La guerra civile russa

Forum di discussione sulle emissioni e la storia postale della Russia e degli Stati facenti parte della ex Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche

Moderatore: sandro_z

Renix
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da Renix »

suuuuuper interessante! COMPLIMENTI!
La parte dell'Ucraina è un minestrone, finora non ci avevo mai capito niente, ora qualche cosina si schiarisce. Grazie infinite!
A proposito della seconda serie "Denikin": se hai bisogno mandami quell'articolo, che provo a tradurlo io (dimmi se vedi il mio indirizzo fra gli iscritti...).
E, a proposito di tariffe, non so se le hai.... Ammettendo che i territori in guerra avessero le stesse tariffe della Russia (il che mi porterebbe al bel pensiero che la posta era rimasta quasi "sovranazionale".... almeno nelle tariffe), i valori corrisponderebbero. Nel 1918 la tariffa lettere era di 35 k per la lettera e di 70 k per il supplemento raccomandata (curioso: nonostante la guerra esistevano le raccomandate?.... incredibile!). I 25 k corrisponderebbero invece alla tariffa dalla fine del 1918 fino a all'inizio del 1920 (con il 50 k come tariffa raccomandata). Poi 1 Rublo fino all'inizio del 1920. Il 5 rubli alla tariffa fra il 1920 e il 1921. Gli altri valori "altissimi" dovrebbero corrispondere alle tariffe dell'inizio del 1922 (10000 la lettera, 20000 il supplemento raccomandata). Mi piacerebbe veramente vedere le famose scansioni delle lettere viaggiate per confermare queste tariffe.

Renato
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Fiore
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da Fiore »

Renix,
riguardo alla tua offerta di traduzione, ho successivamente trovato che (anni fa!) un amico del forum ne aveva già realizzata una traduzione in inglese:
viewtopic.php?f=52&t=1746

L'articolo in questione era questo:
http://www.rusfs.narod.ru/civil_war/07/07p1.htm

Ho però altre cose in russo, di cui ho effettuato una traduzione sommaria (anche se in questi casi abbastanza comprensibile): se tu sei disponibile, ti terrò presente per eventuali necessità...

Ciao: Ciao: Ciao:
Alberto Fiorentini
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Renix
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da Renix »

Per le traduzioni sono disponibilissimo. Se hai bisogno, ben felice di poter aiutare. Non è che io parli il russo correntemente, ma una traduzione dovrei riuscirla a fare senza eccessivi problemi.
Per l'articolo: grazie mille. Ho visto che il documento è molto lungo, poi me lo leggo bene. All'inizio però si dice che proviene da una traduzione automatica (tremo...).
Leggerò l'originale e poi vedo se almeno non ci sono castr....ehm, errori grossolani.
Ciao:
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fabiov
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da fabiov »

Bel topic! E vedo collezionisti gasatissimi!
Ricordate che io ho un corrispondente russo che vive a Mosca e frequenta il suo famoso circolo filatelico. Per cui domande particolari le posso inoltrare a lui... Le sue risposte in inglese vanno un po' interpretate, ma penso che risposte di esperti su materiale russo le si possano avere soprattutto da quel circolo.
Ciao fabiov Ciao: Ciao:
P.S. Comunque bogus o non bogus il bollo lenzuolo del Comitato Baltico di San Pietroburgo (l'immagine e' postata in questo topic), mi interessa e vorrei comprarlo se qualcuno dei lettori ce L'ha da vendermi.
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Fiore
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da Fiore »

7 - Integrazioni e/o correzioni alle puntate precedenti

Ormai avrete capito che questa mia ricerca è un po' "work in progress", quindi ogni tanto scovo delle informazioni aggiuntive... in realtà le sto scovando proprio tra i miei documenti :roll: :roll: :roll: , che ogni tanto dimentico di aver scaricato qua e là.

Ad ogni modo, per dare un'informazione il più completa possibile, vi aggiungo qualche informazione su alcune delle emissioni già descritte; il giorno in cui raccoglierò tutte questi post in un unico documento (o in cui lo farà qualche altra anima pia), queste informazioni andranno ad integrare quanto scritto nel post "di competenza". Cominciamo.

Armata Ovest
Oltre alla soprastampa "Unità e Libertà", già citata, i non emessi dell'Armata Ovest ricevettero un buon numero di altre soprastampe di fantasia; nell'immagine seguente ne vediamo un’ampia selezione, comprendente, tra le altre, una non meglio identificabile soprastampa di Omsk, una di “posta zemstvo” (!), una con la croce russa (come quelli dell'Armata Ovest... cioè, Armata Ovest soprastampato per l'Armata Ovest) una dei bolli dei rifugiati dell’armata Vrangel’ in Turchia e una del Priamur (area della quale non abbiamo ancora parlato... ci arriveremo). Un bel fritto misto, apparso intorno al 1920, pare, ad opera di un unico tipografo. Si vede che non aveva di meglio da fare...
1_Falsi su Armata Ovest_1.jpg


Una di queste soprastampe di fantasia che merita un piccolo approfondimento è quella raffigurata nell’immagine seguente; due spade incrociate sulla scritta “8 ottobre 1919”.
2_Falsi su Armata Ovest_2.jpg


Pare che una serie di questi sia addirittura stata inviata all’UPU di Berna, da parte di un “Comitato del governo lettone”, nel quale si affermava che “l’Esercito volontario dell’ovest, in commemorazione contro i bolscevichi, ha emesso il 12 ottobre una serie costituita da 8 valori e stampata in 10000 esemplari. Secondo un accordo tra l’Armata Ovest ed il Comitato del governo lettone, quest’ultimo ha autorizzato la messa in circolazione di tali francobolli”. Pare però che il 12 ottobre 1919 questi francobolli non esistessero ancora, per essere soprastampati…

Turkestan
Un approfondimento sulla fantasiosa emissione detta di Ungern Von Sternberg. Secondo fonte russa, la serie pare non essere di origine non russa, perché nei valori con la parola “Rublo” è stato usato il simbolo sbagliato per rappresentare la “b” (tale lettera in cirillico è “б”, mentre qui è stata utilizzata la lettera “muta” “ь”). Infatti, la serie pare essere stata stampata nel 1923-24 a Parigi o in Italia. I francobolli esistono non dentellati, o con diverse dentellature (11,5 e 14,5). La versione non dentellata esiste anche con soprastampe: una prima soprastampa consiste nella parola “Rub” in violetto; una seconda è composta da 5 linee su cui compare l’acronimo “VTKP” (Vostochno-Turkestanskoye Kraevoe Pravitel'stvo: Governo Regionale del Turkestan Orientale), che si suppone essere stata apposta dalle truppe bianche del Generale Sychov. Il resto della soprastampa recita: "Zarja osvobozhdenija Rossii, 1924" (l’alba della liberazione della Russia). Alcuni di questi francobolli sono annullati con un timbro che riporta la dicitura “Posta da campo in Turkestan, Armata bianca”.

