Al punto 16 è sono scritti i prezzi di acquisto delle lettere in arrivo dall'Austria:
40/100 quelle da ARF
100/100 quelle da A1
200/100 quelle da A2
Al punto 17 c'è scritto (in francese, spero di avere inteso bene) che la tassa da esigersi dai clienti per il percorso estero non può mai essere superiore ad 1/4 del prezzo di acquisto. Casualmente la quarta parte di 30 grammi sono proprio 7,5 grammi che è lo scaglione base sardo.
Ne consegue che le lettere venivano tassate 10/100, 25/100 e 50/100 per il percorso estero a cui bisognava poi aggiungere le proprie competenze.
Al punto 17 risulta che le lettere venivano poi tassate secondo i tariffari interni in vigore.
Per il Lombardo-Veneto mi trovo: il peso base nel 1844 era effettivamente il 1/2 lotto, esisteva lo scaglione 1/2 lotto-3/4 lotto, e la tariffa era 6 carantani per una spedizione entro le 20 leghe e 12 carantani per quelle oltre. Coincidono anche le distanze. Tralasciamo ARF che è un discorso a parte.
Più difficile la situazione sarda dato che non conosco bene le tariffe. So per certo che il peso base era 7,5 grammi ma non è chiaro se nel tariffario interno esisteva lo scaglione intermedio del 3/4 di lotto. Inoltre mi sembra di capire che gli scaglioni per le distanze fossero più dei tre S1-S2-S3.

A conferma del fatto che la convenzione teneva conto dei tariffari interni al punto 22 è scritto che le varie tariffe della convenzione sarebbero state riviste nel caso della variazione delle tariffe interne.
Ecco infine la notificazione del 1844 da cui al punto 3 risulta effettivamente che si teneva conto del porto interno a cui si aggiungeva il porto estero specificato al punto 4.
Il punto 5 sottolinea che venivano aumentati i diritti sardi del 50% per una lettera fino a 3/4 lotto ma senza dire nulla sulla progressione della tariffa interna. A me personalmente sembra sottointeso che la stessa cosa valeva per la tariffa interna essendo lo scaglione intermedio previsto dal tariffario nazionale.

https://books.google.it/books?id=ABMrAQ ... na&f=false
Comunque la lettera di Milano segnalata da Benjamin è (per me) molto ma molto strana. C'è qualcosa che mi sfugge, però mi sembra che Benjamin abbia ragione.
