Collezioni 2.0 - Le esposizioni virtuali online

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prefil
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Re: Esporre una collezione 2,0

Messaggio da prefil »

Roscianum ha scritto:
P.S. I nostri giurati sono d'accordo?
D'accordo!

Ciao: Ciao:
Luca
Luca L.

Emilio Diena: «prima i libri poi i francobolli e dopo le lettere».

Presidente dell'Associazione Italiana di Storia Postale https://www.aisp1966.it/, Consigliere FSFI con delega a manifestazioni e giurie, Consigliere USFI.
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Roscianum
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Re: Esporre una collezione 2,0

Messaggio da Roscianum »

prefil ha scritto:
Roscianum ha scritto:
P.S. I nostri giurati sono d'accordo?
D'accordo!

Ciao: Ciao:
Luca
:evvai:
Grazie Luca
Ciao:
Nilo
Colleziono bolli ed annullamenti fino al 1900 della provincia di Cosenza

"Collezionare francobolli è il primo passo verso l'alienazione mentale"
Honore de Balzac
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fabrizio544
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Re: Esporre una collezione 2,0

Messaggio da fabrizio544 »

Erik ha scritto:.............Visto che a volte il concetto di rarità può variare a seconda di chi ne parla (tu hai detto almeno 13 punti, io potrei dire che già 10 o 11 indicano un pezzo raro, a un altro potrebbe sembrare raro un 7 punti... e poi ci sono tutte quelle cose che sui cataloghi non le trovi), si invita piuttosto l'espositore a specificare in maniera più precisa il grado di rarità (es.: unico conosciuto, tre pezzi conosciuti, meno di dieci pezzi conosciuti, e via dicendo), cosa che, oltretutto, mette in mostra anche le conoscenze specifiche dell'espositore in quel settore.La rarità di un pezzo può essere evidenziata anche graficamente, ad esempio esponendo il pezzo in un foglio da solo, o comunque in maniera che si distingua dagli altri a colpo d'occhio.
L'espositore ha inoltre a disposizione il modulo di presentazione della collezione, riservato alla giuria, in cui può evidenziare tutti i pezzi più rari, citando anche tutti i punteggi e le fonti che vuole.
Comunque non è che se scrivi "rarissimo" sotto un pezzo ti viene dimezzato il punteggio, diciamo che se trovi il giurato a cui gira storto può segnalartelo e consigliarti di modificarlo, se la cosa è ripetuta molto frequentemente e magari non proprio a proposito (vedi il diverso concetto di rarità che ci può essere tra una persona e l'altra, di cui parlavo prima), al limite ci puoi perdere 1 punto, ma in genere non più di questo. Dunque è possibilissimo che tu abbia visto una collezione da medaglia d'oro con tali descrizioni.

Ciao:
buonasera

leggevo con interesse il presente post.
Tra le tante cose che ancora dovrò capire e studiare mi sovviene una domanda da pivello del mondo espositivo.

Si suggerisce per non dire che si raccomanda di indicare la rarità di un oggetto nel modo più specifico possibile evitando definizioni arbitrarie come raro rarissimo non comune ecc...
certo la conoscenza del settore scelto per l'esposizione dovrebbe essere massima ma ritengo che non sempre si possa arrivare a definire la rarità di un oggetto con un numero( x pezzi conosciuti/ non più di x conosciuti).
Credo di poter dire che in tanti casi / settori si possa riconoscere ed indicare la semplice rarità di un oggetto proprio perché in anni di ricerca se ne sono visti davvero pochi ma lasciarsi andare ad una affermazione assoluto quale potrebbe essere un numero potrebbe esporre il collezionista/espositore a smentite imbarazzanti.
Ovviamente questo è un mio pensiero e chiedo ai più esperti nonché stimati giurati una delucidazione.
Saluti
Fabrizio

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Andrea61
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Re: Esporre una collezione 2,0

Messaggio da Andrea61 »

fabrizio544 ha scritto: ... lasciarsi andare ad una affermazione assoluto quale potrebbe essere un numero potrebbe esporre il collezionista/espositore a smentite imbarazzanti.
Credo che la ragione sia esattamente questa: "obbligare" (le virgolette sono d'obbligo) il collezionista a esplicitare dichiarazioni di rarità solo quando è assolutamente certo di quello che dice.

Una non circostanziata dichiarazione di "raro", "non comune" et similia, è un modo di tirare la giacchetta al giurato senza esporsi troppo.

