Stampa dei francobolli della 1 emissione - Museo della Stampa di Cornuda - Incontro con Otto Voetter

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Ludwig
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Re: 14 novembre 2010: visita al Museo della Stampa di Cornud

Messaggio da Ludwig »

fildoc ha scritto:....
Le macchine erano una conquista e quella mostrata era appunto la novita' dell'epoca!


Ciao: Massimiliano,
:mmm: desumo che non hai ancora ricevuto la traduzione del Voetter in merito alla stampa e macchinari utilizzati, o sbaglio?

Aspettavo un Tuo commento a tal proposito anche se avevo già accennato qualcosina.....
Luigi Guido
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Tergesteo
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Re: 14 novembre 2010: visita al Museo della Stampa di Cornud

Messaggio da Tergesteo »

Nel libro di Voetter, c'è un capitolo dedicato alla macchina da stampa adoperata dall'I.R. stamperia di Vienna.

Essa è rimasta negli stessi locali fino a pochi anni fa, quando è stata mandata al Technisches Museum di Vienna:

http://www.technischesmuseum.at/

Già Franz Magistris ebbe l'occasione di esaminare attentamente la macchina, assieme a Voetter, riuscirono persino ad adoperarla!

La descrizione che ne fa corrisponde perfettamente a quella di Cornuda, tranne per due particolari importanti:

-Veniva messa in moto da un pedale (ma forse è stata una modifica successiva).

-In posizione "0" la composizione tipografica era posta in orizzontale, ma quando andava a colpire il rullo, si alzava in posizione verticale.

Per capire tutte le peculiarità tipografiche dell'emissione (e varrebbe anche per altri ASI, Parma in primis), bisogna pensare allo schock tra composizione e rullo, di cui randdruck, rialzamento degli spazi tipografici (non a caso quasi sempre sugli esemplari marginali), grandi distanze del 9 kreuzer primo tipo e 45 centesimi situate nelle prime colonne, colore non uniforme di alcune strisce o addirittura di certi francobolli. Dovuti a un sistema non ideale.

La stampa industriale col torchio era già stata abbandonata all'epoca.

Dobbiamo pensare che l'I.R. stamperia aveva tanti altri compiti oltre allo stampare francobolli.

Le varie tirature furono eseguite a "ondate", con lunghi intervalli tra una e l'altra, seguendo nuovi ordini dal ministero.

Poi alcuni particolari: come un torchio potrebbe produrre un decalco "da macchina" frequente sulle prime tavole?

Un torchio lascerebbe l'impronta della composizione nei bordi. Grazie all'ufficio di Padova, abbiamo molti bordi di foglio integrali, niente impronte...

Basta vedere dei libri di fine 700', stampati col torchio per capire come vengono.

Quanto ai clichés, al museo di Vienna, sono custoditi dei clichés singoli delle ultime tirature dei francobolli austriaci.

Nessuna lastra!

Il concetto di lastra associata al torchio appartiene al mondo della calcografia, non alla tipografia moderna dell'epoca!

Ciao: Ciao:

Benjamin
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francesco luraschi
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Re: 14 novembre 2010: visita al Museo della Stampa di Cornud

Messaggio da francesco luraschi »

Ciao Benjamin,

ti ringrazio per la precisazione. La mia era una semplice riflessione che prendeva spunto dal sospetto che non esistessero doc coevi tramandatici dall'archivio della I.R.Stamperia. E quindi ho potuto aggiungere qualcosa di mio.

Non ho alcun problema ad accettare quanto scrivono il Voetter ed il Magistris che sicuramente è molto verosimile. Tuttavia non mi sembrano differenze trascurabili quello del pedale e del movimento verticale rispetto alla macchina di Cornuda: nel libro dell'Auer del 1851 una macchina verticale non sembrerebbe esserci ma è pure possibile che sia stata trascurata oppure pubblicata orizzontale come appariva durante la lavorazione. Non viene menzionato alcun funzionamento a pedale anche perché avevano la forza vapore a disposizione.

La I.R. Stamperia di Stato dove si stampavano i francobolli della I emissione venne trasferita in un'altra sede nel 1889 ed è qui che furono conservate le macchine poi usate dai due esperti.

