3 ottobre 1851 - Da S. Vito al Tagliamento a Bologna e rispedizione al mittente

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sergio de villagomez
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3 ottobre 1851 - Da S. Vito al Tagliamento a Bologna e rispedizione al mittente

Messaggio da sergio de villagomez »

Buon sabato a tutti.
In un recente incontro filatelico con Luca, tra le mie cose è riapparso questo particolare piego, uno dei miei primi acquisti di LV, che mostra una rispedizione con il Pontificio.

Il piego parte da San Vito al Tagliamento (mio paese natale peraltro ;-) ) il 3 ottobre 1851 (il testo all'interno è datato il 2 ottobre) con destinazione Bologna, raggiunta il 5 dello stesso mese. Qui, non si sa per quale motivo, il piego viene detassato e reindirizzato a San Vito, cosa avvenuta il 16 settembre (??) con transito a Pordenone il giorno prima.

Pur essendo il piego assolutamente non manipolato, ci sono delle cose che non comprendo:
- in posta a Bologna hanno atteso 11 mesi e mezzo per reinviarlo a San Vito? Avevo pensato ad un errore di composizione del timbro di arrivo ma, essendo di settembre anche il transito di Pordenone, cade questa idea;
- il piego è normalmente arrivato a Bologna ed, essendo nel 1851 e quindi in mancanza di convenzione, il ricevente avrebbe pagato la spettanza pontificia: perché quindi la detassazione al momento della rispedizione? Perché poi aver fatto i segni anche al verso?
- a sinistra del francobollo c'è il segno di un altro timbro che non è quello di San Vito: avete qualche idea?

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fildoc
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Re: Rispedizione con il Pontificio

Messaggio da fildoc »

Bello e interessante...
La tassa non è applicata per il trasporto in sè, ma solo se il recapito va a buon fine!
+-x:
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ciao
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Fildoc
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Phil Shulman
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Re: Rispedizione con il Pontificio

Messaggio da Phil Shulman »

Il piego viene tassato a carico del destinatario per 9 bajocchi, previsti dalla Notificazione Tosti del 1844, per lettere provenienti dal Lombardo e dirette alla III distanza (il territorio delle Romagne).
All'atto della rispedizione, viene cancellato con inchiostro rosso il segno "9", che ha senso solo all'interno del Pontificio, non essendoci ancora la convenzione (che verrà stipulata l'anno successivo); per questo motivo il segno "9" avrebbe generato solo confusione una volta giunto il L.V. e avrebbe potuto far pensare a una tassazione di 9 kreutzer a carico del destinatario.
Il bollo a sinistra del francobollo è un BOLOGNA lineare con datario, male impresso. Pensa che bello se avesse colpito il francobollo di L.V. - forse è per questo che non venne impresso nella sua totalità.
Riguardo al ritardo nella rispedizione, forse il destinatario non venne trovato e la lettera giacque ferma in posta in attesa del ritiro, e ivi dimenticata, cosa questa che si riscontra nelle corrispondenze del periodo.
Forse trovi qualche elemento ulteriore nel testo del piego.

Un'ultima precisazione. Vedi che ci sono due bolli diversi di Bologna, una per l'arrivo e l'altro per la partenza dalla città stessa.
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lucasa
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Re: Rispedizione con il Pontificio

Messaggio da lucasa »

una domanda. Come mai non ci sono i bolli di ingresso nello stato Pontificio. Intendo il bollo "Regno Lombardo veneto" o simili ?

Luca
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Phil Shulman
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Iscritto il: 27 ottobre 2015, 16:22

Re: Rispedizione con il Pontificio

Messaggio da Phil Shulman »

lucasa ha scritto: 18 gennaio 2020, 20:53 una domanda. Come mai non ci sono i bolli di ingresso nello stato Pontificio. Intendo il bollo "Regno Lombardo veneto" o simili ?

Luca
Ottima domanda.
I bolli di cui parli ("Regno Lombardo Veneto" o "Stati Ereditari Austriaci"), in periodo filatelico pre-convenzione spariscono dalle missive, in quanto "assorbiti" dalla presenza del francobollo, che testimonia inequivocabilmente la provenienza della spedizione. E' legittimo ritenere che chi apponeva i bolli e chi applicava la tassazione erano due o più impiegati postali diversi.
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francesco luraschi
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Località: Como

Re: Rispedizione con il Pontificio

Messaggio da francesco luraschi »

Bisogna considerare alcuni dettagli: nel settembre 1852 ormai siamo vicini all'entrata in vigore della convenzione (1 ottobre) che però era già stata stipulata. Questa convenzione prevedeva la retrocessione gratuita delle lettere inesitabili purché franche. Il servizio non era sempre gratuito, quindi.

In questo caso l'ufficio che effettuava la rispedizione avrebbe conteggiato a proprio favore la tassa di cui le lettere erano caricate e l'ufficio iniziale avrebbe esatto dal mittente la relativa tassa. E' scritto nell'art.19 della Convenzione fondamentale.

La stessa cosa avveniva già per la corrispondenza interna al LV almeno già dal 1839.

Questa lettera dal 1 ottobre 1852 sarebbe stata retrocessa al mittente tassata 5 bajocchi e al mittente sarebbero stati chiesti 6 carantani. La spedizione San Vito-Bologna è infatti una III distanza.

Quelle rifiutate erano retrocesse subito al mittente, sempre alle condizioni sopra descritte, quelle ferme in posta dopo due mesi.

Il perché di una così lunga giacenza non lo so.

Nel LV la consegna avveniva in automatico per i residenti, a parte la richiesta di fermo posta, per gli altri il ritiro avveniva in UP a meno che indicassero un recapito cittadino tipo " ... presso casa Cusani". Poi c'era il caso degli itineranti i quali lasciavano indicazione delle tappe del proprio viaggio prima di partire e quindi dove indirizzare e reindirizzare la propria corrispondenza.

Penso che i postali si avvalessero pure degli arrivi/partenze di persone nelle città principali pubblicati sui giornali.

Probabilmente la restituzione avvenne per liberarsi di un po' di lettere arretrate prima dell'entrata in vigore della convenzione e di una nuova contabilità.

Il bollo Regno Lombardo Veneto è vero che tende a diradarsi in periodo filatelico pre 1/10/1852 però alcune volte lo si trova.

Ciao: Francesco

Rev LB Feb 2021
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Ciao: Francesco
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