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L'ex caporale Adolf Hitler nella Bibbia del Nazismo, il "Mein Kampf", libro fra i più citati ma fra i meno letti. aveva (fra l'altro) posto come primario il problema della riunificazione in uno stesso Reich di tutti i Tedeschi, ovunque si trovassero. Già dal 1935 il Führer aveva denunciato le clausole del trattato di pace di Versailles, fra le quali si trovava quella del divieto dell'unificazione di Germania ed Austria. Un primo tentativo di Anschluss (= unificazione) fra Germania ed Austria si era avuto nel 1934, culminato con l'insurrezione armata a Vienna dei Nazisti locali sfociata nel sequestro del cancelliere Engelbert Dollfuß e nel suo assassinio (25 luglio 1934). Allora Hitler, ispitatore del putsch, aveva dovuto rinunciare ai suoi piani sull'Austria non a causa dell'interposizione delle potenze democratiche europee, ma per l'invio alla frontiera del Brennero di quattro divisioni dell'esercito italiano, ordinato da Mussolini in difesa dell'indipendenza austriaca. All'inizio del 1938 Italia fascista e Germania nazista, specie per effetto della crisi etiopica e dell'intervento di entrambe le potenze totalitarie nella guerra civile spagnola, si erano avvicinate politicamente ed oramai agivano di concerto sulla scena della politica internazionale. Hitler era, a questo punto, consapevole di potere agire impunemente nei confronti della "Marca orientale tedesca", la cui annessione era vista come prima tappa nella marcia verso il Grande (e millenario) Reich. Il via libera per l'azione fu dato dalla salita al cancellierato austriaco di Arthur Seyss-Inquart , leader dei Nazisti austriaci, a seguito delle dimissioni, pretese da Berlino, del cancelliere Kurt Schuschnigg, contrario ai piani di Hitler.
Tra l'11 e il 12 Marzo 1938 le truppe germaniche entrarono in Austria senza incontrare la minima resistenza ed il 14 dello stesso mese Hitler fu in visita a Vienna fra il delirio popolare. Gran Bretagna e Francia voltarono la testa dall’altra parte. Nel 1988 l'Austria di oggi ricordò il nefasto avvenimento.
L'annessione era cosa compiuta. Nonostante l'Anschluss si fosse realizzato con un atto di forza, Hitler volle che esso fosse in certo modo legalizzato sul concerto internazionale da una consultazione popolare, a somiglianza dei plebisciti organizzati in varie parti d'Europa dopo la Grande Guerra. Per il 10 Aprile 1938 fu annunciata la chiamata alle urne di tutti i Tedeschi di Austria e Germanaia, per esprimersi su quanto oramai era evvenuto e si era consolidato. Per comprendere quanto il plebiscito dull'Anschluss sia stato una farsa assoluta basta osservare la scheda elettorale predisposta:
Il quesito sulla scheda recitava: "Sei d'accordo con la riunificazione dell'Austria con il Reich tedesco avvenuta il 13 marzo 1938?". Ripeto: una farsa assoluta. Da notare lo spazio riservato al cerchietto contrassegnante il "NO". Non era neppure pensabile un esito del plebiscito diverso da quello voluto da Hitler.
Tuttavia, nella ventina di giorni precedente la data della consultazione, si svolse una martellante campagna per il "SI'" all'annessione. E questa campagna coinvolse anche il campo postale. L'8 Aprile comparve un francobollo celebrativo dell'Anschluss in due versioni con identico soggetto e colore, una curata dalla stamperia di Stato tedesca e l'altra dalla stamperia austriaca:
Nell'immagine l'emissione è isolata in rosso sulla busta: a sinistra il valore stampato in Germania ed a destra quello curato in Austria; per entrambi la dicitura "Deutsches Reich".
Oltre ai francobolli, la campagna propagandistica fu caratterizzata anche dall'uso di particolari annullamenti o timbri sulla corrispondenza.
Questo un esempio in Germania:
Un esempio in Austria (in questo caso un timbro):
Il testo "Am 10. April dem Führer Dein Ja" si può tradurre: "Il 10 Aprile il tuo sì al Führer". Notare l'identificazione fra persona di Hitler e Nazione.
Inutile dire che per il "sì" si pronunciò la quasi totalità dei convocati alle urne, nella misura di oltre il 99%, sia in Austria che in Germania.
Un annullo celebrò, a Vienna, ad urne aperte, il plebiscito, che in realtà fu organizzato come atto di sottomissione alla volontà del Führer:
Il testo: "Ein Volk, ein Reich, ein Führer".
L'Austria, come è noto, recuperò l'indipendenza dopo il 1945. Tuttavia non si può nascondere il fatto che l'adesione all'Anschluss in Austria sia stata entusiastica e profondamente sentita oltre che duramente pagata. Nell'immediato dopoguerra il governo austriaco tentò in tutti i modi di accreditarsi some vittima del Nazismo, anche attraverso l'emissione di francobolli:
Il dato storicamente rilevante della vittoria di Hitler fu questo: le due principali (e quasi uniche) potenze democratiche europee, Francia e Gran Bretagna, non si erano minimamente opposte all'atto di forza di Hitler ed il Führer si convinse che esse erano disposte a qualunque concessione pur di evitare la guerra. E questo fu il piano inclinato sul quale il Mondo rapidamente scivolò verso la catastrofe della seconda guerra mondiale, con la tappa intermedia della vergogna del patto di Monaco e del sacrificio della Cecoslovacchia.