Azerbaigian
Torniamo sulla "misteriosa" serie con soprastampa "Occupation Azirbayedian"; avevo scritto che l'origine è incerta, e che tale emissione viene attribuita ad un'occupazione britannica o persiana. Una terza fonte afferma al contrario (partendo probabilmente proprio dall'annullo "Tabriz" prima citato) che si tratti di una emissione da parte di truppe russe che occuparono la regione iraniana, durante la spedizione britannica del generale Dunsterville. Furono anche listati dal catalogo Stanley Gibbons, durante gli anni ’20, ma ne furono tolti quando si accertò che la maggior parte dei francobolli nuovi erano venduti da un commerciante francese, e che era virtualmente impossibile trovarne copie usate. Non è dunque ancora certo se questi francobolli siano stati prodotti a Parigi o nel Caucaso, è certamente sospetto che russi, persiani o inglesi (soprattutto questi ultimi…) possano aver deciso di apporre soprastampe in francese.

Ucraina
I francobolli della Repubblica Popolare Ucraina, sia la prima serie effettivamente emessa ed utilizzata, sia quelli della seconda serie non emessa, furono successivamente soprastampati con l’immagine di falce e martello, nel “tentativo”, probabilmente, di trasformarli in emissioni della Repubblica Socialista Sovietica. Queste soprastampe, che vediamo nelle immagini seguenti, hanno origine privata.
3_Soprastampa su Ucraina_0.jpg


4_Soprastampa su Ucraina_1.jpg


Repubbliche cosacche
Dell’emissione di Rostov esiste anche una versione con soprastampa, di origine ed uso ignoto (e quindi classificabile senza troppe esitazioni come emissione di fantasia): il francobollo è soprastampato con la dicitura “FRANCO” racchiusa in un rettangolo, che si estende però anche sul francobollo a fianco sul lato sinistro, come visibile nell’immagine.
5_Soprastampa su Don.jpg


Infine una “curiosità”; nell’autunno del 1918 fu firmato un accordo tra le amministrazioni postali del Kuban e del Don, che prevedeva la possibilità di utilizzare i bolli dell’uno nel territorio dell’altro. Si ipotizzò anche l’emissione di una serie di otto francobolli per il territorio di Don e Kuban, a simboleggiare l’unione delle nazioni cosacche. Furono elaborati quattro progetti, approvati dal presidente del governo regionale del Kuban Bytch. Il valore da 25 k raffigurava una stretta di mano fra i cosacchi del Don e del Kuban, quello da 50 k i ritratti di Taras Bulba e di Ermak Timofejevic (già visto sull’emissione della Repubblica del Don) ed i fiumi Don e Kuban . L'autore di questi progetti fu S. Yuriev. Altri due progetti furono realizzati da un altro artista; oltre a questi vi furono anche altri progetti, con la dicitura “Don-Kuban”, nessuno dei quali andò però in porto, vista l’evoluzione della storia delle due repubbliche cosacche.
Nell’immagine due dei progettati francobolli.
6_Don-Kuban.jpg


Soci
Prima ho scritto che la soprastampa di Soci è associata alle armate meridionali. Su un sito russo ho trovato una versione che mi "soddisfa" di più, e quindi ve la rigiro. Probabilmente, oltre ad essere più dettagliata e soddisfacente, provenendo da un sito russo è anche più credibile.
Il 5 luglio 1918 la Georgia occupò il distretto di Soci, e questo portò a un cambio delle tariffe postali. Una lettera semplice costava 60 copechi, e una raccomandata 1 rublo e 20 copechi. L’amministrazione postale di Soci fu dunque costretta ad emettere due nuovi francobolli.
Il primo consisteva in una soprastampa di valori russi, in cui la cifra “60” era posta al di sopra di una linea nera. Le soprastampe furono effettuate presso una tipografia locale, esistono quindi diversi tipi (11) di soprastampe. Ci sono anche due errori: "09" (il numero 60 capovolto) e "90" (6 invertito).
Spesso questi francobolli si trovano annullati con l’annullo di Soci. I dubbi circa il loro reale utilizzo postale sono stati fugati quando nel 2010 fu ritrovata corrispondenza datata ottobre-novembre 1918, affrancata con essi.
Era anche allo studio l’emissione di francobolli “originali”, stampati litograficamente su carta giallastra, il cui disegno consisteva in un paesaggio marino con una palma al centro, su pala e piccone incrociati, e con l’iscrizione in cirillico “Marka Soci – Gorodskaja Kollegija” (Francobollo di Soci – Consiglio cittadino)

Corpi polacchi in Russia
Della Polonia non ho parlato, volutamente, così come delle altre Repubbliche che sopravvissero alla guerra civile (le repubbliche baltiche, ad esempio). C'è però un aspetto che è un po' più legato la nostro tema, e forse andrebbe al capitolo "Bielorussia". Nel 1917 i polacchi che servivano nell’esercito russo furono richiamati in Polonia a formare il neonato esercito polacco. Il Primo corpo polacco fu formato il 21 agosto 1917, e nel gennaio 1918 si trovava a Bobruisk (nell'attuale Bielorussia), virtualmente circondato da truppe tedesche. Un accordo con i tedeschi del febbraio 1918 stabilì un’area di occupazione polacca e l’inoltro della corrispondenza polacca a Varsavia da parte degli uffici da campo tedeschi funzionò dal 1 aprile al 29 giugno 1918, dopo di che il corpo fu disciolto. Tali francobolli esistono sia dentellati (di maggior valore) che non, senza filigrana; esistono varietà quali la soprastampa invertita, sulla versione dentellata.
7_Polish Korps.jpg



Per inciso, non posseggo nessuno dei francobolli mostrati in questo post... :tri: :tri: :tri:

Fine della settima puntata

Ciao: Ciao: Ciao:
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Alberto Fiorentini
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da Renix »

Ho letto l'articolo sulle "prove" Denikin: sì, la traduzione anche se automatica va bene, il senso non è cambiato.
Personalmente non sono molto d'accordo su alcune deduzioni dell'autore.... ma questo è un altro discorso.
In quell'articolo (versione originale in russo), c'è un link ad un altro articolo (riportato da uno scritto del 1928 quindi vicino agli avvenimenti), che parla delle "vere" prove della serie emessa (senza "rosette"). L'esistenza di quelle prove è uno degli argomenti dell'autore in favore della teoria della natura di fantasia dell'emissione "con rosette".
Per i curiosi riporto il link, poiché nella traduzione inglese manca (c'è solo un criptico testo "north -Kavkzski1 collector"): http://www.rusfs.narod.ru/civil_war/02/02p1.htm.

