1809 - Umbria - Tariffe e tassazioni durante l'occupazione napoleonica

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guido071619
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1809 - Umbria - Tariffe e tassazioni durante l'occupazione napoleonica

Messaggio da guido071619 »

Ciao a tutti,
desidero dei chiarimenti sulle tassazioni in colore rosso utilizzato in Umbria nel 1809 (occupazione Napoleonica).
Allego due esempi prelevati dalla rete.
La prima da Roma a Spoleto del 20/12/1809
e la seconda da Roma a Terni del 06/09/1809.
Entrambe recano la tassazione di 3 baj segnata a Roma in base al Titolo II della Consulta Straordinaria degli Stati Romani del 17 Luglio 1809 ed in ROSSO la tariffa per la distanza Roma - Umbria (secondo la tassazione pontificia? che era di 1 baj).

Ho notato che le tassazione in rosso compaiono solo nel 1809, probabilmente a seguito del processo di conversione da baj a decimes (le tavole di conversione ufficiali stabilite dalla consulta sono del 28 Agosto); dal 1810 seguirà poi l'obbligo di utilizzo dei decimes.

Stesso espediente utilizzato nel 1814. Credo si utilizzasse la tassazione in rosso per far pagare la tariffa dimezzata (tariffa in decimes ma richiesta in baj).

Un saluto a tutti.
Guido
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rafelin
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Re: Umbria occupazione napoleonica 1809 chiarimenti su tassazioni in rosso

Messaggio da rafelin »

Ciao Guido
siamo sempre sul difficile con le tassazioni dei dipartimenti del'Italia centrale sia
del regno d'Italia sia dell'Impero francese.
Io fatte alcune considerazioni la vedrei così:
1) I due dipartimenti del Trasimeno e del Tevere furono creati il 17 maggio 1809, dunque
le due lettere sono inviate da Roma nel dipartimento del Trasimeno.
2) La posta però fino al 31 dicembre 1809 continua a essere tassata in baiocchi come
giustamente precisi tu, secondo quanto stabilito dalla Consulta Straordinaria per gli Stati Romani
e precisamente tre baiocchi " per le lettere semplici spedite dalla Posta di Roma alle provincie romane"
e viceversa.

Le lettere sono tassate 3 (baiocchi) come afferma l'articolo della Consulta
e hanno quel segno curvo in rosso. Cosa può essere?
Pur non essendo ancora tassate in franchi francesi, presumo che l'amministrazione postale a partire
dal 20 luglio sia passata in mano francese ( fine della privativa per il Sig. Falconieiri) come afferma
anche questa volta la consulta e come scrive l'Ohnmeiss nel suo trattato a p.162,
quindi escluderei una doppia tassazione alla partenza.
E allora?
Avanzo due ipotesi, 1 che si tratti di una "biffatura" cioè di conferma di avvenuta riscossione
della tassa all'arrivo, 2 che si tratti di una prima conversione in decimi, cioè 3 baiocchi = 15 centesimi
arrotondati a 20 centesimi ( 2 decimes) sempre nell'ufficio di arrivo per chi volesse pagare in moneta francese.
Cito a memoria sulla conversione ma tu hai sottomano la tabella del 28 agosto e puoi verificare. Anzi potresti anche
pubblicarla per tutti noi.
Cosa ne pensi?
un cordiale saluto
Raffaele
guido071619
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Re: Umbria occupazione napoleonica 1809 chiarimenti su tassazioni in rosso

Messaggio da guido071619 »

Ciao Raffaele,
in allegato le tavole estratte da un libro in vendita in un'asta on line.
Con riferimento alle Tue ipotesi, escluderei la prima, ovvero quella della "biffatura"; allego a supporto il seguente documento:
da Osimo a Spoleto del 2 Marzo 1809.
Direi che la seconda ipotesi della doppia tassazione è la più probabile. Nel documento allegato in nero la tassazione di 2 bajocchi ed in ROSSO la tassazione di 1 decimes. Notare in alto a sx la tassa per l'estero di 16 cent (dal Regno d'Italia all'Umbria ora ex territorio pontificio in procinto di annessione all'Impero).
La conversione secondo le tavole: 2baj= 10 cent e 3 baj=16 cent; quindi a carico del destinatario 5baj o 26 cent.
Tale ipotesi però non sempre giustifica i segni di tassazione di parecchie lettere che ho visto. Inoltre perché la doppia tassazione venne applicata solo in Umbria e NON nel Lazio?
Mi piacerebbe approfondire la questione insieme a tanti altri aspetti "napoleonici" in un convegno con Te ed altri specialisti del settore.
Un cordiale saluto.
Guido
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rafelin
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Iscritto il: 19 novembre 2012, 18:14

