Filatelia semiotica

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debene
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Re: Filatelia semiotica

Messaggio da debene »

A maggior conferma, andando a ritroso con i Diena, Emilio in un articolo sul London Philatelist " The small horses and their engraver " parla alla fine di " ... little boy on a galloping horse ... ".
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sergio
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Sergio De Benedictis
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TazDevil
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Francobolli sensoriali - parte 1

Messaggio da TazDevil »

Con il termine sensoriale s’intende un qualsiasi stimolo percepibile attraverso gli organi di senso. Dal momento che i francobolli veicolano sempre immagini visive, può apparire scontato che ognuno di essi possa definirsi sensoriale. Tuttavia, ricorrendo a un’accezione restrittiva del termine, vorrei riferirmi a quei francobolli prodotti con tecniche speciali che sollecitano i sensi, allo scopo di evocare emozioni o reminiscenze collaterali o complementari alla percezione iconica del soggetto. Da un punto di vista comunicativo si tratta di un campo ancora tutto da esplorare perché travalica i confini dell’iconologia e della semiotica applicata all’arte figurativa per entrare nel campo dell’analisi sensoriale.
Inizio questa breve panoramica con esempio nostrano, un soggetto "visivo" che sollecita in modo particolare la vista, rappresentato nei due valori emessi nel 1958 per celebrare l’ingresso dell’Italia nell’O.N.U. Come è noto, i due francobolli furono realizzati con la tecnica di stampa anaglifica, che offre una visione tridimensionale del globo terrestre se osservato attraverso occhiali speciali, all’epoca distribuiti con il bollettino illustrativo dell’emissione. Questi francobolli sono molto interessanti perché contengono un messaggio parallelo, che rimanda alla celebrazione del centenario dell’invenzione della stampa anaglifica che ricorreva proprio in quell’anno. Ci troviamo dunque in presenza di una rappresentazione esplicita che celebra l’ingresso dell’Italia nell’ONU, veicolata dal disegno e dalle scritte sul francobollo e di una rappresentazione non manifesta che, attraverso la tecnica di stampa, rimanda volutamente ad un’altra ricorrenza. Entrambi i messaggi, tra i quali non esiste alcun nesso logico, convergono sulle sensazioni emotive suscitate dalla visione tridimensionale che, facendo leva su sentimenti come la curiosità, la sorpresa e il divertimento, conferisce un segno distintivo a questa serie, rendendola interessante ed attualissima anche ai giorni nostri.
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TazDevil
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Francobolli sensoriali - Parte 2: Strategie di comunicazione multisensoriale

Messaggio da TazDevil »