Renato
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Fiore
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da Fiore »

Ciao: Renato,
grazie della supervisione... molto interessante il link all'altro articolo!

Questo mi porta ad una riflessione (che in realtà è da un pezzo che ho fatto :-)) ): io mi sto divertendo a "riassumere" la storia filatelica della guerra civile russa, anche perché io stesso ho faticato parecchio (ma veramente tanto) a trovare un filo logico, geografico e storico che collegasse tutte le (quasi) infinite emissioni dell'area (e non è ancora detto che ci sia riuscito del tutto), ma ogni singolo argomento che sto toccando potrebbe portare ad una intera collezione e ad uno studio molto approfondito (come dimostra anche il materiale che il sig. Carraro ha offerto di mostrare).

Ciao: Ciao: Ciao:
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fabiov
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da fabiov »

Sono sempre piu' stupito. E positivamente da questo topic.
Bye fabiov Ciao: Ciao:
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Fiore
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da Fiore »

E non è ancora finita... :cool: :cool: :cool:

Ciao: Ciao: Ciao:
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fernando
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da fernando »

Ciao.

:clap: :clap: :clap: :clap: :clap: :clap: :clap: :clap: :clap: :clap: :clap: :clap:

Continua così che vai forte, grazie e complimenti !!!!!!

Ciao: Fernando.
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da Fiore »

7 - Integrazioni e/o correzioni alle puntate precedenti - bis

Piccolo passo indietro alla puntata sul settentrione; l'amico Roberto (robseren)(che ringrazio tanto) mi ha inviato le immagini delle serie complete di Carelia e Ingria, quindi ve le pubblico immantinente.

Karjala.jpg


Ingria.jpg


Fine settima puntata - bis
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da Fiore »

8 - Il Caucaso

Oltre all’Azerbaigian, di cui si parlerà in seguito, nella zona del Caucaso altri due paesi tentarono la via dell’indipendenza.
Nel corso della Rivoluzione Russa, nel settembre 1917 si tenne la convenzione di Tiflis (Tbilisi), in cui si elesse un Consiglio Nazionale Armeno. Tuttavia, la firma del patto russo-ottomano del 1º gennaio 1918 permise al pascià Vehib di attaccare la nuova Repubblica Federale Democratica Transcaucasica, cui dal 28 maggio succedette la Repubblica Democratica di Armenia (o "Prima Repubblica Armena"), con l'appoggio di irregolari curdi e successivamente dei Tatari dell'Azerbaigian. Benché l'Armenia occidentale fosse riconosciuta come parte della Repubblica di Armenia nel Trattato di Sèvres (10 agosto 1920), la sconfitta militare contro i Turchi (Trattato di Alexandropol, il 2 dicembre 1920) e la successiva invasione da parte delle truppe bolsceviche russe (29 novembre - 4 dicembre 1920) costrinsero il 4 marzo 1922 l'Armenia ad entrare a far parte, Azerbaigian e Georgia, della Repubblica Transcaucasica, una delle repubbliche dell'Unione Sovietica, la quale l'11 settembre firmò il Trattato di Kars, con cui cedeva alla Turchia ulteriori territori armeni. Solo nel 1936 fu costituita la Repubblica socialista sovietica armena.
Non appena rivendicata l’indipendenza, la repubblica si dotò dei suoi francobolli, naturalmente soprastampando quelli russi. La soprastampa consisteva di una “H” (l'iniziale di "Hayasdan", ovvero "Armenia" nella lingua locale) nell’alfabeto armeno, di varie fogge e dimensioni, riquadrata o meno, e diede luogo ad una elevata quantità di varietà (soprastampe inverse, doppie,...).
1_soprastampa H.jpg


Nel 1920 si cominciò a preparare una serie, composta di 10 valori, in tre disegni diversi: un’aquila (1, 3, 5, 10 e 15 Rubli), un panorama (25, 50 e 100 Rubli) e una filatrice (40 e 70 Rubli). La serie, visto il precipitare degli eventi e la perdita dell’indipendenza, non fu mai emessa.
2_Armenia non emessi.jpg


Come già detto, durante il 1921 l’Armenia fu sotto il controllo delle forze bolsceviche, che non persero tempo a creare una serie per la nuova Repubblica Sovietica. Secondo il catalogo Michel si trattava addirittura di tre serie distinte, ma nessuna di esse vide la luce così com’era, se non soprastampata con i nuovi valori monetari. Nell’immagine alcuni esemplari delle serie dell’Armenia sovietica.
3_Armenia sovietica.jpg


Come detto, dal 1922 al 1924 l’Armenia fece poi parte della Repubblica Sovietica di Transcaucasia, ma prima di parlare di questa diamo un’occhiata alla Georgia.

La Repubblica Democratica di Georgia (in georgiano: Sakartvelos Demokratiuli Respublika) confinava a nord con Repubblica Popolare del Kuban e Repubblica delle Montagne del Caucaso Settentrionale, a sud-est con la Repubblica Democratica di Azerbaigian, a sud con la Repubblica Democratica di Armenia e l'Impero Ottomano, a ovest si affacciava sul Mar Nero. Era più estesa dell’attuale Georgia, la capitale era, come oggi, Tbilisi.
Proclamata il 26 maggio 1918 a seguito della frammentazione della Federazione Transcaucasica, era guidata dal partito social-democratico menscevico, ed inizialmente era sotto il controllo delle truppe tedesche del barone Friedrich Freiherr Kress von Kressenstein. Dopo lo sgombero di esse e di quelle ottomane dall'Armenia, per occupare i territori lasciati liberi scoppiò la guerra georgiano-armena. Una rivolta filo-russa e bolscevica portò al conflitto di Soci. Già indebolita da queste lotte intestine, non sopravvisse all'invasione dell'Armata Rossa e cessò d'esistere il 25 febbraio 1921 quando fu costituita la RSS Georgiana.
Anche in questo caso, nel suo periodo di indipendenza la Georgia emise i propri francobolli; strano a dirsi, rinunciò all’opzione “soprastampa dei francobolli russi” e produsse direttamente una propria serie, composta da 9 valori (dentellati e non) in cui i 5 più bassi (10, 40, 50, 60 e 70 k) raffiguravano San Giorgio e il drago, quello da 1 Rublo aveva lo stesso disegno ma era di formato più grande, e gli alti valori (2, 3 e 5 Rubli) illustravano la Regina Tamara, personaggio storico del regno di Georgia al suo apice, vissuta a cavallo del 1200 e considerata Santa dalla chiesa ortodossa. Da notare le diciture in francese, la lingua diplomatica dell’epoca.
4_Georgia.jpg


