Questo è il primo:
Nell'appendice vediamo, oltre al ritratto del commemorato, una sua coppa cerimoniale e l'elemento architettonico costituito da una delle finestre circolari della sinagoga "vecchia-nuova" "Staronová synagoga" , il meraviglioso edificio gotico del cuore del ghetto praghese che è la più antica sinagoga d'Europa (XIII secolo).
Una finestra:
La costruzione:
Nel francobollo, accanto al ritratto, oltre ad altri elementi del medesimo edificio, si vede il simbolo della comunità ebraica praghese con, al centro della stella a sei punte, il famigeratio copricapo imposto agli Ebrei:
L'emissione ricorda i quattro secoli trascorsi dalla morte di Rabbi Judah Loew (Löw). Se noi lo conosciamo, forse, a causa della leggenda del Golem, qui è ricordato in quanto studioso e capo della comunità ebraica di Praga tra la fine del 16° secolo e l'inizio del 17°. Nella capitale boema fondò e diresse una scuola talmudica (yeshivà) e trova posto, nella storia della cultura ceca, accanto al fondatore della moderna pedagogia Jan Amos Komenský.
Viene spesso associato ad un'altra figura storica, quella di Rodolfo II d'Asburgo, re di Boemia ed imperatore del Sacro Romano Impero che trasferì a Praga la sede imperiale e fece del castello di Hradčany un luogo d'incontro e di scambio di idee per insigni studiosi ed artisti di tutta Europa. Rodolfo e Rabbi Loew si conobbero e si stimarono. Presso l'imperatore Loew ebbe modo di difendere con un qualche successo (ricordo che siamo in pieno periodo di Controriforma) la comunità ebraica praghese.
Quando andai per la prima volta a Praga alcuni anni fa feci questa foto della tomba di Rabbi Loew (presa lateralmente), nello storico cimitero ebraico:
In uno dei luoghi più frequentati dai turisti, la sepoltura di Judah Loew ispira ancora momenti di meditazione e di preghiera.
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Va fatto riferimento all'atmosfera controriformistica se si vuole apprezzare anche l'avvenimento ricordato da quest'altro commemoratico ceco:
Vi si ricordano i quattrocento anni trascorsi dalla promulgazione della "Lettera di Maestà", tramite la quali Rodolfo II consentiva libertà di culto e di organizzare la propria Chiesa ai Cristiani non Cattolici del regno di Boemia. Un'apertura quasi inimmaginabile a pochi decenni dal concilio di Trento (1545-1563), che segnò la definitiva rottura fra Chiesa di Roma e Protestanti e rese impossibile per questi ultimi praticare apertamente la loro fede nei Paesi cattolici.
La tormentata figura di Rodolfo, l'imperatore la cui vita fu caratterizzata dal graduale aggravarsi di una malattia mentale che lo condusse, nel 1611, all'abdicazione a favore del fratellastro Mattia, venne ricordata dalle Poste ceche con questo foglietto, nel 1997:
Lo stile delle raffigurazioni è "arcimboldesco", cioè è ispirato allo stile pittorico del pittore Giuseppe Arcimboldo (o Arcimboldi). Questi componeva le opere per le quali fu ed è famoso, inserendo nelle raffigurazioni elementi quali fiori e frutti. Arcimboldo fu ospite a Praga di Rodolfo II, che lo teneva in gran conto e lo insignì anche del titolo di conte palatino. Per la sterminata collezione dell'imperatore realizzò diverse tele, fra le quali questa:
Rodolfo vi è ritratto come l'antica divinità italica di Vertumno, preotettrice di messi e frutti nel momento della maturazione.
Questo dipinto ed altri, sia di Arcimboldo che di altri grandi artisti, divenne preda della soldataglia svedese che, nel 1648, quasi al termine della guerra dei Trent'anni, saccheggiò Praga e le collezioni rodolfine conservate nel castello di Hradčany. Oggi chi volesse ammirare queste cose dovrebbe arrivare a Stoccolma.
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