I ricordi di un collezionista: la storia del Volta violetto

Forum di discussione sulle emissioni e la storia postale delle Colonie italiane, degli Uffici all'estero, di Fiume, delle Occupazioni italiane della I e della II Guerra mondiale e delle Occupazioni straniere di territori italiani
Rispondi
Avatar utente
Antonello Cerruti
Messaggi: 7004
Iscritto il: 16 luglio 2007, 12:45

I ricordi di un collezionista: la storia del Volta violetto

Messaggio da Antonello Cerruti »

Una discussione nata in un altro tipic sui francobolli "naturali" del Regno mi ha fatto tornare alla mente un episodio dei primi anni ottanta.
Una anziana signora mi telefona e mi chiede se ero interessato a vedere alcuni francobolli che le erano rimasti da una eredità che aveva venduto negli anni precedenti.
Non ricordo il suo nome ma rammento bene che abitava nel quartiere Parioli di Roma e che aveva un caratteraccio.
Mi fa entrare in casa e, senza molti preamboli, mi mostra delle vecchie lettere di paesi europei di infima qualità e prive di valore.
Poi mi chiede se sono interessato a varietà delle Colonie.
Scettico, le chiedo di mostrarmi quello che vuole vendere.
Mi mostra un foglio intero di 60 pezzi di una spezzatura delle Colonie, per la precisione il 20 centesimi violetto della serie di Volta.
Mi dice, brusca e per nulla cordiale, che quello costa il pieno valore di catalogo perchè è un ricordo del padre, ecc., ecc.
Il 20 centesimi della serie Volta del regno fu stampato in colore carminio, il corrispondente francobollo preparato per le colonie era invece stato realizzato in violetto. I francobolli destinati all'uso coloniale venivano poi soprastampati con il nome dei diversi territori africani facenti parte dell'Impero.
Quel foglio, una varietà e null'altro, non aveva ricevuto la stampa con il nome della colonia.
A quei tempi, le varietà - soprattutto quelle delle colonie - non erano molto collezionate ed avevano pochissimo mercato.
Quella varietà, in particolare, era quotata 300.000 lire.
Insomma, pagare 18.000.000 per sessanta varietà uguali sarebbe stata - per me - una vera pazzia......
Ringraziata la signora, me ne andai, rammaricandomi del tempo perduto.
Poche settimane dopo, i compratori della ditta Bolaffi passarono da quell'appartamento e acquistarono il foglio.
La varietà delle colonie senza la soprastampa divenne il "Volta violetto" e la quotazione passò da 300.000 lire a 9.000.000....così...in un attimo.
Ed i collezionisti che, prima, si disinteressavano alle varietà, cominciarono ad accapigliarsi per i "francobolli naturali".
Lucciole per lanterne o...folgorati dalla verità sulla strada di Damasco?
Forse, soltanto la grande abilità di una ditta commerciale di indicare una strada nuova e la capacità economica di sostenerla.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti

Revised by Lucky Boldrini - January 2009

Questo racconto, "riadattato" e riproposto in data 29 gennaio 2009, è tratto dall'originario vecchio Topic intitolato "Ricordi di un collezionista di vecchio corso", che nel periodo dal settembre 2006 al febbraio 2008 ha ricevuto quasi 30.000 (trentamila!) letture ed innumerevoli apprezzamenti.
Grazie Antonello!
Ultima modifica di Antonello Cerruti il 17 luglio 2007, 17:02, modificato 1 volta in totale.
guller
Messaggi: 5
Iscritto il: 31 gennaio 2012, 23:10
Località: Napoli

Re: I ricordi di un collezionista: la storia del Volta violetto

Messaggio da guller »

Una ricerca indicizzata su Google del Volta violetto mi restituisce il link a questo topic che mi permetto di riesumare.