Anch’essa cessò di esistere nel 1921, e anch’essa, come l’Armenia, si vide, nonostante una resistenza armata che continuò, pur con poco successo, fino al 1924, prontamente trasformata in Repubblica Sovietica con i suoi bravi francobolli; una prima serie di 5 valori (dentellati e non) fu emessa nel febbraio del 1922, una seconda di 4 valori non dentellati fu emessa con soprastampa (ovviamente in georgiano) contro la carestia e con nuovo valore. Le serie successive furono composte dai francobolli della prima con soprastampe che “inseguivano” la svalutazione del rublo.
5_Georgia sovietica.jpg


Qui ripeterò i dettagli su Soci accennati nel post su "Integrazioni e correzioni", che trovano corretta collocazione in questa posizione:
nel corso del conflitto la Georgia riuscì ad occupare, il 5 luglio 1918, il distretto di Soci, formalmente in mano bolscevica; questo portò a un cambio delle tariffe postali nella zona. Una lettera semplice costava 60 copechi, e una raccomandata 1 rublo e 20 copechi. L’amministrazione postale di Soci fu dunque costretta ad emettere due nuovi francobolli.
Il primo consisteva in una soprastampa di valori russi, in cui la cifra “60” era posta al di sopra di una linea nera. Le soprastampe furono effettuate presso una tipografia locale, esistono quindi diversi tipi (11) di soprastampe. Ci sono anche due errori: "09" (il numero 60 capovolto) e "90" (6 invertito).
Spesso questi francobolli si trovano annullati con l’annullo di Soci. I dubbi circa il loro reale utilizzo postale sono stati fugati quando nel 2010 fu ritrovata corrispondenza datata ottobre-novembre 1918, affrancata con essi.
Era anche allo studio l’emissione di francobolli “originali”, stampati litograficamente su carta giallastra, il cui disegno consisteva in un paesaggio marino con una palma al centro, su pala e piccone incrociati, e con l’iscrizione in cirillico “Marka Soci – Gorodskaja Kollegija” (Francobollo di Soci – Consiglio cittadino).

Sempre alla Georgia appartiene, oggi, la città di Batumi (o Batum), che fu teatro di altre emissioni. A lungo contesa nel corso dei secoli, nel 1878 la città fu ceduta dall’impero ottomano ed entrò a far parte di quello russo. Nel corso della I Guerra Mondiale, nell'aprile del 1918 i Turchi vi rientrarono, ma furono cacciati dai britannici il dicembre dello stesso anno; questi rimasero fino a luglio 1920. Kemal Ataturk cedette infine la città ai bolscevichi, a condizione che le fosse garantita una certa autonomia, pensando soprattutto ai musulmani della eterogenea popolazione di Batumi. Nel corso dell’occupazione britannica, a Batum vennero emessi dei francobolli; la prima fu una serie originale, di sei valori, con l’immagine di un albero in un cerchio e l’iscrizione (in russo) “Posta di Batum”. Poi furono apposte diverse soprastampe su francobolli russi, con le diciture “Batum” o “British occupation” (o entrambi), e la stessa serie originale ricevette prima la soprastampa “British occupation”, e poi successivamente una seconda con nuovi valori facciali.
8_Batumi.jpg


9_Soprastampati Batum.jpg


Recuperiamo ora quella Repubblica di Transcaucasia precedentemente citata, che per alcuni anni (1922-36) riunì Armenia, Georgia ed Azerbaigian. Il nome in russo era Zakavkazskaja Sovetskaja Federativna Respublika (ZSFSR), e la capitale Tbilisi.
Le radici della repubblica risalgono alla dissoluzione dell'Impero russo nel 1917, durante la Rivoluzione russa, quando le province del Caucaso si separarono e tentarono di formare uno stato federale a parte, chiamato Repubblica Federale Democratica Transcaucasica. I diversi interessi nazionali e la guerra con l'Impero turco portarono però alla dissoluzione della repubblica solo sei mesi dopo, nell'aprile 1918. Fu ricostituita nel 1922 e nel 1936 si dissolse dividendosi in tre entità separate: la RSS Georgiana, la RSS Armena e la RSS Azera. Nel 1923 furono emessi per essa i francobolli: inizialmente furono soprastampati francobolli russi o armeni (a loro volta ottenuti con la soprastampa della “H” armena ai bolli zaristi) con una stella a cinque punte contenente le lettere ZSFSR, poi ci fu l’emissione della prima serie originale (un esemplare nell’immagine) ed infine, nell’ottobre del 1923, una seconda (ed ultima) serie con i valori facciali espressi in copechi d’oro (misura volta a “fronteggiare” la svalutazione galoppante.
10_Transcaucasia.jpg


Rimane da citare un’interessante entità: la Repubblica della Montagna.
La Repubblica delle Montagne del Caucaso Settentrionale, anche conosciuta come Repubblica dei Montanari, con capitale Ordjonikidze (Vladikavkaz), era situata nel Nord Caucaso, nei luoghi che oggi costituiscono le repubbliche di Cecenia, Inguscezia, Ossezia-Alania, Dagestan e Federazione russa.
11_Mappa GSSR.jpg