Bisogna anche dire che una dichiarazione documentata di rarità va a tutto beneficio del collezionista che mostra così conoscenza e approfondimento.

Il punto debole della normativa, secondo me, è che è di fatto applicabile quasi esclusivamente a materiale classico, che in certi casi è censito. A parte rare eccezioni, dare quantificazioni precise di rarità per materiale moderno è impossibile.
Andrea

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Sono interessato alla Storia Postale e ai Classici di tutto il mondo.
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fabrizio544
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Re: Esporre una collezione 2,0

Messaggio da fabrizio544 »

Andrea61 ha scritto:
Il punto debole della normativa, secondo me, è che è di fatto applicabile quasi esclusivamente a materiale classico, che in certi casi è censito. A parte rare eccezioni, dare quantificazioni precise di rarità per materiale moderno è impossibile.
grazie Andrea della risposta che comprendo e accetto soprattutto nella parte che sopra cito e che riassume perfettamente a cosa mi riferivo.
Per i periodi non classici è impossibile dichiarare una rarità ( che di fatto può essere) indicando un numero certo.
Senza scendere nello specifico posso dire che ho un francobollo di uso comunissimo ma usato dopo una certa data ne ho sino ad ora visti 3/4 e di uno (l' unico) visto qui sul forum qualcuno di ben più esperto di me ha sospettato che la busta fosse stata contraffatta........

Riassumendo: ho una cosa rara :fest: ma che non posso dichiarare tale :cry:

ovviamente la mia ultima frase va letta in senso ironico

grazie ancora
Saluti
Fabrizio

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E. Kant
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Francesco Melone
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Re: Esporre una collezione 2,0

Messaggio da Francesco Melone »

Andrea61 ha scritto:
fabrizio544 ha scritto: ... lasciarsi andare ad una affermazione assoluto quale potrebbe essere un numero potrebbe esporre il collezionista/espositore a smentite imbarazzanti.
Credo che la ragione sia esattamente questa: "obbligare" (le virgolette sono d'obbligo) il collezionista a esplicitare dichiarazioni di rarità solo quando è assolutamente certo di quello che dice.

Una non circostanziata dichiarazione di "raro", "non comune" et similia, è un modo di tirare la giacchetta al giurato senza esporsi troppo.

Bisogna anche dire che una dichiarazione documentata di rarità va a tutto beneficio del collezionista che mostra così conoscenza e approfondimento.

Il punto debole della normativa, secondo me, è che è di fatto applicabile quasi esclusivamente a materiale classico, che in certi casi è censito. A parte rare eccezioni, dare quantificazioni precise di rarità per materiale moderno è impossibile.
Caro Andrea,
nella mia esperienza di collezionista espositore di Napoli con una collezione di filatelia classica, ho dapprima sempre preso atto dei consigli di alcuni giurati che fin dalle mie prime esposizioni mi hanno vivamente consigliato di evitare di usare parole come "raro", "estremamente raro" e così via; poi col tempo mi sono reso conto che poteva essere utile esprimere il frutto del tempo da me impiegato per approfondire le conoscenze su quel determinato annullo o su quella determinata varietà, tempo speso sia con il confronto della letteratura di autorevoli studiosi che con quello speso valutando gli innumerevoli cataloghi d'asta pervenuti negli anni e da me conservati come utili elementi di studio sui vari argomenti. In tal modo, quando poi ho espresso il numero preciso delle lettere o dei francobolli conosciuti con quel particolare annullo o varietà, mi è sembrata una logica conseguenza di quanto detto: ho messo cioè a frutto il tempo da me impiegato, senza che da parte mia ci fosse un intento speculativo o di pura esibizione didascalica, che sarebbe stata oggetto di facile contestazione se non fosse stata sostenuta da quelle effettive conoscenze.
E' evidente che prima di esprimere il numero preciso mi sono documentato con assoluta certezza di quanto dichiaravo e, nel momento in cui non ne ero assolutamente certo, indicavo quel numero non in assoluto ma come riferito alle conoscenze a me note.
Al di là di quello che si espone e del numero delle rarità dichiarate come tali, credo che conti molto per i giurati (mi riferisco in particolare a quelli dotati di grandi conoscenze e sensibilità), oltre alla valutazione della qualità ed effettiva rarità dei pezzi esposti, percepire l'equilibrio compositivo, quello che il collezionista ha voluto "comunicare" e soprattutto il suo stile espositivo.
Ringrazio e porgo cordiali saluti.
Francesco Melone

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