A metà degli anni '80, appena maggiorenne, benché fresco di filatelia, ero già favorevolmente impressionato da questa "varietà" che confesso non mi dispiacerebbe affatto avere in collezione.
A quel tempo il cat. Bolaffi 1986 lo quotava se ben ricordo intorno alle 300mila lire e siamo verosimilmente in un momento ancora antecedente all'acquisizione del foglio di 60.
La mancanza della sovrastampa a mio giudizio restituisce un francobollo tipo (cosiddetto "naturale" dalla nota Casa) che è in tutto e per tutto degno di entrare in ogni collezione di Regno nobilitandone la raccolta.
A mio giudizio Varietà, nel senso stretto del termine, sono tutte e sole quelle deviazioni produttive che hanno portato alla creazioni di francobolli che differiscono per dentellatura e stampa (evanescenza, stampa smossa, lievi viraggi del colore) rispetto al f.bollo tipo.
Nel nostro caso l'assenza di soprastampa degli esemplari in violetto, produce un quarto valore ben distinto dai soliti tre che ben conosciamo e che definiscono l'emissione tipo per l'Italia. Per me i valori della serie Volta sono sempre stati 4. :ricerca:

A presto.
Avatar utente
ingegné
Messaggi: 402
Iscritto il: 18 novembre 2013, 19:24
Località: Roma

Re: I ricordi di un collezionista: la storia del Volta violetto

Messaggio da ingegné »

guller ha scritto:La mancanza della sovrastampa a mio giudizio restituisce un francobollo tipo (cosiddetto "naturale" dalla nota Casa) che è in tutto e per tutto degno di entrare in ogni collezione di Regno nobilitandone la raccolta.
Mi permetto di dissentire.

La stampa in violetto non fu un caso o un errore: come per altre serie commemorative delle colonie, ne fu espressamente ordinata la stampa in colore diverso per combattere il fenomeno delle false soprastampe, visto che all'epoca i francobolli delle nostre colonie erano molto ricercati e normalmente valevano più degli omologhi del Regno. Ricordo peraltro che il 20 centesimi del Regno fu emesso nel marzo del 1927 mentre le serie per le quattro colonie sono del 10 ottobre.

Quando i francobolli non soprastampati comparvero sul mercato filatelico fu effettuata una indagine e si appurò, al di là di ogni dubbio, che gli esemplari non soprastampati facevano parte della fornitura consegnata al Ministero delle Colonie, un foglio da 60 per ognuna (Cirenaica, Eritrea, Somalia e Tripolitania) visto che del foglio da 240 esemplari era stato soprastampato un quarto per ogni colonia, come si evince chiaramente dagli esemplari con doppia soprastampa di cui una capovolta.

Fu al Ministero delle Colonie, quando i francobolli avevano quindi già acquisito lo status giuridico "coloniale", che un impiegato scoprì il primo quarto di foglio e intuì che ce ne doveva essere uno per ogni colonia. Li sottrasse abilmente e li vendette ad un commerciante di Roma che però non fu così fantasioso da proporlo come francobollo di Regno con colore diverso. O forse, più semplicemente, non possedeva un proprio catalogo riconosciuto a livello nazionale con cui "pompare" il pezzo.

Siamo quindi certamente in presenza di un francobollo non soprastampato, tale fu considerato per i successivi 50 anni e tale sarebbe rimasto anche in presenza del ritrovamento di cui ci ha parlato Antonello se l'acquirente non fosse stato in grado di "guidare" le decisioni di chi redige i cataloghi dell'area italiana.

Se così non fosse, si potrebbe estendere il ragionamento fino a considerare i francobolli soprastampati per le Colonie come varietà del francobollo non soprastampato e includerli anch'essi nella collezione di Regno.

Mi sembra puerile la didascalia del Sassone: Proviene da fogli stampati nel colore adottato per le colonie e non soprastampati per motivi che non ci sono noti". Certo, se scrivessero "non soprastampati per errore" il giochetto non funzionerebbe così bene.

Per me era e resta una varietà di Colonie e come tale la tengo nella mia collezione di Somalia. Comunque i miei eredi ringrazieranno Bolaffi, perchè quando la mia raccolta sarà dispersa quel francobollo migrerà al Regno e probabilmente risulterà il pezzo più pregiato della collezione.
Ultima modifica di ingegné il 23 marzo 2016, 17:46, modificato 2 volte in totale.
Colleziono e cerco sempre materiale di Somalia Italiana: Francobolli, Storia postale, Annullamenti, Posta Militare, Navi
Avatar utente
Antonello Cerruti
Messaggi: 7004
Iscritto il: 16 luglio 2007, 12:45

Re: I ricordi di un collezionista: la storia del Volta violetto

Messaggio da Antonello Cerruti »

ingegné ha scritto:
guller ha scritto: .... Li sottrasse abilmente e li vendette ad un commerciante di Roma che però non fu così fantasioso da proporlo come francobollo di Regno con colore diverso.
La fantasia è una dote molto remunerativa: crea ricchezza, fa aumentare il PIL e migliora i bilanci.
Quindi va applaudita. :clap: :clap: :clap: :clap: :clap:
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Avatar utente
Stefano T
Messaggi: 2702
Iscritto il: 21 luglio 2007, 12:44
Località: Trieste

