, appunto quella della tassazione di 16 Crazie ormai riferita alla vecchia legislazione, quindi disattesa quella in vigore dall’1.01.1860 che prevedeva l’applicazione della tassa in centesimi.
Ti sono grato se potrai chiarirmi qual’era la giusta tassazione che veniva applicata alle lettere da Napoli a Livorno dall’1.01.1860.
Con stima
Pasfil (Pietro)
Ho letto che per lettere di due fogli da Napoli a Livorno, se inviate con vapori di commercio o con piroscafi francesi, era prevista una affrancatura di Grana 27 (come la tua bella lettera).
In arrivo a Livorno, indipendentemente dalla compagnia di trasporto, sino al 31.12.1859 venivano tassate per 6 Crazie per ogni porto; dall’1 gennaio 1860 venivano tassate per centesimi 30 ogni 10 grammi.
Però, ho letto pure che in Toscana dall’ 1 gennaio 1860 iniziò ad essere applicato il nuovo sistema della Lira italiana (già introdotto l’1.11.1859 e poi prorogato alla menzionata data) che ne assimilò la legislazione postale toscana a quella delle altre Province del Regno, con la seguente progressione di tassazione per le lettere in arrivo, quindi a Livorno: Cent. 10 = fino a 10 grammi; cent. 20 = da 10 a 20 grammi; cent. 30 = da 20 a 30 grammi.
Nonostante qualche discordanza delle informazioni da me cennate (ne evito di indicarne la fonte) ritengo che la tua lettera abbia ancora un’altra particolarità, appunto quella della tassazione di 16 Crazie ormai riferita alla vecchia legislazione, quindi disattesa quella in vigore dall’1.01.1860 che prevedeva l’applicazione della tassa in centesimi.
Ti sono grato se potrai chiarirmi qual’era la giusta tassazione che veniva applicata alle lettere da Napoli a Livorno dall’1.01.1860.
Con stima
Pasfil (Pietro)
Re: REGNO DI NAPOLI - 10 GRANA , FALSO PRIMO TIPO
Pietro, credo che alla Tua domanda possa dare maggiori ragguagli Del Bianco se legge queste note. Io studierò il problema che hai posto ed al rientro dal Convegno di Roma cercherò di dare le risposte richieste. Cordialmente Mario
Re: REGNO DI NAPOLI - 10 GRANA , FALSO PRIMO TIPO
Gentile Mario,
grazie davvero per la Tua disponibilità.
Con stima.
Pietro
grazie davvero per la Tua disponibilità.
Con stima.
Pietro
Re: REGNO DI NAPOLI - 10 GRANA , FALSO PRIMO TIPO
Pietro, ricordo, se la memoria non m'inganna, che le tariffe per le corrispondenze inviate dal Regno delle Due Sicilie per la Toscana con i piroscafi postali francesi restarono inalterate fino al 28 febbraio 1861 e soltanto dal 1 marzo 1861 esse vennero sostituite dalle tariffe progressive sardo-italiane. Riepilogando la lettera di un foglio, quattro facciate, pagava per il Regno delle Due Sicilie 13 grana fino al porto di Livorno e 6 Crazie per l'interno della Toscana. La lettera di un foglio e mezzo pagava 20 grana per il Regno e 12 Crazie per la Toscana. La lettera di due fogli pagava 27 grana per il Regno e 16 Crazie per la Toscana. Cordialmente Mario
Re: REGNO DI NAPOLI - 10 GRANA , FALSO PRIMO TIPO
Grazie Mario,
ho letto anche io la data 28.02.1861 ed in altro testo (Storia Postale- Sirotti - Vol. II ed 1999, pag. 116) circa le tariffe postali in Amministrazione post-borbonica dal 7 settembre 1860 al 28 febbraio 1861, recita testualmente "le norme, le tariffe e le condizioni di trasporto dei piroscafi francesi restarono immutate fino alla metà del febbraio 1861 e sono quelle indicate nel quadro dei rapporti postali con la Francia riportate nella Parte I".
Purtroppo non ho potuto consultare il I Volume, quindi è rimasto per me un argomento incompleto.
Comunque, ritornando alla tua preziona lettera, mi convinco sempre di più che potrebbe essere ancora più preziosa, in quanto la tassazione di 16 Crazie era ormai riferita alla vecchia legislazione, quindi disattesa o tellerata al 19.01.1860 (di arrivo a Livorno), poichè dall’1.01.1860 entrò in vigore la monetazione italiana. Infatti dall'1 gennaio 1860 si ha anche l'emissione dei FB del "Governo della Toscana" con valore in centesimi.