Il progresso scientifico e tecnologico del terzo millennio apre un campo illimitato allo sviluppo di una comunicazione strutturata fondata sul “linguaggio dei sensi”, che fino ad oggi l’uomo ha utilizzato per lo più in maniera istintiva e oserei dire molto primitiva, rispetto alle complesse strutture costruite nel corso dei millenni nelle altre forme di comunicazione come il linguaggio verbale, la scrittura, il linguaggio figurativo e la musica. Grazie alle tecnologie della comunicazione multimediale, sviluppate negli ultimi venticinque anni, l’umanità ha conseguito una buona padronanza nell'utilizzo olistico della comunicazione audiovisiva ed ora, di pari passo con lo sviluppo dei dispositivi e delle applicazioni Augmented Reality (AR), si prepara ad accogliere l’utilizzo di tutti i cinque sensi nel proprio linguaggio espressivo.
In tutto questo fermento innovativo, appare sorprendente il fatto che la filatelia, ormai hobby negletto per pochi nostalgici attempati, si trovi in linea con il progresso allo stato dell’arte, attestandosi addirittura su posizioni di avanguardia rispetto alle altre forme di comunicazione a mezzo stampa, che a malapena propongono i QR code interpretabili dalle app per smartphone. Sono ormai molti i Paesi del mondo che si cimentano in emissioni sempre più sofisticate di francobolli multisensoriali nei quali, oltre alla vista, sono stimolati anche l’udito, il tatto, l’olfatto e il gusto. Questo fenomeno, spesso liquidato frettolosamente dai sopra menzionati nostalgici attempati, come una semplice curiosità per giovani collezionisti e ostinatamente ignorato dalle Poste Italiane, rappresenta a mio avviso una vera e propria rivoluzione nel campo della comunicazione mediatica e non solo, dal momento che sono molte le correnti artistiche che sperimentano la multisensorialità come forma di espressione universale.
Credendo fermamente su tutto quanto premesso, mi sono dedicato all'analisi sistematica delle emissioni mondiali, scoprendo con sorpresa una grande padronanza nella comunicazione multisensoriale orientata al pubblico, supportata da un utilizzo sapiente delle più innovative tecniche di produzione su larga scala, capaci di integrare la stampa con l’ottica, la fisica, la chimica e l’informatica.
Con questo post intendo quindi condividere i primi risultati delle mie analisi che, in linea con lo spirito del 3D, cercano di fornire a quanti intendessero avventurarsi in una collezione, le chiavi di lettura per una classificazione sistematica incentrata sulle tecniche di comunicazione, piuttosto che sui tradizionali criteri di classificazione per soggetto e/o Paese emittente e/o periodo di emissione.
Sulla base delle informazioni reperite in gran parte sul web, consultando i siti dei Paesi emittenti o i cataloghi mondiali, integrate da diverse analisi sensoriali dirette su emissioni da me acquistate, ho potuto constatare che la comunicazione si sviluppa su tre direttrici primarie (vedi schema in Figura 1) che inducono nell'osservatore meccanismi cognitivi basati su:
1) Verosimiglianza, dove tutti gli stimoli sensoriali concorrono a definire l’identità del soggetto, fornendo all'osservatore una realistica rappresentazione visiva, confermata (rinforzata) da una o più informazioni uditive, tattili, olfattive o gustative che ne facilitano il riconoscimento (es. l’immagine di un frutto può essere confermata dall'introduzione di un’essenza che ne richiama l’odore e/o il sapore). Questa è la tecnica comunicativa più vicina alla realtà, dal momento che introduce stimoli sensoriali simili a quelli che potrebbe trasmettere il soggetto reale. Si può parlare in questo caso di verismo multisensoriale, forma di comunicazione perseguita da molti artisti ma anche dalla grande maggioranza degli sviluppatori di applicazioni e dispositivi AR.
2) Reminiscenza, dove il soggetto rappresentato possiede caratteristiche sensoriali integrative che richiamano alla memoria dell’osservatore situazioni o contesti che fanno parte del suo bagaglio cognitivo, in quanto noti per esperienza pregressa (es. la celebrazione di una festività può essere accompagnata da odori che richiamano un cibo tradizionale consumato in quella ricorrenza, senza che questo venga rappresentato nell'immagine visiva). La reminiscenza rappresenta pertanto un primo livello di comunicazione astratta, che si distanzia dal verismo multisensoriale in quanto all'immagine del soggetto non sono associati stimoli sensoriali che rimandano a sue proprietà intrinseche.
3) Concettualizzazione, dove il soggetto rappresentato possiede caratteristiche sensoriali associate per consuetudine o per convenzione (es. una immagine sacra può contenere stimoli uditivi multimediali che richiamano un canto liturgico). Allo stato attuale, la concettualizzazione rappresenta, in questa tassonomia, il più alto grado di astrazione in quanto le associazioni multisensoriali non rimandano né alle caratteristiche intrinseche del soggetto né all'esperienza vissuta dall'osservatore, ma sono da questo apprese per conformismo ad un modello sociale.
Nei prossimi post cercherò di illustrare alcuni esempi di emissioni mondiali, riconducibili ad una di queste direttrici, che individuano l’orientamento prevalente della comunicazione filatelica multisensoriale.
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Francobolli sensoriali - Parte 3: esempi di verosimiglianza

Messaggio da TazDevil »

Così come l’emissione italiana ONU del 1956 rappresenta il primo esempio mondiale di utilizzo della stampa anaglifica su francobollo, l’emissione tematica emessa dal Bhutan nel 1973 (vedi Figura 1), rappresenta il primo esempio di francobollo multisensoriale e come tale non può mancare in una ipotetica collezione su questa tematica. Si tratta di una serie floreale dedicata alle rose, dove ogni francobollo è impregnato con una essenza che rimanda al profumo di questo fiore.
Secondo la classificazione precedentemente esposta, questi francobolli utilizzano una tecnica di comunicazione basata sulla verosimiglianza, in quanto lo stimolo olfattivo contribuisce a definire, insieme all'immagine, le caratteristiche peculiari del soggetto raffigurato. Possono essere considerati il primo esempio di “verismo multisensoriale”, filo conduttore delle applicazioni di AR che hanno lo scopo primario di fornire informazioni su un determinato soggetto senza che l’osservatore abbia la necessità di esaminarne un campione reale.
Un altro esempio di francobolli che comunicano attraverso la verosimiglianza, interagendo però con un dispositivo AR vero e proprio, è rappresentato da quelli olandesi emessi tra il 2011 e il 2014 (vedi Figura 2). Si tratta di una serie monumentale composta da ben 74 francobolli, disponibili anche in foglietti illustrativi di 10 esemplari, dedicati alla fauna avicola. Attraverso un dispositivo di scansione ad infrarossi detto “Aigo-pen”, è possibile ascoltare il canto dell’uccello raffigurato nella vignetta.
È questo un esempio di tecnologia applicata alla didattica, già sperimentato con un’emissione filatelica cinese del 2009, che sfrutta la componente ludica per rendere l’apprendimento gradito ai più giovani. Infatti la comunicazione multisensoriale verista consente all’osservatore di imparare, oltre alla fisionomia di ciascuna specie avicola, anche il relativo richiamo, senza la necessità di una difficoltosa quanto improbabile osservazione dal vivo. Siamo dunque in presenza di francobolli che parlano, o meglio che cinguettano soprattutto ai “post millenials”, abituati all’utilizzo di device tecnologici per i quali nutrono una confidenzialità innata, che porta a considerarli come estensioni dei propri sensi. Per la filatelia rappresentano il nuovo che avanza e che inesorabilmente sostituirà lente e pinzette con dispositivi ed applicazioni multimediali (e tra non molto anche multisensoriali) in grado di interagire con l’ambiente reale che li circonda.
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Francobolli sensoriali - Parte 4: ancora sul verismo multisensoriale