Proprio la poca industrialità della stampa dei francobolli mi ha fatto propendere per i torchi a mano, teoria che confermerebbe l'artigianalità del lavoro e la qualità non costante. E nella lito della sezione del Credito Pubblico si vedono parecchi torchi a mano, occupavano tutto il 3°piano, segno che nel 1851 erano ancora in uso.

Riguardo i bordi bianchi: è un dettaglio interessante ma che potrebbe essere il risultato del rullo inchiostrante usato al posto delle mazzette, così come importante è il discorso dei decalchi al verso. E come scrivevo l'uso di un rullo inchiostrante seppur a mano non dovrebbe avere dato risultati molto diversi da quelli di un torchio accelerato, almeno in termini di pulizia dei bordi.

Non è neppure da trascurare un uso promiscuo di tipologie diverse di macchinari in base alla disponibilità delle macchine e alle dimensioni dell'ordinativo, cosa che spiegherebbe i differenti risultati e/o i difetti.

Riguardo le lastre usate in tipografia posto questo particolare di un manuale dell'epoca online. In tipografia si usavano le lastre ed è curiosa l'analogia tra la posizione dei fermi usati nell'operazione di produzione delle lastre e quanto tu scrivi sopra riguardo gli spazi tipografici nelle tavole dei francobolli.

"
Quando le forme arrivano dalla stamperia alla stereotipia, sono disposte sopra grandi tavole da 4, da 8 secondo che si tratta di un formato in 4°, o in 8° separate fra loro da biette, o pezzi di legno o di metallo destinati a formare i margini delle pagine. Esse passano per le mani di un operaio che le prende, e le dispone opportunamente. Tutte le pagine vengono circondate di verghette di metallo che servono a render compatto il clichè nel momento della fusione, e cosi preparate vengono poscia lavate con dello spirito, per isbarazzare dall' inchiostro che il carattere avesse potuto conservare.

"

Da notare che non ho scritto che effettivamente per i francobolli facessero così, anche se è un dettaglio simpatico da conoscere.

Piuttosto: dati certi alla mano ora sappiamo che per la stampa dei francobolli veniva riconosciuto pochissimo. E questo è un dettaglio importante per capire tante problematiche.

Ciao: Francesco
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Tergesteo
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Re: 14 novembre 2010: visita al Museo della Stampa di Cornud

Messaggio da Tergesteo »

Francesco,

In un secolo abbondante di studi filatelici sulle emissioni del Lombardo Veneto e dell'Austria, si è capito molto "sul campo" tramite l'osservazione del risultato in solido della stampa e non attraverso i pochi riscontri teorici disponibili.

Ora, le peculiarità della prima emissione d'Austria-Lombardo Veneto, non sono compatibili con l'uso di un torchio, ma bensì con l'ausilio della sopra descritta macchina tipografica.

Se fosse stata adoperata dal 1889 in poi, spetterebbe a te l'onere della prova sul come produrre la stampa in rilievo delle quattro emissioni successive con un torchio.

Che sia il randdruck, la mobilità delle cifre nel 9 kreuzer-45 centesimi primo tipo, colori sfumati ecc... presuppongono un movimento ORIZZONTALE, mentre nel torchio, il movimento è esclusivamente VERTICALE.

Come un torchio potrebbe far venire a galla gli spazi tipografici? Come un torchio potrebbe provocare un randdruck solamente su un lato della prima colonna o sull'ultima? Come un torchio avrebbe provocato l'allargamento del foro dei 9 kreuzer e 45 centesimi primo tipo?
Come con l'uso di un torchio si sarebbero verificate battute a vuoto, creando decalchi, mentre un giro a vuoto della macchina è facilissimo a verificarsi.

L'I.R. stamperia di Vienna aveva sicuramente a disposizione dei torchi tipografici, ma anche calcografici, delle macchine litografiche adoperate a seconda delle esigenze del committente.

La memoria storica, tramandata dai tempi del Katscher, di Muller e dei massimi studiosi austriaci, ha serbato la memoria delle macchine da stampa usate.

Come accennavo sopra, la macchina ha subìto delle modifiche nel tempo, forse il sistema a pedale, molto meno probabile il presentarsi verticale della composizione.

Ma nel complesso, il modus operandi rimane lo stesso, che il rullo ricevesse la composizione verticalmente o orizzontalmente (dal punto di vista del rullo, l'angolo rimane lo stesso).
Mentre l'uso di un torchio avrebbe avuto delle conseguenze diversissime.

