Stampa dei francobolli della 1 emissione - Museo della Stampa di Cornuda - Incontro con Otto Voetter

Forum di discussione sulle emissioni e la storia postale del Regno Lombardo-Veneto.

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fildoc
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Re: Visita al museo....

Messaggio da fildoc »

il foglio veniva raccolto dalle stecche ...
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Re: Visita al museo....

Messaggio da fildoc »

....e quindi appoggiato sulla risma dei fogli stampati.
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Re: Visita al museo....

Messaggio da fildoc »

La nostra soddisfazione è immensa!!!!!!!!!!!!!!!!
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Re: Visita al museo....

Messaggio da fildoc »

Una giornata indimenticabile!!!!!!
Giandri mi immortala in un momento di grande gioia!!!!!!!!!!
:fest: :fest: :fest: :fest: :fest: :fest: :fest: :evvai: :evvai: :evvai: :evvai: :evvai: :evvai: :evvai: :evvai: :clap: :clap: :clap: :clap: :clap: :clap:
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Daniele
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Re: Visita al museo....

Messaggio da Daniele »

:wow: Hanno il clichè del 15 centesimi? e anche quello degli altri valori?

;-)
saluti invidiosi
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robymi
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Re: Visita al museo....

Messaggio da robymi »

Ora che hai imparato a stamparli, non cominciare a vendere blocchi e quartine nuovi su ebay...
Roberto
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branca_leone
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Re: Visita al museo....

Messaggio da branca_leone »

Grande Doc,
finalmente un p'ò di immagini chiare, hai fatto un lavoro eccezzionale.. :-) :-)
cordialmente
zio Italo
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fildoc
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Re: Visita al museo....

Messaggio da fildoc »

In effetti anch'io mi sono chiarito molti punti ....
Per esempio per l'inchiostro non vi erano barattoli, ma il calamaio che era unico per i vari colori e pertanto richiedeva delle puliture ad ogni stampa di un francobollo diverso.
Ricordo che il rosso carminio (15 cent) è rosso piu' nero (10 cenT)
Il rosso vermiglio rosso piu' giallo (5 cent)
giallo arancio è fatto dal giallo piu' rosso(15 cent)
il giallo limone piu' o meno verdastro dal giallo piu' l'azzurro (45 cent)
e cosi' via......
Molti colori si possono spiegare piu' facilmente, anche se ovviamente non è l'unica risposta alle variazioni di colore.
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branca_leone
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Re: Visita al museo....

Messaggio da branca_leone »

Ciao,
arrivare a capire il sistema di produzione, materialmente, può far considerare le caratteristiche di stampa in modo più approfondito.. :-) :-)
cordialmete
zio Italo
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Italo
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prefil
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Re: Visita al museo....

Messaggio da prefil »

Grazie Massimiliano!! E grazie anche a giandri!! :clap: :clap: :clap:

Ciao: Ciao:
Luca
Luca L.

Emilio Diena: «prima i libri poi i francobolli e dopo le lettere».

Presidente dell'Associazione Italiana di Storia Postale https://www.aisp1966.it/, Consigliere FSFI con delega a manifestazioni e giurie, Consigliere USFI.
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Paolo Angelini (paoloang)
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Re: Visita al museo....

Messaggio da Paolo Angelini (paoloang) »

Interessantissimo!!!!
:clap: :clap: :clap:

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cirneco giuseppe
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Re: 14 novembre 2010: visita al Museo della Stampa di Cornud

Messaggio da cirneco giuseppe »

Non mi ero accorto di questo topic :OOO:
Grazie Massimiliano, grazie Giandri.
..... pino .....Immagine
su ebay http://shop.ebay.it/merchant/gcirnec?_rdc=1

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NEMICO, DICHIARATO E CONVINTO, DEL GRONCHI LILLA

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debene
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Re: 14 novembre 2010: visita al Museo della Stampa di Cornud

Messaggio da debene »

Beh a questo punto direi anche grazie a te Pino che ce lo hai fatto riscoprire e grazie
ovviamente a Massimiliano e Giandri. Una bellissima fotospiegazione !

Ciao:

sergio
Sergio De Benedictis
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Socio C.I.F.T. - A.I.C.A.M - A.N.C.A.I. - U.S.F.I. - I.S.S.P.