Messaggio da TazDevil »

Dulcis in fundo, nel senso letterale della frase, vi propongo l'ultimo esempio di verismo multisensoriale commentando l’emissione belga del 2013, dedicata a celebrare e promuovere la famosa industria cioccolatiera di quel Paese. I francobolli, emessi in un foglietto che trabocca di cioccolato fondente, oltre al profumo ne ripropongono anche il gusto, che si ottiene leccando la gomma disposta sul retro. La conquista del gusto applicato ai francobolli completa la tavolozza sensoriale con la quale si possono combinare scientemente le immagini, i suoni, i colori, i profumi, i sapori e le sensazioni tattili, creando rappresentazioni multisensoriali con una potenza espressiva che possiamo solo immaginare. Ci troviamo in quella zona di frontiera, ai confini della realtà, che volge ad orizzonti evocativi di emozioni mai provate prima d’ora, come quella di usufruire di un’opera d’arte miniaturizzata guardandola in 3d, toccandola, ascoltandola, annusandola, gustandola ed infine (forse) utilizzarla per affrancare la posta.
Questa innovazione crea uno sconvolgimento epocale nella filatelia ortodossa perché contraddice uno dei dogmi più radicati tra noi collezionisti, che consiste nella conservazione iperprotettiva di ogni esemplare, affinché rimanga intonso nei secoli dei secoli. A chi potrebbe venire in mente infatti di spendere 12 euro + spese postali per assaggiare il foglietto belga leccandone la gommatura al verso? Per esperienza diretta posso dirvi che ci ho provato, fino ad arrivare con la punta della lingua a pochi centimetri dalla gomma… ci ho provato ma non ci sono riuscito ed ho riposto il foglietto nella sua taschina iperprotettiva! Ma sicuramente qualcuno lo avrà fatto o lo farà, quindi fra cinquantanni compariranno in commercio, oltre agli antichi francobolli con traccia di linguella, anche quelli più moderni con “lieve traccia di lingua”. :ris:
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Filatelia sociale – Parte 1 – Considerazioni generali

Messaggio da TazDevil »

Con il termine “filatelia sociale” intendo analizzare gli aspetti socio-politici che caratterizzarono le emissioni italiane di francobolli venduti con un sovrapprezzo rispetto al valore nominale valido per l’affrancatura, i cui proventi furono destinati al finanziamento contributivo di manifestazioni, associazioni o altre iniziative ritenute di pubblico interesse ovvero di rilevanza sociale. Accanto a questa forma di finanziamento diretto, dove la raccolta dei fondi venne svolta dalle Poste, rientrano nel discorso anche quelle emissioni inizialmente distribuite dalle poste senza sovrapprezzo, le cui rimanenze furono successivamente cedute ad associazioni private per la rivendita sul mercato collezionistico (generalmente alla scadenza della loro validità postale).
Sulla base delle brevi ricerche da me svolte, ho potuto constatare che esistono almeno tre tipologie di “francobolli sociali” e precisamente:
• francobolli venduti all’origine con sovrapprezzo non indicato sulla vignetta;
• francobolli venduti all’origine con sovrapprezzo indicato sulla vignetta;
• francobolli inizialmente distribuiti dalle poste senza sovrapprezzo, le cui rimanenze furono cedute a privati, una volta cessato il periodo di validità postale.
Una caratteristica comune a queste emissioni consiste nel fatto che riguardarono esclusivamente francobolli commemorativi o celebrativi, la cui validità postale fu quasi sempre circoscritta ad un breve, talvolta brevissimo, periodo temporale a cui si aggiunsero spesso anche restrizioni sulla distribuzione territoriale, effettuata presso singole regioni, singole città o addirittura singoli luoghi.
Altra caratteristica molto importante, derivata in parte dalla precedente, consiste nella libera scelta lasciata agli acquirenti di queste emissioni in quanto alternative e a volte completamente diversificate dalle emissioni ordinarie destinate al comune uso postale. Questo carattere di volontarietà del contributo rende improprio l’uso del termine “sovrattassa”, spesso utilizzato da alcuni collezionisti, perché tale termine indica l’obbligatorietà del sovrapprezzo per assolvere a determinati diritti postali.
Al contrario, il carattere di contribuzione volontaria, fu spesso utilizzato come evidenza per dimostrare una forte partecipazione popolare e quindi un forte consenso verso tali iniziative, anche se non è possibile ignorare che questa forma di finanziamento sia talvolta stata percepita dai collezionisti come una sorta di “balzello” da pagare per soddisfare il proprio voluttuario bisogno di possesso.
L’analisi di questa particolare forma di finanziamento verte proprio intorno al concetto di “interesse sociale” rivestito dai destinatari del contributo, che perseguivano scopi fondati su valori etici e morali talvolta anche molto differenti a seconda dei periodi storici di appartenenza, confermando ancora una volta come i francobolli siano evidenti testimonianze del loro tempo.
Tempo libero permettendo, nei prossimi post cercherò di illustrare le emissioni sociali che ritengo più interessanti per questa analisi storica.
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debene
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Re: Filatelia semiotica