L'uso promiscuo è impensabile in quanto le peculiarità sopra descritte sono costanti e compatibili soltanto con questa tipologia di macchinario.

Che manchi una documentazione coeva è irrilevante, ciò che conta è il risultato, che non lascia dubbi su i mezzi usati.

La paleontologia si fa a partire dei scheletri di dinosauri rinvenuti, non partendo dai trattati di zoologia...

Ciao: Ciao:

Benjamin
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francesco luraschi
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Re: 14 novembre 2010: visita al Museo della Stampa di Cornud

Messaggio da francesco luraschi »

Benjamin,

ti ringrazio per le precisazioni che sono sempre interessanti e fanno propendere l'ago della bilancia verso la tipologia di macchinari già nota. Appena posso aggiungo un'altra riflessione che potrebbe esserne la conferma oltre l'aspetto filatelico.

Mi sembra di avere esposto con moderazione e senza presunzione le mie idee che tutto sommato non sono poi così fuori luogo in un settore in cui per un secolo si è scritto che i tipari postali erano in legno (non mi riferisco al muto di Chiavenna), che la composizione dei francobolli era per metà in kreuzer e metà in centesimi o che i fogli venivano tagliati in 4 a Vienna. Tutte teorie poi cadute nel vuoto anche se c'è qualcuno che ne scrive ancora.

L'osservazione è importante come base per formulare le teorie ma poi non è detto che queste durino per sempre e come tali rimangono: chi può escludere un ritrovamento che rimette tutto in gioco? Infatti nel nostro settore si scrive e parla di storia postale ma chi di noi può definirsi "storico della posta"? E forse è proprio la mancanza di studio su dati certi rendono tale termine non applicabile.

Un'osservazione però l'ho fatta anche io: sotto il torchio verticale c'è una composizione divisa in 4 che richiama la tavola dei francobolli. Ovviamente può significare nulla, essere solo un riempitivo, ma che altro valore di Stato potrebbe avere la stessa forma in un macchinario in uso nella sezione del Credito Pubblico?

Io ti seguo benissimo nel tuo ragionamento, un po' meno nel discorso sul movimento delle cifre del c.45 provocato dal rullo (che tra l'altro veniva usato anche nel torchio verticale) che mi sembra un difetto troppo accentuato per una stamperia dall'esperienza storica anche se ritengo la teoria della trapanatura di Massimiliano (e tua?) validissima e con solide basi tecniche.

Questa è una mia idea, nient'altro.

Grazie ancora e Ciao:

Francesco
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Ludwig
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Re: 14 novembre 2010: visita al Museo della Stampa di Cornud

Messaggio da Ludwig »

Tergesteo ha scritto:........

Già Franz Magistris ebbe l'occasione di esaminare attentamente la macchina, assieme a Voetter, riuscirono persino ad adoperarla!

La descrizione che ne fa corrisponde perfettamente a quella di Cornuda, tranne per due particolari importanti:

-Veniva messa in moto da un pedale (ma forse è stata una modifica successiva).

........


Ciao: Benjamin,
salto il museo e vengo subito al dunque. (sembra che la macchina sia andata persa…) :what:

Secondo la descrizione del Voetter la macchina in questione non può corrispondere ad una piano-cilindrica come quella di Cornuda.

Dalla descrizione di pag. 21, che va dal 6ª rigo in poi, è più che evidente che descrive la funzione di una "Platina" e dovrebbe corrispondere ad uno specifico modello: la "Liberty".

Solo su questo modello i due piani, per la carta e per la forma, sono movibili e si incontrano a 90° in fase di stampa.
Altri modelli di Platina hanno il piano porta-forma fisso verticalmente.

Conosco bene, anzi benissimo, queste macchine e ne possiedo anche una su cui ogni tanto mi diverto a farla girare malgrado sia tutta arrugginita…..

Per quel che riguarda il pedale se ricordo bene ne errano a corredo solo i grandi formati che all'epoca corrispondeva più o meno al formato A3.
Macchine di formato più piccolo, sino alle miniature per biglietti da visita e anche di queste ne ho una, erano azionate con una leva.

Prima o poi, con quella in miniatura, in chissà quale occasione a venire, farò una dimostrazione di stampa…… :evvai:
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Re: 14 novembre 2010: visita al Museo della Stampa di Cornud

Messaggio da francesco luraschi »

Luigi,

io ricordo perfettamente che forse tu avevi già evidenziato che i due esperti tornarono sul luogo per fotografare la macchina ma non c'era più...

