gipos ha scritto:Ciao:
A maggior chiarimento dei fatti, in modo che nessuno possa immaginare o credere che il sottoscritto possa aver pensato di mettere in commercio la busta in modo fraudelento, voglio ricordare che non avrei mai inserito le scansioni del documento postale sul Forum sapendo il bacino d'utenza dello stesso, inoltre voglio anche fugare il dubbio dell'apposizione della firma del perito, faccio presente che la firma è stata apposta in verticale metodo usato per far capire che nella busta vi è un qualcosa di anomalo ed in più inserisco la foto scattata dallo stesso perito prima e dopo l'intervento, affinché in maniera inequivocabile si capisa lo stato delle cose.
Cordialmente
Giuseppe
Ciao Giuseppe,
per quanto mi riguarda ho ben compreso le intenzioni
non fraudolente (ma che non condivido per le ragioni sopra esposte) che hanno animato la tua operazione di "ripristino" della lettera. E' scontato che chi pubblicizzi la cosa non abbia intenzione di frodare nessuno (un malandrino agirebbe nell'ombra, no?).
Quando nel mio precedente messaggio ho usato l'espressione "documento contraffatto" non intendevo certamente accusarti di alcunché, ma semplicemente descrivere la lettera per quello che ora è e nulla più: abbiamo discusso nei mesi scorsi di crocette ridipinte, o assemblate utilizzando due differenti metà; a prescindere dall'intenzione dell'autore di quei "lavori", o dai bizantinismi eufemistici di taluni certificati, quelle crocette sono e restano di fatto delle contraffazioni, nel senso che alterano la loro essenza e non è più possibile capire in quale stato fossero prima degli interventi (posizione di tavola ecc.).
Nel caso della lettera, i messaggi precedenti dimostrano come sia arbitraria quella ricostruzione. 1maggio ha sottolineato che quelle non sono le tonalità giuste dei francobolli utilizzati in quel particolare periodo. Giorgio e Paolo si interrogano se la affrancatura originaria fosse di 20 + 1 + 1 grana oppure di 20 + 10 + 2.
Per questo, in assenza di certezze, è necessario lasciare i documenti (postali e non) nello stato in cui ci pervengono e non sottoporli a interventi irreversibili.
Se ci pensi bene, noi siamo grati ai collezionisti che ci hanno preceduto perché hanno preservato al meglio (come ha fatto Nino Aquila) quello che oggi noi possiamo collezionare. Analogo dovere e responsabilità abbiamo noi verso i collezionisti e gli studiosi che verranno.
Amedeo
P.S.: Quanto alla firma, sinceramente pensavo che l'avessi aggiunta tu, quindi mi scuso. Ma non capisco perché il "perito" si sia prestato a questa operazione, anziché dissuaderti dal compiere quel tentativo di ricostruzione, come sarebbe stato deontologicamente corretto.
Revised by Lucky Boldrini - February 2016