D'accordo!Roscianum ha scritto:
P.S. I nostri giurati sono d'accordo?
Luca
D'accordo!Roscianum ha scritto:
P.S. I nostri giurati sono d'accordo?
prefil ha scritto:D'accordo!Roscianum ha scritto:
P.S. I nostri giurati sono d'accordo?
Luca
buonaseraErik ha scritto:.............Visto che a volte il concetto di rarità può variare a seconda di chi ne parla (tu hai detto almeno 13 punti, io potrei dire che già 10 o 11 indicano un pezzo raro, a un altro potrebbe sembrare raro un 7 punti... e poi ci sono tutte quelle cose che sui cataloghi non le trovi), si invita piuttosto l'espositore a specificare in maniera più precisa il grado di rarità (es.: unico conosciuto, tre pezzi conosciuti, meno di dieci pezzi conosciuti, e via dicendo), cosa che, oltretutto, mette in mostra anche le conoscenze specifiche dell'espositore in quel settore.La rarità di un pezzo può essere evidenziata anche graficamente, ad esempio esponendo il pezzo in un foglio da solo, o comunque in maniera che si distingua dagli altri a colpo d'occhio.
L'espositore ha inoltre a disposizione il modulo di presentazione della collezione, riservato alla giuria, in cui può evidenziare tutti i pezzi più rari, citando anche tutti i punteggi e le fonti che vuole.
Comunque non è che se scrivi "rarissimo" sotto un pezzo ti viene dimezzato il punteggio, diciamo che se trovi il giurato a cui gira storto può segnalartelo e consigliarti di modificarlo, se la cosa è ripetuta molto frequentemente e magari non proprio a proposito (vedi il diverso concetto di rarità che ci può essere tra una persona e l'altra, di cui parlavo prima), al limite ci puoi perdere 1 punto, ma in genere non più di questo. Dunque è possibilissimo che tu abbia visto una collezione da medaglia d'oro con tali descrizioni.
Credo che la ragione sia esattamente questa: "obbligare" (le virgolette sono d'obbligo) il collezionista a esplicitare dichiarazioni di rarità solo quando è assolutamente certo di quello che dice.fabrizio544 ha scritto: ... lasciarsi andare ad una affermazione assoluto quale potrebbe essere un numero potrebbe esporre il collezionista/espositore a smentite imbarazzanti.
grazie Andrea della risposta che comprendo e accetto soprattutto nella parte che sopra cito e che riassume perfettamente a cosa mi riferivo.Andrea61 ha scritto:
Il punto debole della normativa, secondo me, è che è di fatto applicabile quasi esclusivamente a materiale classico, che in certi casi è censito. A parte rare eccezioni, dare quantificazioni precise di rarità per materiale moderno è impossibile.
Caro Andrea,Andrea61 ha scritto:Credo che la ragione sia esattamente questa: "obbligare" (le virgolette sono d'obbligo) il collezionista a esplicitare dichiarazioni di rarità solo quando è assolutamente certo di quello che dice.fabrizio544 ha scritto: ... lasciarsi andare ad una affermazione assoluto quale potrebbe essere un numero potrebbe esporre il collezionista/espositore a smentite imbarazzanti.
Una non circostanziata dichiarazione di "raro", "non comune" et similia, è un modo di tirare la giacchetta al giurato senza esporsi troppo.
Bisogna anche dire che una dichiarazione documentata di rarità va a tutto beneficio del collezionista che mostra così conoscenza e approfondimento.
Il punto debole della normativa, secondo me, è che è di fatto applicabile quasi esclusivamente a materiale classico, che in certi casi è censito. A parte rare eccezioni, dare quantificazioni precise di rarità per materiale moderno è impossibile.