Re: I ricordi di un collezionista: la storia del Volta violetto

Messaggio da Stefano T »

Ciao:

Il Volta violetto, al pari degli altri francobolli "naturali" delle Colonie non soprastampati, è e sempre sarà una varietà della collezione delle Colonie, non certo del Regno, e a quel settore di interesse deve essere rapportato il suo prezzo.
Ciao: Ciao: Ciao:

Stefano
-------------

S T A F F


Colleziono nuovi ** del Regno d'Italia, Trieste A e B con varietà, Occupazione Jugoslava di Trieste, Istria e Litorale Sloveno e IV di Sardegna

SOSTENITORE
Avatar utente
ingegné
Messaggi: 402
Iscritto il: 18 novembre 2013, 19:24
Località: Roma

Re: I ricordi di un collezionista: la storia del Volta violetto

Messaggio da ingegné »

guller ha scritto:A mio giudizio Varietà, nel senso stretto del termine, sono tutte e sole quelle deviazioni produttive che hanno portato alla creazioni di francobolli che differiscono per dentellatura e stampa (evanescenza, stampa smossa, lievi viraggi del colore) rispetto al f.bollo tipo.
Nel nostro caso l'assenza di soprastampa degli esemplari in violetto, produce un quarto valore ben distinto dai soliti tre che ben conosciamo e che definiscono l'emissione tipo per l'Italia. Per me i valori della serie Volta sono sempre stati 4.
Mi sembra che la mancata soprastampa rientri a pieno titolo tra le "deviaziono produttive": un foglio di francobolli è sfuggito al passaggio in macchina ed al successivo controllo di qualità.

Se qualcuno decidesse di catalogare i francobolli non secondo la logica che ha portato alla loro emissione, produzione, distribuzione ed uso ma secondo la logica di come se ne può ricavare un maggior guadagno, credo che dovremmo riscrivere tutti i cataloghi e riorganizzare tutte le nostre collezioni.
Stefano T ha scritto:Il Volta violetto, al pari degli altri francobolli "naturali" delle Colonie non soprastampati, è e sempre sarà una varietà della collezione delle Colonie, non certo del Regno, e a quel settore di interesse deve essere rapportato il suo prezzo.
Sante parole, se tutti ragionassero come te e me, ma finché sarà "il catalogo" a guidare le scelte dei collezionisti e a dire loro quanto devono pagare un determinato francobollo, speculazioni del tipo di quella di cui stiamo parlando potranno ripetersi in qualunque momento.
Colleziono e cerco sempre materiale di Somalia Italiana: Francobolli, Storia postale, Annullamenti, Posta Militare, Navi
guller
Messaggi: 5
Iscritto il: 31 gennaio 2012, 23:10
Località: Napoli

Re: I ricordi di un collezionista: la storia del Volta violetto

Messaggio da guller »

Stefano T ha scritto:Ciao:

Il Volta violetto, al pari degli altri francobolli "naturali" delle Colonie non soprastampati, è e sempre sarà una varietà della collezione delle Colonie, non certo del Regno, e a quel settore di interesse deve essere rapportato il suo prezzo.

D'accordissimo. Delle Colonie e non del Regno rispetto al quale non è una varietà ma diventa per l'appunto un francobollo"naturale".
Imho.
:coffee:
Avatar utente
ingegné
Messaggi: 402
Iscritto il: 18 novembre 2013, 19:24
Località: Roma

Re: I ricordi di un collezionista: la storia del Volta violetto

Messaggio da ingegné »

guller ha scritto:D'accordissimo. Delle Colonie e non del Regno rispetto al quale non è una varietà ma diventa per l'appunto un francobollo"naturale".
Non capisco proprio come lo stesso francobollo possa appartenere contemporaneamente alla collezione di Regno (come francobollo "naturale") e delle 4 colonie (come varietà).

Leggo su Wiki - iBolli.it (http://wiki.ibolli.it/wiki/index.php?ti ... o_naturale):
Di solito si definiscono i francobolli naturali come "difformi ma non deformi", cioè diversi dal disegno originale ma sufficientemente plausibili da poterne giustificare l'utilizzo postale e la normale distribuzione.
L'utilizzo postale di questo francobollo poteva essere plausibile tutt'al più in colonia: anche se se ne conoscono esemplari usati in Italia, è chiaro che sono il frutto dell'incontro tra un collezionista ed un impiegato postale compiacente.

