
Incomincio,da oggi, a "presentare " alcuni importanti "personaggi" della corte borbonica o a essa legati. Incomincio con una splendida e indimenticabile presenza femminile,con un testo di Davide Mele . felice lettura!gianni tramaglino
Maria Sofia di Borbone, la regina del sud Maria Sofia nacque nel 1841 a Possenhofen in Baviera da Massimo, duca di Baviera, e da Ludovica di Wittelsbach. Quinta di nove figli, sorella della più nota Elisabetta, conosciuta come la principessa Sissi che sposò nel 1854 il ventiquattrenne Francesco Giuseppe, Imperatore d'Austria. Maria Sofia trascorse la giovinezza in Baviera, crescendo serenamente tra rigogliosi e verdi boschi, tra serene partite di caccia, sotto gli sguardi devoti e premurosi dei familiari . Di carattere aperto, pronta a fare amicizia con le persone più umili, indipendente e anticonformista andava spesso contro le consuetudini dell’epoca, amava l’equitazione, il nuoto, la scherma, la fotografia; spesso tirava di carabina e fumava, cosa impensabile per una donna della sua epoca e del suo rango. Nel 1858, a 17 anni, fu promessa a Francesco di Borbone, duca di Calabria ed erede al trono delle Due Sicilie; il matrimonio avrebbe dovuto rafforzare i legami con l’impero austriaco. Maria Sofia non conosceva di persona Francesco II, aveva avuto però, la possibilità di vederlo raffigurato in una miniatura dalla quale appariva di aspetto gradevole. L’ 8 gennaio 1859 i due si unirono in matrimonio. Bella e affascinante, la sua figura, la sua voce, il suo sguardo, il suo coraggio, la sua fierezza, la sua classe conquistarono presto il popolo meridionale sconvolgendo soprattutto la tradizionalista corte borbonica. Diventata regina all’età di diciotto anni, dovette immediatamente affrontare i problemi di un regno in crisi, in cui il marito si lasciava prevaricare dalla matrigna, la regina Maria Teresa. Fu tuttavia il suo fascino e la sua caparbietà ad influenzare maggiormente Francesco nelle sue scelte economiche e politiche. Di ideali liberali, Maria Sofia aveva capito che l’unico modo di salvare il regno ormai in rovina, era quello di appoggiare il partito costituzionale e favorire così una rapida rivoluzione in senso liberale della società napoletana. Appoggiò per questo la nomina a capo del governo del liberale Carlo Filangieri di Satriano, si propugnò nell’abolizione della schedatura dei cittadini sospetti di liberalismo e tentò di persuadere il marito a concedere spontaneamente la costituzione proponendo un regime costituzionale sul modello bavarese. I suoi sforzi però si dimostrarono vani, Francesco II, stretto tra il partito reazionario, facente capo alla matrigna, all’aristocrazia e al clero, e il partito costituzionale i cui promotori erano Maria Sofia ed il principe Filangieri, scelse il primo, chiudendosi nel più stretto conservatorismo e causando le dimissioni del capo del governo. Maria Sofia nonostante aveva visto svanire le sue speranze, continuò a perorare la causa costituzionalista fino alla fine, quando ormai troppo tardi, Francesco II decise di dare al regno la costituzione. Intanto i garibaldini invadevano il regno delle Due Sicilie e fra tradimenti e corruzioni da parte degli alti ufficiali borbonici e degli esponenti del governo, giunsero alle porte di Napoli, costringendo i sovrani a rifugiarsi nella fortezza di Gaeta. È qui che gli ultimi sovrani di Napoli, Francesco II e Maria Sofia, guadagnarono gloria e fama per la loro crepuscolare dinastia. Lontana dalle ipocrisie e dalle asfissianti regole di corte, in un'atmosfera spartana ed eroica, l’ultima regina del sud mostrò tutta la sua vitalità e tutto il suo orgoglio passando le sue giornate sugli spalti, incoraggiando gli artiglieri, visitando i feriti negli ospedali. Vestì degli abiti maschili, imbracciò la carabina, si portò in prima linea sparando assieme ai soldati, dando a loro forza e coraggio. L’eroina di Gaeta, proprio grazie al suo ostinato amore per una patria ormai perduta, al suo coraggio, al suo orgoglio, conquistò l’attenzione e la simpatia dei cronisti e dei letterati di tutta Europa, scrissero di lei Daudet, D’Annunzio e Proust nella sua Ricerca del tempo perduto, ma attirò anche la devozione ed i servigi di romantici ufficiali legittimisti, ex militari e cavalieri di tutta Europa come il barone francese Klitsche De La Grange, Emilio De Christen, parente di Napoleone III, il marchese belga di Trozègies, il nobile tedesco Carlo Kalkreuth di Gotha, il tedesco Zimmermann, il bretone De Langlais, Rafael Tristany, ed ultimo il generale legittimista spagnolo Josè Borges che, catturato a Tagliacozzo dalle truppe piemontesi, finì davanti al plotone d'esecuzione scatenando un’ondata di sdegno in tutta Europa. Maria Sofia e Francesco II persa Gaeta, si rifugiarono a Roma presso la corte papale. Da qui organizzarono la resistenza borbonica attraverso le bande dei briganti che agirono, nonostante le leggi speciali emanate dal neocostituito governo italiano, fino al 1865. Proprio a causa dell’intesa attività organizzativa, Maria Sofia si trovò al centro di un vasto piano di calunnie, organizzate dal governo piemontese, che raggiunse il culmine nel 1862 con un oltraggioso attacco diffamatorio. Vennero infatti distribuite in tutte le corti d’Europa, delle fotografie che ritraevano la regina Maria Sofia nuda in posizioni oscene davanti alla foto del Papa e in una vasca da bagno pieni di falli giganti. Immenso fu lo sdegno in tutte le corti d’Europa e non tardarono ad arrivare lettere di protesta e di indignazione presso Francesco II, il quale, religio cresciuto nel culto della madre religiosissima , non aveva mai visto la moglie nuda nemmeno in privato. Mai nella storia, nessuna regina aveva subito una tale violenza morale. Il trucco però venne presto svelato, le indagini della polizia pontificia portarono alla scoperta e all'arresto degli autori dei clamorosi falsi : i coniugi Antonio e Costanza Diotallevi, dilettanti fotografi dal passato burrascoso, i quali avevano apposto il viso di Maria Sofia al corpo di una prostituta. All’epoca non si sapeva dell’esistenza dei fotomontaggi e l’immagine della regina restò compromessa per sempre. In seguito alla sconfitta del brigantaggio e alla perdita di ogni speranza di riconquistare il regno, la coppia si rifugiò in Francia. Maria Sofia morì a 84 anni nel 1925 a Monaco. Aveva avuto una figlia mai riconosciuta, concepita nella storia d'amore con un ufficiale del suo esercito e una neonata legittima che morì a tre mesi. Nel 1894 il marito morì di malattia, la figlia illegittima di tisi, la sorella minore in un rogo scoppiato nella tenda dove a una festa di beneficenza vendeva manufatti, la sorella Elisabetta (Sissi) muore accoltellata. Dal 1984 le spoglie di Maria Sofia, assieme a quelle di Francesco II, sono finalmente sepolte nella Chiesa di Santa Chiara a Napoli.
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