Caro
Novellino68
in questo lungo topic qualcuno ha citato la celebre frase di Diena: "prima i libri, poi i francobolli".
Io, come ho detto, la trovo una sequenza piuttosto innaturale, come se, volendo giocare a calcio, come prima cosa mi si negasse l'uso del pallone, invogliandomi piuttosto a leggere un libro di tecnica e tattica.
Però, in effetti, prima o poi, ai libri bisogna risalire.
Tempo fa, grazie a un amico del forum, sono riuscito ad avere "6 periti e un francobollo" (il titolo già dice tanto ...), che mi permetterei di consigliarti, se non fosse che non è proprio un testo di facile reperibilità.
La lettura è, a un tempo, gradevole e istruttiva, a metà tra l'aneddotica, il folklore e il tecnicismo (tenuto conto dell'epoca in cui fu scritto, anni '30 del secolo scorso).
Estraggo e riporto l'episodio "
Il 60 crazie originale ... è falso!"
"Circa due anni ebbi in commissione da un noto negoziante Italo-Svizzero, un 60 crazie di Toscana con tre bei margini, fresco, bel colore, annullo leggero. Solo difetto: leggermente corto nel margine superiore. Offrii detto francobollo ad un cliente di qui: Dr. F.B. offrendomi pure di ripararglielo, aggiungendovi cioè la piccola parte di margine mancante. L'affare fu concluso. Dopo un certo tempo, il cliente mandando altri pezzi a Roma per la verifica, aggiunse il 60 crazie, e se lo vide ritornare con la qualifica di ... <<falso>> (sic!).
Chiamato urgentemente protestai asserendo trattarsi di giudizio erroneo, e siccome il giorno appresso doveva essere a Firenze a trovare il mio cliente, un figlio del perito, anch'esso molto profondo in materia, pregai il Dr. B. di mostrarlo particolarmente ad esso, munito di una mia dichiarazione firmata su carta bollata, nella quale garantivo l'autenticità del pezzo, denunziando la riparazione del margine superiore.
Poteva il figlio sconfessare il padre?
Egli disse che si erano accorti che era anche riparato e specificò trattarsi di un falso su carta originale (!!??).
Furie del Dr. F.B. a mio riguardo e minacce verso il negoziante Italo-Svizzero, da cui proveniva il francobollo. Cosa feci? Riuscii ad ottenere di spedire io stesso a Roma ed in sua presenza il francobollo e senza parlare dei precedenti, scrissi: <<Prego dichiarazione esplicità di autenticità o meno, dovendo il pezzo, in caso di responso infausto, essere restituito al noto negoziante che lo ha venduto (corto in alto) garantendone l'autenticità>>
Risposta a giro di posta: Originale riparato.
Nuove furie del cliente. Propositi di rendere di pubblica ragione tale perizia a triplice effetto. Poi, da me consigliato e da me persuaso, che anche in filatelia come in tutto, si può errare e quindi ricredersi, rinunziò a qualunque passo, ma dichiarandosi nauseato della filatelia, si disfece dei suoi francobolli, dicendo che voleva vendere anche il mobile che li aveva contenuti per non più vederlo"
Come vedi, caro
Novellino68, nulla di nuovo, come per tutto ciò che è sotto il sole.
La tua storia è una storia di ieri, di oggi, di domani ...
Giuseppe