L'"Unione dei popoli del Nord Caucaso" fu creata nel marzo del 1917; la repubblica fu ufficialmente dichiarata l'11 maggio 1918, dopo il collasso dell'Impero della Russia zarista con la rivoluzione di ottobre del 1917. Questa Repubblica caucasica fu di diritto riconosciuta dall'Impero Ottomano, dalla Germania, dalla Repubblica Democratica di Georgia, dalla Repubblica Democratica di Azerbaigian, e dalla Repubblica Popolare del Kuban. Durante la guerra civile russa si schierò contro le truppe dei russi bianchi al comando del generale Denikin. Nel giugno 1920 la Repubblica fu occupata dall'Armata Rossa, e il governo autonomo locale fu così costretto ad abbandonare il Caucaso; nel gennaio del 1921 veniva istituita la Repubblica Sovietica Montanara (Gorskaja SSR, GSSR) nell'ambito dell'URSS.
Già dal 1 settembre 1921 iniziò però la sua “demolizione”, con una progressiva sottrazione di territori, fino al 17 ottobre 1924, quando nella riorganizzazione amministrativa della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa venne creato il Territorio del Caucaso settentrionale, che raggruppò tutte le precedenti repubbliche ed entità autonome. La Repubblica Sovietica della Montagna cessò così di esistere.
La Repubblica sovietica delle Montagne si dotò di propri francobolli, ottenuti soprastampando i francobolli russi (dovevano esisterne scorte enormi…) con una stella nera inscritta in un cerchio, e le lettere “G S S R” all’interno del cerchio stesso.
12_Francobollo GSSR.jpg


Fine ottava puntata
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Alberto Fiorentini
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giannicarraro
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da giannicarraro »

buona sera Alberto,
oggi mi sono riguardato la collezione della Russia 1918/23, devo dire che mi ha meravigliato positivamente per la sua impostazione e per i numerosi documenti interessanti e rari o molto spesso molto rari (diversi addirittura unici). Questa non è una collezione formata da me, ma l'ho acquistata da un grande collezionista del settore (pagandola una cifra da sconsiderato) poi l'ho messa in uno scaffale e l'ho dimenticata per alcuni anni, quindi devo ringraziare lei che con le sue ricerche e gli interessanti articoli ha risvegliato in me l'antica passione per questo interessante periodo storico.
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Daniele
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da Daniele »

Fantastico...temo che questa notte causa lettura di questo topic farò tardi.. :clap: :clap: :clap:

Daniele
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Fiore
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da Fiore »

Sono contento che questo topic sia risultato interessante per diversi amici del forum; a me stesso sta servendo per fissarmi bene in mente la cronologia e l'evoluzione del periodo, riordinando ed integrando tutti i millanta appunti e le altrettante informazioni prese qua e là. Personalmente, scrivendo memorizzo molto più in fretta; fin dai tempi dell'università era così... mi scrivevo i punti salienti di ogni argomento, poi riassumevo, poi facevo il riassunto del riassunto, sempre scrivendo... fino a quando "Analisi matematica 2" (ad esempio) stava tutta su un foglio A4... :oo:
Insomma, a me sta servendo parecchio, prima di iniziare ad approfondire il periodo avevo in testa una confusione non indifferente, avrei apprezzato incondizionatamente qualcuno che mi avesse messo ordine... :-)) Anzi, se qualcuno volesse farlo su altre aree... :-)) :-)) :-))
Stavo pensando di riordinare il tutto in maniera più organica, visto che mi rendo conto di essere un po' dispersivo, alle volte; c'è già qualcuno :cool: che si è offerto di raccogliere questi post in un unico documento PDF, anzi, ad essere precisi l'ha già fatto (e bene), sarebbe un primo importante passo.
Vedremo...
Intanto vi annuncio che ho in testa almeno un altro paio di puntate: "Siberia ed estremo Oriente" e "Emissioni di fantasia e propaganda".
Poi... si vedrà!

Ciao: Ciao: Ciao:
Alberto Fiorentini
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fabiov
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da fabiov »

Ottimo... Ottimo... :clap: :clap:
SOSTENITORE DA SEMPRE!
Leggete articoli filatelici miei e di altri amici giornalisti nel mio NUOVO sito www.storiefilateliche.it. Oltre a più di 300 articoli ci sono novità, illustrazioni, giochi logici, foto e una sezione ASFE. Vi ricordo anche che sul mio vecchio sito www.fabiovstamps.com è sempre attivo, su tutte le pagine, un motore di ricerca per ritrovare più di 500 MB di info filateliche, caricate negli ultimi 16 anni anni da me sul Forum e sul mio sito! Ciao: Ciao: Ciao:
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Fiore
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da Fiore »

Pronti per una "puntatazza" su Siberia ed estremo oriente?
Prima di cominciare, vi devo dire che in questo caso ho fatto un po' di fatica a riordinare le idee, perché sulle (numerose) emissioni dell'area i tre cataloghi che uso (Y&T, Michel e Scott) dicono cose diverse e alle volte contrastanti. Poi, aggiungendo anche il catalogo Soloviev e integrando il tutto con un po' di storia, credo di essere riuscito a ricostruire con una certa correttezza e coerenza il susseguirsi degli eventi e delle emissioni.
A tra poco.

Ciao: Ciao: Ciao:
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ANTONELLO
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da ANTONELLO »

prontissimi e complimenti , davvero molto interessante , grazie .

Ciao: Ciao: Ciao:
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Fiore
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da Fiore »

9 - Siberia ed estremo oriente

L’ultimo fronte, per certi versi anche il più importante, da trattare, è quello orientale; la figura fondamentale per questa area è l’Ammiraglio Aleksandr Vasil'evič Kolčak.
01_Kolchak.jpg