Infatti ero entrato nel sito del museo ma non l'ho individuata: essendo però in tedesco ho desistito e poi mi sono dimenticato di chiedere a Benjamin un aiuto.

A occhio la macchina di Cornuda mi sembra un po'troppo moderna.


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Re: 14 novembre 2010: visita al Museo della Stampa di Cornud

Messaggio da Tergesteo »

Va bene tutto, ma anche fosse una "liberty":

http://annunci.ebay.it/annunci/collezio ... e/28778057
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Qualcosa ha a che spartire con un torchio?

Rimane che la mia comprensione del tedesco è un pò diversa...

Comunque chiederò direttamente a Voetter la sua opinione sulla macchina di Cornuda e sul meccanismo operativo della macchina viennese.

Ciao: Ciao:

Benjamin
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Re: 14 novembre 2010: visita al Museo della Stampa di Cornud

Messaggio da Tergesteo »

Complemento d'informazione:

http://it.wikipedia.org/wiki/Torchio_tipografico

Torchio tipografico

Ciao: Ciao:

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Re: 14 novembre 2010: visita al Museo della Stampa di Cornud

Messaggio da stiraeammira »

Contributo: :-))

Macchine in bianca. - Questo gruppo comprende le macchine a platina, di cui il più antico tipo è il torchio. Ha il piano e la platina mobili, ed è rappresentato dalla "Liberty" costruita nel 1862 a New York dai meccanici Degener e Weiler. La platina dalla posizione orizzontale o quasi passa alla verticale durante l'impressione del foglio; il piano, che a causa del sistema d'inchiostrazione si trova in posizione inclinata, passa, durante l'impressione, alla posizione verticale. L'inchiostrazione è a tavoletta circolare.

http://www.treccani.it/enciclopedia/tipografia_(Enciclopedia-Italiana)/
Andrea
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Re: 14 novembre 2010: visita al Museo della Stampa di Cornud

Messaggio da Tergesteo »

Io ti seguo benissimo nel tuo ragionamento, un po' meno nel discorso sul movimento delle cifre del c.45 provocato dal rullo (che tra l'altro veniva usato anche nel torchio verticale) che mi sembra un difetto troppo accentuato per una stamperia dall'esperienza storica anche se ritengo la teoria della trapanatura di Massimiliano (e tua?) validissima e con solide basi tecniche.


Questa teoria non è nostra, ma di Siegfried Katscher e ripresa da Edwin Muller, più di 80 anni fa.

Il Muller rimane il massimo studioso dei classici d'Austria.

Costoro ebbero sicuramente dei contatti con qualche impiegato anziano della stamperia che a sua volta aveva memoria dei modus operandi degli anni 50' delll'800'.

Che la macchina fosse una liberty o una piano-cilindrica non cambia molto.
Quel che è fondamentale è l'orizzontalità dell'impatto tra forma e rullo, la verticalità rimanendo esclusa...

Ciao: Ciao:

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francesco luraschi
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Re: 14 novembre 2010: visita al Museo della Stampa di Cornud

Messaggio da francesco luraschi »

Ok,

passiamo oltre.

Un doc del 1850 noto e pubblicato tante volte ci informa sul costo complessivo della stampa dei francobolli a carico della posta. Dico complessivo dato che è la sommatoria del costo della carta e delle spese di stampa presso la stamperia. Qui nel 1850 la carta veniva solo stoccata ma era comperata dai ministeri presso le cartiere nazionali e nei periodi di carenza perfino all'estero.

Traduco in lire e centesimi il doc che è in fiorini e carantani: alla fine "balla" qualcosa ma l'importante è il valore finale insospettato.

Il conio fu fatto pagare 60 fiorini, 180 lire, che non è tanto se pensiamo che un singolo tipario in acciaio confezionato a Milano e provvisto di mesi e giorni ne costava già 50.

Le 10 matrici costarono alla posta 10 fiorini, quindi tre lire l'una, mentre la fusione di 240 cliché sempre 10 fiorini che significa 12 centesimi l'uno circa. Veramente poco, specialmente se confrontato con il costo delle matrici.