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andrea.marini
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Re: 14 novembre 2010: visita al Museo della Stampa di Cornud

Messaggio da andrea.marini »

Veramente sarebbe un grazie ancora a fildoc che lo ha segnalato nel topic sul "Muto di Venezia" :clap: :clap: :clap:
Comunque topic moooolto interessante, che inserisce un' altra piccola tessera nella conoscenza del LV!! :fest:
Ciao: Ciao: Ciao:

Andrea

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francesco luraschi
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Re: 14 novembre 2010: visita al Museo della Stampa di Cornud

Messaggio da francesco luraschi »

Massimiliano,

una gentilezza: nella numerosa bibliografia che hai consultato hai mai trovato chiaramente menzionato per la stampa dei francobolli l'uso della tipologia di torchio su cui ponete attenzione a Cornuda?

Ti chiedo questo perché il mio occhio è invece caduto sull'altro torchio, quello a leva collocato a fianco, di cui l'Auer evidenzia la presenza nella palazzina del Credito Pubblico nel suo libro illustrato del 1851, mentre quello su cui tu e Giandri simulate la stampa è un torchio a macchina (quella che si intravede nella seconda foto a sinistra è la puleggia?)

Nel libro viene inoltre aggiunta una litografia degli attrezzi per la stampa tra cui il rullo inchiostrante (l'ho evidenziato) usato al posto delle mazzette che provocavano lo spostamento dei caratteri e portavano sporcizia. Anche la composizione all'interno del torchio a mano richiama quella dei francobolli con la sua suddivisione in quattro.

E' pur vero che a Vienna disponevano anche di altre macchine usate per la stampa delle banconote (torchi litografici e calcografici) ma il fatto che i francobolli della I emissione presentino tante sfumature di colore e difetti mi fa credere che venissero stampati con i torchi a mano.

Tra l'altro la stampa dei francobolli risulta essere una lavorazione frammentaria e tutto sommato marginale rispetto ad altre e i dati della potenzialità dei torchi a mano risultano strabilianti.

Allego le immagini ricavate dal libro dell'Auer, un testo poco noto ai collezionisti e riscoperto di recente dalla rivista Storie di posta nel numero 7 del 2013.

Ciao: Francesco
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Ivanooe
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Re: 14 novembre 2010: visita al Museo della Stampa di Cornud

Messaggio da Ivanooe »

Molto interessante!!! Grazie mille!!!!
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fildoc
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Re: 14 novembre 2010: visita al Museo della Stampa di Cornud

Messaggio da fildoc »

No no niente torchi!
Pensa solo alla presenza del randdruck!!!
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francesco luraschi
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Re: 14 novembre 2010: visita al Museo della Stampa di Cornud

Messaggio da francesco luraschi »

Massimiliano,

ti ringrazio. Mi sembra però di capire che un doc che definisce la macchina di stampa non esista e quindi si possono avanzare solo ipotesi più o meno verosimili. Provo a spiegarmi.

Al discorso hohldruck, randruck, punti di registro ci avevo pensato prima di postare questo topic e ad ognuno mi era sembrato di avere trovato una risposta tecnicamente valida anche per le macchine a mano. Il primo era essenzialmente legato all'inchiostro troppo denso ma pure la carta aveva la sua importanza. In quel parco-carta risulta difficile pensare che tutte le risme fossero incollate nella stessa maniera, così come bagnate uniformemente e della stessa tipologia (si va dalla carta fine a quella cartonata). Il randruck è un difetto possibile su entrambi i macchinari, forse meno nel caso si fossero usate le mazzette nei torchi a mano che però, come scrivevo, non erano più indicate per i lavori di finezza. Il discorso dei cilindri inchiostranti di cui prima dell'articolo non avevo mai letto "pareggia" le modalità di lavoro: nel torchio accelerato i cilindri erano mossi a vapore mentre in quelli a mano era l'operatore che li faceva scorrere sulla composizione, proprio come l'imbianchino che pittura una parete. Tra l'altro quello del "filetto" sbavato è un difetto noto anche nella stampa a mano (e a macchina) di altri substrati diversi dalla carta.