Nato nel 1874 in una famiglia di lontane origini bosniache-mussulmane, era figlio di un ufficiale della marina russa, mentre sua madre aveva origini ucraine. Si diplomò nel 1894 nel Collegio della Marina di San Pietroburgo, arruolandosi quello stesso anno nel settimo Battaglione navale della capitale. Fu presto trasferito nell'estremo oriente del Paese, a Vladivostok, dove rimase dal 1895 al 1899. Tornato nella Russia occidentale, a Kronštadt, nel 1900 si unì alla spedizione polare di Toll come comandante di uno dei due gruppi di esploratori.
Dopo aver corso innumerevoli difficoltà e pericoli, fece ritorno nel dicembre 1902; l'altro gruppo, incluso Toll, non riuscì invece a sopravvivere al viaggio. Prese parte a tre spedizioni artiche e, per un certo periodo, fu soprannominato "Kolčak-Poljarnij" ("Kolčak il Polare").
Allo scoppio della guerra russo-giapponese, nel marzo 1904 Kolčak fu assegnato al Battaglione di stanza a Port Arthur. Ferito, fu fatto prigioniero di guerra delle truppe nipponiche.
Liberato alla fine del conflitto, dal 1906 fece parte del comando Generale della marina russa e, allo scoppio della Prima guerra mondiale, fu assegnato alla flotta baltica. A bordo della nave ammiraglia Pograničnik, Kolčak sovraintese alle difese costiere e diresse le forze navali nel Golfo di Riga. Nell'Agosto 1916 fu promosso a viceammiraglio, il più giovane in tale rango nelle forze di mare russe, e nominato comandante della flotta del Mar Nero, rimpiazzando l'ammiraglio Eberhart.
Dopo la Rivoluzione di febbraio del 1917, la situazione politica condizionò i ruoli gerarchici all'interno della Flotta del Mar Nero: Kolčak fu deposto dal comando nel giugno e gli fu conferito l'incarico, ritenuto dai più fittizio, di osservatore militare, ruolo che lo portò a visitare la Gran Bretagna e gli Stati Uniti d'America.
Allo scoppio della Rivoluzione d'Ottobre, Kolčak si trovava in Giappone. Sostenitore del Governo provvisorio, tornò in Russia arrivando a Vladivostok dopo aver attraversato la Manciuria. Informato della resa e del colpo di stato bolscevico, chiese di arruolarsi nell'esercito britannico per continuare la guerra contro la Germania. Inizialmente la Gran Bretagna si dimostrò incline ad accettare l'offerta di Kolčak, pensando di impegnarlo in Mesopotamia, ma successivamente il governo di Londra decise che il vice-ammiraglio sarebbe stato più utile alla causa alleata cercando di rovesciare il governo bolscevico e riportando in guerra la Russia. Pur recalcitrante , Kolčak accettò il suggerimento inglese. Arrivato a Omsk, Siberia, al fine di unirsi all'Armata dei Volontari, accettò di diventare ministro del Governo Regionale della Siberia. Il Governo provvisorio sperò di assicurarsi l'appoggio degli Alleati grazie anche ai rapporti di amicizia tra Kolčak e il comandante della missione militare inglese, il Maggior generale Sir Alfred William Fortescue Knox. Nel novembre 1918 la Repubblica di Siberia fu rovesciata da un colpo di Stato interno. I leader e membri del Partito Socialista-Rivoluzionario (SR) furono arrestati il 18 novembre da una truppa di Cosacchi guidati dall'etmano Krasilnikov. I rimanenti membri del governo si riunirono e nominarono Kolčak Capo di Stato con poteri dittatoriali. Fu nominato Capo Supremo (Verchovnyi Pravitel) e si auto-promosse Ammiraglio. La dittatura di Kolčak fu di stampo eminentemente militare. Dichiarò infatti in seguito: "Non avevo alcun obiettivo politico, ma ho solo cercato di creare un'armata regolare in grado di sconfiggere i Bolscevichi."
Inizialmente le forze dell'Armata Bianca sotto il suo comando conseguirono alcuni successi. Il piano dei Bianchi prevedeva tre grandi offensive: il generale Gajda verso Arcangelo, Chanžin verso Ufa e i Cosacchi guidati da Aleksander Dutov verso Samara e Saratov. Kolčak aveva nel proprio esercito 110.000 uomini contro all'incirca 95.000 soldati bolscevichi, e le sue buone relazioni con il Generale Knox gli consentirono inoltre di equipaggiare perfettamente (con armi, divise e munizioni) le proprie truppe.
L'esercito bianco prese Ufa nel marzo 1919 e avanzò successivamente per conquistare Kazan' e avvicinarsi a Samara e al Volga. Le rivolte anti-bolsceviche scoppiate a Simbirsk, Kazan', Vjatka, e Samara favorirono gli sforzi degli uomini di Kolčak. La neo-formata Armata Rossa si ritirò permettendo ai Bianchi di avanzare su una linea ideale che passava da Glazov attraverso Orenburg fino a Uralsk. I territori di Kolčak coprivano ora 300.000 km² e contenevano all'incirca 7 milioni di persone. In aprile un allarmato Comitato Centrale Bolscevico fece del contrasto alle truppe di Kolčak la propria priorità. Nella primavera la situazione nell'esercito bianco degenerò: la parte più avanzata era tagliata fuori dai rifornimenti, i soldati erano esausti e l'Armata Rossa aveva inviato nell'area nuove truppe.
Kolčak aveva perso l'appoggio di potenziali alleati quali la legione Ceca e la Quinta divisione fucilieri polacca che si ritirarono dal conflitto nell’ottobre 1918. Kolčak non poté neppure contare sull'aiuto dei giapponesi che, temendo che volesse interferire con la loro occupazione dell'estremo oriente russo, rifiutarono la propria collaborazione creando uno "Stato fantoccio" ad est del lago Bajkal sotto il controllo dei Cosacchi. Le 7.000 truppe americane stanziate in Siberia si dichiararono strettamente neutrali riguardo "gli affari interni russi" e rimasero solo per sovraintendere alla costruzione della Ferrovia Transiberiana nell'estremo oriente.
Quando nel 1919 le forze dell'armata Rossa riuscirono a riorganizzarsi e passarono al contrattacco, l'esercito di Kolčak iniziò a perdere terreno. I bolscevichi scatenarono la controffensiva nell'aprile, focalizzando l'attacco nel centro della linea dei Bianchi, puntando a Ufa. Lo scontro fu duro e sanguinoso: Ufa fu conquistata dai bolscevichi il 9 giugno e, alla fine di quello stesso mese, le forze rosse guidate da Michail Tuchačevskij sfondarono le difese Bianche sugli Urali. Superato tale bastione naturale i Rossi fecero rapidi progressi catturando Čeljabinsk il 25 luglio e attaccando contemporaneamente a nord e a sud l'esercito Bianco, al fine di non rimanere intrappolati in una sacca. L'armata Bianca si riorganizzò intorno ai fiumi Tobol e Išim riuscendo a bloccare temporaneamente la controffensiva fino ad ottobre, ma la perdita costante di uomini era superiore a quanto i Bianchi potessero sopportare. Ricevuti rinforzi, i Rossi attraversarono il Tobol a metà ottobre. Le forze bianche, sconfitte, abbandonarono il campo di battaglia e si ritirarono disordinatamente verso Omsk. I bolscevichi si riorganizzarono allora per affrontare le truppe bianche guidate da Anton Ivanovič Denikin che da meridione stavano puntando verso Mosca.
Kolčak era anche sotto la minaccia di nemici interni al proprio Stato: oppositori locali iniziarono a cospirare contro il suo potere e persino il supporto inglese venne meno, riponendo il governo britannico più fiducia in Denikin. Gajda, radiato dal comando dell'esercito del nord, a metà novembre fu protagonista di un fallito colpo di Stato. Omsk fu evacuata il 14 novembre e l'Armata Rossa prese la città senza incontrare alcuna seria resistenza. Furono catturati un gran numero di soldati dell'esercito Bianco, quasi 50.000 militari tra cui dieci generali.
Kolčak aveva lasciato Omsk per Irkutsk utilizzando la Ferrovia Transiberiana il 13 novembre. Attraversando aree controllate dai Ceco-Slovacchi fu più volte fermato, tanto che in dicembre aveva raggiunto solo Nižneudinsk. Alla fine di dicembre, Irkutsk cadde sotto il controllo di un gruppo di sinistra e formò un 'Centro politico'. Una delle sue prime iniziative fu di dichiarare Kolčak decaduto. Il 4 gennaio 1920, ricevuta la notizia, annunciò le proprie dimissioni, conferendo la carica di dittatore a Denikin e consegnò il comando delle rimanenti truppe situate intorno a Irkutsk all'atamano G. M. Semenov.
Sembra che a Kolčak fu allora promesso che sarebbe stato consegnato dai Ceco-Slovacchi al comando britannico a Irkutsk. Invece il 14 gennaio fu tradotto al "Centro politico". Il 20 gennaio il governo di Irkutsk rimise il potere a un comitato bolscevico. L'Armata Bianca sotto il comando di Vladimir Kappel si era intanto assestata nei pressi di Irkutsk mentre Kolčak veniva interrogato da una commissione bolscevica. A seguito dell'arrivo di un ordine da Mosca, fu sommariamente condannato a morte insieme al Primo Ministro Viktor Pepeljaev. Furono fucilati all'alba del 7 febbraio e i loro corpi furono abbandonati in un fiume locale, l'Ušakovka. Kappel fu messo a conoscenza dell'esecuzione e, valutato il numero e la forza delle proprie truppe, decise di ritirarsi verso est: ne seguì la Grande marcia nel ghiaccio siberiano. L'Armata Rossa non entrò a Irkutsk fino al 7 marzo e solo allora fu data ufficialmente la notizia della morte di Kolčak.