Messaggio da debene »

Ciao Fabrizio,
sicuramente sarà interessantissima la tua analisi.
Alcune mie collezioni li contengono, in primis Croce Rossa.

un abbraccio
sergio
Sergio De Benedictis
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Re: Filatelia semiotica

Messaggio da TazDevil »

debene ha scritto: 21 luglio 2019, 13:20 Ciao Fabrizio,
sicuramente sarà interessantissima la tua analisi.
Alcune mie collezioni li contengono, in primis Croce Rossa.

un abbraccio
sergio
Ottimo, così potrai contribuire al discorso integrando o correggendo le mie considerazioni.
A presto... tempo libero permettendo.
:abb:
Fabrizio
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Re: Filatelia semiotica

Messaggio da somalafis »

Ai francobolli con sovrapprezzo emessi nel periodo del Regno (gli anni ''d'oro'' di questo sistema) avevo dedicato un'analisi statistica pubblicata sul numero di settembre 2017 della rivista ''L'arte del francobollo'' e tradotta in una serie di tabelle sul peso del sovrapprezzo rispetto al valore di affrancatura e sui valori assoluti. Curiosamente il sovrapprezzo piu' elevato in termini percentuali riguarda un francobollo di bassissimo valore facciale: il 2 centesimi della serie per il cinquantenario dell'Unita' d'Italia (1911) che era venduto a 5 centesimi con un sovrapprezzo pari quindi al 150% del valore di affrancatura. Una decina di emissioni di francobolli di Regno ha un sovrapprezzo che eguaglia esattamente il valore di affrancatura (questo livello percentuale di sovrapprezzo viene raggiunto inoltre da una serie di interi postali). In cifre assolute il sovrapprezzo più elevato e' quello del valore di posta aerea della serie calcio del 1934 da 10+5 lire...
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Re: Filatelia semiotica

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somalafis ha scritto: 22 luglio 2019, 9:22 Ai francobolli con sovrapprezzo emessi nel periodo del Regno (gli anni ''d'oro'' di questo sistema) avevo dedicato un'analisi statistica pubblicata sul numero di settembre 2017 della rivista ''L'arte del francobollo'' e tradotta in una serie di tabelle sul peso del sovrapprezzo rispetto al valore di affrancatura e sui valori assoluti.
Ottima analisi che potrebbe dimostrare la completa indipendenza tra il valore nominale valido per l'affrancatura e il sovrapprezzo per la raccolta fondi, le prime dettate da regole postali mentre le seconde dettate da esigenze contingenti puramente finanziarie. Sarebbe bello se tu potessi completare questa tua analisi integrandola con i dati relativi alle tirature di queste emissioni, che potrebbero rivelare rapporti di interdipendenza con gli aspetti finanziari piuttosto che con le reali necessità postali, come mi aspetterei seguendo un'ipotesi logica che da per scontato il fatto che queste emissioni non furono emesse per necessità postali, abbondantemente soddisfatte dalle emissioni ordinarie.

Per quanto riguarda la curiosità del rapporto facciale/sovrapprezzo sul valore da due centesimi credo che la risposta più plausibile sia di carattere puramente economico-finanziario, in quanto il tanto di poco (tre centesimi) è sempre poco per il singolo che acquista qualche esemplare ma fa molta differenza per chi incassa i proventi di tutta la tiratura.
Chissà...
Ciao:
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Re: Filatelia semiotica

Messaggio da somalafis »

Il caso del 2 centesimi con 3 centesimi di sovrapprezzo serviva a fare una cifra tonda agevolmente soddisfatta con uno spicciolo di rame da 5 centesimi (le prime emissioni con sovrapprezzo furono infatti caratterizzate dal basso costo, poi via via prevalsero sovrapprezzi piu' alti in termini assoluti).