Il punto di registro è quello più ostico: io mi ero fatto l'idea, forse in base anche a quanto scritto qui, che le viti di registro servissero SOLO per tenere fermo il foglio al momento della stampa. Poi leggendo il manuale del 1890 ho trovato che, effettivamente proprio come dice il nome, servivano per registrare la pressione del torchio, ovvero stabilire fino a che punto si poteva forzare: quando la carta era incisa sui bordi da queste viti poste agli angoli della composizione e appena più alte dei caratteri di stampa significava che la pressione era ottimale e la carta riceveva l'inchiostro senza esasperare l'operazione che poteva danneggiare i clichè. L'operazione di distribuzione della pasta di stampa (qui purtroppo non ho trovato niente, forse la ricetta era artigianale e segreta) spesso includeva queste viti che poi davano i punti di registro noti ai collezionisti.

Però, e ci tengo a ribadirlo, sono solo ipotesi. Io ho pensato a questi macchinari per la spezzettatura delle "tirature" dei francobolli. Anche dal punto di vista matematico l'opzione regge. Quando si scrive di francobolli si pensa a montagne di questi e in effetti erano milioni. Se si somma LV e Austria si raggiungono i 100 milioni.

Però se si divide questa cifra per 240 si ottengono i fogli stampati nel corso di un decennio. E' poi un attimo arrivare al quantitativo molto teorico mensile (ovviamente è una statistica) che è nell'ordine di qualche migliaio di fogli. Da suddividere poi per almeno 8 valori, lascio da parte i c.5, il cui risultato è da dividere ancora per numero di tonalità note, se ho ben capito anche nella stessa tavola ma chiedo conferma, che fanno pensare a lavorazioni effettuate in tempi diversi.

Conto della serva, di quelle tagliate giù di grosso per di più, dato che non sappiamo se preparavano mastelli di paste da stampa o solo gamelle. Conoscendo come si muovevano gli austriaci propendo per questa possibilità, spesso rimanevano a corto di pasta e dovevano reintegrare. In effetti nella lito del Credito Pubblico non si vedono mastelli e l'ambiente appare pulito ma potrebbe essere un'operazione di restyling visto lo scopo pubblicitario del libro.

La domanda che mi sono quindi fatta è questa: valeva la pena accendere un torchio accelerato, ne avevano sia semplici sia doppi e quadrupli, che tiravano fino a 1000 colpi/ora per una produzione così frammentaria? Un torchio a mano, questo dato è dell'Auer, arrivava a 80 colpi/ora che equivalgono a quasi 20000 francobolli!

Un'inezia se si pensa che del Bollettino delle leggi di un solo mese del 1849 vennero stampati 10 milioni di copie e ognuna era composta da più fogli. Ecco perché ho ridotto la tiratura dei francobolli a un valore mensile, giusto per avere un paragone.

Un'ulteriore riflessione mi era venuta sulla presenza di toni diversi nella stessa tavola. Sicuramente produzioni differite nel tempo ma a Benjamin (mi scuso se lo cito ma altrimenti il discorso non regge) avevo chiesto se era ipotizzabile pensare anche ad una operazione di stereotipia di un'intera tavola una volta raggiunta la qualità ottimale del III tipo. In questa maniera si poteva lavorare anche su più macchinari in parallelo e ridurre ulteriormente i tempi.

Benjamin ricordo che definì questa operazione "altamente improbabile" e questo mi è sufficiente.

Ciao: Francesco
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pablita64
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Re: 14 novembre 2010: visita al Museo della Stampa di Cornud

Messaggio da pablita64 »

Mi state sempre di piu' stupendo, se fossimo su faccia-libro vi avrei messo "mi piace" :-))
:clap: :clap:
Ciao: Ciao: Mario Serone
10 centesimi (N° 2 e 19 del catalogo Sassone) della I emissione del L V
45 centesimi I tipo (N° 10 e 17 del catalogo Sassone) della I emissione del L V.
Difetti di cliche' della I emissione del L V.
Lettere del L V affrancate con il 10 centesimi in tariffa per il distretto postale.
Lettere "forwarded" nella I emissione del L V.
Lettere della I emissione del LV con francobollo singolo annullato più volte
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fildoc
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Re: 14 novembre 2010: visita al Museo della Stampa di Cornud

Messaggio da fildoc »

La carta la comperavano!
Non la facevano certo in stamperia!!!
Ci vogliono giorni per fare un foglio di carta come tempo tecnico.


Non dimenticare che i francobolli erano tipografici su clichè singoli....
Le macchine erano una conquista e quella mostrata era appunto la novita' dell'epoca!
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