Sulla carta: si scrive che per stampare 1000 fogli servivano 2 risme (1 risma=500 fogli), 1 libro e 16 fogli. Due risme sono già 1000 fogli quindi un certo scarto c'era. Non sono stato in grado di stabilire la misura del "libro" e inoltre non sono certo che in Austria nel 1850 la risma fosse proprio di 500 fogli, quindi arrotondo a 2 risme/1000 fogli. Tra l'altro si scrive di "carta addizionale" che fa lievitare leggermente la quantità necessaria (sembrerebbe del 5-8%). Ogni risma costava alla posta circa 9 fiorini, 27 lire, che fa meno di 6 centesimi a foglio.

Ora sappiamo quanto pagava la posta ai produttori di carta a mano!

La stampa: 11 fiorini a risma per i valori colorati e 5.4 per il c.10 nero rispettivamente 6,5 e 3 centesimi a foglio. Un forte sconto per il nero, oltre il 50%, evidentemente l'inchiostro usato era di costo e/o approntamento diverso.

La collatura 12 fiorini/1000 fogli cioè 3,6 centesimi cadauno e 3 fiorini/1000 fogli la confezione cioè meno di un centesimo a foglio.

La stampa di un foglio colorato costava alla posta: 6 cent di carta+ 5.4 di stampa+3,6 di collatura+1 di confezione. Cioè 15 centesimi!

Se togliamo i 6 centesimi della carta alla stamperia rimanevano solo 9 centesimi comprensivi di tutte le spese.

E' evidente che in questa situazione, tra l'altro di lavorazione per conto terzi quali erano la stamperia e il Ministero del Commercio, ci fosse poco margine per rifare le lavorazioni imprecise e si rimediava a livello di cliché chissà poi se all'insaputa del cliente.

Un forte guadagno invece per la posta che poi vendeva i bollini da c.5 a 12 lire e quelli da 45 a 108 lire straguadagnandoci!

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Re: 14 novembre 2010: visita al Museo della Stampa di Cornud

Messaggio da stiraeammira »

Non è che si possa avere il link o direttamente il documento per poterlo vedere? :OOO:

Grazie
Andrea
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francesco luraschi
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Re: 14 novembre 2010: visita al Museo della Stampa di Cornud

Messaggio da francesco luraschi »

Andrea,

il doc è pubblicato sia sul libro del Diena sulle emissioni del LV a pag. 7 e sul libro di Fedele-Gallenga "Per Servizio di Nostro Signore" a pag.404-405.

Nel primo caso le cifre sono un po' arrotondate e espresse in maniera non subito comprensibile ma i risultati corrispondono. Ciò può essere dovuto a esigenze di stampa.

Con i mei calcoli mi sono ritrovato: per esempio dove viene segnalato il costo per foglio stampato di carantani 2.7 a me è risultato poco più di 3 dato che sono partito da un dato sulla carta non certo e ho poi arrotondato pure io per semplificare.

Più che altro mi è servito per scindere quanto le poste pagavano alle cartiere e quanto alla stamperia di Vienna.

Se proprio non hai i libri posso postare almeno una lettera

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Re: 14 novembre 2010: visita al Museo della Stampa di Cornud

Messaggio da fildoc »

Le macchine Koenig erano gia' evolute e fatte a pochi chilometri da Vienna (nella vicina Baviera).

I francobolli non erano un guadagno....
Essi erano semplicemente un servizio prepagato!
Non erano un bene in sè.
I 15 centesimi servivano per trasportare la posta da Milano a Como non per pagare il quadratino di carta.
+-x:
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ciao
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Re: 14 novembre 2010: visita al Museo della Stampa di Cornud

Messaggio da francesco luraschi »

Certamente.

I francobolli erano la voce principale di introiti del ramo postalettere seguiti poi dal contante. Insieme a quelli del ramo diligenze, della postacavalli e delle gazzette costituivano il fatturato complessivo della posta con cui si pagavano impiegati, affitti, beni mobili, manutenzione e produzione dei tipari, modulistica e tutto quanto serviva per il buon funzionamento del servizio.

Ho voluto mettere in risalto il costo di produzione dei fogli che sembrerebbe basso come valore assoluto ma andrebbe paragonato ad altre attività della stamperia per essere meglio compreso.

Di sicuro non rimaneva attaccato molto e infatti il direttore riteneva il fermo-macchina un grosso problema dello stabilimento il cui fatturato proveniva soprattutto dalla quantità. E si sa che quantità non sempre fa rima con qualità. Da questo la ricerca di una produzione artistica di livello superiore.