Di necessita' ''postali'' per le emissioni con sovrapprezzo del Regno non mi sembra che si possa nemmeno parlare, vista l'abbondanza di tagli disponibili senza extra-costi. A me sembra che non ci sia stata mai una decisa politica di ampia diffusione di queste emissioni al di fuori del circuito filatelico e di alcuni utenti inclini a sottolineare a scopi propagandistici la loro ''disponibilita''' (per esempio circoscritte realta' bancarie). Tra l'altro, salvo limitate eccezioni (ad esempio la Croce Rossa), queste emissioni (pur gradevoli e magari azzeccate in termini di comunicazione) vedevano sovente i sovrapprezzi destinati a conventicole e comitati promotori. Tutta roba che difficilmente avrebbe potuto ''mobilitare'' o scaldare il cuore dell'utenza postale. Quando mio padre mi giro' una sua collezione di Regno formata con esemplari prelevati dalla posta ricevuta, mi ricordo benissimo che le serie si fermavano tutte ai valori senza sovrapprezzo, perché gli altri valori non si trovavano mai sulla normale corrispondenza…
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Filatelia sociale: 1910 Cinquantenario del plebiscito meridionale (Parte 1)

Messaggio da TazDevil »

Inizio questo nuovo argomento analizzando la prima emissione italiana di francobolli con sovrapprezzo, rappresentata dalla serie del 1910 emessa per celebrare il cinquantenario del plebiscito meridionale, che sancì l'annessione della Sicilia al Regno di Sardegna, sotto la monarchia costituzionale di Vittorio Emanuele II.
Questi francobolli sono abbastanza ricercati dai collezionisti soprattutto perché rappresentano la prima emissione commemorativa d’Italia ma da un punto di vista storico sono di grande rilevanza anche le modalità con cui vennero distribuiti al pubblico. Furono infatti venduti solo in Sicilia con un sovrapprezzo all'origine di 5 centesimi, non indicato sui francobolli, i cui proventi vennero destinati al “Comitato esecutivo delle feste commemorative del cinquantenario della redenzione della Sicilia” per finanziare le varie manifestazioni pubbliche che si svolsero in quella regione (cfr. Legge del 17 Marzo 1910).
Iniziamo innanzi tutto analizzando alcuni elementi che rendono inconsueta questa emissione, anche da un punto di vista prettamente filatelico.
I quattro francobolli furono infatti emessi a coppie in due date diverse e precisamente: il 15 Aprile del 1910 due valori da 5 e 15 centesimi, recanti il ritratto in primo piano di Garibaldi; il 1 Dicembre del 1910 altri due valori, sempre da 5 e 15 centesimi, recanti il ritratto a mezzobusto di Garibaldi contornato dalla scritta “Italia e Vittorio Emanuele”.
Ignoro le motivazioni per cui i cataloghi abbiano deciso di accomunare questi francobolli in un’unica serie, resta comunque il fatto innegabile che, applicando le regole della comunicazione filatelica oggetto di questo topic, i quattro francobolli possano essere visti come appartenenti a due serie distinte, ciascuna costituita rispettivamente da due valori da 5 e 15 centesimi.
Analizzando infatti la disposizione dei francobolli (figura 1), le due serie distinte presentano tutti i caratteri di congruenza filatelica (soggetti uguali con colori e valori facciali differenti emessi nella stessa data) che fanno pensare a serie a sé stanti.
In base a questo criterio di lettura, l’emissione di Aprile, sembrerebbe la commemorazione di Garibaldi, del suo sbarco a Marsala e della successiva proclamazione della dittatura garibaldina “in nome di Vittorio Emanuele II”, come si evince dal ritratto in primo piano e dalla trinacria raffigurata in basso. La seconda emissione di Dicembre sembrerebbe una celebrazione esplicita del plebiscito meridionale con cui fu decretata l’annessione della Sicilia al Regno di Sardegna.
Al contrario, analizzando la serie nel suo insieme di quattro valori così come ci propongono le tassonomie dei cataloghi filatelici, si osserva che l’alternanza dei colori verde e rosso è invertita nei rispettivi valori da 5 e 15 centesimi, in maniera tale da creare due “anomalie filateliche”, la prima dovuta alla presenza di valori facciali duplicati (5-5-15-15 centesimi), la seconda dovuta alla presenza di colori differenti su francobolli recanti il medesimo valore facciale.
Se ricordiamo sempre la regola che nelle emissioni filateliche nulla è lasciato al caso, possiamo tranquillamente affermare che si tratta di due serie distinte aventi il medesimo tema celebrativo, che insieme ripercorrono, anche attraverso le date di emissione, il passaggio storico che va dalla spedizione dei Mille e la conseguente Dittatura Garibaldina fino all’annessione della Sicilia al Regno di Sardegna.
Spero di essere riuscito a spiegare le singolari particolarità di questa emissione, che non furono indotte da motivazioni puramente filateliche ma trovano una piena giustificazione solo se analizzate dal punto di vista storico, politico e sociale. I quesiti principali ancora da risolvere possono essere così schematizzati:
• Perché si decise di celebrare filatelicamente solo l'annessione della Sicilia quale precursore dell'emissione del 1911 per il cinquantenario della proclamazione del Regno d'Italia?
• Perché fu deciso di applicare una sovrattassa sul valore facciale di 5 centesimi per finanziare solo le celebrazioni siciliane, tralasciando le altre celebrazioni che si svolsero nel resto d'Italia, come ad esempio a Napoli e Firenze?
• Perché fu scelto Garibaldi come soggetto permanente dell’emissione, anziché adottare immagini allegoriche più rappresentative della monarchia sabauda, come venne fatto per l’emissione celebrativa del cinquantenario del Regno D’Italia?
• Perché i francobolli furono emessi a coppie in periodi diversi, tali da renderli assimilabili a due emissioni differenti?
• Perché fu deciso che il soggetto della prima coppia emessa in Aprile doveva essere dedicato solo a Garibaldi ed alla “sua” Sicilia?

