fildoc ha scritto:Filanci pone il testo come virgolettato e conoscendo la sua precisione sono sicuro che intende cosi' indicare una trascrizione di un documento originale.
Le fasi sono 4 segnate in vari colori diversi e numerate in ocra, mentre il momento del ritocco è quello indicato con la lettera A azzurra.
E no: questa non è una fonte! Questo è un testo riportato ed è riportato così come scritto da Piero Zanetta nei suoi articoli su Filatelia. Ma nemmeno Pietro Zanetta cita o mostra la fonte. C'è un punto fondamentale: tutta la corrispondenza che c'è nell'archivio De La
Rue è o in inglese o in francese. I De La
Rue non scrivono mai in italiano quindi il testo in italiano, in assenza della visione di un originale De la
Rue scritto nella nostra lingua è da ritenere una traduzione: fatta quando e da chi rimane da scoprire.
cirneco giuseppe ha scritto:Naturalmente questo che ci mostra Massimiliano, si riferisce alla fattura del conio per le marche da bollo.
Quindi il conio originale è il master della situazione. Questo fu usato per le marche da bollo, mentre per i francobolli fu affidato al Wyon il compito di preparare un nuovo conio partendo dal master.
Pino, da dove ti viene questa certezza dell'affidamento a Wyon dell'incisione di un "nuovo conio" per i francobolli? Anch'io ero convinto che il "punch n.2" (nota il nome:
punch non
die) fatturato il 30 giugno 1863 insieme alle tavole per i francobolli fosse un lavoro di Wyon (tesi sposata anche da Zanetta). Filanci ha ampiamente dimostrato che Wyon lavorò al testa del re per le buste postali: e a ulteriore conforto degli abbondanti dati prodotti da Filanci, giusto una considerazione tecnica: Wyon non era un incisore ma uno scultore e medaglista (sua la medaglia da cui fu tratto il profilo di Vittoria per il penny black): per le buste la testa era prevista a rilievo, quindi fu a lui che affidarono l'esecuzione del bassorilievo necessario. Ed essendo un artista ben più famoso e quotato di Joubert, non vedo proprio come avrebbe accettato di modificare il lavoro di un altro, oltretutto eseguito con una tecnica che non era il suo pane quotidiano (o, visto che era inglese, la sua
cup of tea). E sempre a proposito di questa fattura del 30 giugno: le 800 sterline non erano per il
punch n.2 (che sarebbe stata una somma spropositata, visto che la prima incisione era costata 200 sterline) ma per il punzone, 8
special dies (gli otto conii) e 8 tavole da 400 esemplari.
cirneco giuseppe ha scritto:La preparazione di questo nuovo conio dovrebbe aver seguito questa fasi:
1 --il master viene pressato su un blocchetto d'acciaio dolce per la preparazione di un punzone,
2 --il punzone viene pulito delle parti da modificare, ad esempio il cerchio e le scritte intorno all'effige,
3--viene temprato,
4--dal punzone si ricava il nuovo conio per riporto su un 'altro blocchetto d'acciao dolce,
5--su questo conio vengono apportate le nuove modifiche dal Wyon.
E sarà questo nuovo conio che poi verrà fatturato il 30 giugno, ed è quello che io, nel mio schema definivo conio principale, ma solo riferendomi al processo di preparazione dei francobolli.
Pino ho numerato le fasi per meglio capirci: detto che Wyon non è intervenuto nè su punzoni nè su conii dei francobolli, il
punch n.2 è bell' e pronto alla fine della fase 3: se veramente si fosse arrivati alla fase 6, dove si ha per le mani un conio (
die) bisognava ripetere la fase 1 e 3 per avere un punzone nuovo (
punch).
Michele