Re: Umbria occupazione napoleonica 1809 chiarimenti su tassazioni in rosso

Messaggio da rafelin »

Ciao Guido

prima di tutto grazie per aver pubblicato le tabelle, la
documentazione non è mai troppa ed tante volte anche
in presenza di questa le interpretazioni delle tasse sono complicate.
La lettera che hai postato mi ha fatto sorgere qualche dubbio per
il segno rosso che evidenzia.
Vediamo se il discorso fila:
Spedita da Osimo a Spoleto il 2 marzo 1809.
- Osimo dall'annessione delle Marche al Regno di Italia il 2 aprile 1808
fa parte del dipartimento del Musone, i dipartimenti "romani" vengono
annessi all'impero francese il 17 maggio 1809 dunque si tratta di lettera
spedita a stato estero confinante. dal 12 agosto 1808 si applicano le
leggi postali del Regno d'Italia per cui come giustamente fai rilevare e come si
vede dalla foto si applica la tassa di 16 centesimi (di lira italiana) come "francatura
obbligatoria" per lettera diretta all'estero.
La tassa però copre la tratta fino al "confine" e all'arrivo a Spoleto viene tassata
per due baiocchi.
Il segno rosso può essere stato apposto a Osimo per indicare che la lettera era
"franca" fino al confine.
Perchè faccio questa ipotesi anche se la più semplice sembra essere: tassata due
baiocchi = 10 cent. di franco come da tabella e quindi tutto risolto.
Perchè la lettera è del 2 marzo quindi qualche mese prima del decreto della
Consulta del 17 luglio che va a modificare le leggi postali dello stato pontificio
e sapendo delle resistenze opposte a tutto ciò che era francese mi sembra strano
che funzionari pontifici si siano......buttati avanti nel lavoro.
E' una ipotesi strana? mah vorrei una tua opinione, in ultimo aggiungo che sembra
che il segno 2 con l'inchiostro sia stato fatto sopra la riga rossa e per logica
prima avrei tassato in baiocchi e poi in franchi. Mi sto arrampicando sugli specchi?
in ultimo sul fatto della mancanza di doppia tassazione nel Lazio si possono fare
solo supposizioni se non abbiamo elementi documentari certi.
Un cordiale saluto
Raffaele
guido071619
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Re: Umbria occupazione napoleonica 1809 chiarimenti su tassazioni in rosso

Messaggio da guido071619 »

Ciao Raffaele,
l'ipotesi non mi convince per le seguenti ragioni:

1) La tassazione in rosso era una consuetudine ancor prima del 1800 nello Stato della Chiesa per le lettere in arrivo ed in partenza per i territori del Patrimonio di S.Pietro (confermato anche dallo stesso Gallenga nei "Bolli di Roma");

2) L'inchiostro rosso (almeno dalle lettere che ho potuto vedere) non viene MAI utilizzato per i segni di tassazione nelle Marche (dal 1808 al 1813) se non nel 1814 per evidenziare il cambio di valuta nel confuso periodo pre-restaurazione;

3) la tassazione dalle Marche (Regno d'Italia) per l'estero (Umbria e Lazio) è sempre stata "chiara" ed indicata con cifre in alto a dx o sn (16 cent per il primo porto) al recto sin dall'annessione dal 1808 (anche sulle lettere con il bollo "Affidati" (impresso a Roma) della posta francese consegnata alla posta pontifica per la riscossione della tariffa); non c'era alcun bisogno di ulteriori segni per indicare il "franca" fino al confine;

4) Nelle lettere dalle Marche (Regno d'Italia) per l'estero (Umbria e Lazio) spedite dall'Aprile del 1808 compare SOLO la suddetta tassazione per l'estero al solito con cifre in alto a dx o sn (anche sulle lettere con il bollo "Affidati"); non ho riscontrato (invito eventualmente a produrre dei documenti) alcuna tassazione indicata nei territori occupati di Umbria e Lazio fino all'inizio del 1809.