Le risposte ai suddetti quesiti trovano fondamento nella “questione meridionale” e nell'annosa contrapposizione tra governo nazionale centralizzato ed autonomie regionali, tema che allora come oggi si ripropone come questione mai completamente risolta.
Poiché una discussione esaustiva richiederebbe troppo spazio e rischierebbe di portarci troppo lontano dalla filatelia, cercherò nel prossimo post di fornire una sintesi delle nozioni storiche, politiche e sociali che motivarono questa emissione, in maniera da renderle più consone ad un blog di filatelia.
Continua…
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Re: Filatelia semiotica

Messaggio da somalafis »

Scusami, non voglio davvero passare per pignolo ma si tratta proprio di due serie diverse , disposte con provvedimenti normativi diversi, con modalita' di distribuzione differenti, con date di emissione e validita' diverse, con soggetti di commemorazione diversi, con tirature difformi, con disegni completamente diversi. Anche i comitati beneficiari dei sovrapprezzi dovrebbero essere stati diversi (quello della seconda serie, ad esempio, e' quello di Napoli). Il fatto che i cataloghisti le raggruppino sotto un'unica voce non modifica la realta': credo che la ''colpa'' risalga addirittura al catalogo Yvert che all'epoca non aveva concorrenti italiani e face la scelta di catalogare le due serie insieme...
Oltre tutto la prima serie fu distribuita solo dagli uffici postali siciliani (anche se era valida per tutto il Regno), mentre la seconda venne distribuita in tutte le province meridionali, ESCLUSA LA SICILIA. Alcune delle domande che poni al termine del tuo intervento non sono quindi del tutto corrette. Io credo semplicemente che all'epoca nei comitati che si sobbarcarono gli oneri di preparazione dei disegni e delle tavole sedessero personaggi importanti e bene ammanicati e ciascuno riusci' a conseguire i propri obiettivi. Anche nella successiva emissione per il cinquantenario dell'unita' d'Italia del 1911 (ti prego di non dimenticare la lunga serie delle cartoline postali) i Comitati per le feste di Roma e Torino avranno un peso fondamentale.
Riccardo Bodo
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Re: Filatelia semiotica

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somalafis ha scritto: 22 luglio 2019, 18:03 Scusami, non voglio davvero passare per pignolo ma si tratta proprio di due serie diverse , disposte con provvedimenti normativi diversi, con modalita' di distribuzione differenti, con date di emissione e validita' diverse, con soggetti di commemorazione diversi, con tirature difformi, con disegni completamente diversi. Anche i comitati beneficiari dei sovrapprezzi dovrebbero essere stati diversi. Il fatto i cataloghisti le raggruppino sotto un'unica voce non modifica la realta': credo che la ''colpa'' risalga addirittura al catalogo Yvert che all'epoca non aveva concorrenti italiani e face la scelta di catalogare le due serie insieme...
Oltre tutto la prima serie fu distribuita solo dagli uffici postali siciliani (anche se era valida per tutto il Regno), mentre la seconda venne distribuita in tutte le province meridionali, ESCLUSA LA SICILIA. Alcune delle domande che poni al termine del tuo intervento non sono quindi del tutto corrette. Io credo semplicemente che all'epoca nei comitati che si sobbarcarono gli oneri di preparazione dei disegni e delle tavole sedessero personaggi importanti e bene ammanicati e ciascuno riusci' a conseguire i propri obiettivi. Anche nella successiva emissione per il cinquantenario dell'unita' d'Italia del 1911 (ti prego di non dimenticare la lunga serie delle cartoline postali) i Comitati per le feste di Roma e Torino avranno un peso fondamentale.
Per favore... ti prego di FARE IL PIGNOLO perché solo così possiamo analizzare la storia di queste emissioni da un altro punto di vista che non è solo quello filatelico. Sono molto contento che le tue conoscenze sulla storia della filatelia abbiano confermato l'esistenza di due emissioni, ipotesi a cui ero giunto solo attraverso l'analisi iconica e plastica dei soggetti. Rimango tuttavia perplesso nel constatare che questo errore di classificazione persista nei nostri cataloghi, anche su quelli specializzati, che attribuiscono ai quattro francobolli il medesimo numero di serie ed una quotazione sommatoria dei quattro valori, ma forse si tratta solo di "banali" questioni commerciali.
Per quanto riguarda la tua seconda affermazione sui comitati molto ammanicati, credo alla loro capacità di influenzare talune scelte ma credo anche che tale influenza non possa prevaricare i cardini di una comunicazione istituzionale che deve tenere conto di elementi politici e sociali imprescindibili.
Ti anticipo che le tue precisazioni forniscono ulteriori prove alle motivazioni storiche che ritengo essere alla base di questa scelta anomala, che portò a celebrare dapprima Garibaldi e la Sicilia e solo in seguito il plebiscito meridionale (che a questo punto non riguarda solo quello delle Province Siciliane ma anche quello delle Province Napoletane).
Ad ogni modo, per PIGNOLERIA, dopo le tue precisazioni provo a riformulare i quesiti del precedente post.
• Perché si decise di celebrare filatelicamente solo l'annessione del Regno delle Due Sicilie quale precursore dell'emissione del 1911 per il cinquantenario della proclamazione del Regno d'Italia?
• Perché fu deciso di applicare una sovrattassa sul valore facciale per finanziare solo le celebrazioni del Regno delle Due Sicilie?
• Perché fu scelto Garibaldi come soggetto permanente delle due emissioni, anziché adottare immagini allegoriche più rappresentative della monarchia sabauda, come venne fatto (in parte) per l’emissione celebrativa del cinquantenario del Regno d’Italia?
• Perché fu deciso che il soggetto della prima emissione di Aprile doveva essere dedicato solo a Garibaldi ed alla “sua” Sicilia?
Grazie e mi raccomando... intervieni per confermare o dissentire con la dovuta pignolissima perizia.
:abb:
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Re: Filatelia semiotica