Probabilmente la tassazione di 16 Crazie continuò ad essere applicata dalle Poste Toscane (in deroga a quanto prevedeva il nuovo sistema con tassazione in centesimi) in quanto la monetazione granducale terminò ufficialmente di avere corso legale il 15 luglio 1860.
Scusami (o meglio, scuatemi) se ho fantasticato scrivendo scemenze.
Con stima
Pietro
Revised by Lucky Boldrini - September 2010
ho letto anche io la data 28.02.1861 ed in altro testo (Storia Postale- Sirotti - Vol. II ed 1999, pag. 116) circa le tariffe postali in Amministrazione post-borbonica dal 7 settembre 1860 al 28 febbraio 1861, recita testualmente "le norme, le tariffe e le condizioni di trasporto dei piroscafi francesi restarono immutate fino alla metà del febbraio 1861 e sono quelle indicate nel quadro dei rapporti postali con la Francia riportate nella Parte I".
Purtroppo non ho potuto consultare il I Volume, quindi è rimasto per me un argomento incompleto.
Comunque, ritornando alla tua preziona lettera, mi convinco sempre di più che potrebbe essere ancora più preziosa, in quanto la tassazione di 16 Crazie era ormai riferita alla vecchia legislazione, quindi disattesa o tellerata al 19.01.1860 (di arrivo a Livorno), poichè dall’1.01.1860 entrò in vigore la monetazione italiana. Infatti dall'1 gennaio 1860 si ha anche l'emissione dei FB del "Governo della Toscana" con valore in centesimi.
Probabilmente la tassazione di 16 Crazie continuò ad essere applicata dalle Poste Toscane (in deroga a quanto prevedeva il nuovo sistema con tassazione in centesimi) in quanto la monetazione granducale terminò ufficialmente di avere corso legale il 15 luglio 1860.
Scusami (o meglio, scuatemi) se ho fantasticato scrivendo scemenze.
Con stima
Pietro
Revised by Lucky Boldrini - September 2010
falso d'epoca?
sicuramnete e un falso....esistono falsi d'epoca?hanno un loro valore?
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Re: falso d'epoca?
Ritengo fotocopia.Mario
Re: falso d'epoca?
Esistono, però, falsi De Sperati ai quali non appartiene la foto postata. Gli originali De Sperati hanno valore e mercato. Mario
Re: falso d'epoca?
Ciao Denis ed un saluto a tutti.
Un falso dovrebbe almeno imitare un originale. In questo caso non si avvicina minimamente ad un falso mediocre. Evidentemente sarà stato riprodotto prendendo un "tappabuchi" come riferimento da imitare.
Cosa diversa, come ben scrive Mestro Mario, sono quelli realizzati da De Sperati.
Buon ferragosto.
pasfil
Un falso dovrebbe almeno imitare un originale. In questo caso non si avvicina minimamente ad un falso mediocre. Evidentemente sarà stato riprodotto prendendo un "tappabuchi" come riferimento da imitare.
Cosa diversa, come ben scrive Mestro Mario, sono quelli realizzati da De Sperati.
Buon ferragosto.
pasfil
Re: falso d'epoca?
Augurando un buon Ferragosto a tutti gli intervenuti,vorrei fare alcune precisazioni:
Se intendiamo come "falsi d'epoca" i falsi per frodare la posta coevi degli originali,stampati calcograficamente uno ad uno a Napoli dal 1859 in poi,questi esistono solamente per i 2,10 e 20 grana del Regno.La crocetta non fu mai falsificata per frodare la posta (il valore facciale era anche molto modesto,non a caso i falsari e i loro complici all'interno delle poste napoletane si concentrarono sul 20 grana,ben più lucrativo e meno rischioso,esso servendo quasi sempre per le affrancature verso l'estero,molto meno controllate).
Alcuni esempi:
Esemplare autentico,seconda tavola.
Falso 12,primo e secondo stato,tipo,V.
Falso 14,tipo VII.
In questo caso,i falsi,più comuni degli originali,valgono meno.
Caso inverso per il 10 grana:
Falso 5,tipo III.
Esemplare autentico,seconda tavola.
Quanto al De Sperati,il più grande falsario di tutti i tempi,eseguì delle riproduzioni litografiche quasi perfette su carta originale ricavata da esemplari del Regno di poco valore.
Si possono chiamare "falsi d'epoca" in quanto realizzati nella prima metà del 900'.Furono realizzati per accontentare collezionisti desiderosi di avere belle riproduzioni di francobolli rari,ma esse furono usate anche con dolo per frodare i collezionisti.
http://en.wikipedia.org/wiki/Jean_de_Sperati
Hanno un loro mercato e valore,ma ben inferiore ad una crocetta autentica.
