Grazie
Eric e
Fortunato, però avevo scritto nel post precedente: "
rappresentano le prime forme di pubblicità su supporto postale diverse da quelle costituite dai bolli apposti dalle aziende normalmente in basso a sinistra al verso della lettera", quindi sono d'accordo a priori sul fatto che assolvano la stessa funzione del timbro o dell'intestazione a stampa della società mittente.
Ma anche l'intestazione a stampa è una forma di pubblicità, di cui quella adesiva è un'evoluzione (aggiungendo peraltro il colore al banale e usuale blu o nero dell'inchiostro di un tampone), che personalmente definisco "estetica" (sto comunque parlando dell'Italia, e del primo periodo del Regno, perché per l'estero il discorso è leggermente diverso); quella delle librerie ne è una specie - molto più in uso di altre ma non l'unica - anche per la similitudine con gli ex-libris.
A me piacciono quando sono apposte su lettera, al recto, ed è chiaro che sono curiosità che niente hanno a che vedere con l'aspetto filatelico o storico postale e che poco o niente aggiungono o dovrebbero aggiungere al valore della lettera.
Comunque, tanto per citare un esempio illustre, il lotto 65 dell'asta Zanaria del 1996, parte 1, parla di "
una delle prime etichette adesive pubblicitarie italiane estremamente rare in questo periodo in cui si conoscono solo due altri casi" (parlo di una lettera del 1866 il cui prezzo a base d'asta era comunque determinato essenzialmente dall'affrancatura): ovviamente si esagerò un "pochino" nella specifica descrizione perché di questi casi se ne conoscono assolutamente ben più di due, ed io cercavo appunto di sapere se qualcuno ne può postare altri, giusto per soddisfare la mia curiosità.
Enrico Flaminio
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Colleziono usi postali e fiscali dell'emissione De La Rue
Revised by Lucky Boldrini - February 2018
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