Resta da capire se i 3 carantani a foglio fossero stati contrattati o subìti dalla stamperia e se i problemi qualitativi possono essere ricondotti alla salvaguardia almeno di un margine strettissimo di guadagno.

Ad ogni modo scorrendo le carte dell'amministrazione asburgica si nota sempre un calcolo minuzioso delle spese votato al massimo risparmio, a volte a scapito pure della qualità.

La ditta Koenig non mi giunge nuova e forse era menzionata nel libro dell'Auer. Di mettermi a cercare però il passaggio in cui viene menzionata attualmente non me la sento.

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Re: 14 novembre 2010: visita al Museo della Stampa di Cornud

Messaggio da Tergesteo »

La lettera di Hueber era una risposta all'amministrazione postale toscana che chiedeva lumi all'Austria sulla stampa dei francobolli, specie sotto l'aspetto economico e pratico.

In essa vengono lodati i vantaggi economici della stampa tipografica.

Il Granducato seguì i consigli viennesi e stampò i propri francobolli col metodo tipografico, però in negativo.

Apparvero il 1° aprile 1851.

I fiorentini erano più accorti sotto il profilo della sicurezza: cercarono di filigranare ogni francobollo, esperimento fallito con la filigrana corona, ma riuscita con la filigrana linee ondulate.

A riprova: non esistono falsi d'epoca del Granducato.

Ora, bisogna pensare alle condizione socio economiche non favorevoli dell'impero austriaco ed alla ricerca del risparmio, anche nella prospettiva di una produzione milionaria, paragonabile soltanto all'impero russo.

Però questi ultimi badarono meno a spese, usando carte di miglior qualità (in maggior parte vergata), francobolli multicolori già dal n°1, filigrane in negativo ecc...

Non a caso, non conobbero neppure loro falsificazioni.

Tutti gli ASI sotto influenza politica austriaca optarono per la tipografia: Modena, Stato pontificio, Parma.

Con risultati più o meno felici...

Ciao: Ciao:

Benjamin
Ultima modifica di Tergesteo il 14 agosto 2013, 22:23, modificato 1 volta in totale.
Lombardo Veneto (filatelia, annulli e storia postale), Toscana filatelia e storia postale dell'antica provincia di Arezzo, colori della IVa di Sardegna, ed a livello filatelico tutti gli ASI
Lettonia,Lituania ed Estonia
Classici di Francia, Gran Bretagna e Russia
Israele, annulli turchi, Levante, mandato britannico, interim e dal 1948 a oggi

"Non temete nuotare contro il torrente, è d'un anima sordida pensare come il volgo, perché il volgo è in maggioranza."

Giordano Bruno
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francesco luraschi
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Re: 14 novembre 2010: visita al Museo della Stampa di Cornud

Messaggio da francesco luraschi »

Sono d'accordo :!:

Ciao: Francesco

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Ciao: Francesco
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fildoc
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Come si stampava la prima emissione

Messaggio da fildoc »

Notizie nuove anche sulla stampa...
perlomeno all'inizio i francobolli vennero stampati con una macchina simile, anche se meno automatizzata, di questa fotografata al museo della tecnica
(a proposito un punto a favore di Luigi che ha sempre avuto perplessita' sull'uso della piano cilindrica!)
DSC_9419 copia.JPG


Pensate che Otto Voetter circa vent'anni fa uso' personalmente la macchina per delle stampe di prova!
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
+-x:
Sommiamo le idee, riduciamo gli ostacoli, moltiplichiamo le relazioni e condividiamo le conoscenze!


ciao
Ciao: Ciao: Ciao:
Fildoc
andrea.marini
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Re: Come si stampava la prima emissione

Messaggio da andrea.marini »

fildoc ha scritto:Notizie nuove anche sulla stampa...
perlomeno all'inizio i francobolli vennero stampati con una macchina simile, anche se meno automatizzata, di questa fotografata al museo della tecnica
(a proposito un punto a favore di Luigi che ha sempre avuto perplessita' sull'uso della piano cilindrica!)
DSC_9419 copia.JPG


Pensate che Otto Voetter circa vent'anni fa uso' personalmente la macchina per delle stampe di prova!



....le ha poi vendute?..... :-)) :-)) :-)) :-)) ;-)
Ciao: Ciao: Ciao:

Andrea

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