Quella postata,come ben rilevato da Mario Merone e Pasfil è poco più dell'imitazione di un tappabucchi.
Mostro un originale per confronto:
Benjamin
Se intendiamo come "falsi d'epoca" i falsi per frodare la posta coevi degli originali,stampati calcograficamente uno ad uno a Napoli dal 1859 in poi,questi esistono solamente per i 2,10 e 20 grana del Regno.La crocetta non fu mai falsificata per frodare la posta (il valore facciale era anche molto modesto,non a caso i falsari e i loro complici all'interno delle poste napoletane si concentrarono sul 20 grana,ben più lucrativo e meno rischioso,esso servendo quasi sempre per le affrancature verso l'estero,molto meno controllate).
Alcuni esempi:
Esemplare autentico,seconda tavola.
Falso 12,primo e secondo stato,tipo,V.
Falso 14,tipo VII.
In questo caso,i falsi,più comuni degli originali,valgono meno.
Caso inverso per il 10 grana:
Falso 5,tipo III.
Esemplare autentico,seconda tavola.
Quanto al De Sperati,il più grande falsario di tutti i tempi,eseguì delle riproduzioni litografiche quasi perfette su carta originale ricavata da esemplari del Regno di poco valore.
Si possono chiamare "falsi d'epoca" in quanto realizzati nella prima metà del 900'.Furono realizzati per accontentare collezionisti desiderosi di avere belle riproduzioni di francobolli rari,ma esse furono usate anche con dolo per frodare i collezionisti.
http://en.wikipedia.org/wiki/Jean_de_Sperati
Hanno un loro mercato e valore,ma ben inferiore ad una crocetta autentica.
Quella postata,come ben rilevato da Mario Merone e Pasfil è poco più dell'imitazione di un tappabucchi.
Mostro un originale per confronto:
Benjamin
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Lombardo Veneto (filatelia, annulli e storia postale), Toscana filatelia e storia postale dell'antica provincia di Arezzo, colori della IVa di Sardegna, ed a livello filatelico tutti gli ASI
Lettonia,Lituania ed Estonia
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Israele, annulli turchi, Levante, mandato britannico, interim e dal 1948 a oggi
"Non temete nuotare contro il torrente, è d'un anima sordida pensare come il volgo, perché il volgo è in maggioranza."
Giordano Bruno
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- Antonello Cerruti
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- Iscritto il: 16 luglio 2007, 12:45
Re: falso d'epoca?
Una volta, parlando con il compianto ingegner Piero Venturini, uno dei più grandi studiosi di Napoli, l'argomeno cadde sui falsi per posta di Napoli, ed in particolare su quelli da 20 grana.
Mi confermò quella che era anche l'idea di Renato Mondolfo: non è vero che i falsi da 20 grana siano più comuni dei corrispondenti originali.
Non lo sono i nuovi, neppure gli usati e quelli su lettera.
E le abbondanti tirature degli originali lo confermano.
Il motivo della credenza che i falsi siano più comuni sta nelle quotazioni dei cataloghi che, da sempre, risentono della difficoltà di trovare begli esemplari originali marginati e ben conservati nel colore e soprattutto dalla circostanza che in tutte le collezioni trovano posto gli originali mentre i falsi per posta vengono collezionati solo da un numero ridotto di specialisti.
Coriali saluti.
Antonello Cerruti
Mi confermò quella che era anche l'idea di Renato Mondolfo: non è vero che i falsi da 20 grana siano più comuni dei corrispondenti originali.
Non lo sono i nuovi, neppure gli usati e quelli su lettera.
E le abbondanti tirature degli originali lo confermano.
Il motivo della credenza che i falsi siano più comuni sta nelle quotazioni dei cataloghi che, da sempre, risentono della difficoltà di trovare begli esemplari originali marginati e ben conservati nel colore e soprattutto dalla circostanza che in tutte le collezioni trovano posto gli originali mentre i falsi per posta vengono collezionati solo da un numero ridotto di specialisti.
Coriali saluti.
Antonello Cerruti
Re: falso d'epoca?
Verissimo quanto riporta Antonello. Buon ferragosto. Mario
Re: falso d'epoca?
Una volta, parlando con il compianto ingegner Piero Venturini, uno dei più grandi studiosi di Napoli, l'argomeno cadde sui falsi per posta di Napoli, ed in particolare su quelli da 20 grana.
Mi confermò quella che era anche l'idea di Renato Mondolfo: non è vero che i falsi da 20 grana siano più comuni dei corrispondenti originali.
Non lo sono i nuovi, neppure gli usati e quelli su lettera.
E le abbondanti tirature degli originali lo confermano.
