Willy ha scritto:....quotazioni a mio avviso un po' troppo fantasiose e libertine, senza una precisa logica di mercato.
Mi sento completamente d'accordo con Andrea:
Andrea61 ha scritto:Nihil sub sole novi.
Comunque stai tranquillo che una logica c'è.
La logica c'è.
Eccome.
Quella di Bolaffi.
All'inizio della mia passione filatelica, risalente a quasi un paio d'anni (dimenticando la passione estemporanea adolescenziale) prendevo i listini per oro colato.
Molto più che una linea guida.
Ora, che ho superato l’aspetto economico quale imput collezionistico (pur senza dimenticarlo più che altro per cercare, imparando, almeno a non acquistare malamente) mi sento di condividere l’approccio che fanno del catalogo molti collezionisti: serve solo per cercare di organizzare al meglio e con completezza le proprie collezioni.
Ed il valore di catalogo serve solo per avere un’idea.
Questo è il mio parere, ditemi se è condivisibile.
Mi è capitato di guardare quel determinato francobollo di medio valore su cataloghi aggiornati, sia italiani che inglesi, americani, tedeschi…insomma, da un po' di ogni parte del mondo.
100,00 Euro per Unificato, 75,00 Euro per lo Stanley Gibbons SG, 80,00 Euro per lo Scott e…135,00 Euro per il Bolaffi.
Fermo restando che un catalogo dovrebbe essere una pubblicazione super partes, la realtà è che nella filatelia, sui prezzi, regni più anarchia che nel mondo degli pneumatici.
Mi spiego meglio.
Qualche anno fa, si leggevano i listini degli pneumatici sulle riviste, poi andavi dal primo gommista e ti vedevi praticare comodamente lo sconto del 60%.
Se poi “giravi” un po', le trovavi al 70% di sconto.
Cosa servivano dei prezzi gonfiati, se non a prendere in giro il pubblico?
Con la crisi attuale, ma soprattutto con Internet, i prezzi si sono allineati con un certo criterio.
Almeno per le marche.
Infatti oggi, il gommista “furbo” offre a prezzi folli…solo pneumatici di scarsa se non pessima qualità prodotti nei paesi dell’Est o nell’Asia.
Ovvero, sembra che ti regalino, ma ti danno (a prezzi ridicoli) solo della porcheria.
SG vende i francobolli che cataloga – nessuno escluso – Scott e Michel…non saprei, ma Unificato, pur non vendendo, è evidente che faccia parte del business (senza nessuna critica) e lo si vede con i valori delle FDC o, come sempre, proponendo prezzi che ovunque vengono scontati del 40/50% presso qualunque commerciante di filatelia, ed in alcuni casi anche dell’80% presso case di aste e così via.
Bolaffi?
Ma Bolaffi non fa altro che pubblicare una rivista (che a me piace moltissimo) che altro non è che un pretesto per proporre comunque la propria merce.
Bolaffi, ritengo, ha un mercato particolare: nessuno o pochissimi che accedono ad internet, ma soprattutto ha un pubblico (credo) facoltoso e tradizionalista, anche di una età diciamo…consolidata.
Pubblico certamente maturo di esperienza, ma poco incline a certe novità, intese come canali di informazioni.
Di fatto, quando parlo con collezionisti anche più o meno della mia età (50 anni) ma che odiano internet, e soprattutto detestano certe…novità, mi danno tutti contro quando dichiaro che dai soliti delle case d’aste il Gronchi rosa si può acquistare a molto, molto meno che non le cifre dei cataloghi.
Chiaro.
Vanno da 30 anni nella stessa bottega a comprare, od al massimo una volta all’anno nel prestigioso negozio del capoluogo di provincia…
Intendiamoci: il più fesso di loro mi può fare la barba 36 volte senza che me ne accorga, però, nella mia inesperienza filatelica, comunque cerco di non scartare nessuna novità e, soprattutto quelle che potrei dire…una pluralità di informazione filatelica.
Tornando all’argomento, concluso dicendo che Bolaffi fa bene a scrivere che questo francobollo vale mille.
Perché evidentemente glielo acquistano a mille, meno uno sconto accettabile (per Bolaffi).
Ma a me la logica di Bolaffi non stupisce nemmeno un po'.
Era la stessa dei gommisti.