L’analisi storica, incentrata sull’operato di Kolčak, è stata particolarmente lunga, ma necessaria per inquadrare correttamente l’accaduto su quest’ultimo fronte; anche qui, le divisioni interne del fronte antibolscevico, dovute all’eterogeneità dei suoi componenti e alla differenza di obiettivi che ognuno di essi si proponeva, fu decisiva per l’insuccesso della “controrivoluzione”.
Si arriva “finalmente” ai francobolli emessi per la Siberia; ad Omsk, nel 1919, furono soprastampati 10 francobolli russi (6 dentellati e 4 non), con i nuovi valori (rispettivamente 35 k, 50 k, 70 k, 1 R, 3 R e 5 R sui dentellati; 35 k, 50 k, 70 k e 1 R sui non dentellati); l’intera serie nell’immagine seguente. Nei mesi successivi alla caduta del governo siberiano questi bolli furono utilizzati anche lungo la linea Transiberiana.
02_serie Kolchak.jpg


Esiste anche una emissione di Čeliabinsk, della quale non sono stato in grado di reperire ulteriori informazioni (l’unico catalogo che la lista, senza peraltro profondersi in dettagli, è l’Yvert & Tellier): è composta da 4 francobolli russi soprastampati con i valori 35, 50, 50 e 70 copechi, e la soprastampa, che differisce da quella “normale” dei bolli siberiani, è illustrata nell’immagine seguente (non sono stato in grado di trovare l'immagine di un francobollo...).
03_Celiabinsk.jpg
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Re: La guerra civile russa

Messaggio da Fiore »

Come sopra accennato, nell’estremo oriente della Russia c’erano altri “movimenti”, e altri territori che divennero indipendenti; vediamoli andando in ordine cronologico. Detto che i giapponesi, che si guardavano sempre in cagnesco con i russi, approfittarono della confusione per occupare qualche area continentale, la prima entità che si risolse ad organizzarsi fu la provincia dell’Amur, con capitale a Blagoveshchensk, dove nel febbraio 1920 fu insediato un comitato di stampo bolscevico. La neonata “provincia dell’Amur” preparò anche i suoi francobolli, che vediamo nell’immagine, con la dicitura “Francobollo postale della Provincia dell’Amur”.
04_Blagoveshchensk.jpg


Tale serie rimase largamente inutilizzata, poiché in aprile la provincia venne assorbita da una nuova entità; i valori rimasti furono usati ancora per qualche mese, poi successivamente furono venduti sul mercato filatelico dopo essere stati “annullati” con tratti a pennarello o apposti tipograficamente.
Quale fu, questa entità in cui confluì la provincia dell’Amur? Più o meno in risposta alle occupazioni giapponesi, i bolscevichi supportarono la creazione di uno stato che facesse un po’ da “cuscinetto” tra la Russia e tali zone. Nacque così, il 6 aprile 1920 nella città di Verkhneudinsk (ora Ulan-Ude), la Repubblica dell’Estremo Oriente (Dalnevostochnaja Respublica, in sigla “DVR”); occupava i territori degli attuali Krai di Zabaykalsky, Oblast di Amur, Oblast Autonomo Ebraico, Krai di Khabarovsk, e Krai di Primorsky (o Territorio del Litorale) della Repubblica di Russia. Il 14 maggio dello stesso anno il governo sovietico russo riconobbe il nuovo Stato ed il suo governo. Il suo territorio formalmente si estendeva dal Lago Baikal alla costa del Pacifico, ma, all'inizio, lo Stato controllava soltanto l'area di Pribaikalia, immediatamente adiacente al lago Baikal, poiché il resto era controllato sia dai giapponesi che dall'Armata Bianca nello Stato cosacco di Transbaikalia e nella Repubblica Ucraina dell'Estremo Oriente (entità di cui riparleremo). Intanto aggiungiamo una cartina per orientarci:
05_REO 1922.jpg


Lo stato di Transbaikalia era stato fondato da Grigorij Michajlovič Semënov, personaggio di cui si è già parlato in abbinamento a Ungern Von Sternberg.
06_Semenov.jpg