Non parliamo della distribuzione, visto che neanche un esemplare è mai arrivato agli sportelli, essendo stati tutti sottratti dall'impiegato di cui ho detto prima.

Comunque mi sembra una geniale trovata dei commercianti per "costringere" i collezionisti a comprare francobolli costosi per non sentirsi frustrati dal possedere una collezione "incompleta". Anziché assecondare questa tendenza, a mio parere dovremmo contrastarla in ogni modo lecito.
Colleziono e cerco sempre materiale di Somalia Italiana: Francobolli, Storia postale, Annullamenti, Posta Militare, Navi
guller
Messaggi: 5
Iscritto il: 31 gennaio 2012, 23:10
Località: Napoli

Re: I ricordi di un collezionista: la storia del Volta violetto

Messaggio da guller »

ingegné ha scritto:
guller ha scritto:D'accordissimo. Delle Colonie e non del Regno rispetto al quale non è una varietà ma diventa per l'appunto un francobollo"naturale".
Non capisco proprio come lo stesso francobollo possa appartenere contemporaneamente alla collezione di Regno (come francobollo "naturale") e delle 4 colonie (come varietà).

Leggo su Wiki - iBolli.it (http://wiki.ibolli.it/wiki/index.php?ti ... o_naturale):
Di solito si definiscono i francobolli naturali come "difformi ma non deformi", cioè diversi dal disegno originale ma sufficientemente plausibili da poterne giustificare l'utilizzo postale e la normale distribuzione.
L'utilizzo postale di questo francobollo poteva essere plausibile tutt'al più in colonia: anche se se ne conoscono esemplari usati in Italia, è chiaro che sono il frutto dell'incontro tra un collezionista ed un impiegato postale compiacente.

Non parliamo della distribuzione, visto che neanche un esemplare è mai arrivato agli sportelli, essendo stati tutti sottratti dall'impiegato di cui ho detto prima.

Comunque mi sembra una geniale trovata dei commercianti per "costringere" i collezionisti a comprare francobolli costosi per non sentirsi frustrati dal possedere una collezione "incompleta". Anziché assecondare questa tendenza, a mio parere dovremmo contrastarla in ogni modo lecito.

Beh se parliamo della liceità del francobollo sono perfettamente d'accordo sul fatto che nessuno è obbligato ad inserirlo nella propria collezione di regno. Come si è detto i fogli furono sottratti allo stato naturale, senza soprastampa, con dolo per confezionare una rarità "ad hoc".
Anche per questo a mio avvviso, non parlerei di varietà nel senso stretto del termine mancando la "casualità" o "l'evento fortuito" che lo produsse.
Piuttosto, che piaccia o no, resta il fatto che se guardo questo francobollo leggo: POSTE ITALIANE / Cent. 20.
Nulla che possa ancora ricondurre l'esemplare ad una qualsiasi emissione colonica e quindi, come non considerarlo un f.bollo italiano teoricamente valido per l'uso nel territorio italiano ?
I pochi usati in Italia confermano l'asserto.
Avatar utente
Andrea61
Messaggi: 1628
Iscritto il: 14 luglio 2007, 15:42
Località: Torino

Re: I ricordi di un collezionista: la storia del Volta violetto

Messaggio da Andrea61 »

Non riesco a capire come il "Volta Violetto" possa essere considerato un francobollo di Regno, più o meno naturale che sia.

Fu concepito per le Colonie, realizzato per le Colonie: è un francobollo delle Colonie. La mancanza di sovrastampa è per l'appunto un evento fortuito che lo rende una varietà.

Questo è ciò che logica detta e la classificazione originale del Sassone la rispecchia.

Che poi un collezionista conoscendone la storia si faccia abbindolare da questa definizione pseudofilatelica di "francobollo naturale" (che in realtà nasconde un'operazione prettamente commerciale) mi rimane ancora più difficile da capire.

Revised by Lucky Boldrini - January 2018
Andrea

=====================
Sono interessato alla Storia Postale e ai Classici di tutto il mondo.
Rispondi

Torna a “Colonie, Uffici all'estero, Fiume ed Occupazioni”

SOSTIENI IL FORUM