Messaggio da somalafis »

Sono ani che ho smesso di interrogarmi sulle ragioni delle scelte dei cataloghi nel raggruppare o suddividere le serie…

Quanto alla mia cinica osservazione sui comitati di festeggiamento, ragionando in termini di ''filatelica sociale'' , come mai non ci fu una battaglia per emettere francobolli con sovrapprezzo a beneficio della ricostruzione dopo la terribile tragedia del terremoto di Messina-Reggio Calabria del 1908, i cui lutti (da 90.000 a 120.000 vittime) e le cui sterminate macerie erano ancora presenti nel 1910 nella memoria nazionale e sotto gli occhi di tutti?
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Re: Filatelia semiotica

Messaggio da TazDevil »

somalafis ha scritto: 22 luglio 2019, 20:04 Sono ani che ho smesso di interrogarmi sulle ragioni delle scelte dei cataloghi nel raggruppare o suddividere le serie…

Quanto alla mia cinica osservazione sui comitati di festeggiamento, ragionando in termini di ''filatelica sociale'' , come mai non ci fu una battaglia per emettere francobolli con sovrapprezzo a beneficio della ricostruzione dopo la terribile tragedia del terremoto di Messina-Reggio Calabria del 1908, i cui lutti (da 90.000 a 120.000 vittime) e le cui sterminate macerie erano ancora presenti nel 1910 nella memoria nazionale e sotto gli occhi di tutti?
Perché la filatelia sociale non è una forma di contribuzione spontanea mossa da sentimenti di solidarietà ma, come cercherò di dimostrare, è una forma di comunicazione istituzionale (leggi dello Stato) mossa da intenti di natura prevalentemente socio-politica e aggiungo che non potrebbe essere altrimenti, per non creare animose diatribe su cosa, quanto e come meriti di essere finanziato. La vera raccolta spontanea e solidale venne svolta con un certo successo tramite iniziative private che promuovevano l'acquisto di etichette erinnofile, come avvenne anche nel caso specifico del terremoto di Messina.
Proseguo il post sull'emissione del 1910 per cercare di introdurre proprio questa tesi.
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Filatelia Sociale - Cinquantenario del plebiscito meridionale - Parte 2

Messaggio da TazDevil »