Il motivo della credenza che i falsi siano più comuni sta nelle quotazioni dei cataloghi che, da sempre, risentono della difficoltà di trovare begli esemplari originali marginati e ben conservati nel colore e soprattutto dalla circostanza che in tutte le collezioni trovano posto gli originali mentre i falsi per posta vengono collezionati solo da un numero ridotto di specialisti.
Coriali saluti.
Antonello Cerruti
Può darsi...
Ma vanno considerati altri fattori e prima di tutti mi si dovrebbe spiegare perchè allora i comunissimi F6 (IV tipo) e F7 (V tipo) del 10 grana sono quotati alla pari di una prima tavola originale.
Non credo che i 10 grana abbiano un maggior numero di cultori dei 20 grana.
Nel caso dei nuovi,i falsi per posta sono sicuramente molto più rari,per non dire introvabili (ma di questo vi è riflesso anche nei cataloghi)!
Nella sua opera monumentale,Emilio Diena riteneva la seconda tavola del 20 grana più comune della prima!
Le idee odierne sono mutate...
I 20 grana andavano all'estero e vi rimasero per molto tempo,prima della globalizzazione.50 anni fa il mercato era diverso,di cui l'opinione di Renato Mondolfo.
Poi bisognerebbe fare il computo globale di tutti i falsi contro gli originali provenienti dalle due tavole.
Si conoscono le tirature ufficiali,ovviamente i falsari (mai puniti) non hanno lasciato dati statistici.
Benjamin
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- Antonello Cerruti
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- Iscritto il: 16 luglio 2007, 12:45
Re: falso d'epoca?
Tergesteo ha scritto:
50 anni fa il mercato era diverso,di cui l'opinione di Renato Mondolfo.
Le opinioni di Renato Mondolfo (e di Pietro Venturini) risalgono a meno della metà dei 50 anni citati...
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Revised by Lucky Boldrini - July 2013
20 grana F9
a tutti. Vorrei avere conferme ed opinioni su questi due fb Falsi per posta che io classifico rispettivamente F9 II stato carminio con forte piega (come spiegava tempo fa Mario Merone, erano applicati a cavallo delle buste per celare la loro falsità) e F9 II stato carminio violaceo. Che ne dite? Graditi commenti e grazie in anticipo. Ezio.
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20 grana F12
a tutti. Posto questi 3 fb che credo siano rispettivamente: F12 I stato (senza ritocco) rosa brunastro con al retro delle macchie di colore rosso ma non credo sia decalco.
F12 I stato? rosa brunastro (purtroppo alcuni strappetti ). Il terzo F12 con ritocco quindi secondo stato, carminio. Inoltre, cosa ne pensate della carta? Vista in trasparenza sembra con traliccio . Vi ringrazio per le opinioni. Ezio.
F12 I stato? rosa brunastro (purtroppo alcuni strappetti ). Il terzo F12 con ritocco quindi secondo stato, carminio. Inoltre, cosa ne pensate della carta? Vista in trasparenza sembra con traliccio . Vi ringrazio per le opinioni. Ezio.
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20 grana F13
Ciao a tutti, mi potete confermare che si tratta di un F13? Grazie per le opinioni.
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20 grana F14
Ancora salve a tutti, credo che questi tre fb siano tutti dei falsi F14 del VII tipo, rosa carminio (il terzo con dei piccoli strappi ). Essendo stati stampati singolarmente, vedo che il secondo ha una stampa più irregolare e confusa... Tra gli ultimi ad essere stampato? Mi date la vostra opinione?
Ezio.
Ezio.
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Re: 20 grana F9
ecas ha scritto:Ciao: a tutti. Vorrei avere conferme ed opinioni su questi due fb Falsi per posta che io classifico rispettivamente F9 II stato carminio con forte piega (come spiegava tempo fa Mario Merone, erano applicati a cavallo delle buste per celare la loro falsità) e F9 II stato carminio violaceo. Che ne dite? Graditi commenti e grazie in anticipo. Ezio.
Sono entrambi al secondo stato!
Nei falsi per posta di Napoli,le pieghe orizzontali deprezzano di pochissimo i francobolli,in quanto (come giustamente hai scritto) venivano solitamente applicati a cavallo della busta,per dare meno nell'occhio.
Rimane il fatto che gli originali sono più rari (del 20 grana,intesi).
Benjamin
Ultima modifica di Tergesteo il 16 novembre 2012, 21:04, modificato 3 volte in totale.
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Israele, annulli turchi, Levante, mandato britannico, interim e dal 1948 a oggi
"Non temete nuotare contro il torrente, è d'un anima sordida pensare come il volgo, perché il volgo è in maggioranza."
Giordano Bruno