L'dea di usare una semplice, singola lettera dell'alfabeto a scopo di propaganda di guerra fu di Victor de Laveleye, un rifugiato belga, divenuto speaker di Radio Londra che, in una trasmissione diretta al suo Paese occupato dai Tedeschi, il 14 Gennaio 1941 incitò i connazionali a tracciare là dove essa poteva essere vista e notata (edifici pubblici, vie cittadine e non, monumenti, ...) questa lettera, a significare, per gli occupanti: sarete sconfitti!.
Questo invito ad una forma apparentemente modesta di resistenza ai Nazisti fu imitato, a partire dal Febbraio successivo, da tutte le trasmissioni di Radio Londra nella lingua dei Paesi sotto il tallone dell'Asse.
L'appello veniva ripetuto ed ebbe un pronto accoglimento da parte degli ascoltatori ai quali era diretto: le minacciose (per i Tedeschi e i loro alleati) V cominciarono a fiorire un po' dovunque nell'Europa occupata.
I Nazisti reagirono brutalmente sul piano della repressione nei confronti di chi veniva sorpreso a tracciare il segno. Nel Protettorato di Boemia e Moravia (altrove non posso dire), però, essi ritennero di dovere reagire anche sul piano della propaganda, o meglio, della contropropaganda.
Perché non usare la V di vittoria a proprio vantaggio? Dopo tutto se gli Alleati speravano di vincere, nel 1941 era l’Asse che stava vincendo su tutti i fronti.
Inoltre, appropriarsi della lettera-simbolo ed usarla massicciamente e legalmente, avrebbe probabilmente indotto chi la usava clandestinamente a desistere dal tracciarla o, quantomeno, avrebbe ingenerato confusione.
Ecco dunque che le vie di Praga, Brno, Olomouc, Pilsen furono tappezzate da manifesti e cartelloni con gigantesche V a sottolineare le vittorie del Reich, spacciate per vittorie della “Nuova Europa”, ecco i giornali tollerati dai Nazisti inserire in spazi in prima pagina la V, con la spiegazione di contro chi ed a favore di cosa queste vittorie si stavano ottenendo, ecco superfici di storici edifici trattati come spazi di affissione per il medesimo messaggio. Era abbastanza conseguente che il messaggio stesso fosse “appiccicato” anche sulla corrispondenza, in modo da raggiungere i Cechi anche nell’intimità delle loro case. Questo a partire dal 17 Luglio 1941.
Ecco un esempio di quest’ultimo espediente propagandistico:
Si tratta della raccomandata di un notaio indirizzata probabilmente ad un cliente.
Il testo, bilingue, è semplice ed è impresso tramite un timbro di gomma:
“Viktoria !! Deutschland siegt an allen Fronten für Europa!“ – "Vítězství!! Říše (altrove "Německo") vítězí na všech frontách pro Evropu!“, cioè: "Vittoria!! Il Reich (altrove "la Germania") vince su tutti i fronti per l'Europa!".
Nei miei timbri, nella dicitura in Ceco, invece che “Německo“ cioè "Germania“ si trova la parola "Říše“ che significa, appunto, "Reich“.
Oltre al timbro, che veniva aggiunto ai normali segni postali su buste e cartoline, furono usati anche veri e propri annulli postali, meccanici (non ne possiedo, per ora) e manuali, come questo:
Un esempio di timbro ed annullo sullo stesso oggetto (filatelico):
Un ultimo esempio, il quarto del quale dispongo, una busta con tariffa per stampati:
La vicina Svizzera, tuttavia, mostrò di non gradire questo tipo di propaganda.
La corrispondenza proveniente dal Protettorato ed indirizzata colà che recava il “nostro” timbro o annullo, veniva respinta in nome della condizione di neutrale della Confederazione. Ecco una busta così trattata la cui immagine ho trovato nel web:
Nel foglietto applicato sulla busta per spiegare le ragioni del respingimento è indicato l'articolo del regolamento dell'UPU che lo giustifica.
Rimane da chiedersi se questa campagna propagandistica abbia corrisposto alle speranze degli occupanti. La risposta è negativa. Costoro avevano sottovalutato l’inventiva e la fantasia dei Cechi che seppero elaborare quella V con opportune aggiunte in modo da fare bene intendere che essi speravano nella vittoria non certo di coloro i quali, nell'Autunno del 1938, avevano assassinato la Cecoslovacchia, ma delle forze che avrebbero potuto vendicare le scelte della conferenza di Monaco. Quella V, nella sua semplicità grafica, divenne un’arma a doppio taglio, talchè dopo qualche mese essa scomparve dagli orizzonti delle persone che vivevano nel Protettorato di Boemia e Moravia. Le ultime stampigliature che acclamavano alla Vittoria del Reich sono del 30 Dicembre 1941.
Oltretutto le armate di Hitler già dal Natale di quell’anno, avevano interrotto, alla periferia di Mosca, la loro avanzata “irresistibile”.
![Saluto Ciao:](./images/smilies/ciao.gif)
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