5) Dall'inizio del 1809 fino al 1810 (da Gennaio decorre obbligo della tassazione in decimes) i segni in ROSSO compaiono (sempre dalle lettere che ho potuto studiare..) NON solo in Umbria (correggo quanto indicato nel mio post) ma ANCHE nel Lazio; a supporto una lettera (tratta dalla rete) da Marino a Sermoneta del 27/09/1809 con i 2 baj cancellati in rosso; ricordo, infine, con la tassazione imposta dalla Consulta nella seduta del 17 Luglio 1809, che le lettere spedite da Roma ed in transito (dal 20 Luglio) vennero tassate in ROSSO per 3 baj.

Sto cercando di approfondire la questione...
Un saluto.
Guido
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rafelin
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Re: Umbria occupazione napoleonica 1809 chiarimenti su tassazioni in rosso

Messaggio da rafelin »

ciao Guido
le tue deduzioni sono tutte valide e da assumere, certo che
la materia è complicata e difficilmente districabile.
per la ultima lettera da Marino a Sermoneta per esempio che posti
sei sicuro che siano bajocchi? Io direi decimi di franco.
Intanto diciamo che è stata tassata e detassata perchè scritta al
Maire del cantone e già qui sarebbe interessante trovare la normativa.
Per la tassa, l'art. 7 della consulta del 17 luglio dice che le lettere
spedite dalla Posta di Roma alle province romane e viceversa sono
assoggettate alla tassa di 3 baiocchi.
Quindi non hanno segnato tre, ma due che dovrebbe essere la conversione in fr. francesi,
ma un altro dubbio.
Da Marino a Sermoneta non si passa per Roma, a meno chè e qui non conosco
i percorsi interni tutta la posta venisse convogliata a Roma come attesterebbe il
timbro e poi distribuita.
Il due segnato potrebbero essere baj se fosse stato applicato l'art. 10 che diceva che
le lettere tra un ufficio e l'altro non transitanti per Roma pagavano l'antica tassa (posto
che fosse 2baj), ma allora il timbro di Posta di Roma ?
Cosa ne pensi? un caro saluto
Raffaele
guido071619
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Re: Umbria occupazione napoleonica 1809 chiarimenti su tassazioni in rosso

Messaggio da guido071619 »

Ciao Raffaele,
con riferimento all'ultima lettera da Marino a Sermoneta la cancellazione della tariffa applicata è dovuta all'applicazione della franchigia, in virtù del titolo IV della Seduta della Consulta del 2 Agosto 1809, perché, come giustamente evidenzi, scritta al Maire del cantone.
E' vero che da Marino a Sermoneta non si passa per Roma, ma il Bollo di Roma è inequivocabile.

Azzardo questa ipotesi, rifacendomi alle Tue considerazioni:

L'antica tassa era di 1 baj per le lettere semplici secondo l'editto del camerlengo sopra il pagamento del porto delle lettere del 1804
("lettere dello Stato Ecclesiastico 1 baj per lettera e con la coperta il doppio...")

Se consideriamo la tassazione di 3 baj per il transito di Roma, otteniamo 4 baj che convertiti in decimes (in ROSSO per evidenziare la nuova valuta) corrispondono a circa 2 decimes.

Una spiegazione analoga si potrebbe applicare per la lettera da Osimo a Spoleto: 2 per la tariffa in baj ed 1 (in ROSSO per evidenziare la nuova valuta) corrispondente ad 1 decimes.

Che ne dici?

Un saluto.
Guido
rafelin
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Iscritto il: 19 novembre 2012, 18:14

Re: Umbria occupazione napoleonica 1809 chiarimenti su tassazioni in rosso

Messaggio da rafelin »

ciao Guido

direi che le tue osservazioni sono valide.
aspettiamo di avere altre conferme da ulteriori lettere

un cordiale saluto
Raffaele

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