A questo punto, forte di quanto confermato da somalafis, tratterò l’argomento sul cinquantenario del plebiscito considerando due emissioni diverse, fatto che avvalora ancor più le ipotesi circa le motivazioni politiche e sociali che condussero a tale scelta.
Ancora una volta ricorro all’analisi iconica della prima emissione, quella recante il ritratto in primo piano di Garibaldi, osservando che si tratta della prima immagine di un personaggio diverso dal Re d’Italia raffigurata in un francobollo, cosa che non poteva essere fatta se non attraverso una (la prima) emissione commemorativa, in quanto ben distinta dalle serie ordinarie, sia perché aveva validità postale limitata, sia perché non poteva essere utilizzata per affrancare la corrispondenza con l’estero.
Altro elemento importante, che fornisce la chiave di lettura per tutto il tema comunicativo di questa prima serie, è rappresentato dalla trinacria posta al centro della cornice inferiore. L’analisi semiotica evidenzia il contrasto tra il simbolo rappresentato (la trinacria) ed il simbolo NON rappresentato (il nodo Savoia) così che non sia evidente alcun riferimento diretto con la monarchia e la sovranità nazionale dell’Italia.
Per tale motivo, le immagini ci dimostrano, in maniera difficilmente confutabile, che il soggetto celebrato sia Garibaldi ed il suo operato in quel periodo storico che dalla spedizione dei Mille condusse alla proclamazione della dittatura garibaldina in Sicilia. Questa finestra temporale che va dal 5 al 14 Maggio del 1860, rappresenta la “fase clandestina” delle attività militari di Garibaldi in Sicilia, che con malcelata farsa, il Regno di Sardegna appoggiò facendo finta di ignorare, arrivando ad inscenare persino il furto delle due navi piemontesi che consentirono a Garibaldi e Bixio di salpare nottetempo dal porto di Quarto per fare rotta verso la Sicilia.
Con questo tributo filatelico, che giustifica anche la doppia emissione, Vittorio Emanuele III e l’allora Presidente del Consiglio dei Ministri, l’economista massone Luigi Luzzatti, anche con il favore dei socialisti, diedero una dignità ufficiale a questa fase “sommersa” della spedizione che, all’epoca dei fatti, fu oscurata dalle alchimie della diplomazia politica di Cavour. Ancora una volta il rivoluzionario, socialista, massone, filo repubblicano ma fedele alla monarchia sabauda, tanto da divenire un generale dell’esercito piemontese, eroe di fama mondiale e padre della Patria… mise d’accordo tutti.
Inoltre, l’accostamento della figura di Garibaldi all’annessione della Sicilia, avvalorava la tesi sostenuta dalla nascente "epopea del risorgimento italiano", secondo la quale la caduta del regime borbonico in favore della monarchia costituzionale sabauda fu una specie di “guerra di liberazione”, innescata da una sollevazione popolare e portata a compimento per iniziativa di un eroe rivoluzionario e tutore dei diritti del popolo, che la figura di Garibaldi incarnava a livello planetario.
Ma come rendere tangibile questa tesi se non attraverso una palese manifestazione di consenso locale? Ecco che nasce, un po’ per opportunità economica ma soprattutto per opportunità politica, il progetto del finanziamento per contribuzione “volontaria” da parte del popolo (…dei filatelisti). Il tutto venne sugellato dalla costituzione di un comitato locale, beneficiario del contributo, rafforzando il carattere di manifestazione di interesse nazionale ma "spontaneamente" organizzata, amministrata e gestita dal territorio per il territorio.
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Re: Filatelia semiotica

Messaggio da fildoc »

Mi spiace interropere l'interessante topic risorgimentale, ma oggi sulla rivista telemativa della Vaccari appare un'interessante nota irredentista delgli anni '50 che volevo condividere:
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Re: Filatelia semiotica

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e l'Istria oltre che sul francobollo della televisione appare anche forse sul famoso Gronchi...
ma la Jugoslavia non se ne accorse!
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Re: Filatelia semiotica

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fildoc ha scritto: 26 luglio 2019, 8:27 e l'Istria oltre che sul francobollo della televisione appare anche forse sul famoso Gronchi...
ma la Jugoslavia non se ne accorse!
Per quanto riguarda la "tesi complottista" avanzata da Vaccari, questa potrebbe avere un fondamento (tutto da dimostrare), dal momento che Corrado Mancioli, autore del bozzetto, fu un disegnatore molto attivo nel periodo fascista, che potrebbe essere stato tentato di inserire un nostalgico, microscopico riferimento irredentista in questo francobollo del 1956.
Sempre a proposito di irredentismo, se ai francobolli precedenti può essere concesso il dubbio sulla effettiva intenzionalità, il francobollo celebrativo della città di Fiume emesso nel Dicembre del 2007 manifesta apertamente una rivendicazione, se non da un punto di vista territoriale, sicuramente da un punto di vista culturale. Questa emissione provocò una protesta ufficiale da parte della Croazia che causò un ritardo nella distribuzione dei francobolli al pubblico, prevista se non erro per il 30 Ottobre del 2007,che alla fine venne emesso comunque il 10 Dicembre del 2007, con buona pace delle proteste croate.
Esistono numerose affrancature filateliche su buste viaggiate prima del 10 Dicembre 2007, mi ricordo che all'epoca ne comprai perfino una su ebay, pagandola poco più del valore facciale, che al momento si trova dispersa nel mucchio degli oggetti postali da me acquistati in maniera compulsiva e mai inseriti in collezione... se la ritrovo la posto.

Vorrei inoltre ricordare un interessante topic di Remo del 2011 dal titolo "Territori contesi" che vi invito a rileggere perché tratta alcuni esempi mondiali di francobolli emessi a scopo di rivendicazione territoriale.

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