Grigorij Michajlovič Semënov, nato nella regione di Čita nel 1890, era un “ataman” (grado cosacco simile a generale) dei cosacchi che non aveva aderito alla rivoluzione russa. Appoggiato dai Giapponesi, cercò di imporsi in Mongolia al pari del sopracitato Ungern Von Sternberg, per sopprimere i vari signori della guerra che erano nati nella regione approfittando della rivoluzione, ma entrambi fecero poca strada. Quando i bianchi furono estromessi dalla Siberia ed i bolscevichi formarono la Repubblica dell'Estremo Oriente egli creò con l'aiuto giapponese lo Stato cosacco di Transbaikalia.
La regione sotto il suo controllo andava da Verkhne-Udinsk vicino al lago Baikal fino al fiume Shilka e alla città di Stretensk, a Manchuli, dove la ferrovia orientale cinese incontrava la ferrovia di Čita, la città più importante dell’area; a nordest si estendeva lungo un tratto della ferrovia dell’Amur. Dopo la sconfitta delle forze bianche in Siberia, divenne il capo del movimento antibolscevico, anche se Kolčak era riluttante a riconoscerlo in tale ruolo; non riuscì infatti a tenere a freno le proprie truppe che si abbandonarono a saccheggi e violenze; quando l’appoggio giapponese venne meno, fu facile per le forze bolsceviche della Repubblica dell’Estremo Oriente sconfiggerlo.
Fu dunque costretto a fuggire, prima a Nagasaki, poi negli Stati Uniti, poi in Cina, dove mantenne legami con l'intelligence giapponese. Al termine della Seconda Guerra Mondiale, quando i russi invasero la Manciuria, venne arrestato, riportato a Mosca e condannato a morte per impiccagione, avvenuta nel 1946.
Per il suo stato di Transbaikalia, Semënov soprastampò in maniera un po’ sbrigativa (dal punto di vista grafico) quattro francobolli russi, con i valori di 1, 2,50, 5 e 10 rubli. La soprastampa era verticale, tranne che nel terzo esemplare, e oltre al valore figuravano le “R” di rublo e (dove necessario) la “k” di copeco.
07_Transbaikalia.jpg


Come detto, il 22 ottobre 1920 l'esercito della Repubblica d’Estremo Oriente conquistò la città di Čita, che divenne la nuova capitale, ponendo fine alla breve storia della Transbaikalia.
A novembre 1920 ci fu una prima emissione per la Repubblica, effettuata a Vladivostok; francobolli russi (poveretti… ne sopportarono proprio di ogni colore, nel vero senso della parola) furono soprastampati con le iniziali del nuovo stato (ovviamente in cirillico): D. V. R.
08_Vladivostok.jpg


La seconda emissione di questo stato avvenne nell’aprile del 1921, e finalmente non si trattò dell’ennesima soprastampa, ma della produzione di quattro nuovi valori, che illustravano un’aquila bicipite su due corni con saette, un disegno che ricordava parecchio gli ultimi bolli zaristi.
09_Vladivostock.jpg


Naturalmente le forze anti-bolsceviche (al pari di quelle giapponesi) non videro di buon occhio questo nuovo stato, e il 6 maggio 1921 a Vladivostok vi fu un colpo di stato, appoggiato ovviamente dagli occupanti giapponesi, in seguito a cui fu proclamato il governo temporaneo sotto il controllo dei Bianchi, con lo scopo di separare il territorio dal controllo di Mosca. Nasceva così il governo provvisorio del Priamur.
Parallelamente, nell’agosto del 1921, vi fu un’emissione a Nikolajevsk sull’Amur; i cataloghi la riferiscono al suddetto governo provvisorio del Priamur, ma in realtà verrebbe più facile vederla come emanazione della Repubblica Ucraina dell’Estremo Oriente (prima citata), detta anche Ucraina Verde. Questa nazione era composta di zone dell'Estremo oriente russo a maggioranza ucraina che tentarono di creare uno stato secessionista nelle zone di occupazione giapponese del Distretto di Ajano-Majskij, nel Kraj di Chabarovsk; la città di Nikolajevsk era appunto in quest’area, ed il colpo di stato di Vladivostok era troppo lontano e recente per aver avuto influsso fino a là. Insomma, com’è, come non è, a Nikolajevsk appare questa emissione, nella quale i francobolli russi furono soprastampati con un rettangolo contenente le lettere “N. na A. – P. V. P.”, iniziali di “Nikolajevsk na Amure – Priamurje Vremennoe Pravitel’stvo” (Nikolajevsk sull’Amur – Governo Provvisorio del Priamur).
10_Nikolajevsk.jpg


Evidentemente, nonostante le considerazioni sulla distanza tra Nikolajevsk e Vladivostok, questi bolli furono gli unici del neonato governo del Priamur per un anno; i primi francobolli prodotti a Vladivostok videro infatti la luce nel maggio del 1922 e furono dei “commemorativi”: stavolta non toccò ai soliti bolli russi, ma a quelli della Repubblica dell’Estremo Oriente ricevere una soprastampa in cui un ovale racchiudeva le lettere “P.V.P” e la data “26.V. 1921-1922”, a ricordare l’anniversario del primo anno dalla creazione del governo provvisorio.
11_Vladivostok commemorativa.jpg


Nel frattempo, essendo stata sloggiata da Vladivostok, la Repubblica dell’Estremo Oriente spostò il centro delle proprie operazioni a Čita; alla fine del 1921 vide la luce una terza serie, non dentellata come la precedente (anche se ne esistono esemplari dentellati privatamente) ma composta di 10 valori, in due diversi disegni, raffiguranti però il medesimo soggetto. L’illustrazione, in questo caso, si allontanava maggiormente dalla “tradizione”, e raffigurava lo stemma della Repubblica, composto da due rami di pino (o abete… o un’altra conifera, come si può supporre dalle pigne), caricato delle iniziali della repubblica, a circondare zappa ed ancora incrociate sormontate da un fascio di spighe di grano, con un sole nascente sul basso.
12_Stemma REO.jpg


L’intera serie, detta spesso serie di Čita, è illustrata nell’immagine seguente.
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Alberto Fiorentini
Repubblica usata: mancano una decina di "servizi" ed il "mostro rosa"!
Regno: tra usati e linguellati, una ventina è ancora assente... più 5-6 "servizi" e quasi tutti i "pubblicitari"...
Germania 1872-1945: abbastanza avanzata, soprattutto per il periodo "3° Reich", ma... ce n'é ancora, da fare.

ASFE: Contatore ad oggi: 3.009. La rincorsa prosegue!

Tematiche:
- sto ancora cercando di organizzare in modo logico il materiale (in costante aumento) che ho sui "portieri di calcio"
- rapaci notturni (per la moglie) e cardellini (che erano la passione di mio padre)
- un'idea nascente su geografia e bandiere tramite i francobolli...
- socio n. 6 del SOSIG (e quindi... SOS!)(anche se un po' in stand-by)
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